1. Con il termine “dati correnti” si intendono tutti i dati presenti nei
diversi flussi informativi che di norma transitano dalle Aziende
AASSLL verso gli organi superiori (Regione, Ministero, ISTAT)
DAY
HOSPITAL
Elaborazione
centrale
Denunce e
notifiche
Ricoveri
Cartella clinica e SDO
Servizi
Amministrativi
periferici
Approvvigionamenti
2. INFORMAZIONI
1. I bisogni di salute, da chi vengono espressi, la loro
natura e complessità (chi, cosa, quando, dove,
perché …)
2. Le risorse disponibili per affrontare il bisogno
espresso
3. Controllare la spesa sostenuta
4. Monitorare le tendenze della domanda e dell’offerta
4. REQUISITI
1. ACCURATEZZA
2. TEMPESTIVITA’
3. CONFRONTABILITA’
4. ATTENZIONE ALL’ANALISI E ALL’UTILIZZO
5. ORIENTAMENTO ALLA POPOLAZIONE
6. FLESSIBILITA’ NELLA UTILIZZAZIONE E
DECENTRAMENTO
5. censimento
Fonte dati molto importante in quanto riporta notizie
relative a :
ETA’, SESSO, ATTIVITA’ LAVORATIVA,
LIVELLO DI ISTRUZIONE, NUMEROSITA’ DEI
NUCLEI FAMILIARI, CONDIZIONI ABITATIVE,
ABITUDINI DI VITA.
6. SI EFFETTUA OGNI 10 ANNI
La modalità di raccolta dati
prevede la distribuzione di
questionari dopo la
pubblicizzazione dell’evento
censimento
9. La “rilevazione delle cause di morte” viene
effettuata dall’ISTAT attraverso modelli
diversificati a seconda che la morte sia avvenuta
nel primo anno di vita o oltre il primo anno.
ReNCaM
PARTE A PARTE B
Notizie
relative al
decesso
Medico
curante
Notizie
demografich
e e sociali
Ufficiale di
Stato Civile
10. PARTE A
Notizie relative
al decesso
Medico
curante
Il medico certificatore è tenuto a compilare
tutti i quesiti relativi alla causa di decesso
presenti sulla scheda di morte ed in
particolare deve riportare…
11. CAUSA INIZIALE
La malattia o traumatismo che avvia il
concatenamento di eventi morbosi che conduce
direttamente alla morte oppure l'insieme delle
circostanze dell'accidente o della violenza che
hanno provocato la lesione traumatica mortale (la
causa iniziale di morte è quella utilizzata per fare
confronti internazionali)
12. CAUSA INTERMEDIA
Eventuali complicazioni o successioni
morbose delle malattie relative alla
causa iniziale di morte.
CAUSA FINALE
Malattia o stato morboso, dovuto ad
altra/e malattie, che ha provocato
direttamente il decesso.
13. PER I MORTI DA CAUSA
VIOLENTA
Causa violenta
Descrizione della lesione
Malattie o complicazioni eventualmente sopravvenute
a seguito della lesione
Stati morbosi preesistenti che hanno contribuito al
decesso
Mezzo o modo con il quale la lesione è stata
determinata
Data e luogo dell’azione violenta
14. PROBLEMI DI QUALITA’ DEI DATI NOSOLOGICI
Inaccuratezza della certificazione nosologica
dovuta a:
• Livello qualitativo della diagnostica ante-
mortem (difficoltà diagnostiche) e post-
mortem (esecuzione o meno di autopsia)
• Cultura nosografica del medico certificatore
• Negligenza o trascuratezza
16. Le schede di morte compilate dal
medico devono essere inviate
all’Ufficiale di Stato Civile del
Comune che provvede a notificarle
all’ASL di residenza, alla Regione e
all’ISTAT
18. La “rilevazione delle cause di morte” viene
effettuata ai fini statistico-epidemiologici
per questo uso non è possibile servirsi del
certificato così com’è, poiché esistono decine di
migliaia di termini medici e le loro possibili combinazioni
sono quindi molti milioni.
