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numero uno • marzo duemilaundici



Rassegna di
Biourbanistica
          Rivista della Società Internazionale di Biourbanistica



     BIOURBANISTICA E POLITICA.



                     La dimensione sociopolitica dello spazio urbano
                                        nell’epoca della transizione

Scritti di: Nikos Salingaros | Stefano Serafini | Antonio Caperna |
Alessia Cerqua | Fabio Cremascoli | Matteo Rocca | Ettore Maria
Mazzola | Alessandro Giuliani | Massimiliano Caserta | Sabrina
Fantauzzi

Rivista aperiodica della Società Internazionale di Biourbanistica. Redazione: Alessia Cerqua
(Direttore), Stefano Serafini, Antonio Caperna, Fabio Cremascoli. Per informazioni, suggerimenti e
richiesta arretrati: info@biourbanism.org.
                                                 www.biourbanistica.com | www.biourbanism.org
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INDICE
Biourbanistica, politica, transizione
di Stefano Serafini ……………………………………………………………………………………………………..… Pag. 2
Biourbanistica, verso una definizione
di Antonio Caperna, Alessia Cerqua, Alessandro Giuliani, Nikos A. Salìngaros, Stefano
Serafini ……………………………………………………………………………………………………………………..… Pag. 3

Non-adaptive Architectural Implementations: Urban Plazas that Fail
di Nikos A. Salingaros ………………………………………………………………………………………………..… Pag. 5
Biourbanistica per la città del XXI secolo
di Antonio Caperna …………………………………………………………………………………………………..… Pag. 7

Imparare ad apprendere. Strategie di pianificazione nell’epoca della
complessità
di Alessia Cerqua ……………………………………………………………….………………………….…………….. Pag. 13
Gli ambiti d’azione delle politiche urbane per il cambiamento
di Fabio Cremascoli……………………………………………………………………………………………………... Pag. 16

Dall'urbanistica alla Biourbanistica, dalla città all'ipercittà. Nuovi significati
urbani nel paradigma dell'interattività
di Matteo Rocca ………...………………………………………………………………………………………………… Pag. 19

Il presente dello spazio di massa
di Massimiliano Caserta……………………………………………………………………………………………… Pag. 24

Quale futuro per le nostre città?
di Ettore Maria Mazzola ………………………………………………………………………………………..…… Pag. 25
Roma: laboratorio per il ritorno ad un’architettura a misura d’uomo
di Sabrina Fantauzzi ……..………………………………………………………………………………………..…… Pag. 27


SEGNALAZIONI
Appuntamenti…………………………………………………………………………………………………..……... Pag. 26




Rassegna di Biourbanistica è una rivista aperiodica della Società Internazionale di Biourbanistica.
Redazione: Alessia Cerqua (direttore), Stefano Serafini, Antonio Caperna, Fabio Cremascoli.
Foto di Copertina: Berlino 2011 © Alessia Cerqua
Per informazioni, suggerimenti, invio contributi e richiesta arretrati: info@biourbanism.org.
Rivista disponibile on line su: www.biourbanistica.com
                                              www.biourbanistica.com | www.biourbanism.org


Rassegna di Biourbanistica                                                                   N. 01/2011
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                                                  mercati colossali che dominano i media.
Biourbanistica, politica,                         Basta che enti di servizio dedichino le
transizione                                       proprie risorse all’immagine, come ad es.
                                                  certi Comuni con la cartellonistica a
                                                  pagamento sopra i più bei monumenti
di Stefano Serafini
                                                  d’Italia, o le Ferrovie dello Stato con le loro
                                                  centinaia       di     schermi     pubblicitari
L’impegno della Società Internazionale di
                                                  posizionati in tutte le stazioni del Paese,
Biourbanistica e dei suoi amici, primi fra
                                                  perché l’iperreale invada finanche gli ultimi
tutti il Gruppo Salingaros, AVOE, Civicarch,
                                                  ritagli civili di spazio e di tempo.
contro la dissoluzione delle città in
periferie, è stata anticipata negli Stati Uniti
                                                  È assolutamente chiaro oltre Atlantico –
da un’ampia frangia di contestatori di alto
                                                  assai meno in Europa e in Italia, dove
livello: professori universitari, ricercatori,
                                                  appunto solo noi muoviamo una critica
teorici dell’architettura.
                                                  scientifica così diretta – che il problema
                                                  urbanistico      e     architettonico      ha
Nel cuore dell’impero l’impatto è infatti
                                                  un’immediata valenza politica. E tale crisi
giunto prima e su scala assai più vasta che
                                                  politica esemplificata dalla devastazione
da noi, per cui si può asserire che il popolo
                                                  dello spazio civile, prima ancora di quello
americano è il primo testimone-vittima del
                                                  ecologico («entropia resa visibile» dice J. H.
sistema che gli USA hanno contributo a
                                                  Kunstler), è strettamente legata alla fine
diffondere in tutto il mondo.
                                                  del sogno illuministico, trasformatosi in
                                                  incubo nichilista.
La situazione migliore dell’Europa si deve
anche alla resilienza di una cultura – fatta
                                                  Il nostro compito va perciò ben oltre il
soprattutto di architettura e urbanistica
                                                  dibattito architettonico; e anche oltre il
pre-moderne – che la seconda guerra
                                                  modo ormai inadeguato di concepire la
mondiale e il dopoguerra non sono riusciti
                                                  politica adottato sino ad oggi.
a demolire del tutto: da noi alcune città,
piccoli centri, corsi e piazze resistono
                                                  Dobbiamo raccogliere di nuovo la sfida
ancora (da qui il pellegrinaggio continuo di
                                                  addormentata della filosofia e delle scienze
studiosi e istituzioni statunitensi presso le
                                                  europee, qui, dove tutto è cominciato. È per
città d’Europa, per impararne una via di
                                                  questo che abbiamo fondato la Società
salvezza).
                                                  Internazionale       di        Biourbanistica,
                                                  volendone la sede principale a Roma, e ci
Ma per quanto ancora?
                                                  rivolgiamo ai cittadini e agli esperti di tutte
                                                  le discipline per un lavoro collettivo di
Ogni giorno un pezzo ulteriore di quella
                                                  rifondazione epistemologica, per rinnovare
cultura viene abbattuto: basta la
                                                  visioni, spazio, etica, politica, scienza,
costruzione di un centro commerciale per
                                                  civiltà.
uccidere decine di piazze; di un
monumento archistar per spegnere la vita
                                                  Il lavoro della Società Internazionale di
di un quartiere. Basta la deformazione del
                                                  Biourbanistica riprende dunque senz’altro
nostro senso del’armonia in estetica del
                                                  la lezione critica del New Urbanism – dove
consumo, ad opera di una filosofia
                                                  non si trovano Foucault né Lefebvre, ma un
architettonica dichiaratamente sadiana (ad
                                                  messaggio immediato dal quale cominciare
es. il decostruttivismo) al servizio di
                                                  ad articolare un discorso più elaborato e


Rassegna di Biourbanistica                                                           N. 01/2011
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necessario – e lo arricchisce di una
consapevolezza          epistemologica        e   Biourbanistica, verso una
biopolitica le quali, unite a tale concretezza,
possono fornire un’autentica novità               definizione
culturale: uno strumento forse addirittura
                                                  [Definizione di Biourbanistica redatta dal
vitale per affrontare la crisi globale i cui
effetti   devastanti      affronteremo      nei   gruppo di lavoro formato da: Antonio
prossimi decenni.                                 Caperna, Alessia Cerqua, Alessandro
                                                  Giuliani, Nikos A. Salìngaros, Stefano
                                                  Serafini]

                                                  La Biourbanistica ha per oggetto lo studio
                                                  dell’organismo urbano, inteso come
                                                  sistema ipercomplesso, l’analisi delle
                                                  dinamiche interne e quelle con il suo
                                                  intorno (territorio), nonché le relazioni che
                                                  sussistono tra dette componenti.

                                                  La Biourbanistica considera il corpo
                                                  urbano come costituito da una molteplicità
                                                  di livelli interconnessi che si influenzano
                                                  vicendevolmente in modo non-lineare. Tale
                                                  caratteristica     induce   l’emergere     di
                                                  proprietà complessive non prevedibili
                                                  attraverso lo studio delle singole parti, ma
                                                  solo dall’analisi dinamica dell’intero.

                                                  Questo        atteggiamento       conoscitivo
                                                  accomuna la Biourbanistica alle scienze
                                                  della vita e, più in generale, a tutte quelle
                                                  scienze che nel XXI secolo si occupano di
                                                  sistemi integrati, come la meccanica
                                                  statistica, la termodinamica, la ricerca
                                                  operativa e l’ecologia. La similitudine non è
                                                  solo metodologica ma anche nei contenuti
                                                  (da cui il prefisso Bio) essendo le città
                                                  l’ambiente di vita della specie umana. Da
                                                  qui il riconoscimento di ‘forme ottimali’
                                                  rilevabili a diverse scale di definizione
                                                  (dalla fisiologia fino al livello ecologico)
                                                  che, attraverso processi morfogenetici,
                                                  garantiscono l’optimum in termini di
                                                  efficienza sistemica e di qualità di vita degli
                                                  abitanti. Una progettazione che non
                                                  obbedisca a queste leggi è destinata a
                                                  creare     ambienti     antinaturali,     ostili
                                                  all’evoluzione degli individui e al


Rassegna di Biourbanistica                                                            N. 01/2011
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 rafforzamento della vita,             nelle    sue     Salìngaros: una città più bella e più giusta, Roma,
 molteplici declinazioni.                               SIBU, 2010.
                                                        Stephen Marshall, Cities, Design & Evolution,
                                                        London, Routledge, 2008.
 La Biourbanistica agisce sul mondo reale
                                                        Peter Newman Tima Beatley, Heather Boyer,
 attraverso una metodologia partecipativo-
                                                        Resilient Cities. Responding to Peak Oil and Climate
 maieutica, con verifica intersoggettiva                Change, Washington, Island Press, 2009.
 (ovvero il benessere percepito e                       Joseph P. Zbilut, Alessandro Giuliani, Simplicity. The
 comunicato dagli abitanti) e oggettiva                 Latent Order of Complexity, New York, Nova Science
 (ovvero le misurazioni sperimentali di                 Publishers, 2007 (trad. italiana: L’ordine della
 indici fisiologici, sociali, economici).               complessità, Milano, Jaca Book, 2009).
                                                        Sergio Porta, Paolo Crucitti, Vito Latora, “The
 Obiettivo della Biourbanistica è quello di             network analysis of urban streets: a primal
                                                        approach”, Environment and Planning B: Planning
 fornire un contributo scientifico che                  and Design, 33 (2006), pp. 705-725
 concorra:
                                                        Alessia Cerqua, Complessità ed incertezza nella
                                                        pianificazione. Un approccio interdisciplinare per la
  i. allo sviluppo e all’attuazione delle               comprensione delle dinamiche territoriali, Roma,
     premesse       dell’Ecologia        profonda       Aracne 2009.
     (Bateson) sul piano socio-ambientale;              Juval     Portugali     (ed.),    Complex      Artificial
 ii. alla rilevazione e attuazione delle                Environments. Simulation, Cognition and VR in the
     potenzialità        di       miglioramento         Study and Planning of Cities, Berlin - Heidelberg -
                                                        New York, Springer, 2006.
     dell’ambiente rispetto ai bisogni di
     natura degli esseri umani che vi vivono e          Michael Batty, Cities and Complexity: understanding
                                                        cities with cellular automata, agent-base models, and
     del loro ecosistema;                               fractals, Cambridge, Mass., MIT Press, 2005.
iii. a gestire la transizione dall’economia             Christopher Alexander, The Nature of Order, 4 voll.,
     dell’energia fossile a un nuovo modello            Berkeley, Ca., Center for Environmental Structure,
     organizzativo della civiltà;                       2002-2005.
iv. ad approfondire in particolare l’organica           Juval Portugali, Self-Organization and the City,
     interazione di fattori culturali e fisici          Berlin, Springer-Verlag, 2000.
     nella realtà urbanistica (sociogeometria,          Grant Hildebrand, Origins of architectural pleasure,
     studio dei flussi e delle reti, ecc.).             Berkeley, Ca., University of California Press, 1999.
                                                        Stephen R. Kellert, Edward O. Wilson (eds.), The
                                                        Biophilia Hypotesis, Washington, Island Press, 1993.
 Bibliografia                                           René Thom, Esquisse d’une Sémiophysique, Paris,
                                                        InterEditions, 1991.
 Nikos Salingaros, Twelve Lectures on Architecture.     Antonio Lima-de-Faria, Evolution without Selection.
 Algorithmic Sustainable Design, Solingen, Umbau        Form and Function by Autoevolution, London – New
 Verlag, 2010.                                          York – Amsterdam, Elsevier Science, 1988 (trad.
                                                        italiana:       Evoluzione       senza      selezione.
 Nikos Salingaros, Antonio Caperna, Michael
                                                        Autoevoluzione di forma e funzione, Genova, Nova
 Mehaffy, Geeta Mehta, Federico Mena--Quintero,
                                                        Scripta, 2003).
 Agatino Rizzo, Stefano Serafini, Emanuele Strano, «A
 Definition of P2P (Peer-To-Peer) Urbanism»,            Gregory Bateson, Mind and Nature: A Necessary
 AboutUsWiki, the P2P Foundation, DorfWiki, Peer        Unity (Advances in Systems Theory, Complexity, and
 to Peer Urbanism (September 2010). Presented by        the Human Sciences), Cresskill, N.J, Hampton Press,
 Nikos Salingaros at the International Commons          1979 (trad. italiana: Mente e natura, Milano,
 Conference, Heinrich Böll Foundation, Berlin, 1st      Adelphi, 1984).
 November 2010.                                         Conrad H. Waddington, Tools for Thought, London,
 Stefano Serafini (a cura di), Progettare la città a    Jonathan Cape Ltd., 1977 (trad. italiana: Strumenti
 misura d’uomo. L’alternativa ecologica del Gruppo      per pensare. Un approccio globale ai sistemi
                                                        complessi, Milano, Mondadori, 1977).



 Rassegna di Biourbanistica                                                                        N. 01/2011
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Edgar Morin, La Méthode I: La Nature de la Nature,
Paris, Seuil, 1977 (trad. italiana: La natura della
natura, Milano, Raffello Cortina, 2001).
                                                       Non-adaptive Architectural
Ludwig von Bertalanffy, General System Theory, New
York, George Braziller, 1968 (trad. italiana: Teoria
                                                       Implementations: Urban
generale dei sistemi, Milano, ILI, 1971).              Plazas that Fail *
                                                       di Nikos A. Salingaros

                                                       For architecture and the built environment,
                                                       a tendency to follow or accept information
                                                       that is verifiably incorrect has the effect of
                                                       diminishing human wellbeing. In the past
                                                       few decades we have seen, for example, the
                                                       deliberate dismemberment of a historic
                                                       urban plaza that had been the focal point of
                                                       social life for centuries. The damage is done
                                                       by      well-meaning        politicians   who
                                                       commission an architect to “upgrade” this
                                                       urban space by introducing a more
                                                       “contemporary” aesthetic and getting rid of
                                                       existing      “old-fashioned”       components
                                                       (Salingaros & Pagliardini, 2009). The usual
                                                       result is the creation of an unpleasant,
                                                       psychologically menacing environment
                                                       that few persons feel comfortable using
                                                       after      the     supposed       “renovation”.
                                                       Nevertheless, this alarming trend of
                                                       destroying usable urban space is now
                                                       becoming established practice all around
                                                       the world. Citizen protests apparently have
                                                       no influence, while the architectural
                                                       establishment routinely gives out awards
                                                       for these projects.

                                                       This contradictory practice applies not only
                                                       for urban spaces, but also for many
                                                       contemporary architectural and urban
                                                       interventions. Explanations are needed for
                                                       the behavior of the two principal actors in
                                                       these actions: first, the politicians who
                                                       willingly commission a project that
                                                       degrades working public space in their
                                                       constituency; second, the architects who
                                                       conceive and implement the instrument of
                                                       destruction. Politicians’ actions are driven
                                                       by the desire to oblige powerful groups



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that can help finance their re-election, and    attract more people coming to see then; but
this agenda includes following current          unfortunately this act perpetuates the
fashions without reflecting on negative         illusion that this is an effective urban space
longer-term consequences. The dominance         even when in reality it is a fleeting
of a particular architectural aesthetic in      condition of self-feeding ideology.
today’s society means that, inevitably, an
expert consultant upon whom a politician        How can contemporary architects and their
relies for advice on architectural and urban    clients act against people’s fundamental
projects will propose a non-adaptive            sensibilities; against traditional design
intervention.                                   rules tested throughout millennia to
                                                guarantee the users’ physical and
The second actor — the architect who            psychological comfort; against common
ignores what is best for the people and         citizens protesting the hostility of the
place he or she is designing and                structures being erected; even against the
deliberately, if not defiantly, designs an      architect’s and client’s own sensory
environment that is by its very nature          feedback? Such an architect or client is
psychologically hostile — is driven to          following a mandate and authorization
negligence by different motives. It is not an   from the reigning design paradigm, which
exaggeration to accuse such professionals       considers     itself  above    all   other
of committing an act of aggression against      responsibilities. There exists a higher
the human dimensions of social spaces           authority that overrides both science and
(albeit with the best of intentions).           neuro-engagement. Architects never admit
Contemporary practitioners have been            they are causing damage to the built
trained to implement a peculiar design          environment, but feel immune to possible
aesthetic, regardless of whether it damages     consequences because they are satisfying
the quality of human life in and round          the wishes of an established organizational
those spaces after they are built               structure. For them, there is no liability
(Salingaros, 2010). They substitute the         towards society as long as the system’s
singularity of an object form for the rich      ideology is obeyed.
informational complexity of context, which
is what formerly gave life to an urban space
throughout its historical evolution.

