5. La Cattedrale di San Lorenzo a Perugia
I lavori per la costruzione della Cattedrale intitolata a San
Lorenzo, uno dei Santi patroni della città, iniziarono nel
1345 e si conclusero nel 1490. Sia la fiancata laterale che la
facciata principale, però, sono rimaste incomplete. La
fiancata laterale si affaccia sulla Fontana Maggiore, e una
trama geometrica di rombi di marmo rosa e bianco ne
decora solo il lato inferiore. La facciata principale, invece, si
affaccia su Piazza Danti ed è caratterizzata da un portale
barocco del 1729. L'interno, di impronta
tardogotica, presenta tre navate di uguale altezza, divise
da possenti pilastri. Le decorazioni furono completate nel
XVIII secolo e, tra queste, spiccano La Deposizione di
Federico Barocci, la vetrata policroma del XVI secolo di
Arrigo Fiammingo e il Monumento Funebre in onore del
vescovo Andrea Baglioni realizzato da Urbano da Cortona.
Nel chiostro della Cattedrale potrete visitare il Museo
Capitolare, sede di importanti opere d'arte.
6. La Galleria Nazionale dell'Umbria a
Perugia
Lungo Corso Vannucci, agli ultimi piani del Palazzo dei Priori ha
sede, dal 1878, la Galleria Nazionale dell'Umbria. La Galleria
ospita uno dei patrimoni artistici più completi e ricchi di tutta
la regione. Le opere coprono un periodo che va dal XIII al XIX
secolo e sono organizzate secondo un esaustivo percorso
cronologico: al terzo piano sono raccolte le opere che vanno dal
XIII al XV secolo; mentre al secondo piano quelle dal XVI al XIX
secolo. A differenza degli altri grandi musei italiani e stranieri,
nella Galleria Nazionale dell'Umbria i capolavori sono raccolti in
uno spazio piccolo, quindi si susseguono senza sosta. Si
ammirano in un solo sguardo le madonne e i politici della pittura
fiorentina e senese del 1400, accanto ai capolavori del
Rinascimento, i pezzi unici dell'oreficeria umbra. Fra tutti,
spiccano capolavori di Duccio di Buoninsegna, Piero della
Francesca, Beato Angelico, Pinturicchio e Perugino In più,
raccolte monografiche dedicate all'oreficeria, alla grafica antica,
alla topografia e ai tessuti umbri arricchiscono la raccolta.
7. Rocca Paolina a Perugia
Decantata in una celebre poesia di Giosue Carducci, la Rocca
Paolina è un'antica fortezza voluta dal Papa Paolo III e realizzata
da Antonio da Sangallo il Giovane. L'intento del Papa, in cui era
ancora vivo il ricordo del Sacco di Roma, era quello di rendere la
città sicura e di creare, così, un rifugio efficiente come lo era stato
Castel Sant'Angelo. La sua costruzione rese necessaria la
distruzione di più di cento case ma anche di monasteri e chiese,
soprattutto di proprietà della famiglia Baglioni, odiatissima dal
Papa. La Rocca è stata simbolo dell'autorità papale fino al
1860, anno in cui venne abbattuta in seguito all'annessione al
Regno d'Italia. Di quell'antica costruzione sono visibili un tratto
delle mura di sostegno ed il bastione che incorpora Porta Marzia.
La parte più suggestiva di quel che resta della Rocca Paolina sono
i sotterranei, in particolare le scale mobili che dal parcheggio di
Piazza Partigiani attraversano la Rocca sotto il porticato laterale
del Palazzo del Governo (1870, sede della Provincia) e arrivano in
Piazza Italia.
