2. La redazione: Nabila Bouchareb cl 1
Sofia Butturini cl 1^
Emma Delfaccio cl 1
Matteo Dusi cl 1^
Nadia Essoudoussi cl 1^
Matilde Ghidinelli cl 1^
Sofia Losavio cl 1^
Fabio Zambelli cl 1^
Beatrice Bettinelli cl. 2^
Lorenzo Bonomi cl. 2^
Sara Bonomi cl. 2^
Maddalena Dusi cl. 2^
Pietro Dusi cl. 2^
Sofia Bonomi cl. 3^
Dounia Haiat cl. 3^
Katie Turri Zanoni cl. 3^
Priscilla Vaccariello cl. 3^
Aicha Aziz Elidrissi cl. 4^
Gianluca Bonomi cl. 4^
Gabriele Dusina cl. 4^
Omar El Aid cl. 4^
Aya Essoundoussi cl. 4^
Veronica Ferremi cl. 4^
Nassima Haiat cl. 4^
Asmaa Laklaa cl. 4^
Vittorio Tabadorini cl. 4^
Bagozzi Andrea cl. 5^
Ouisal Bouchareb cl. 5^
Veronica Dusi cl. 5^
Giulia Ghidinelli cl. 5^
Simone Losavio cl. 5^
Davide Pialorsi cl. 5^
Zakaria Sadri cl. 5^
Aurora Zecchini cl. 5^
Caporedattori:ins. Filina D’Ettorre
ins. Paola Dusi
ins. Chiara Pancari
Ins. Daniela Ramazzini
Ins. Alba Scattorelli
SOMMARIO
L’intervista
Dopo l’intervista con la sig.ra Marinella
I miei sogni se io fossi…
Concetto di disabilità
La disabilità nella storia
La convenzione ONU
Bambini disabili
La casa domotica
3. Lo sport
Altri personaggi famosi dei nostri giorni
I film
Bibliografia: le ricerche sono state effettuate utilizzando le pagine di siti internet
4. L’INTERVISTA
Il giorno giovedì 21 novembre abbiamo
incontrato la signora Marinella Albertini,
all’oratorio di Ono Degno, chiedendole di
raccontarci la sua storia. Ci ha detto che la sua
malattia è iniziata quando lei aveva 7 anni; a
12 anni ha iniziato ad usare la carrozzina: era
piccola, non camminava bene e aveva paura
di cadere. Soffre di distrofia muscolare da 39
anni, ma ha sempre fatto tutto quello che
facevano anche gli altri, non ha avuto
problemi. Ha viaggiato molto, è andata a
Lourdes, in Francia, in Puglia, in Calabria, ad
Assisi, a Venezia, a Verona e a Milano.
Si sentiva molto diversa dalla gente, ma non era canzonata, era aiutata da tutti. Non le sembrava una
disgrazia, ma quasi un bene, perché ha potuto incontrare molte persone. Abita con la sua famiglia
che l’aiuta e la sostiene. La sua famiglia è composta da Pietro, il marito, e Letizia, la figlia. È
abbastanza normale avere dei figli, per completare la famiglia, così lei ha voluto una figlia,
nonostante la malattia. Tiene corsi di pittura per ragazzi e i suoi familiari sono molto orgogliosi di
lei. Usa un computer a sistema vocale con cui può chiamare e viaggiare su internet. Possiede una
macchina per respirare che le porta l’aria, è molto importante. Quando aveva 13 anni copiava i volti
dei fumetti. Dopo la terza media ha fatto un corso di ceramica, ha conseguito un diploma
professionale. A 11 anni ha subito un intervento al tallone che le ha permesso di camminare ancora
per un po’. Non ci sono cure alle malattie genetiche e la sua lo è. Per dipingere si avvicina al tavolo,
fatto a misura: mani sul tavolo, destra in
avanti, schiena in avanti, pennello in mano e
una scatolina sotto la mano stessa. Vicino al
letto ha una macchina per respirare durante il
sonno, che è rumorosa. Marinella può stare
senza respirare per pochi minuti, così da poter
passare dalla carrozzina al letto. La sua casa è
senza gradini, ha spazi grandi, porte grandi e
una doccia larga. La sua macchina è attrezzata,
si alza e si abbassa così da poter far salire e
scendere la carrozzina mentre lei, per
sicurezza, è legata con cinture.
Intervista alla signora Marinella Albertini del giorno giovedì 21 novembre.
Da quando aveva 7 anni la signora Marinella si è accorta che aveva una malattia genetica, cioè
scritta nel D.N.A., e non si rendeva conto che le stava crescendo, si sentiva diversa .Marinella è
stata aiutata da molte persone che si fidavano l’ uno dell’altro. A circa 18 anni si è resa conto di che
malattia si trattasse. La passione per la pittura è cominciata quando aveva 13-14 anni. Nonostante
la malattia ha voluto una figlia con una famiglia normale. I propri genitori a scuola la portavano
fino a Darzo in una scuola di pittura sulla ceramica dove ha preso un diploma. Sua mamma l’ha
sempre spinta a fare delle cose straordinarie, non si vergognava di avere una figlia con questa
malattia.
5. Lei ha bisogno di una macchina per respirare. Dopo la
terza media ha dovuto frequentare una scuola per persone
con disabilità. Lì ha imparato a dipingere sulla ceramica.
Nei primi anni delle superiori ha cominciato a fare
fisioterapia. La sua casa non ha gradini ed è stata
costruita su misura quando si è sposata. Per viaggiare usa
una macchina che, quando scende e sale la carrozzina, si
abbassa. Marinella ha chiamato sua figlia Letizia perché il
nome dato significa gioia. ha viaggiato molto in
compagnia, anche se non è in grado di muoversi.
L'incontro con la signora ci ha fatto capire che, anche se
si è disabili, si può vivere normalmente e sentirsi come
gli altri.
Matilde: la signora Marinella si aggrappa, da piccola, a 7 anni, per reggersi in piedi.
Fabio: la signora Marinella va a scuola, a 7 anni, e fa già fatica.
6. Così è iniziato il nostro viaggio nel mondo della disabilità: un incontro con la signora Marinella
Albertini, zia della nostra Giulia.