The ideologically-oriented education of the     *This essay was originally a section in the
past several decades does not teach             article: “Cognitive Dissonance and Non-
architectural practitioners how to evaluate     adaptive Architecture”, published by the P2P
the adaptive success or failure of a working    Foundation on 2 February 2011; and
architectural form or space; the sole           reprinted by the Permaculture Research
criterion used for judgment is whether the      Institute on 9 February 2011.
design conforms to a narrow set of
approved visual stereotypes. A built form is
“good” when it has a certain hard
industrial-minimalist look. In the majority
of cases, the result of such an untested
approach is damaging to the environment.
During the process of “upgrading”, these
new structures take on a novelty that might


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                                                    Città-stato su cui si concentra, in molti casi,
Biourbanistica per la città del                     gran parte della ricchezza di una intera
XXI secolo                                          nazione e che risucchiano masse di
                                                    diseredati dalle aree rurali.
                                                    (ii)    Una labilità sempre più evidente del
di Antonio Caperna
                                                    sistema energetico, strutturato sulle
Introduzione                                        energie fossili e su di un sistema
Il progetto biourbanism nasce da un                 centralizzato di distribuzione.
comune sentire di un gruppo di studiosi,            (iii) L’affanno in cui versa il sistema
sparsi tra l’Italia e altri Paesi del mondo.        ecologico del nostro territorio, che unito
La nostra analisi si è soffermata su due            alla scarsissima resilienza di questo ha
elementi: (i) il primo, di ordine                   come risultato continui danni in termini di
paradigmatico, ovvero la profonda crisi del         vite e di costi.
modello culturale razional-meccanicistico
nelle     sue       molteplici      declinazioni,   Tutto ciò ha determinato un sistema
economiche, politiche, scientifiche e di            estremamente labile, sia in termini
valori, cioè il modo in cui percepiamo,             economici che socio-politici. Eventi naturali
analizziamo e ci rapportiamo con il mondo.          o azioni scellerate di gruppi terroristici,
L’arroccamento,        che     molti     soggetti   possono arrecare danni incalcolabili
espletano, è il chiaro segno di mancanza di         attraverso un effetto domino, e ciò perché il
linfa vitale e capacità di gestire un sistema       sistema è strutturato secondo un modello
socio-economico, politico e tecnologico             organizzativo che si è dimostrato incapace
divenuto via via sempre più complesso.              di comprendere la reale portata delle sfide
(ii) Il secondo elemento è di ordine                da fronteggiare. I problemi della
spaziale, ed è l’ambiente urbano, la città,         contemporaneità hanno un carattere
ovvero lo spazio fisico, sociologico, politico,     globale e vanno letti attraverso una analisi
economico e di di valori, dove questa               delle interconnessioni reciproche. Ciò
inadeguatezza si manifesta in tutta la sua          richiede un mutamento radicale nel nostro
drammaticità.                                       modo di pensare, un cambio di paradigma.
                                                    Questa sfida è stata raccolta dagli studiosi
Come accennato sopra, gli eventi che si             di biourbanism che si fanno artefici ed
sono profilati all’orizzonte nel corso degli        interpreti di un nuovo modello culturale e
ultimi    decenni,     sono    eventi   che         scientifico che ha profonde implicazioni,
rappresentano una sfida senza precedenti            non solo per gli studi urbani, ma più
per la storia dell’uomo. Mai prima in               ingenerale per la scienza e la filosofia, per
passato, un modello culturale, quello               l’economia, l’organizzazione sociale, la
Occidentale, assurge a modello planetario.          politica e l’educazione.
La sua impostazione concettuale e le sue
intrinseche contraddizioni, hanno prodotto          L’approccio       Biourbanistico:         Reti
scenari di profondo squilibrio:                     Territoriali,   Città Biofilica e         P2P
(i)    squilibri    socio-economici,    con         Urbanism
conseguenti movimenti migratori interni ai
Paesi e tra i Paesi ricchi del nord e quelli        La risposta di Biourbanism è, innanzitutto,
poveri del sud. Tutto ciò, soprattutto nel          in termini di paradigma. Tale mutamento,
sud del pianeta produce effetti devastanti,         non è solo una questione scientifica, ma
come la crescita esponenziale del                   rappresenta una profonda trasformazione
fenomeno conosciuto come megalopoli.                del modello culturale con valori e modalità


Rassegna di Biourbanistica                                                             N. 01/2011
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che si discostano profondamente dal              della vita e, più in generale, a tutte quelle
vecchio modello razional-meccanicistico. Si      scienze che nel XXI secolo si occupano di
tratta di un passaggio epocale, un profondo      sistemi integrati, come la meccanica
abisso, intermini scientifici e filosofici. Da   statistica, la termodinamica e l’ecologia.
un lato lo studio di strutture (viventi e non)   Una progettazione che non obbedisca a
intese come meccanismi, dove la questione        queste leggi è destinata a creare ambienti
base è “di cosa è fatto quel corpo?”.            antinaturali, ostili all’evoluzione degli
Dall’altro, un approccio che si chiede come      individui e al rafforzamento della vita, nelle
è strutturato lo schema di quel corpo            sue molteplici declinazioni, animale,
(vivente e non). Siamo in presenza di due        vegetale ed inanimata.
modalità di concepire il mondo che sono
contrapposte: da un lato lo studio delle         Parliamo     di    Biourbanistica    perché
singole componenti di un ente (vivente e         l’elemento che intendiamo preservare è la
non) che è inteso come meccanismo.               vita. Quindi, la similitudine non è solo
Dall’altro, lo studio delle relazioni ed         metodologica ma anche nei contenuti. Le
interconnessioni di strutture, intese come       città sono gli ambienti dove vive la specie
bio-entità, ovvero manifestazioni di             umana. Purtroppo, nel corso del XX secolo
processi legati alla vita.                       abbiamo assistito sempre più a forme di
Al modello antropocentrico strutturato           delirio architettonico divenute via via, nel
sulla     supremazia         dell’uomo,    noi   corso degli ultimi decenni, un elemento
sostituiamo il modello biocentrico, cioè         rappresentativo dello spazio mediatico.
strutturato sulla vita, nelle sue molteplici     Possiamo paragonare le architetture della
manifestazioni.                                  contemporaneità ad una sorta di macchine
Questo atteggiamento filosofico, condiviso       sterili, forme di delirio scultoreo prive di
in passato da Aristotele e Göethe, ha            armonia e bellezza. Una raffigurazione
trovato oggi una sua formulazione in fisica,     iperreale del nulla.
nella matematica e in biologia. Nell’ambito
urbanistico artefici di questo approccio         L’attacco ideologico ai concetti di armonia
innovativo      sono       stati   Christopher   e bellezza in architettura ha raggiunto
Alexander, Michael Batty, Nikos Salingaros,      l’apice con il Decostruttivismo. Siamo alla
per citarne alcuni.                              fine degli anni Ottanta, ha inizio il business
                                                 globale delle archistar, multinazionali che
Ecco, allora, che la biourbanistica analizza     hanno fuso l’industria delle costruzioni e
il mondo come un insieme di eventi               quella dello spettacolo. Il loro approccio è
interconnessi       ed       interdipendenti.    spregiudicato e in linea con l’establishment
L’organismo urbano viene inteso come             economico-finanziario. Rem Koolhaas
sistema ipercomplesso, costituito da una         conia lo slogan «fuck the context» e Peter
molteplicità di livelli interconnessi che si     Eisenman reclama il disinteresse per la
influenzano vicendevolmente in modo non-         funzionalità, la bellezza e l’etica, in nome di
lineare. Questa caratteristica induce            una lussuosa creatività artistica. Questo
l’emergere di proprietà complessive non          circo mediatico ha ottenuto commesse in
prevedibili attraverso lo studio delle           ogni parte del globo, infischiandosene della
singole parti, ma solo dall’analisi dinamica     cultura locale, della sostenibilità, dell’etica
dell’intero.                                     e    della    funzionalità      dell’organismo
                                                 architettonico, trasformando, così, le
Questo    atteggiamento     conoscitivo          realizzazioni architettoniche in forme di
accomuna la Biourbanistica alle scienze          “spettacolo” iperreale che ha finito per


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sostituirsi alla civitas.                        più complesso e dove ognuna di queste
Il simbolismo della nostra cultura               componenti e correlata ad altre attraverso
architettonica ed urbanistica, lo possiamo       rapporti di interdipendenza;
racchiudere in due parole: gigantismo ed
espansione. Il gigantismo puntiforme dei         (ii)     realizzare un modello di città su
grattacieli o dei megacentri commerciali e       basi biofiliche, ovvero rilevare ed attuare
quello della crescita ipertrofica delle          le      potenzialità      di     miglioramento
megalopoli. Sono necessità intrinseche a         dell’ambiente urbano rispetto ai bisogni di
questo modello. Sono una manifestazione          natura degli esseri umani che vi vivono. È
della perdita del corpo spirituale in favore     ormai noto, dopo gli studi di Edward O.
di un corpo meccanico.                           Wilson sulla biofilia, che l’essere umano
                                                 reagisce in modo positivo alle informazioni
La nostra idea di città è legata all’idea        ricevute dal proprio ambiente. E’, quindi,
stessa di vita. Essa deve avere un carattere     più che mai necessario dare vita ad una
biofilico, ovvero concepita attraverso le        architettura capace di supplire al nostro
leggi che sottendono la vita e, per questo,      innato bisogno di connetterci con la vita e
intimamente correlate alle esigenze socio-       con i processi vitali. Al riguardo, molto
psicologiche dell’uomo e con una genetica        possiamo imparare dai costruttori delle
capacità di relazionarsi, in termini non         antiche civiltà, e ciò non solo nel contesto a
distruttivi, con la natura. Questo modello,      noi vicino, ma anche in ambienti e siti
richiede una nuova struttura di pensiero.        collocati su altri continenti. Le scelte
Non si tratta di tecnica. Ma di un connubio      formali operate dagli antichi costruttori,
tra scienza, perizia tecnica e spirito.          che oggi possiamo leggere in chiave
                                                 matematica attraverso la geometria
Solo da ciò scaturisce quella capacità di        frattale, presentano un livello di
riconoscere e generare ‘forme ottimali’          complessità assolutamente coerente con la
rilevabili a diverse scale di definizione, da    nostra struttura neurofisiologica fornendo,
interventi di microchirurgia urbana ad           così, una naturale sensazione di benessere
interventi su scala territoriale. Interventi,    psicofisico.
che attraverso processi morfogenetici,           Una architettura biofilica è quella che:
garantiscono l’optimum in termini di                  alleggerisce il carico del nostro sistema
efficienza, resilienza e di qualità di vita           cognitivo, aiutandolo a raccogliere e
degli abitanti.                                       riconoscere più informazioni nel modo
                                                      più rapido ed efficiente;
Il nostro obiettivo è, quindi, quello di              favorisce l’optimum per il nostro
fornire un contributo scientifico che                 sistema sensoriale in termini di influsso
concorra a delineare un nuovo modello di              neuromotorio, ovvero effetti non
cultura e di città.                                   depressivi né eccitanti;
Ciò significa:                                        induce un rafforzamento in termini
                                                      emotivi e biologici a livello neurale;
(i)     sviluppo ed attuazione delle                  aiuta, come dimostrato da evidenze
premesse dell’Ecologia profonda, ovvero               cliniche, il sistema neuroendocrino e
una nuova interpretazione della vita come             immunologico, soprattutto quando
rete di fenomeni che sono interconnessi e             siamo in condizioni precarie in termini
interdipendenti. Quindi, ogni espressione             di salute.
vitale, dagli organismi viventi, dai sistemi
sociali agli ecosistemi, è parte di un sistema   (iii)   Promuovere il passaggio da un


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sistema economico strutturato sulle              economico che si discosti profondamente
energie fossili verso un modello                 dell’economia standard, basata sul modello
bioeconomico.                                    meccanicistico.
                                                 L’approccio bioeconomico, invece, tenta di
L’attuale modello economico, strutturato         integrare nella scienza economica gli
sull’uso     delle   energie     fossili,   ha   apporti delle scienze biologiche, cercando
chiaramente mostrato i suoi limiti               di dare un nuovo fondamento all’economia
strutturali trascinandoci in un cul de sac. La   e gettando le basi per un modello ispirato
città è il luogo che meglio di ogni altro        alla preservazione della vita. Un modello
fornisce una tragica rappresentazione della      che privilegi le necessità e non i consumi, la
obsolescenza del sistema economico ed            qualità e non la quantità.
energetico. Essa è il luogo dove l’energia
fossile viene consumata e dal quale              Strettamente     correlato     al   sistema
scaturiscono gli output, sotto forma di          economico vi è quello energetico. È più che
emissioni climalteranti, rifiuti, etc. Non       mai necessario promuovere il passaggio a
possiamo parlare di sviluppo sostenibile         forme di energia rinnovabile, agire
finché saremo legati all’energia di origine      sull’efficienza delle nostre costruzioni e
fossile. La filiera degli idrocarburi,           aumentare la capacità delle città di
prospezione, estrazione, raffinazione e          resistere agli urti dovuti ai fattori
trasporto è una delle principali fonti di        economici, finanziari e naturali.
impatto ambientale. Le fonti fossili sono
anche responsabili del così detto fenomeno       Questo cambiamento è già in atto in
di transizione ambientale, ovvero di quei        moltissime realtà locali. Soprattutto la
problemi sanitari che, nei paesi poveri si       metamorfosi energetica sta mostrando il
esplicano sotto forma di epidemie, mentre        suo valore aggiunto rispetto al modello
nei paesi ricchi questo fenomeno si              tradizionale. In tale ottica, il ruolo del
manifesta attraverso gli effetti deleteri        decisore politico, soprattutto su scala
degli inquinanti. Sempre legato al discorso      regionale, diviene un fattore chiave. La
energetico, è l’alterazione climatica del        trasformazione energetica di un territorio è
pianeta che Non dimentichiamo che                intimamente legata ai fattori locali, quali
l’attuale sistema energetico è anche causa       quello istituzionale, quello di gestione del
delle alterazioni climatiche del pianeta con     territorio e ai fattori climatici.
impatti devastanti in termini di vite e di       Aumentare la resilienza di un territorio o di
distruzione del territorio.                      una città rappresenta un investimento per
                                                 il futuro, sia in termini economici che
Biourbanistica propone una metamorfosi           sociali. Aumentare la resilienza vuol dire
strutturale. Il primo fattore, come detto        agire sulle capacità del sistema città o
sopra, è innanzitutto culturale. Si deve         territorio a resistere ad eventi inaspettati.
essere coscienti che la terra su cui viviamo     Questo implica un cambio nella capacità
ha dei limiti ben precisi, che la razza          gestionale degli assetti energetici e una
umana, se vuole sopravvivere, deve               capacità a generare ambienti (territoriali e
adeguare il suo comportamento alle               urbani) dal design e geometria biofilici.
capacità del pianeta, evitando modi di           Gli assetti energetici dovranno rendere
vivere che sono in netto contrasto con i         quanto più possibile autonoma una
limiti biofisici della terra e con la seconda    comunità, ciò soprattutto attraverso l’uso
legge della termodinamica.                       di energie rinnovabili e nel saper costruire,
E’ più che mai necessario un modello             utilizzando tecniche millenarie altamente


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efficienti e ad impatto zero. In particolare,      naturale declinazione operativa dei
per la rete energetica noi immaginiamo una         concetti teorici sopra esposti e dalle
Energy local area network (en-lan), ovvero         potenzialità introdotte dalle nuove
una rete energetica su scala locale. Così          tecnologie. Lo sforzo teorico vede assieme
come accade per il funzionamento della             non solo architetti o ingegneri, ma figure
rete internet, che è stata pensata per             professionali provenienti dal mondo
evitare blocchi nel flusso dei dati, anche la      dell’informatica, della biologia, della
e-lan può essere strutturata su una Energy         filosofia e delle comunità della rete legate
web costruita su microgeneratori di piccola        allo sviluppo del P2P.
e media potenza. Le e-lan è già realtà in
alcuni paesi, come la Germania. Essa               L’approccio P2PU intende fornire le basi
garantisce un pluralità nelle forniture e,         teoriche per un modello che non sia più
soprattutto, una resilienza del sistema            caratterizzato dalla convinzione che pochi
energetico, evitando i collassi tipici delle       ed isolati architetti-demiurghi siano in
forniture centralizzate. Questa è una forma        grado di determinare le scelte e influenzare
coerente con il nostro modello di                  le dinamiche urbane. La definizione e gli
urbanistica P2P, che più avanti illustrerò.        ideali della urbanistica Peer-to-Peer
                                                   seguono, piuttosto, un approccio dal basso.
(iv) attuazione       di      procedure            Esso prende come riferimento i risultati
progettuali ancorate ai principi del P2P           scientifici e i presupposti teoretici dei
urbanism.                                          bisogni biologici e sociali dell’uomo, a cui
                                                   aggiunge l’esperienza sul campo dei
La Biourbanistica agisce sul mondo reale           molteplici attori e comunità territoriali,
attraverso una metodologia partecipativo-          architetti, urbanisti, studi professionali,
maieutica, con verifica intersoggettiva,           imprese, operatori sociali, associazioni non
ovvero il benessere percepito e comunicato         governative, etc., che quotidianamente si
dagli abitanti, e oggettiva, ovvero le             confrontano con i problemi urbani alla
misurazioni       sperimentali     di     indici   piccola scala.
fisiologici, sociali, economici. Tale struttura    L’urbanistica          Peer-to-Peer          è
trova attuazione nella metodologia del P2P         intrinsecamente biologica, nel senso che
Urbanism.                                          apprende dalla natura e dai processi
I recenti sviluppi nel settore delle               viventi, e da questi ne risulta come
tecnologie dell’informazione hanno avuto           complemento non intenzionale ai processi
ed hanno una importante ripercussione              di morfogenesi naturale. È impossibile
sull’approccio alle politiche urbane.              seguire questo processo senza avere a
L’urbanistica Peer-to-Peer è un approccio          mente il problema della obiettività della
scaturito dai contributi emersi dal                scienza ed una visione critica della
movimento del free software e alla rete            soggettività, dei bisogni reali dell’uomo, dei
peer-to-peer, ove si sono gettate le basi per      suoi obiettivi e dei sui valori.
ridiscutere le fondamenta del pensiero
impostato sul concetto di open source.             L’urbanistica Peer-to-Peer rappresenta un
L’idea del “wiki”, congiuntamente alla             modo innovativo di pensare, costruire e
metodologia del linguaggio dei “Pattern”           restaurare la città, fondato essenzialmente
porta a riflettere su un nuovo approccio al        su cinque principi di base:
progetto urbano ed architettonico basato
sulle reali esigenze umane. Il modello             (i) L’urbanistica Peer-to-Peer difende il
teorico che stiamo delineando nasce dalla          diritto fondamentale degli esseri umani di