E’ necessaria la codifica, (scegliere fra le patologie
indicate dal medico certificatore quella che viene definita
come causa iniziale e nel trasformare questa patologia in
un codice).
Il risultato deve essere riproducibile
19. CODIFICA DELLE CAUSE DI MORTE
E’ necessario avvalersi di alcuni strumenti
cioè:
1. la scheda (o le schede) per la certificazione delle
cause di morte (in Italia i modelli ISTAT D/4, D/5, D/4
bis, D/5 bis)
2. la Classificazione internazionale delle malattie,
traumatismi e cause di morte - IX Revisione (I e II
volume)
3. il manuale ACME
20. Esempi tratti da ICD-IX ISTAT
Esempio 1
1 Causa iniziale - Senilità (797).
2. Causa intermedia o complicazione
3. Causa terminale - Infarto del miocardio (410)
4. Altri stati morbosi rilevanti
1. Causa iniziale - Marasma senile (797)
2. Causa intermedia o complicazione - Anoressia (783.0)
3. Causa terminale Shock - (785.5)
4. Altri stati morbosi rilevanti
Esempio 2
21. USO DELLE STATISTICHE DI MORTALITA’
STUDI DESCRITTIVI
Esame dei decessi o dei tassi sulla popolazione per luogo di
residenza e nel tempo.
Es. differenze per sesso, per età, fra aree geografiche
STUDI ANALITICI
Studi caso-controllo
Studi di coorte
ALTRO UTILIZZZO
Studi di confronto
(studi di correlazione)
22. DALLA CERTIFICAZIONE DELLA CAUSA DI
MORTE SCATURISCONO DUE SISTEMI DI
DATI SULLA MORTALITA’
1. Raccolta centrale schede ISTAT e conseguenti
elaborazioni (non in grado di contribuire a studi
epidemiologici che richiedano l’uso di dati
individuali, mentre produce elaborazioni descritte
in modo routinario)
23. 2. Insieme delle elaborazioni locali
Consentono studi analitici
Coorte
Sopravvivenza
Caso-controllo
Si prestano a due livelli diversi di verifica di
qualità
Maggiori possibilità a livello locale
DALLA CERTIFICAZIONE DELLA CAUSA DI
MORTE SCATURISCONO DUE SISTEMI DI
DATI SULLA MORTALITA’
25. garantisce un monitoraggio sistematico delle
nascite per gli aspetti sanitari e demografici.
•Consente la raccolta di tutte le informazioni sull'evento
nascita separando i dati anagrafici da quelli sanitari
•Contiene un insieme minimo di informazioni socio -
demografiche utili ai fini delle valutazioni
epidemiologiche
CeDAP
26. raccolta dati a
livello regionale
Il certificato deve essere redatto, su una scheda
appositamente predisposta, a cura
dell'ostetrica/o o del medico che ha assistito al
parto, o del medico responsabile dell'unità
operativa in cui è avvenuta la nascita,
CeDAP
Il documento definito dal
Decreto Ministeriale n. 349
del 16 Luglio 2001
livello centrale (al
Ministero della Salute
e poi all’ISTAT).
trasmissione
27. 1. L'originale cartaceo del certificato viene
conservato presso la DIREZIONE SANITARIA
dell'Istituto di Cura, Pubblico o Privato, in cui
è avvenuto il parto
2. Sarà cura del Direttore Sanitario trasmettere
(unicamente in forma elettronica), le
informazioni contenute nel CeDAP
all'AZIENDA USL competente per territorio,
con cadenza almeno trimestrale, entro il
mese successivo alla conclusione del
trimestre.
CeDAP
28. Gli archivi dell’AZIENDA ASL sono trasmessi
all’ASSESSORATO, che ne valuta la completa
e corretta compilazione da parte delle
strutture territoriali e invia i dati al
MINISTERO DELLA SANITA’.
Questo a sua volta trasmette i dati all’ISTAT
CeDAP
29. Notifiche malattie
infettive
D.M. 15.12.1990
Il medico, che nell’esercizio della sua professione
venga a conoscenza di un caso di malattia soggetta a
notifica ha l’obbligo di segnalarla all’ufficio competente
dell’ASL utilizzando il proprio ricettario o specifica
modulistica.