8. L'Oratorio di San Bernardino a
Perugia
L'Oratorio fu voluto dai frati Francescani in onore di San
Bernardino da Siena, la cui predicazione aveva infiammato i
perugini in diverse occasioni. La splendida facciata policroma è
opera di Agostino di Duccio che, utilizzando materiali differenti,
riuscì a creare una vera e propria sinfonia di colori che esplode in
un affascinante gioco di riflessi. In un fine ricamo di pietre e
marmi, Agostino di Duccio era riuscito a glorificare Bernardino e
a narrare i suoi miracoli. L'opera di Agostino è il più insigne
monumento rinascimentale di Perugia. Un doppio portale
immette il visitatore nell'interno dall'impianto gotico, il cui altare
è costituito da un sarcofago paleocristiano del IV secolo che
raccoglie le spoglie del beato Egidio, compagno di San
Francesco. Dietro l'altare, un altro portale introduce nell'Oratorio
di Sant'Andrea con un soffitto a cassettoni e dipinti del XVIII e XIX
secolo.
9. Piazza IV Novembre
E’ considerata una delle più belle piazze d’Italia ed è il centro monumentale della
città di Perugia. Attorniata da eleganti ed interessanti edifici, vede sorgere nel
mezzo la meravigliosa Fontana Maggiore , realizzata nella seconda metà del
‘200 da Nicola e Giovanni Pisano e Fra’ Bevignate da Perugia. Sulla Piazza, alta su
una gradinata, sorge la fiancata delle trecentesca Cattedrale di San Lorenzo , con
la bella decorazione in marmi rosati. L’interno è assai interessante ed offre
pregevoli opere d’arte. Sulla parte opposta della piazza, di fronte alla Cattedrale,
sorge lo stupendo Palazzo dei Priori che allunga il suo fianco curvilineo su Corso
Vannucci . Esso rappresenta uno degli esempi più raffinati ed interessanti
dell’architettura gotica. Venne in parte realizzato alla fine del XII secolo, in parte
all’inizio del XIII. La facciata è caratterizzata da una grande scalinata che dà
accesso alla Sala dei Notari . In alto, poggianti su delle mensole, i simboli
di Perugia: il grifo ed il leone. La Galleria Nazionale dell’Umbria , che occupa
parte dell’interno del Palazzo dei Priori, costituisce la più importante e ricca
raccolta di pittura umbra. Al pianterreno del Palazzo dei Priori si trovano poi la
Sala del Collegio della Mercanzia e quella del Collegio del Cambio . La prima,
completamente rivestita in legno, era adibita alle riunioni dei Consoli della
Mercanzia; la seconda alle riunioni dei Cambiatori, ossia dei banchieri che
praticavano il cambio delle monete. Parallelamente a Piazza IV Novembre ed
a Corso Vannucci si apre Piazza Matteotti.
10. Fontana Maggiore
La Fontana Maggiore, uno dei principali monumenti di Perugia, è situata al
centro di Piazza IV Novembre (già Piazza Grande) e riceve da più di 800 anni
l'acqua dal monte Pacciano.
Fu progettata tra il 1275 ed il 1278 da Nicola Pisano (con la collaborazione
di frà Bevignate da Cingoli per la parte architettonica e di Boninsegna
Veneziano per la parte idraulica) e venne eretta per celebrare l'arrivo
dell'acqua nell'acropoli della città grazie al nuovo acquedotto, che
convogliava nel centro di Perugia le acque provenienti dal monte Pacciano,
situato a pochi km dalla città.
La Fontana venne danneggiata dal terremoto del 1348, con conseguente
ricostruzione arbitraria dell'ordine dei pannelli; è stata sottoposta a restauro
una prima volta nel 1948-49 e poi ancora nel 1995-99.
La fontana, predisposta in bottega e poi montata al centro della piazza, fu
realizzata in pietra di Assisi. È costituita da due vasche marmoree poligonali
concentriche sormontate da una tazza bronzea ornata da un gruppo
bronzeo di Ninfe dal quale sgorga l'acqua.
La fontana ha la decorazione incentrata in 50 bassorilievi e 24 statue con cui
Nicola Pisano e il giovane figlio Giovanni ornarono le due vasche poligonali
concentriche.