Già l’anno scorso ci era balenata l’idea di un e-book sulla questo argomento, prima di tutto perché
ci sentiamo vicini a Giulia e a sua zia e poi perché abbiamo avuto modo di vivere un’esperienza da
non-vedenti alla mostra “dialogo nel buio” a Milano. In quell’occasione i più grandi di noi hanno
potuto rendersi conto che anche i ciechi possono vivere una vita normale, autonoma, sviluppando
molto più di noi le capacità sensoriali di udito, olfatto, odorato e tatto. La vera storia di Mirco
Mencacci, raccontata nel film “Rosso come il cielo”, ci ha fatto davvero capire che “Non occorre
vedere per guardare lontano”
Queste sono le impressioni dei bambini di classe 2a
dopo l’intervista con la signora Marinella.
Dopo l’incontro con la sig.ra Marinella
Mi ha colpito il respiratore , il fatto che sa ancora pitturare e anche il fatto che a sette anni
non sapeva camminare.
Lorenzo
A me ha colpito quando non riusciva più a camminare e quando ci ha fatto vedere a colorare.
Pietro
Mi ha colpito che sa ancora colorare.
Mi ha colpito anche il computer dietro la schiena.
Maddalena
Ho visto quando ha pitturato.
Mi ha colpito quando è salita sulla macchina.
Beatrice
Mi ha colpito quando ci ha fatto vedere che disegnava ancora.
Poi ci ha fatto vedere il respiratore.
Sara
7. Con i ragazzi di classe 4a
abbiamo fatto un gioco: ognuno di loro doveva pensare a che cosa avrebbe
fatto se non avesse più potuto camminare. Ecco i loro pensieri:
I MIEI SOGNI SE IO FOSSI…
Due settimane fa, abbiamo fatto un gioco con la maestra: se fossi una, disabile
cosa farei? Tutti i miei compagni hanno detto la loro idea e visto che il mio sogno è
fare la stilista, ho alzato la mano e ho detto la mia proposta: disegnare i vestiti e
dopo cucirli. Secondo me, i disabili possono fare cose meglio di noi.
Nassima
Sulla sedia a rotelle
Sono sulla sedia a rotelle per un’improvvisa malattia, non posso camminare, ma posso fare
molte altre cose, infatti, faccio il veterinario. Mi piace come mestiere, poi posso curare
migliaia di animali domestici come gatti e cani.
Insomma, non ho l’uso delle gambe, ma la mia vita non è finita.
Gabriele
Disabili
Se io fossi disabile farei l’inventore.
Inventerei soprattutto automobili con comandi vocali per aiutare i disabili, ma anche
macchinari per persone normali (senza difetti fisici). Come hobby vorrei aiutare l’allenatore
di un tennista famoso.
Gianluca
Cosa si può fare da disabili?
Su una sedia a rotelle potrei scrivere, disegnare, aggiustare computer; potrei fare tante
cose tranne camminare. Anche senza camminare mi sentirei bene.
Sulla sedia a rotelle, potrei uscire davanti a casa mia, potrei anche andare ai supermercati,
potrei aiutare i bambini, potrei accompagnare mia figlia a scuola, potrei preparare da
mangiare, potrei curare animali domestici, potrei scrivere canzoni per i bambini, potrei
andare anche al mare, potrei insegnare a disegnare a mia figlia, potrei fare l’allenatore.
Omar
Io sono uguale a Te !!!
Io sono uguale a te. Non sono diverso, sono solo sulla sedia a rotelle.
Faccio molte cose, le faccio bene.
Non sono obbligato a vivere male, faccio la mia vita normale. Ho un lavoro bellissimo:
8. faccio la pittrice . Per hobby mi piace assemblare giocattoli; li vendo e i soldi ricavati li
dono in beneficenza sperando che vadano alle persone povere che stanno peggio di
me.
Veronica
Cosa farei se fossi disabile
Se fossi su una sedia a rotelle scriverei canzoni.
Scriverei canzoni soprattutto per i bambini che si trovano nei paesi in guerra, vorrei
anche imparare a suonare la chitarra classica . Vorrei insegnare a cantare ai bambini a
cui piace il canto.
Vittorio
Se fossi disabile…
Se io fossi sulla sedia a rotelle non mi farei sottomettere dal fatto di essere disabile.
Farei di me una psicologa o una pediatra: psicologa, perché mi piacerebbe tanto capire i
problemi; pediatra perché adoro i bambini. Non mi guarderei indietro, perché, se vuoi andar
avanti, devi guardare avanti. Vorrei formare una famiglia, vorrei avere una bambina e un
maschietto. Questo farei se fossi disabile.
Aicha
Sulla sedia a rotelle
Se io fossi sulla sedia a rotelle, farei la dottoressa per curare tutti, o la cuoca, la cameriera,
la pittrice, la maestra, la fiorista, la psicologa, l'animalista,l’ aggiustatrice. V orrei avere un
computer come quello della zia di Giulia con cui posso stampare tutto quello che voglio...
Asmaa
9. CONCETTO DI DISABILITÀ
Ma che cos’è la disabilità?
Il 21 maggio 2001, 191 Paesi partecipanti alla 54ma Assemblea Mondiale della Sanità hanno
accettato la nuova Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute
e hanno stabilito che la disabilità è “qualsiasi limitazione o perdita (conseguente a una
menomazione) della capacità di compiere un’attività nel modo o nell’ampiezza considerati normali
per un essere umano”. In poche parole, disabile è colui (o colei) che non può compiere le normali
attività come tutti noi. Questo a causa di una malattia genetica, di una malattia contratta durante la
vita e che comporta la perdita o la diminuzione dell’uso di parti del corpo, oppure come
conseguenza di un incidente.
LA DISABILITÀ NELLA STORIA
All’inizio della vita sulla terra, l’uomo doveva difendersi da tutto: animali, intemperie, malattie,
carestie, siccità… per farlo, aveva solo le proprie forze. Malattia, disabilità, morte erano, perciò,
considerati molto negativi. I più deboli e gli ammalati erano un peso per la tribù, non potevano
contribuire alla difesa del gruppo, per questo erano abbandonati, oppure loro stessi si lasciavano
morire di fame o si uccidevano con coltelli.
