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1
L’assistenza degli anziani non autosufficienti
in Italia
Franco Pesaresi Ancona
16 giugno 2006
2
Gli anziani non autosufficienti
 Secondo l’Istat sono il 20,6% degli anziani:
2.040.928 in famiglia + 138.321 in presidi
residenziali.
 Almeno 8,9% in condizione di
confinamento individuale (+ quelli in residenze)
3
Chi assiste l’anziano in Italia?/1
 Il 72,3% delle famiglie con almeno una persona di
65 anni e più non riceve alcuna forma di aiuto da
enti o da persone non conviventi.
 La percentuale si riduce al 54,3% nelle famiglie
con almeno una persona di 80 anni e più.
 In questi casi intervengono solo i familiari
conviventi.
4
Chi assiste l’anziano in Italia?/2
Il 27,7% delle famiglie con almeno una persona di
65 anni e più riceve qualche forma di aiuto
(assistenziale) da enti o da persone non conviventi.
Chi aiuta (assiste) gli anziani?
1. Aiuto informale 18,4% (31,4% 80enni+);
2. Aiuto privato 10,0% (18,4% 80enni+);
3. Aiuto pubblico 6,8% (13,4% 80enni+).
5
Chi assiste l’anziano in Italia?/3
Tipologia aiuti % Famiglie con
almeno un 65enne
% Famiglie con
almeno un 80enne
Solo aiuti informali 12,9 19,1
Aiuti informali e da privati 2,1 4,8
Solo aiuti privati 5,9 8,4
Solo aiuti dal comune e da
istituzioni pubbliche
2,5 3,3
Aiuti informali, dal comune
e da istituzioni pubbliche
2,4 5,0
Aiuti dal comune e privati 0,9 2,6
Tutti i tipi di aiuto 1,0 2,5
6
L’assistenza informale
 Garantisce più dell’80% dell’assistenza
erogata
 In futuro diminuirà l’assistenza informale
perché:
– Aumenta il tasso di attività femminile
– Diminuisce il rapporto donne 45-69anni/ultra-
ottantenni
– Cambia composizione e mobilità delle famiglie.
7
una politica per l’assistenza
informale
 La forma di assistenza più ampia,
paradossalmente, non ha un sostegno adeguato
nel panorama normativo nazionale ed anche
regionale.
 Eppure è interesse della collettività sostenerla.
 Innanzitutto occorre avere una politica di
sostegno dell’assistenza informale sia a livello
nazionale che a livello locale.
8
L’indennità di accompagnamento
 L’intervento pubblico più ampio è
l’indennità di accompagnamento.
 Raggiunge 756.452 anziani pari al 6,9%
della popolazione anziana. % in crescita.
 Umbria (10,7%) e Calabria (9,4%) ai livelli
più alti. Molise (4,7%) e Lazio (5,8%) ai
livelli più bassi.
9
Le badanti/1
 715.000 famiglie con anziani ricevono un aiuto
privato: soprattutto badanti (e in piccola parte agenzie private)
 Nel 2003 sono state presentate 343.000
domande di regolarizzazione di collaboratori
familiari stranieri. In gran parte si tratta di
badanti.
 In Italia si stimano 450.000-500.000 badanti
considerando anche quelle irregolari. Alcune
lavorano per più famiglie.
10
Le badanti/2
 Le badanti hanno rivoluzionato il
mercato dell’assistenza. Per esempio, dal
1999 riduzione posti letto nelle strutture residenziali e
stabilizzazione numero ospiti nonostante cresca il
numero degli anziani.
 La badanti hanno posto problemi nuovi:
qualità dell’assistenza, lavoro nero,
gestione del mercato del lavoro.
11
Le badanti/ che fare?
 Governare il fenomeno come alcune regioni
hanno cominciato a fare.
 Qualificare le badanti con corsi di formazione
 Far incontrare la domanda e l’offerta
 Sostenere le famiglie bisognose e l’emersione
del lavoro nero con sostegni economici
12
Le Unità valutative/1
 Per l’accesso alle più importanti prestazioni
socio-sanitarie (ADI, RSA, ecc.) tutte le regioni
hanno previsto le unità valutative
multidimensionali, seppur con termini diversi
(UVG, UVD, UVT, UVM, UVMD, UVI).
