L'intervento di Raffaele Colaizzo ai lavori del Laboratorio di Capacity Sud Puglia “GAL Territori Attivi – Opportunità e strategie verso Europa 2020”. Il nuovo scenario della programmazione Europa 2020 e le priorità dei GAL. Mesagne, 7 marzo 2014
La Strategia Europa 2020. La nuova regolamentazione delle politiche di coesione. Gli elementi fondamentali della Programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali. Territorio e integrazione nei nuovi regolamenti.
I processi di consultazione per la strategia dell'innovazione
Raffaele Colaizzo: La programmazione 2014-2020 per lo sviluppo e la coesione territoriale
1. La programmazione 2014-2020
per lo sviluppo e la coesione territoriale
Raffaele Colaizzo
Mesagne, 7 marzo 2014
LABORATORIO “GAL Territori Attivi – Opportunità e strategie verso Europa 2020”
WORKSHOP “Il nuovo scenario della programmazione Europa 2020 e le priorità dei GAL”
2. Obiettivi della presentazione
Raffaele Colaizzo
Vallo della Lucania, 22 gennaio 2014
• Discutere le novità delle politiche di sviluppo e coesione
2014 – 2020, con un affondo sugli strumenti di
progettazione territoriale integrata
• Introdurre i contenuti essenziali dell’Accordo di
Partenariato per l’Italia
3. La nuova regolamentazione della
programmazione 2014-2020
Stato di attuazione, contenuti, geografia di applicazione
Raffaele Colaizzo
Vallo della Lucania, 22 gennaio 2014
4. Agenda del processo di programmazione
GU L 347/320
20.12.2013
1.
Adozione
Regolamenti e
QSC (UE)
Entro il 22.4.2014
(Art. 14 Reg. 1303)
Entro 3 mesi da 2.
(Art. 16 Reg. 1303)
Entro 4 mesi da 2.
(Art. 16 Reg. 1303)
2.
Trasmissione AdP
(SM→CE)
3.
Osservazioni a
AdP (CE)
4.
Decisione
su AdP (CE)
Entro 3 mesi da 2.
(Art. 26 Reg. 1303)
Entro 3 mesi da 5.
(Art. 28 Reg. 1303)
Entro 3 mesi da 6.
(Art. 28 Reg. 1303)
5.
Trasmissione PO
(SM→CE)
6.
Osservazioni a PO
(CE)
7.
Decisione
su PO (CE)
22 luglio 2014
Al netto del periodo di
interruzione
5. La GU L 347/320 del 2013 pubblica i
regolamenti dei fondi strutturali ed
altri importanti regolamenti
riguardanti i fondi SIE ed alcuni
programmi comunitari
• Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio,
del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di
sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul
Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli
affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di
sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul
Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il
regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio
• Regolamento (UE) n. 1301/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio,
del 17 dicembre 2013, relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale e
a disposizioni specifiche concernenti l'obiettivo "Investimenti a favore
della crescita e dell'occupazione" e che abroga il regolamento (CE)
n. 1080/2006
• Regolamento (UE) n. 1304/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio,
del 17 dicembre 2013, relativo al Fondo sociale europeo e che abroga il
regolamento (CE) n. 1081/2006 del Consiglio
• Regolamento (UE) n. 1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio,
del 17 dicembre 2013, sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo
europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e che abroga il
regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio
6. PACCHETTO LEGISLATIVO UE (Regolamenti e QSC)
FESR, FSE, FC, FEASR, FEAMP (fondi SIE)
ACCORDO DI PARTENARIATO
FESR, FSE, FC, FEASR, FEAMP
Livello
Nazionale o
Regionale
Programmi Operativi
FESR
Programmi di SR
FEASR
Programmi Operativi
FSE
Programmi Operativi
FC
Livello UE
Livello
Nazionale
Programmi Operativi
Plurifondo
(FESR, FSE, FC)
Programmi Operativi
FEAMP
Quadro della programmazione 2014 - 2020
7. I documenti chiave
Quadro Strategico Comune
(artt. 10–12 RRDC)
Definisce gli elementi per una direzione strategica chiara del
processo di programmazione e per il coordinamento settoriale
e territoriale degli interventi dell'Unione nel quadro dei Fondi
del QSC e delle altre politiche, in linea con gli obiettivi della
strategia Europa 2020.
Accordo di
partenariato
(artt. 13–17 RRDC)
Trasferisce le disposizioni del QSC nel contesto nazionale e
stabilisce gli impegni per raggiungere gli obiettivi dell'Unione
attraverso la programmazione dei Fondi del QSC. Viene
preparato dallo Stato Membro con la partecipazione dei
partner in base al sistema della governance a più livelli
Programma
(artt. 26–31 RRDC)
Definisce le priorità, gli obiettivi specifici e le dotazioni
finanziarie dei Fondi del QSC e il corrispondente
cofinanziamento nazionale. Comprende le modalità per
garantire l'attuazione coordinata dei Fondi del QSC
8. Gli obiettivi di Europa 2020
Occupazione
Innalzamento al 75% del tasso di occupazione (per la fascia
di età compresa tra 20 e 64 anni)
R&S / innovazione
Aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo ed
innovazione al 3% del PIL dell'UE (pubblico e privato
insieme)
Cambiamenti climatici / energia
(i) Riduzione delle emissioni di gas serra del 20% (o persino
del 30%, se le condizioni lo permettono) rispetto al 1990;
(ii) 20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti
rinnovabili; (iii) Aumento del 20% dell'efficienza energetica.
