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La genetica delle
        amiloidosi familiari
Gabriella Restagno

SS Diagnostica e Consulenza genetica
AO OIRM-S.Anna

E-mail: gabriella.restagno@oirmsantanna.piemonte.it


Conferenze Patologico-cliniche 2008
Le amiloidosi familiari:
   eterogeneità genetica

Gruppo di differenti malattie ognuna
risultante da mutazioni in una
proteina specifica
La più comune: transtiretina
Più rare: apolipoproteina AI,
cistatina C, lisozima, catena Aα del
fibrinogeno, apolipoproteina AII
Basi genetiche “semplici” e basi genetiche
                     “complesse”




Ereditarietà “semplice”, correlazione
          Genotipo-fenotipo             Caratteri Complessi: interazione
                                        Geni + ambiente
L’utilizzo dei test genetici è un intervento
                 complesso

 Sospetto diagnostico, informazione e
 preparazione al test (consulenza pre-
 test)
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 di laboratorio: quali tecnologie
 Interpretazione dei risultati
 Comunicazione al paziente (consulenza
 post-test)
 Supporto a chi ha ricevuto un test
 positivo
Non indicato il cariotipo

Prepared from chromosome
metaphase spreads
Requires dividing cells
Each chromosome has its
unique staining pattern
Results need to be read and
interpreted by a certified
cytogeneticist
Resolution of technique is ~5
Mb
Indicata l’analisi del DNA
                     Le molecole di DNA sono a
                   doppia elica, connesse da ponti
                   idrogeno
                    Le varie combinazioni di
                   questi quattro nucleotidi
                   creano un codice unico per il
                   DNA chiamato sequenza ( o
                   genotipo, gene, allele)
                     Cambiamenti nella sequenza
                   del DNA sono detti mutazioni
                   (se causa di malattia) o
                   polimorfismi (se varianti
                   “neutre”)
                    Un Dna è un lungo polimero
                   formato da quattro basi
                   azotate (nucleotidi).
La diagnosi genetica può essere eseguita con la
      ricerca di mutazioni sulla sequenza dei diversi geni



         Perché eseguire l’analisi del DNA
(Analisi di un gene specifico allo scopo di accertare o escludere
   un’alterazione associata ad una malattia ereditaria, nelle
   amiloidosi TTR, apolipoproteina AI, cistatina C, lisozima,
   catena Aa del fibrinogeno, apolipoproteina AII, MEFV )

•Conferma diagnostica

•Identificazione degli eterozigoti (“carrier”)


•Test presintomatici e predittivi
•Test di “suscettibilità” o “predisposizione”
Come di esegue l’analisi del DNA


Il DNA viene estratto generalmente da un prelievo
di sangue (in edta). L’analisi si effettua in tre passaggi:
1) Preparazione del campione
2) Amplificazione (PCR)
3) Rivelazione della mutazione (o del polimorfismo)
con differenti metodiche
Mutazioni del DNA



Mutazione
puntiforme                             Duplicazione
              Delezione   Inserzione



Varianti di uno stesso gene possono causare
   sintomi clinici noti (mutazioni) o non dare
   sintomi clinici (polimorfismi)
Le amiloidosi ereditarie :
autosomiche dominanti (AD)
Le amiloidosi ereditarie :
       da transtiretina (A TTR)

Mutazioni nella plasma proteina tetramerica
transtiretina, composta da 127 aminoacidi
trasporta ormone tiroideo e VitA attraverso un
complesso con RBP in siero e liquor
TTR: il locus




OMIM: *107680, 18q11.2 q
                     - 12.1
TTR: il gene 4 esoni, 615 bp (147
          aminoacidi)
A TTR: Eterogeneità allelica e
         fenotipica
A TTR: Eterogeneità allelica e
         fenotipica
A TTR: la stessa mutazione può dare
            fenotipi differenti




V30M: variabilità dei sintomi clinici in soggetti di origine
etnica differente
V30M: penetranza (% di portatori della mutazione che
sviluppano la malattia) inferiore al 50%
Ile84Ser: penetranza circa 100%
Mutazioni in altri geni non TTR
Amiloidosi da ApoAI: il locus




OMIM: *107680, 11q23
ApoAI: 4 esoni, 897 bp, 267 aminoacidi


•Gly26Arg (ggc>cgc): NP, nefropatia
• Trp50Arg (tgg>agg): A sistemica, non NP
•Leu90Pro (cta>cca): A cardiaca e cutanea
•Arg173Pro (cga>cca): A cardiaca, cutanea, laringea
•Leu174Ser (ttg>tcg): A sistemica, non NP
•Ala175Pro ( gcg>ccg): A sistemica, nefropatia, laringea
•del60-71 insVal/Thr: A epatica
•del70-72: nefropatia
Amiloidosi da gelsolina: il locus