 L’unità valutativa:
– Effettua la valutazione multidimensionale;
– Elabora i piani assistenziali individualizzati;
– Stabilisce l’accesso alle prestazioni;
– Individua il case manager (in alcune regioni).
13
Le Unità valutative/2
 Per la valutazione le regioni utilizzano strumenti
diversissimi. 14 regioni utilizzano 11 diversi
strumenti multidimensionali. Le altre regioni
utilizzano altri 18 strumenti monodimensionali.
 Composizione minima: da 3 a 8 membri. Nucleo
fondamentale sempre composto da medico,
infermiere e assistente sociale. + consulenti.
14
L’ADI per gli anziani
 Anziani trattati: 314.041, in costante aumento pari al
2,8% degli anziani.
 Ore annue per caso: 23 (in diminuzione), di cui 15
erogate dagli infermieri e 4 dai terapisti.
 Spesa pro capite: € 14
 Criticità: integrazione con il SAD.
Crescono risorse?
15
ADI per anziani
Regione % anziani Spesa pro capite
1. Friuli-V.G. 7,8 1° - 56,1
2. Molise 6,8 10° - 12,6
3. E. Romagna 5,0 6° - 17,5
4. Veneto 4,4 3° - 22,8
5. Abruzzo 3,7 2° - 22,9
6. Lombardia 3,5 9° - 14,1
Italia 2,8 13,7
16
SAD assistenza domiciliare
sociale
Regione % anziani
1. Trento 4,7
2. Valle d’Aosta 4,2
3. Bolzano 3,8
4. Veneto 2,6
5. Molise 2,5
6. Friuli-V.G. 2,0
Italia 1,5
17
SAD criticità
 Non adeguatamente diffuso in Italia
 Servizio tutti i giorni e per più ore
 Integrazione socio-sanitaria carente
 Privilegiare cura della persona
rispetto alla cura della casa
18
Assegni di cura e voucher
Che cosa sono?
caratteristiche Assegni di
cura
Assegni di
servizio-voucher
Che cosa sono Un contributo
economico
Titoli che attribuiscono
il diritto a determinati
servizi
Sono forniti Dall’ente pubblico Dall’ente pubblico
Il beneficiario li
utilizza
Per finanziare
l’assistenza
Per acquistare le
prestazioni
assistenziali da uno
degli erogatori
accreditati
Chi è il
beneficiario
L’assistito o chi lo
assiste
informalmente
L’assistito
19
Gli assegni di cura nelle regioni italiane
caratteristiche
Emilia
Romagna
Veneto Trento Lombardia Bolzano
Chi riceve il
contributo
Caregiver Non
autosufficie
nti
Familiari dei
non
autosufficienti
Famiglie per
Anziani non
autosufficienti,
disabili, minori
Familiari dei
non
autosufficeinti
Quantificazi
one dell’
Assegno
mensile
Da 217 a
465 €
Max 421 €
516 € per
Alzheimer
Da 630 a 1100 € Determinato
dai comuni
Da 413 a 620 €
La
valutazione
Effettuata
dalla UVG
con progr.
Assistenz.
+ reddito
Assistente
sociale e
MMG
+ reddito
Proposta MMG,
valutazione di
assistenti
sociali e ASL +
reddito
Nessuna
valutazione
(età, reddito,
fragilità)
Effettuata da una
commissione
multidisciplinare
(no reddito)
20
Assegni di cura: diffusione
 Sono previsti nelle seguenti 12 regioni:
Abruzzo, Calabria, E. Romagna, Friuli-VG, Lombardia, Piemonte,
Sicilia, Toscana, Trentino AA, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto.
 Diffusione tra gli anziani: Bolzano 4,3%, E. Romagna 0,9%, Veneto
0,8%, Umbria 0,4%, Toscana 0,3%.