Quelli affetti da forme di delirio, visioni, epilessia, o altre malattie di origine nervosa venivano
protetti all’interno della tribù, tenuti in gran conto e destinati, attraverso la formazione nelle pratiche
religiose, a divenire sciamani, stregoni, maghi: si credeva vi fosse lo spirito degli antenati..
A volte, la cecità, era provocata, in tutto o in parte, per aprire il terzo occhio sull’aldilà o il mondo
degli spiriti. Come non ricordare che gran parte degli indovini, dei vate, dei poeti, erano ciechi. La
cecità era considerata la porta che si apre su mondi diversi. Ricordiamo Omero, il grande cantore
dell’antichità classica: cieco, saggio e storico.
Ma come spiegarsi, come capire la disabilità?
Il mondo greco prima e quello romano poi, hanno accettato che tutto quello che è bello e sano è
buono. Bellezza e natura sana vengono proiettate come proprietà naturali, e tutto quello che non
corrisponde ad esse non è naturale, non è buono, non è bello, è perciò malvagio, è brutto, è insano, è
infine innaturale ed immorale. È su tale certezza che in varie civiltà, polis greche e romane, una
volta accertata la malattia nei neonati, dichiarati minorati, insani ovvero negativi per la società, per
il bene della stessa, venivano gettati da una rupe o, in un atto di bontà, abbandonati all’aperto,
all’addiaccio, d’inverno, perché poi, con l’aiuto degli dei e degli schiavi, potessero vivere se
sufficientemente robusti. Ciò non toglieva che chiunque li incontrasse potesse scacciarli,
malmenarli e forse addirittura ucciderli impunemente. Famose la rupe spartana Taigeto e quella
romana Tarpea.
La minorazione, la menomazione, il non essere-abile, il dis-abile era da allontanare, da eliminare,
perché portava con l’ira degli dei carestie, siccità ed altro. La malattia era ritenuta immorale, era
empia, come offesa agli dei a cui sempre in tali casi erano dovuti sacrifici.
La malattia, anche se innaturale, era però da accettare, sopportare solo in caso di temporaneità, fino
al giungere della guarigione.
Nel migliore dei casi è ancora opinione comune che chi è sofferente per malattia o altro, paga per
colpe che possono anche non essere sue. L’uomo secondo i Greci ed i Romani, secondo l’antichità
classica, doveva nascere sano, per poi eventualmente, non-naturalmente ammalarsi e poi
perfettamente e naturalmente tornare in buona salute. Vogliamo ricordare che si raccomandava agli
stessi scultori di correggere qualunque malformazione delle loro opere. Dopo l’antichità classica, i
grandi miti, dobbiamo approdare al Medio Evo, denso di brume, di slanci religiosi, di grandi mali. I
piagati, i lebbrosi, sono stati quelli da tenere sempre fuori le mura della città, o scacciati nel
lazzaretto, o da sacrificare in occasione delle Crociate. L’ignoranza ha fatto poi che tutti quelli che
nascessero guerci, storti e gobbi, venissero, prima o poi, eliminati. Più tardi, la Santa Inquisizione,
decretava che le nutrici, le balie, le levatrici di un neonato nato sgorbio fossero destinate al rogo,
perché in amicizia con le streghe ed il neonato con loro. Nell’iconografia, nel collettivo generale,
ancora oggi il disabile viene identificato con il fuggente, l’infido, come concentrato di malvagità,
10. come cattivo consigliere dei principi. Quasimodo, il gobbo di Notre Dame, vive un amore difficile,
ha fame di amore, chiede inutilmente di essere amato e per esso giunge a sacrificarsi.
Fino a tutti gli albori del 1900, veniva sancito che i disabili non potessero avere alcun tipo di diritto,
compreso il voto e che i difetti del corpo dovessero essere corretti con costrizioni ed aggeggi,
residui delle stesse camere di tortura medioevali, quali corsetti, fasce, giubbotti anche in ferro. Alla
prima crisi di furia, dovevano essere rinchiusi, in appositi ospedali, come quelli per le demenze e le
malattie psichiatriche.
L’Unione Europea e poi l’ONU, hanno fatto propria la Legge sull’integrazione e sui diritti dei
disabili , ma nei singoli stati, permangono difficoltà e discriminazioni. Molti sono i disabili che si
sono convinti di far parte di un mondo diverso e, come abbiamo detto, estraneo, alieno. Vengono
esclusi, allontanati da questo mondo anche coloro che, a prezzo di enormi sacrifici, recuperano, in
tutto o in parte le funzioni, le possibilità e le autonomie. I valori, quelli della vita e della libertà ,
sono eterni. Nessun dubbio che va accertato e garantito il diritto di tutti a vivere in buona salute.
LA CONVENZIONE ONU SUI DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITÀ
Promulgata dall’ONU nel 2007, la convenzione si richiama a diversi principi della Dichiarazione
universale dei Diritti Umani: non discriminazione, uguaglianza, pari opportunità, rispetto.
La nostra Costituzione garantisce alcuni diritti fondamentali:
Articolo 2
La repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle
formazioni sociali, ove svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili
di solidarietà politica.
cioè
Lo Stato riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’ uomo che, secondo noi, sono: la vita, il
rispetto, la salute, l’istruzione e il lavoro.
Articolo 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di
sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È
compito della repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di
fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e
l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del
Paese.
cioè
Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge.
Articolo 32
La repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività,
e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato
trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i
limiti imposti dal rispetto della persona umana.
cioè
Tutti hanno diritto alla tutela della salute.
Lo stato garantisce cure gratuite a chi non ha mezzi economici..
11. BAMBINI DISABILI: INVISIBILI, TRASCURATI E VULNERABILI.
Le cause della disabilità infantile nel mondo sono nella maggior parte dei casi riconducibili
all’uomo, alle sue opere e alle sue scelte. Questo rende la situazione molto più grave e meno
accettabile.
La povertà e la malnutrizione sono una delle principali cause di disabilita infantile. Circa 165
milioni di bambini sotto i 5 anni hanno un ritardo nella crescita o sono malnutriti. La malnutrizione
cronica li mette a rischio di disabilità provocando difficoltà di comprensione dando cosi scarso
rendimento scolastico.
