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La programmazione 2014-2020
per lo sviluppo e la coesione territoriale
Raffaele Colaizzo
Mesagne, 7 marzo 2014
LABORATORIO “GAL Territori Attivi – Opportunità e strategie verso Europa 2020”
WORKSHOP “Il nuovo scenario della programmazione Europa 2020 e le priorità dei GAL”
Obiettivi della presentazione
Raffaele Colaizzo
Vallo della Lucania, 22 gennaio 2014
• Discutere le novità delle politiche di sviluppo e coesione
2014 – 2020, con un affondo sugli strumenti di
progettazione territoriale integrata
• Introdurre i contenuti essenziali dell’Accordo di
Partenariato per l’Italia
La nuova regolamentazione della
programmazione 2014-2020
Stato di attuazione, contenuti, geografia di applicazione
Raffaele Colaizzo
Vallo della Lucania, 22 gennaio 2014
Agenda del processo di programmazione
GU L 347/320
20.12.2013
1.
Adozione
Regolamenti e
QSC (UE)
Entro il 22.4.2014
(Art. 14 Reg. 1303)
Entro 3 mesi da 2.
(Art. 16 Reg. 1303)
Entro 4 mesi da 2.
(Art. 16 Reg. 1303)
2.
Trasmissione AdP
(SM→CE)
3.
Osservazioni a
AdP (CE)
4.
Decisione
su AdP (CE)
Entro 3 mesi da 2.
(Art. 26 Reg. 1303)
Entro 3 mesi da 5.
(Art. 28 Reg. 1303)
Entro 3 mesi da 6.
(Art. 28 Reg. 1303)
5.
Trasmissione PO
(SM→CE)
6.
Osservazioni a PO
(CE)
7.
Decisione
su PO (CE)
22 luglio 2014
Al netto del periodo di
interruzione
La GU L 347/320 del 2013 pubblica i
regolamenti dei fondi strutturali ed
altri importanti regolamenti
riguardanti i fondi SIE ed alcuni
programmi comunitari
• Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio,
del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di
sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul
Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli
affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di
sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul
Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il
regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio
• Regolamento (UE) n. 1301/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio,
del 17 dicembre 2013, relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale e
a disposizioni specifiche concernenti l'obiettivo "Investimenti a favore
della crescita e dell'occupazione" e che abroga il regolamento (CE)
n. 1080/2006
• Regolamento (UE) n. 1304/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio,
del 17 dicembre 2013, relativo al Fondo sociale europeo e che abroga il
regolamento (CE) n. 1081/2006 del Consiglio
• Regolamento (UE) n. 1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio,
del 17 dicembre 2013, sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo
europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e che abroga il
regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio
PACCHETTO LEGISLATIVO UE (Regolamenti e QSC)
FESR, FSE, FC, FEASR, FEAMP (fondi SIE)
ACCORDO DI PARTENARIATO
FESR, FSE, FC, FEASR, FEAMP
Livello
Nazionale o
Regionale
Programmi Operativi
FESR
Programmi di SR
FEASR
Programmi Operativi
FSE
Programmi Operativi
FC
Livello UE
Livello
Nazionale
Programmi Operativi
Plurifondo
(FESR, FSE, FC)
Programmi Operativi
FEAMP
Quadro della programmazione 2014 - 2020
I documenti chiave
Quadro Strategico Comune
(artt. 10–12 RRDC)
Definisce gli elementi per una direzione strategica chiara del
processo di programmazione e per il coordinamento settoriale
e territoriale degli interventi dell'Unione nel quadro dei Fondi
del QSC e delle altre politiche, in linea con gli obiettivi della
strategia Europa 2020.
Accordo di
partenariato
(artt. 13–17 RRDC)
Trasferisce le disposizioni del QSC nel contesto nazionale e
stabilisce gli impegni per raggiungere gli obiettivi dell'Unione
attraverso la programmazione dei Fondi del QSC. Viene
preparato dallo Stato Membro con la partecipazione dei
partner in base al sistema della governance a più livelli
Programma
(artt. 26–31 RRDC)
Definisce le priorità, gli obiettivi specifici e le dotazioni
finanziarie dei Fondi del QSC e il corrispondente
cofinanziamento nazionale. Comprende le modalità per
garantire l'attuazione coordinata dei Fondi del QSC
Gli obiettivi di Europa 2020
Occupazione
Innalzamento al 75% del tasso di occupazione (per la fascia
di età compresa tra 20 e 64 anni)
R&S / innovazione
Aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo ed
innovazione al 3% del PIL dell'UE (pubblico e privato
insieme)
Cambiamenti climatici / energia
(i) Riduzione delle emissioni di gas serra del 20% (o persino
del 30%, se le condizioni lo permettono) rispetto al 1990;
(ii) 20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti
rinnovabili; (iii) Aumento del 20% dell'efficienza energetica.
Istruzione
(i) Riduzione degli abbandoni scolastici al di sotto del 10%;
(ii) Aumento al 40% dei 30-34enni con un'istruzione
universitaria
Povertà / emarginazione
Almeno 20 milioni di persone a rischio o in situazione di
povertà ed emarginazione in meno
Obiettivi tematici dei fondi SIE (art. 9 RRDC)
① Rafforzare la ricerca, lo
sviluppo tecnologico e
l'innovazione
② Migliorare l'accesso alle TIC,
nonché il loro impiego e
qualità
③ Promuovere la competitività
delle PMI, l'agricoltura
(FEASR) e la pesca e
acquacoltura (FEAMP)
④ Sostenere la transizione
verso un'economia a basse
emissioni di carbonio in tutti
i settori
⑤ Promuovere l'adattamento
al cambiamento climatico, la
prevenzione e la gestione
dei rischi
⑥ Tutelare l'ambiente e
promuovere l'uso efficiente
delle risorse
⑦ Promuovere sistemi di
trasporto sostenibili ed
eliminare le strozzature nelle
principali infra-strutture di
rete
⑧ Promuovere l'occupazione e
sostenere la mobilità dei
lavoratori
⑨ Promuovere l'inclusione
sociale e combattere la
povertà
⑩ Investire nelle competenze,
nell'istru-zione e
nell'apprendi-mento
permanente
⑪ Rafforzare la capacità
istituzionale e promuovere
un'amministrazione
pubblica efficiente
I regolamenti dei singoli fondi
identificano priorità collegate
agli OT
Obiettivi e copertura territoriale dei fondi
Obiettivi
(art. 89 RRDC)
Copertura territoriale
(art. 90 RRDC)
Investimenti in favore della crescita e
dell'occupazione negli Stati membri e
nelle regioni, con il sostegno di tutti i
Fondi
Cooperazione territoriale europea, con
il sostegno del FESR.
Regioni meno sviluppate, il cui PIL pro
capite è inferiore al 75% della media del PIL
dell'UE a 27
Regioni in transizione, il cui PIL pro capite
è compreso tra il 75% e il 90% della media
del PIL dell’UE a 27
Regioni più sviluppate, il cui PIL pro
capite è superiore al 90% della media del
PIL dell'UE a 27.
Tre categorie di regioni
< 75% della media UEPIL/pro capite*
*indice UE =100
75-90 % > 90%
Regioni meno sviluppate
Regioni in transizione
© EuroGeographics Association for the administrative boundaries
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Canarie
Guyana
Riunione
Guadalupa/
Martinica
Madeira
Azzorre
Malta
La mappa delle regioni 2014 - 2020
Regioni più sviluppate
Concentrazione tematica FESR
(art. 4 della Proposta di Regolamento FESR)
1. Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione
2. Tecnologie Informazione e Comunicazione
3. Competitività
4. Economia a basse emissioni di carbonio
5. Adattamento al cambiamento climatico
6. Ambiente ed uso efficiente delle risorse
7. Sistemi di trasporto sostenibile
8. Occupazione e lavoro
9. Inclusione sociale
10. Competenze, istruzione, apprendimento
11. Capacità istituzionale
RS e RiT: almeno 80%
RmS: almeno 50%
RS > 20%, RiT > 15%,
RmS > 12%
RS e RiT: almeno 80%
RmS: almeno 50%
RS e RiT: almeno 80%
RmS: almeno 50%
RS e RiT: almeno 80%
RmS: almeno 50%
RS e RiT: almeno 80%
RmS: almeno 50%
RS > 80%, RiT >60%,
RmS > 50%
Concentrazione tematica FSE
(art. 4 della Proposta di Regolamento FSE)
1. Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione
2. Tecnologie Informazione e Comunicazione
3. Competitività
4. Economia a basse emissioni di carbonio
5. Adattamento al cambiamento climatico
6. Ambiente ed uso efficiente delle risorse
7. Sistemi di trasporto sostenibile
8. Occupazione e lavoro
9. Inclusione sociale e lotta alla povertà
10. Competenze, istruzione, apprendimento
11. Capacità istituzionale
SM: almeno 20%
RS: almeno 80%
RiT: almeno 70%
RmS: almeno 60%
Concentrazione
su 4 priorità
L’approccio territoriale integrato
nella programmazione 2014-2020
Strumenti di integrazione territoriale
nei nuovi Regolamenti dei fondi SIE
Obiettivo di
coesione territoriale
(TFUE)
Sviluppo Locale
Partecipativo (Art. 32)
Investimenti Territoriali
Integrati (Art. 36)
Applicazione di una singola
metodologia di CLLD per tutti i
Fondi e le regioni
Estensione
approccio
LEADER
S t r u m e n t i d i i n t e g r a z i o n e
FS + FEASR e
FEAMP
Fondi
SIE
Approccio di policy
integrato, territoriale,
multidimensionale
Lo sviluppo locale partecipativo
(Artt. 32 – 35 Reg. 1303/2013)
Gruppi di Azione Locale composti da
rappresentanti locali pubblici e privati, in cui né
il settore pubblico, né un singolo gruppo di
interesse ha più del 49% dei diritti di voto (art. 32
c. 2 lettera b)
Strategie territoriali di sviluppo locale
integrate e multisettoriali (art. 32 c. 2 lettera c)
Concentrazione su territori sub-
regionali specifici (art. 32 c. 2
lettera a)
Bisogni e potenzialità locali,
innovazione nel contesto locale,
istituzione di una rete,
cooperazione (art. 32 c. 2 lettera
d)
“La strategia di sviluppo
locale di tipo partecipativo
è un insieme coerente di
operazioni rispondenti a
obiettivi e bisogni locali e
che contribuisce alla
realizzazione della
strategia dell'Unione per
una crescita intelligente,
sostenibile e inclusiva e
che è concepito ed
eseguito da un gruppo di
azione locale” (cons. 19)
La popolazione del
territorio interessato è
compresa fra 10.000 e
150.000 abitanti, salvo
eccezioni (Art. 33, c. 6)
Integrazione e territorialità
(Artt. 32 – 35 Reg. 1303/2013)
FESR FEASR
FSE FEAMP
Aree costiere. Il CCLD rafforza e
integra l’approccio esistente, rafforza
le filiere della pesca e promuove la
diversificazione economica
Aree rurali. Il CLLD rafforza e facilita
l’approccio esistente, migliora gli
interventi di tipo rurale – urbano,
integra l’uso dei fondi
Aree urbane. Il CLLD
favorisce gli interventi
integrati che debbono
essere basati su un
approccio partecipativo
Occupazione e inclusione. Il
CLLD rafforza l’integrazione del
FSE nelle iniziative di sviluppo
locale e nei patti territoriali per
l’occupazione
Può essere designato un fondo
capofila per sostenere tutti i
costi di gestione e animazione
(Art. 32, c. 4)
Il CLLD è realizzato
nell’ambito di una o più
priorità del programma o dei
programmi pertinenti (Art. 32,
c. 5)
Possibili configurazioni del CLLD
in ambiti urbani
Commissione Europea (2013), Common Guidance
CLLD, Bruxelles.