Istruzione
(i) Riduzione degli abbandoni scolastici al di sotto del 10%;
(ii) Aumento al 40% dei 30-34enni con un'istruzione
universitaria
Povertà / emarginazione
Almeno 20 milioni di persone a rischio o in situazione di
povertà ed emarginazione in meno
9. Obiettivi tematici dei fondi SIE (art. 9 RRDC)
① Rafforzare la ricerca, lo
sviluppo tecnologico e
l'innovazione
② Migliorare l'accesso alle TIC,
nonché il loro impiego e
qualità
③ Promuovere la competitività
delle PMI, l'agricoltura
(FEASR) e la pesca e
acquacoltura (FEAMP)
④ Sostenere la transizione
verso un'economia a basse
emissioni di carbonio in tutti
i settori
⑤ Promuovere l'adattamento
al cambiamento climatico, la
prevenzione e la gestione
dei rischi
⑥ Tutelare l'ambiente e
promuovere l'uso efficiente
delle risorse
⑦ Promuovere sistemi di
trasporto sostenibili ed
eliminare le strozzature nelle
principali infra-strutture di
rete
⑧ Promuovere l'occupazione e
sostenere la mobilità dei
lavoratori
⑨ Promuovere l'inclusione
sociale e combattere la
povertà
⑩ Investire nelle competenze,
nell'istru-zione e
nell'apprendi-mento
permanente
⑪ Rafforzare la capacità
istituzionale e promuovere
un'amministrazione
pubblica efficiente
I regolamenti dei singoli fondi
identificano priorità collegate
agli OT
10. Obiettivi e copertura territoriale dei fondi
Obiettivi
(art. 89 RRDC)
Copertura territoriale
(art. 90 RRDC)
Investimenti in favore della crescita e
dell'occupazione negli Stati membri e
nelle regioni, con il sostegno di tutti i
Fondi
Cooperazione territoriale europea, con
il sostegno del FESR.
Regioni meno sviluppate, il cui PIL pro
capite è inferiore al 75% della media del PIL
dell'UE a 27
Regioni in transizione, il cui PIL pro capite
è compreso tra il 75% e il 90% della media
del PIL dell’UE a 27
Regioni più sviluppate, il cui PIL pro
capite è superiore al 90% della media del
PIL dell'UE a 27.
12. Concentrazione tematica FESR
(art. 4 della Proposta di Regolamento FESR)
1. Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione
2. Tecnologie Informazione e Comunicazione
3. Competitività
4. Economia a basse emissioni di carbonio
5. Adattamento al cambiamento climatico
6. Ambiente ed uso efficiente delle risorse
7. Sistemi di trasporto sostenibile
8. Occupazione e lavoro
9. Inclusione sociale
10. Competenze, istruzione, apprendimento
11. Capacità istituzionale
RS e RiT: almeno 80%
RmS: almeno 50%
RS > 20%, RiT > 15%,
RmS > 12%
RS e RiT: almeno 80%
RmS: almeno 50%
RS e RiT: almeno 80%
RmS: almeno 50%
RS e RiT: almeno 80%
RmS: almeno 50%
RS e RiT: almeno 80%
RmS: almeno 50%
RS > 80%, RiT >60%,
RmS > 50%
13. Concentrazione tematica FSE
(art. 4 della Proposta di Regolamento FSE)
1. Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione
2. Tecnologie Informazione e Comunicazione
3. Competitività
4. Economia a basse emissioni di carbonio
5. Adattamento al cambiamento climatico
6. Ambiente ed uso efficiente delle risorse
7. Sistemi di trasporto sostenibile
8. Occupazione e lavoro
9. Inclusione sociale e lotta alla povertà
10. Competenze, istruzione, apprendimento
11. Capacità istituzionale
SM: almeno 20%
RS: almeno 80%
RiT: almeno 70%
RmS: almeno 60%
Concentrazione
su 4 priorità
15. Strumenti di integrazione territoriale
nei nuovi Regolamenti dei fondi SIE
Obiettivo di
coesione territoriale
(TFUE)
Sviluppo Locale
Partecipativo (Art. 32)
Investimenti Territoriali
Integrati (Art. 36)
Applicazione di una singola
metodologia di CLLD per tutti i
Fondi e le regioni
Estensione
approccio
LEADER
S t r u m e n t i d i i n t e g r a z i o n e
FS + FEASR e
FEAMP
Fondi
SIE
Approccio di policy
integrato, territoriale,
multidimensionale
16. Lo sviluppo locale partecipativo
(Artt. 32 – 35 Reg. 1303/2013)
Gruppi di Azione Locale composti da
rappresentanti locali pubblici e privati, in cui né
il settore pubblico, né un singolo gruppo di
interesse ha più del 49% dei diritti di voto (art. 32
c. 2 lettera b)
Strategie territoriali di sviluppo locale
integrate e multisettoriali (art. 32 c. 2 lettera c)
