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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI
di Modena e Reggio Emilia
Facoltà di Medicina e Chirurgia
Dipartimento di Neuroscienze
Cattedra di Medicina Riabilitativa
La natura del difetto
motorio nella Paralisi
Cerebrale Infantile
(versione 2009)
Adriano Ferrari
PARALISI CEREBRALE INFANTILE
• aspetti motori
• aspetti percettivi
• aspetti intenzionali
ASPETTI MOTORI
• Primo livello motorio o livello dei moduli (mezzi)
• Secondo livello motorio o livello delle prassie (modi)
• Terzo livello motorio o livello delle azioni (scopi)
• Primo livello motorio (moduli) = grammatica
• Secondo livello motorio (prassie) = sintassi
• Terzo livello motorio (azioni) = semantica
• Grammatica: descrizione sistematica delle regole
riguardanti gli elementi costitutivi di una lingua, cioè
suoni, forme, parole, sintagmi (struttura delle parole)
• Sintassi: descrizione delle regole di combinazione
degli elementi lessicali significativi per la formazione
della frase (struttura della frase, coordinazione e
subordinazione delle preposizioni)
• Semantica: studio del significato delle parole e del
loro rapporto con quello che esse indicano (semantica
sincronica). Studio dell’evoluzione del senso delle
parole e degli insiemi strutturali (semantica diacronica
e strutturale)
Primo livello motorio (moduli)
1. Repertorio dei moduli (lettere dell’alfabeto)
2. Vincoli combinatori (lettera h, lettera q)
3. Interazione competitiva (maiuscole-minuscole)
4. Posture e gesti (vocali e consonanti)
5. Schemi patologici (lettere di un alfabeto alieno)
6. Utilizzo funzionale del repertorio motorio
residuo
7. Accesso interno vs accesso esterno al repertorio
motorio residuo
1.Repertorio dei moduli motori (lettere
dell’alfabeto)
Moduli: singoli elementi motori preformati trasmessi
geneticamente e caratteristici della specie di cui si
compone l’alfabeto della motricità
In termini “modulari” ciascuna funzione adattiva che il
bambino va costruendo è costituita da sottofunzioni o
sottosistemi o moduli specializzati che sono
determinati geneticamente e funzionano
indipendentemente gli uni dagli altri (Fodor 1983,
Shallice 1981 e 1988, Marr 1976 e 1982, Sabbadini
1993).
Esempio: fare la U con la lingua
1.Analisi del repertorio dei moduli motori
• Aspetto quantitativo (entità della produzione
motoria: acinesia  ipercinesia)
es. forme spastiche vs forme discinetiche
• Aspetto qualitativo (forma e variabilità del
movimento in termini di combinazioni, sequenze e
di libertà nelle scelte operative)
es. movimenti prognosticamente negativi/positivi
NEGATIVA
• Riflesso
• Indotto
• Generalizzato
(globale, diffuso)
• Stereotipo
• Ripetitivo ed
immutabile
• Poco adeguato
POSITIVA
• Volontario
• Spontaneo
• Isolato (selettivo,
segmentario)
• Specializzato
• Differenziato (modificabile
con l’esperienza)
• Molto adattabile
PROGNOSI DEL MOVIMENTO
• In pratica si osservino mani e piedi
cercando di individuare qualsiasi movimento
che non appaia funzionale e che non
appartenga a patterns globali normali o
patologici. Si potranno così riconoscere
movimenti delle singole dita di flesso-
estensione, di prono-supinazione e di
rotazione di mani e piedi. Mentre invece,
per esempio, una dorsiflessione del piede
accompagnata da una flessione del
ginocchio non è significativa perché
appartiene ad una flessione globale.
A. Milani Comparetti 1971
Fidgety
• Propriamente i movimenti di fidgety
(irrequietezza) sono movimenti circolari di
piccola
ampiezza, fluidi, eleganti, incessanti, di
velocità moderata e di accelerazione
variabile, di collo, tronco ed arti, in tutte le
direzioni. Nel bambino sveglio sono
continui, eccetto che quando egli focalizza
l’attenzione. Sono più facilmente
riconoscibili all’estremità degli arti ed al
collo.
Libertà di scelta
• Misura della possibilità di associare tra
loro moduli diversi, ovvero grado di
indipendenza da schemi primitivi e
patologici, da riflessi, da reazioni, da
automatismi motori primari, ecc.