Strategie di sviluppo locale
(Artt. 33 Reg. 1303/2013)
Gli elementi della Strategia Aspetti attuativi
•Territorio e popolazione interessati
•Esigenze di sviluppo e potenzialità del
territorio
•Strategia ed obiettivi
•Processo associativo
•Piano d’azione
•Gestione e sorveglianza
•Piano di finanziamento
•Le strategie di sviluppo locale sono
selezionate da un comitato istituito dalle
autorità di gestione dei programmi.
•Il primo ciclo di selezione delle strategie di
sviluppo locale va completato entro due anni
dall’approvazione dell’AdP. Eventuali strategie
aggiuntive devono essere completate entro il
31.12.2017
•La decisione che approva una strategia di
sviluppo locale deve stabilire la dotazione a
titolo di ciascun Fondo SIE. Definisce inoltre i
ruoli delle autorità responsabili.
I compiti dei Gruppi di Azione Locale
(Art. 34 Reg. 1303/2013)
Rafforzare la capacità degli attori locali di formulare, attuare e
gestire operazioni
Elaborare procedure di selezione trasparenti e non discriminatorie,
con decisioni non a maggioranza pubblica
Garantire la coerenza fra operazioni selezionate e strategia dello
sviluppo locale partecipativo
Preparare e pubblicare bandi e procedure di selezione delle
operazioni
Ricevere le domande di sostegno e valutarle
Selezionare le operazioni e fissare l’ammontare del sostegno
Verificare e valutare l’attuazione della strategia e delle singole
operazioni
I GAL elaborano ed attuano le
strategie (Art. 34, c. 1). Essi
scelgono al loro interno un
partner capofila per le
questioni amministrative e
finanziarie, oppure si
riuniscono in una struttura
comune legalmente costituita
(Art. 34, c.2).
Sostegno dei fondi al CLLD
(Art. 35 Reg. 1303/2013)
Costi del sostegno preparatorio (formazione, studi del
territorio, progettazione, spese amministrative,
progetti pilota
Esecuzione delle operazioni nell’ambito della strategia
di sviluppo locale partecipativo
Preparazione e realizzazione delle attività di
cooperazione del Gruppo di Azione Locale
Costi di esercizio connessi all’attuazione della strategia
(costi operativi, costi per il personale, costi di
formazione, etc.)
Animazione della strategia di sviluppo locale di tipo
partecipativo per agevolare gli scambi fra le parti
Il tasso massimo di
cofinanziamento a livello di asse
prioritario è aumentato di dieci
punti percentuali laddove l'asse
prioritario sia attuato interamente
attraverso iniziative di sviluppo
locale di tipo partecipativo (Art. 120,
c. 5).
Investimenti Territoriali Integrati (art. 36 RRDC)
Commissione Europea (2012), Investimenti
Territoriali Integrati, Scheda Informativa.
Se una strategia di sviluppo territoriale
richiede un approccio integrato che
comporti investimenti nell'ambito
di più assi prioritari di uno o più
PO, l'azione è eseguita sotto forma di
Investimento Territoriale
Integrato.
I PO interessati individuano gli ITI
previsti e stabiliscono la dotazione
finanziaria indicativa di ciascun asse
prioritario destinata agli ITI.
Lo Stato membro o l'AdG può designare
uno o più organismi intermedi,
compresi enti locali, organismi di
sviluppo regionale o organizzazioni non
governative, cui delegare la gestione e
l'attuazione di un ITI.
CLLD e ITI
CLLD ITI
È un approccio strettamente dal
basso verso l'alto. Il gruppo di azione
locale stabilisce il contenuto della
strategia di sviluppo locale e le
operazioni soggette a finanziamento.
Gli ITI possono essere costruiti dall'alto
verso il basso, dal basso verso l'alto o
con una combinazione dei due
approcci.
Lo sviluppo locale partecipativo può
essere la componente di una strategia
urbana integrata implementata
mediante un ITI
Elementi chiave degli ITI
Dominio
territoriale
Qualsiasi area geografica con caratteristiche territoriali
particolari può essere oggetto di un ITI, da quartieri urbani specifici
con svantaggi a livello urbano, metropolitano, urbano-rurale, sub-
regionale o interregionale.
Applicabilità alle Reti
Un ITI può offrire iniziative integrate in unità con caratteristiche simili
all'interno di una regione, anche se distanti dal punto di vista
geografico (ad esempio, una rete di città di piccole o medie
dimensioni). Non è obbligatorio che un ITI copra l'intero territorio di
un'unità amministrativa.
Applicabilità nella
CTE
Gli ITI possono essere realizzati nell'ambito della Cooperazione
Territoriale Europea (CTE), ad esempio per implementare una
strategia integrata per lo sviluppo urbano in città transfrontaliere.
Elementi chiave degli ITI (segue)
Finalità
Gli ITI dovranno contribuire agli obiettivi tematici dei rispettivi
assi prioritari dei programmi operativi partecipanti, nonché agli
obiettivi di sviluppo della strategia territoriale.
Integrazione degli
interventi
Gli ITI possono essere finanziati dal FESR e dal FSE ma non è
obbligatorio combinare tutti i fondi in ciascun ITI. È auspicabile che
l'ITI combini il FESR e il FSE per collegare i piccoli investimenti alle
infrastrutture fisiche. Ciò è particolarmente importante nello
sviluppo urbano sostenibile. Possono partecipare gli altri fondi del
SIE
Governance
L'AdG del PO ha la responsabilità ultima della gestione e
dell'implementazione delle operazioni di un ITI. Tuttavia, può
designare organismi intermediari, inclusi autorità locali, organismi
di sviluppo regionale oppure organizzazioni non governative per
adempiere ad alcune o a tutte le attività di gestione e
implementazione.
