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11 dicembre 2014 
a cura di Renato Brunetta 
i dossier 
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967 
ANALISI DELLE TENDENZE DI CONSUMO DEGLI ITALIANI NEGLI ANNI DELLA CRISI 
Dati Censis: “Rapporto sulla situazione sociale del Paese”
2 
INDICE 
Vivere a consumo zero: le famiglie e la crisi 
L’attendismo cinico delle famiglie liquide. Una società satura, dal «capitale inagito» 
Il soft power dell’enogastronomia nazionale che conquista le culture globali 
Il patrimonio culturale italiano non produce valore. Eppure sarebbe una chance di crescita, non solo economica 
L’atonia del grande capitalismo, e la rivincita dell’economia di territorio 
La solitudine degli italiani. I dispositivi di introflessione di un popolo di singoli narcisisti e indistinti
3 
VIVERE A CONSUMO ZERO: LE FAMIGLIE E LA CRISI 
In Italia prosegue la fase di stallo dei consumi: l’espressione più evidente della crisi in cui vivono da tempo le famiglie del nostro paese. 
Nel 2013, per il secondo anno consecutivo, le spese complessive si sono attestate su livelli inferiori a quelli dei primi anni 2000. 
Anche per il 2014 occorre non illudersi: nessuna ripresa sembra profilarsi all’orizzonte, visto che i consumi hanno registrato sia nel primo che nel secondo trimestre una variazione negativa (-3,6% e -2,9%) in termini tendenziali (rispetto ai corrispondenti trimestri del 2013).
4 
VIVERE A CONSUMO ZERO: LE FAMIGLIE E LA CRISI 
La crisi ha molti volti e colpisce in modo differente le diverse tipologie di famiglie, o meglio i diversi strati sociali che compongono il tessuto vivo del Paese. 
Eppure, proprio negli ultimi 2-3 anni, la ridefinizione degli stili di consumo in una chiave di marcato ridimensionamento sembra agire in modo pressoché trasversale, quasi uniforme a tutte le classi sociali, in una tendenza collettiva a “fare contenimento”, ridurre al minimo i consumi, senza attendersi neanche più miglioramenti per il futuro.
5 
VIVERE A CONSUMO ZERO: LE FAMIGLIE E LA CRISI 
La mancanza di fiducia nel futuro è il tratto maggiormente caratterizzante la fase attraversata dal Paese, abituato ormai a un orizzonte corto e buio. 
In un quadro di crisi economica pervasiva, la rimodulazione al ribasso dei budget familiari ha riguardato tutte le voci di spesa.
6 
VIVERE A CONSUMO ZERO: LE FAMIGLIE E LA CRISI 
Si rinuncia sempre più al superfluo e si ridefiniscono le priorità di consumo, risparmiando su spese essenziali, ma non alle cure mediche, anche perché condizionate da situazioni di urgenza e necessità. 
È il settore cosiddetto della “white economy”, vale a dire l’insieme di servizi, prodotti e professionalità dedicate alla salute e alla cura delle persone. Uno dei pochi settori ancora considerato un’opportunità di crescita per il nostro Paese.
7 
VIVERE A CONSUMO ZERO: LE FAMIGLIE E LA CRISI 
In particolare, tra il 2010 e il 2013 le principali spese delle famiglie hanno registrato le seguenti variazioni: 
giornali, periodici, stampa: -23,5%; 
trasporti: -15,6%; 
manutenzione abitazioni: -12,8%; 
vestiario, calzature: -11,3%; 
elettrodomestici: -9,4%; 
mobili: -9,2%; 
alimentari, bevande: -7,8%; 
alberghi e ristoranti: -3,3%. 
Unico segno positivo, le apparecchiature telefoniche: +19%.
8 
VIVERE A CONSUMO ZERO: LE FAMIGLIE E LA CRISI 
Inoltre, le famiglie hanno ridotto prevalentemente, nell’ordine: 
pranzi e cene fuori casa; 
spese per cinema e svago; 
spostamenti in auto e scooter. 
Mentre sono aumentati gli acquisti di prodotti low cost. 