D.M. Sanità 15/12/1990
30. Va effettuata sulla base del solo sospetto o
diagnosi clinica.
Le malattie soggette a notifica obbligatoria sono distinte
in cinque classi in base a:
Relativa gravità
Esigenze di rilevazione precoce
Diffusibilità
Rapidità di predisposizione delle misure preventive
Segnalazione/notifica
31. Colera
Febbre gialla
Febbre ricorrente epidemica
Febbri emorragiche virali
Peste
Poliomielite
Tifo esantematico
Botulismo
Difterite
Influenza con isolamento virale
Rabbia
Tetano
Trichinosi
Malattie per le quali si richiede segnalazione immediata o
perchè soggette a regolamento sanitario internazionale o
perchè richiedono particolare interesse
32. O.E.R.
ISTAT
ISTITUTO
SUPERIORE DI
SANITA’
MINISTERO
DELLA
SANITA’
S.E.P. Invia la notifica S.E.P. di
residenza
Archivia
Notifica
U.O.P.C. di
diagnosi
Indagine
epidemiologica;
validazione; notifica
U.O.P.C. di
residenza
Indagine epidemiologica;
contatti; profilassi
Direzione
Sanitaria o
altro medico
Segnala la malattia sospetta
o accertata
Entro 12 ore
tempestivamente
casi non residenti
casi non residenti
tempestivamente
tempestivamente
33. Blenorragia
Brucellosi
Diarree infettive non da salmonella
Epatite virale A
Morbillo
Meningite miningococcica
Febbre tifoide
Legionellosi
Leishmaniosi cutanea
Leptospirosi
Listeriosi
Meningite ed encefalite acuta virale
Leishmaniosi viscerale
Epatite virale B
Epatite virale nonA-nonB
Epatite virale non specificata
Parotite
Pertosse
Rickettiosi diversa da tifo
esantematico
Rosolia
Salmonella non tifoide
Scarlattina
Sifilide
Tularemia
Varicella
Malattie rilevanti per alta frequenza e/o passibili di
intervento di controllo
34. Direzione
Sanitaria o
altro medico
Segnala la malattia
sospetta o accertata
U.O.P.C. di
diagnosi
Indagine
epidemiologica;
validazione; notifica
O.E.R.
S.E.P. Informatizza e notifica
ISTITUTO
SUPERIORE
DI SANITA’
ISTAT
MINISTERO
DELLA SANITA’
S.E.P. di
residenza
Archivia
Notifica
U.O.P.C. di
residenza
Indagine
epidemiologica;
contatti; profilassi
Frequenza mensile
Mod. 15 e 16
Frequenza annuale
Mod. 15 e frequenza
mensile Mod. 16
Frequenza mensile
Mod. 15
Entro 48 ore
tempestivamente
Mod. 15 e 16 con frequenza
mensile
36. Direzione Sanitaria o
altro medico
Segnala la malattia sospetta
o accertata
U.O.P.C. di
diagnosi
Indagine
epidemiologica;
validazione; notifica
O.E.R.
S.E.P. di
diagnosi
Informatizza
e notifica
ISTITUTO
SUPERIORE
DI SANITA’
ISTAT
MINISTERO
DELLA
SANITA’
S.E.P. di
residenza
Archivia tra i casi a
valenza
epidemiologica
U.O.P.C. di
residenza
Indagine epidemiologica;
contatti; profilassi
Frequenza
mensile Mod. 15 e
16
Frequenza
annuale Mod.
15 e
frequenza
mensile Mod.
16
Frequenza
mensile Mod. 15
Entro 48 ore
Mod. 15 e 16 con frequenza mensile
37. Direzione Sanitaria o
altro medico
Segnala la malattia
sospetta o accertata
U.O.P.C. di
diagnosi
Indagine
epidemiologica;
validazione; notifica
O.E.R.
S.E.P. Notifica S.E.P. di
residenza
Archivia tra i casi a valenza
epidemiologica
MINISTERO DELLA
SANITA’
Frequenza
mensile Mod.