La struttura e le principali opzioni
strategiche dell’Accordo di
Partenariato
Quadro di riferimento
Situazione
di contesto
Strategia
generale
Obiettivi tematici
Linee di indirizzo strategico
Risultati attesi / OS
Indicatori
quantificabili
Azioni
Fondi SIE
interessati
Aspetti territoriali
Strategia
per le città
Strategia
per le Aree Interne
Aspetti finanziari ed organizzativi
Allocazione finanziaria Attuazione e coordinamento Stato delle condizionalità
Struttura essenziale dell’Accordo di Partenariato
Definizione dell’allocazione finanziaria di FESR e FSE
La nuova bozza di AdP
ripartisce i fondi
complessivi per l’Italia
(21,233 di FESR e 9,9 di
FSE) per Obiettivo
Tematico e per
Risultato Atteso
OBIETTIVO TEMATICO 1 - RICERCA, SVILUPPO TECNOLOGICO E
INNOVAZIONE
1.1 Incremento dell’attività di
innovazione delle imprese
1.2 Rafforzamento del sistema
innovativo regionale attraverso
l’incremento della collaborazione fra
imprese/reti di imprese e strutture di
ricerca, e la valorizzazione di queste
ultime
1.3 Promozione di nuovi mercati
per l’innovazione attraverso la
qualificazione della domanda
pubblica, la promozione di standard
di qualità, le competizioni
tecnologiche (challenges&prizes)
orientate a premiare la capacità di
soluzione di specifici problemi di
rilevanza sociale
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
OBIETTIVO TEMATICO 2 - AGENDA DIGITALE
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
2.1 Riduzione dei divari digitali
nei territori e diffusione di
connettività in banda larga e
ultra larga coerentemente con
gli obiettivi fissati al 2020 dalla
"Digital Agenda" europea
2.2 Digitalizzazione dei processi
amministrativi e diffusione di servizi
digitali pienamente interoperabili della
PA offerti a cittadini e imprese (in
particolare nella sanità e nella giustizia)
2.3 Potenziamento della domanda di
ICT dei cittadini in termini di utilizzo
dei servizi online, inclusione digitale
e partecipazione in rete
OBIETTIVO TEMATICO 3 - COMPETITIVITÀ DEI SISTEMI PRODUTTIVI
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
3.1 Rilancio della
propensione agli
investimenti del sistema
produttivo
3.2 Sviluppo
occupazionale e
produttivo in aree
territoriali colpite da crisi
diffusa delle attività
produttive
3.3 Consolidamento,
modernizzazione e
diversificazione dei sistemi
produttivi territoriali
3.4 Incremento del livello di
internazionalizzazione dei
sistemi produttivi e
dell’attrattività del sistema
imprenditoriale rispetto agli
investimenti esteri (IDE)
3.5 Nascita e
consolidamento delle
Micro, Piccole e Medie
Imprese a carattere
innovativo
3.6 Miglioramento
dell’accesso al credito
3.7 Aumento delle attività
economiche profit e non
profit a contenuto sociale e
delle attività di agricoltura
sociale
OBIETTIVO TEMATICO 4 - ENERGIA SOSTENIBILE E QUALITÀ
DELLA VITA
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
4.1 Ridurre i consumi
energetici negli edifici e nelle
strutture pubbliche o ad uso
pubblico, residenziali e non
residenziali e integrazione di
fonti rinnovabili
4.2 Ridurre i consumi
energetici nei cicli e strutture
produttive e integrazione di
fonti rinnovabili
4.3 Incrementare la quota di
fabbisogno energetico coperto da
generazione distribuita
sviluppando e realizzando sistemi
di distribuzione intelligenti
4.4 Incrementare la quota di
fabbisogno energetico
coperto da cogenerazione e
trigenerazione di energia
4.5 Migliorare lo sfruttamento
sostenibile delle bioenergie
4.6 Aumentare la mobilità
sostenibile nelle aree urbane
OBIETTIVO TEMATICO 5 - CLIMA E RISCHI AMBIENTALI
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
5.1 Ridurre il rischio idrogeologico
e di erosione costiera
5.2 Prevenire e mitigare i
cambiamenti climatici e ridurre il
rischio di desertificazione
5.3 Ridurre il rischio incendi e il
rischio sismico
OBIETTIVO TEMATICO 6 - TUTELA DELL’AMBIENTE E VALORIZZAZIONE
DELLE RISORSE CULTURALI E AMBIENTALI
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
6.1 Ridurre alla fonte la produzione
dei rifiuti urbani e aumentare la
percentuale di materia da destinare
alla preparazione per il riutilizzo e il
riciclaggio secondo gli obiettivi
comunitari minimizzando lo
smaltimento in discarica dei rifiuti
urbani
6.2 Ridurre la quantità e la
pericolosità dei rifiuti industriali e
agricoli
6.3 Restituzione all'uso produttivo
di aree inquinate
6.4 Migliorare il servizio idrico
integrato per usi civili e ridurre le
perdite di rete di acquedotto
6.5 Mantenere e migliorare la qualità
dei corpi idrici attraverso la
diminuzione dei prelievi e dei carichi
inquinanti, l'efficientamento degli usi
nei vari settori di impiego e il
miglioramento e/o rispristino
graduale della capacità di ricarica
delle falde acquifere
6.6 Contribuire ad arrestare la
perdita di biodiversità in ambito
terrestre e marino, migliorando lo
stato di conservazione delle specie
e degli habitat di interesse
comunitario e salvaguardando la
biodiversità legata al paesaggio
rurale, mantenendo e ripristinando
i servizi ecosistemici
OBIETTIVO TEMATICO 6 - TUTELA DELL’AMBIENTE E VALORIZZAZIONE
DELLE RISORSE CULTURALI E AMBIENTALI (segue)
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
6.7 Miglioramento delle condizioni e
degli standard di offerta e fruizione
del patrimonio nelle aree di
attrazione naturale attraverso la
valorizzazione sistemica e integrata di
risorse e competenze territoriali
6.8 Miglioramento delle condizioni
e degli standard di offerta e
fruizione del patrimonio culturale,
materiale e immateriale, nelle aree
di attrazione attraverso la
valorizzazione sistemica e integrata
di risorse e competenze territoriali
6.9 Migliorare la competitività e
la capacità di attrazione delle
destinazioni turistiche,
attraverso la valorizzazione
sistemica ed integrata di risorse
e competenze territoriali
OBIETTIVO TEMATICO 7 - MOBILITÀ SOSTENIBILE DI PERSONE E MERCI
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
7.1 Potenziamento dell’offerta
ferroviaria e qualificazione del
servizio.
7.2 Aumentare la competitività
del sistema portuale e
interportuale
7.3 Integrazione modale e
miglioramento dei collegamenti
multimodali con i principali nodi
urbani, produttivi e logistici (stazioni,
stazioni AV, porti, interporti e
aeroporti)
7.4 Rafforzare le connessioni con
la rete globale delle aree rurali,
delle aree interne ed insulari
7.5 Ottimizzare il sistema
aeroportuale e contribuire alla
realizzazione del cielo unico
europeo
OBIETTIVO TEMATICO 8 - OCCUPAZIONE
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
8.1 Aumentare l’occupazione dei
giovani attraverso il rafforzamento
delle misure attive e preventive sul
mercato del lavoro, il contrasto al
fenomeno dei NEET ([…], il
rafforzamento dell’apprendistato e
altre misure di inserimento al lavoro,
la promozione di auto impiego e
auto imprenditorialità
8.2 Aumentare l’occupazione
femminile, attraverso il rafforzamento
delle misure per l’inserimento lavorativo
delle donne, la promozione della parità
tra uomini e donne e la conciliazione tra
vita professionale e vita
privata/familiare, il sostegno ad
autoimpiego e autoimprenditorialità
8.3 Aumentare l’occupazione dei
lavoratori anziani e favorire
l’invecchiamento attivo,
attraverso la promozione di
condizioni e forme di
organizzazione del lavoro più
favorevoli e la solidarietà tra
generazioni
8.4 Rafforzare e qualificare
l’inserimento lavorativo degli
immigrati
8.5 Ridurre il numero dei disoccupati di
lunga durata e sostenere
adeguatamente le persone a rischio di
disoccupazione di lunga durata,
anticipando anche le opportunità di
occupazione di lungo termine
8.6 Favorire la permanenza al
lavoro e la ricollocazione dei
lavoratori coinvolti in situazioni di
crisi (settoriali e di grandi
aziende), sia attraverso la
contestualità e l’integrazione delle
politiche di sviluppo industriale e
del lavoro, sia attraverso
l’attivazione di azioni integrate
[…]
OBIETTIVO TEMATICO 8 – OCCUPAZIONE (segue)
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
8.7 Favorire l’inserimento lavorativo
e l’occupazione dei soggetti
svantaggiati e delle persone con
disabilità
8.8 Migliorare l’efficacia e la qualità
dei servizi al lavoro, attraverso la
definizione dei livelli essenziali delle
prestazioni (LEP) e degli standard
minimi di servizio, la creazione di
partenariati, il rafforzamento
dell’utilizzo della rete EURES, il
sostegno agli investimenti nelle
infrastrutture
8.9 Facilitare la diversificazione, la
creazione di nuove piccole
imprese e di lavoro nelle aree
rurali
OBIETTIVO TEMATICO 9 - INCLUSIONE SOCIALE E LOTTA ALLA
POVERTÀ
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