Nella vasca inferiore sono rappresentati i Mesi dell'anno con i segni zodiacali
e le scene della tradizione agraria e della cultura feudale, le Arti liberali e
personaggi della Bibbia e della storia di Roma.
14. Il Teatro Romano (I sec. a.C.), eloquente testimonianza della Spoleto romana, è stato
riportato alla luce tra il 1954 e il 1960. Fu individuato nel 1891 da Giuseppe Sordini
attraverso un disegno cinquecentesco che lo collocava nell'area del convento di
Sant'Agata. Oggi è inserito nel complesso che ospita il Museo Archeologico Statale ed è
ancora utilizzato per spettacoli e rappresentazioni varie. L'accesso si trova lungo via
Sant'Agata ma la vista d'insieme si coglie fin dall'esterno.
15. Casa Romana
In via Visiale, tra via del Municipio
e via Saffi, sorge la Casa Romana,
posta su un terrazzamento
immediatamente superiore a
quello del foro. Scoperta da
Giuseppe Sordini nel 1885 e
scavata tra la fine dell'Ottocento
e il 1914, appartenne ad un
personaggio economicamente e
socialmente rilevante nella
Spoleto del I sec. d.C., forse a
Vespasia Polla, madre
dell'imperatore Vespasiano.Si
tratta, in ogni caso, di una
pregevole abitazione signorile il
cui schema architettonico riflette
quello classico delle abitazioni
patrizie romane. Sono infatti
presenti l'atrio, dotato di un
bacino di raccolta delle acque
piovane (impluvium), il tablinum,
il triclinium, il peristilium, nonché
cubicula e alae. Tutti gli ambienti
sono pavimentati a mosaico; in
qualche punto sono visibili tracce
di affreschi. Sopra l'area della
casa, si erge il Palazzo del
Comune.
16. La Rocca sorge sulla sommità del Colle
Sant'Elia, in posizione strategica e Rocca Albornoziana
dominante tutta la vallata. Fu edificata
a partire dal 1359, nell'imminenza del e Ponte delle Torri
rientro definitivo della sede papale da
Avignone a Roma, nell'ambito della
realizzazione, affidata al cardinale
Egidio Albornoz, del sistema difensivo
finalizzato a riportare l'autorità papale
nei territori della Chiesa dopo la
cattività avignonese. Il monumento è un
complesso fortificato dall'allungata
forma rettangolare, scandito da sei torri
e con due ampi cortili interni; fu
concepito per svolgere anche funzione
di rappresentanza e residenziale per i
rettori del Ducato, i governatori della
città e i legati pontifici. La Rocca perse,
poi, progressivamente la funzione
residenziale e nel 1816 fu trasformata in
penitenziario, uso che assolverà fino al
1982. In quell'anno furono avviati gli
imponenti lavori di recupero e restauro
(ad oggi ancora non del tutto ultimati)
che hanno restituito agli ambienti
l'immagine originaria, pur con le
inevitabili perdite evidenti, soprattutto,
nelle lacune delle decorazioni
pittoriche.
17. Ponte delle Torri
Eretto alla fine del
Trecento,
probabilmente sui
resti di una
precedente struttura
romana, Il Ponte, tra
le più grandi
costruzioni in
muratura dell'età
antica (alto ben 80
metri e lungo circa
280) aveva funzioni
di acquedotto, era
cioè destinato a
portare in città
l'acqua del monte.
18. Fortilizio dei Molini - Secoli XIII-
XIV
FU EDIFICATO PER
VIGILARE IL PONTE
E AL SUO INTERNO
ESISTEVANO
SERBATOI D'ACQUA
CHE ALIMENTAVANO
UN MULINO
COMUNALE ATTIVO
FINO AL XIX
SECOLO.