 Per l’accesso alla prestazione si tiene conto di limiti di reddito
(ecluse VDA e TAA) e qualche volta dell’età (+ di 75 anni).
 L’importo dell’assegno, in genere, è graduato in relazione al
livello di non autosufficienza.
21
Assegni di cura : valutazioni
– Ritenuti utili per contrastare la
istituzionalizzazione;
– Considerato un riconoscimento del quotidiano
lavoro di assistenza della famiglia.
– Può essere utilizzato per pagare personale
“in nero” e senza garanzie sulla qualità
dell’assistenza erogata.
22
I voucher nelle regioni italiane
caratteristiche
Lombardia Liguria Sicilia
Finalità
voucher
Acquisto di prestazioni
sociosanitarie domiciliari
(medico, infermieristiche,
riabilitative e tutelari) da
soggetti accreditati.
Nessun vincolo di reddito per
i beneficiari.
Erogato dalle ASL.
Per l’acquisto di servizi
di aiuto domestico e di
assistenza tutelare
presso operatori
specializzati o persone
di fiducia.
I beneficiari pagano il
20-35-50% del valore del
voucher.
Per l’acquisto di
prestazioni
domiciliari erogate
da caregiver
professionali
presso organismi
ed enti non profit
accreditati.
Erogato dalla ASL.
Valore del
voucher
Da 362 a 619 € al mese Da 780 a 5.170 € annui 444 (ridotto 50%
con indennità
accompagnamento)
Anno di
avvio
2002 2002 2005
23
Voucher: diffusione
 Sono previsti nelle seguenti 5 regioni: Liguria,
Lombardia, Sicilia, Valle d’Aosta, Veneto.
 Diffusione tra gli anziani: scarsa.
 Per l’accesso alla prestazione: essere anziano non
autosufficiente o persona fragile (Lombardia)
 L’importo dell’assegno, in genere, è graduato in relazione
al livello di bisogno assistenziale (Lombardia, Liguria).
24
LA SITUAZIONE ITALIANA
- Le esperienze esistenti hanno le seguenti
caratteristiche:
- principalmente per anziani non autosufficienti,
- coinvolta una parte ridotta dell’utenza,
- sperimentazioni o piccole esperienze di
eccellenza, ad eccezione della Lombardia,
- collocate in città importanti del centro-nord del
paese.
In alcune realtà italiane l’erogazione di voucher è
finalizzato a garantire la qualità dell’assistenza
privata a pagamento (assistenti familiari) e a
supportare le famiglie.
25
Voucher: valutazioni
 Hanno efficacia laddove esistono mercati sociali (laddove
l’assistito può scegliere fra più erogatori) che oggi non sono sviluppati.
 Richiedono l’accreditamento dei fornitori pubblici e privati.
 Oggi incontra le resistenze del mercato e degli assistiti
perché:
– Il fornitore non conosce l’entità annuale della fornitura;
– L’assistito è più vincolato rispetto all’assegno di cura.
 In Europa è molto meno diffuso dell’assegno di cura. In
Italia, stante la modesta diffusione è attesa comunque una
crescita della sua presenza.
26
L’assistenza residenziale
per anziani in Italia
1999 2000 2001 2002 2003
Posti letto 237.013 247.371 250.028 258.983
Ospiti
anziani
222.548 216.126 225.228 222.970 227.315
% sugli
anziani
2,15 2,04 2,12 2,09 2,04
Non
autosufficienti
63,3 64,4% 66,1% 67,1% 68,7%
27
Caratteristiche degli utenti
 Ultraottantenni (67%). Si riducono
costantemente gli anziani con meno di 75
anni (14,5%).
 Donne (76,7%).
 Non autosufficienti (68,7%). Costantemente
in aumento.