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scegliere l’ambiente in cui vivere. La scelta   abitanti e luogo, conferendo ai primi la
individuale seleziona tra le molteplici         responsabilità verso il proprio ambiente e
alternative che generano una città              la capacità di prendersene cura. Una
compatta sostenibile, quella che incontra       visione collettiva consente di creare e
meglio i nostri bisogni.                        rinvigorire i legami culturali e sociali di una
                                                comunità, conferendole una maggiore
(ii) Tutti i cittadini hanno il diritto di      capacità di resistere alle forze esterne,
accedere alle informazioni riguardanti il       lontane fisicamente e, soprattutto, lontane
loro ambiente, in modo da poter essere          dalla comprensione del peculiare contesto.
coinvolti nel processo decisionale. Ciò è
reso possibile ed è attivamente supportato      Questa è la sfida che ci troviamo innanzi.
dal ruolo dell’ICT (Information and             Essa è stata raccolta dagli studiosi di
Communication Technology)                       biourbanism che vogliono farsi artefici di
                                                un rinnovamento non solo per gli studi
(iii) Gli abitanti dovrebbero avere la          urbani, ma più ingenerale per la scienza e
possibilità di partecipare ad ogni livello      la filosofia, per l’economia, l’organizzazione
della pianificazione e in alcuni casi,          sociale, la politica e l’educazione.
costruire essi stessi la loro città. Essi
dovrebbero essere coinvolti in ogni
cambiamento del loro ambiente previsto          Bibliografia
dalle amministrazioni o dagli imprenditori
                                                [1]      Nikos Salingaros, Twelve Lectures on
(iv) Chi mette in pratica l’urbanistica Peer-   Architecture. Algorithmic Sustainable Design,
                                                Solingen: Umbau Verlag, 2010.
to-Peer deve generare e diffondere
                                                [2]      Nikos Salingaros, Antonio Caperna, Michael
secondo la filosofia open source                Mehaffy, Geeta Mehta, Federico Mena-¬Quintero,
conoscenza, teorie, principi, tecniche, e       Agatino Rizzo, Stefano Serafini, Emanuele Strano, «A
pratiche costruttive per un progetto            Definition of P2P (Peer-To-Peer) Urbanism»,
urbano a dimensione umana, in maniera           AboutUsWiki, the P2P Foundation, DorfWiki, Peer
completamente gratuita, in modo da              to Peer Urbanism (September 2010). Presented by
                                                Nikos Salingaros at the International Commons
favorirne l’utilizzo e la revisione critica.    Conference, Heinrich Böll Foundation, Berlin, 1st
                                                November 2010.
(v) I proprietari delle aree edificate devono   [3]      Milena De Matteis, Stefano Serafini (eds.),
poter applicare patrimoni in evoluzione di      Progettare la città a misura d’uomo. L’alternativa
conoscenze, competenze e pratiche, in           ecologica del Gruppo Salìngaros: una città più bella
modo da rendere la strumentazione               e più giusta, Rome: SIBU, 2010.
urbanistica sempre più sofisticata e            [4]      Antonio Caperna (2010). Il crepuscolo della
adattata alla realtà.                           contemporaneità, Arianna Editrice
                                                [5]      Antonio Caperna (2005). ICT e progetto
                                                urbano sostenibile, Tesionline, Milano
Al di là delle ovvie implicazioni sociali e
                                                [6]      Stephen Marshall, Cities, Design &
politiche,    l’urbanistica   Peer-to-Peer      Evolution, London: Routledge, 2008.
intende costituire un quadro per lo
                                                [7]      Peter Newman Tima Beatley, Heather
sviluppo      sostenibile    dell’ambiente      Boyer, Resilient Cities. Responding to Peak Oil and
costruito favorendo la capacità di              Climate Change, Washington: Island Press, 2009.
modellare il tessuto urbano in maniera          [8]      Joseph P. Zbilut, Alessandro Giuliani,
adattativa attraverso la partecipazione         Simplicity. The Latent Order of Complexity, New
attiva degli abitanti. Ciò permette la          York: Nova Science Publishers, 2007.
creazione di un rapporto emotivo tra


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[9]      Michael Batty, Cities and Complexity:
understanding cities with cellular automata, agent-
base models, and fractals, Cambridge, Mass.: The
                                                        Imparare ad apprendere.
MIT Press, 2005.
[10]     Christopher Alexander, The Nature of
                                                        Strategie di pianificazione
Order, 4 vol., Berkeley, CA: Center for
Environmental Structure, 2002-2005.
                                                        nell’epoca della complessità.
[11]     Juval Portugali, Self-Organization and the     di Alessia Cerqua
City, Berlin: Springer-Verlag, 2000.
[12]     Stephen R. Kellert, Edward O. Wilson (eds.),   Il concetto di “territorio” ha subito negli
The Biophilia Hypotesis, Washington: Island Press,      ultimi decenni, una trasformazione radicale:
1993.                                                   da risorsa materiale suscettibile di
                                                        sfruttamento, spazio controllabile ove le
                                                        diversità sono viste come resistenze alla
Siti Web                                                trasformazione, si è giunti ad una
www.biourbanism.org                                     interpretazione in cui è riconosciuto il
www.biourbanistica.org                                  carattere relazionale e incerto proprio di un
http://zeta.math.utsa.edu/~yxk833/lifeandthegeo         sistema complesso. Di conseguenza, la
metry.pdf                                               pianificazione esige nuovi approcci: la sfida
www.greekarchitects.gr/en/architectural-                della complessità, come ricorda Morin, può
review/peer-to-peer-urbanism-id1973                     essere affrontata con successo tramite una
http://blog.p2pfoundation.net/urban-seeding-and-        maggiore complessità, ovvero una maggiore
the-city-as-computer/2008/09/08                         ideazione di risposte multiple ed intelligibili.
http://p2pfoundation.net/Peer-to-
Peer_Themes_and_Urban_Priorities_for_the_Self-
organizing_Society Bibliografia
                                                        Pianificare in condizioni di complessità
                                                        ed incertezza

                                                        Il pensiero della complessità, a differenza
                                                        del paradigma riduzionista (fondato sulla
                                                        scomposizione del mondo in unità
                                                        elementari,    il    cui     comportamento,
                                                        sottoposto all’osservazione scientifica,
                                                        rappresenta regole estendibili a leggi
                                                        universali) interpreta la realtà come
                                                        molteplicità    irriducibile     di   sistemi
                                                        interagenti, un universo di relazioni che si
                                                        manifestano a differenti scale spaziali e
                                                        temporali e che sono attivate dalle
                                                        differenze implicite in ogni sistema.

                                                        Con l’introduzione dei concetti di
                                                        indeterminatezza,                incertezza,
                                                        imprevedibilità quali parametri costanti e
                                                        intrinseci della realtà, sono compromesse
                                                        le basi della scienza classica, secondo cui
                                                        una volta conosciute le condizioni iniziali di
                                                        un sistema, se ne possono prevedere con
                                                        esattezza ed oggettività i comportamenti


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futuri. Ciò porta al completo spiazzamento      vista, ciascuno frutto di una conoscenza
delle abituali modalità di osservazione:        specifica.
«…si ha la sensazione che vengano giocati
molti giochi contemporaneamente, e che          Nella logica della complessità convivono
durante il gioco cambino le regole di           innumerevoli punto di              vista che
ciascuno» (Baumann 2002).                       sovrapponendosi,                   consentono
                                                l’apprendimento ad apprendere. Tale
Un analogo spiazzamento si ha nei settori       percorso conoscitivo si riflette nella
attinenti alla pianificazione territoriale ed   conoscenza ecologica, ovvero quella
urbana: il concetto di territorio ha subito     modalità di rapportarsi alla realtà che
una trasformazione radicale, si passa da        consente (Manghi, 2004) :
una sua interpretazione quale risorsa              il tracciare le mappe dei contesti in cui
materiale suscettibile di sfruttamento,            viviamo;
spazio controllabile ove le diversità sono         il comporre immagini di noi stessi, degli
viste come resistenze alla trasformazione,         altri, e delle nostre interazioni;
ad una interpretazione in cui è riconosciuto       il procurarci narrazioni ordinate di quel
il carattere relazionale e incerto proprio di      “disordine        quotidiano       chiamato
un sistema complesso.                              esperienza”.

Le differenti interpretazioni che si danno      Una prima conclusione che si trae da
del termine “territorio”, nonostante la         queste sintetiche premesse è che non è
varietà dei punti di vista, concordano nel      possibile fare affidamento sui tradizionali
ritenerlo     un      sistema    complesso,     modelli di analisi e valutazione, pur
caratterizzato da una pluralità di relazioni    riconoscendone la indiscussa correttezza
fisiche, ecologiche, economiche e sociali, e    scientifica. Piuttosto, come ci ricorda Morin
da molteplici proprietà, quali, ad esempio,     , è necessario individuare non tanto una
la dipendenza alle condizioni iniziali e la     metodologia (che porterebbe, per assurdo,
non linearità delle relazioni tra interventi    ad un nuovo riduzionismo), piuttosto un
progettati ed evoluzione spontanea. Di          anti-metodo, ove l’incertezza e la
conseguenza, appare non più applicabile         confusione diventano virtù.
l’approccio      razionalista    alla    sua
pianificazione, approccio che si rivela         Nel pensiero complesso viene, infatti,
ancora meno adeguato se riletto alla luce       messa in discussione la possibilità di una
delle sempre più pressanti richieste di         conoscenza      descrittiva,     e    viene
compatibilità ecologico-ambientale, ed          riconosciuto il ruolo dell’osservatore nel
ingestibile se rapportato alla dialettica       processo conoscitivo, tramite parametri
globale/locale.                                 percettivi e codici interpretativi che ha a
                                                disposizione. Si afferma così una visione
Con tali presupposti, il territorio come        progettuale della conoscenza, dove
sistema complesso si dimostra esplorabile       coabitano molteplici punti di vista e
non secondo logiche razionali e deduttive,      metodologie: l’osservatore fa parte della
piuttosto tramite nuovi processi di             complessità apportando la sua visione del
conoscenza: il pensiero della complessità ci    mondo.
ha reso consapevoli della infondatezza di
un unico punto di osservazione capace di        La rilettura del territorio in termini di
omogeneizzare le differenze ed eliminare le     interazioni consente di riflettere sulle sue
contrapposizioni tra i differenti punti di      modalità di funzionamento e di evoluzione


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attraverso un approccio particolarmente            moltiplicazione degli orizzonti possibili
attento alle relazioni esistenti tra le parti      e/o probabili.
ed il tutto. Inoltre, il riconoscimento della      Strumento per riorientare pratiche e
valenza      sociale     e    politica   della     politiche, capace di individuare ed
pianificazione conduce a ripensare la              interpretare le nuove dinamiche di
stessa come attività volta a definire              trasformazione dei sistemi territoriali in
soluzioni concordate tra i differenti              relazione alle trasformazioni della
soggetti che interagiscono nel processo di         domanda sociale.
piano.                                             Strumento di identificazione di scenari
Ciò porta ad immaginare una struttura              di trasformazione desiderabili, basati su
progettuale aperta, flessibile, lontana da         obiettivi condivisi ed attuati in maniera
schematismi e da rigidità funzionali, non          sperimentale attraverso progetti pilota.
deterministica ma caotica, una metodologia         Modalità di interazione sociale, capace
progettuale capace di gestire le incertezze e      di fare emergere e saper gestire le
la complessità, individuando non una               contraddizioni necessarie per attivare
soluzione, ma una serie di possibili               processi comunicativi, valorizzare le
strategie. In altri termini, un processo di        differenze,    attivare    processi     di
pianificazione basato su una visione               responsabilizzazione ed apprendimento
dinamica del contesto, attraverso la               sociale.
formulazione di una serie di ipotesi,              Percorso verso la sostenibilità che
configurando non tanto un sistema                  confluisca nella costruzione e nello
gerarchico in cui le differenti forme di           sviluppo di relazioni coevolutive tra
azione sono connesse secondo un percorso           dimensione antropica e cicli evolutivi
lineare     analisi-piano-progetti,    quanto      dell’ambiente naturale.
piuttosto attraverso un percorso che sia
ciclico ed interattivo.                          Tale concettualizzazione rappresenta un
                                                 importante contribuito per il superamento
Secondo Morin, una delle vie possibili per       della visione deterministica e statica del
la conoscenza nell’ambito della complessità      territorio: si ha a che fare con una
e dell’incertezza è da rintracciarsi nella       concezione sistemica della realtà, i cui
strategia, intesa non tanto come                 limiti, senza dubbio, sono rintracciabili
formulazione di programmi, ma come arte          nell’aumento delle variabili da considerare;
di utilizzare le informazioni che “si            si ricorda, tuttavia, che la sfida della
producono con l’azione, di integrarle, di        complessità – citando ancora Morin - può
formulare determinati schemi di azione e         essere affrontata con successo solo
di porsi in grado di raccoglierne il massimo     attraverso il ricorso ad una maggiore
di certezza per affrontare ciò che è incerto”    complessità, ovvero ad una maggiore
(Morin 1997).                                    progettazione creativa di risposte multiple
                                                 ed intelligibili.
Riletta in chiave urbanistica, la strategia di   Ciò presuppone il passaggio da forme di
conoscenza – e quindi di pianificazione -        conoscenza e di azione di tipo analitico,
del territorio, dovrebbe configurarsi come:      tecnico e gerarchico a percorsi e metodi
   Processo      di   sperimentazione       di   basati sull’ascolto delle differenze e delle
   alternative di sviluppo, ovvero continua      specificità del territorio, introducendo
   riflessione sul cambiamento e sulle           modalità di intervento di tipo interattivo,
   trasformazioni      desiderabili,     sulla   relazionale, imparando ad apprendere da
                                                 più prospettive, spesso in conflitto tra loro.


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Riferimenti
Cerqua A., Complessità ed incertezza nella    Gli ambiti d’azione delle
pianificazione:         un       approccio
interdisciplinare per la comprensione delle   politiche urbane per il
dinamiche territoriale, Aracne Ed., Roma,
2009.
                                              cambiamento
                                              di Fabio Cremascoli


                                                               You may say I’m a dreamer,
                                                                  But I’m not the only one,
                                                             I hope some day you’ll join us,
                                                            And the world will live as one…
                                                                     John Lennon, Imagine.

                                              Quando parliamo di politiche nell’era della
                                              transizione, o di politiche per la transizione
                                              urbana, dobbiamo avere chiaro in mente
                                              che da oggi in poi il modo di operare dei
                                              policy makers, dovrà essere differente da
                                              quanto è stato fatto sino ad oggi.
                                              La situazione non è affatto semplice in
                                              quanto viviamo in un’epoca in cui
                                              l’incertezza è dominante, in cui le risorse
                                              economiche sono poche, in un periodo di
                                              acclarata “crisi” generalizzata” (economica,
                                              sociale, ecologica), e in cui il processo di
                                              decentramento amministrativo avviato
                                              nell’ultimo decennio del XX secolo, inizia in
                                              qualche modo a scricchiolare, perché
                                              contraddittorio e rimasto incompiuto.

                                              Il cosiddetto principio di sussidiarietà è
                                              stato infatti mal attuato, tanto che in tutta
                                              la penisola e in alcune regioni in
                                              particolare, i comuni sono stati investiti di
                                              pieni poteri in ambito di pianificazione
                                              urbanistica, in mancanza però di
                                              autonomia finanziaria, e con le limitazioni
                                              del “patto di stabilità”.
                                              Questa      situazione     ha    certamente
                                              contribuito ad aggravare la questione del
                                              consumo di territorio nel nostro paese, in
                                              quanto è ormai risaputo che i comuni fanno
                                              (o sono costretti a fare) quadrare i loro
                                              bilanci con gli oneri di urbanizzazione, i


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contributi di costruzione e – ora in parte -     verticale tra enti pubblici di diverso livello
con le imposte sugli immobili.                   amministrativo, e per stimolare azioni di
In particolare si è affermato un “modello di     sussidiarietà orizzontale che prevedano la
sussidiarietà asimmetrica”, caratterizzato       partecipazione attiva della società civile, in
da un aumento delle responsabilità               un’ottica di governance multilivello.
gestionali, e da un decremento di risorse
ripartire dall’alto, ma anche da mancanza        Inoltre chi si occuperà di politiche per la
di margini di autonomia gestionale               transizione, dovrà osservare con molta
sull’impiego delle stesse [1].                   attenzione le esperienze europee ed
                                                 extraeuropee         in       ambito        di
Tra l’altro in Italia le Politiche urbane,       programmazione territoriale integrata,
avviate sulla scorta del processo di             senza      però    “copiarle”     in     modo
europeizzazione avviatosi all’inizio degli       decontestualizzato, com’è invece avvenuto
anni Novanta con l’emanazione di direttive       in alcuni casi in Italia, ad esempio con le
e di politiche tematiche da parte della          politiche urbane per la sicurezza, mutuate
Comunità europea, sono state sempre              sulla base dei “contratti locali di sicurezza”
implementate attraverso specifiche leggi, e      francesi, ma carenti dal punto           vista
gestite principalmente da vari organi            dell’integrazione delle stesse con le
dell’apparato amministrativo centrale            politiche per il superamento del disagio
(DICOTER, CIPE, ecc…). Le politiche urbane       socio-economico e per l’inclusione sociale
e territoriali sono state principalmente         nelle città, soprattutto in zone marginali o
politiche calate dall’alto, frammentate e        periferiche.
non continue nel tempo. Non sono state
affatto politiche locali.                        Allo stesso modo sarà necessario
                                                 cominciare a ragionare in un sistema di
Si vedano ad esempio le leggi varate nel         coordinate differente da quello che ha
decennio novanta-duemila, in cui sono stati      guidato i politici fino ad oggi. I temi del
varati i cosiddetti “programmi complessi”,       global change dovranno essere in cima alle
ed     anche      gli    strumenti      della    agende politiche di tutti i livelli di governo.
“programmazione         negoziata”,      tutti   L’efficienza    energetica      delle        città,
dispositivi di approccio territorializzato       l’allontanamento       progressivo             dai
(area based), che insieme al resto del           combustibili fossili, la ricerca di un
ventaglio delle politiche urbane (politiche      ambiente urbano amico degli esseri viventi
abitative, della sicurezza, ecc.), sono state    attraverso una nuova filosofia progettuale,
pensate e gestite dallo Stato, in parte          l’accurata    gestione     dei      rifiuti,     la
declinate e disciplinate da specifiche           compattazione urbana, dovranno orientare
normative regionali, molto spesso attuate        l’azione [2].
con la partecipazione diretta delle città a
specifici bandi (es: PRUSST – programmi di       Sempre a questo scopo sarebbe utile
riqualificazione urbana e di sviluppo            rileggere con attenzione alcuni documenti
sostenibile del territorio, Contratti di         di matrice comunitaria, ancora oggi utili a
quartiere, Urban Italia…).                       farci un’idea su come possa essere
                                                 impostata una pianificazione efficace e
Per cui le politiche per la transizione          multi comprensiva. Per fare solo un
urbana, dovranno riflettere innanzitutto         esempio, prendo in considerazione,
sui meccanismi fiscali in grado di poter         sebbene sia un po’ datato, lo Schema di
realmente affermare la sussidiarietà             Sviluppo    Spaziale   Europeo     (SSSE),