Concentrazione su territori sub-
regionali specifici (art. 32 c. 2
lettera a)
Bisogni e potenzialità locali,
innovazione nel contesto locale,
istituzione di una rete,
cooperazione (art. 32 c. 2 lettera
d)
“La strategia di sviluppo
locale di tipo partecipativo
è un insieme coerente di
operazioni rispondenti a
obiettivi e bisogni locali e
che contribuisce alla
realizzazione della
strategia dell'Unione per
una crescita intelligente,
sostenibile e inclusiva e
che è concepito ed
eseguito da un gruppo di
azione locale” (cons. 19)
La popolazione del
territorio interessato è
compresa fra 10.000 e
150.000 abitanti, salvo
eccezioni (Art. 33, c. 6)
17. Integrazione e territorialità
(Artt. 32 – 35 Reg. 1303/2013)
FESR FEASR
FSE FEAMP
Aree costiere. Il CCLD rafforza e
integra l’approccio esistente, rafforza
le filiere della pesca e promuove la
diversificazione economica
Aree rurali. Il CLLD rafforza e facilita
l’approccio esistente, migliora gli
interventi di tipo rurale – urbano,
integra l’uso dei fondi
Aree urbane. Il CLLD
favorisce gli interventi
integrati che debbono
essere basati su un
approccio partecipativo
Occupazione e inclusione. Il
CLLD rafforza l’integrazione del
FSE nelle iniziative di sviluppo
locale e nei patti territoriali per
l’occupazione
Può essere designato un fondo
capofila per sostenere tutti i
costi di gestione e animazione
(Art. 32, c. 4)
Il CLLD è realizzato
nell’ambito di una o più
priorità del programma o dei
programmi pertinenti (Art. 32,
c. 5)
19. Strategie di sviluppo locale
(Artt. 33 Reg. 1303/2013)
Gli elementi della Strategia Aspetti attuativi
•Territorio e popolazione interessati
•Esigenze di sviluppo e potenzialità del
territorio
•Strategia ed obiettivi
•Processo associativo
•Piano d’azione
•Gestione e sorveglianza
•Piano di finanziamento
•Le strategie di sviluppo locale sono
selezionate da un comitato istituito dalle
autorità di gestione dei programmi.
•Il primo ciclo di selezione delle strategie di
sviluppo locale va completato entro due anni
dall’approvazione dell’AdP. Eventuali strategie
aggiuntive devono essere completate entro il
31.12.2017
•La decisione che approva una strategia di
sviluppo locale deve stabilire la dotazione a
titolo di ciascun Fondo SIE. Definisce inoltre i
ruoli delle autorità responsabili.
20. I compiti dei Gruppi di Azione Locale
(Art. 34 Reg. 1303/2013)
Rafforzare la capacità degli attori locali di formulare, attuare e
gestire operazioni
Elaborare procedure di selezione trasparenti e non discriminatorie,
con decisioni non a maggioranza pubblica
Garantire la coerenza fra operazioni selezionate e strategia dello
sviluppo locale partecipativo
Preparare e pubblicare bandi e procedure di selezione delle
operazioni
Ricevere le domande di sostegno e valutarle
Selezionare le operazioni e fissare l’ammontare del sostegno
Verificare e valutare l’attuazione della strategia e delle singole
operazioni
I GAL elaborano ed attuano le
strategie (Art. 34, c. 1). Essi
scelgono al loro interno un
partner capofila per le
questioni amministrative e
finanziarie, oppure si
riuniscono in una struttura
comune legalmente costituita
(Art. 34, c.2).
21. Sostegno dei fondi al CLLD
(Art. 35 Reg. 1303/2013)
Costi del sostegno preparatorio (formazione, studi del
territorio, progettazione, spese amministrative,
progetti pilota
Esecuzione delle operazioni nell’ambito della strategia
di sviluppo locale partecipativo
Preparazione e realizzazione delle attività di
cooperazione del Gruppo di Azione Locale
Costi di esercizio connessi all’attuazione della strategia
(costi operativi, costi per il personale, costi di
formazione, etc.)
Animazione della strategia di sviluppo locale di tipo
partecipativo per agevolare gli scambi fra le parti
Il tasso massimo di
cofinanziamento a livello di asse
prioritario è aumentato di dieci
punti percentuali laddove l'asse
prioritario sia attuato interamente
attraverso iniziative di sviluppo
locale di tipo partecipativo (Art. 120,
c. 5).
