L’Arsenale della manifattura e dell’industria (Pasquale Ventrice)
1. L’Arsenale della manifattura e
dell’industria tra identità antica
e prospettive di rinnovamento
Pasquale Ventrice,
Arsenale di Venezia, Torre di Porta Nuova,
25 ottobre 2012
2. Evoluzione morfologica Arsenale nord
Questa esposizione non intende considerare la morfologia
dell’intero recinto Arsenalizio, ma vuole seguire un
percorso evolutivo che interessa prevalentemente la
cosiddetta area Nord. Quest’area include la serie e la
successione dei tesoni di “Novissima” dalla Torre alberaria
alle due galeazze confinanti con le Nappe, inclusi gli scali
scoperti per la costruzione navale.
La ragione di questa scelta si fonda sull’omogeneità e
consequenzialità delle trasformazioni radicali avviate nel
periodo napoleonico e conclusesi negli anni antecedenti
alla prima guerra mondiale. In questo periodo si assiste alla
conversione dell’Arsenale della manifattura dell’industria.
3. Spinta delle fonti energetiche e modifiche conseguenti
Le scelte ineluttabili compiute nella seconda permanenza
napoleonica a Venezia alterarono per sempre quello che
era il “Cuore dello Stato Veneto”.
I provvedimenti adottati furono ispirati e determinati dalla
nascita e dagli sviluppi della Scienza degl’ingegneria
associata alla prima rivoluzione industriale.
In questo quadro s’inserisce la scoperta di nuove forme
d’energia ben presto applicate all’industria metallurgica e
metalmeccanica
Queste nuove condizioni rendono possibile la riconversione
funzionale delle tese della Novissima che nel suo compiersi
diviene evento distruttivo della monumentalità dei
“tezzoni” innalzati, negli ’30 del Settecento, per ricoverare
e allestire i vascelli e le fregate allora introdotte nel resto
d’Europa.
4. XIX – XX sec. la parabola dell’Arsenale
L’epopea industriale
dell’Arsenale veneziano,
avviata nel XIX secolo, vide
via via esaurirsi la sua
parabola nel corso del
Novecento, periodo in cui
dalle poche centinaia di
“Arsenalotti” degli anni
Sessanta del 1800 si era
passati ai quasi 4000 addetti
di fine secolo, per
concludersi, negli anni più
recenti, nella loro
progressiva e definitiva
scomparsa.
5. 1703
Le due torri rifatte nel
1698 in seguito
all’allargamento
dell’entrata.
Notare le dimensioni
dell’imbarcazione
in uscita
sulla destra il portico
del tempietto
detto della
Madonna
successivamente
demolito.
7. 1806 - Francesi occupano Venezia
Lo spirito con cui ii Francesi guardano all’Arsenale di Venezia è espresso da
Lo spirito con cui Francesi guardano all’Arsenale di Venezia è espresso da
Forfait inviato da Bonaparte per ispezionare le condizioni delle difese
Forfait inviato da Bonaparte per ispezionare le condizioni delle difese
veneziane.
veneziane.
«L’Arsenale di Venezia è troppo costipato, tutto è piccolo al
punto da non permettere una qualsiasi forma di attività se non
in condizioni pessime; le fabbriche sono così addossate l’una
all’altra da non permettere di effettuare, all’interno del recinto,
alcun armamento di navi di una certa grandezza. Due vascelli in
armamento occupano tutto lo spazio del porto; inoltre non ci
sono panchine, macchine a motore, né darsene di servizio
comode, né argano (macchine di sollevamento), né apparecchi
per le grandi manovre. Tutto sembra svolgersi male e in modo
improvvisato»
8. 1829 - Mappa Casoni
Pianta Casoni trasformazioni francesi e austriache (Porta nuova –
isolotto)-
La peculiarità della carta, abbastanza essenziale, di Casoni, ma sostanziale
somiglianza della morfologia dell’Arsenale rispetto alla pianta del
Maffioletti, salvo le variazioni apportate dalle trasformazioni francesi.
Nei quasi trent’anni che intercorrono tra il disegno dell’Arsenale di
Maffioletti e quello del Casoni la morfologia dell’Arsenale subisce una
rilevante trasformazione che ne intacca sia la funzionalità e in parte la
struttura avviando un processo che si compirà nel periodo preunitario.
9. Varco e Torre di Porta Nuova Li 27 giugno 1808 (Gelfi)
«In questo giorno si
mosse mano alla
grande opera per far la Torre di Porta
Porta Nuova di mare in Nuova
Arsenal situata sopra la
fondamenta detta di
Loreto che conduce in
Novissima grande e per
quella deve sortire li
Vasselli da 74 canoni
che si costruisce in
Arsenal e sboca fuori la
suddetta dietro al muro
del orto del Convento
delle Vergini al dietro
della Mota detta di
S.Antonio»
10. promemoria di Casoni - 14 marzo 1836
Varco e Torre di Porta Nuova
«Questa robusta torre, alta piedi 106
parigini, venne eretta negli anni 1809-
1810, secondo il progetto dell’ingegnere
francese Lessan; ma sopraggiunto il
rovescio dell’Italico Regno rimase
incompleta; ebbe quindi termine sotto il
presente Governo. Alla sommità
collocata esser doveva la Grua, ossia un
meccanismo all’uso di Copenhagen per
cui alberare i vascelli (...).