Infine, gli italiani hanno modificato le proprie abitudini alimentari, cercando di risparmiare.
9 
VIVERE A CONSUMO ZERO: LE FAMIGLIE E LA CRISI 
Qualora disponessero di risorse economiche più consistenti di quelle attuali, gli italiani, quei soldi in più: 
li metterebbero da parte (77,2%); 
li utilizzerebbero solo per spese importanti: auto, mutuo, elettrodomestici, ristrutturazioni casa (19,8%); 
li userebbero per comprare più alimentari e vestiario (3%).
10 
L’ATTENDISMO CINICO DELLE FAMIGLIE LIQUIDE. UNA SOCIETÀ SATURA, DAL «CAPITALE INAGITO» 
Dopo la paura della crisi, è un approccio attendista alla vita che si va imponendo tra gli italiani, ed è l’incertezza a prevalere. 
Non a caso, la gestione dei soldi da parte delle famiglie è attendista, fatta di breve e brevissimo periodo, di contante e depositi bancari.
11 
Prevale un cash di tutela, in cui le funzioni attribuite al risparmio delle famiglie sono: 
fare fronte a possibili imprevisti (perdita del lavoro o malattia); 
dare sicurezza, sensazione di avere le spalle coperte; 
garantire una vecchiaia serena (per avere in futuro un più alto tenore di vita); 
L’ATTENDISMO CINICO DELLE FAMIGLIE LIQUIDE. UNA SOCIETÀ SATURA, DAL «CAPITALE INAGITO»
12 
pagare l’educazione dei figli; 
affrontare spese importanti in futuro, come l’acquisto di una casa; 
nessuna funzione: risparmiare non serve a molto, perché il potere di acquisto diminuisce nel tempo. 
La parola d’ordine è: soldi vicini per ogni evenienza. 
L’ATTENDISMO CINICO DELLE FAMIGLIE LIQUIDE. UNA SOCIETÀ SATURA, DAL «CAPITALE INAGITO»
13 
IL SOFT POWER DELL’ENOGASTRONOMIA NAZIONALE CHE CONQUISTA LE CULTURE GLOBALI 
Nel periodo di crisi 2007-2013, è diminuita in particolare la spesa per generi alimentari delle famiglie italiane: -12,9% in termini reali, contro una dinamica complessiva della spesa per consumi pari a -8%. 
A fronte di una caduta della spesa, si registra però una espansione del significato sociale del rapporto con il cibo, che si spinge ben oltre la sua funzionalità primaria.
14 
IL SOFT POWER DELL’ENOGASTRONOMIA NAZIONALE CHE CONQUISTA LE CULTURE GLOBALI 
C’è una sorta di virtuosa onnipresenza del cibo come espressione di un nuovo stile di vita italiano, che rilegge alcuni “fondamentali” della nostra storia, come il rapporto con il territorio e l’autenticità, e ha a cuore la qualità. 
Lo dimostrano vari fenomeni, a cominciare dalla buona performance del made in Italy agroalimentare, che è una delle componenti più dinamiche dell’export, tanto che nel 2013 la voce “prodotti alimentari e bevande” vale 27,4 miliardi di euro: +26,9% rispetto al 2007
15 
IL SOFT POWER DELL’ENOGASTRONOMIA NAZIONALE CHE CONQUISTA LE CULTURE GLOBALI 
In particolare, alcuni prodotti tipicamente italiani registrano nell’export nel periodo 2007-2013 un successo ancora maggiore del +26,9% della corrispondente voce macro: 
il parmigiano +42,3%; 
le paste alimentari +22,3%; 
i pomodori, i preparati e i conservati +27,4%.
16 
IL SOFT POWER DELL’ENOGASTRONOMIA NAZIONALE CHE CONQUISTA LE CULTURE GLOBALI 
L’Italia, inoltre, è il Paese con il più alto numero di alimenti a denominazione o indicazione di origine (266), seguito a distanza da Francia (219) e Spagna (179). 
La ristorazione italiana nel mondo è in grande espansione, con oltre 60.000 ristoranti italiani che attirano annualmente una clientela prossima a 900 milioni di persone. 