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elaborato tra il 1997/1999, con cui si              dei nuovi rapporti fra città, che si basano
intende riconoscere la competenza dei               sempre più sulle reti di sinergia e di
governi di “livello superiore” nel                  complementarietà [5] che vengono a
raggiungimento di uno sviluppo equilibrato          stabilirsi fra reti civiche oltre che da
che si impernia sul rispetto delle                  processi incremento del benessere nella
peculiarità ambientali e dei luoghi,                società. Mentre con il termine “visione
ponendo attenzione alla tematica consumo            condivisa” si indica nello specifico la
di suolo e ai nuovi rapporti città-campagna         costruzione di scenari di riferimento, di
[3].                                                “situazioni ideali”, in quanto esito del
                                                    processo di progettazione partecipata,
Nello SSSE viene messa in luce                      dunque scenari futuri la cui definizione è
l’importanza di acquisire una concezione            condivisa da diversi attori.
sistemica di ambiente, territorio e di città,
e viene riconosciuta sia la necessità di un         Questa impostazione del planning viene
ambito di orientamento e di supervisione            ovviamente ripresa dalla pianificazione
sovralocato – il livello europeo e i governi        strategica di matrice anglosassone e si
nazionali - sia la necessità di operare dal         presta a trattare questioni urbane e
“basso”, a partire quindi direttamente dalle        territoriali,  sociali    ed    economiche
città, se non da parti di città, come i             complesse in modo molto ampio e
quartieri.                                          coordinato. Ad esempio proprio non molto
                                                    tempo fa nell’ambito del Piano Regionale
Sembrano dunque delinearsi, almeno negli            per l’area metropolitana di Chicago (“Go To
intenti dell’attore europeo – già da una            2040: Comprehensive Regional Plan”) sono
decina d’anni - alcuni strumenti,                   stati trattati e condivisi temi rilevanti
denominati anche come “piani di terza               riguardanti l’alimentazione sostenibile
generazione” [4] che prendono in                    locale, seguendo l’orientamento della
considerazione gli elementi “globale” e             rilocalizzazione dell’economia, un tipo di
“locale” in modo congiunto, considerando            attività – o buona pratica - che potrebbe
in modo evolutivo la dinamica delle azioni          essere “ricalcata”, anche nell’ambito del
circoscritte ad ambiti territoriali limitati        percorso di definizione dell’Expo milanese
spazialmente, come pedine da inserire in            del 2015 [6].
uno spazio territoriale più ampio e
complesso da considerare in modo                    Altra caratteristica di questo tipo di
sistemico.                                          programmazione è l’applicazione di quella
                                                    che      viene    definita     “democrazia
I piani strategici di questa impostazione           deliberativa”, ossia un campo di
sono inoltre caratterizzati da termini-             sperimentazione di procedure metodi e
emblema quali spesso sono le voci “rete”,           tecniche atti a favorire i processi di
“reticolare”, “vision” o “visione condivisa”,       costruzione delle politiche pubbliche,
che vengono adottati a vari livelli della           basati sulla partecipazione attiva, in
pianificazione. Così con il termine “rete”          condizioni di accoglienza, neutralità,
(rete di attori, reti sociali, reti di città…) si   accessibilità e trasparenza, dove per
vuole alludere sia alla molteplicità dei            “deliberazione” non si intende la “decisione
singoli attori che possono partecipare ad           finale”, ma il processo di dialogo e
un processo di piano, inteso come un                discussione che precede - orienta -
processo di progettazione partecipata (dal          supporta la decisione del soggetto
basso, o bottom-up), sia alla dimensione            istituzionale competente ad esprimerla [7].


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In tal senso le arene deliberative                         [2] Pallante M., 2008, Un programma politico per la
potrebbero essere strutturate alla scala di                decrescita, Edizioni MDF, Roma.
                                                           [3] Camagni R., 1996, a cura di, Economia e
quartiere, avendo però sempre a mente un                   pianificazione della città sostenibile, Il Mulino,
quadro di obiettivi differenziati o a                      Bologna.
geometria variabile, che vanno dal livello di              [4] Curti F., Gibelli M.C., 1996, a cura di,
maggiore prossimità del cittadino fino alla                Pianificazione strategica e gestione dello sviluppo
scala metropolitana, o comunque che                        urbano, Alinea, Firenze.
                                                           [5] Camagni R., Gibelli M.C., 1997, Città in Europa:
interessino l’ambito territoriale più esteso               globalizzazione, coesione e sviluppo sostenibile,
di influenza delle politiche.                              Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento
                                                           Politiche Comunitarie, Sviluppo del territorio,
Allora si, che diventa necessario,                         Dipartimento per l’informazione e l’editoria, Roma.
superando gli attriti del campanilismo che                 [6] http://mall.lampnet.org
                                                           [7] Pasqui G., 2005, Progetto, governo, società.
caratterizza    troppo      spesso    alcune               Ripensare le politiche territoriali, Franco Angeli,
municipalità italiane, ritornare a pensare di              Milano
abolire gli enti provincia anche solo
laddove ci sia un’area metropolitana, per
“costituire” le città metropolitane, come
previsto dalla Costituzione Italiana e dal
testo Unico degli Enti locali. Allo stesso
tempo però sarà necessario rafforzare le
municipalità o i consigli di circoscrizione,
per meglio definire gli ambiti locali che
possano garantire una più efficace
partecipazione.

Sono dunque il livello territoriale di più
ampia scala (o metropolitano), con la
definizione di strumenti “informali” di
pianificazione      strategica      (Agende,
Programmi d’azione, ecc.), insieme al
livello di immediata prossimità - il
cosiddetto “locale-locale” – con strumenti
di tipo progettuale e programmatorio da
coordinare e vincolare agli obiettivi di scala
sovra-ordinata, gli ambiti spaziali ottimali,
su cui le politiche urbane e territoriali per
la transizione dovranno operare in un
imminente futuro, definendo al contempo
adeguati dispositivi di fiscalità locale e di
ridistribuzione equa delle risorse in grado
di far diminuire l’influenza del mercato
immobiliare nei processi di pianificazione.

Note
[1] Allulli M., 2010, Le Politiche Urbane in Italia. Tra
adattamento e frammentazione, Cittalia – ANCI.



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                                                  anche accennare come tutte queste
Dall'urbanistica alla                             questioni siano vane, come lo sono state
Biourbanistica, dalla città                       tante acute analisi tentate da Alexander, da
                                                  Lynch, da Mitscherlich, se non si tien conto
all'ipercittà.                                    di un fatto: la pressoché cecità dell'uomo
                                                  d'oggi verso la qualificazione semantica del
                                                  suo habitat.”
Nuovi significati urbani nel
                                                  A molti può sembrare azzardato citare
paradigma dell'interattività.                     questo passo per rappresentare la
                                                  situazione odierna, ma se si riflette a fondo
di Matteo Rocca                                   ci si accorge che quelle parole erano a dir
                                                  poco profetiche. Ci troviamo oggi a parlare
Affrontare il tema dell'urbanistica oggi è        di Biourbanistica, disciplina che vede nel
una questione complessa, non solo dal             riferimento agli organismi viventi la
punto di vista strutturale ma sopratutto da       metafora per rappresentare sistemi urbani
quello      culturale,     questo       molto     dotati sempre più di elevati gradi di
probabilmente dipende dalla crisi della           entropia. Potrebbe essere quindi “comodo”
conoscenza che stiamo attraversando. Crisi        pensare che in un sistema altamente
che non è dovuta alla mancanza di                 disordinato, caratterizzato dal caos, non si
informazioni, ma anzi alla sovrabbondanza         è in grado di poter agire sulla componente
di queste nella nostra vita. Viviamo infatti      semantica dello spazio, ma questo è
in un era in cui le informazioni sono alla        sicuramente un atteggiamento sbagliato,
portata di tutti ma ancora non abbiamo            comprensibile (entro certi limiti) in una
strumenti adeguati per poter compiere             società degli anni '70 ma non certo in una
scelte consapevoli, non solo in materia           società come quella odierna.
urbanistica, ma in quasi tutte le attività
della nostra vita. È implicito come la            Il caro Alexander citato poc'anzi aveva
condizione di “instabilità culturale” che         capito prima di molti altri come,
caratterizza sempre più la nostra società         considerare     la    città  un     sistema
stia condizionando la nostra vita e lo spazio     dinamicamente complesso, significasse
che abitiamo. È un fatto drammatico se            ammettere che l'organismo urbano fosse
vogliamo, ma ancora più drammatica, è la          strutturato secondo componenti tra loro in
considerazione che tali ragionamenti non          relazione, in grado di dar luogo processi
nascano oggi ma hanno origine all'inizio          che per essere analizzati e             letti
degli anni '70 come ricorda Gillo Dorfles:        richiedessero strumenti nonché tecniche di
                                                  controllo innovative. Grazie all'evoluzione
“la situazione delle nostre città, prima          tecnologica la nostra società non si trova
d'ogni altra, costituisce una delle spie più      certamente in una condizione di deficit di
sensibili della condizione di disagio in cui ci   potenza di calcolo. Se dunque possediamo
troviamo a vivere; è dunque essenziale            oggi strumenti in grado di gestire un
cercar di porre un rimedio a questa               numero elevatissimo di informazioni, quali
condizione      attraverso    una      oculata    sono gli elementi che ci lasciano nella
organizzazione urbanistica. […] una lotta         condizione di “cecità”?
per la buona urbanistica non ha senso
senza una lotta per una saggia                    Il discorso a questo punto si amplia, anzi
organizzazione ecologica […] ma vorrei            per usare un richiamo alla fisica, diventa


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altamente complesso, come lo è la natura        divulgativi ha permesso di avviare inedite
stessa per sua definizione che quindi non       forme di coinvolgimento sulle scelte di
può essere certamente sintetizzata perché       pianificazione. Un piano chiaro e diretto,
tale operazione rappresenterebbe la             trasmesso con un lessico non specialistico
negazione      dell'organismo      città    e   che ha concepito soluzioni spaziali
riproporrebbe il fallimento già ampiamente      comprensibili per la comunità locale.”
analizzato del modello razional -
comprensivo. È invece paradossale come          Ricordano      giustamente      vari    autori
siano complessi gli apparati normativi, che     (Bortolotto e Palo): “De Carlo grazie alla
rischiano, se già non lo hanno fatto, di        sperimentazione del concetto di piano –
innescare un processo di “sovra                 processo, cioè la modalità della continua
strutturazione” della materia urbanistica,      verifica svolta dagli attori della città nelle
nonché un'aporia normativa, anch'essa           varie fasi operative, pianifica e organizza il
ampiamente discussa negli ultimi anni. Si       territorio in stretta connessione con la sua
creano effetti e conseguenze facilmente         visione sociale dell'individuo e delle
percepibili anche ai non addetti ai lavori.     comunità      arrivando      addirittura   ad
                                                affermare, anche a fronte di una
Se il paradigma in cui ci troviamo a vivere e   complessità crescente, che: nell'ordine c'è
ad operare è questo, lo stato di cecità         la noia frustrante, mentre nel disordine c'è
potrebbe essere superato attraverso l'uso       la fantasia esaltante della partecipazione.”
consapevole degli strumenti tecnologici
odierni, ma anche grazie ad una presa di        Il termine partecipazione è andato molto di
coscienza       e      un'assunzione       di   moda negli ultimi anni ma difficilmente si è
responsabilità. Ma questi elementi non          riusciti ad includere e coinvolgere le
sono sufficienti, è necessario prendere una     persone all'interno di un processo di piano,
ferma presa di posizione, che per certi versi   in altre parole non si è riusciti ad interagire
in architettura esiste già. Dobbiamo essere     con la pianificazione, è ciò risulta
in grado di spostare il centro delle nostre     paradossale, in una società come la nostra
analisi non più sugli oggetti e sulle           che continuamente interagisce con gli altri
procedure, quanto sugli attori della scena      in tempo reale grazie agli strumenti
politica,      economica,        urbanistica,   informatici.
architettonica, sociale, cioè per essere
ancora più chiari, bisogna mettere al centro    Può dunque la città essere considerata
di tutto l'uomo, e quindi la soggettività.      un'ipercittà, o se vogliamo un ipertesto?

Questi che possono sembrare a molti come        Sicuramente considerare la città come un
concetti nuovi, in realtà sono analisi che      testo, o meglio come un palinsesto, usando
fortunatamente alcuni progettisti e             una metafora della linguistica strutturale, è
urbanisti hanno sviluppato nella loro           come noto, un passaggio corretto dal punto
attività, e lo si può capire leggendo e         di vista metodologico, ma oggi possiamo
osservando un progetto che potremmo             accontentarci del semplice testo? È un
definire, senza problemi, un vero e proprio     problema notevole di           lettura ed
“modello” quale il piano regolatore             interpretazione dei segni non solo dello
Generale di Urbino. “Con il piano di Urbino     spazio fisico che ci circonda, e quindi
per la prima volta si parla di una              dell'ambiente già antropizzato, ma anche e
particolare capacità di partecipazione          sopratutto di quello che ancora non esiste,
collettiva,   che    attraverso     incontri    o se esiste, lo è in forma metaforica e


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quindi ipertestuale. Se da un lato intuisce      governo ma anche e sopratutto come
Corboz: “un testo è una struttura lineare,       capacità di confronto e dialogo, si potrebbe
gerarchizzata all'inizio, percettibile di per    realizzare nella governance della città, se si
sé dai sensi; l'ipertesto, al contrario, non è   utilizzassero gli strumenti di cui già si
in sé percettibile attraverso i sensi, non ha    dispone per percepire, decodificare,
una struttura univoca e imperativa, si           proporre visioni di città condivise in grado
recepisce quasi ad libitum. L'ipercittà è        di innescare processi altamente formativi.
un'accumulazione           senza        regola
(apparentemente), è il risultato di una          Esistono già da ormai vent'anni sistemi
moltitudine di scelte, che sono tutte            sperimentali che hanno l'obiettivo di
razionali, o che aspirano ad esserlo, ma che     includere le persone nei processi di piano,
obbediscono a delle logiche differenti, in       basti pensare a sistemi come i PSS,
antagonismo le une con le altre.”                Planning Support System, o i PPGIS, Public
                                                 Participation     Geographic     Information
Scelte che vengono fatte dai singoli, da chi     Systems, ovvero sistemi informativi
la città la abita, la vive, la utilizza, la      geografici a supporto di processi
consuma. Arriviamo quindi ad una                 decisionali spaziali collaborativi. Sistemi di
considerazione importante, all'interno           questo tipo oggi possono essere realizzati
della città esistono delle forze che,            con pochi sforzi e poche risorse sfruttando
interagendo con alcuni componenti                a pieno le potenzialità di internet e di una
dell'organismo urbano, sono in grado             serie di strumenti di corredo quali “geo -
alterare lo spazio fisico. Ma tali forze         tools” in grado di offrire un elevato grado
possono essere sempre maggiori, se               di conoscenza del territorio e di poter
pensiamo che ciascuno di noi possiede non        permettere il dialogo con gli utenti al fine
tanto una forma ideale di città, quando una      di creare pareri condivisi e scenari futuri.
referenza, un'idea. Se ciò è vero, tutti         Pensiamo alle opportunità che in questo
possono essere reali “designer” della città,     senso offrono le recenti piattaforme come
tutti sono in grado di poter dire la loro su     quelle dei social network.
determinati fenomeni. Questo avviene già
in parte ma in modo non parallelo, senza         Bisogna creare relazioni metaforiche,
mai congiungersi con la direzione dello          creare link che connettano le relazioni
sviluppo della società, un esempio è dato        esistenti nello spazio urbano e della nostra
dai mezzi di comunicazione utilizzati in         vita sociale con “nuove”relazioni. Se oggi è
maniera impropria, cioè quando non si            possibile parlare di ipercittà, è perché il
cerca la soluzione ai problemi, ma si vuole      vero      catalizzatore    della    crescita
soltanto portare alla luce una critica,          dell'organismo urbano è l'interattività
aprendo questioni che risultano poi avere        come ricorda Antonino Saggio:
un livello di informazione pari a zero, in
quanto non generano ne proposte                  “l'interattività è l'elemento catalizzatore di
progettuali ne presupposti per la                questa fase della ricerca architettonica
risoluzione di problemi.                         perché al suo interno ricade il sistema di
                                                 comunicazione contemporaneo basato
Abbiamo oggi le possibilità di poter             sulla possibilità di creare metafore e quindi
partecipare ai processi pianificatori e forse    di navigare prima e di costruire poi sistemi
non ci rendiamo conto di questo. Non ci si       ipertestuali, perché l'interattività pone al
rende conto di come la politica, intesa non      centro il soggetto invece dell'assolutezza
solo come capacità di attuare forme di           dell'oggetto,        perché     l'interattività