28
% posti letto delle strutture
Tipologia % posti
letto
Tendenza
Residenze sanitarie
assistenziali
37 +
Residenze/case protette 18 +
Case di riposo 45 -
29
Posti letto di RSA per mille anziani (2003)
Regione Posti letto RSA per mille
anziani
1. Trento 43,7
2. Lombardia 24,7
3. Toscana 10,0
4. Veneto 5,5
5. Bolzano 5,5
6. Abruzzo 4,8
Italia 6,7
30
Posti letto di Residenze protette per mille
anziani (2003)
Regione Posti letto residenze protette
per mille anziani
1. Valle d’Aosta 22,6
2. Veneto 20,5
3. Liguria 19,9
4. Emilia Romagna 13,2
5. Friuli-Venezia G. 8,3
6. Sardegna 7,4
Italia 4,1
31
Posti letto di RSA + Residenze protette per
mille anziani (2003)
Regione Posti letto RSA+RP per mille
anziani
1. Trento 43,7
2. Veneto 26,0
3. Valle d’Aosta 25,0
4. Lombardia 24,7
5. Liguria 23,7
6. E. Romagna 15,1
Italia 10,8
32
Case di riposo
 Struttura residenziale a prevalente accoglienza alberghiera
destinata ad accogliere anziani autosufficienti.
 Bisognerebbe disincentivare (o sospendere) la
realizzazione di case di riposo. Gli anziani autosufficienti
meritano strutture più adatte e qualificate.
 Bisognerebbe puntare sugli alloggi protetti (qualcuno le
chiama case albergo). Si tratta di spazi abitativi individuali
o familiari che forniscono servizi collettivi solo a chi li
chiede. Siamo nel campo di forme particolari di abitazione.
Evitare la regolamentazione assistenziale che ne
disincentiva la realizzazione.
33
Spesa sanitaria pro capite per assistenza
residenziale per anziani non autosufficienti
Regione Euro (2002)
1. Trento 159,7
2. Bolzano 85,6
3. Lombardia 72,7
4. Veneto 64,0
5. Emilia Romagna 61,0
6. Friuli-V.G 44,7
Italia 35,9
34
Costo medio di un posto letto –
2001 Italia
Tipologia di
presidio
Costo medio
mensile
Costo medio
annuo
Residenza
assistenziale
1.123 13.479
Residenza
sociosanitaria
1.870 22.440
RSA 2.314 27.769
35
Chi paga per l’assistenza
residenziale? - 2001
Tipologia di
presidio
Famiglie ASL Comune altri
Residenza
assistenziale
78,3% 5,5% 8,7% 7,6%
Residenza
socio
sanitaria
61,9% 24,7% 8,2% 5,1%
RSA 46,4% 41,2% 5,2% 7,2%
36
Tendenze dell’assistenza
residenziale per anziani
 Qualificazione attraverso l’accreditamento (standard
per autorizzazione: Marche, Lazio, Trento, Veneto , - RP Calabria e
Umbria – accreditamento: Veneto (sosp.))
 Potenziamento residenze socio-sanitarie
soprattutto attraverso uno straordinario processo
di riconversione delle case di riposo in residenze
protette.
 Oggi 140.000 letti residenziali socio-sanitari
(RSA+RP): se ne aggiungeranno almeno altri
60.000.
37
Fondi regionali per la non
autosufficienza
Regione Fondi erogati a: Per prestazioni:
Abruzzo Distretti socio-
sanitari
Sociali e socio-sanitarie
E. Romagna ASL Previste nei piani di zona
Friuli-V.G Enti gestori del
Servizio sociale dei
comuni
Soprattutto domiciliari
Lazio Comuni capofila Sociali e socio-sanitarie
Liguria ASL e comitati dei
sindaci
Socio-sanitarie (all. 1C LEA)
Trento, Bolzano, Veneto, Toscana: proposte da approvare
38
Conclusioni
 Italia spende molto poco rispetto all’Europa dei 15 per le
politiche assistenziali e per le politiche locali per la non
autosufficienza.
 L’offerta di servizi è bassa rispetto all’Europa e fortemente
ineguale fra le regioni.
 Nella passata legislatura le politiche nazionali hanno
abbandonato il settore. Mancata definizione dei LEPS. Taglio
del Fondo nazionale politiche sociali, ecc.
 Comuni e regioni, in particolare del centro e del nord, hanno
cercato di sopperire alle carenze centrali attivando una serie
di servizi e sviluppando soprattutto quelli domiciliari.