250/500.000 bambini nel mondo rischiano di diventare ciechi per carenza di vitamina A, per non
parlare poi delle conseguenze delle guerre, che vedono i bambini particolarmente vulnerabili. Ogni
anno i bambini rappresentano circa i 20-30% di tutte le vittime di mine terrestri e residuati bellici
esplosivi.
Trascurati, vulnerabili, spesso invisibili.
I bambini disabili sono persone doppiamente svantaggiate. Non solo sono disabili, ma hanno minori
possibilità di ricevere cure mediche o di andare a scuola. Sono in assoluto più vulnerabili alla
violenza, agli abusi e allo sfruttamento. Questi aspetti sono nascosti o istituzionali.
La metà dei genitori del Madagascar pensa che la disabilità si possa trasmettere, mentre in Vietnam
la presenza di bambini disabili durante le feste è considerata di cattivo auspicio.
La situazione in Italia
La situazione in Italia è decisamente più favorevole, anche se, talvolta, i diritti dei disabili non sono
ancora ben tutelati e spesso, cosa ancora peggiore, essi sono considerati una spesa e non una risorsa.
La legge 5 febbraio 1992 n. 104, più conosciuta come legge 104/92 detta le regole per l’assistenza,
l’integrazione sociale e i diritti delle persone disabili che sono:
cure e riabilitazione;
diritto all’educazione e all’istruzione;
diritto al lavoro e ai permessi lavorativi;
eliminazione delle barriere architettoniche;
mobilità e trasporti;
agevolazioni fiscali;
il diritto al voto.
È chiaro che per arrivare a scuola, sul posto di lavoro o negli edifici pubblici (municipio, ospedale,
ambulatorio, uffici postali…), il disabile deve potersi muovere senza il rischio d’incontrare ostacoli.
La legge, perciò, prevede che siano abbattute le barriere architettoniche.
12. Con il termine “barriere architettoniche” si definiscono tutti gli ostacoli che impediscono alle
persone di muoversi liberamente nello spazio all’interno e all’esterno delle costruzioni. Le barriere
più comuni sono i marciapiedi troppo stretti e le rampe di scale. Dal 1989 è previsto che ogni
edificio di nuova costruzione non abbia barriere architettoniche e che si provveda alla
ristrutturazione dei vecchi edifici per rimuoverle. Anche i mezzi pubblici di trasporto (treni,
pullman) devono avere le strutture per permettere ad un disabile di usufruirne.
Abbiamo visto come la signora Marinella riesca a spostarsi grazie ad un’ auto “speciale”.
Negli alberghi, nelle pensioni, nei villaggi turistici e in tutte le strutture in cui sono ospitate persone,
devono essere costruite alcune stanze con mobili, servizi, percorsi e spazi che consentano di usare
agevolmente la sedia a rotelle. Lo stesso dicasi delle scuole, ma da un articolo di Enzo Gonano,
pubblicato il 10 ottobre 2013, “…sono “207.244 gli studenti disabili inseriti nelle nostre scuole; il
64% delle scuole monitorate ha posti auto per disabili nel cortile o nel parcheggio interno, gli
scalini e non le apposite rampe sono presenti all’ingresso del 27% delle scuole, l’ascensore è
assente nel 35% degli edifici. Esistono barriere architettoniche nel 19% dei laboratori, nel 18%
delle palestre, nel 15% dei cortili, nel 13% delle aule”.
Situazione allarmante, se si pensa che nel 23% delle scuole non esistono bagni per disabili, e che il
15% di essi presenta barriere architettoniche.
E ancora:
• il 26% delle scuole, nella gran parte delle aule, non ha sufficiente spazio per la presenza di
una carrozzina;
• il 44% delle aule non ha banchi adatti o adattabili per una persona in carrozzina;
• nel 57% dei casi, non ci sono in aula attrezzature didattiche o tecnologiche per facilitare la
partecipazione alle lezioni degli studenti con disabilità”.
Non ci sono tavoli o postazioni adatte ai disabili in carrozzina nel 28% dei laboratori, nel 18%
delle biblioteche e nel 17% delle mense.
Con riferimento alla gestione della sicurezza in emergenza, in una scuola su quattro, sarebbe un
problema gestire l’evacuazione dall’edificio degli studenti con disabilità motoria, perché: nel 24%
non esistono percorsi sicuri e praticabili diversi dall’ascensore o da servoscala. Inoltre, nel 27%
degli edifici monitorati, le piantine dei percorsi di evacuazione non sono visibili da persone in
carrozzina.”
13. LA CASA DOMOTICA
Con il progredire della tecnologia, si è arrivati a costruire la casa domotica, una casa, cioè, in cui il
disabile può vivere in autonomia, controllando tutto tramite tastiere, telecomando, riconoscimento
vocale… con questi mezzi può accendere e spegnere le luci, alzare e abbassare le persiane, chiudere
e aprire porte, controllare gli elettrodomestici e l’impianto di riscaldamento… e tutto è collegato al
mondo esterno con sistemi di comunicazione (ad esempio: messaggi telefonici preregistrati, SMS,
generazione automatica di e-mail…).
Sabato 10 maggio siamo andati a Barghe a visitare una casa domotica. Ci hanno accolto la signora
Sabrina e il signor Francesco.
14. Ci hanno mostrato l’automobile che si alza e si abbassa per far salire la carrozzina, come abbiamo
già visto fare dalla zia di Giulia.
Poi abbiamo visitato l’appartamento. E’ tutto su un solo piano. La porta e le persiane funzionano
con un telecomando.
Le porte interne sono scorrevoli. Le luci sono comandate da normali interruttori, ma messi più in
basso e sono più sensibili. Cucina e bagno non hanno armadietti sotto i piani di lavoro.
Il tavolo ha un solo sostegno centrale ed è rialzato. Il letto è più alto del normale e automatizzato.
15. I pensili della cucina si possono abbassare con un altro telecomando e hanno maniglie larghe per
poter far entrare il braccio.
Gli spazi sono ampi e liberi. In casa c’è un sollevatore. Il piatto della doccia è a livello del
pavimento.
