2. Tratutti i capolavori del
Caravaggio, trovo chequesto
dipinto possaessereposto come
più altatestimonianzadellapoetica
realistadell'artista, sebbene
ritraggaun soggetto mitologico.
Caravaggio solevaritrarrei suoi
soggetti utilizzando uno specchio;
egli non ritraevamai direttamente
dall'originale, bensì si rifacevaad
un'immaginespeculareeoggettiva,
freddaerazionale, dallaqualenon
potessero trasudareemozioni le
quali avrebbero potuto distogliere.
l'attenzionedal soggetto in sèeper
sè
Caravaggio hafermato in quella
superficiebronzea, l'ultimo urlo
dellamalcapitataelo hareso vivo
ed eterno, reale.
Lavicendamitologicasi farealtà,
lo scudo diventapellicola
fotograficachedocumenta
l'accaduto, chelo rendepalpabile
3. LA NASCITA DELLA
FOTOGRAFIALa fotografia nasce in risposta all'esigenza di
disporre di un mezzo per registrare la realtà nel
modo più rapido e fedele possibile, in una
società che dopo la Rivoluzione Francese del
1789 viveva momenti di grandi trasformazioni.
L'esigenza di fornire ritratti ad un numero
crescente di persone,unita all'attrattiva di un
guadagno facile, rispetto ai mestieri legati alla
registrazione pittorica,eserciteranno una forte
attrazione per una schiera di mediocri pittori che
intravedevano nella fotografia un modo
relativamente semplice per guadagnarsi da
vivere.
Questo connubio Fotografia/Pittura, nato da
subito, porterà ad una serie di comportamenti
equivoci,ancora oggi presenti, che consistono
principalmente nell'ottenere con il mezzo
fotografico esiti pittorici.
Questo modo di vedere,anzi di non vedere la
fotografia,condurrà ad importanti movimenti quali
il Pittorialismo.
4. UNANUOVACASSANDRA
Cassandra, la veggente omerica, vede e quindi sa.
Si sposano in lei per la prima volta nel pensiero
occidentale visione e conoscenza. Il dono che ha
ricevuto da Apollo diventa però subito una
maledizione: lei sa, ma nessuno le crede. Anche la
fotografia vede, forse anche meglio. Ma non è
affatto sicura di quello che vede, non può affatto
garantire quello che sa. La fotografia è l’anti-
Cassandra: sa di dire quasi sempre il falso, eppure
viene ostinatamente creduta.
Bisogna dire che i fotografi se ne sono resi conto da
subito e hanno cercato di contribuire attivamente.
Uno tra tutti Lewis Hine : egli diventa fotografo per
ragioni politiche, per “gettare luce, luce a fiotti” sulle
ingiustizie del capitalismo.
Egli, militante della verità, sceglie la fotografia come
strumento per affermarla, ma all’ottimismo che
dimostra nel dire “che leva abbiamo, con la
fotografia, per la riforma della società” si affianca la
paura che la fotografia possa “contrarre cattive
abitudini”, ed è sua la frase che da il titolo a questa
riflessione: “Le fotografie non sanno mentire ma i
bugiardi sanno fotografare” (1909).
5. FOTOGRAFARE LA GUERRA
L'attività del fotografo di guerra è conosciuta da tutti noi in quanto la cronoca spesso
riporta di scomparse sul campo di molti operatori.
Il fotografo è presente sui campi di battaglia sin dalla metà dell' 800,fornendo immagini
molto più credibili delle raffigurazioni utilizzate fino ad allora.
6. ROGER FENTON
Uno dei primi fotografi mandati in campo è
Roger Fenton mandato in Crimea nel 1855
dallo stesso Governo britannico per
documentare la vita dei soldati inglesi
impegnati in una guerra lunga e mal
accettata dall'opinione pubblica.
Ci troviamo così di fronte ad uno dei primi
tentativi di mistificazione poiché ciò che
Fenton riprendeva non era generalmente
falso,ma nemmeno totalmente imparziale.
Le tecniche di ripresa d'altronde non erano
così evolute da permettere al fotografo di
poter entrare nelle “zone calde”, quindi era
costretto a produrre una serie d'immagini
nelle retrovie,e inscenare le foto con i
soldati feriti.
7. ROBERT CAPA
Sicuramente è il più famoso fotografo di guerra di
tutti i tempi e autore della famosa immagine del
miliziano colto nell'istante in cui viene
ucciso,durante la Guerra Civile spagnola. Sempre
Capa fotografa lo sbarco in Normandia fianco a
fianco con le truppe alleate. Le immagini di capa
non sono retoriche o epiche, ma esprimono una
dura condanna della guerra e delle sue
conseguenze.
Il 1936 lo vede protagonista con i suoi servizi inviati
dalla Spagna, dove la Guerra Civile raccoglie
giovani da tutto il mondo per combattere contro
Francisco Franco.
Ed è in questa occasione che riprende l'immagine
che diventerà il simbolo di tutte le guerre “Morte di
un Miliziano”.
8. Su questa fotografia,al centro di aspre polemiche per l'accusa di falso,sono stati scritti molti articoli che
però non ne cambiano il messaggio.
.
Come la Sacra Sindone ha però una storia di analisi e discussioni che l’ha segnata.
Quando viene pubblicata per la prima volta su Vu, nel 1936, viene accompagnata da un’altra immagine
che riprende la stessa scena negli stessi minuti (lo si capisce dalla disposizione delle nuvole) con un altro
soldato anch’egli ripreso nell’attimo in cui viene colpito.
A questo si aggiunsero delle interviste avvenute quarant’anni dopo lo scatto in cui O’Dowd Gallagher
afferma di aver appreso dallo stesso Capa che si trattava di una scena di guerra recitata.
Le contro investigazioni che vorrebbero dimostrare l’autenticità dello scatto riescono solo ad aumentare i
dubbi che circondano questa foto.
Richard Whelan scrive nella sua biografia di Capa che “Insistere sul conoscere se questa fotografia
rappresenti davvero un uomo nel momento in cui viene colpito da un proiettile è allo stesso tempo
morboso e volgare. Perché la grandezza dell’immagine alla fine risiede nelle sue implicazioni simboliche”.
Essa infatti non è più una fotografia-testimone quanto un’icona-metafora.
Anche se dobbiamo riconoscerci d’accordo con Whelan è verosimile pensare che non proveremmo le
stesse emozioni se sapessimo che si tratta di una messinscena.
Questo perché chiediamo alla fotografia di darci esperienza diretta della realtà, ma è davvero in
grado di farlo?
9. VERGA,FOTOGRAFO DEL VERO
Fotografare voleva dire immortalare la realtà,
l’attimo e farlo dall’esterno, senza entrarvi con la
propria soggettività, si trattava semplicemente di
prendere il mondo così com’era.
Verga apparteneva ad una generazione che vide
crescere intorno a sé questo nuovo modo di
immortalare la realtà, essendo nato nel 1840,
solo un anno dopo l’invenzione della fotografia.
Nel corso della sua infanzia ricevette il primo
contatto con questa con la quale effettuò le
prime prove. Come la gran parte degli
intellettuali del suo tempo, Verga fu rapito da tale
tecnologia, che contribuì a far si che un nuovo
pensiero si sviluppasse nello scrittore, ossia che
la realtà poteva essere rappresentata senza
l’intervento dell’artista che immancabilmente
finiva per distorcerla secondo la sua visione. La
tecnica da lui adottata fu molto singolare, infatti
egli si distingueva dai contemporanei per la sua
nota predilezione per la ricerca del vero