Occorrono però maggiori risorse ed un Programma
nazionale sulla non autosufficienza.
39
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L'assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia

  • 1. 1 L’assistenza degli anziani non autosufficienti in Italia Franco Pesaresi Ancona 16 giugno 2006
  • 2. 2 Gli anziani non autosufficienti  Secondo l’Istat sono il 20,6% degli anziani: 2.040.928 in famiglia + 138.321 in presidi residenziali.  Almeno 8,9% in condizione di confinamento individuale (+ quelli in residenze)
  • 3. 3 Chi assiste l’anziano in Italia?/1  Il 72,3% delle famiglie con almeno una persona di 65 anni e più non riceve alcuna forma di aiuto da enti o da persone non conviventi.  La percentuale si riduce al 54,3% nelle famiglie con almeno una persona di 80 anni e più.  In questi casi intervengono solo i familiari conviventi.
  • 4. 4 Chi assiste l’anziano in Italia?/2 Il 27,7% delle famiglie con almeno una persona di 65 anni e più riceve qualche forma di aiuto (assistenziale) da enti o da persone non conviventi. Chi aiuta (assiste) gli anziani? 1. Aiuto informale 18,4% (31,4% 80enni+); 2. Aiuto privato 10,0% (18,4% 80enni+); 3. Aiuto pubblico 6,8% (13,4% 80enni+).
  • 5. 5 Chi assiste l’anziano in Italia?/3 Tipologia aiuti % Famiglie con almeno un 65enne % Famiglie con almeno un 80enne Solo aiuti informali 12,9 19,1 Aiuti informali e da privati 2,1 4,8 Solo aiuti privati 5,9 8,4 Solo aiuti dal comune e da istituzioni pubbliche 2,5 3,3 Aiuti informali, dal comune e da istituzioni pubbliche 2,4 5,0 Aiuti dal comune e privati 0,9 2,6 Tutti i tipi di aiuto 1,0 2,5
  • 6. 6 L’assistenza informale  Garantisce più dell’80% dell’assistenza erogata  In futuro diminuirà l’assistenza informale perché: – Aumenta il tasso di attività femminile – Diminuisce il rapporto donne 45-69anni/ultra- ottantenni – Cambia composizione e mobilità delle famiglie.
  • 7. 7 una politica per l’assistenza informale  La forma di assistenza più ampia, paradossalmente, non ha un sostegno adeguato nel panorama normativo nazionale ed anche regionale.  Eppure è interesse della collettività sostenerla.  Innanzitutto occorre avere una politica di sostegno dell’assistenza informale sia a livello nazionale che a livello locale.
  • 8. 8 L’indennità di accompagnamento  L’intervento pubblico più ampio è l’indennità di accompagnamento.  Raggiunge 756.452 anziani pari al 6,9% della popolazione anziana. % in crescita.  Umbria (10,7%) e Calabria (9,4%) ai livelli più alti. Molise (4,7%) e Lazio (5,8%) ai livelli più bassi.
  • 9. 9 Le badanti/1  715.000 famiglie con anziani ricevono un aiuto privato: soprattutto badanti (e in piccola parte agenzie private)  Nel 2003 sono state presentate 343.000 domande di regolarizzazione di collaboratori familiari stranieri. In gran parte si tratta di badanti.  In Italia si stimano 450.000-500.000 badanti considerando anche quelle irregolari. Alcune lavorano per più famiglie.
  • 10. 10 Le badanti/2  Le badanti hanno rivoluzionato il mercato dell’assistenza. Per esempio, dal 1999 riduzione posti letto nelle strutture residenziali e stabilizzazione numero ospiti nonostante cresca il numero degli anziani.  La badanti hanno posto problemi nuovi: qualità dell’assistenza, lavoro nero, gestione del mercato del lavoro.