Enogastronomia italiana, quindi, come orgoglio nazionale che condensa l’apprezzamento dell’Italia nel mondo, che si propone come veicolo di crescita economica, promozione turistica e, prima ancora, di riconoscimento identitario e di appartenenza.
17 
IL PATRIMONIO CULTURALE ITALIANO NON PRODUCE VALORE. EPPURE SAREBBE UNA CHANCE DI CRESCITA, NON SOLO ECONOMICA 
Primo Paese al mondo nella graduatoria dei siti Unesco, sede di opere architettoniche ed artistiche uniche, l’Italia riesce solo in minima parte a mettere a valore il ricco patrimonio culturale di cui dispone. 
Numero di lavoratori nel settore in confronto ai principali Paesi europei: 
Italia: 304.000; 
Regno Unito: 750.000; 
Germania: 670.000; 
Francia: 556.000; 
Spagna: 409.000.
18 
IL PATRIMONIO CULTURALE ITALIANO NON PRODUCE VALORE. EPPURE SAREBBE UNA CHANCE DI CRESCITA, NON SOLO ECONOMICA 
Nel 2012 il settore della cultura in Italia produceva un valore aggiunto di 15,5 miliardi di euro (solo un punto di Pil), contro i 35 miliardi della Germania e i 27 miliardi della Francia. 
Inoltre, mentre negli altri Paesi, nel periodo 2007-2012 il settore della cultura ha registrato un’espansione, sia in termini occupazionali che economici, in Italia si è registrata una contrazione del -1,6% in termini economici, sia pur accompagnata da un aumento occupazionale pari al 3,3% (non comparabile, però, al +10,9% della Germania e al +6,3% della Francia).
19 
L’ATONIA DEL GRANDE CAPITALISMO, E LA RIVINCITA DELL’ECONOMIA DI TERRITORIO 
Appare quasi sotto assedio il capitalismo familiare italiano, quello della grande e media impresa, per decenni altamente performante, alla testa di un made in Italy di valore apprezzato nel mondo. 
Sono casi emblematici di un sistema produttivo in cambiamento: 
la famiglia Bulgari che vende le quote di controllo della propria azienda al polo del lusso LVMH; 
Merloni Elettrodomestici che cede all’americana Whirlpool; 
Brioni che vende al francese Pinault;
20 
L’ATONIA DEL GRANDE CAPITALISMO, E LA RIVINCITA DELL’ECONOMIA DI TERRITORIO 
le preziose lane biellesi di Loro Piana che passano al gruppo francese Louis Vuitton; 
la fine disastrosa della famiglia Riva, che dall’Italia guidava uno dei principali poli mondiali dell’acciaio; 
la difficile ricerca di nuovi equilibri nel consiglio di amministrazione di uno dei campioni dell’industria italiana come Luxottica.
21 
LA SOLITUDINE DEGLI ITALIANI. I DISPOSITIVI DI INTROFLESSIONE DI UN POPOLO DI SINGOLI NARCISISTI E INDISTINTI 
Nel contesto sopra descritto, aumentano le vendite di dispositivi elettronici di vario tipo: telefoni cellulari e smartphone, Pc, tablet, e-book, anche in conseguenza della sempre più ampia diffusione dei social network. 
Gli utilizzatori dei nuovi media, non solo rappresentano quote sempre più ampie di popolazione, ma crescono anche con ritmo decisamente accelerato. 
Questo fenomeno segnala la crescente introflessione degli individui: connettersi a internet, specie con tariffe flat, costa poco o nulla, mentre non sempre ci si può più permettere di uscire per incontrare gli amici.
22 
LA SOLITUDINE DEGLI ITALIANI. I DISPOSITIVI DI INTROFLESSIONE DI UN POPOLO DI SINGOLI NARCISISTI E INDISTINTI 
A fronte del 63,5% di italiani che utilizzano internet, gli utenti dei social network rappresentano il 49% della popolazione, e arrivano all’80% tra i giovani di 14-29 anni. 
Per la maggior parte, il collegamento ai social network avviene attraverso device mobili, campioni di vendite anche negli anni della crisi, nonostante le ristrettezze economiche in tutti i Paesi.