22. Investimenti Territoriali Integrati (art. 36 RRDC)
Commissione Europea (2012), Investimenti
Territoriali Integrati, Scheda Informativa.
Se una strategia di sviluppo territoriale
richiede un approccio integrato che
comporti investimenti nell'ambito
di più assi prioritari di uno o più
PO, l'azione è eseguita sotto forma di
Investimento Territoriale
Integrato.
I PO interessati individuano gli ITI
previsti e stabiliscono la dotazione
finanziaria indicativa di ciascun asse
prioritario destinata agli ITI.
Lo Stato membro o l'AdG può designare
uno o più organismi intermedi,
compresi enti locali, organismi di
sviluppo regionale o organizzazioni non
governative, cui delegare la gestione e
l'attuazione di un ITI.
23. CLLD e ITI
CLLD ITI
È un approccio strettamente dal
basso verso l'alto. Il gruppo di azione
locale stabilisce il contenuto della
strategia di sviluppo locale e le
operazioni soggette a finanziamento.
Gli ITI possono essere costruiti dall'alto
verso il basso, dal basso verso l'alto o
con una combinazione dei due
approcci.
Lo sviluppo locale partecipativo può
essere la componente di una strategia
urbana integrata implementata
mediante un ITI
24. Elementi chiave degli ITI
Dominio
territoriale
Qualsiasi area geografica con caratteristiche territoriali
particolari può essere oggetto di un ITI, da quartieri urbani specifici
con svantaggi a livello urbano, metropolitano, urbano-rurale, sub-
regionale o interregionale.
Applicabilità alle Reti
Un ITI può offrire iniziative integrate in unità con caratteristiche simili
all'interno di una regione, anche se distanti dal punto di vista
geografico (ad esempio, una rete di città di piccole o medie
dimensioni). Non è obbligatorio che un ITI copra l'intero territorio di
un'unità amministrativa.
Applicabilità nella
CTE
Gli ITI possono essere realizzati nell'ambito della Cooperazione
Territoriale Europea (CTE), ad esempio per implementare una
strategia integrata per lo sviluppo urbano in città transfrontaliere.
25. Elementi chiave degli ITI (segue)
Finalità
Gli ITI dovranno contribuire agli obiettivi tematici dei rispettivi
assi prioritari dei programmi operativi partecipanti, nonché agli
obiettivi di sviluppo della strategia territoriale.
Integrazione degli
interventi
Gli ITI possono essere finanziati dal FESR e dal FSE ma non è
obbligatorio combinare tutti i fondi in ciascun ITI. È auspicabile che
l'ITI combini il FESR e il FSE per collegare i piccoli investimenti alle
infrastrutture fisiche. Ciò è particolarmente importante nello
sviluppo urbano sostenibile. Possono partecipare gli altri fondi del
SIE
Governance
L'AdG del PO ha la responsabilità ultima della gestione e
dell'implementazione delle operazioni di un ITI. Tuttavia, può
designare organismi intermediari, inclusi autorità locali, organismi
di sviluppo regionale oppure organizzazioni non governative per
adempiere ad alcune o a tutte le attività di gestione e
implementazione.
26. La struttura e le principali opzioni
strategiche dell’Accordo di
Partenariato
27. Quadro di riferimento
Situazione
di contesto
Strategia
generale
Obiettivi tematici
Linee di indirizzo strategico
Risultati attesi / OS
Indicatori
quantificabili
Azioni
Fondi SIE
interessati
Aspetti territoriali
Strategia
per le città
Strategia
per le Aree Interne
Aspetti finanziari ed organizzativi
Allocazione finanziaria Attuazione e coordinamento Stato delle condizionalità
Struttura essenziale dell’Accordo di Partenariato
28.