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incorpora la caratteristica fondamentale          conduce ad una serie di indicazioni e di
dei sistemi informatici, cioè la possibilità di   giudizi di valore, ma quei problemi e
creare modelli interconnessi e mutabili di        questioni per cui non è possibile il
informazioni                   continuamente      consenso reciproco diventano allora parte
riconfigurabili,     e      infine     perché     del processo discorsivo successivo.”
l'interattività gioca strutturalmente con il
tempo e indica un'idea di continua                Stiamo parlando di dialogo, di creazione di
“riconfigurazione spaziale” che cambia i          pareri e sopratutto di capacità di scelta e
confini consolidati sino a oggi sia del tempo     della considerazione che nella nostra
che dello spazio.”                                società non è più ammesso sbagliare, e
                                                  quindi, ogni singola alterazione dello
Analizzare il rapporto tra città e politica, o    spazio, deve essere apportata con una
meglio socio – politica è una questione           grandissima responsabilità. Concetti come
cruciale nella costruzione della città. La        quello dello sviluppo sostenibile, sono
Biourbanistica pone delle questioni di            importanti ma posseggono la natura del
grandissimo interesse che nei prossimi            loro essere nelle considerazioni fatte fino a
anni si svilupperanno con una velocità            questo punto. Lo sviluppo sarà sempre più
elevatissima,        allo    stesso    modo       sostenibile se lo sarà sopratutto per
dell'aumento della complessità dei sistemi        l'uomo, nel momento in cui esso sarà in
urbani. Ma in tutto questo “magma” di             grado di comprendere quali saranno i suoi
informazioni l'elemento fondamentale è            reali bisogni e le sue reali necessità. In
sempre l'uomo, che deve poter partecipare         questo modo si potrà abbandonare in
alla semantizzazione del suo habitat per          senso positivo la parola Urbanistica per
poter uscire dalla condizione di spettatore       potenziarla con l'uso della parola
passivo (la “cecità” di cui si accennava          Biourbanistica con l'auspicio di poter
all'inizio dell'articolo) di un cambiamento       parlare e scrivere più di concetti culturali,
regolato da altre dinamiche.                      che di norme e decreti che sicuramente
                                                  regolano comportamenti, ma che spesso
L'uomo diventa non solo interprete ma             sono avulsi dalle dinamiche sociali e dalla
anche attento osservatore e valutatore. Nel       velocità di trasformazione degli esseri
concetto di Biourbanistica è insito quello di     viventi.
partecipazione e quindi anche quello di
valutazione, o meglio di autovalutazione          Bibliografia
delle scelte effettuate da parte degli            Alexander C., Notes sulla sintesi della forma, Il
interpreti del processo di pianificazione. La     Saggiatore, Milano, 1967;
Biourbanistica può essere l'elemento in           Bortolotto S. e M. C. Palo, Per un'urbanistica “civile”:
grado di rendere concreto il concetto della       Giancarlo de Carlo e il Piano Regolatore Generale di
pianificazione comunicativa intendendola          Urbino, 1958 – 1964, in Per una storia del restauro
come correttamente fa Khakee:                     urbano di Giambruno M.C.;
                                                  Campagna M., Le tecnologie dell'informazione
“la valutazione diventa una questione non         spaziale per il governo dei processi insediativi,
solo di efficacia e legittimità ma anche di       Franco Angeli, Milano, 2004;
integrità e comprensione reciproca. La            Corboz A., L'ipercittà, in Urbanistica 103, 1994;
valutazione stessa diventa una forma di           Dorfles G., Dal significato alle scelte, Einaudi, Torino,
discorso interattivo dove tutti i soggetti        1973;
coinvolti possono spiegare i loro valori, i       Farinella R., La città tra urbanistica e paesaggio, in
loro problemi e le loro preoccupazioni. Ciò       Paesaggio Urbano 5/6, 2000;


Rassegna di Biourbanistica                                                                   N. 01/2011
Rassegna biourbanistica 01/2011
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Rassegna biourbanistica 01/2011