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  • 1. 11 dicembre 2014 a cura di Renato Brunetta i dossier www.freefoundation.com www.freenewsonline.it 967 ANALISI DELLE TENDENZE DI CONSUMO DEGLI ITALIANI NEGLI ANNI DELLA CRISI Dati Censis: “Rapporto sulla situazione sociale del Paese”
  • 2. 2 INDICE Vivere a consumo zero: le famiglie e la crisi L’attendismo cinico delle famiglie liquide. Una società satura, dal «capitale inagito» Il soft power dell’enogastronomia nazionale che conquista le culture globali Il patrimonio culturale italiano non produce valore. Eppure sarebbe una chance di crescita, non solo economica L’atonia del grande capitalismo, e la rivincita dell’economia di territorio La solitudine degli italiani. I dispositivi di introflessione di un popolo di singoli narcisisti e indistinti
  • 3. 3 VIVERE A CONSUMO ZERO: LE FAMIGLIE E LA CRISI In Italia prosegue la fase di stallo dei consumi: l’espressione più evidente della crisi in cui vivono da tempo le famiglie del nostro paese. Nel 2013, per il secondo anno consecutivo, le spese complessive si sono attestate su livelli inferiori a quelli dei primi anni 2000. Anche per il 2014 occorre non illudersi: nessuna ripresa sembra profilarsi all’orizzonte, visto che i consumi hanno registrato sia nel primo che nel secondo trimestre una variazione negativa (-3,6% e -2,9%) in termini tendenziali (rispetto ai corrispondenti trimestri del 2013).
  • 4. 4 VIVERE A CONSUMO ZERO: LE FAMIGLIE E LA CRISI La crisi ha molti volti e colpisce in modo differente le diverse tipologie di famiglie, o meglio i diversi strati sociali che compongono il tessuto vivo del Paese. Eppure, proprio negli ultimi 2-3 anni, la ridefinizione degli stili di consumo in una chiave di marcato ridimensionamento sembra agire in modo pressoché trasversale, quasi uniforme a tutte le classi sociali, in una tendenza collettiva a “fare contenimento”, ridurre al minimo i consumi, senza attendersi neanche più miglioramenti per il futuro.
  • 5. 5 VIVERE A CONSUMO ZERO: LE FAMIGLIE E LA CRISI La mancanza di fiducia nel futuro è il tratto maggiormente caratterizzante la fase attraversata dal Paese, abituato ormai a un orizzonte corto e buio. In un quadro di crisi economica pervasiva, la rimodulazione al ribasso dei budget familiari ha riguardato tutte le voci di spesa.
  • 6. 6 VIVERE A CONSUMO ZERO: LE FAMIGLIE E LA CRISI Si rinuncia sempre più al superfluo e si ridefiniscono le priorità di consumo, risparmiando su spese essenziali, ma non alle cure mediche, anche perché condizionate da situazioni di urgenza e necessità. È il settore cosiddetto della “white economy”, vale a dire l’insieme di servizi, prodotti e professionalità dedicate alla salute e alla cura delle persone. Uno dei pochi settori ancora considerato un’opportunità di crescita per il nostro Paese.
  • 7. 7 VIVERE A CONSUMO ZERO: LE FAMIGLIE E LA CRISI In particolare, tra il 2010 e il 2013 le principali spese delle famiglie hanno registrato le seguenti variazioni: giornali, periodici, stampa: -23,5%; trasporti: -15,6%; manutenzione abitazioni: -12,8%; vestiario, calzature: -11,3%; elettrodomestici: -9,4%; mobili: -9,2%; alimentari, bevande: -7,8%; alberghi e ristoranti: -3,3%. Unico segno positivo, le apparecchiature telefoniche: +19%.
  • 8. 8 VIVERE A CONSUMO ZERO: LE FAMIGLIE E LA CRISI Inoltre, le famiglie hanno ridotto prevalentemente, nell’ordine: pranzi e cene fuori casa; spese per cinema e svago; spostamenti in auto e scooter. Mentre sono aumentati gli acquisti di prodotti low cost. Infine, gli italiani hanno modificato le proprie abitudini alimentari, cercando di risparmiare.