29. Definizione dell’allocazione finanziaria di FESR e FSE
La nuova bozza di AdP
ripartisce i fondi
complessivi per l’Italia
(21,233 di FESR e 9,9 di
FSE) per Obiettivo
Tematico e per
Risultato Atteso
30. OBIETTIVO TEMATICO 1 - RICERCA, SVILUPPO TECNOLOGICO E
INNOVAZIONE
1.1 Incremento dell’attività di
innovazione delle imprese
1.2 Rafforzamento del sistema
innovativo regionale attraverso
l’incremento della collaborazione fra
imprese/reti di imprese e strutture di
ricerca, e la valorizzazione di queste
ultime
1.3 Promozione di nuovi mercati
per l’innovazione attraverso la
qualificazione della domanda
pubblica, la promozione di standard
di qualità, le competizioni
tecnologiche (challenges&prizes)
orientate a premiare la capacità di
soluzione di specifici problemi di
rilevanza sociale
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
31. OBIETTIVO TEMATICO 2 - AGENDA DIGITALE
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
2.1 Riduzione dei divari digitali
nei territori e diffusione di
connettività in banda larga e
ultra larga coerentemente con
gli obiettivi fissati al 2020 dalla
"Digital Agenda" europea
2.2 Digitalizzazione dei processi
amministrativi e diffusione di servizi
digitali pienamente interoperabili della
PA offerti a cittadini e imprese (in
particolare nella sanità e nella giustizia)
2.3 Potenziamento della domanda di
ICT dei cittadini in termini di utilizzo
dei servizi online, inclusione digitale
e partecipazione in rete
32. OBIETTIVO TEMATICO 3 - COMPETITIVITÀ DEI SISTEMI PRODUTTIVI
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
3.1 Rilancio della
propensione agli
investimenti del sistema
produttivo
3.2 Sviluppo
occupazionale e
produttivo in aree
territoriali colpite da crisi
diffusa delle attività
produttive
3.3 Consolidamento,
modernizzazione e
diversificazione dei sistemi
produttivi territoriali
3.4 Incremento del livello di
internazionalizzazione dei
sistemi produttivi e
dell’attrattività del sistema
imprenditoriale rispetto agli
investimenti esteri (IDE)
3.5 Nascita e
consolidamento delle
Micro, Piccole e Medie
Imprese a carattere
innovativo
3.6 Miglioramento
dell’accesso al credito
3.7 Aumento delle attività
economiche profit e non
profit a contenuto sociale e
delle attività di agricoltura
sociale
33. OBIETTIVO TEMATICO 4 - ENERGIA SOSTENIBILE E QUALITÀ
DELLA VITA
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
4.1 Ridurre i consumi
energetici negli edifici e nelle
strutture pubbliche o ad uso
pubblico, residenziali e non
residenziali e integrazione di
fonti rinnovabili
4.2 Ridurre i consumi
energetici nei cicli e strutture
produttive e integrazione di
fonti rinnovabili
4.3 Incrementare la quota di
fabbisogno energetico coperto da
generazione distribuita
sviluppando e realizzando sistemi
di distribuzione intelligenti
4.4 Incrementare la quota di
fabbisogno energetico
coperto da cogenerazione e
trigenerazione di energia
4.5 Migliorare lo sfruttamento
sostenibile delle bioenergie
4.6 Aumentare la mobilità
sostenibile nelle aree urbane
34. OBIETTIVO TEMATICO 5 - CLIMA E RISCHI AMBIENTALI
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
5.1 Ridurre il rischio idrogeologico
e di erosione costiera
5.2 Prevenire e mitigare i
cambiamenti climatici e ridurre il
rischio di desertificazione
5.3 Ridurre il rischio incendi e il
rischio sismico
35. OBIETTIVO TEMATICO 6 - TUTELA DELL’AMBIENTE E VALORIZZAZIONE
DELLE RISORSE CULTURALI E AMBIENTALI
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
6.1 Ridurre alla fonte la produzione
dei rifiuti urbani e aumentare la
percentuale di materia da destinare
alla preparazione per il riutilizzo e il
riciclaggio secondo gli obiettivi
comunitari minimizzando lo
smaltimento in discarica dei rifiuti
urbani
6.2 Ridurre la quantità e la
pericolosità dei rifiuti industriali e
agricoli
6.3 Restituzione all'uso produttivo
di aree inquinate
6.4 Migliorare il servizio idrico
integrato per usi civili e ridurre le
perdite di rete di acquedotto
6.5 Mantenere e migliorare la qualità
dei corpi idrici attraverso la
diminuzione dei prelievi e dei carichi
inquinanti, l'efficientamento degli usi
nei vari settori di impiego e il
miglioramento e/o rispristino
graduale della capacità di ricarica
delle falde acquifere
6.6 Contribuire ad arrestare la
perdita di biodiversità in ambito
terrestre e marino, migliorando lo
stato di conservazione delle specie
e degli habitat di interesse
comunitario e salvaguardando la
biodiversità legata al paesaggio
rurale, mantenendo e ripristinando
i servizi ecosistemici
36. OBIETTIVO TEMATICO 6 - TUTELA DELL’AMBIENTE E VALORIZZAZIONE
DELLE RISORSE CULTURALI E AMBIENTALI (segue)
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
6.7 Miglioramento delle condizioni e
degli standard di offerta e fruizione
del patrimonio nelle aree di
attrazione naturale attraverso la
valorizzazione sistemica e integrata di
risorse e competenze territoriali
6.8 Miglioramento delle condizioni
e degli standard di offerta e
fruizione del patrimonio culturale,
materiale e immateriale, nelle aree
di attrazione attraverso la
valorizzazione sistemica e integrata
di risorse e competenze territoriali
6.9 Migliorare la competitività e
la capacità di attrazione delle
destinazioni turistiche,
attraverso la valorizzazione
sistemica ed integrata di risorse
e competenze territoriali
37. OBIETTIVO TEMATICO 7 - MOBILITÀ SOSTENIBILE DI PERSONE E MERCI
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
7.1 Potenziamento dell’offerta
ferroviaria e qualificazione del
servizio.