Per salire e scendere da un piano all’altro, la signora Sabrina si serve di un ascensore grande quanto
la carrozzina; la pulsantiera è più bassa del normale.
16. La carrozzina della signora Sabrina funziona con una pulsantiera sistemata su un bracciolo e dotata
di un joy-stick. Si alza e si abbassa, cambia la velocità, si inclina, ha clacson, luci, frecce anche
quelle d’emergenza.
17. “ A noi è piaciuto di più come Sabrina ha parlato di se stessa” (Sofia e Dounia)
“Ci ha colpito il fatto che la signora Sabrina è sempre sorridente anche se è disabile” (Priscilla e
Katie)
“Ci ha colpito che, anche la signora Sabrina è disabile, può muoversi come noi, “correre” con la
carrozzina e, anche se non ha tanta forza, può fare i mestieri di casa come tutte le donne. Ci ha
stupito il suo letto, perché si alza e si abbassa ed è morbido che vien voglia di saltarci sopra. La cosa
che ci ha impressionato di più, però, è che, pur non avendo molta forza, ha una passione: mettersi
gli smalti sulle unghie. “ (Aurora e Ouisal)
“Quello che ci ha colpito della signora Sabrina è che è sempre sorridente, nonostante la sua malattia
e che ha avuto il coraggio di andare a vivere da sola. Ci ha impressionato molto la casa
automatizzata: ci ha fatto capire che la vita può essere difficile, ma bisogna affrontarla con
coraggio” (Giulia e Simone)
“Le cose che ci hanno stupito di più sono il carattere e il coraggio della signora Sabrina. Nonostante
la sua grave malattia, ha la forza di voler sempre andare avanti, pensando al proprio futuro. Non si
fa prendere dal panico: è sempre sorridente.” (Zakaria e Andrea)
“Durante la visita alla casa della signora Sabrina, siamo stati colpiti dal coraggio avuto nell’andare a
vivere da sola, nonostante la grave malattia e dalla forza di guardare sempre avanti con il sorriso
sulle labbra e con ottimismo. Sabrina è come noi, lavora come noi, è solo agevolata un po’ più di
noi dalla tecnologia.” (Veronica e Davide)
Emma: il letto della signora Sabrina
Maddalena: la camera della signora Sabrina
18. Matteo: la casa della signora Sabrina con l’ascensore
Pietro: la cucina della signora Sabrina
Sofia Losavio: La macchina della signora Sabrina
19. Sofia Butturini: noi a casa della signora Sabrina e la maestra fotografa.
Sara: a casa della signora Sabrina
20. LO SPORT
Sembra quasi impossibile, ma anche i disabili possono praticare sport. Protesi e macchine
particolari, infatti, permettono di dedicarsi ad attività fisiche di ogni tipo.
Accanto alle Olimpiadi, poi, esistono le Paralimpiadi.
Questa è la bandiera ufficiale dei Giochi Paraolimpici (o Paralimpici.)
I Giochi Paralimpici, o Paralimpiadi, sono l'equivalente dei
Giochi olimpici per atleti con disabilità. Pensati come
Olimpiadi parallele, prendono il nome proprio dalla fusione del
prefisso para con la parola Olimpiade e i suoi derivati.
In Italia sono tuttora chiamati anche Giochi Paraolimpici o
Paraolimpiadi, che fu il termine usato ufficialmente fino al
2004.
Sono nati quando il medico britannico Ludwig Guttmann
organizzò una competizione sportiva nel 1948, conosciuta
come Giochi di Stoke Mandeville, per veterani della seconda guerra mondiale con danni alla
colonna vertebrale; nel 1952 anche atleti olandesi parteciparono ai giochi, dandogli un carattere
internazionale. La competizione prendeva il nome da Stoke Mandeville, la cittadina del
Buckinghamshire che ospitava annualmente tali gare.
Nel 1958 il medico italiano Antonio Maglio propose a Guttmann di disputare l'edizione del 1960 a
Roma, che nello stesso anno avrebbe ospitato la XVII Olimpiade. I "IX Giochi Internazionali per
Paraplegici" di Roma 1960, ovvero la nona edizione internazionale dei Giochi di Stoke Mandeville,
vennero riconosciuti come I Giochi Paralimpici estivi nel 1984, quando il Comitato Olimpico
Internazionale (CIO) approvò la denominazione "Giochi Paralimpici".
Le prime Paralimpiadi Invernali furono tenute a Örnsköldsvik, in Svezia, nel 1976.
I giochi sono ormai abbinati sistematicamente ai Giochi Olimpici veri e propri dal 19 giugno 2001,
quando fu siglato un accordo tra il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ed il Comitato
21. Paralimpico Internazionale (IPC), il quale garantisce che la città candidata ad ospitare le Olimpiadi
deve organizzare sia i Giochi Olimpici sia i Giochi Paralimpici.
Dal 1994 al 2004 il logo dell'IPC era costituito da tre Tae-Geuk, in rosso, blu e verde, i tre colori
più utilizzati nelle bandiere dei Paesi del Mondo. I tre Tae-Geuk simboleggiavano i tre aspetti più
significativi dell'essere umano: mente, corpo e spirito. "Mind, Body, Spirit" fu adottato dall'IPC
come motto ufficiale. Durante il meeting del Comitato Esecutivo tenutosi ad Atene nell'aprile 2003,
è stato scelto un nuovo logo paralimpico, in cui si trovano tre agitos (dal latino agito, ovvero io mi
muovo) in blu, rosso e verde come nel precedente. È un simbolo in movimento attorno a un punto
centrale, il che mette in risalto il ruolo dell'IPC come “raggruppatore” degli atleti da ogni parte del
mondo.
22. PERSONAGGI FAMOSI DELLO SPORT
Oscar Leonard Carl Pistorius
Oscar Leonard Carl Pistorius (Johannesburg, 22 novembre1986) è un atleta sudafricano,
campione paralimpico nel 2004 sui 200 metri piani e nel 2008 sui 100, 200 e 400 metri piani.
Soprannominato "the fastest man on no legs" (l'uomo più veloce senza gambe) e "BladeRunner",
Pistorius è un amputato bilaterale, detentore del record del
mondo sui 100, 200 e 400 metri piani nella categoria T44.