• Libertà di scelta : non va intesa come
quota di normalità residua, ma come
grado di indipendenza del sistema
all’atto di associare tra loro moduli
motori diversi (A. Milani Comparetti)
Libertà di scelta
• La condizione di normalità è
caratterizzata dalla variabilità e dalla
plasticità dei comportamenti e delle
strategie; la condizione di patologia è di
contro definita dalla rigidità e dalla
stereotipia (Camerini e De Panfilis 03)
2. Vincoli combinatori dei moduli motori
• Rigidità dei vincoli combinatori nella PCI vs
libertà di scelta, ridondanza ed equivalenza
motoria della normalità
Libertà di scelta
Misura della possibilità di associare tra loro
moduli diversi, ovvero grado di indipendenza da
schemi primitivi e patologici, da riflessi, da
reazioni, da automatismi motori primari, ecc.
Ridondanza
Ricchezza di soluzioni alternative in grado di
risolvere uno stesso compito motorio a parità di
risultato raggiunto (equivalenza motoria)
Equivalenza motoria
Proprietà semplice ma notevole del cervello che permette di
compiere uno stesso movimento utilizzando effettori
differenti. Esempio scrivere la lettera A con la mano, il piede,
la bocca, camminando sulla sabbia, ecc. Questa proprietà è
considerata come una prova del fatto che il cervello codifica
una forma motoria (morfocinesi) in maniera molto generale,
cosa che gli permette in seguito di esprimerla o di realizzarla
tramite combinazioni molto differenti di attività muscolari.
Questa proprietà è valida anche per il mantenimento
dell’equilibrio (Berthoz 1996). Il cervello costruisce
l’equivalenza motoria distribuendo opportunamente velocità e
accelerazione o accelerazione e velocità angolare.
3. Interazione competitiva
Meccanismo con cui il modulo motorio riesce a
svolgere il suo ruolo organizzatore nel movimento
funzionale
(A. Milani Comparetti)
Interazione competitiva
• Dissolvenza: es. lanciare vs deporre
delicatamente un oggetto
• Allenando gli schemi dominanti se ne
aumenta la prepotenza (responsabilità
professionale della fisioterapista)
Diadicasia
• Interazione competitiva (lotta per la
precedenza): modello teorico di struttura
della motricità secondo cui il livello
funzionale pertinente nel SNC viene inteso
come distinto sia dalla macchina meccanica
che produce il movimento che dalla
macchina nervosa. Tale livello funzionale è
dato dai meccanismi di elaborazione dei
programmi di movimento. Esprime il
conflitto fra i pattern motori.
A. Milani Comparetti
Diarchia
• Lotta fra due schemi “tiranni”
Milani indicava con questo termine il
bambino con PCI prigioniero della
prepotenza di due soli pattern che
impediscono la libertà di scelta fra
tutti i pattern potenzialmente
disponibili, producendo la tipica
povertà di movimento.
In alcune forme di PCI è possibile riconoscere la
diarchia (lotta fra due tiranni) nell’interazione
competitiva tra due moduli motori organizzatori
delle espressioni opposte della attività motoria
considerata
• grasping-releasing
• magnet-avoiding
• reazione di sostegno-reazione di fuga
• reazione propulsiva-reazione di startle
• riflesso tonico asimmetrico del collo dx/sn
DIARCHIE
I diarchia: esprime la
persistenza dei pattern
della locomozione fetale
Pattern estensorio
Arti superiori: spalla estesa, gomito
flesso, polso flesso con deviazione
ulnare, pugno chiuso, pollice
addotto
Arti inferiori: esteso, addotto,
intraruotato (incrociamento)
Pattern flessorio
Arti superiori ed inferiori in flessione
globale
DIARCHIE
II diarchia: esprime la
persistenza dei pattern
della propulsione fetale
Pseudo-moro
(pattern dello startle reflex) supino
su un piano rigido: braccia in croce,
mani ad artiglio, inspirazione
forzata, facies angosciata, arti
inf. semiabdotti e piedi supinati
Propulsione
Col tronco inclinato in avanti: arti sup.