OMIM: *137350, 9q34
Amiloidosi da gelsolina: il gene / le mutazioni

17 esoni, 2657 bp, 782 aminoacidi, splicing alternativi




Asp187Asn: A sistemica, NP
Asp187Tyr : A sistemica, NP
Una forma autosomica recessiva: il gene
                MEFV




OMIM: *6081107, 16p13
10 esoni, 3677 bp, 781 aminoacidi
splicing alternativi tessuto specifici
il gene MEFV: mutazioni in omozigosi con
frequenza differente in diverse popolazioni


                   M694V: più frequente in
                   popolazioni con amiloidosi
                   sistemica (penetranza 99%, 20-
                   65% dei cromosomi FMF in
                   Arabi, Armeni, Turchi)
                   E148Q (penetranza 55%)
                   V726A: più frequente in
                   popolazioni in cui l’amiloidosi è
                   meno comune
                   tre mutazioni hotspot ai codoni
                   148, 680 e 694
I geni delle amiloidosi: metodi
          d’indagine molecolare
Per le mutazioni frequenti
                              Per le mutazioni rare
Analisi con primers allele-     DGGE
specifici (ARMS)
                                SSCP
Analisi con sonde
oligonucleotidiche allele-
specifiche (dot blot,           DHPLC
reverse dot blot, kit...)
                                Sequenziamento
Microchip
Pyrosequencing
1953: doppia elica del DNA ( Watson e Crick )

1955: 46 cromosomi
1961: mRNA

1966: codice genetico

1968: primo enzima di restrizione

1975-1977: sequenza del DNA (Sanger)

1983: mappato il primo gene-malattia
INVENTATA LA PCR




       2     4       8   16     32     64       128   etc.
Amplificazione del DNA tramite PCR
                    (Polymerase Chain Reaction)

   La Polymerase Chain Reaction (PCR) è un
   processo di amplificazione del DNA che, a
   partire da una sequenza DNA “bersaglio”, ne
   consente l’amplificazione selettiva e rapida.
Ingredienti:
DNA da analizzare
Oligonucleotidi       20 µL
(primer)
Nucleotidi
Mg, buffer
Taq Polimerasi
DHPLC (Denaturing high performance liquid
          chromatography)

•Tecnica di screening che permette di identificare variazioni nella sequenza
del DNA in eterozigosi senza uso di gel, fluorescenti ecc., su una speciale
colonna cromatografica
• Dopo la PCR si esegue una denaturazione (94°C) e un
re-annealing (56°C) in cui si formano gli omoduplici originali di filamenti
complementari e gli eteroduplici generati dalla combinazione di un
filamento wild type e di uno mutato

   wild type      mutato             eteroduplici         omoduplici
Profilo cromatografico in DHPLC dell’esone 2 del
gene TTR in soggetto eterozigote V30M / wt


                                      V30M
                                      wild-type
Sequenza diretta gene TTR
mutazione V30M/wt, esone 2
Profilo cromatografico in DHPLC dell’esone 2 del
gene TTR in soggetto eterozigote E89Q / wt

                                        E89Q
                                        wild-type
Sequenza diretta gene TTR
   E89Q / wt, esone 3
Interpretazione delle mutazioni

 Database

 pubblicazioni

 esperienza dei centri
Problemi aperti : interpretazione prognostica
       del significato delle mutazioni
 Database

 Anamnesi familiare

 Mutazioni “de novo”

 Penetranza incompleta

 Espressione variabile (geni modificatori,
 eterogeneità allelica o di locus, fattori ambientali)
Il punto più critico: i tempi di risposta
           dei test molecolari

•Dati i costi delle analisi sul DNA
(purificazione, DHPLC, sequenze, ecc.) in
genere si segue una procedura a passaggi
successivi : essenziale una consulenza
genetica pre test
            -
•i tempi di risposta possono variare da una
settimana a vari mesi
•in una percentuale variabile di casi non si
evidenziano mutazioni
PROSPETTIVE :
        LE NUOVE TECNOLOGIE


Messa a punto di pannelli per l’analisi rapida
delle mutazioni più frequenti, determinate
su basi epidemiologiche
Analisi contemporanea di un elevato numero
di mutazioni note, anche in geni diversi:
(multiplex PCR)
•Sequenziamento in tempo reale
•Analisi con microarray (microchip)
Next-generation sequencing




Trends in Genetics, Vol 24, marzo 2008
Essenziale

•Necessità di una stretta collaborazione tra
clinici, genetisti e laboratoristi
•utilizzo di strumentazione ad elevato throughput
per l’analisi molecolare contemporanea di un
elevato numero di geni/mutazioni
•attenta valutazione dei risultati dei test
molecolari insieme ai dati clinici e di laboratorio
• consulenza genetica
Restagno 07 Nov 08