  • 1. numero uno • marzo duemilaundici Rassegna di Biourbanistica Rivista della Società Internazionale di Biourbanistica BIOURBANISTICA E POLITICA. La dimensione sociopolitica dello spazio urbano nell’epoca della transizione Scritti di: Nikos Salingaros | Stefano Serafini | Antonio Caperna | Alessia Cerqua | Fabio Cremascoli | Matteo Rocca | Ettore Maria Mazzola | Alessandro Giuliani | Massimiliano Caserta | Sabrina Fantauzzi Rivista aperiodica della Società Internazionale di Biourbanistica. Redazione: Alessia Cerqua (Direttore), Stefano Serafini, Antonio Caperna, Fabio Cremascoli. Per informazioni, suggerimenti e richiesta arretrati: info@biourbanism.org. www.biourbanistica.com | www.biourbanism.org
  • 2. 1 INDICE Biourbanistica, politica, transizione di Stefano Serafini ……………………………………………………………………………………………………..… Pag. 2 Biourbanistica, verso una definizione di Antonio Caperna, Alessia Cerqua, Alessandro Giuliani, Nikos A. Salìngaros, Stefano Serafini ……………………………………………………………………………………………………………………..… Pag. 3 Non-adaptive Architectural Implementations: Urban Plazas that Fail di Nikos A. Salingaros ………………………………………………………………………………………………..… Pag. 5 Biourbanistica per la città del XXI secolo di Antonio Caperna …………………………………………………………………………………………………..… Pag. 7 Imparare ad apprendere. Strategie di pianificazione nell’epoca della complessità di Alessia Cerqua ……………………………………………………………….………………………….…………….. Pag. 13 Gli ambiti d’azione delle politiche urbane per il cambiamento di Fabio Cremascoli……………………………………………………………………………………………………... Pag. 16 Dall'urbanistica alla Biourbanistica, dalla città all'ipercittà. Nuovi significati urbani nel paradigma dell'interattività di Matteo Rocca ………...………………………………………………………………………………………………… Pag. 19 Il presente dello spazio di massa di Massimiliano Caserta……………………………………………………………………………………………… Pag. 24 Quale futuro per le nostre città? di Ettore Maria Mazzola ………………………………………………………………………………………..…… Pag. 25 Roma: laboratorio per il ritorno ad un’architettura a misura d’uomo di Sabrina Fantauzzi ……..………………………………………………………………………………………..…… Pag. 27 SEGNALAZIONI Appuntamenti…………………………………………………………………………………………………..……... Pag. 26 Rassegna di Biourbanistica è una rivista aperiodica della Società Internazionale di Biourbanistica. Redazione: Alessia Cerqua (direttore), Stefano Serafini, Antonio Caperna, Fabio Cremascoli. Foto di Copertina: Berlino 2011 © Alessia Cerqua Per informazioni, suggerimenti, invio contributi e richiesta arretrati: info@biourbanism.org. Rivista disponibile on line su: www.biourbanistica.com www.biourbanistica.com | www.biourbanism.org Rassegna di Biourbanistica N. 01/2011
  • 3. 2 mercati colossali che dominano i media. Biourbanistica, politica, Basta che enti di servizio dedichino le transizione proprie risorse all’immagine, come ad es. certi Comuni con la cartellonistica a pagamento sopra i più bei monumenti di Stefano Serafini d’Italia, o le Ferrovie dello Stato con le loro centinaia di schermi pubblicitari L’impegno della Società Internazionale di posizionati in tutte le stazioni del Paese, Biourbanistica e dei suoi amici, primi fra perché l’iperreale invada finanche gli ultimi tutti il Gruppo Salingaros, AVOE, Civicarch, ritagli civili di spazio e di tempo. contro la dissoluzione delle città in periferie, è stata anticipata negli Stati Uniti È assolutamente chiaro oltre Atlantico – da un’ampia frangia di contestatori di alto assai meno in Europa e in Italia, dove livello: professori universitari, ricercatori, appunto solo noi muoviamo una critica teorici dell’architettura. scientifica così diretta – che il problema urbanistico e architettonico ha Nel cuore dell’impero l’impatto è infatti un’immediata valenza politica. E tale crisi giunto prima e su scala assai più vasta che politica esemplificata dalla devastazione da noi, per cui si può asserire che il popolo dello spazio civile, prima ancora di quello americano è il primo testimone-vittima del ecologico («entropia resa visibile» dice J. H. sistema che gli USA hanno contributo a Kunstler), è strettamente legata alla fine diffondere in tutto il mondo. del sogno illuministico, trasformatosi in incubo nichilista. La situazione migliore dell’Europa si deve anche alla resilienza di una cultura – fatta Il nostro compito va perciò ben oltre il soprattutto di architettura e urbanistica dibattito architettonico; e anche oltre il pre-moderne – che la seconda guerra modo ormai inadeguato di concepire la mondiale e il dopoguerra non sono riusciti politica adottato sino ad oggi. a demolire del tutto: da noi alcune città, piccoli centri, corsi e piazze resistono Dobbiamo raccogliere di nuovo la sfida ancora (da qui il pellegrinaggio continuo di addormentata della filosofia e delle scienze studiosi e istituzioni statunitensi presso le europee, qui, dove tutto è cominciato. È per città d’Europa, per impararne una via di questo che abbiamo fondato la Società salvezza). Internazionale di Biourbanistica, volendone la sede principale a Roma, e ci Ma per quanto ancora? rivolgiamo ai cittadini e agli esperti di tutte le discipline per un lavoro collettivo di Ogni giorno un pezzo ulteriore di quella rifondazione epistemologica, per rinnovare cultura viene abbattuto: basta la visioni, spazio, etica, politica, scienza, costruzione di un centro commerciale per civiltà. uccidere decine di piazze; di un monumento archistar per spegnere la vita Il lavoro della Società Internazionale di di un quartiere. Basta la deformazione del Biourbanistica riprende dunque senz’altro nostro senso del’armonia in estetica del la lezione critica del New Urbanism – dove consumo, ad opera di una filosofia non si trovano Foucault né Lefebvre, ma un architettonica dichiaratamente sadiana (ad messaggio immediato dal quale cominciare es. il decostruttivismo) al servizio di ad articolare un discorso più elaborato e Rassegna di Biourbanistica N. 01/2011
  • 4. 3 necessario – e lo arricchisce di una consapevolezza epistemologica e Biourbanistica, verso una biopolitica le quali, unite a tale concretezza, possono fornire un’autentica novità definizione culturale: uno strumento forse addirittura [Definizione di Biourbanistica redatta dal vitale per affrontare la crisi globale i cui effetti devastanti affronteremo nei gruppo di lavoro formato da: Antonio prossimi decenni. Caperna, Alessia Cerqua, Alessandro Giuliani, Nikos A. Salìngaros, Stefano Serafini] La Biourbanistica ha per oggetto lo studio dell’organismo urbano, inteso come sistema ipercomplesso, l’analisi delle dinamiche interne e quelle con il suo intorno (territorio), nonché le relazioni che sussistono tra dette componenti. La Biourbanistica considera il corpo urbano come costituito da una molteplicità di livelli interconnessi che si influenzano vicendevolmente in modo non-lineare. Tale caratteristica induce l’emergere di proprietà complessive non prevedibili attraverso lo studio delle singole parti, ma solo dall’analisi dinamica dell’intero. Questo atteggiamento conoscitivo accomuna la Biourbanistica alle scienze della vita e, più in generale, a tutte quelle scienze che nel XXI secolo si occupano di sistemi integrati, come la meccanica statistica, la termodinamica, la ricerca operativa e l’ecologia. La similitudine non è solo metodologica ma anche nei contenuti (da cui il prefisso Bio) essendo le città l’ambiente di vita della specie umana. Da qui il riconoscimento di ‘forme ottimali’ rilevabili a diverse scale di definizione (dalla fisiologia fino al livello ecologico) che, attraverso processi morfogenetici, garantiscono l’optimum in termini di efficienza sistemica e di qualità di vita degli abitanti. Una progettazione che non obbedisca a queste leggi è destinata a creare ambienti antinaturali, ostili all’evoluzione degli individui e al Rassegna di Biourbanistica N. 01/2011
  • 5. 4 rafforzamento della vita, nelle sue Salìngaros: una città più bella e più giusta, Roma, molteplici declinazioni. SIBU, 2010. Stephen Marshall, Cities, Design & Evolution, London, Routledge, 2008. La Biourbanistica agisce sul mondo reale Peter Newman Tima Beatley, Heather Boyer, attraverso una metodologia partecipativo- Resilient Cities. Responding to Peak Oil and Climate maieutica, con verifica intersoggettiva Change, Washington, Island Press, 2009. (ovvero il benessere percepito e Joseph P. Zbilut, Alessandro Giuliani, Simplicity. The comunicato dagli abitanti) e oggettiva Latent Order of Complexity, New York, Nova Science (ovvero le misurazioni sperimentali di Publishers, 2007 (trad. italiana: L’ordine della indici fisiologici, sociali, economici). complessità, Milano, Jaca Book, 2009). Sergio Porta, Paolo Crucitti, Vito Latora, “The Obiettivo della Biourbanistica è quello di network analysis of urban streets: a primal approach”, Environment and Planning B: Planning fornire un contributo scientifico che and Design, 33 (2006), pp. 705-725 concorra: Alessia Cerqua, Complessità ed incertezza nella pianificazione. Un approccio interdisciplinare per la i. allo sviluppo e all’attuazione delle comprensione delle dinamiche territoriali, Roma, premesse dell’Ecologia profonda Aracne 2009. (Bateson) sul piano socio-ambientale; Juval Portugali (ed.), Complex Artificial ii. alla rilevazione e attuazione delle Environments. Simulation, Cognition and VR in the potenzialità di miglioramento Study and Planning of Cities, Berlin - Heidelberg - New York, Springer, 2006. dell’ambiente rispetto ai bisogni di natura degli esseri umani che vi vivono e Michael Batty, Cities and Complexity: understanding cities with cellular automata, agent-base models, and del loro ecosistema; fractals, Cambridge, Mass., MIT Press, 2005. iii. a gestire la transizione dall’economia Christopher Alexander, The Nature of Order, 4 voll., dell’energia fossile a un nuovo modello Berkeley, Ca., Center for Environmental Structure, organizzativo della civiltà; 2002-2005. iv. ad approfondire in particolare l’organica Juval Portugali, Self-Organization and the City, interazione di fattori culturali e fisici Berlin, Springer-Verlag, 2000. nella realtà urbanistica (sociogeometria, Grant Hildebrand, Origins of architectural pleasure, studio dei flussi e delle reti, ecc.). Berkeley, Ca., University of California Press, 1999. Stephen R. Kellert, Edward O. Wilson (eds.), The Biophilia Hypotesis, Washington, Island Press, 1993. Bibliografia René Thom, Esquisse d’une Sémiophysique, Paris, InterEditions, 1991. Nikos Salingaros, Twelve Lectures on Architecture. Antonio Lima-de-Faria, Evolution without Selection. Algorithmic Sustainable Design, Solingen, Umbau Form and Function by Autoevolution, London – New Verlag, 2010. York – Amsterdam, Elsevier Science, 1988 (trad. italiana: Evoluzione senza selezione. Nikos Salingaros, Antonio Caperna, Michael Autoevoluzione di forma e funzione, Genova, Nova Mehaffy, Geeta Mehta, Federico Mena--Quintero, Scripta, 2003). Agatino Rizzo, Stefano Serafini, Emanuele Strano, «A Definition of P2P (Peer-To-Peer) Urbanism», Gregory Bateson, Mind and Nature: A Necessary AboutUsWiki, the P2P Foundation, DorfWiki, Peer Unity (Advances in Systems Theory, Complexity, and to Peer Urbanism (September 2010). Presented by the Human Sciences), Cresskill, N.J, Hampton Press, Nikos Salingaros at the International Commons 1979 (trad. italiana: Mente e natura, Milano, Conference, Heinrich Böll Foundation, Berlin, 1st Adelphi, 1984). November 2010. Conrad H. Waddington, Tools for Thought, London, Stefano Serafini (a cura di), Progettare la città a Jonathan Cape Ltd., 1977 (trad. italiana: Strumenti misura d’uomo. L’alternativa ecologica del Gruppo per pensare. Un approccio globale ai sistemi complessi, Milano, Mondadori, 1977). Rassegna di Biourbanistica N. 01/2011
  • 6. 5 Edgar Morin, La Méthode I: La Nature de la Nature, Paris, Seuil, 1977 (trad. italiana: La natura della natura, Milano, Raffello Cortina, 2001). Non-adaptive Architectural Ludwig von Bertalanffy, General System Theory, New York, George Braziller, 1968 (trad. italiana: Teoria Implementations: Urban generale dei sistemi, Milano, ILI, 1971). Plazas that Fail * di Nikos A. Salingaros For architecture and the built environment, a tendency to follow or accept information that is verifiably incorrect has the effect of diminishing human wellbeing. In the past few decades we have seen, for example, the deliberate dismemberment of a historic urban plaza that had been the focal point of social life for centuries. The damage is done by well-meaning politicians who commission an architect to “upgrade” this urban space by introducing a more “contemporary” aesthetic and getting rid of existing “old-fashioned” components (Salingaros & Pagliardini, 2009). The usual result is the creation of an unpleasant, psychologically menacing environment that few persons feel comfortable using after the supposed “renovation”. Nevertheless, this alarming trend of destroying usable urban space is now becoming established practice all around the world. Citizen protests apparently have no influence, while the architectural establishment routinely gives out awards for these projects. This contradictory practice applies not only for urban spaces, but also for many contemporary architectural and urban interventions. Explanations are needed for the behavior of the two principal actors in these actions: first, the politicians who willingly commission a project that degrades working public space in their constituency; second, the architects who conceive and implement the instrument of destruction. Politicians’ actions are driven by the desire to oblige powerful groups Rassegna di Biourbanistica N. 01/2011
  • 7. 6 that can help finance their re-election, and attract more people coming to see then; but this agenda includes following current unfortunately this act perpetuates the fashions without reflecting on negative illusion that this is an effective urban space longer-term consequences. The dominance even when in reality it is a fleeting of a particular architectural aesthetic in condition of self-feeding ideology. today’s society means that, inevitably, an expert consultant upon whom a politician How can contemporary architects and their relies for advice on architectural and urban clients act against people’s fundamental projects will propose a non-adaptive sensibilities; against traditional design intervention. rules tested throughout millennia to guarantee the users’ physical and The second actor — the architect who psychological comfort; against common ignores what is best for the people and citizens protesting the hostility of the place he or she is designing and structures being erected; even against the deliberately, if not defiantly, designs an architect’s and client’s own sensory environment that is by its very nature feedback? Such an architect or client is psychologically hostile — is driven to following a mandate and authorization negligence by different motives. It is not an from the reigning design paradigm, which exaggeration to accuse such professionals considers itself above all other of committing an act of aggression against responsibilities. There exists a higher the human dimensions of social spaces authority that overrides both science and (albeit with the best of intentions). neuro-engagement. Architects never admit Contemporary practitioners have been they are causing damage to the built trained to implement a peculiar design environment, but feel immune to possible aesthetic, regardless of whether it damages consequences because they are satisfying the quality of human life in and round the wishes of an established organizational those spaces after they are built structure. For them, there is no liability (Salingaros, 2010). They substitute the towards society as long as the system’s singularity of an object form for the rich ideology is obeyed. informational complexity of context, which is what formerly gave life to an urban space throughout its historical evolution. The ideologically-oriented education of the *This essay was originally a section in the past several decades does not teach article: “Cognitive Dissonance and Non- architectural practitioners how to evaluate adaptive Architecture”, published by the P2P the adaptive success or failure of a working Foundation on 2 February 2011; and architectural form or space; the sole reprinted by the Permaculture Research criterion used for judgment is whether the Institute on 9 February 2011. design conforms to a narrow set of approved visual stereotypes. A built form is “good” when it has a certain hard industrial-minimalist look. In the majority of cases, the result of such an untested approach is damaging to the environment. During the process of “upgrading”, these new structures take on a novelty that might Rassegna di Biourbanistica N. 01/2011
  • 8. 7 Città-stato su cui si concentra, in molti casi, Biourbanistica per la città del gran parte della ricchezza di una intera XXI secolo nazione e che risucchiano masse di diseredati dalle aree rurali. (ii) Una labilità sempre più evidente del di Antonio Caperna sistema energetico, strutturato sulle Introduzione energie fossili e su di un sistema Il progetto biourbanism nasce da un centralizzato di distribuzione. comune sentire di un gruppo di studiosi, (iii) L’affanno in cui versa il sistema sparsi tra l’Italia e altri Paesi del mondo. ecologico del nostro territorio, che unito La nostra analisi si è soffermata su due alla scarsissima resilienza di questo ha elementi: (i) il primo, di ordine come risultato continui danni in termini di paradigmatico, ovvero la profonda crisi del vite e di costi. modello culturale razional-meccanicistico nelle sue molteplici declinazioni, Tutto ciò ha determinato un sistema economiche, politiche, scientifiche e di estremamente labile, sia in termini valori, cioè il modo in cui percepiamo, economici che socio-politici. Eventi naturali analizziamo e ci rapportiamo con il mondo. o azioni scellerate di gruppi terroristici, L’arroccamento, che molti soggetti possono arrecare danni incalcolabili espletano, è il chiaro segno di mancanza di attraverso un effetto domino, e ciò perché il linfa vitale e capacità di gestire un sistema sistema è strutturato secondo un modello socio-economico, politico e tecnologico organizzativo che si è dimostrato incapace divenuto via via sempre più complesso. di comprendere la reale portata delle sfide (ii) Il secondo elemento è di ordine da fronteggiare. I problemi della spaziale, ed è l’ambiente urbano, la città, contemporaneità hanno un carattere ovvero lo spazio fisico, sociologico, politico, globale e vanno letti attraverso una analisi economico e di di valori, dove questa delle interconnessioni reciproche. Ciò inadeguatezza si manifesta in tutta la sua richiede un mutamento radicale nel nostro drammaticità. modo di pensare, un cambio di paradigma. Questa sfida è stata raccolta dagli studiosi Come accennato sopra, gli eventi che si di biourbanism che si fanno artefici ed sono profilati all’orizzonte nel corso degli interpreti di un nuovo modello culturale e ultimi decenni, sono eventi che scientifico che ha profonde implicazioni, rappresentano una sfida senza precedenti non solo per gli studi urbani, ma più per la storia dell’uomo. Mai prima in ingenerale per la scienza e la filosofia, per passato, un modello culturale, quello l’economia, l’organizzazione sociale, la Occidentale, assurge a modello planetario. politica e l’educazione. La sua impostazione concettuale e le sue intrinseche contraddizioni, hanno prodotto L’approccio Biourbanistico: Reti scenari di profondo squilibrio: Territoriali, Città Biofilica e P2P (i) squilibri socio-economici, con Urbanism conseguenti movimenti migratori interni ai Paesi e tra i Paesi ricchi del nord e quelli La risposta di Biourbanism è, innanzitutto, poveri del sud. Tutto ciò, soprattutto nel in termini di paradigma. Tale mutamento, sud del pianeta produce effetti devastanti, non è solo una questione scientifica, ma come la crescita esponenziale del rappresenta una profonda trasformazione fenomeno conosciuto come megalopoli. del modello culturale con valori e modalità Rassegna di Biourbanistica N. 01/2011
  • 9. 8 che si discostano profondamente dal della vita e, più in generale, a tutte quelle vecchio modello razional-meccanicistico. Si scienze che nel XXI secolo si occupano di tratta di un passaggio epocale, un profondo sistemi integrati, come la meccanica abisso, intermini scientifici e filosofici. Da statistica, la termodinamica e l’ecologia. un lato lo studio di strutture (viventi e non) Una progettazione che non obbedisca a intese come meccanismi, dove la questione queste leggi è destinata a creare ambienti base è “di cosa è fatto quel corpo?”. antinaturali, ostili all’evoluzione degli Dall’altro, un approccio che si chiede come individui e al rafforzamento della vita, nelle è strutturato lo schema di quel corpo sue molteplici declinazioni, animale, (vivente e non). Siamo in presenza di due vegetale ed inanimata. modalità di concepire il mondo che sono contrapposte: da un lato lo studio delle Parliamo di Biourbanistica perché singole componenti di un ente (vivente e l’elemento che intendiamo preservare è la non) che è inteso come meccanismo. vita. Quindi, la similitudine non è solo Dall’altro, lo studio delle relazioni ed metodologica ma anche nei contenuti. Le interconnessioni di strutture, intese come città sono gli ambienti dove vive la specie bio-entità, ovvero manifestazioni di umana. Purtroppo, nel corso del XX secolo processi legati alla vita. abbiamo assistito sempre più a forme di Al modello antropocentrico strutturato delirio architettonico divenute via via, nel sulla supremazia dell’uomo, noi corso degli ultimi decenni, un elemento sostituiamo il modello biocentrico, cioè rappresentativo dello spazio mediatico. strutturato sulla vita, nelle sue molteplici Possiamo paragonare le architetture della manifestazioni. contemporaneità ad una sorta di macchine Questo atteggiamento filosofico, condiviso sterili, forme di delirio scultoreo prive di in passato da Aristotele e Göethe, ha armonia e bellezza. Una raffigurazione trovato oggi una sua formulazione in fisica, iperreale del nulla. nella matematica e in biologia. Nell’ambito urbanistico artefici di questo approccio L’attacco ideologico ai concetti di armonia innovativo sono stati Christopher e bellezza in architettura ha raggiunto Alexander, Michael Batty, Nikos Salingaros, l’apice con il Decostruttivismo. Siamo alla per citarne alcuni. fine degli anni Ottanta, ha inizio il business globale delle archistar, multinazionali che Ecco, allora, che la biourbanistica analizza hanno fuso l’industria delle costruzioni e il mondo come un insieme di eventi quella dello spettacolo. Il loro approccio è interconnessi ed interdipendenti. spregiudicato e in linea con l’establishment L’organismo urbano viene inteso come economico-finanziario. Rem Koolhaas sistema ipercomplesso, costituito da una conia lo slogan «fuck the context» e Peter molteplicità di livelli interconnessi che si Eisenman reclama il disinteresse per la influenzano vicendevolmente in modo non- funzionalità, la bellezza e l’etica, in nome di lineare. Questa caratteristica induce una lussuosa creatività artistica. Questo l’emergere di proprietà complessive non circo mediatico ha ottenuto commesse in prevedibili attraverso lo studio delle ogni parte del globo, infischiandosene della singole parti, ma solo dall’analisi dinamica cultura locale, della sostenibilità, dell’etica dell’intero. e della funzionalità dell’organismo architettonico, trasformando, così, le Questo atteggiamento conoscitivo realizzazioni architettoniche in forme di accomuna la Biourbanistica alle scienze “spettacolo” iperreale che ha finito per Rassegna di Biourbanistica N. 01/2011