7.2 Aumentare la competitività
del sistema portuale e
interportuale
7.3 Integrazione modale e
miglioramento dei collegamenti
multimodali con i principali nodi
urbani, produttivi e logistici (stazioni,
stazioni AV, porti, interporti e
aeroporti)
7.4 Rafforzare le connessioni con
la rete globale delle aree rurali,
delle aree interne ed insulari
7.5 Ottimizzare il sistema
aeroportuale e contribuire alla
realizzazione del cielo unico
europeo
38. OBIETTIVO TEMATICO 8 - OCCUPAZIONE
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
8.1 Aumentare l’occupazione dei
giovani attraverso il rafforzamento
delle misure attive e preventive sul
mercato del lavoro, il contrasto al
fenomeno dei NEET ([…], il
rafforzamento dell’apprendistato e
altre misure di inserimento al lavoro,
la promozione di auto impiego e
auto imprenditorialità
8.2 Aumentare l’occupazione
femminile, attraverso il rafforzamento
delle misure per l’inserimento lavorativo
delle donne, la promozione della parità
tra uomini e donne e la conciliazione tra
vita professionale e vita
privata/familiare, il sostegno ad
autoimpiego e autoimprenditorialità
8.3 Aumentare l’occupazione dei
lavoratori anziani e favorire
l’invecchiamento attivo,
attraverso la promozione di
condizioni e forme di
organizzazione del lavoro più
favorevoli e la solidarietà tra
generazioni
8.4 Rafforzare e qualificare
l’inserimento lavorativo degli
immigrati
8.5 Ridurre il numero dei disoccupati di
lunga durata e sostenere
adeguatamente le persone a rischio di
disoccupazione di lunga durata,
anticipando anche le opportunità di
occupazione di lungo termine
8.6 Favorire la permanenza al
lavoro e la ricollocazione dei
lavoratori coinvolti in situazioni di
crisi (settoriali e di grandi
aziende), sia attraverso la
contestualità e l’integrazione delle
politiche di sviluppo industriale e
del lavoro, sia attraverso
l’attivazione di azioni integrate
[…]
39. OBIETTIVO TEMATICO 8 – OCCUPAZIONE (segue)
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
8.7 Favorire l’inserimento lavorativo
e l’occupazione dei soggetti
svantaggiati e delle persone con
disabilità
8.8 Migliorare l’efficacia e la qualità
dei servizi al lavoro, attraverso la
definizione dei livelli essenziali delle
prestazioni (LEP) e degli standard
minimi di servizio, la creazione di
partenariati, il rafforzamento
dell’utilizzo della rete EURES, il
sostegno agli investimenti nelle
infrastrutture
8.9 Facilitare la diversificazione, la
creazione di nuove piccole
imprese e di lavoro nelle aree
rurali
40. OBIETTIVO TEMATICO 9 - INCLUSIONE SOCIALE E LOTTA ALLA
POVERTÀ
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
9.1 Riduzione della povertà,
dell’esclusione sociale e
innovazione sociale
9.2 Incremento dell’occupabilità e della
partecipazione al mercato del lavoro,
attraverso percorsi integrati e
multidimensionali di inclusione attiva delle
persone maggiormente vulnerabili, vittime
di violenza o grave sfruttamento e a rischio
di discriminazione
9.3 Aumento/ consolidamento/
qualificazione dei servizi di cura
socio-educativi rivolti ai bambini e
cura rivolti a persone con
limitazioni dell’autonomia e
potenziamento della rete
infrastrutturale e dell’offerta di
servizi sanitari e sociosanitari
territoriali
9.4 Riduzione del numero di
famiglie in condizioni di disagio
abitativo
9.5 Riduzione della marginalità estrema e
interventi di inclusione a favore delle
persone senza dimora e delle popolazioni
Rom, Sinti e Camminanti in coerenza con la
strategia nazionale di integrazione dei rom
9.6 Aumento della legalità nelle
aree ad alta esclusione sociale e
miglioramento del tessuto urbano
nelle aree a basso tasso di legalità
41. OBIETTIVO TEMATICO 10 - ISTRUZIONE E FORMAZIONE
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
10.1 Riduzione del fallimento
formativo precoce e della dispersione
scolastica e formativa a parità di
contesto e con attenzione a specifici
target, anche attraverso […]
10.2 Miglioramento delle
competenze chiave degli allievi,
anche attraverso la fornitura di
strumenti di apprendimento
adeguati e il supporto dello sviluppo
delle capacità di docenti, formatori e
staff
10.3 Innalzamento del livello di
istruzione della popolazione
adulta, con particolare riguardo
alle fasce di istruzione meno
elevate anche attraverso […]
10.4 Accrescimento delle
competenze della forza lavoro e
agevolare la mobilità,
l’inserimento/reinserimento
lavorativo, attraverso […]
10.5 Innalzamento dei livelli di
competenze, di partecipazione e di
successo formativo nell’istruzione
universitaria e/o equivalente,