flessi alle spalle, puntati verso il
basso, intraruotati, gomiti estesi
con pronazione, polsi flessi, pugni
chiusi. Capo esteso
4. Posture e gesti (movimento)
• Combinazioni = associazioni spaziali di moduli
motori. Hanno a che vedere con le posture
• Sequenze = associazioni temporali di moduli
motori. Hanno a che vedere con i gesti
• Il movimento è la somma di posture e gesti
• Schema motorio = configurazione spazio-
temporale
POSTURA: atteggiamento individuale assunto dal singolo
soggetto, definito dai rapporti che si stabiliscono tra i
vari segmenti corporei inseriti nello spazio e quindi
corredati delle forze relative, in particolare dei muscoli,
cui presiede l’attività di controllo del Sistema Nervoso
Centrale (S. Boccardi).
La postura è un pattern tridimensionale, o sistema di
lunghezze, che mantiene le diverse parti del corpo in una
data posizione (A. Milani).
POSTURA: è un pattern di fissazione del corpo su cui si
struttura un movimento (gesto).
La postura è un movimento arrestato (congelato), cioè un
pattern a riposo.
Definita relazione reciproca fra i segmenti che compongono
il corpo (inteso come un solido frazionabile), ad un dato
istante, valutata rispetto al sistema di riferimento
egocentrico (A. Ferrari).
POSIZIONE: postura riferita allo spazio geocentrico
Gesto: è un pattern tetradimensionale o
variazione di posture, alla cui tridimensionalità
spaziale si aggiunge il tempo (Milani Comparetti).
Atto motorio che implica uno spostamento nello
spazio e nel tempo di singoli segmenti del corpo o
del corpo nel suo insieme (A. Ferrari).
Il gesto può essere considerato come una
successione di posture e si può realizzare
soltanto sulla base di un aggiustamento posturale
a breve o a lungo termine, prima e durante la sua
esecuzione.
Gesto: spostamento nello spazio e nel tempo di
uno o più segmenti del corpo effettuato per
realizzare una azione. Può essere
volontario, involontario, transitivo, intransitivo
(quando non comporta l’utilizzazione di
oggetti), simbolico (il segno della
croce), descrittivo (il mimo), riflessivo (indicare
una parte del proprio corpo), ecc.
• La PCI è tuttora definita come una turba dello
sviluppo della postura e del movimento
(Bax, Rosenbaum et al. 2005)
• Nelle sindromi spastiche la POSTURA domina
sul GESTO (ma il paziente è tuttavia incapace di
stare fermo)
• Nelle sindromi discinetiche il GESTO domina
sulla POSTURA (ma il paziente manca tuttavia di
movimenti fondamentali quali le reazioni di
difesa, di paracadute, di equilibrio, ecc.)
5. Schemi patologici rappresentano il vero
elemento connotativo della PCI.
La gravità del quadro clinico si misura in base alla
natura (tipo) e alla misura (prepotenza) degli
schemi patologici presenti.
Differenza fra pattern della spasticità e pattern
della discinesia.
6. Utilizzo funzionale del repertorio
motorio residuo
Quale e quanta parte del repertorio motorio
residuo risulta accessibile “dall’interno” e può
essere impiegato per scopi funzionali ?
Quando il repertorio motorio posseduto ed il suo
utilizzo funzionale risultano molto distanti tra
loro, il potenziamento del repertorio motorio
attraverso la fisioterapia finisce per aggravare
la paralisi stessa, intesa come incapacità di agire
7. Accesso interno e accesso esterno al
repertorio motorio residuo
La possibilità di accedere dall’esterno (facilitazioni
fisioterapiche) al repertorio dei movimenti
posseduti dal paziente non implica che il
movimento sia altrettanto facilmente
accessibile al paziente stesso dall’interno.
Accesso interno come confine della rieducazione
motoria (limite alla prosecuzione del
trattamento).
Consegna degli strumenti alla famiglia: va
rapportata all’accesso interno.