15 sez.A e
Mod. 16
Frequenza
mensile
Mod. 16
Entro 48 ore
Frequenza mensile triplice copia sez. A
singola copia sez. B + Mod. 16
I.S.S.
MINISTERO DELLA
SANITA’
ISTAT
Mod. 15 quadruplice copia sez.
A duplice copia sez. B
38. Direzione Sanitaria o
altro medico
Segnala la malattia sospetta o
accertata
I.S.S.
O.E.R.
S.E.P. di
diagnosi
Indagine epidemiologica;
validazione diagnosi
S.E.P. di
residenza
Archivia tra i casi a
valenza epidemiologica
39. Malattie per le quali deve seguire denuncia dell’ASL
solo quando si vefificano focolai epidemici
Dermatofitosi
Infezioni, tossinfezioni ed
infestazioni di origine
alimentare
Scabbia
Pediculosi
40. Direzione Sanitaria o
altro medico
Segnala la malattia
sospetta o accertata
U.O.P.C. di
diagnosi
Indagine
epidemiologica;
validazione; notifica
O.E.R.
S.E.P. di
diagnosi
Informatizza e
notifica
ISTITUTO
SUPERIORE
DI SANITA’
ISTAT
MINISTERO
DELLA
SANITA’
S.E.P. di
residenza
Archivia tra i casi a
valenza epidemiologica
U.O.P.C. di
residenza
Indagine epidemiologica;
contatti; profilassi
Frequenza
mensile Mod. 15
Frequenza
annuale
Mod. 15
Frequenza
mensile Mod. 15
Entro 24/12 ore
Mod. 15 con frequenza mensile
Via breve
U.O.P.C. di
residenza dei
casi segnalati
Indagine epidemiologica;
profilassi sui contatti;
41. Malattie infettiva e diffusive notificate
all’unità sanitaria locale e non
comprese nelle classi precedenti,
zoonosi indicate dal regolamento di
polizia veterinaria di cui al DPR
320/54
42. Direzione Sanitaria o
altro medico
Segnala la malattia
sospetta o accertata
U.O.P.C. di
diagnosi
Indagine
epidemiologica;
validazione; notifica
O.E.R.
S.E.P. di
diagnosi
Notifica
MINISTERO
DELLA SANITA’
S.E.P. di
residenza
Archivia
Notifica
U.O.P.C. di
residenza
Indagine
epidemiologica;
contatti; profilassi
Frequenza
annuale
Entro 24 ore
Frequenza mensile
Casi non residenti
43. SDO Scheda di Dimissione
Ospedaliera
Rappresenta la base informativa per la descrizione delle
attività di ricovero svolte in ospedale
Il D.M. 28 dicembre 1991 ha reso obbligatoria
l’adozione della SDO per ogni dimesso dagli istituti di
ricovero pubblici e privati in tutto il territorio
nazionale
44. D.M. 26 Luglio 1993 ne ha precisato i contenuti e le
modalità di trasmissione delle informazioni
I predetti decreti definiscono la SDO come “strumento
ordinario per la raccolta di informazioni, relativa
ad ogni paziente dimesso dagli istituti pubblici e
privati in tutto il territorio nazionale” ed anche
“atto pubblico, dotato di rilevanza giuridica, la cui
corretta compilazione obbliga la responsabilità
del medico”.