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Restagno 07 Nov 08

  • 1. La genetica delle amiloidosi familiari Gabriella Restagno SS Diagnostica e Consulenza genetica AO OIRM-S.Anna E-mail: gabriella.restagno@oirmsantanna.piemonte.it Conferenze Patologico-cliniche 2008
  • 2. Le amiloidosi familiari: eterogeneità genetica Gruppo di differenti malattie ognuna risultante da mutazioni in una proteina specifica La più comune: transtiretina Più rare: apolipoproteina AI, cistatina C, lisozima, catena Aα del fibrinogeno, apolipoproteina AII
  • 3. Basi genetiche “semplici” e basi genetiche “complesse” Ereditarietà “semplice”, correlazione Genotipo-fenotipo Caratteri Complessi: interazione Geni + ambiente
  • 4.
  • 5.
  • 6. L’utilizzo dei test genetici è un intervento complesso Sospetto diagnostico, informazione e preparazione al test (consulenza pre- test) Strategie di esecuzione del test genetico di laboratorio: quali tecnologie Interpretazione dei risultati Comunicazione al paziente (consulenza post-test) Supporto a chi ha ricevuto un test positivo
  • 7. Non indicato il cariotipo Prepared from chromosome metaphase spreads Requires dividing cells Each chromosome has its unique staining pattern Results need to be read and interpreted by a certified cytogeneticist Resolution of technique is ~5 Mb
  • 8. Indicata l’analisi del DNA Le molecole di DNA sono a doppia elica, connesse da ponti idrogeno Le varie combinazioni di questi quattro nucleotidi creano un codice unico per il DNA chiamato sequenza ( o genotipo, gene, allele) Cambiamenti nella sequenza del DNA sono detti mutazioni (se causa di malattia) o polimorfismi (se varianti “neutre”) Un Dna è un lungo polimero formato da quattro basi azotate (nucleotidi).
  • 9. La diagnosi genetica può essere eseguita con la ricerca di mutazioni sulla sequenza dei diversi geni Perché eseguire l’analisi del DNA (Analisi di un gene specifico allo scopo di accertare o escludere un’alterazione associata ad una malattia ereditaria, nelle amiloidosi TTR, apolipoproteina AI, cistatina C, lisozima, catena Aa del fibrinogeno, apolipoproteina AII, MEFV ) •Conferma diagnostica •Identificazione degli eterozigoti (“carrier”) •Test presintomatici e predittivi •Test di “suscettibilità” o “predisposizione”
  • 10. Come di esegue l’analisi del DNA Il DNA viene estratto generalmente da un prelievo di sangue (in edta). L’analisi si effettua in tre passaggi: 1) Preparazione del campione 2) Amplificazione (PCR) 3) Rivelazione della mutazione (o del polimorfismo) con differenti metodiche
  • 11. Mutazioni del DNA Mutazione puntiforme Duplicazione Delezione Inserzione Varianti di uno stesso gene possono causare sintomi clinici noti (mutazioni) o non dare sintomi clinici (polimorfismi)
  • 12. Le amiloidosi ereditarie : autosomiche dominanti (AD)
  • 13. Le amiloidosi ereditarie : da transtiretina (A TTR) Mutazioni nella plasma proteina tetramerica transtiretina, composta da 127 aminoacidi trasporta ormone tiroideo e VitA attraverso un complesso con RBP in siero e liquor
  • 14. TTR: il locus OMIM: *107680, 18q11.2 q - 12.1
  • 15. TTR: il gene 4 esoni, 615 bp (147 aminoacidi)
  • 16. A TTR: Eterogeneità allelica e fenotipica
  • 17. A TTR: Eterogeneità allelica e fenotipica
  • 18. A TTR: la stessa mutazione può dare fenotipi differenti V30M: variabilità dei sintomi clinici in soggetti di origine etnica differente V30M: penetranza (% di portatori della mutazione che sviluppano la malattia) inferiore al 50% Ile84Ser: penetranza circa 100%
  • 19. Mutazioni in altri geni non TTR
  • 20. Amiloidosi da ApoAI: il locus OMIM: *107680, 11q23
  • 21. ApoAI: 4 esoni, 897 bp, 267 aminoacidi •Gly26Arg (ggc>cgc): NP, nefropatia • Trp50Arg (tgg>agg): A sistemica, non NP •Leu90Pro (cta>cca): A cardiaca e cutanea •Arg173Pro (cga>cca): A cardiaca, cutanea, laringea •Leu174Ser (ttg>tcg): A sistemica, non NP •Ala175Pro ( gcg>ccg): A sistemica, nefropatia, laringea •del60-71 insVal/Thr: A epatica •del70-72: nefropatia