attraverso […]
10.6 Qualificazione dell’offerta di
istruzione e formazione tecnica e
professionale, anche attraverso
l’intensificazione dei rapporti
scuola-formazione-impresa e lo
sviluppo di poli tecnico-
professionali
42. OBIETTIVO TEMATICO 10 - ISTRUZIONE E FORMAZIONE (segue)
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
10.7 Miglioramento della sicurezza,
dell’efficientamento energetico e
dell’attrattività e fruibilità degli
ambienti scolastici finalizzato a
aumentare la propensione dei
giovani a permanere nei contesti
formativi
10.8 Diffusione della società della
conoscenza nel mondo della scuola
e della formazione e adozione di
approcci didattici innovativi, anche
attraverso il sostegno all’accesso a
nuove tecnologie e la fornitura di
strumenti di apprendimento
adeguati e la promozione di risorse
di apprendimento on-line
10.9 Miglioramento delle capacità
di auto-diagnosi, auto-valutazione
e valutazione delle scuole e di
innovare la didattica adattandola
ai contesti
43. OBIETTIVO TEMATICO 11 – CAPACITÀ ISTITUZIONALE E AMMINISTRATIVA
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
11.1 Aumento della trasparenza
dell’accesso ai dati pubblici
11.2 Riduzione degli oneri
amministrativi e regolatori
11.3 Miglioramento della qualità dei
servizi offerti dalla pubblica
amministrazione
11.4 Aumento dei livelli di
legalità nell’azione della Pubblica
Amministrazione
11.5 Miglioramento della
governance multilivello e delle
capacità degli organismi coinvolti
nella attuazione e gestione dei
programmi operativi
44. Programmi Operativi Nazionali
Programmi Operativi
Nazionali
Regioni Fondi
OTPiù
sviluppate
In
transizione
Meno
sviluppate
FESR FSE
1. Istruzione • • • • • 10, 11
2. Occupazione • • • • • 8, 11
3. Inclusione • • • • 9, 11
4. Città metropolitane • • • • •
5. Governance • • • • • 11
6. Programma IOG • • • •
7. Ricerca e innovazione • •
8. Imprese e competitività • •
9. Infrastrutture e reti •
10. Beni culturali •
11. Legalità •
46. Agenda Urbana e Aree Interne nell’AdP
Agenda Urbana
La programmazione dei Fondi comunitari considera le città
come “città funzionali”; distingue tra grandi città/aree
metropolitane, città medie e sistemi di piccoli comuni; punta
sulla “rete delle grandi città metropolitane” per rafforzare la
competitività dell'Europa; rafforza la cooperazione e co-
decisione tra diversi livelli di governo.
Aree Interne
La Strategia per le Aree Interne mira a tutelare il territorio e la
sicurezza degli abitanti affidandogliene la cura, promuovere la
diversità naturale e culturale e il policentrismo aprendo
all'esterno, rilanciare lo sviluppo e il lavoro attraverso l'uso di
risorse potenziali male utilizzate.
47. I “driver” dello sviluppo urbano sostenibile
1.
Ridisegno e modernizzazione dei servizi urbani per i residenti e gli utilizzatori delle
città: mobilità e logistica sostenibile, risparmio energetico e fonti rinnovabili,
miglioramento della gestione dei servizi collettivi, rafforzamento dei servizi
collettivi attraverso interventi in piccole infrastrutture e start up di nuovi servizi
2.
Politiche e progettazione per l’inclusione sociale per i segmenti di popolazione più
fragile e per aree e quartieri disagiati: sostegno alle politiche sociali attraverso il
rafforzamento degli strumenti ordinari, contrato alla povertà e al disagio.
L’intervento è orientato su target territoriali a scala sub-comunale e/o su target di
popolazione in condizione di esclusione
3.
Rafforzamento della capacità delle città di potenziare segmenti locali pregiati di
filiere produttive globali. Servizi avanzati per le imprese industriali e agricole,
Imprese sociali, creative e per servizi per i cittadini
4. Driver identificato dalle Regioni
48. Identificazione delle aree urbane
14 città metropolitane, di cui 10
individuate con legge nazionale e 4
individuate dalle regioni a statuto
speciale. Gli interventi in queste città
sono realizzati attraverso un
Programma Operativo Nazionale. Sono
incoraggiati partnership e progetti di
scala intercomunale
Città medie e poli urbani regionali, a
servizio di aree vaste significative,
dove gli interventi sono realizzati dai
Programmi Operativi Regionali. Queste
città sono identificate prima definendo
le aree territoriali potenzialmente
interessate (secondo un metodo
condiviso a livello nazionale) e poi
individuando le Autorità Urbane
titolari di progetti
49. Aree Interne
Obiettivo generale
• Inversione e miglioramento delle tendenze demografiche in
atto (riduzione dell’emigrazione, attrazione di nuovi
residenti, ripresa delle nascite, etc.)