  • 11. 11 Le badanti/ che fare?  Governare il fenomeno come alcune regioni hanno cominciato a fare.  Qualificare le badanti con corsi di formazione  Far incontrare la domanda e l’offerta  Sostenere le famiglie bisognose e l’emersione del lavoro nero con sostegni economici
  • 12. 12 Le Unità valutative/1  Per l’accesso alle più importanti prestazioni socio-sanitarie (ADI, RSA, ecc.) tutte le regioni hanno previsto le unità valutative multidimensionali, seppur con termini diversi (UVG, UVD, UVT, UVM, UVMD, UVI).  L’unità valutativa: – Effettua la valutazione multidimensionale; – Elabora i piani assistenziali individualizzati; – Stabilisce l’accesso alle prestazioni; – Individua il case manager (in alcune regioni).
  • 13. 13 Le Unità valutative/2  Per la valutazione le regioni utilizzano strumenti diversissimi. 14 regioni utilizzano 11 diversi strumenti multidimensionali. Le altre regioni utilizzano altri 18 strumenti monodimensionali.  Composizione minima: da 3 a 8 membri. Nucleo fondamentale sempre composto da medico, infermiere e assistente sociale. + consulenti.
  • 14. 14 L’ADI per gli anziani  Anziani trattati: 314.041, in costante aumento pari al 2,8% degli anziani.  Ore annue per caso: 23 (in diminuzione), di cui 15 erogate dagli infermieri e 4 dai terapisti.  Spesa pro capite: € 14  Criticità: integrazione con il SAD. Crescono risorse?
  • 15. 15 ADI per anziani Regione % anziani Spesa pro capite 1. Friuli-V.G. 7,8 1° - 56,1 2. Molise 6,8 10° - 12,6 3. E. Romagna 5,0 6° - 17,5 4. Veneto 4,4 3° - 22,8 5. Abruzzo 3,7 2° - 22,9 6. Lombardia 3,5 9° - 14,1 Italia 2,8 13,7
  • 16. 16 SAD assistenza domiciliare sociale Regione % anziani 1. Trento 4,7 2. Valle d’Aosta 4,2 3. Bolzano 3,8 4. Veneto 2,6 5. Molise 2,5 6. Friuli-V.G. 2,0 Italia 1,5
  • 17. 17 SAD criticità  Non adeguatamente diffuso in Italia  Servizio tutti i giorni e per più ore  Integrazione socio-sanitaria carente  Privilegiare cura della persona rispetto alla cura della casa
  • 18. 18 Assegni di cura e voucher Che cosa sono? caratteristiche Assegni di cura Assegni di servizio-voucher Che cosa sono Un contributo economico Titoli che attribuiscono il diritto a determinati servizi Sono forniti Dall’ente pubblico Dall’ente pubblico Il beneficiario li utilizza Per finanziare l’assistenza Per acquistare le prestazioni assistenziali da uno degli erogatori accreditati Chi è il beneficiario L’assistito o chi lo assiste informalmente L’assistito
  • 19. 19 Gli assegni di cura nelle regioni italiane caratteristiche Emilia Romagna Veneto Trento Lombardia Bolzano Chi riceve il contributo Caregiver Non autosufficie nti Familiari dei non autosufficienti Famiglie per Anziani non autosufficienti, disabili, minori Familiari dei non autosufficeinti Quantificazi one dell’ Assegno mensile Da 217 a 465 € Max 421 € 516 € per Alzheimer Da 630 a 1100 € Determinato dai comuni Da 413 a 620 € La valutazione Effettuata dalla UVG con progr. Assistenz. + reddito Assistente sociale e MMG + reddito Proposta MMG, valutazione di assistenti sociali e ASL + reddito Nessuna valutazione (età, reddito, fragilità) Effettuata da una commissione multidisciplinare (no reddito)
  • 20. 20 Assegni di cura: diffusione  Sono previsti nelle seguenti 12 regioni: Abruzzo, Calabria, E. Romagna, Friuli-VG, Lombardia, Piemonte, Sicilia, Toscana, Trentino AA, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto.  Diffusione tra gli anziani: Bolzano 4,3%, E. Romagna 0,9%, Veneto 0,8%, Umbria 0,4%, Toscana 0,3%.  Per l’accesso alla prestazione si tiene conto di limiti di reddito (ecluse VDA e TAA) e qualche volta dell’età (+ di 75 anni).  L’importo dell’assegno, in genere, è graduato in relazione al livello di non autosufficienza.