9.1 Riduzione della povertà,
dell’esclusione sociale e
innovazione sociale
9.2 Incremento dell’occupabilità e della
partecipazione al mercato del lavoro,
attraverso percorsi integrati e
multidimensionali di inclusione attiva delle
persone maggiormente vulnerabili, vittime
di violenza o grave sfruttamento e a rischio
di discriminazione
9.3 Aumento/ consolidamento/
qualificazione dei servizi di cura
socio-educativi rivolti ai bambini e
cura rivolti a persone con
limitazioni dell’autonomia e
potenziamento della rete
infrastrutturale e dell’offerta di
servizi sanitari e sociosanitari
territoriali
9.4 Riduzione del numero di
famiglie in condizioni di disagio
abitativo
9.5 Riduzione della marginalità estrema e
interventi di inclusione a favore delle
persone senza dimora e delle popolazioni
Rom, Sinti e Camminanti in coerenza con la
strategia nazionale di integrazione dei rom
9.6 Aumento della legalità nelle
aree ad alta esclusione sociale e
miglioramento del tessuto urbano
nelle aree a basso tasso di legalità
OBIETTIVO TEMATICO 10 - ISTRUZIONE E FORMAZIONE
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
10.1 Riduzione del fallimento
formativo precoce e della dispersione
scolastica e formativa a parità di
contesto e con attenzione a specifici
target, anche attraverso […]
10.2 Miglioramento delle
competenze chiave degli allievi,
anche attraverso la fornitura di
strumenti di apprendimento
adeguati e il supporto dello sviluppo
delle capacità di docenti, formatori e
staff
10.3 Innalzamento del livello di
istruzione della popolazione
adulta, con particolare riguardo
alle fasce di istruzione meno
elevate anche attraverso […]
10.4 Accrescimento delle
competenze della forza lavoro e
agevolare la mobilità,
l’inserimento/reinserimento
lavorativo, attraverso […]
10.5 Innalzamento dei livelli di
competenze, di partecipazione e di
successo formativo nell’istruzione
universitaria e/o equivalente,
attraverso […]
10.6 Qualificazione dell’offerta di
istruzione e formazione tecnica e
professionale, anche attraverso
l’intensificazione dei rapporti
scuola-formazione-impresa e lo
sviluppo di poli tecnico-
professionali
OBIETTIVO TEMATICO 10 - ISTRUZIONE E FORMAZIONE (segue)
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
10.7 Miglioramento della sicurezza,
dell’efficientamento energetico e
dell’attrattività e fruibilità degli
ambienti scolastici finalizzato a
aumentare la propensione dei
giovani a permanere nei contesti
formativi
10.8 Diffusione della società della
conoscenza nel mondo della scuola
e della formazione e adozione di
approcci didattici innovativi, anche
attraverso il sostegno all’accesso a
nuove tecnologie e la fornitura di
strumenti di apprendimento
adeguati e la promozione di risorse
di apprendimento on-line
10.9 Miglioramento delle capacità
di auto-diagnosi, auto-valutazione
e valutazione delle scuole e di
innovare la didattica adattandola
ai contesti
OBIETTIVO TEMATICO 11 – CAPACITÀ ISTITUZIONALE E AMMINISTRATIVA
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
11.1 Aumento della trasparenza
dell’accesso ai dati pubblici
11.2 Riduzione degli oneri
amministrativi e regolatori
11.3 Miglioramento della qualità dei
servizi offerti dalla pubblica
amministrazione
11.4 Aumento dei livelli di
legalità nell’azione della Pubblica
Amministrazione
11.5 Miglioramento della
governance multilivello e delle
capacità degli organismi coinvolti
nella attuazione e gestione dei
programmi operativi
Programmi Operativi Nazionali
Programmi Operativi
Nazionali
Regioni Fondi
OTPiù
sviluppate
In
transizione
Meno
sviluppate
FESR FSE
1. Istruzione • • • • • 10, 11
2. Occupazione • • • • • 8, 11
3. Inclusione • • • • 9, 11
4. Città metropolitane • • • • •
5. Governance • • • • • 11
6. Programma IOG • • • •
7. Ricerca e innovazione • •
8. Imprese e competitività • •
9. Infrastrutture e reti •
10. Beni culturali •
11. Legalità •
La dimensione territoriale
nell’Accordo di Partenariato
Raffaele Colaizzo
Vallo della Lucania, 22 gennaio 2014
Agenda Urbana e Aree Interne nell’AdP
Agenda Urbana
La programmazione dei Fondi comunitari considera le città
come “città funzionali”; distingue tra grandi città/aree
metropolitane, città medie e sistemi di piccoli comuni; punta
sulla “rete delle grandi città metropolitane” per rafforzare la
competitività dell'Europa; rafforza la cooperazione e co-
decisione tra diversi livelli di governo.
Aree Interne
La Strategia per le Aree Interne mira a tutelare il territorio e la
sicurezza degli abitanti affidandogliene la cura, promuovere la
diversità naturale e culturale e il policentrismo aprendo
all'esterno, rilanciare lo sviluppo e il lavoro attraverso l'uso di
risorse potenziali male utilizzate.
I “driver” dello sviluppo urbano sostenibile
1.
Ridisegno e modernizzazione dei servizi urbani per i residenti e gli utilizzatori delle
città: mobilità e logistica sostenibile, risparmio energetico e fonti rinnovabili,
miglioramento della gestione dei servizi collettivi, rafforzamento dei servizi
collettivi attraverso interventi in piccole infrastrutture e start up di nuovi servizi
2.
Politiche e progettazione per l’inclusione sociale per i segmenti di popolazione più
fragile e per aree e quartieri disagiati: sostegno alle politiche sociali attraverso il
rafforzamento degli strumenti ordinari, contrato alla povertà e al disagio.
L’intervento è orientato su target territoriali a scala sub-comunale e/o su target di
popolazione in condizione di esclusione
3.
Rafforzamento della capacità delle città di potenziare segmenti locali pregiati di
filiere produttive globali. Servizi avanzati per le imprese industriali e agricole,
Imprese sociali, creative e per servizi per i cittadini
4. Driver identificato dalle Regioni
Identificazione delle aree urbane
14 città metropolitane, di cui 10
individuate con legge nazionale e 4
individuate dalle regioni a statuto
speciale. Gli interventi in queste città
sono realizzati attraverso un
Programma Operativo Nazionale. Sono
incoraggiati partnership e progetti di
scala intercomunale
Città medie e poli urbani regionali, a
servizio di aree vaste significative,
dove gli interventi sono realizzati dai
Programmi Operativi Regionali. Queste
città sono identificate prima definendo
le aree territoriali potenzialmente
interessate (secondo un metodo
condiviso a livello nazionale) e poi
individuando le Autorità Urbane
titolari di progetti
Aree Interne
Obiettivo generale
• Inversione e miglioramento delle tendenze demografiche in
atto (riduzione dell’emigrazione, attrazione di nuovi
residenti, ripresa delle nascite, etc.)
Elementi strategici
• Aumento del benessere della popolazione locale
• Aumento della domanda locale di lavoro
• Aumento del grado di utilizzo del capitale territoriale
• Riduzione dei costi sociali della de-antropizzazione
• Rafforzamento dei fattori di sviluppo locale
La costruzione della mappa del DPS
Tipologie di azioni
Adeguamento dei
servizi essenziali
Miglioramento della qualità e quantità dei servizi per l’istruzione,
per la salute e per la mobilità. Questi interventi vengono realizzati
con le risorse messe a disposizione dalla Legge di Stabilità 2014 e
vengono realizzate da Ministeri, Regioni e Province in base alle
loro competenze
Monitoraggio della rete dei servizi delle aree interne
Progetti di
Sviluppo Locale
Sono basati su cinque “fattori latenti di sviluppo”:
• Tutela del Territorio e Comunità Locali
• Valorizzazione delle risorse naturali, culturali e turistiche
• Sistemi Agroalimentari e Sviluppo Locale
• Risparmio energetico e filiere locali di energia rinnovabile
• Saper fare ed artigianato
Aree progetto
Entrambe le classi di azioni vengono realizzate in aree-progetto
composte da gruppi di Comuni (anche a cavallo di più Province e
Regioni) e identificate dalle Regioni d’intesa con il Centro.
Selezione dei
territori
La selezione delle aree-progetto ha luogo, a partire dalla mappa delle
Aree Interne (non considerata una zonizzazione vincolante) e sulla base
di criteri come i trend demografici, l’utilizzo del suolo, il patrimonio
naturale e culturale, il sistema produttivo e le opportunità di suo
sviluppo, lo stato dei tre servizi essenziali e del digital divide, portafoglio
progettuale e capacità di svilupparlo, le esperienze di cooperazione
inter-comunale (specie in progetti comunitari), l’esistenza di leadership
locale e vivacità del partenariato e dell’associazionismo.
La prima fase
In una prima fase vengono selezionate le aree-progetto a un tempo più
bisognose e più in grado di riuscire. In particolare, nel 2014 la strategia
verrà avviata in non più di un area progetto per regione.