20. Lungo via Saffi, su cui affaccia il prospetto
settentrionale del palazzo Comunale, si apre la
superba vista della Cattedrale: ricostruita alla fine del
XII sec., sostituì l'antico edificio di S. Maria del
Vescovato, dell'VIII – IX sec., eretto sull'area di un
primitivo tempio cristiano dedicato al martire
Primiano. Sulla facciata, impreziosita dal mosaico di
Solsterno, si aprono le arcate del portico fatto
realizzare nel 1491 da Ambrogio Barocci, celebre
maestro che aveva lavorato nella splendida residenza
ducale di Urbino al fianco di Francesco di Giorgio
Martini. L'utilizzo di materiali cromaticamente
contrastanti – le pietre bianca e rosata dei monti
intorno Spoleto – fa cogliere a pieno l'effetto
chiaroscurale e la minuzia decorativa dei rilievi eseguiti
da maestranze lombarde esperte in questo tipo di arte,
come testimoniato dai documenti conservati negli
archivi.
22. CHIESA DI SAN
GREGORIO
MAGGIORE E
PONTE
SANGUINARIO
NELL'ANIMATA PIAZZA GARIBALDI,
SUL LATO OPPOSTO AL MONUMENTO
DEDICATO ALL'EROE DEI DUE MONDI,
SI TROVA LA CHIESA DI S. GREGORIO
MAGGIORE. L'EDIFICIO FU ERETTO
TRA LA FINE DELL'XI E IL XII SEC.
SUL LUOGO DI UNA PRIMITIVA CHIESA
CON ANNESSA AREA CIMITERIALE, DI
CUI RIMANE TRACCIA IN ALCUNI
ELEMENTI COME I CAPITELLI DELLA
CRIPTA.
24. Dedicata in origine ai martiri spoletini Concordio e Senzia, la chiesa fa parte di una serie di
basiliche paleocristiane sorte intorno a Spoleto nei primi secoli dell'epoca cristiana. L'attuale
dedicazione testimonia l'importante ruolo assunto dalla basilica durante la dominazione longobarda,
vista la particolare devozione di questo popolo al Salvatore.
25. Fontana del Mascherone -
Secoli XVII-XVIII
LA FONTANA È UNA DELLE PIÙ
CARATTERISTICHE DELLA CITTÀ
ED È CHIAMATA DAGLI SPOLETINI
SEMPLICEMENTE "IL
MASCHERONE", PER VIA DELLA
IMPONENTE MASCHERA UMANA
CORONATA DI ALLORO DALLA CUI
BOCCA FUORIESCE IL FORTE
GETTO D'ACQUA. UN'ISCRIZIONE
INFORMA DI UN RESTAURO
EFFETTUATO NEL 1736
ALL'EDICOLA CHE INCORNICIA LA
VASCA E LA MASCHERA, LE QUALI
SONO INVECE SEICENTESCHE.
SULLA DESTRA È UN'ALTRA
PICCOLA FONTANELLA CHE RECA
L'ISCRIZIONE BIBE VIATOR, UN
INVITO A DISSETARSI ALLE SUE
FRESCHISSIME ACQUE RIVOLTO AL
VIAGGIATORE.
27. Il Teatro Romano di Gubbio si trova
alla periferia della città, presso le
antiche terme. Fu costruito
IL TEATRO ROMANO nell'ultimo periodo della Roma
repubblicana, quindi a metà del
primo secolo a.C.
Era uno dei maggiori teatri
dell’impero romano. Col suo
diametro di 70 metri, la parte
riservata al pubblico, cioè la
"cavea", poteva ospitare più di
seimila spettatori. La "cavea"
originaria era molto più alta
dell'attuale, ma praticamente nulla
resta della parte superiore.
Il Teatro fu gravemente
danneggiato nell’VIII secolo,
durante l'occupazione longobarda.