Corre grazie a particolari protesi in fibra di carbonio,
denominate cheetah (ghepardo). È il primo e unico atleta
amputato che ha vinto una medaglia in una competizione
mondiale per normodotati, ottenendo l'argento con la staffetta
4×400 metri sudafricana ai Mondiali di Daegu (correndo
soltanto in batteria). Purtroppo, di recente, è stato accusato
dell’omicidio della fidanzata, ma, al di là della cronaca nera, resta un esempio di volontà per tutti.
Annalisa Minetti
Annalisa Minetti (Rho, 27 dicembre 1976) è una cantante e atleta paralimpica italiana. A diciotto
anni, scopre di essere ammalata di retinite pigmentosa e degenerazione maculare, malattie che la
porteranno ad una graduale cecità, fino a farle vedere solo luci ed
ombre di giorno e nulla di notte. Dopo la gavetta nei pianobar e
una partecipazione a Miss Italia nel 1997, durante la quale balzò
agli onori della cronaca a causa della sua cecità, ha partecipato
al Festival di Sanremo 1998 risultandone vincitrice sia nella
categoria Nuove proposte sia nella classifica principale, con la
canzone “Senza te o con te”.
Oltre all'impegno come cantante, dal 2001si è dedicata all'atletica leggera. Si è dimostrata molto
forte negli 800 m, ma tale gara non fa parte del programma delle paralimpiadi, per cui la cantante
23. partecipa ai Giochi paralimpici di Londra 2012 nei 1500 m T11-T12 guidata da Andrea Giocondi,
vincendo la medaglia di bronzo e realizzando il nuovo record mondiale della categoria T11
(4'48"88) (le due atlete che l'hanno preceduta erano entrambe della categoria ipovedenti). Nel 2013
vince la medaglia d'oro ai campionati del mondo di atletica leggera paralimpica negli 800 metri T11
ottenendo il nuovo record del campionato grazie al tempo di 2'21"82.
"Alex" Zanardi
Alessandro "Alex" Zanardi è un pilota automobilistico, ciclista su strada e conduttore televisivo
italiano.
Alex è nato il 23 ottobre 1966 a Bologna. Cresciuto a Castel Maggiore sviluppò fin da bambino la
passione per i motori.
Il debutto in Formula 1 avvenne nella stagione1991-1992.
Dopo varie esperienze in Formula 1 Zanardi, si allontanò momentaneamente dal mondo
dell'automobilismo. Nel luglio del 2000 tornò, però, negli Stati Uniti per sostenere dei test con il
team di MoNunn, suo ingegnere all'epoca dei titoli conquistati in Champ Car e ora proprietario di
una scuderia, che lo ingaggiò per la stagione 2001. Lo stesso anno prese parte al Rally di Monza,
unica competizione a cui partecipò durante l'anno. Fin dall'inizio del campionato, però, si
evidenziarono diversi problemi, tra cui le difficoltà di Zanardi a trovare un buon assetto per le
qualifiche e l'inesperienza del team. Inoltre errori di strategia della squadra o inconvenienti tecnici
gli impedirono più volte di salire sul podio, tanto che il suo miglior risultato fu un quarto posto a
Toronto. La squadra, però, stava acquisendo fiducia grazie ai progressi della monoposto e Zanardi
si presentò all'appuntamento europeo del Lausitzring motivato. Le qualifiche non vennero disputate
a seguito di un violento acquazzone e la griglia fu determinata in base alla posizione in campionato.
Nonostante partisse ventiduesimo riuscì a recuperare posizione su posizione, portandosi al primo
posto. A tredici giri dalla fine, dopo aver compiuto la sua ultima sosta, uscendo dai box, Zanardi
perse improvvisamente il controllo della vettura (pare per la presenza di acqua e olio sulla traiettoria
di uscita) che, dopo un testacoda, si intraversò lungo la pista, mentre sulla stessa linea
sopraggiungeva ad alta velocità Alex Tagliani. L'impatto fu violentissimo: la vettura di Tagliani
colpì perpendicolarmente la vettura del pilota bolognese all'altezza del muso, dove erano alloggiate
le gambe, spezzando in due la Reynard Honda.
24. Prontamente raggiunto dai soccorsi, Zanardi apparve subito in condizioni disperate: lo schianto
aveva provocato, di fatto, l'istantanea amputazione di entrambi gli arti inferiori e il pilota rischiò di
morire dissanguato. Per salvargli la vita, Steve Olvey, capo dello staff medico della CART, "tappò"
le arterie femorali del pilota per tentare in qualche modo di fermare la massiccia emorragia. Dopo
aver ricevuto l'estrema unzione dal cappellano della serie automobilistica, venne caricato
sull'elicottero e condotto all'ospedale di Berlino, dove rimase in coma farmacologico per circa tre
giorni e gli venne rimosso chirurgicamente il ginocchio sinistro, irrimediabilmente compromesso.
Dopo sei settimane di ricovero e una quindicina di operazioni subite, Zanardi poté lasciare
l'ospedale per cominciare il processo di riabilitazione.
Il recupero e il rientro alle corse
Nel giro di diversi mesi riuscì nuovamente a camminare e, nel dicembre dello stesso anno, si
presentò alla premiazione dei Caschi d'oro promossa dalla rivista Autosprint, in cui si alzò in piedi
dalla sedia a rotelle, suscitando una grande emozione tra i presenti. Zanardi decise poi di
riavvicinarsi al mondo delle corse. Scherzando sulla sua menomazione ha affermato che, se si
dovesse rompere di nuovo le gambe, questa volta basterebbe soltanto una chiave a brugola per
rimetterlo in piedi e che ora non rischia più di buscarsi un raffreddore camminando scalzo. Nel
2002 la CART diede al pilota la possibilità di far partire una gara della stagione a Toronto, Canada
e nel 2003 Zanardi tornò nel circuito tedesco nel quale due anni prima fu vittima del terribile
incidente, per ripercorrere simbolicamente i restanti 13 giri della gara del 2001 a bordo di una
vettura appositamente modificata. I tempi registrati sul giro furono velocissimi e gli avrebbero
permesso di partire dalla quinta posizione se il pilota fosse stato iscritto al campionato.