  • 21. 21 Assegni di cura : valutazioni – Ritenuti utili per contrastare la istituzionalizzazione; – Considerato un riconoscimento del quotidiano lavoro di assistenza della famiglia. – Può essere utilizzato per pagare personale “in nero” e senza garanzie sulla qualità dell’assistenza erogata.
  • 22. 22 I voucher nelle regioni italiane caratteristiche Lombardia Liguria Sicilia Finalità voucher Acquisto di prestazioni sociosanitarie domiciliari (medico, infermieristiche, riabilitative e tutelari) da soggetti accreditati. Nessun vincolo di reddito per i beneficiari. Erogato dalle ASL. Per l’acquisto di servizi di aiuto domestico e di assistenza tutelare presso operatori specializzati o persone di fiducia. I beneficiari pagano il 20-35-50% del valore del voucher. Per l’acquisto di prestazioni domiciliari erogate da caregiver professionali presso organismi ed enti non profit accreditati. Erogato dalla ASL. Valore del voucher Da 362 a 619 € al mese Da 780 a 5.170 € annui 444 (ridotto 50% con indennità accompagnamento) Anno di avvio 2002 2002 2005
  • 23. 23 Voucher: diffusione  Sono previsti nelle seguenti 5 regioni: Liguria, Lombardia, Sicilia, Valle d’Aosta, Veneto.  Diffusione tra gli anziani: scarsa.  Per l’accesso alla prestazione: essere anziano non autosufficiente o persona fragile (Lombardia)  L’importo dell’assegno, in genere, è graduato in relazione al livello di bisogno assistenziale (Lombardia, Liguria).
  • 24. 24 LA SITUAZIONE ITALIANA - Le esperienze esistenti hanno le seguenti caratteristiche: - principalmente per anziani non autosufficienti, - coinvolta una parte ridotta dell’utenza, - sperimentazioni o piccole esperienze di eccellenza, ad eccezione della Lombardia, - collocate in città importanti del centro-nord del paese. In alcune realtà italiane l’erogazione di voucher è finalizzato a garantire la qualità dell’assistenza privata a pagamento (assistenti familiari) e a supportare le famiglie.
  • 25. 25 Voucher: valutazioni  Hanno efficacia laddove esistono mercati sociali (laddove l’assistito può scegliere fra più erogatori) che oggi non sono sviluppati.  Richiedono l’accreditamento dei fornitori pubblici e privati.  Oggi incontra le resistenze del mercato e degli assistiti perché: – Il fornitore non conosce l’entità annuale della fornitura; – L’assistito è più vincolato rispetto all’assegno di cura.  In Europa è molto meno diffuso dell’assegno di cura. In Italia, stante la modesta diffusione è attesa comunque una crescita della sua presenza.
  • 26. 26 L’assistenza residenziale per anziani in Italia 1999 2000 2001 2002 2003 Posti letto 237.013 247.371 250.028 258.983 Ospiti anziani 222.548 216.126 225.228 222.970 227.315 % sugli anziani 2,15 2,04 2,12 2,09 2,04 Non autosufficienti 63,3 64,4% 66,1% 67,1% 68,7%
  • 27. 27 Caratteristiche degli utenti  Ultraottantenni (67%). Si riducono costantemente gli anziani con meno di 75 anni (14,5%).  Donne (76,7%).  Non autosufficienti (68,7%). Costantemente in aumento.