Organizzazione dell’intervento
Ruoli e strumenti per attuare la Strategia
• Le Regioni selezionano le aree sulla base di criteri condivisi,
programmano e finanziano le azioni per le Aree Interne
• I Comuni (che devono essere contigui) garantiscono la gestione
associata dei servizi funzionali alla strategia (nell’ambito di processi di
unione o fusione)
• Per l’attuazione dei Progetti di Sviluppo Locale, vengono sottoscritti
degli Accordi di Programma Quadro fra Regioni, Enti Locali,
Amministrazione centrale di coordinamento e le altre Amministrazioni
competenti
Il CLLD
nell’Accordo di Partenariato
Gli Ambiti tematici individuati dall’AdP
Sviluppo e innovazione delle filiere e dei sistemi produttivi locali
Sviluppo della filiera dell’ energia rinnovabile
Turismo sostenibile
Cura e tutela del paesaggio, dell’uso del suolo e della biodiversità
Valorizzazione di beni culturali e patrimonio artistico legato al territorio
Accesso ai servizi pubblici essenziali
Inclusione sociale di specifici gruppi svantaggiati e/o marginali
Legalità e promozione sociale nelle aree ad alta esclusione sociale
Riqualificazione urbana con la creazione di servizi e spazi inclusivi
Reti e comunità intelligenti
Diversificazione economica e sociale nel settore della pesca
I Piani di Azione
dovranno
concentrarsi su un
numero ridotto di
ambiti, comunque
non superiore a tre,
connessi secondo
una logica di filiera
FESR FEASR
FSE FEAMP
Almeno il 5% del PSR
Un importo paragonabile
a quello del PSR
Almeno il 10% del
Programma Nazionale
I fondi coinvolti
L’Accordo di Partenariato indirizza
ad un approccio multifondo della
Strategia di Sviluppo Locale e allo
stanziamento di “dotazioni
adeguate”
Fondo interessato Soglia minima (€) Soglia massima (€)
FEASR 4 milioni 12 milioni
FESR/FSE 1 milione 5 milioni
FEAMP 1 milione 5 milioni
Importi con cofinanziamento compreso
Vengono identificate delle soglie
minime (principio di massa critica) e
massime (principio di fattibilità) per i
fondi capofila nei Piani di Azione
Locale, che possono essere monofondo
o plurifondo
Comitato tecnico regionale
per l’attuazione
dell’intervento CLLD
Organizzazione
È un Comitato interfondo a cui prendono parte le AdG dei
Programmi ed è dotato di adeguate competenze
tecniche. Imposta, coordina e sorveglia le attività di CLLD,
garantendo il collegamento con la più ampia politica di
sviluppo territoriale della regione
Comitato di Pilotaggio
Nazionale
Ha competenze di indirizzo trasversale. Affronta
problematiche attinenti la selezione, il controllo e
l’eleggibilità delle spese, individua iniziative di supporto ai
Comitati regionali, imposta e conduce attività di
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Raffaele Colaizzo
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Raffaele Colaizzo: La programmazione 2014-2020 per lo sviluppo e la coesione territoriale

  • 1. La programmazione 2014-2020 per lo sviluppo e la coesione territoriale Raffaele Colaizzo Mesagne, 7 marzo 2014 LABORATORIO “GAL Territori Attivi – Opportunità e strategie verso Europa 2020” WORKSHOP “Il nuovo scenario della programmazione Europa 2020 e le priorità dei GAL”
  • 2. Obiettivi della presentazione Raffaele Colaizzo Vallo della Lucania, 22 gennaio 2014 • Discutere le novità delle politiche di sviluppo e coesione 2014 – 2020, con un affondo sugli strumenti di progettazione territoriale integrata • Introdurre i contenuti essenziali dell’Accordo di Partenariato per l’Italia
  • 3. La nuova regolamentazione della programmazione 2014-2020 Stato di attuazione, contenuti, geografia di applicazione Raffaele Colaizzo Vallo della Lucania, 22 gennaio 2014
  • 4. Agenda del processo di programmazione GU L 347/320 20.12.2013 1. Adozione Regolamenti e QSC (UE) Entro il 22.4.2014 (Art. 14 Reg. 1303) Entro 3 mesi da 2. (Art. 16 Reg. 1303) Entro 4 mesi da 2. (Art. 16 Reg. 1303) 2. Trasmissione AdP (SM→CE) 3. Osservazioni a AdP (CE) 4. Decisione su AdP (CE) Entro 3 mesi da 2. (Art. 26 Reg. 1303) Entro 3 mesi da 5. (Art. 28 Reg. 1303) Entro 3 mesi da 6. (Art. 28 Reg. 1303) 5. Trasmissione PO (SM→CE) 6. Osservazioni a PO (CE) 7. Decisione su PO (CE) 22 luglio 2014 Al netto del periodo di interruzione
  • 5. La GU L 347/320 del 2013 pubblica i regolamenti dei fondi strutturali ed altri importanti regolamenti riguardanti i fondi SIE ed alcuni programmi comunitari • Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio • Regolamento (UE) n. 1301/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale e a disposizioni specifiche concernenti l'obiettivo "Investimenti a favore della crescita e dell'occupazione" e che abroga il regolamento (CE) n. 1080/2006 • Regolamento (UE) n. 1304/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, relativo al Fondo sociale europeo e che abroga il regolamento (CE) n. 1081/2006 del Consiglio • Regolamento (UE) n. 1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e che abroga il regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio
  • 6. PACCHETTO LEGISLATIVO UE (Regolamenti e QSC) FESR, FSE, FC, FEASR, FEAMP (fondi SIE) ACCORDO DI PARTENARIATO FESR, FSE, FC, FEASR, FEAMP Livello Nazionale o Regionale Programmi Operativi FESR Programmi di SR FEASR Programmi Operativi FSE Programmi Operativi FC Livello UE Livello Nazionale Programmi Operativi Plurifondo (FESR, FSE, FC) Programmi Operativi FEAMP Quadro della programmazione 2014 - 2020
  • 7. I documenti chiave Quadro Strategico Comune (artt. 10–12 RRDC) Definisce gli elementi per una direzione strategica chiara del processo di programmazione e per il coordinamento settoriale e territoriale degli interventi dell'Unione nel quadro dei Fondi del QSC e delle altre politiche, in linea con gli obiettivi della strategia Europa 2020. Accordo di partenariato (artt. 13–17 RRDC) Trasferisce le disposizioni del QSC nel contesto nazionale e stabilisce gli impegni per raggiungere gli obiettivi dell'Unione attraverso la programmazione dei Fondi del QSC. Viene preparato dallo Stato Membro con la partecipazione dei partner in base al sistema della governance a più livelli Programma (artt. 26–31 RRDC) Definisce le priorità, gli obiettivi specifici e le dotazioni finanziarie dei Fondi del QSC e il corrispondente cofinanziamento nazionale. Comprende le modalità per garantire l'attuazione coordinata dei Fondi del QSC
  • 8. Gli obiettivi di Europa 2020 Occupazione Innalzamento al 75% del tasso di occupazione (per la fascia di età compresa tra 20 e 64 anni) R&S / innovazione Aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo ed innovazione al 3% del PIL dell'UE (pubblico e privato insieme) Cambiamenti climatici / energia (i) Riduzione delle emissioni di gas serra del 20% (o persino del 30%, se le condizioni lo permettono) rispetto al 1990; (ii) 20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili; (iii) Aumento del 20% dell'efficienza energetica. Istruzione (i) Riduzione degli abbandoni scolastici al di sotto del 10%; (ii) Aumento al 40% dei 30-34enni con un'istruzione universitaria Povertà / emarginazione Almeno 20 milioni di persone a rischio o in situazione di povertà ed emarginazione in meno
  • 9. Obiettivi tematici dei fondi SIE (art. 9 RRDC) ① Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione ② Migliorare l'accesso alle TIC, nonché il loro impiego e qualità ③ Promuovere la competitività delle PMI, l'agricoltura (FEASR) e la pesca e acquacoltura (FEAMP) ④ Sostenere la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori ⑤ Promuovere l'adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi ⑥ Tutelare l'ambiente e promuovere l'uso efficiente delle risorse ⑦ Promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infra-strutture di rete ⑧ Promuovere l'occupazione e sostenere la mobilità dei lavoratori ⑨ Promuovere l'inclusione sociale e combattere la povertà ⑩ Investire nelle competenze, nell'istru-zione e nell'apprendi-mento permanente ⑪ Rafforzare la capacità istituzionale e promuovere un'amministrazione pubblica efficiente I regolamenti dei singoli fondi identificano priorità collegate agli OT
  • 10. Obiettivi e copertura territoriale dei fondi Obiettivi (art. 89 RRDC) Copertura territoriale (art. 90 RRDC) Investimenti in favore della crescita e dell'occupazione negli Stati membri e nelle regioni, con il sostegno di tutti i Fondi Cooperazione territoriale europea, con il sostegno del FESR. Regioni meno sviluppate, il cui PIL pro capite è inferiore al 75% della media del PIL dell'UE a 27 Regioni in transizione, il cui PIL pro capite è compreso tra il 75% e il 90% della media del PIL dell’UE a 27 Regioni più sviluppate, il cui PIL pro capite è superiore al 90% della media del PIL dell'UE a 27.
  • 11. Tre categorie di regioni < 75% della media UEPIL/pro capite* *indice UE =100 75-90 % > 90% Regioni meno sviluppate Regioni in transizione © EuroGeographics Association for the administrative boundaries        Canarie Guyana Riunione Guadalupa/ Martinica Madeira Azzorre Malta La mappa delle regioni 2014 - 2020 Regioni più sviluppate
  • 12. Concentrazione tematica FESR (art. 4 della Proposta di Regolamento FESR) 1. Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione 2. Tecnologie Informazione e Comunicazione 3. Competitività 4. Economia a basse emissioni di carbonio 5. Adattamento al cambiamento climatico 6. Ambiente ed uso efficiente delle risorse 7. Sistemi di trasporto sostenibile 8. Occupazione e lavoro 9. Inclusione sociale 10. Competenze, istruzione, apprendimento 11. Capacità istituzionale RS e RiT: almeno 80% RmS: almeno 50% RS > 20%, RiT > 15%, RmS > 12% RS e RiT: almeno 80% RmS: almeno 50% RS e RiT: almeno 80% RmS: almeno 50% RS e RiT: almeno 80% RmS: almeno 50% RS e RiT: almeno 80% RmS: almeno 50% RS > 80%, RiT >60%, RmS > 50%
  • 13. Concentrazione tematica FSE (art. 4 della Proposta di Regolamento FSE) 1. Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione 2. Tecnologie Informazione e Comunicazione 3. Competitività 4. Economia a basse emissioni di carbonio 5. Adattamento al cambiamento climatico 6. Ambiente ed uso efficiente delle risorse 7. Sistemi di trasporto sostenibile 8. Occupazione e lavoro 9. Inclusione sociale e lotta alla povertà 10. Competenze, istruzione, apprendimento 11. Capacità istituzionale SM: almeno 20% RS: almeno 80% RiT: almeno 70% RmS: almeno 60% Concentrazione su 4 priorità
  • 14. L’approccio territoriale integrato nella programmazione 2014-2020
  • 15. Strumenti di integrazione territoriale nei nuovi Regolamenti dei fondi SIE Obiettivo di coesione territoriale (TFUE) Sviluppo Locale Partecipativo (Art. 32) Investimenti Territoriali Integrati (Art. 36) Applicazione di una singola metodologia di CLLD per tutti i Fondi e le regioni Estensione approccio LEADER S t r u m e n t i d i i n t e g r a z i o n e FS + FEASR e FEAMP Fondi SIE Approccio di policy integrato, territoriale, multidimensionale
  • 16. Lo sviluppo locale partecipativo (Artt. 32 – 35 Reg. 1303/2013) Gruppi di Azione Locale composti da rappresentanti locali pubblici e privati, in cui né il settore pubblico, né un singolo gruppo di interesse ha più del 49% dei diritti di voto (art. 32 c. 2 lettera b) Strategie territoriali di sviluppo locale integrate e multisettoriali (art. 32 c. 2 lettera c) Concentrazione su territori sub- regionali specifici (art. 32 c. 2 lettera a) Bisogni e potenzialità locali, innovazione nel contesto locale, istituzione di una rete, cooperazione (art. 32 c. 2 lettera d) “La strategia di sviluppo locale di tipo partecipativo è un insieme coerente di operazioni rispondenti a obiettivi e bisogni locali e che contribuisce alla realizzazione della strategia dell'Unione per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva e che è concepito ed eseguito da un gruppo di azione locale” (cons. 19) La popolazione del territorio interessato è compresa fra 10.000 e 150.000 abitanti, salvo eccezioni (Art. 33, c. 6)
  • 17. Integrazione e territorialità (Artt. 32 – 35 Reg. 1303/2013) FESR FEASR FSE FEAMP Aree costiere. Il CCLD rafforza e integra l’approccio esistente, rafforza le filiere della pesca e promuove la diversificazione economica Aree rurali. Il CLLD rafforza e facilita l’approccio esistente, migliora gli interventi di tipo rurale – urbano, integra l’uso dei fondi Aree urbane. Il CLLD favorisce gli interventi integrati che debbono essere basati su un approccio partecipativo Occupazione e inclusione. Il CLLD rafforza l’integrazione del FSE nelle iniziative di sviluppo locale e nei patti territoriali per l’occupazione Può essere designato un fondo capofila per sostenere tutti i costi di gestione e animazione (Art. 32, c. 4) Il CLLD è realizzato nell’ambito di una o più priorità del programma o dei programmi pertinenti (Art. 32, c. 5)
  • 18. Possibili configurazioni del CLLD in ambiti urbani Commissione Europea (2013), Common Guidance CLLD, Bruxelles.