SDO
45. STRUMENTO PER L’ANALISI EPIDEMIOLOGICA
DELLA PATOLOGIA OSPEDALIZZATA
BASE INFORMATIVA PER IL SISTEMA DI
CLASSIFICAZIONE DEI DRG, QUINDI DEL
SISTEMA DI REMUNERAZIONE A TARIFFA DELLE
PRESTAZIONI DI RICOVERO
1.E’ parte integrante della cartella clinica
2.Assume le medesime valenze di carattere medico-
legale
SDO
46. LE INFORMAZIONI CONTENUTE NELLA SDO
POSSONO ESSERE SUDDIVISE IN TRE
SOTTOINSIEMI:
Accettazione
Degenza
Dimissione
SDO
48. Trasferimenti interni
Degenza del paziente
U.O. di dimissione
Data di dimissione
Modalità di dimissione
Diagnosi principale di dimissione
Diagnosi secondarie
Dimissione del paziente
SDO
49. a) la sezione prima che contiene informazioni anagrafiche
quali
1) denominazione dell’ospedale di ricovero
2) numero della scheda
3) cognome e nome del paziente
4) sesso
5) data di nascita
6) comune di nascita
7) stato civile
8) comune di residenza
9) cittadinanza
10) codice sanitario individuale
11) regione di residenza
12) AUSL di residenza
la SDO si compone delle seguenti sezioni:
50. 13) denominazione dell’ospedale di ricovero
14) numero della scheda
15) regime di ricovero
16) data di ricovero
17) unità operativa di ammissione
18) onere della degenza
19) provenienza del paziente
20) tipo di ricovero
21) traumatismi o intossicazioni
22) trasferimenti interni
23) unità operativa di dimissione
24) data di dimissione o morte
25) modalità di dimissione
26) riscontro autoptico
27) motivo del ricovero in regime diurno
28) numero di giornate di presenza in ricovero diurno
29) peso alla nascita
30) diagnosi principale di dimissione
31) diagnosi secondarie
32) intervento chirurgico principale o parto
33) altri interventi chirurgici e procedure diagnostiche o terapeutiche
la 2° sezione che contiene almeno le informazioni seguenti
52. La responsabilità della corretta
compilazione della SDO è affidata al
medico “responsabile della
dimissione” individuato dal
responsabile dell’unità operativa da
cui il paziente è dimesso.
La scheda di dimissione reca la firma
dello stesso medico responsabile della
dimissione
SDO
53. Gli istituti di ricovero, pubblici e privati, devono inviare
con periodicità almeno trimestrale alla regione o alla
provincia autonoma di appartenenza le informazioni
contenute nelle SDO relative ai dimessi, ivi compresi i
neonati sani.
Le strutture regionali devono poi provvedere a verificare,
anche attraverso indagini campionarie effettuate sulle
cartelle cliniche, la completezza, congruenza ed
accuratezza delle informazioni rilevate attraverso le
schede di dimissione inviando anche semestralmente al
Ministero della Salute, su archivi magnetici e come
stabilite nell’ambito del sistema informativo sanitario
54. Ospedali pubblici
Case di cura
Aziende ospedaliere, Policlinici universitari, IRCCS
ASL territorialmente competente
Agenzia di Sanità
Pubblica
Validazione dei dati
Validazione dei dati
Dati validati
55. Le strutture regionali devono trasmettere al Ministero
della Salute:
a) entro il 31 dicembre di ogni anno le informazioni
relative ai dimessi nel primo semestre dell’anno in corso;
b) entro il 30 giugno di ogni anno, le informazioni
relative ai dimessi nel secondo semestre dell’anno
precedente ed eventuali correzioni ed integrazioni
riguardanti il primo semestre
56. •In Campania è attivo dal 1996 l’archivio
regionale delle Schede di Dimissione
Ospedaliera
•Dal 2001 affidato in gestione all’Agenzia
Regionale.
SDO
57. CARTELLA CLINICA
1.Facilitare cura del paziente
2.Raccolta cronologica del processo di cura
3.Comunicazione fra il personale
4.Raccolta dati a fini medico/legali
5.Rimborso
6.Ricerche retrospettive e prospettiche
OBIETTIVI
“un atto pubblico di fede privilegiata”
58. costituisce una verbalizzazione, ossia una
registrazione delle notizie riguardanti il
soggetto ricoverato rappresenta il mezzo più
fedele in grado di documentare il decorso
clinico di ogni degente, delle decisioni
assunte, degli interventi effettuati e quindi
del comportamento della struttura
dell’ospedale.
CARTELLA CLINICA
59. CARTELLA CLINICA
FINALITA’
1.Sanitaria: la cartella clinica rappresenta una
raccolta di notizie riguardanti il paziente nei
riferimenti anamnestici, obiettivi, terapeutici
e dietetici, raccolte dai medici curanti e
destinate soprattutto alla diagnosi ed alla
cura; subordinatamente allo studio, alla
ricerca scientifica ed all’insegnamento.