  • 10. 9 sostituirsi alla civitas. più complesso e dove ognuna di queste Il simbolismo della nostra cultura componenti e correlata ad altre attraverso architettonica ed urbanistica, lo possiamo rapporti di interdipendenza; racchiudere in due parole: gigantismo ed espansione. Il gigantismo puntiforme dei (ii) realizzare un modello di città su grattacieli o dei megacentri commerciali e basi biofiliche, ovvero rilevare ed attuare quello della crescita ipertrofica delle le potenzialità di miglioramento megalopoli. Sono necessità intrinseche a dell’ambiente urbano rispetto ai bisogni di questo modello. Sono una manifestazione natura degli esseri umani che vi vivono. È della perdita del corpo spirituale in favore ormai noto, dopo gli studi di Edward O. di un corpo meccanico. Wilson sulla biofilia, che l’essere umano reagisce in modo positivo alle informazioni La nostra idea di città è legata all’idea ricevute dal proprio ambiente. E’, quindi, stessa di vita. Essa deve avere un carattere più che mai necessario dare vita ad una biofilico, ovvero concepita attraverso le architettura capace di supplire al nostro leggi che sottendono la vita e, per questo, innato bisogno di connetterci con la vita e intimamente correlate alle esigenze socio- con i processi vitali. Al riguardo, molto psicologiche dell’uomo e con una genetica possiamo imparare dai costruttori delle capacità di relazionarsi, in termini non antiche civiltà, e ciò non solo nel contesto a distruttivi, con la natura. Questo modello, noi vicino, ma anche in ambienti e siti richiede una nuova struttura di pensiero. collocati su altri continenti. Le scelte Non si tratta di tecnica. Ma di un connubio formali operate dagli antichi costruttori, tra scienza, perizia tecnica e spirito. che oggi possiamo leggere in chiave matematica attraverso la geometria Solo da ciò scaturisce quella capacità di frattale, presentano un livello di riconoscere e generare ‘forme ottimali’ complessità assolutamente coerente con la rilevabili a diverse scale di definizione, da nostra struttura neurofisiologica fornendo, interventi di microchirurgia urbana ad così, una naturale sensazione di benessere interventi su scala territoriale. Interventi, psicofisico. che attraverso processi morfogenetici, Una architettura biofilica è quella che: garantiscono l’optimum in termini di alleggerisce il carico del nostro sistema efficienza, resilienza e di qualità di vita cognitivo, aiutandolo a raccogliere e degli abitanti. riconoscere più informazioni nel modo più rapido ed efficiente; Il nostro obiettivo è, quindi, quello di favorisce l’optimum per il nostro fornire un contributo scientifico che sistema sensoriale in termini di influsso concorra a delineare un nuovo modello di neuromotorio, ovvero effetti non cultura e di città. depressivi né eccitanti; Ciò significa: induce un rafforzamento in termini emotivi e biologici a livello neurale; (i) sviluppo ed attuazione delle aiuta, come dimostrato da evidenze premesse dell’Ecologia profonda, ovvero cliniche, il sistema neuroendocrino e una nuova interpretazione della vita come immunologico, soprattutto quando rete di fenomeni che sono interconnessi e siamo in condizioni precarie in termini interdipendenti. Quindi, ogni espressione di salute. vitale, dagli organismi viventi, dai sistemi sociali agli ecosistemi, è parte di un sistema (iii) Promuovere il passaggio da un Rassegna di Biourbanistica N. 01/2011
  • 11. 10 sistema economico strutturato sulle economico che si discosti profondamente energie fossili verso un modello dell’economia standard, basata sul modello bioeconomico. meccanicistico. L’approccio bioeconomico, invece, tenta di L’attuale modello economico, strutturato integrare nella scienza economica gli sull’uso delle energie fossili, ha apporti delle scienze biologiche, cercando chiaramente mostrato i suoi limiti di dare un nuovo fondamento all’economia strutturali trascinandoci in un cul de sac. La e gettando le basi per un modello ispirato città è il luogo che meglio di ogni altro alla preservazione della vita. Un modello fornisce una tragica rappresentazione della che privilegi le necessità e non i consumi, la obsolescenza del sistema economico ed qualità e non la quantità. energetico. Essa è il luogo dove l’energia fossile viene consumata e dal quale Strettamente correlato al sistema scaturiscono gli output, sotto forma di economico vi è quello energetico. È più che emissioni climalteranti, rifiuti, etc. Non mai necessario promuovere il passaggio a possiamo parlare di sviluppo sostenibile forme di energia rinnovabile, agire finché saremo legati all’energia di origine sull’efficienza delle nostre costruzioni e fossile. La filiera degli idrocarburi, aumentare la capacità delle città di prospezione, estrazione, raffinazione e resistere agli urti dovuti ai fattori trasporto è una delle principali fonti di economici, finanziari e naturali. impatto ambientale. Le fonti fossili sono anche responsabili del così detto fenomeno Questo cambiamento è già in atto in di transizione ambientale, ovvero di quei moltissime realtà locali. Soprattutto la problemi sanitari che, nei paesi poveri si metamorfosi energetica sta mostrando il esplicano sotto forma di epidemie, mentre suo valore aggiunto rispetto al modello nei paesi ricchi questo fenomeno si tradizionale. In tale ottica, il ruolo del manifesta attraverso gli effetti deleteri decisore politico, soprattutto su scala degli inquinanti. Sempre legato al discorso regionale, diviene un fattore chiave. La energetico, è l’alterazione climatica del trasformazione energetica di un territorio è pianeta che Non dimentichiamo che intimamente legata ai fattori locali, quali l’attuale sistema energetico è anche causa quello istituzionale, quello di gestione del delle alterazioni climatiche del pianeta con territorio e ai fattori climatici. impatti devastanti in termini di vite e di Aumentare la resilienza di un territorio o di distruzione del territorio. una città rappresenta un investimento per il futuro, sia in termini economici che Biourbanistica propone una metamorfosi sociali. Aumentare la resilienza vuol dire strutturale. Il primo fattore, come detto agire sulle capacità del sistema città o sopra, è innanzitutto culturale. Si deve territorio a resistere ad eventi inaspettati. essere coscienti che la terra su cui viviamo Questo implica un cambio nella capacità ha dei limiti ben precisi, che la razza gestionale degli assetti energetici e una umana, se vuole sopravvivere, deve capacità a generare ambienti (territoriali e adeguare il suo comportamento alle urbani) dal design e geometria biofilici. capacità del pianeta, evitando modi di Gli assetti energetici dovranno rendere vivere che sono in netto contrasto con i quanto più possibile autonoma una limiti biofisici della terra e con la seconda comunità, ciò soprattutto attraverso l’uso legge della termodinamica. di energie rinnovabili e nel saper costruire, E’ più che mai necessario un modello utilizzando tecniche millenarie altamente Rassegna di Biourbanistica N. 01/2011
  • 12. 11 efficienti e ad impatto zero. In particolare, naturale declinazione operativa dei per la rete energetica noi immaginiamo una concetti teorici sopra esposti e dalle Energy local area network (en-lan), ovvero potenzialità introdotte dalle nuove una rete energetica su scala locale. Così tecnologie. Lo sforzo teorico vede assieme come accade per il funzionamento della non solo architetti o ingegneri, ma figure rete internet, che è stata pensata per professionali provenienti dal mondo evitare blocchi nel flusso dei dati, anche la dell’informatica, della biologia, della e-lan può essere strutturata su una Energy filosofia e delle comunità della rete legate web costruita su microgeneratori di piccola allo sviluppo del P2P. e media potenza. Le e-lan è già realtà in alcuni paesi, come la Germania. Essa L’approccio P2PU intende fornire le basi garantisce un pluralità nelle forniture e, teoriche per un modello che non sia più soprattutto, una resilienza del sistema caratterizzato dalla convinzione che pochi energetico, evitando i collassi tipici delle ed isolati architetti-demiurghi siano in forniture centralizzate. Questa è una forma grado di determinare le scelte e influenzare coerente con il nostro modello di le dinamiche urbane. La definizione e gli urbanistica P2P, che più avanti illustrerò. ideali della urbanistica Peer-to-Peer seguono, piuttosto, un approccio dal basso. (iv) attuazione di procedure Esso prende come riferimento i risultati progettuali ancorate ai principi del P2P scientifici e i presupposti teoretici dei urbanism. bisogni biologici e sociali dell’uomo, a cui aggiunge l’esperienza sul campo dei La Biourbanistica agisce sul mondo reale molteplici attori e comunità territoriali, attraverso una metodologia partecipativo- architetti, urbanisti, studi professionali, maieutica, con verifica intersoggettiva, imprese, operatori sociali, associazioni non ovvero il benessere percepito e comunicato governative, etc., che quotidianamente si dagli abitanti, e oggettiva, ovvero le confrontano con i problemi urbani alla misurazioni sperimentali di indici piccola scala. fisiologici, sociali, economici. Tale struttura L’urbanistica Peer-to-Peer è trova attuazione nella metodologia del P2P intrinsecamente biologica, nel senso che Urbanism. apprende dalla natura e dai processi I recenti sviluppi nel settore delle viventi, e da questi ne risulta come tecnologie dell’informazione hanno avuto complemento non intenzionale ai processi ed hanno una importante ripercussione di morfogenesi naturale. È impossibile sull’approccio alle politiche urbane. seguire questo processo senza avere a L’urbanistica Peer-to-Peer è un approccio mente il problema della obiettività della scaturito dai contributi emersi dal scienza ed una visione critica della movimento del free software e alla rete soggettività, dei bisogni reali dell’uomo, dei peer-to-peer, ove si sono gettate le basi per suoi obiettivi e dei sui valori. ridiscutere le fondamenta del pensiero impostato sul concetto di open source. L’urbanistica Peer-to-Peer rappresenta un L’idea del “wiki”, congiuntamente alla modo innovativo di pensare, costruire e metodologia del linguaggio dei “Pattern” restaurare la città, fondato essenzialmente porta a riflettere su un nuovo approccio al su cinque principi di base: progetto urbano ed architettonico basato sulle reali esigenze umane. Il modello (i) L’urbanistica Peer-to-Peer difende il teorico che stiamo delineando nasce dalla diritto fondamentale degli esseri umani di Rassegna di Biourbanistica N. 01/2011
  • 13. 12 scegliere l’ambiente in cui vivere. La scelta abitanti e luogo, conferendo ai primi la individuale seleziona tra le molteplici responsabilità verso il proprio ambiente e alternative che generano una città la capacità di prendersene cura. Una compatta sostenibile, quella che incontra visione collettiva consente di creare e meglio i nostri bisogni. rinvigorire i legami culturali e sociali di una comunità, conferendole una maggiore (ii) Tutti i cittadini hanno il diritto di capacità di resistere alle forze esterne, accedere alle informazioni riguardanti il lontane fisicamente e, soprattutto, lontane loro ambiente, in modo da poter essere dalla comprensione del peculiare contesto. coinvolti nel processo decisionale. Ciò è reso possibile ed è attivamente supportato Questa è la sfida che ci troviamo innanzi. dal ruolo dell’ICT (Information and Essa è stata raccolta dagli studiosi di Communication Technology) biourbanism che vogliono farsi artefici di un rinnovamento non solo per gli studi (iii) Gli abitanti dovrebbero avere la urbani, ma più ingenerale per la scienza e possibilità di partecipare ad ogni livello la filosofia, per l’economia, l’organizzazione della pianificazione e in alcuni casi, sociale, la politica e l’educazione. costruire essi stessi la loro città. Essi dovrebbero essere coinvolti in ogni cambiamento del loro ambiente previsto Bibliografia dalle amministrazioni o dagli imprenditori [1] Nikos Salingaros, Twelve Lectures on (iv) Chi mette in pratica l’urbanistica Peer- Architecture. Algorithmic Sustainable Design, Solingen: Umbau Verlag, 2010. to-Peer deve generare e diffondere [2] Nikos Salingaros, Antonio Caperna, Michael secondo la filosofia open source Mehaffy, Geeta Mehta, Federico Mena-¬Quintero, conoscenza, teorie, principi, tecniche, e Agatino Rizzo, Stefano Serafini, Emanuele Strano, «A pratiche costruttive per un progetto Definition of P2P (Peer-To-Peer) Urbanism», urbano a dimensione umana, in maniera AboutUsWiki, the P2P Foundation, DorfWiki, Peer completamente gratuita, in modo da to Peer Urbanism (September 2010). Presented by Nikos Salingaros at the International Commons favorirne l’utilizzo e la revisione critica. Conference, Heinrich Böll Foundation, Berlin, 1st November 2010. (v) I proprietari delle aree edificate devono [3] Milena De Matteis, Stefano Serafini (eds.), poter applicare patrimoni in evoluzione di Progettare la città a misura d’uomo. L’alternativa conoscenze, competenze e pratiche, in ecologica del Gruppo Salìngaros: una città più bella modo da rendere la strumentazione e più giusta, Rome: SIBU, 2010. urbanistica sempre più sofisticata e [4] Antonio Caperna (2010). Il crepuscolo della adattata alla realtà. contemporaneità, Arianna Editrice [5] Antonio Caperna (2005). ICT e progetto urbano sostenibile, Tesionline, Milano Al di là delle ovvie implicazioni sociali e [6] Stephen Marshall, Cities, Design & politiche, l’urbanistica Peer-to-Peer Evolution, London: Routledge, 2008. intende costituire un quadro per lo [7] Peter Newman Tima Beatley, Heather sviluppo sostenibile dell’ambiente Boyer, Resilient Cities. Responding to Peak Oil and costruito favorendo la capacità di Climate Change, Washington: Island Press, 2009. modellare il tessuto urbano in maniera [8] Joseph P. Zbilut, Alessandro Giuliani, adattativa attraverso la partecipazione Simplicity. The Latent Order of Complexity, New attiva degli abitanti. Ciò permette la York: Nova Science Publishers, 2007. creazione di un rapporto emotivo tra Rassegna di Biourbanistica N. 01/2011
  • 14. 13 [9] Michael Batty, Cities and Complexity: understanding cities with cellular automata, agent- base models, and fractals, Cambridge, Mass.: The Imparare ad apprendere. MIT Press, 2005. [10] Christopher Alexander, The Nature of Strategie di pianificazione Order, 4 vol., Berkeley, CA: Center for Environmental Structure, 2002-2005. nell’epoca della complessità. [11] Juval Portugali, Self-Organization and the di Alessia Cerqua City, Berlin: Springer-Verlag, 2000. [12] Stephen R. Kellert, Edward O. Wilson (eds.), Il concetto di “territorio” ha subito negli The Biophilia Hypotesis, Washington: Island Press, ultimi decenni, una trasformazione radicale: 1993. da risorsa materiale suscettibile di sfruttamento, spazio controllabile ove le diversità sono viste come resistenze alla Siti Web trasformazione, si è giunti ad una www.biourbanism.org interpretazione in cui è riconosciuto il www.biourbanistica.org carattere relazionale e incerto proprio di un http://zeta.math.utsa.edu/~yxk833/lifeandthegeo sistema complesso. Di conseguenza, la metry.pdf pianificazione esige nuovi approcci: la sfida www.greekarchitects.gr/en/architectural- della complessità, come ricorda Morin, può review/peer-to-peer-urbanism-id1973 essere affrontata con successo tramite una http://blog.p2pfoundation.net/urban-seeding-and- maggiore complessità, ovvero una maggiore the-city-as-computer/2008/09/08 ideazione di risposte multiple ed intelligibili. http://p2pfoundation.net/Peer-to- Peer_Themes_and_Urban_Priorities_for_the_Self- organizing_Society Bibliografia Pianificare in condizioni di complessità ed incertezza Il pensiero della complessità, a differenza del paradigma riduzionista (fondato sulla scomposizione del mondo in unità elementari, il cui comportamento, sottoposto all’osservazione scientifica, rappresenta regole estendibili a leggi universali) interpreta la realtà come molteplicità irriducibile di sistemi interagenti, un universo di relazioni che si manifestano a differenti scale spaziali e temporali e che sono attivate dalle differenze implicite in ogni sistema. Con l’introduzione dei concetti di indeterminatezza, incertezza, imprevedibilità quali parametri costanti e intrinseci della realtà, sono compromesse le basi della scienza classica, secondo cui una volta conosciute le condizioni iniziali di un sistema, se ne possono prevedere con esattezza ed oggettività i comportamenti Rassegna di Biourbanistica N. 01/2011
  • 15. 14 futuri. Ciò porta al completo spiazzamento vista, ciascuno frutto di una conoscenza delle abituali modalità di osservazione: specifica. «…si ha la sensazione che vengano giocati molti giochi contemporaneamente, e che Nella logica della complessità convivono durante il gioco cambino le regole di innumerevoli punto di vista che ciascuno» (Baumann 2002). sovrapponendosi, consentono l’apprendimento ad apprendere. Tale Un analogo spiazzamento si ha nei settori percorso conoscitivo si riflette nella attinenti alla pianificazione territoriale ed conoscenza ecologica, ovvero quella urbana: il concetto di territorio ha subito modalità di rapportarsi alla realtà che una trasformazione radicale, si passa da consente (Manghi, 2004) : una sua interpretazione quale risorsa il tracciare le mappe dei contesti in cui materiale suscettibile di sfruttamento, viviamo; spazio controllabile ove le diversità sono il comporre immagini di noi stessi, degli viste come resistenze alla trasformazione, altri, e delle nostre interazioni; ad una interpretazione in cui è riconosciuto il procurarci narrazioni ordinate di quel il carattere relazionale e incerto proprio di “disordine quotidiano chiamato un sistema complesso. esperienza”. Le differenti interpretazioni che si danno Una prima conclusione che si trae da del termine “territorio”, nonostante la queste sintetiche premesse è che non è varietà dei punti di vista, concordano nel possibile fare affidamento sui tradizionali ritenerlo un sistema complesso, modelli di analisi e valutazione, pur caratterizzato da una pluralità di relazioni riconoscendone la indiscussa correttezza fisiche, ecologiche, economiche e sociali, e scientifica. Piuttosto, come ci ricorda Morin da molteplici proprietà, quali, ad esempio, , è necessario individuare non tanto una la dipendenza alle condizioni iniziali e la metodologia (che porterebbe, per assurdo, non linearità delle relazioni tra interventi ad un nuovo riduzionismo), piuttosto un progettati ed evoluzione spontanea. Di anti-metodo, ove l’incertezza e la conseguenza, appare non più applicabile confusione diventano virtù. l’approccio razionalista alla sua pianificazione, approccio che si rivela Nel pensiero complesso viene, infatti, ancora meno adeguato se riletto alla luce messa in discussione la possibilità di una delle sempre più pressanti richieste di conoscenza descrittiva, e viene compatibilità ecologico-ambientale, ed riconosciuto il ruolo dell’osservatore nel ingestibile se rapportato alla dialettica processo conoscitivo, tramite parametri globale/locale. percettivi e codici interpretativi che ha a disposizione. Si afferma così una visione Con tali presupposti, il territorio come progettuale della conoscenza, dove sistema complesso si dimostra esplorabile coabitano molteplici punti di vista e non secondo logiche razionali e deduttive, metodologie: l’osservatore fa parte della piuttosto tramite nuovi processi di complessità apportando la sua visione del conoscenza: il pensiero della complessità ci mondo. ha reso consapevoli della infondatezza di un unico punto di osservazione capace di La rilettura del territorio in termini di omogeneizzare le differenze ed eliminare le interazioni consente di riflettere sulle sue contrapposizioni tra i differenti punti di modalità di funzionamento e di evoluzione Rassegna di Biourbanistica N. 01/2011
  • 16. 15 attraverso un approccio particolarmente moltiplicazione degli orizzonti possibili attento alle relazioni esistenti tra le parti e/o probabili. ed il tutto. Inoltre, il riconoscimento della Strumento per riorientare pratiche e valenza sociale e politica della politiche, capace di individuare ed pianificazione conduce a ripensare la interpretare le nuove dinamiche di stessa come attività volta a definire trasformazione dei sistemi territoriali in soluzioni concordate tra i differenti relazione alle trasformazioni della soggetti che interagiscono nel processo di domanda sociale. piano. Strumento di identificazione di scenari Ciò porta ad immaginare una struttura di trasformazione desiderabili, basati su progettuale aperta, flessibile, lontana da obiettivi condivisi ed attuati in maniera schematismi e da rigidità funzionali, non sperimentale attraverso progetti pilota. deterministica ma caotica, una metodologia Modalità di interazione sociale, capace progettuale capace di gestire le incertezze e di fare emergere e saper gestire le la complessità, individuando non una contraddizioni necessarie per attivare soluzione, ma una serie di possibili processi comunicativi, valorizzare le strategie. In altri termini, un processo di differenze, attivare processi di pianificazione basato su una visione responsabilizzazione ed apprendimento dinamica del contesto, attraverso la sociale. formulazione di una serie di ipotesi, Percorso verso la sostenibilità che configurando non tanto un sistema confluisca nella costruzione e nello gerarchico in cui le differenti forme di sviluppo di relazioni coevolutive tra azione sono connesse secondo un percorso dimensione antropica e cicli evolutivi lineare analisi-piano-progetti, quanto dell’ambiente naturale. piuttosto attraverso un percorso che sia ciclico ed interattivo. Tale concettualizzazione rappresenta un importante contribuito per il superamento Secondo Morin, una delle vie possibili per della visione deterministica e statica del la conoscenza nell’ambito della complessità territorio: si ha a che fare con una e dell’incertezza è da rintracciarsi nella concezione sistemica della realtà, i cui strategia, intesa non tanto come limiti, senza dubbio, sono rintracciabili formulazione di programmi, ma come arte nell’aumento delle variabili da considerare; di utilizzare le informazioni che “si si ricorda, tuttavia, che la sfida della producono con l’azione, di integrarle, di complessità – citando ancora Morin - può formulare determinati schemi di azione e essere affrontata con successo solo di porsi in grado di raccoglierne il massimo attraverso il ricorso ad una maggiore di certezza per affrontare ciò che è incerto” complessità, ovvero ad una maggiore (Morin 1997). progettazione creativa di risposte multiple ed intelligibili. Riletta in chiave urbanistica, la strategia di Ciò presuppone il passaggio da forme di conoscenza – e quindi di pianificazione - conoscenza e di azione di tipo analitico, del territorio, dovrebbe configurarsi come: tecnico e gerarchico a percorsi e metodi Processo di sperimentazione di basati sull’ascolto delle differenze e delle alternative di sviluppo, ovvero continua specificità del territorio, introducendo riflessione sul cambiamento e sulle modalità di intervento di tipo interattivo, trasformazioni desiderabili, sulla relazionale, imparando ad apprendere da più prospettive, spesso in conflitto tra loro. Rassegna di Biourbanistica N. 01/2011
  • 17. 16 Riferimenti Cerqua A., Complessità ed incertezza nella Gli ambiti d’azione delle pianificazione: un approccio interdisciplinare per la comprensione delle politiche urbane per il dinamiche territoriale, Aracne Ed., Roma, 2009. cambiamento di Fabio Cremascoli You may say I’m a dreamer, But I’m not the only one, I hope some day you’ll join us, And the world will live as one… John Lennon, Imagine. Quando parliamo di politiche nell’era della transizione, o di politiche per la transizione urbana, dobbiamo avere chiaro in mente che da oggi in poi il modo di operare dei policy makers, dovrà essere differente da quanto è stato fatto sino ad oggi. La situazione non è affatto semplice in quanto viviamo in un’epoca in cui l’incertezza è dominante, in cui le risorse economiche sono poche, in un periodo di acclarata “crisi” generalizzata” (economica, sociale, ecologica), e in cui il processo di decentramento amministrativo avviato nell’ultimo decennio del XX secolo, inizia in qualche modo a scricchiolare, perché contraddittorio e rimasto incompiuto. Il cosiddetto principio di sussidiarietà è stato infatti mal attuato, tanto che in tutta la penisola e in alcune regioni in particolare, i comuni sono stati investiti di pieni poteri in ambito di pianificazione urbanistica, in mancanza però di autonomia finanziaria, e con le limitazioni del “patto di stabilità”. Questa situazione ha certamente contribuito ad aggravare la questione del consumo di territorio nel nostro paese, in quanto è ormai risaputo che i comuni fanno (o sono costretti a fare) quadrare i loro bilanci con gli oneri di urbanizzazione, i Rassegna di Biourbanistica N. 01/2011