  • 22. Amiloidosi da gelsolina: il locus OMIM: *137350, 9q34
  • 23. Amiloidosi da gelsolina: il gene / le mutazioni 17 esoni, 2657 bp, 782 aminoacidi, splicing alternativi Asp187Asn: A sistemica, NP Asp187Tyr : A sistemica, NP
  • 24. Una forma autosomica recessiva: il gene MEFV OMIM: *6081107, 16p13 10 esoni, 3677 bp, 781 aminoacidi splicing alternativi tessuto specifici
  • 25. il gene MEFV: mutazioni in omozigosi con frequenza differente in diverse popolazioni M694V: più frequente in popolazioni con amiloidosi sistemica (penetranza 99%, 20- 65% dei cromosomi FMF in Arabi, Armeni, Turchi) E148Q (penetranza 55%) V726A: più frequente in popolazioni in cui l’amiloidosi è meno comune tre mutazioni hotspot ai codoni 148, 680 e 694
  • 26. I geni delle amiloidosi: metodi d’indagine molecolare Per le mutazioni frequenti Per le mutazioni rare Analisi con primers allele- DGGE specifici (ARMS) SSCP Analisi con sonde oligonucleotidiche allele- specifiche (dot blot, DHPLC reverse dot blot, kit...) Sequenziamento Microchip Pyrosequencing
  • 27. 1953: doppia elica del DNA ( Watson e Crick ) 1955: 46 cromosomi 1961: mRNA 1966: codice genetico 1968: primo enzima di restrizione 1975-1977: sequenza del DNA (Sanger) 1983: mappato il primo gene-malattia INVENTATA LA PCR 2 4 8 16 32 64 128 etc.
  • 28. Amplificazione del DNA tramite PCR (Polymerase Chain Reaction) La Polymerase Chain Reaction (PCR) è un processo di amplificazione del DNA che, a partire da una sequenza DNA “bersaglio”, ne consente l’amplificazione selettiva e rapida. Ingredienti: DNA da analizzare Oligonucleotidi 20 µL (primer) Nucleotidi Mg, buffer Taq Polimerasi
  • 29. DHPLC (Denaturing high performance liquid chromatography) •Tecnica di screening che permette di identificare variazioni nella sequenza del DNA in eterozigosi senza uso di gel, fluorescenti ecc., su una speciale colonna cromatografica • Dopo la PCR si esegue una denaturazione (94°C) e un re-annealing (56°C) in cui si formano gli omoduplici originali di filamenti complementari e gli eteroduplici generati dalla combinazione di un filamento wild type e di uno mutato wild type mutato eteroduplici omoduplici
  • 30. Profilo cromatografico in DHPLC dell’esone 2 del gene TTR in soggetto eterozigote V30M / wt V30M wild-type
  • 31. Sequenza diretta gene TTR mutazione V30M/wt, esone 2
  • 32. Profilo cromatografico in DHPLC dell’esone 2 del gene TTR in soggetto eterozigote E89Q / wt E89Q wild-type
  • 33. Sequenza diretta gene TTR E89Q / wt, esone 3
  • 34. Interpretazione delle mutazioni Database pubblicazioni esperienza dei centri
  • 35. Problemi aperti : interpretazione prognostica del significato delle mutazioni Database Anamnesi familiare Mutazioni “de novo” Penetranza incompleta Espressione variabile (geni modificatori, eterogeneità allelica o di locus, fattori ambientali)
  • 36. Il punto più critico: i tempi di risposta dei test molecolari •Dati i costi delle analisi sul DNA (purificazione, DHPLC, sequenze, ecc.) in genere si segue una procedura a passaggi successivi : essenziale una consulenza genetica pre test - •i tempi di risposta possono variare da una settimana a vari mesi •in una percentuale variabile di casi non si evidenziano mutazioni
  • 37. PROSPETTIVE : LE NUOVE TECNOLOGIE Messa a punto di pannelli per l’analisi rapida delle mutazioni più frequenti, determinate su basi epidemiologiche Analisi contemporanea di un elevato numero di mutazioni note, anche in geni diversi: (multiplex PCR) •Sequenziamento in tempo reale •Analisi con microarray (microchip)
  • 38. Next-generation sequencing Trends in Genetics, Vol 24, marzo 2008
  • 39. Essenziale •Necessità di una stretta collaborazione tra clinici, genetisti e laboratoristi •utilizzo di strumentazione ad elevato throughput per l’analisi molecolare contemporanea di un elevato numero di geni/mutazioni •attenta valutazione dei risultati dei test molecolari insieme ai dati clinici e di laboratorio • consulenza genetica