Nell'alto Medioevo, quando il
teatro fu considerato una cava da
cui trarre le pietre per ricostruire la
città dopo le distruzioni
barbariche, D’estate, vengono
rappresentate grandi opere
classiche.
28. La basilica
di
Sant’Ubaldo
La Basilica di Sant’Ubaldo sorge sulle pendici del Monte
Ingino.Essa risale al XII secolo e fu restaurata nel Cinquecento dai
Canonici Regolari Lateranensi: fu anche costruito l’annesso
convento. Verso la fine del Settecento fu affidato ai Padri
Passionisti e, nel 1816, ai Frati Minori.Rappresenta il cuore
religioso, storico e folcloristico della città. La Basilica conserva i
ceri con cui si corre – il 15 maggio di ogni anno – la famosa "Corsa
dei Ceri".Una manifestazione cittadina, folcloristica e religiosa
insieme, si svolge in onore del santo patrono e si conclude alla
Basilica stessa. L’esterno della Basilica è semplice e allo stesso
tempo suggestivo, privo di particolari ornamenti, sulle pareti
s’intravedono ancora frammenti di affreschi cinquecenteschi, e
da uno stupendo portale finemente scolpito. L'interno è diviso in
5 navate.
29. Il palazzo dei
Consoli edificio di Gubbio è senza
Il più importante
dubbio lo storico Palazzo dei Consoli.
Il Palazzo prospetta su Piazza Grande, è fra i
meglio conservati in Italia ed è stato
considerato l’unico che possa competere con
il palazzo della Signoria di Firenze.
Un’iscrizione indica che la i lavori iniziarono
nel 1332. L’opera terminò nel 1346 e fu
subito la residenza della suprema
Magistratura cittadina. Architetto fu quasi
certamente l'eugubino Matteo di
Giovannello, detto Gattapone. L'edificio ha
la forma di un parallelepipedo. Tutta la mole
è sorretta da grandi e robuste arcate e da
volte. Le mura sono di pietra calcare,
bruna.La facciata volge ad oriente ed è
aperta dal portale, che si trova alla sommità
di una scalinata, e da una serie di finestre
nella parte più alta. Il palazzo è terminato in
alto da un ballatoio scoperto. Sull'angolo
sinistro della facciata s'innalza la torre della
campana. Il primo piano è occupato dal
grande salone che serviva alle adunanze
popolari. Un’arditissima scala conduce alle
sale superiori. Dai primi anni del Novecento,
il Palazzo dei Consoli ospita il Museo Civico e
la Pinacoteca Comunale.
30. La Chiesa di San
Francesco
Si trova in Piazza Quaranta
Martiri, dove – nel Medioevo –
sorgeva la residenza degli
Spadalonga; la famiglia che
accolse amichevolmente ed
ospitò Francesco d’Assisi,
quando il Poverello lasciò la casa
paterna. L’edificio fu costruito
nella seconda metà del
Duecento. La facciata è rivolta a
nord-est, secondo i canoni
francescani; essa presenta un
bel portale e un piccolo
campanile a pianta
ottagonale: è l’unica in città ad
avere una navata centrale e due
31. Assisi: patria di Francesco
Francesco nacque ad Assisi tra il 1181 o
1182 e morì nel 1226. Figlio di Pietro di
Bernardone, un ricco mercante di stoffe,
in gioventù condusse una vita
spensierata e mondana e fu istruito in
latino e in francese. Partecipò alla guerra
tra Assisi e Perugia, fu fatto prigioniero
durante la battaglia di Collestrada e
tenuto prigioniero per più di un anno.
Tornato ad Assisi, nel 1207 dopo un
periodo di meditazione avviene lo
strappo con il padre, che lo aveva
accusato davanti al vescovo, di dissipare i
propri averi, regalandoli ai poveri e di
vestire di soli stracci, ridicolizzando la
famiglia.
In quella occasione, Francesco si spogliò
degli abiti che indossava affermando che
da allora non avrebbe più invocato il
padre Pietro ma "il Padre Nostro che è
nei cieli".