  • 28. 28 % posti letto delle strutture Tipologia % posti letto Tendenza Residenze sanitarie assistenziali 37 + Residenze/case protette 18 + Case di riposo 45 -
  • 29. 29 Posti letto di RSA per mille anziani (2003) Regione Posti letto RSA per mille anziani 1. Trento 43,7 2. Lombardia 24,7 3. Toscana 10,0 4. Veneto 5,5 5. Bolzano 5,5 6. Abruzzo 4,8 Italia 6,7
  • 30. 30 Posti letto di Residenze protette per mille anziani (2003) Regione Posti letto residenze protette per mille anziani 1. Valle d’Aosta 22,6 2. Veneto 20,5 3. Liguria 19,9 4. Emilia Romagna 13,2 5. Friuli-Venezia G. 8,3 6. Sardegna 7,4 Italia 4,1
  • 31. 31 Posti letto di RSA + Residenze protette per mille anziani (2003) Regione Posti letto RSA+RP per mille anziani 1. Trento 43,7 2. Veneto 26,0 3. Valle d’Aosta 25,0 4. Lombardia 24,7 5. Liguria 23,7 6. E. Romagna 15,1 Italia 10,8
  • 32. 32 Case di riposo  Struttura residenziale a prevalente accoglienza alberghiera destinata ad accogliere anziani autosufficienti.  Bisognerebbe disincentivare (o sospendere) la realizzazione di case di riposo. Gli anziani autosufficienti meritano strutture più adatte e qualificate.  Bisognerebbe puntare sugli alloggi protetti (qualcuno le chiama case albergo). Si tratta di spazi abitativi individuali o familiari che forniscono servizi collettivi solo a chi li chiede. Siamo nel campo di forme particolari di abitazione. Evitare la regolamentazione assistenziale che ne disincentiva la realizzazione.
  • 33. 33 Spesa sanitaria pro capite per assistenza residenziale per anziani non autosufficienti Regione Euro (2002) 1. Trento 159,7 2. Bolzano 85,6 3. Lombardia 72,7 4. Veneto 64,0 5. Emilia Romagna 61,0 6. Friuli-V.G 44,7 Italia 35,9
  • 34. 34 Costo medio di un posto letto – 2001 Italia Tipologia di presidio Costo medio mensile Costo medio annuo Residenza assistenziale 1.123 13.479 Residenza sociosanitaria 1.870 22.440 RSA 2.314 27.769
  • 35. 35 Chi paga per l’assistenza residenziale? - 2001 Tipologia di presidio Famiglie ASL Comune altri Residenza assistenziale 78,3% 5,5% 8,7% 7,6% Residenza socio sanitaria 61,9% 24,7% 8,2% 5,1% RSA 46,4% 41,2% 5,2% 7,2%
  • 36. 36 Tendenze dell’assistenza residenziale per anziani  Qualificazione attraverso l’accreditamento (standard per autorizzazione: Marche, Lazio, Trento, Veneto , - RP Calabria e Umbria – accreditamento: Veneto (sosp.))  Potenziamento residenze socio-sanitarie soprattutto attraverso uno straordinario processo di riconversione delle case di riposo in residenze protette.  Oggi 140.000 letti residenziali socio-sanitari (RSA+RP): se ne aggiungeranno almeno altri 60.000.
  • 37. 37 Fondi regionali per la non autosufficienza Regione Fondi erogati a: Per prestazioni: Abruzzo Distretti socio- sanitari Sociali e socio-sanitarie E. Romagna ASL Previste nei piani di zona Friuli-V.G Enti gestori del Servizio sociale dei comuni Soprattutto domiciliari Lazio Comuni capofila Sociali e socio-sanitarie Liguria ASL e comitati dei sindaci Socio-sanitarie (all. 1C LEA) Trento, Bolzano, Veneto, Toscana: proposte da approvare
  • 38. 38 Conclusioni  Italia spende molto poco rispetto all’Europa dei 15 per le politiche assistenziali e per le politiche locali per la non autosufficienza.  L’offerta di servizi è bassa rispetto all’Europa e fortemente ineguale fra le regioni.  Nella passata legislatura le politiche nazionali hanno abbandonato il settore. Mancata definizione dei LEPS. Taglio del Fondo nazionale politiche sociali, ecc.  Comuni e regioni, in particolare del centro e del nord, hanno cercato di sopperire alle carenze centrali attivando una serie di servizi e sviluppando soprattutto quelli domiciliari. Occorrono però maggiori risorse ed un Programma nazionale sulla non autosufficienza.