Grazie anche a questo fatto Zanardi tornò a correre e nel 2005 tornò alla vittoria aggiudicandosi la
seconda gara del Gran Premio di Germania il 28 agosto a Oschersleben, gara valida per il Mondiale
Turismo, meglio conosciuto come WTCC. Il bolognese, sempre nello stesso anno, riuscì a
conquistare il Campionato Italiano Superturismo. Nell'ottobre 2005 vinse la prima manche del
Campionato Europeo Superturismo a Vallelunga, ma nella seconda corsa gli svedesi Bjork e
Goransson dilagarono impedendogli di vincere il titolo. Nel 2006 partecipò ancora con la BMW al
Campionato Italiano Superturismo e al WTCC, nel quale conquistò la seconda vittoria in campo
internazionale dall'incidente del Lausitzring nella gara 1 della tappa turca del WTCC a Istanbul. Nel
2009 si impose in gara,1^ a Brno.
Apprezzato sia come atleta sia come persona per l'atteggiamento positivo verso la vita e le sue
avversità, dopo l'incidente del Lausitzring Zanardi ha iniziato a partecipare a varie manifestazioni
per atleti disabili, e dopo il ritiro dalle corse automobilistiche ha intrapreso una nuova carriera
sportiva nel paraciclismo, dove corre in handbike nella categoria H4.
Ha preso parte alla sua prima gara partecipando alla maratona di New York nel 2007, in cui ha colto
un sorprendente 4º posto. Il 19 giugno 2010, ai campionati italiani di ciclismo su strada di Treviso,
ha conquistato la maglia tricolore. Ai campionati mondiali del 2011 a Roskilde, in Danimarca, ha
vinto la medaglia d'argento nella prova a cronometro, ed ha ottenuto un 5º posto nella prova in
linea. Il 6 novembre 2011 ha vinto la maratona newyorkese, stabilendo nell'occasione anche il
25. nuovo record della categoria handbike. Il 18 marzo 2012 ha vinto la maratona di Roma, timbrando
pure stavolta il record del percorso.
Nell'estate 2012 si presenta al via dei XIV Giochi paralimpici estivi di Londra. Il 5 settembre
conquista l'oro nella gara contro il tempo svoltasi sul circuito di Brands Hatch. Nella stessa pista, il
7 settembre ottiene il suo secondo titolo paralimpico, stavolta nella prova su strada. Il giorno dopo
riesce ad ottenere la sua terza medaglia, questa volta d'argento, nella staffetta a squadre mista H1-4,
assieme a Francesca Fenocchio e Vittorio Podestà. Al termine della Paralimpiade, viene scelto
come portabandiera azzurro per la cerimonia di chiusura dei Giochi. Il 4 ottobre seguente, in virtù
dei risultati conseguiti a Londra, viene eletto "Atleta del mese" da un sondaggio online del Comitato
Paralimpico Internazionale.
L'anno successivo, Zanardi si conferma ai massimi livelli della sua categoria. In Canada, nello
spazio di pochi giorni, dapprima vince la Coppa del Mondo, e ai successivi campionati mondiali di
Baie-Comeau, inanella tre medaglie d'oro, confermandosi, dopo la Paralimpiade, nelle prove a
cronometro e su strada e trionfando stavolta anche nella staffetta mista assieme a Vittorio Podestà e
Luca Mazzone.
Rimane un esempio per tutti noi di forza e di intelligenza, di coraggio e di smisurato amore per la
vita che, anche se può sembrare crudele, offre sempre la possibilità di assaporare grandi gioie.
26. ALTRI FAMOSI PERSONAGGI DEI NOSTRI GIORNI.
Simona Atzori
Simona Atzori (Milano, 18 giugno 1974) è una ballerina e pittrice italiana. Milanese, Simona
Atzori è figlia di genitori sardi. Pur essendo priva di braccia dalla nascita, non si è mai persa
d'animo e ha intrapreso sin da giovane l'attività di pittrice e di ballerina classica.
Nel 2001 si è laureata in "arti visuali" alla University of Western Ontario a London (Canada).
Dal 1983 fa parte del VDMFK, "Associazione internazionale degli Artisti che Dipingono con la
Bocca o con il Piede".
Nel 2006 ha danzato alla cerimonia di apertura delle paralimpiadi 2006 di Torino. Del 2007 è lo
spettacolo Mamma dice..., balletto per soli, coro e orchestra del compositore Antonio
Cericola interpretato da Simona Atzori e da Gjergj Bodari, con la compagnia Pescara Dance
Festival e l'interpretazione di Enrico Beruschi.
Il 22 novembre 2008 è stata ospite alla festa diocesana dell'Azione Cattolica di Vicenza organizzata
a Bassano del Grappa. Tema della festa: Una mano da Dio. E tu, a chi ti affidi?
Il 5 giugno 2010 danzò vicino alla monumentale cattedrale di Bitonto.
Il 31 luglio 2011 si è esibita al Club Nautico di Gela con lo spettacolo Me.
Il 17 febbraio 2012 si è esibita nella coreografia di apertura della quarta serata del Festival di
Sanremo 2012, curata da Daniel Ezralow.
A Simona Atzori è intitolato il premio d'arte omonimo.
La sua storia, insieme ad altre, è raccontata nel libro di Candido Cannavò E li chiamano disabili.
Andrea Bocelli.
Andrea Bocelli è un tenore italiano, noto soprattutto nella sua opera di presentazione al pubblico
come cantante di musica leggera, pur essendo in realtà un cantante lirico.
27. A causa di un glaucoma congenito, la sua vista è stata debole fin dalla nascita; è diventato
completamente cieco all’età di 12 anni giocando a pallone, come portiere, a seguito di una pallonata
sull’occhio sano.
È uno dei più famosi cantanti italiani in tutto il mondo. Nonostante la sua preparazione lirica, è
diventato famoso al pubblico come cantante di musica leggera. Grazie alla sua fama Bocelli ha
venduto oltre 70 milioni di dischi nel mondo. Il 2 marzo 2010 il suo nome è stato inserito nella
Hollywood Walk of Fame per la sua attività nel campo della musica internazionale. Il 26 febbraio
2006 si è esibito in Mondovisione davanti a quasi 800 milioni di telespettatori nella cerimonia di
chiusura dei xx giochi olimpici invernali di Torino 2006.