32. Gubbio: sua Ricoperto di un misero camiciotto sul
quale tracciò con il gesso una grande
seconda patria Croce. Francesco parte da Assisi e si
rifugia a Gubbio dove abita la famiglia
degli Spadalonga. Con uno dei figli di
Bernardo Spadalonga, Francesco era
diventato amico durante la prigionia a
Perugia, dopo la sconfitta di Collestrada.
Sulla strada per Gubbio lungo il percorso
oggi chiamato: "Sentiero Francescano
della Pace", nei pressi di Caprignone
incontra dei briganti che lo picchiano e lo
gettano in una fossa piena di neve. Stanco
ed affamato Francesco si ferma
all'abbazia di S.Verecondo (oggi abbazia
di Vallingegno) dove si trattiene alcuni
giorni costretto dal maltempo. Poi
prosegue per Gubbio, dove viene accolto
dalla famiglia Spadalonga e a Gubbio vi
rimane per qualche mese. Durante il
soggiorno a Gubbio S. Francesco compì
alcuni miracoli tra cui la guarigione di una
donna con le mani rattrappite. Gubbio
sarà spesso tappa, nei suoi viaggi. La
prima dimora a Gubbio di Francesco e dei
suoi frati fu S. Maria della Vittoria (detta
Chiesa della Vittorina perché in quel
luogo gli Eugubini avevano ottenuto la
vittoria nell'853 contro i Saraceni
33. Durante uno dei suoi viaggi a Gubbio
giunse a S. Francesco notizia di un L'incontro
lupo che terrorizzava gli abitanti e si
spingeva fino alle vicinanze delle con il lupo
abitazioni.
S. Francesco incontra il lupo e lo
ammansì. L'episodio è raccontato nei
"Fioretti".
All' addomesticamento del lupo
sono stati attribuiti diversi significati:
c'è chi sostiene che il lupo simboleggi
il peccato, l'avidità e la ferocia, altri
una meretrice, altri ancora un
indemoniato.
Ma la maggior parte della gente di
tutto il mondo ritiene che si tratti di
un vero e proprio lupo. Molte prove
hanno come fulcro la chiesetta di S.
Francesco della pace (oggi detta "dei
muratori" ) costruita nel luogo della
grotta dove, secondo la tradizione,
per due anni visse e morì il lupo.
35. Montefalco, posto in una
posizione dominante sulle
valli del Topino e del
Clitunno, offre la vista di un
ampio panorama delle terre
umbre. La città di
Montefalco domina dal suo
colle la pianura che si stende
da Spoleto fino a Perugia. Da
tale posizione panoramica
deriva anche il nome di
ringhiera dell'Umbria. E' il
luogo ideale da cui partire
per visitare l'Umbria, perchè
è ben collegata a tutti i
principali centri come
Foligno e Spoleto, entrambi
raggiungibili in un quarto
d'ora di viaggio.
36. CASTELLO DI
MONTEFALCO
L'antico Falisco assunse l'aspetto di un "castrum
romano", razionalmente impostato, di cui si
possono riconoscere il cardo e il decumano
massimo. Dopo la caduta dell'impero, Coccorone
divenne l'instabile confine tra Longobardi e
Bizantini. Poco dopo il Mille, il castello fu circondato
da mura. Nel 1240 ospitò Federico II ed il figlio: per
l'occasione fu eretta la porta ad arco ogivale, sopra
la quale campeggiano la croce e l'aquila imperiale, e
il nome del podestà, Lopardo. Nel 1324, fu costruita
la seconda e più ampia cerchia di mura,
intramezzata da torrioni, bastioni e spalti che
dettero al castello l'aspetto di una fortezza
inespugnabile. Della rocca rimangono vestigia
significative con buona parte della cinta muraria,
prima merlata guelfa poi ghibellina, con quattro
porte: Camiano, Della Rocca, Il Verziere e Federico II
e una torre angolare quadrata. Delle porte, il
Verziere rimane la più imponente, sormontata da
beccatelli e merli ghibellini. Dell'antica struttura
medievale restano all'interno notevoli reperti: le vie
caratteristiche, il palazzo del Popolo eretto nel
1270,(e oggi sede municipale) ed alcune abitazioni
trecentesche. L'importanza strategica e difensiva
del castello fu sempre notevole, come pure la sua
posizione che nel 1568 meritò l'appellativo di
"Ringhiera dell'Umbria".