Elementi strategici
• Aumento del benessere della popolazione locale
• Aumento della domanda locale di lavoro
• Aumento del grado di utilizzo del capitale territoriale
• Riduzione dei costi sociali della de-antropizzazione
• Rafforzamento dei fattori di sviluppo locale
54. Tipologie di azioni
Adeguamento dei
servizi essenziali
Miglioramento della qualità e quantità dei servizi per l’istruzione,
per la salute e per la mobilità. Questi interventi vengono realizzati
con le risorse messe a disposizione dalla Legge di Stabilità 2014 e
vengono realizzate da Ministeri, Regioni e Province in base alle
loro competenze
Monitoraggio della rete dei servizi delle aree interne
Progetti di
Sviluppo Locale
Sono basati su cinque “fattori latenti di sviluppo”:
• Tutela del Territorio e Comunità Locali
• Valorizzazione delle risorse naturali, culturali e turistiche
• Sistemi Agroalimentari e Sviluppo Locale
• Risparmio energetico e filiere locali di energia rinnovabile
• Saper fare ed artigianato
55. Aree progetto
Entrambe le classi di azioni vengono realizzate in aree-progetto
composte da gruppi di Comuni (anche a cavallo di più Province e
Regioni) e identificate dalle Regioni d’intesa con il Centro.
Selezione dei
territori
La selezione delle aree-progetto ha luogo, a partire dalla mappa delle
Aree Interne (non considerata una zonizzazione vincolante) e sulla base
di criteri come i trend demografici, l’utilizzo del suolo, il patrimonio
naturale e culturale, il sistema produttivo e le opportunità di suo
sviluppo, lo stato dei tre servizi essenziali e del digital divide, portafoglio
progettuale e capacità di svilupparlo, le esperienze di cooperazione
inter-comunale (specie in progetti comunitari), l’esistenza di leadership
locale e vivacità del partenariato e dell’associazionismo.
La prima fase
In una prima fase vengono selezionate le aree-progetto a un tempo più
bisognose e più in grado di riuscire. In particolare, nel 2014 la strategia
verrà avviata in non più di un area progetto per regione.
Organizzazione dell’intervento
56. Ruoli e strumenti per attuare la Strategia
• Le Regioni selezionano le aree sulla base di criteri condivisi,
programmano e finanziano le azioni per le Aree Interne
• I Comuni (che devono essere contigui) garantiscono la gestione
associata dei servizi funzionali alla strategia (nell’ambito di processi di
unione o fusione)
• Per l’attuazione dei Progetti di Sviluppo Locale, vengono sottoscritti
degli Accordi di Programma Quadro fra Regioni, Enti Locali,
Amministrazione centrale di coordinamento e le altre Amministrazioni
competenti
58. Gli Ambiti tematici individuati dall’AdP
Sviluppo e innovazione delle filiere e dei sistemi produttivi locali
Sviluppo della filiera dell’ energia rinnovabile
Turismo sostenibile
Cura e tutela del paesaggio, dell’uso del suolo e della biodiversità
Valorizzazione di beni culturali e patrimonio artistico legato al territorio
Accesso ai servizi pubblici essenziali
Inclusione sociale di specifici gruppi svantaggiati e/o marginali
Legalità e promozione sociale nelle aree ad alta esclusione sociale
Riqualificazione urbana con la creazione di servizi e spazi inclusivi
Reti e comunità intelligenti
Diversificazione economica e sociale nel settore della pesca
I Piani di Azione
dovranno
concentrarsi su un
numero ridotto di
ambiti, comunque
non superiore a tre,
connessi secondo
una logica di filiera
59. FESR FEASR
FSE FEAMP
Almeno il 5% del PSR
Un importo paragonabile
a quello del PSR
Almeno il 10% del
Programma Nazionale
I fondi coinvolti
L’Accordo di Partenariato indirizza
ad un approccio multifondo della
Strategia di Sviluppo Locale e allo
stanziamento di “dotazioni
adeguate”
Fondo interessato Soglia minima (€) Soglia massima (€)
FEASR 4 milioni 12 milioni
FESR/FSE 1 milione 5 milioni
FEAMP 1 milione 5 milioni
Importi con cofinanziamento compreso
Vengono identificate delle soglie
minime (principio di massa critica) e
massime (principio di fattibilità) per i
fondi capofila nei Piani di Azione
Locale, che possono essere monofondo
o plurifondo
60. Comitato tecnico regionale
per l’attuazione
dell’intervento CLLD
Organizzazione
È un Comitato interfondo a cui prendono parte le AdG dei
Programmi ed è dotato di adeguate competenze
tecniche. Imposta, coordina e sorveglia le attività di CLLD,
garantendo il collegamento con la più ampia politica di
sviluppo territoriale della regione
Comitato di Pilotaggio
Nazionale
Ha competenze di indirizzo trasversale. Affronta
problematiche attinenti la selezione, il controllo e
l’eleggibilità delle spese, individua iniziative di supporto ai
Comitati regionali, imposta e conduce attività di
monitoraggio e valutazione, informa il pubblico sulle
iniziative di CLLD