Contemporanea è pure l’apertura dell’annesso varco marittimo,
reso indispensabile per dar passaggio ai vascelli di grosse
dimensioni e più forti di quei che si costruivano ai tempi della
Repubblica, cui era bastante l’antica porta in Arsenal vecchio. È
singolare il sapersi che in questa identica località esisteva pure
simil varco, il quale vennevenne chiuso prima dell’anno 1516»
11. 1829
Escavazione
nuovo canale
Testa di molo Taglio
dell’isola
Costruzione di due
delle
scali marmorei
Vergini
Demolizione di 9
cantieri coperti
Costruzione di quattro
scali marmorei Ingrandimento
dell’Isola di S. Pietro di
Castello >> >
13. 1869 - Progetto realizzazione bacini e deviazione del Rio dell’Arsenale
Notare l’imponente opera di deviazione del canale per la creazione dell’area dei
bacini. L’escavazione del fondale e la creazione dei muri di marginamento sono i
lavori preliminari alla costruzione del bacino
14. 1870: piano dei lavori
Inizio lavori bacino carenaggio, individuazione dell’area del secondo bacino, più grande,
che è stato il primo ad essere cantierato anche se ne procrastinerà la costruzione per
ragioni di assestamento e stabilizzazione del vecchio alveo del canale.
Prosecuzione della colmata e con un sistema di sbarramento del vecchio canale per la
successiva riutilizzazione dell’alveo per l’istallazione del bacino minore
15. 1872: Stato lavori creazione area bacini e prosecuzione bacino carenaggio
16. 1873: piano di riordinamento ed ingrandimento dell’Arsenale
L’area dei due bacini è progetto ed è iniziata la prosecuzione del secondo bacino
(minore).
Progetto di massima dei due bacini. Notare la grande darsena così come sarà
successivamente ricavata.
18. 1874: progetto lavori
Stato di avanzamento dei lavori prosegue con la demolizione dell’Isolotto Novissimetta
e dell’area delle Nappe a l’avvio del cantiere per la realizzazione degli scali scoperti.
É l’area in cui le demolizioni assumono un carattere distruttivo e coinvolgono il pesante
accorciamento dell’imponente edificio detto degli “Squadratori”.
19. 1876: stato dei lavori
Stato avanzamento lavori: sistemazione dell’area ricavata dalla demolizione degli
squadratori e di una galeazza e si avvia la costruzione degli scali scoperti
20. 1882 – Officine alla Nappe e galeazze (Officina del ferro)
Pianta delle galeazze contigue allo Scalo che ospitavano l’impianto caldaie e i tre grandi forni
a riverbero per il riscaldamento, la cottura e la piegatura delle lamiere e delle verghe.
L’impianto di caldaie per la produzione di energia motrice risale al 1880-82; l’istallazione
includeva: l’apparato motore e generatori del vapore con le trasmissioni occorrenti per
l’azione di macchine operative. L’impianto comunicava con l’Officina cosiddetta del “ferro”.
25. 2 aprile 1903
Come si presentavano ancora i tesoni a demolizione iniziata nell’area adiacente al
reparto di “Loreto”- L’altezza e la maestosità dei “tesoni settecenteschi è ancora
rilevabile e il confronto con l’oggi fa risaltare l’entità dell’intervento di demolizione..
28. 26 settembre 1903: costruzione tesoni
La foto evidenzia la ricostruzione del 110 e della facciata del n°109 a buon punto; la foto
è del 26 settembre 1903 data in cui anche il n° 109 è ormai quasi concluso. La
demolizione del n° 108 e degli altri squeri prosegue in direzione dei volti di S.Cristoforo.
29. 1904: volti di san Cristoforo – interramento dei due ultimi volti acquei
Approntamento degli scali
30. 1904: nave Ferruccio
- Il Ferruccio in Darsena . Come si vede nel
dicembre di quell’anno sono ancora in corso
demolizioni dei “Tezzoni”.
31. marzo 1904 nave Ferruccio
Il cacciatorpediniere corazzato “Ferruccio” era uno dei due esemplari cantierati nel 1898
uno a Venezia l’altro a Castellamare di Stabia. Come si può notare dalla foto del 1904,
due anni circa dopo il suo ancoraggio in Darsena ancora non era del tutto armato, al
contrario dell’altro esemplare varato dopo solo due anni ( 1900) dall’inizio della sua
costruzione .
Limiti temporali del cantiere veneziano.
Mentre a sinistra sullo sfondo si notano le facciate in costruzione dei “tezzoni” non
completamente demoliti. È evidente il ritardo causato al completamento della nave
dall’abbassamento dei tetti e ristrutturazione degli stessi “tezzoni”.
34. Interni: 1902 – il Quadro elettrico
Due alternatori monofase Tosi-Shuckert e due
trifase Gadda, Brioschi & Finzi, caratterizzano
la Stazione forza luce,
37. Conclusioni
• La grande trasformazione post-unitaria sembra
riscontrare uno scarso interesse ed essere
riguardata come un periodo sciagurato che ha
irrimediabilmente deturpato l’armonica
composizione di un monumento, forse non a torto,
visto come una grande cattedrale del lavoro,
soprattutto in epoca Repubblicana.
• Il grande sforzo volto a trasformare l’antico
Arsenale in un moderno cantiere diede risultati
effimeri e discutibili sul piano delle costruzioni
navali.