37. Piazza del
Comune
Già chiamata Campo del Certame e più tardi Piazza
dei Cavalieri è un grande invaso quasi circolare al
centro dell‘abitato e contemporaneamente al punto
più alto, sul quale convergono le principali direttrici
provenienti dalle quattro porte, circondato dai
palazzi delle famiglie nobili e dominato dal Palazzo
Comunale. Nel 1270 l‘edificio venne ricostruito e poi
rimaneggiato e ampliato più volte: evidente è il
loggiato quattrocentesco e la torre comunale dalla
quale si gode di una vista superba. Le mura cittadine,
stupendamente conservate presentano quattro
porte d'ingresso. Della costruzione duecentesca
rimane solo una bifora sul lato destro. Il portico
venne aggiunto nel XV sec., la torre e il timpano con
orologio solo nel XIX secolo. Nella antica Sala del
Consiglio, ora sala di lettura della Biblioteca, vi è un
affresco della Madonna in Maestà, attribuibile al
pittore folignate Giovanni di Corraduccio (XV sec.).
38. CHIESA DI S. LUCIA, UNA CHIESETTA ROMANICA DEL XII SEC., DOCUMENTATA
GIÀ NEL 1220, FONDATA DAI BENEDETTINI DELL‘ABBAZIA DI S. STEFANO DI
MANCIANO DI TREVI E SUCCESSIVAMENTE DIPENDENTE DAL PRIORATO
BENEDETTINO DI S. MARIA DI TURRITA, INSIEME A QUEST‘ULTIMA NEL 1295
PASSÒ IN PROPRIETÀ AL CAPITOLO DEL DUOMO DI SPOLETO, CHE LA LASCIÒ
ABBANDONTA. NEL 1793 IL COMUNE DI MONTEFALCO TENTÒ DI OPPORSI ALLA
DEMOLIZIONE DELLA PARTE POSTERIORE PERICOLANTE E DA ALLORA È RIDOTTA
ALLA SOLA PARTE ANTERIORE. LE SUE ANTICHE DECORAZIONI PITTORICHE
ANDARONO DISTRUTTE A CAUSA DEL CROLLO DEL TETTO; NEL 1926 E NEL 1977
FU RESTAURATA.
39. EX CHIESA DI S. FRANCESCO. ESSA RAPPRESENTA UNO DEI SACRARI
DELL'ARTE ITALIANA, UN PUNTO DI RIFERIMENTO INSOSTITUIBILE
PER LO STUDIO DELLA PITTURA UMBRA, PRESENTE IN TRE SECOLI DI
EVOLUZIONE E NEI SUOI MONUMENTI MIGLIORI E PIÙ
SIGNIFICATIVI. LA CHIESA FU COSTRUITA DAI FRATI MINORI FRA
IL 1335 E 1338. IL PORTALE RISALE AL 1555, MENTRE LA BIFORA
SOPRA A ESSO FU AGGIUNTA SOLO NEL 1876, INSIEME AL
RIFACIMENTO DELLA FACCIATA. ALL'INTERNO È ANCORA
STUPENDAMENTE CUSTODITA L'ABSIDE CENTRALE AFFRESCATA DA
BENOZZO GOZZOLI NEL 1452 E NARRANTE LA STORIA DELLA VITA DI
SAN FRANCESCO.