Andrea Bocelli ha dato vita alla ABF”Andrea Bocelli Foundation”; attualmente opera in prima
linea, a livello internazionale, con programmi d’ intervento mirati al superamento delle barriere
generate da povertà, disabilità.
Pierangelo Bertoli
Pierangelo Bertoli è stato un cantautore italiano,vero e proprio cantastorie. Voce sincera della sua
terra, autodefinitosi”artigiano della canzone”, egli fu una figura emblematica della canzone d'autore
italiana degli anni 70,fino ai primi anni 2000, spaziando dalla musica popolare al rock, con testi
diretti e densi di riferimenti sociali e politici.
Pierangelo è nato a Sassuolo, in provincia di Modena, da una famiglia di operai. A tre anni fu
colpito da una grave forma di poliomielite che lo privò delle gambe e lo costrinse a vivere
muovendosi sulla sedia a rotelle. Malgrado l'ingombrante presenza della sedia a rotelle visse
un’infanzia regolare, ma priva di ogni genere di bene superfluo. Il legame con la sua terra, oltre a
non allontanarlo dalla sua città, gli fece comporre canzoni in dialetto modenese. Nel 1991 partecipò
al festival di Sanremo insieme ai Tanzenda con Spunta la Luna dal monte. Nel 1992 fu candidato
alle elezioni politiche per rifondazione comunista.
Si è spento a Modena il 7 ottobre 2002.
Stevie Wonder
Stevie Wonder, nome d'arte di Steveland Twiki Hardaway Judkins (Saginaw, 13 maggio 1950),
è un cantautore e musicista statunitense. Leggenda della musica Soul, è uno dei più apprezzati
cantanti della storia della black music. Non vedente a causa di una retinopatia dovuta a difficoltà
durante il parto prematuro Wonder è una leggenda della musica pop: bambino prodigio (a quattro
anni suonava già il piano).
28. È un polistrumentista (suona basso, tastiera, batteria, percussioni edarmonica a bocca). Wonder ha
anche partecipato, in coppia con Gabriella Ferri, al Festival di Sanremo 1969 con Se tu ragazzo mio,
brano composto dalla stessa Ferri.
Partecipò a "Usa for Africa", duettando con artisti come Michael Jackson e Lionel Richie, autori
di We Are the World; gli incassi derivati dalla vendita del singolo furono devoluti in beneficenza per
la lotta contro la fame nell'Africa Orientale.
Ray Charles Robinson
Ray Charles Robinson (Albany, 23 settembre 1930 – Beverly Hills, 10 giugno 2004) è stato
un cantante e pianista statunitense, considerato uno dei pionieri della musica soul, nonché uno dei
musicisti più importanti di tutti i tempi.
Cieco dall'età di otto anni a causa di un glaucoma, perse completamente la vista.
29. I FILM
“Abbiamo visto un cortometraggio dal titolo “Il circo della farfalla” che narra la storia di un uomo
senza arti che viene mostrato e deriso come fenomeno da baraccone in un normale circo. Il direttore
del “circo della farfalla” lo ospita fra i suoi artisti, tutte persone emarginate dagli altri e valorizzate
nei propri talenti, e ne fa un’attrazione spettacolare che ottiene molto successo e infonde al
protagonista la consapevolezza di saper fare qualcosa di straordinario.
Ci è piaciuto molto e ci ha fatto capire come erano, e talvolta sono ancora, considerati i disabili:
oggetto di scherno e di disprezzo. La farfalla che si libera nell’aria rappresenta la trasformazione
dell’uomo che da “povero”, “storpio” e inutile diventa speciale, acquista il valore di chi riesce,
nonostante tutto, a fare qualcosa di bello”. (classi 3^ e 5^)
Il professor Luigi Muzzolini ci ha mostrato alcuni corti di animazione. Tutti hanno fatto capire che
la diversità è un bene, completa ed è indispensabile formare un gruppo in cui ognuno sa fare
qualcosa di diverso, per poter superare le difficoltà.
Scene dai corti del prof. Muzzolini:
Beatrice
Matilde
30. Vittorio ha portato il film “Misure straordinarie” che racconta la scoperta di un farmaco contro io
morbo di Pompe. Così ne parlano i ragazzi di 4^. “Il film parla di due fratelli affetti da questo
morbo, del loro papà che lavora presso l’azienda che cercava una medicina contro la malattia e di
uno scienziato scorbutico. Il papà e lo scienziato lavorano insieme per trovare la medicina per
guarire Megan, Patrik e tutti gli altri bambini malati. Troveranno molti ostacoli, ma la forza
dell’amore supererà tutti gli imprevisti e…
Questo è un film da non perdere, perché è interessante e molto significativo. (Veronica e Asmaa)
“Nel film ci sono stati momenti molto divertenti e momenti commoventi.
Il momento più divertente è stato quando la bimba Megan dice al dottore che le piace correre; il
dottore rimane stupito, perché Megan era sulla sedia a rotelle. La bimba gli chiede se vuol fare una
gare intorno alla casa. Il dottore cercava di sorpassarla, ma Megan con la sedia a rotelle era troppo
veloce e, alla fine, vince.
Il momento più commovente è stato quando Patrik, al parco, non riusciva a tirare i pezzettini di
pane, quindi i genitori si sono preoccupati per lui, ma il padre, per non farlo star male, lo aiuta
scherzando” (Nassima e Aicha)
“Un momento divertente è quando il dottore finge di essere il loro zio per vedere se la medicina era
efficace (le visite erano ammesse solo per i parenti).
Un momento commovente è quando Megan ha una forte crisi e i medici dicono ai genitori che sta
per morire; sembra ormai spacciata, ma fortunatamente supera la crisi.” (Gabriele e Omar)
“Un momento commovente è stato quando il dottore dell’ospedale ha avvisato i genitori che Megan
stava per morire e cerca di consolarli, dicendo che Megan finirà di soffrire…
Un momento divertente è stato l’incontro tra il dottore e Megan: lei gli propone una corsa (Megan è
su una sedia a rotelle), ma riesce a batterlo” (Vittorio e Gianluca).