  • 19. Strategie di sviluppo locale (Artt. 33 Reg. 1303/2013) Gli elementi della Strategia Aspetti attuativi •Territorio e popolazione interessati •Esigenze di sviluppo e potenzialità del territorio •Strategia ed obiettivi •Processo associativo •Piano d’azione •Gestione e sorveglianza •Piano di finanziamento •Le strategie di sviluppo locale sono selezionate da un comitato istituito dalle autorità di gestione dei programmi. •Il primo ciclo di selezione delle strategie di sviluppo locale va completato entro due anni dall’approvazione dell’AdP. Eventuali strategie aggiuntive devono essere completate entro il 31.12.2017 •La decisione che approva una strategia di sviluppo locale deve stabilire la dotazione a titolo di ciascun Fondo SIE. Definisce inoltre i ruoli delle autorità responsabili.
  • 20. I compiti dei Gruppi di Azione Locale (Art. 34 Reg. 1303/2013) Rafforzare la capacità degli attori locali di formulare, attuare e gestire operazioni Elaborare procedure di selezione trasparenti e non discriminatorie, con decisioni non a maggioranza pubblica Garantire la coerenza fra operazioni selezionate e strategia dello sviluppo locale partecipativo Preparare e pubblicare bandi e procedure di selezione delle operazioni Ricevere le domande di sostegno e valutarle Selezionare le operazioni e fissare l’ammontare del sostegno Verificare e valutare l’attuazione della strategia e delle singole operazioni I GAL elaborano ed attuano le strategie (Art. 34, c. 1). Essi scelgono al loro interno un partner capofila per le questioni amministrative e finanziarie, oppure si riuniscono in una struttura comune legalmente costituita (Art. 34, c.2).
  • 21. Sostegno dei fondi al CLLD (Art. 35 Reg. 1303/2013) Costi del sostegno preparatorio (formazione, studi del territorio, progettazione, spese amministrative, progetti pilota Esecuzione delle operazioni nell’ambito della strategia di sviluppo locale partecipativo Preparazione e realizzazione delle attività di cooperazione del Gruppo di Azione Locale Costi di esercizio connessi all’attuazione della strategia (costi operativi, costi per il personale, costi di formazione, etc.) Animazione della strategia di sviluppo locale di tipo partecipativo per agevolare gli scambi fra le parti Il tasso massimo di cofinanziamento a livello di asse prioritario è aumentato di dieci punti percentuali laddove l'asse prioritario sia attuato interamente attraverso iniziative di sviluppo locale di tipo partecipativo (Art. 120, c. 5).
  • 22. Investimenti Territoriali Integrati (art. 36 RRDC) Commissione Europea (2012), Investimenti Territoriali Integrati, Scheda Informativa. Se una strategia di sviluppo territoriale richiede un approccio integrato che comporti investimenti nell'ambito di più assi prioritari di uno o più PO, l'azione è eseguita sotto forma di Investimento Territoriale Integrato. I PO interessati individuano gli ITI previsti e stabiliscono la dotazione finanziaria indicativa di ciascun asse prioritario destinata agli ITI. Lo Stato membro o l'AdG può designare uno o più organismi intermedi, compresi enti locali, organismi di sviluppo regionale o organizzazioni non governative, cui delegare la gestione e l'attuazione di un ITI.
  • 23. CLLD e ITI CLLD ITI È un approccio strettamente dal basso verso l'alto. Il gruppo di azione locale stabilisce il contenuto della strategia di sviluppo locale e le operazioni soggette a finanziamento. Gli ITI possono essere costruiti dall'alto verso il basso, dal basso verso l'alto o con una combinazione dei due approcci. Lo sviluppo locale partecipativo può essere la componente di una strategia urbana integrata implementata mediante un ITI
  • 24. Elementi chiave degli ITI Dominio territoriale Qualsiasi area geografica con caratteristiche territoriali particolari può essere oggetto di un ITI, da quartieri urbani specifici con svantaggi a livello urbano, metropolitano, urbano-rurale, sub- regionale o interregionale. Applicabilità alle Reti Un ITI può offrire iniziative integrate in unità con caratteristiche simili all'interno di una regione, anche se distanti dal punto di vista geografico (ad esempio, una rete di città di piccole o medie dimensioni). Non è obbligatorio che un ITI copra l'intero territorio di un'unità amministrativa. Applicabilità nella CTE Gli ITI possono essere realizzati nell'ambito della Cooperazione Territoriale Europea (CTE), ad esempio per implementare una strategia integrata per lo sviluppo urbano in città transfrontaliere.
  • 25. Elementi chiave degli ITI (segue) Finalità Gli ITI dovranno contribuire agli obiettivi tematici dei rispettivi assi prioritari dei programmi operativi partecipanti, nonché agli obiettivi di sviluppo della strategia territoriale. Integrazione degli interventi Gli ITI possono essere finanziati dal FESR e dal FSE ma non è obbligatorio combinare tutti i fondi in ciascun ITI. È auspicabile che l'ITI combini il FESR e il FSE per collegare i piccoli investimenti alle infrastrutture fisiche. Ciò è particolarmente importante nello sviluppo urbano sostenibile. Possono partecipare gli altri fondi del SIE Governance L'AdG del PO ha la responsabilità ultima della gestione e dell'implementazione delle operazioni di un ITI. Tuttavia, può designare organismi intermediari, inclusi autorità locali, organismi di sviluppo regionale oppure organizzazioni non governative per adempiere ad alcune o a tutte le attività di gestione e implementazione.
  • 26. La struttura e le principali opzioni strategiche dell’Accordo di Partenariato
  • 27. Quadro di riferimento Situazione di contesto Strategia generale Obiettivi tematici Linee di indirizzo strategico Risultati attesi / OS Indicatori quantificabili Azioni Fondi SIE interessati Aspetti territoriali Strategia per le città Strategia per le Aree Interne Aspetti finanziari ed organizzativi Allocazione finanziaria Attuazione e coordinamento Stato delle condizionalità Struttura essenziale dell’Accordo di Partenariato
  • 28.