  • 9. 9 VIVERE A CONSUMO ZERO: LE FAMIGLIE E LA CRISI Qualora disponessero di risorse economiche più consistenti di quelle attuali, gli italiani, quei soldi in più: li metterebbero da parte (77,2%); li utilizzerebbero solo per spese importanti: auto, mutuo, elettrodomestici, ristrutturazioni casa (19,8%); li userebbero per comprare più alimentari e vestiario (3%).
  • 10. 10 L’ATTENDISMO CINICO DELLE FAMIGLIE LIQUIDE. UNA SOCIETÀ SATURA, DAL «CAPITALE INAGITO» Dopo la paura della crisi, è un approccio attendista alla vita che si va imponendo tra gli italiani, ed è l’incertezza a prevalere. Non a caso, la gestione dei soldi da parte delle famiglie è attendista, fatta di breve e brevissimo periodo, di contante e depositi bancari.
  • 11. 11 Prevale un cash di tutela, in cui le funzioni attribuite al risparmio delle famiglie sono: fare fronte a possibili imprevisti (perdita del lavoro o malattia); dare sicurezza, sensazione di avere le spalle coperte; garantire una vecchiaia serena (per avere in futuro un più alto tenore di vita); L’ATTENDISMO CINICO DELLE FAMIGLIE LIQUIDE. UNA SOCIETÀ SATURA, DAL «CAPITALE INAGITO»
  • 12. 12 pagare l’educazione dei figli; affrontare spese importanti in futuro, come l’acquisto di una casa; nessuna funzione: risparmiare non serve a molto, perché il potere di acquisto diminuisce nel tempo. La parola d’ordine è: soldi vicini per ogni evenienza. L’ATTENDISMO CINICO DELLE FAMIGLIE LIQUIDE. UNA SOCIETÀ SATURA, DAL «CAPITALE INAGITO»
  • 13. 13 IL SOFT POWER DELL’ENOGASTRONOMIA NAZIONALE CHE CONQUISTA LE CULTURE GLOBALI Nel periodo di crisi 2007-2013, è diminuita in particolare la spesa per generi alimentari delle famiglie italiane: -12,9% in termini reali, contro una dinamica complessiva della spesa per consumi pari a -8%. A fronte di una caduta della spesa, si registra però una espansione del significato sociale del rapporto con il cibo, che si spinge ben oltre la sua funzionalità primaria.
  • 14. 14 IL SOFT POWER DELL’ENOGASTRONOMIA NAZIONALE CHE CONQUISTA LE CULTURE GLOBALI C’è una sorta di virtuosa onnipresenza del cibo come espressione di un nuovo stile di vita italiano, che rilegge alcuni “fondamentali” della nostra storia, come il rapporto con il territorio e l’autenticità, e ha a cuore la qualità. Lo dimostrano vari fenomeni, a cominciare dalla buona performance del made in Italy agroalimentare, che è una delle componenti più dinamiche dell’export, tanto che nel 2013 la voce “prodotti alimentari e bevande” vale 27,4 miliardi di euro: +26,9% rispetto al 2007
  • 15. 15 IL SOFT POWER DELL’ENOGASTRONOMIA NAZIONALE CHE CONQUISTA LE CULTURE GLOBALI In particolare, alcuni prodotti tipicamente italiani registrano nell’export nel periodo 2007-2013 un successo ancora maggiore del +26,9% della corrispondente voce macro: il parmigiano +42,3%; le paste alimentari +22,3%; i pomodori, i preparati e i conservati +27,4%.
  • 16. 16 IL SOFT POWER DELL’ENOGASTRONOMIA NAZIONALE CHE CONQUISTA LE CULTURE GLOBALI L’Italia, inoltre, è il Paese con il più alto numero di alimenti a denominazione o indicazione di origine (266), seguito a distanza da Francia (219) e Spagna (179). La ristorazione italiana nel mondo è in grande espansione, con oltre 60.000 ristoranti italiani che attirano annualmente una clientela prossima a 900 milioni di persone. Enogastronomia italiana, quindi, come orgoglio nazionale che condensa l’apprezzamento dell’Italia nel mondo, che si propone come veicolo di crescita economica, promozione turistica e, prima ancora, di riconoscimento identitario e di appartenenza.