  • 18. 17 contributi di costruzione e – ora in parte - verticale tra enti pubblici di diverso livello con le imposte sugli immobili. amministrativo, e per stimolare azioni di In particolare si è affermato un “modello di sussidiarietà orizzontale che prevedano la sussidiarietà asimmetrica”, caratterizzato partecipazione attiva della società civile, in da un aumento delle responsabilità un’ottica di governance multilivello. gestionali, e da un decremento di risorse ripartire dall’alto, ma anche da mancanza Inoltre chi si occuperà di politiche per la di margini di autonomia gestionale transizione, dovrà osservare con molta sull’impiego delle stesse [1]. attenzione le esperienze europee ed extraeuropee in ambito di Tra l’altro in Italia le Politiche urbane, programmazione territoriale integrata, avviate sulla scorta del processo di senza però “copiarle” in modo europeizzazione avviatosi all’inizio degli decontestualizzato, com’è invece avvenuto anni Novanta con l’emanazione di direttive in alcuni casi in Italia, ad esempio con le e di politiche tematiche da parte della politiche urbane per la sicurezza, mutuate Comunità europea, sono state sempre sulla base dei “contratti locali di sicurezza” implementate attraverso specifiche leggi, e francesi, ma carenti dal punto vista gestite principalmente da vari organi dell’integrazione delle stesse con le dell’apparato amministrativo centrale politiche per il superamento del disagio (DICOTER, CIPE, ecc…). Le politiche urbane socio-economico e per l’inclusione sociale e territoriali sono state principalmente nelle città, soprattutto in zone marginali o politiche calate dall’alto, frammentate e periferiche. non continue nel tempo. Non sono state affatto politiche locali. Allo stesso modo sarà necessario cominciare a ragionare in un sistema di Si vedano ad esempio le leggi varate nel coordinate differente da quello che ha decennio novanta-duemila, in cui sono stati guidato i politici fino ad oggi. I temi del varati i cosiddetti “programmi complessi”, global change dovranno essere in cima alle ed anche gli strumenti della agende politiche di tutti i livelli di governo. “programmazione negoziata”, tutti L’efficienza energetica delle città, dispositivi di approccio territorializzato l’allontanamento progressivo dai (area based), che insieme al resto del combustibili fossili, la ricerca di un ventaglio delle politiche urbane (politiche ambiente urbano amico degli esseri viventi abitative, della sicurezza, ecc.), sono state attraverso una nuova filosofia progettuale, pensate e gestite dallo Stato, in parte l’accurata gestione dei rifiuti, la declinate e disciplinate da specifiche compattazione urbana, dovranno orientare normative regionali, molto spesso attuate l’azione [2]. con la partecipazione diretta delle città a specifici bandi (es: PRUSST – programmi di Sempre a questo scopo sarebbe utile riqualificazione urbana e di sviluppo rileggere con attenzione alcuni documenti sostenibile del territorio, Contratti di di matrice comunitaria, ancora oggi utili a quartiere, Urban Italia…). farci un’idea su come possa essere impostata una pianificazione efficace e Per cui le politiche per la transizione multi comprensiva. Per fare solo un urbana, dovranno riflettere innanzitutto esempio, prendo in considerazione, sui meccanismi fiscali in grado di poter sebbene sia un po’ datato, lo Schema di realmente affermare la sussidiarietà Sviluppo Spaziale Europeo (SSSE), Rassegna di Biourbanistica N. 01/2011
  • 19. 18 elaborato tra il 1997/1999, con cui si dei nuovi rapporti fra città, che si basano intende riconoscere la competenza dei sempre più sulle reti di sinergia e di governi di “livello superiore” nel complementarietà [5] che vengono a raggiungimento di uno sviluppo equilibrato stabilirsi fra reti civiche oltre che da che si impernia sul rispetto delle processi incremento del benessere nella peculiarità ambientali e dei luoghi, società. Mentre con il termine “visione ponendo attenzione alla tematica consumo condivisa” si indica nello specifico la di suolo e ai nuovi rapporti città-campagna costruzione di scenari di riferimento, di [3]. “situazioni ideali”, in quanto esito del processo di progettazione partecipata, Nello SSSE viene messa in luce dunque scenari futuri la cui definizione è l’importanza di acquisire una concezione condivisa da diversi attori. sistemica di ambiente, territorio e di città, e viene riconosciuta sia la necessità di un Questa impostazione del planning viene ambito di orientamento e di supervisione ovviamente ripresa dalla pianificazione sovralocato – il livello europeo e i governi strategica di matrice anglosassone e si nazionali - sia la necessità di operare dal presta a trattare questioni urbane e “basso”, a partire quindi direttamente dalle territoriali, sociali ed economiche città, se non da parti di città, come i complesse in modo molto ampio e quartieri. coordinato. Ad esempio proprio non molto tempo fa nell’ambito del Piano Regionale Sembrano dunque delinearsi, almeno negli per l’area metropolitana di Chicago (“Go To intenti dell’attore europeo – già da una 2040: Comprehensive Regional Plan”) sono decina d’anni - alcuni strumenti, stati trattati e condivisi temi rilevanti denominati anche come “piani di terza riguardanti l’alimentazione sostenibile generazione” [4] che prendono in locale, seguendo l’orientamento della considerazione gli elementi “globale” e rilocalizzazione dell’economia, un tipo di “locale” in modo congiunto, considerando attività – o buona pratica - che potrebbe in modo evolutivo la dinamica delle azioni essere “ricalcata”, anche nell’ambito del circoscritte ad ambiti territoriali limitati percorso di definizione dell’Expo milanese spazialmente, come pedine da inserire in del 2015 [6]. uno spazio territoriale più ampio e complesso da considerare in modo Altra caratteristica di questo tipo di sistemico. programmazione è l’applicazione di quella che viene definita “democrazia I piani strategici di questa impostazione deliberativa”, ossia un campo di sono inoltre caratterizzati da termini- sperimentazione di procedure metodi e emblema quali spesso sono le voci “rete”, tecniche atti a favorire i processi di “reticolare”, “vision” o “visione condivisa”, costruzione delle politiche pubbliche, che vengono adottati a vari livelli della basati sulla partecipazione attiva, in pianificazione. Così con il termine “rete” condizioni di accoglienza, neutralità, (rete di attori, reti sociali, reti di città…) si accessibilità e trasparenza, dove per vuole alludere sia alla molteplicità dei “deliberazione” non si intende la “decisione singoli attori che possono partecipare ad finale”, ma il processo di dialogo e un processo di piano, inteso come un discussione che precede - orienta - processo di progettazione partecipata (dal supporta la decisione del soggetto basso, o bottom-up), sia alla dimensione istituzionale competente ad esprimerla [7]. Rassegna di Biourbanistica N. 01/2011
  • 20. 19 In tal senso le arene deliberative [2] Pallante M., 2008, Un programma politico per la potrebbero essere strutturate alla scala di decrescita, Edizioni MDF, Roma. [3] Camagni R., 1996, a cura di, Economia e quartiere, avendo però sempre a mente un pianificazione della città sostenibile, Il Mulino, quadro di obiettivi differenziati o a Bologna. geometria variabile, che vanno dal livello di [4] Curti F., Gibelli M.C., 1996, a cura di, maggiore prossimità del cittadino fino alla Pianificazione strategica e gestione dello sviluppo scala metropolitana, o comunque che urbano, Alinea, Firenze. [5] Camagni R., Gibelli M.C., 1997, Città in Europa: interessino l’ambito territoriale più esteso globalizzazione, coesione e sviluppo sostenibile, di influenza delle politiche. Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Politiche Comunitarie, Sviluppo del territorio, Allora si, che diventa necessario, Dipartimento per l’informazione e l’editoria, Roma. superando gli attriti del campanilismo che [6] http://mall.lampnet.org [7] Pasqui G., 2005, Progetto, governo, società. caratterizza troppo spesso alcune Ripensare le politiche territoriali, Franco Angeli, municipalità italiane, ritornare a pensare di Milano abolire gli enti provincia anche solo laddove ci sia un’area metropolitana, per “costituire” le città metropolitane, come previsto dalla Costituzione Italiana e dal testo Unico degli Enti locali. Allo stesso tempo però sarà necessario rafforzare le municipalità o i consigli di circoscrizione, per meglio definire gli ambiti locali che possano garantire una più efficace partecipazione. Sono dunque il livello territoriale di più ampia scala (o metropolitano), con la definizione di strumenti “informali” di pianificazione strategica (Agende, Programmi d’azione, ecc.), insieme al livello di immediata prossimità - il cosiddetto “locale-locale” – con strumenti di tipo progettuale e programmatorio da coordinare e vincolare agli obiettivi di scala sovra-ordinata, gli ambiti spaziali ottimali, su cui le politiche urbane e territoriali per la transizione dovranno operare in un imminente futuro, definendo al contempo adeguati dispositivi di fiscalità locale e di ridistribuzione equa delle risorse in grado di far diminuire l’influenza del mercato immobiliare nei processi di pianificazione. Note [1] Allulli M., 2010, Le Politiche Urbane in Italia. Tra adattamento e frammentazione, Cittalia – ANCI. Rassegna di Biourbanistica N. 01/2011
  • 21. 20 anche accennare come tutte queste Dall'urbanistica alla questioni siano vane, come lo sono state Biourbanistica, dalla città tante acute analisi tentate da Alexander, da Lynch, da Mitscherlich, se non si tien conto all'ipercittà. di un fatto: la pressoché cecità dell'uomo d'oggi verso la qualificazione semantica del suo habitat.” Nuovi significati urbani nel A molti può sembrare azzardato citare paradigma dell'interattività. questo passo per rappresentare la situazione odierna, ma se si riflette a fondo di Matteo Rocca ci si accorge che quelle parole erano a dir poco profetiche. Ci troviamo oggi a parlare Affrontare il tema dell'urbanistica oggi è di Biourbanistica, disciplina che vede nel una questione complessa, non solo dal riferimento agli organismi viventi la punto di vista strutturale ma sopratutto da metafora per rappresentare sistemi urbani quello culturale, questo molto dotati sempre più di elevati gradi di probabilmente dipende dalla crisi della entropia. Potrebbe essere quindi “comodo” conoscenza che stiamo attraversando. Crisi pensare che in un sistema altamente che non è dovuta alla mancanza di disordinato, caratterizzato dal caos, non si informazioni, ma anzi alla sovrabbondanza è in grado di poter agire sulla componente di queste nella nostra vita. Viviamo infatti semantica dello spazio, ma questo è in un era in cui le informazioni sono alla sicuramente un atteggiamento sbagliato, portata di tutti ma ancora non abbiamo comprensibile (entro certi limiti) in una strumenti adeguati per poter compiere società degli anni '70 ma non certo in una scelte consapevoli, non solo in materia società come quella odierna. urbanistica, ma in quasi tutte le attività della nostra vita. È implicito come la Il caro Alexander citato poc'anzi aveva condizione di “instabilità culturale” che capito prima di molti altri come, caratterizza sempre più la nostra società considerare la città un sistema stia condizionando la nostra vita e lo spazio dinamicamente complesso, significasse che abitiamo. È un fatto drammatico se ammettere che l'organismo urbano fosse vogliamo, ma ancora più drammatica, è la strutturato secondo componenti tra loro in considerazione che tali ragionamenti non relazione, in grado di dar luogo processi nascano oggi ma hanno origine all'inizio che per essere analizzati e letti degli anni '70 come ricorda Gillo Dorfles: richiedessero strumenti nonché tecniche di controllo innovative. Grazie all'evoluzione “la situazione delle nostre città, prima tecnologica la nostra società non si trova d'ogni altra, costituisce una delle spie più certamente in una condizione di deficit di sensibili della condizione di disagio in cui ci potenza di calcolo. Se dunque possediamo troviamo a vivere; è dunque essenziale oggi strumenti in grado di gestire un cercar di porre un rimedio a questa numero elevatissimo di informazioni, quali condizione attraverso una oculata sono gli elementi che ci lasciano nella organizzazione urbanistica. […] una lotta condizione di “cecità”? per la buona urbanistica non ha senso senza una lotta per una saggia Il discorso a questo punto si amplia, anzi organizzazione ecologica […] ma vorrei per usare un richiamo alla fisica, diventa Rassegna di Biourbanistica N. 01/2011
  • 22. 21 altamente complesso, come lo è la natura divulgativi ha permesso di avviare inedite stessa per sua definizione che quindi non forme di coinvolgimento sulle scelte di può essere certamente sintetizzata perché pianificazione. Un piano chiaro e diretto, tale operazione rappresenterebbe la trasmesso con un lessico non specialistico negazione dell'organismo città e che ha concepito soluzioni spaziali riproporrebbe il fallimento già ampiamente comprensibili per la comunità locale.” analizzato del modello razional - comprensivo. È invece paradossale come Ricordano giustamente vari autori siano complessi gli apparati normativi, che (Bortolotto e Palo): “De Carlo grazie alla rischiano, se già non lo hanno fatto, di sperimentazione del concetto di piano – innescare un processo di “sovra processo, cioè la modalità della continua strutturazione” della materia urbanistica, verifica svolta dagli attori della città nelle nonché un'aporia normativa, anch'essa varie fasi operative, pianifica e organizza il ampiamente discussa negli ultimi anni. Si territorio in stretta connessione con la sua creano effetti e conseguenze facilmente visione sociale dell'individuo e delle percepibili anche ai non addetti ai lavori. comunità arrivando addirittura ad affermare, anche a fronte di una Se il paradigma in cui ci troviamo a vivere e complessità crescente, che: nell'ordine c'è ad operare è questo, lo stato di cecità la noia frustrante, mentre nel disordine c'è potrebbe essere superato attraverso l'uso la fantasia esaltante della partecipazione.” consapevole degli strumenti tecnologici odierni, ma anche grazie ad una presa di Il termine partecipazione è andato molto di coscienza e un'assunzione di moda negli ultimi anni ma difficilmente si è responsabilità. Ma questi elementi non riusciti ad includere e coinvolgere le sono sufficienti, è necessario prendere una persone all'interno di un processo di piano, ferma presa di posizione, che per certi versi in altre parole non si è riusciti ad interagire in architettura esiste già. Dobbiamo essere con la pianificazione, è ciò risulta in grado di spostare il centro delle nostre paradossale, in una società come la nostra analisi non più sugli oggetti e sulle che continuamente interagisce con gli altri procedure, quanto sugli attori della scena in tempo reale grazie agli strumenti politica, economica, urbanistica, informatici. architettonica, sociale, cioè per essere ancora più chiari, bisogna mettere al centro Può dunque la città essere considerata di tutto l'uomo, e quindi la soggettività. un'ipercittà, o se vogliamo un ipertesto? Questi che possono sembrare a molti come Sicuramente considerare la città come un concetti nuovi, in realtà sono analisi che testo, o meglio come un palinsesto, usando fortunatamente alcuni progettisti e una metafora della linguistica strutturale, è urbanisti hanno sviluppato nella loro come noto, un passaggio corretto dal punto attività, e lo si può capire leggendo e di vista metodologico, ma oggi possiamo osservando un progetto che potremmo accontentarci del semplice testo? È un definire, senza problemi, un vero e proprio problema notevole di lettura ed “modello” quale il piano regolatore interpretazione dei segni non solo dello Generale di Urbino. “Con il piano di Urbino spazio fisico che ci circonda, e quindi per la prima volta si parla di una dell'ambiente già antropizzato, ma anche e particolare capacità di partecipazione sopratutto di quello che ancora non esiste, collettiva, che attraverso incontri o se esiste, lo è in forma metaforica e Rassegna di Biourbanistica N. 01/2011
  • 23. 22 quindi ipertestuale. Se da un lato intuisce governo ma anche e sopratutto come Corboz: “un testo è una struttura lineare, capacità di confronto e dialogo, si potrebbe gerarchizzata all'inizio, percettibile di per realizzare nella governance della città, se si sé dai sensi; l'ipertesto, al contrario, non è utilizzassero gli strumenti di cui già si in sé percettibile attraverso i sensi, non ha dispone per percepire, decodificare, una struttura univoca e imperativa, si proporre visioni di città condivise in grado recepisce quasi ad libitum. L'ipercittà è di innescare processi altamente formativi. un'accumulazione senza regola (apparentemente), è il risultato di una Esistono già da ormai vent'anni sistemi moltitudine di scelte, che sono tutte sperimentali che hanno l'obiettivo di razionali, o che aspirano ad esserlo, ma che includere le persone nei processi di piano, obbediscono a delle logiche differenti, in basti pensare a sistemi come i PSS, antagonismo le une con le altre.” Planning Support System, o i PPGIS, Public Participation Geographic Information Scelte che vengono fatte dai singoli, da chi Systems, ovvero sistemi informativi la città la abita, la vive, la utilizza, la geografici a supporto di processi consuma. Arriviamo quindi ad una decisionali spaziali collaborativi. Sistemi di considerazione importante, all'interno questo tipo oggi possono essere realizzati della città esistono delle forze che, con pochi sforzi e poche risorse sfruttando interagendo con alcuni componenti a pieno le potenzialità di internet e di una dell'organismo urbano, sono in grado serie di strumenti di corredo quali “geo - alterare lo spazio fisico. Ma tali forze tools” in grado di offrire un elevato grado possono essere sempre maggiori, se di conoscenza del territorio e di poter pensiamo che ciascuno di noi possiede non permettere il dialogo con gli utenti al fine tanto una forma ideale di città, quando una di creare pareri condivisi e scenari futuri. referenza, un'idea. Se ciò è vero, tutti Pensiamo alle opportunità che in questo possono essere reali “designer” della città, senso offrono le recenti piattaforme come tutti sono in grado di poter dire la loro su quelle dei social network. determinati fenomeni. Questo avviene già in parte ma in modo non parallelo, senza Bisogna creare relazioni metaforiche, mai congiungersi con la direzione dello creare link che connettano le relazioni sviluppo della società, un esempio è dato esistenti nello spazio urbano e della nostra dai mezzi di comunicazione utilizzati in vita sociale con “nuove”relazioni. Se oggi è maniera impropria, cioè quando non si possibile parlare di ipercittà, è perché il cerca la soluzione ai problemi, ma si vuole vero catalizzatore della crescita soltanto portare alla luce una critica, dell'organismo urbano è l'interattività aprendo questioni che risultano poi avere come ricorda Antonino Saggio: un livello di informazione pari a zero, in quanto non generano ne proposte “l'interattività è l'elemento catalizzatore di progettuali ne presupposti per la questa fase della ricerca architettonica risoluzione di problemi. perché al suo interno ricade il sistema di comunicazione contemporaneo basato Abbiamo oggi le possibilità di poter sulla possibilità di creare metafore e quindi partecipare ai processi pianificatori e forse di navigare prima e di costruire poi sistemi non ci rendiamo conto di questo. Non ci si ipertestuali, perché l'interattività pone al rende conto di come la politica, intesa non centro il soggetto invece dell'assolutezza solo come capacità di attuare forme di dell'oggetto, perché l'interattività Rassegna di Biourbanistica N. 01/2011
  • 24. 23 incorpora la caratteristica fondamentale conduce ad una serie di indicazioni e di dei sistemi informatici, cioè la possibilità di giudizi di valore, ma quei problemi e creare modelli interconnessi e mutabili di questioni per cui non è possibile il informazioni continuamente consenso reciproco diventano allora parte riconfigurabili, e infine perché del processo discorsivo successivo.” l'interattività gioca strutturalmente con il tempo e indica un'idea di continua Stiamo parlando di dialogo, di creazione di “riconfigurazione spaziale” che cambia i pareri e sopratutto di capacità di scelta e confini consolidati sino a oggi sia del tempo della considerazione che nella nostra che dello spazio.” società non è più ammesso sbagliare, e quindi, ogni singola alterazione dello Analizzare il rapporto tra città e politica, o spazio, deve essere apportata con una meglio socio – politica è una questione grandissima responsabilità. Concetti come cruciale nella costruzione della città. La quello dello sviluppo sostenibile, sono Biourbanistica pone delle questioni di importanti ma posseggono la natura del grandissimo interesse che nei prossimi loro essere nelle considerazioni fatte fino a anni si svilupperanno con una velocità questo punto. Lo sviluppo sarà sempre più elevatissima, allo stesso modo sostenibile se lo sarà sopratutto per dell'aumento della complessità dei sistemi l'uomo, nel momento in cui esso sarà in urbani. Ma in tutto questo “magma” di grado di comprendere quali saranno i suoi informazioni l'elemento fondamentale è reali bisogni e le sue reali necessità. In sempre l'uomo, che deve poter partecipare questo modo si potrà abbandonare in alla semantizzazione del suo habitat per senso positivo la parola Urbanistica per poter uscire dalla condizione di spettatore potenziarla con l'uso della parola passivo (la “cecità” di cui si accennava Biourbanistica con l'auspicio di poter all'inizio dell'articolo) di un cambiamento parlare e scrivere più di concetti culturali, regolato da altre dinamiche. che di norme e decreti che sicuramente regolano comportamenti, ma che spesso L'uomo diventa non solo interprete ma sono avulsi dalle dinamiche sociali e dalla anche attento osservatore e valutatore. Nel velocità di trasformazione degli esseri concetto di Biourbanistica è insito quello di viventi. partecipazione e quindi anche quello di valutazione, o meglio di autovalutazione Bibliografia delle scelte effettuate da parte degli Alexander C., Notes sulla sintesi della forma, Il interpreti del processo di pianificazione. La Saggiatore, Milano, 1967; Biourbanistica può essere l'elemento in Bortolotto S. e M. C. Palo, Per un'urbanistica “civile”: grado di rendere concreto il concetto della Giancarlo de Carlo e il Piano Regolatore Generale di pianificazione comunicativa intendendola Urbino, 1958 – 1964, in Per una storia del restauro come correttamente fa Khakee: urbano di Giambruno M.C.; Campagna M., Le tecnologie dell'informazione “la valutazione diventa una questione non spaziale per il governo dei processi insediativi, solo di efficacia e legittimità ma anche di Franco Angeli, Milano, 2004; integrità e comprensione reciproca. La Corboz A., L'ipercittà, in Urbanistica 103, 1994; valutazione stessa diventa una forma di Dorfles G., Dal significato alle scelte, Einaudi, Torino, discorso interattivo dove tutti i soggetti 1973; coinvolti possono spiegare i loro valori, i Farinella R., La città tra urbanistica e paesaggio, in loro problemi e le loro preoccupazioni. Ciò Paesaggio Urbano 5/6, 2000; Rassegna di Biourbanistica N. 01/2011