  • 29. Definizione dell’allocazione finanziaria di FESR e FSE La nuova bozza di AdP ripartisce i fondi complessivi per l’Italia (21,233 di FESR e 9,9 di FSE) per Obiettivo Tematico e per Risultato Atteso
  • 30. OBIETTIVO TEMATICO 1 - RICERCA, SVILUPPO TECNOLOGICO E INNOVAZIONE 1.1 Incremento dell’attività di innovazione delle imprese 1.2 Rafforzamento del sistema innovativo regionale attraverso l’incremento della collaborazione fra imprese/reti di imprese e strutture di ricerca, e la valorizzazione di queste ultime 1.3 Promozione di nuovi mercati per l’innovazione attraverso la qualificazione della domanda pubblica, la promozione di standard di qualità, le competizioni tecnologiche (challenges&prizes) orientate a premiare la capacità di soluzione di specifici problemi di rilevanza sociale Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
  • 31. OBIETTIVO TEMATICO 2 - AGENDA DIGITALE Risultati Attesi / Obiettivi Specifici 2.1 Riduzione dei divari digitali nei territori e diffusione di connettività in banda larga e ultra larga coerentemente con gli obiettivi fissati al 2020 dalla "Digital Agenda" europea 2.2 Digitalizzazione dei processi amministrativi e diffusione di servizi digitali pienamente interoperabili della PA offerti a cittadini e imprese (in particolare nella sanità e nella giustizia) 2.3 Potenziamento della domanda di ICT dei cittadini in termini di utilizzo dei servizi online, inclusione digitale e partecipazione in rete
  • 32. OBIETTIVO TEMATICO 3 - COMPETITIVITÀ DEI SISTEMI PRODUTTIVI Risultati Attesi / Obiettivi Specifici 3.1 Rilancio della propensione agli investimenti del sistema produttivo 3.2 Sviluppo occupazionale e produttivo in aree territoriali colpite da crisi diffusa delle attività produttive 3.3 Consolidamento, modernizzazione e diversificazione dei sistemi produttivi territoriali 3.4 Incremento del livello di internazionalizzazione dei sistemi produttivi e dell’attrattività del sistema imprenditoriale rispetto agli investimenti esteri (IDE) 3.5 Nascita e consolidamento delle Micro, Piccole e Medie Imprese a carattere innovativo 3.6 Miglioramento dell’accesso al credito 3.7 Aumento delle attività economiche profit e non profit a contenuto sociale e delle attività di agricoltura sociale
  • 33. OBIETTIVO TEMATICO 4 - ENERGIA SOSTENIBILE E QUALITÀ DELLA VITA Risultati Attesi / Obiettivi Specifici 4.1 Ridurre i consumi energetici negli edifici e nelle strutture pubbliche o ad uso pubblico, residenziali e non residenziali e integrazione di fonti rinnovabili 4.2 Ridurre i consumi energetici nei cicli e strutture produttive e integrazione di fonti rinnovabili 4.3 Incrementare la quota di fabbisogno energetico coperto da generazione distribuita sviluppando e realizzando sistemi di distribuzione intelligenti 4.4 Incrementare la quota di fabbisogno energetico coperto da cogenerazione e trigenerazione di energia 4.5 Migliorare lo sfruttamento sostenibile delle bioenergie 4.6 Aumentare la mobilità sostenibile nelle aree urbane
  • 34. OBIETTIVO TEMATICO 5 - CLIMA E RISCHI AMBIENTALI Risultati Attesi / Obiettivi Specifici 5.1 Ridurre il rischio idrogeologico e di erosione costiera 5.2 Prevenire e mitigare i cambiamenti climatici e ridurre il rischio di desertificazione 5.3 Ridurre il rischio incendi e il rischio sismico
  • 35. OBIETTIVO TEMATICO 6 - TUTELA DELL’AMBIENTE E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE CULTURALI E AMBIENTALI Risultati Attesi / Obiettivi Specifici 6.1 Ridurre alla fonte la produzione dei rifiuti urbani e aumentare la percentuale di materia da destinare alla preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio secondo gli obiettivi comunitari minimizzando lo smaltimento in discarica dei rifiuti urbani 6.2 Ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti industriali e agricoli 6.3 Restituzione all'uso produttivo di aree inquinate 6.4 Migliorare il servizio idrico integrato per usi civili e ridurre le perdite di rete di acquedotto 6.5 Mantenere e migliorare la qualità dei corpi idrici attraverso la diminuzione dei prelievi e dei carichi inquinanti, l'efficientamento degli usi nei vari settori di impiego e il miglioramento e/o rispristino graduale della capacità di ricarica delle falde acquifere 6.6 Contribuire ad arrestare la perdita di biodiversità in ambito terrestre e marino, migliorando lo stato di conservazione delle specie e degli habitat di interesse comunitario e salvaguardando la biodiversità legata al paesaggio rurale, mantenendo e ripristinando i servizi ecosistemici
  • 36. OBIETTIVO TEMATICO 6 - TUTELA DELL’AMBIENTE E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE CULTURALI E AMBIENTALI (segue) Risultati Attesi / Obiettivi Specifici 6.7 Miglioramento delle condizioni e degli standard di offerta e fruizione del patrimonio nelle aree di attrazione naturale attraverso la valorizzazione sistemica e integrata di risorse e competenze territoriali 6.8 Miglioramento delle condizioni e degli standard di offerta e fruizione del patrimonio culturale, materiale e immateriale, nelle aree di attrazione attraverso la valorizzazione sistemica e integrata di risorse e competenze territoriali 6.9 Migliorare la competitività e la capacità di attrazione delle destinazioni turistiche, attraverso la valorizzazione sistemica ed integrata di risorse e competenze territoriali
  • 37. OBIETTIVO TEMATICO 7 - MOBILITÀ SOSTENIBILE DI PERSONE E MERCI Risultati Attesi / Obiettivi Specifici 7.1 Potenziamento dell’offerta ferroviaria e qualificazione del servizio. 7.2 Aumentare la competitività del sistema portuale e interportuale 7.3 Integrazione modale e miglioramento dei collegamenti multimodali con i principali nodi urbani, produttivi e logistici (stazioni, stazioni AV, porti, interporti e aeroporti) 7.4 Rafforzare le connessioni con la rete globale delle aree rurali, delle aree interne ed insulari 7.5 Ottimizzare il sistema aeroportuale e contribuire alla realizzazione del cielo unico europeo
  • 38. OBIETTIVO TEMATICO 8 - OCCUPAZIONE Risultati Attesi / Obiettivi Specifici 8.1 Aumentare l’occupazione dei giovani attraverso il rafforzamento delle misure attive e preventive sul mercato del lavoro, il contrasto al fenomeno dei NEET ([…], il rafforzamento dell’apprendistato e altre misure di inserimento al lavoro, la promozione di auto impiego e auto imprenditorialità 8.2 Aumentare l’occupazione femminile, attraverso il rafforzamento delle misure per l’inserimento lavorativo delle donne, la promozione della parità tra uomini e donne e la conciliazione tra vita professionale e vita privata/familiare, il sostegno ad autoimpiego e autoimprenditorialità 8.3 Aumentare l’occupazione dei lavoratori anziani e favorire l’invecchiamento attivo, attraverso la promozione di condizioni e forme di organizzazione del lavoro più favorevoli e la solidarietà tra generazioni 8.4 Rafforzare e qualificare l’inserimento lavorativo degli immigrati 8.5 Ridurre il numero dei disoccupati di lunga durata e sostenere adeguatamente le persone a rischio di disoccupazione di lunga durata, anticipando anche le opportunità di occupazione di lungo termine 8.6 Favorire la permanenza al lavoro e la ricollocazione dei lavoratori coinvolti in situazioni di crisi (settoriali e di grandi aziende), sia attraverso la contestualità e l’integrazione delle politiche di sviluppo industriale e del lavoro, sia attraverso l’attivazione di azioni integrate […]
  • 39. OBIETTIVO TEMATICO 8 – OCCUPAZIONE (segue) Risultati Attesi / Obiettivi Specifici 8.7 Favorire l’inserimento lavorativo e l’occupazione dei soggetti svantaggiati e delle persone con disabilità 8.8 Migliorare l’efficacia e la qualità dei servizi al lavoro, attraverso la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) e degli standard minimi di servizio, la creazione di partenariati, il rafforzamento dell’utilizzo della rete EURES, il sostegno agli investimenti nelle infrastrutture 8.9 Facilitare la diversificazione, la creazione di nuove piccole imprese e di lavoro nelle aree rurali
  • 40. OBIETTIVO TEMATICO 9 - INCLUSIONE SOCIALE E LOTTA ALLA POVERTÀ Risultati Attesi / Obiettivi Specifici 9.1 Riduzione della povertà, dell’esclusione sociale e innovazione sociale 9.2 Incremento dell’occupabilità e della partecipazione al mercato del lavoro, attraverso percorsi integrati e multidimensionali di inclusione attiva delle persone maggiormente vulnerabili, vittime di violenza o grave sfruttamento e a rischio di discriminazione 9.3 Aumento/ consolidamento/ qualificazione dei servizi di cura socio-educativi rivolti ai bambini e cura rivolti a persone con limitazioni dell’autonomia e potenziamento della rete infrastrutturale e dell’offerta di servizi sanitari e sociosanitari territoriali 9.4 Riduzione del numero di famiglie in condizioni di disagio abitativo 9.5 Riduzione della marginalità estrema e interventi di inclusione a favore delle persone senza dimora e delle popolazioni Rom, Sinti e Camminanti in coerenza con la strategia nazionale di integrazione dei rom 9.6 Aumento della legalità nelle aree ad alta esclusione sociale e miglioramento del tessuto urbano nelle aree a basso tasso di legalità
  • 41. OBIETTIVO TEMATICO 10 - ISTRUZIONE E FORMAZIONE Risultati Attesi / Obiettivi Specifici 10.1 Riduzione del fallimento formativo precoce e della dispersione scolastica e formativa a parità di contesto e con attenzione a specifici target, anche attraverso […] 10.2 Miglioramento delle competenze chiave degli allievi, anche attraverso la fornitura di strumenti di apprendimento adeguati e il supporto dello sviluppo delle capacità di docenti, formatori e staff 10.3 Innalzamento del livello di istruzione della popolazione adulta, con particolare riguardo alle fasce di istruzione meno elevate anche attraverso […] 10.4 Accrescimento delle competenze della forza lavoro e agevolare la mobilità, l’inserimento/reinserimento lavorativo, attraverso […] 10.5 Innalzamento dei livelli di competenze, di partecipazione e di successo formativo nell’istruzione universitaria e/o equivalente, attraverso […] 10.6 Qualificazione dell’offerta di istruzione e formazione tecnica e professionale, anche attraverso l’intensificazione dei rapporti scuola-formazione-impresa e lo sviluppo di poli tecnico- professionali
  • 42. OBIETTIVO TEMATICO 10 - ISTRUZIONE E FORMAZIONE (segue) Risultati Attesi / Obiettivi Specifici 10.7 Miglioramento della sicurezza, dell’efficientamento energetico e dell’attrattività e fruibilità degli ambienti scolastici finalizzato a aumentare la propensione dei giovani a permanere nei contesti formativi 10.8 Diffusione della società della conoscenza nel mondo della scuola e della formazione e adozione di approcci didattici innovativi, anche attraverso il sostegno all’accesso a nuove tecnologie e la fornitura di strumenti di apprendimento adeguati e la promozione di risorse di apprendimento on-line 10.9 Miglioramento delle capacità di auto-diagnosi, auto-valutazione e valutazione delle scuole e di innovare la didattica adattandola ai contesti
  • 43. OBIETTIVO TEMATICO 11 – CAPACITÀ ISTITUZIONALE E AMMINISTRATIVA Risultati Attesi / Obiettivi Specifici 11.1 Aumento della trasparenza dell’accesso ai dati pubblici 11.2 Riduzione degli oneri amministrativi e regolatori 11.3 Miglioramento della qualità dei servizi offerti dalla pubblica amministrazione 11.4 Aumento dei livelli di legalità nell’azione della Pubblica Amministrazione 11.5 Miglioramento della governance multilivello e delle capacità degli organismi coinvolti nella attuazione e gestione dei programmi operativi
  • 44. Programmi Operativi Nazionali Programmi Operativi Nazionali Regioni Fondi OTPiù sviluppate In transizione Meno sviluppate FESR FSE 1. Istruzione • • • • • 10, 11 2. Occupazione • • • • • 8, 11 3. Inclusione • • • • 9, 11 4. Città metropolitane • • • • • 5. Governance • • • • • 11 6. Programma IOG • • • • 7. Ricerca e innovazione • • 8. Imprese e competitività • • 9. Infrastrutture e reti • 10. Beni culturali • 11. Legalità •
  • 45. La dimensione territoriale nell’Accordo di Partenariato Raffaele Colaizzo Vallo della Lucania, 22 gennaio 2014
  • 46. Agenda Urbana e Aree Interne nell’AdP Agenda Urbana La programmazione dei Fondi comunitari considera le città come “città funzionali”; distingue tra grandi città/aree metropolitane, città medie e sistemi di piccoli comuni; punta sulla “rete delle grandi città metropolitane” per rafforzare la competitività dell'Europa; rafforza la cooperazione e co- decisione tra diversi livelli di governo. Aree Interne La Strategia per le Aree Interne mira a tutelare il territorio e la sicurezza degli abitanti affidandogliene la cura, promuovere la diversità naturale e culturale e il policentrismo aprendo all'esterno, rilanciare lo sviluppo e il lavoro attraverso l'uso di risorse potenziali male utilizzate.