60. FINALITA’
2. Giuridica: la cartella clinica costituisce un atto pubblico
di fede privilegiata in quanto:
1.Proviene da un pubblico ufficiale o da un pubblico
dipendente incaricato di un pubblico servizio
nell’esercizio delle sue funzioni;
2.trattasi di un documento originale che costituisce la
fonte prima ed autonoma di quanto in essa contenuta;
3.i fatti e le attestazioni di scienza che in essa figurano
hanno rilevanza giuridica perché produttivi del diritto
del paziente di essere assistito e dello Stato di
assisterlo.
61. Foglio di accettazione/rapporto Pronto Soccorso (RPS);
Copia dei referti inviati all’Autorità Giudiziaria;
Copia denuncia di malattia infettiva/notifica infezioni
ospedaliere;
La scheda di dimissione ospedaliera (scheda SDO);
Il Certificato di Assistenza al Parto (C.A.P.);
La scheda infermieristica;
La scheda ostetrica;
DOCUMENTI ANNESSI
CARTELLA CLINICA
62. CARTELLA CLINICA CORRETTAMENTE
COMPILATA
dati anagrafici, anamnestici, clinici, diagnostici e
terapeutici, tutte le prescrizioni ed ogni altra
notizia ritenuta rilevante per la salute del
paziente.
Ogni intervento diagnostico e terapeutico
invasivo o rischioso deve essere accompagnato da
apposito “consenso informato” del paziente.
63. Banca Dati Infortuni e malattie
professionali dati INAIL
Devono essere denunciati all'INAIL gli INFORTUNI
SUL LAVORO cui siano colpiti i lavoratori (dipendenti
ed autonomi) e che siano stati prognosticati non
guaribili entro tre giorni e le MALATTIE
PROFESSIONALI
64. La denuncia, corredata da certificato medico, deve essere fatta
utilizzando i moduli predisposti dall'Inail nei quali sono riportate
informazioni significative ai fini dell'analisi del fenomeno
infortunistico per fini previdenziali.
INFORTUNI SUL LAVORO
Banca Dati Infortuni e malattie
professionali dati INAIL
L'Istituto viene a conoscenza anche di una parte degli
infortuni con prognosi inferiore ai 4 giorni attraverso i
certificati medici che vengono trasmessi all'Inail dal
medico curante o dal pronto soccorso.
65. LE MALATTIE PROFESSIONALI
Banca Dati Infortuni e malattie
professionali dati INAIL
Il datore di lavoro deve trasmettere all'Istituto
assicuratore la denuncia delle malattie
professionali - corredata da certificato medico -
entro i cinque giorni successivi a quello nel quale
il lavoratore dipendente ha comunicato la
manifestazione della malattia
66. La Banca Dati è articolata in quattro AREE TEMATICHE
contenenti informazioni, aggregate a livello provinciale,
regionale e nazionale riguardanti:
le AZIENDE ASSICURATE
gli EVENTI DENUNCIATI
gli EVENTI INDENNIZZATI
il RISCHIO
Banca Dati Infortuni e malattie
professionali dati INAIL
67. Banca Dati Infortuni e malattie
professionali dati INAIL
Nella banca dati sono inoltre riportate delle tavole in cui
sono posti a confronto I DATI MENSILI DEGLI
INFORTUNI SUL LAVORO avvenuti nell'ultimo anno
con gli analoghi dati dell'anno precedente.
68. Registro Tumori Regionale
Attivato nel 1995 dalla A.S.L. NA4 come Registro
Tumori di Popolazione residente della stessa azienda,
avente come area geografica di riferimento l’intero
territorio dell’A.S.L. NA4.
Nel gennaio 2002, con delibera regionale, gli vengono
attribuite le funzioni di Registro Tumori di Popolazione
della Regione Campania, afferente funzionalmente
all’Osservatorio Epidemiologico Regionale e finanziato
annualmente con fondo regionale finalizzato.
69.