  • 17. 17 IL PATRIMONIO CULTURALE ITALIANO NON PRODUCE VALORE. EPPURE SAREBBE UNA CHANCE DI CRESCITA, NON SOLO ECONOMICA Primo Paese al mondo nella graduatoria dei siti Unesco, sede di opere architettoniche ed artistiche uniche, l’Italia riesce solo in minima parte a mettere a valore il ricco patrimonio culturale di cui dispone. Numero di lavoratori nel settore in confronto ai principali Paesi europei: Italia: 304.000; Regno Unito: 750.000; Germania: 670.000; Francia: 556.000; Spagna: 409.000.
  • 18. 18 IL PATRIMONIO CULTURALE ITALIANO NON PRODUCE VALORE. EPPURE SAREBBE UNA CHANCE DI CRESCITA, NON SOLO ECONOMICA Nel 2012 il settore della cultura in Italia produceva un valore aggiunto di 15,5 miliardi di euro (solo un punto di Pil), contro i 35 miliardi della Germania e i 27 miliardi della Francia. Inoltre, mentre negli altri Paesi, nel periodo 2007-2012 il settore della cultura ha registrato un’espansione, sia in termini occupazionali che economici, in Italia si è registrata una contrazione del -1,6% in termini economici, sia pur accompagnata da un aumento occupazionale pari al 3,3% (non comparabile, però, al +10,9% della Germania e al +6,3% della Francia).
  • 19. 19 L’ATONIA DEL GRANDE CAPITALISMO, E LA RIVINCITA DELL’ECONOMIA DI TERRITORIO Appare quasi sotto assedio il capitalismo familiare italiano, quello della grande e media impresa, per decenni altamente performante, alla testa di un made in Italy di valore apprezzato nel mondo. Sono casi emblematici di un sistema produttivo in cambiamento: la famiglia Bulgari che vende le quote di controllo della propria azienda al polo del lusso LVMH; Merloni Elettrodomestici che cede all’americana Whirlpool; Brioni che vende al francese Pinault;
  • 20. 20 L’ATONIA DEL GRANDE CAPITALISMO, E LA RIVINCITA DELL’ECONOMIA DI TERRITORIO le preziose lane biellesi di Loro Piana che passano al gruppo francese Louis Vuitton; la fine disastrosa della famiglia Riva, che dall’Italia guidava uno dei principali poli mondiali dell’acciaio; la difficile ricerca di nuovi equilibri nel consiglio di amministrazione di uno dei campioni dell’industria italiana come Luxottica.
  • 21. 21 LA SOLITUDINE DEGLI ITALIANI. I DISPOSITIVI DI INTROFLESSIONE DI UN POPOLO DI SINGOLI NARCISISTI E INDISTINTI Nel contesto sopra descritto, aumentano le vendite di dispositivi elettronici di vario tipo: telefoni cellulari e smartphone, Pc, tablet, e-book, anche in conseguenza della sempre più ampia diffusione dei social network. Gli utilizzatori dei nuovi media, non solo rappresentano quote sempre più ampie di popolazione, ma crescono anche con ritmo decisamente accelerato. Questo fenomeno segnala la crescente introflessione degli individui: connettersi a internet, specie con tariffe flat, costa poco o nulla, mentre non sempre ci si può più permettere di uscire per incontrare gli amici.
  • 22. 22 LA SOLITUDINE DEGLI ITALIANI. I DISPOSITIVI DI INTROFLESSIONE DI UN POPOLO DI SINGOLI NARCISISTI E INDISTINTI A fronte del 63,5% di italiani che utilizzano internet, gli utenti dei social network rappresentano il 49% della popolazione, e arrivano all’80% tra i giovani di 14-29 anni. Per la maggior parte, il collegamento ai social network avviene attraverso device mobili, campioni di vendite anche negli anni della crisi, nonostante le ristrettezze economiche in tutti i Paesi.