  • 47. I “driver” dello sviluppo urbano sostenibile 1. Ridisegno e modernizzazione dei servizi urbani per i residenti e gli utilizzatori delle città: mobilità e logistica sostenibile, risparmio energetico e fonti rinnovabili, miglioramento della gestione dei servizi collettivi, rafforzamento dei servizi collettivi attraverso interventi in piccole infrastrutture e start up di nuovi servizi 2. Politiche e progettazione per l’inclusione sociale per i segmenti di popolazione più fragile e per aree e quartieri disagiati: sostegno alle politiche sociali attraverso il rafforzamento degli strumenti ordinari, contrato alla povertà e al disagio. L’intervento è orientato su target territoriali a scala sub-comunale e/o su target di popolazione in condizione di esclusione 3. Rafforzamento della capacità delle città di potenziare segmenti locali pregiati di filiere produttive globali. Servizi avanzati per le imprese industriali e agricole, Imprese sociali, creative e per servizi per i cittadini 4. Driver identificato dalle Regioni
  • 48. Identificazione delle aree urbane 14 città metropolitane, di cui 10 individuate con legge nazionale e 4 individuate dalle regioni a statuto speciale. Gli interventi in queste città sono realizzati attraverso un Programma Operativo Nazionale. Sono incoraggiati partnership e progetti di scala intercomunale Città medie e poli urbani regionali, a servizio di aree vaste significative, dove gli interventi sono realizzati dai Programmi Operativi Regionali. Queste città sono identificate prima definendo le aree territoriali potenzialmente interessate (secondo un metodo condiviso a livello nazionale) e poi individuando le Autorità Urbane titolari di progetti
  • 49. Aree Interne Obiettivo generale • Inversione e miglioramento delle tendenze demografiche in atto (riduzione dell’emigrazione, attrazione di nuovi residenti, ripresa delle nascite, etc.) Elementi strategici • Aumento del benessere della popolazione locale • Aumento della domanda locale di lavoro • Aumento del grado di utilizzo del capitale territoriale • Riduzione dei costi sociali della de-antropizzazione • Rafforzamento dei fattori di sviluppo locale
  • 50. La costruzione della mappa del DPS
  • 51.
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  • 54. Tipologie di azioni Adeguamento dei servizi essenziali Miglioramento della qualità e quantità dei servizi per l’istruzione, per la salute e per la mobilità. Questi interventi vengono realizzati con le risorse messe a disposizione dalla Legge di Stabilità 2014 e vengono realizzate da Ministeri, Regioni e Province in base alle loro competenze Monitoraggio della rete dei servizi delle aree interne Progetti di Sviluppo Locale Sono basati su cinque “fattori latenti di sviluppo”: • Tutela del Territorio e Comunità Locali • Valorizzazione delle risorse naturali, culturali e turistiche • Sistemi Agroalimentari e Sviluppo Locale • Risparmio energetico e filiere locali di energia rinnovabile • Saper fare ed artigianato
  • 55. Aree progetto Entrambe le classi di azioni vengono realizzate in aree-progetto composte da gruppi di Comuni (anche a cavallo di più Province e Regioni) e identificate dalle Regioni d’intesa con il Centro. Selezione dei territori La selezione delle aree-progetto ha luogo, a partire dalla mappa delle Aree Interne (non considerata una zonizzazione vincolante) e sulla base di criteri come i trend demografici, l’utilizzo del suolo, il patrimonio naturale e culturale, il sistema produttivo e le opportunità di suo sviluppo, lo stato dei tre servizi essenziali e del digital divide, portafoglio progettuale e capacità di svilupparlo, le esperienze di cooperazione inter-comunale (specie in progetti comunitari), l’esistenza di leadership locale e vivacità del partenariato e dell’associazionismo. La prima fase In una prima fase vengono selezionate le aree-progetto a un tempo più bisognose e più in grado di riuscire. In particolare, nel 2014 la strategia verrà avviata in non più di un area progetto per regione. Organizzazione dell’intervento
  • 56. Ruoli e strumenti per attuare la Strategia • Le Regioni selezionano le aree sulla base di criteri condivisi, programmano e finanziano le azioni per le Aree Interne • I Comuni (che devono essere contigui) garantiscono la gestione associata dei servizi funzionali alla strategia (nell’ambito di processi di unione o fusione) • Per l’attuazione dei Progetti di Sviluppo Locale, vengono sottoscritti degli Accordi di Programma Quadro fra Regioni, Enti Locali, Amministrazione centrale di coordinamento e le altre Amministrazioni competenti
  • 58. Gli Ambiti tematici individuati dall’AdP Sviluppo e innovazione delle filiere e dei sistemi produttivi locali Sviluppo della filiera dell’ energia rinnovabile Turismo sostenibile Cura e tutela del paesaggio, dell’uso del suolo e della biodiversità Valorizzazione di beni culturali e patrimonio artistico legato al territorio Accesso ai servizi pubblici essenziali Inclusione sociale di specifici gruppi svantaggiati e/o marginali Legalità e promozione sociale nelle aree ad alta esclusione sociale Riqualificazione urbana con la creazione di servizi e spazi inclusivi Reti e comunità intelligenti Diversificazione economica e sociale nel settore della pesca I Piani di Azione dovranno concentrarsi su un numero ridotto di ambiti, comunque non superiore a tre, connessi secondo una logica di filiera
  • 59. FESR FEASR FSE FEAMP Almeno il 5% del PSR Un importo paragonabile a quello del PSR Almeno il 10% del Programma Nazionale I fondi coinvolti L’Accordo di Partenariato indirizza ad un approccio multifondo della Strategia di Sviluppo Locale e allo stanziamento di “dotazioni adeguate” Fondo interessato Soglia minima (€) Soglia massima (€) FEASR 4 milioni 12 milioni FESR/FSE 1 milione 5 milioni FEAMP 1 milione 5 milioni Importi con cofinanziamento compreso Vengono identificate delle soglie minime (principio di massa critica) e massime (principio di fattibilità) per i fondi capofila nei Piani di Azione Locale, che possono essere monofondo o plurifondo
  • 60. Comitato tecnico regionale per l’attuazione dell’intervento CLLD Organizzazione È un Comitato interfondo a cui prendono parte le AdG dei Programmi ed è dotato di adeguate competenze tecniche. Imposta, coordina e sorveglia le attività di CLLD, garantendo il collegamento con la più ampia politica di sviluppo territoriale della regione Comitato di Pilotaggio Nazionale Ha competenze di indirizzo trasversale. Affronta problematiche attinenti la selezione, il controllo e l’eleggibilità delle spese, individua iniziative di supporto ai Comitati regionali, imposta e conduce attività di monitoraggio e valutazione, informa il pubblico sulle iniziative di CLLD