70. Registro Tumori Regionale
FONTE RILEVAZIONE DEI CASI
CASO
Segnalazione da
parte di altri registri
Pratiche rimborso
estero ASL
Archivi cliniche
universitarie
Archivi cartelle
ospedali e cliniche
Certificati di
morte
Archivi schede
accettazione e
dimissione
Rilevazioni ad hoc ( in centri nazionali
ed esteri di alta qualificazione)
Servizi di anatomia
patologica
71. Tecniche di registrazione
Fonti di rilevazione dei casi
Rilevazione attiva
Rilevazione passiva
Nella pratica misto di procedure
attive e passive
72. Archivi delle cartelle cliniche
Dati rilevabili:
Appartenenza alla popolazione residente e dati
anagrafici
Natura neoplastica maligna
Esame obiettivo
Esami clinici
Diagnostica strumentale
Esami morfologici
Momento della diagnosi
Stadio e trattamento
Tecniche di registrazione
73. Archivi dei referti istologici e citologici
IN ITALIA: il 70% diagnosi corredata da verifica
istologica (in caso di tumore)
I REFERTI CONTENGONO:
Dati anagrafici
Cenni anamnestici
Diagnosi istologica
Qualità dei dati mediamente elevata
74. Certificati di morte
Disponibilità di certificati in modo nominativo per
l’autorità sanitaria locale
IMPORTANTI PER:
Redazione dati di mortalità più accurati
Recupero casi persi alla rilevazione dell’incidenza
Eliminazione dei casi deceduti
Effettuazione stime di prevalenza
75. Variabili rilevate
DATI ANAGRAFICI
Cognome e nome
Sesso
Data di nascita
Luogo di residenza
LOCALIZZAZIONE E TIPO MORFOLOGICO DEL
TUMORE
DATA DELLA DIAGNOSI
CAUSA DEL DECESSO
FONTE DELL’INFORMAZIONE
76. La qualità dei dati
ASPETTI PRINCIPALI:
o Esaustività della rilevazione
o Grado di documentazione dei singoli casi
o Omogeneità spazio-temporale delle tecniche di
registrazione, che consente il confronto tra registri e
l’analisi degli andamenti temporali
o Processo di trattamento dei dati da parte del registro
(errori di identificazione, di codifica, etc.)
77. Misure di efficacia
o Proporzione di casi noti in base al solo certificato di
morte
o Rapporto mortalità/incidenza
o Proporzione di casi corredati di verifica istologica o
citologica
o Metodi cattura-ricattura
VALUTAZIONE
78. Sistema di sorveglianza delle malattie che
possono essere prevenute con vaccino.
Consente di consultare i tassi di incidenza di
morbillo, parotite, pertosse, varicella, rosolia e
meningite ogni mese e per tutte le regioni.
Sorveglianza Pediatri sentinella:
79. REGISTRI NAZIONALI
Registro nazionale degli ipotiroidei congeniti:
ISS, consente di ricavare il numero e il tasso di
incidenza di nati vivi affetti da ipotiroidismo congenito.
Registro nazionale di Creutzfeltd-Jacob: numero
di segnalazioni dei casi sospetti di MJC e numerodei
decessi attribuiti alla MJC per anno e regione
80. Registro nazionale malattie rare.
Una definizione precisa di malattia rara non esiste.
La definizione più frequentemente riportata è
affezione con incidenza variabile da 1 su 20.000 a 1 su
200.000 abitanti, delineando in questo modo una
numerosità assoluta di 5.000 malattie pari al 10% del
totale delle malattie
REGISTRI NAZIONALI
81. Registro Difetti Congeniti
Il Registro dei Difetti Congeniti della
Regione Campania afferisce funzionalmente
all’Osservatorio Epidemiologico Regionale
ed è finanziato annualmente con fondo
regionale;
L’area geografica coperta e la popolazione
di riferimento sono quelli dell’intera
Regione.
82. SEIEVA monitoraggio epatiti
virali
Il sistema di sorveglianza specifico per l’Epatite
Virale Acuta (Sistema Epidemiologico Integrato
dell’Epatite Virale Acuta, SEIEVA)
E’ stato creato nel 1984 presso l’Istituto
Superiore di Sanità.