Aspetti motori
• Primo livello motorio o dei moduli (mezzi)
• Secondo livello motorio o delle prassie (modi)
• Terzo livello motorio o delle azioni (scopi)
Secondo livello motorio (modi)
1. Prassia: insieme di movimenti coordinati
fra loro in funzione del raggiungimento
di un determinato risultato
2. Programma: l’insieme delle istruzioni
necessarie per passare dal progetto al
prodotto
3. Formula: insieme dei principi e delle
regole seguiti nella organizzazione di una
determinata prestazione motoria
Secondo livello motorio (prassie)
Disprassia = disturbo del movimento volontario
che non può essere attribuito ad una paralisi
(incapacità di eseguire movimenti), ad un
disturbo sensitivo, ad un disturbo cerebellare
o ad un deficit intellettivo
Aprassia ideativa = il soggetto non sa cosa fare
Aprassia ideomotoria = il soggetto non sa come
fare
(Sabbadini et al. 1995)
Occorre separare nella PCI i problemi del
repertorio (primo livello) da quelli del suo
utilizzo funzionale (secondo livello)
Rinuncia ad utilizzare alcuni moduli motori
(congelamento della
postura, semplificazione del gesto) come
strategia di sviluppo di alcuni soggetti con
PCI, tipicamente delle forme
tetraparetiche
Aprassia come disturbo nascosto nella PCI
(Sabbadini et al. 1995)
Il bambino aprassico ha una ridotta capacità di
di “rappresentarsi” l’oggetto su cui
agire, l’intera azione e le sequenze che la
compongono; ha difficoltà ad ordinare in serie
ed a coordinare i relativi movimenti elementari
in vista di uno scopo (programmazione), ad
avviare i relativi programmi, a prevedere (in
senso anticipatorio) un certo risultato, a
controllare ciascuna sequenza e l’intera
attività nel corso dell’azione (feed-back), a
verificare il risultato ottenuto come
corrispondente a quello previsto ed atteso.
(Sabbadini et al. 1995)
Nella disprassia la fisioterapia deve suggerire
le strategie da seguire piuttosto che
cercare di evocare i moduli motori assenti.
Il bambino impara a fare determinate cose in
maniera povera e stereotipa, cioè con
scarse alternative (mancanza di
ridondanza) e con ridotta capacità di
rappresentarsi l’intera azione; questo può
ostacolare il passaggio dall’apprendimento
alla acquisizione.
Apprendimento
• Meccanismo geneticamente programmato destinato a far
conquistare quanto non sia già stato geneticamente
trasmesso (A. Milani Comparetti).
Apprendimento motorio
• E’ una modificazione adattiva del comportamento motorio
che porta all’acquisizione stabile di abilità. Si attua
attraverso un complesso processo percettivo-motorio-
cognitivo nella ricerca di una soluzione ad un compito che
emerge nella interazione fra individuo ed ambiente
(Woollacott 1997).
• In accordo con la teoria ecologica, l’apprendimento
motorio è un complesso processo percettivo-motorio che
si realizza attraverso la sperimentazione attiva dei
vincoli imposti dal compito e dal contesto (Newell 1991).
Acquisizione
• L’acquisizione definisce la capacità del
soggetto di integrare e conservare
quanto è stato appreso, facendolo
proprio. E’ testimoniata dall’utilizzo
funzionale spontaneo di quanto ha
imparato nel contesto terapeutico.
(A. Ferrari 93)
Progresso
• Rappresenta la capacità di scomporre per
ri-costruire, di selezionare per ri-
utilizzare, di disordinare per ri-assemblare
quanto si è acquisito, in sostanza dalla
capacità di generalizzare le acquisizioni
(Ferrari 93)
• E’ affidato all’area 46.
Il movimento (postura e gesto) deriva
dall’assemblamento di atti sequenziali secondo
una determinata logica (prassia =
pianificazione esecutiva)
L’esperienza seleziona i movimenti più adatti allo
scopo e le strategie più efficaci al risultato
riducendo gradualmente la variabilità
esecutiva (passaggio dalla capacità all’abilità)
Capacità:
Ciò che il soggetto riesce a fare
(efficacia ed efficienza)
Abilità:
Le attività che il soggetto riesce a compiere
con destrezza, frutto da un lato di una
adeguata esercitazione e dall’altro di un
interesse vero e di una grande attenzione
verso la qualità del risultato. Potremmo
definire le abilità come le cose che egli riesce
a fare bene, con successo e soddisfazione.
Passione
• Attività che procura al paziente vera
soddisfazione e che quindi gli piace e
desidera fare. Per distinguere le
attività dalle abilità e dalle
passioni, dobbiamo confrontare la
prestazione eseguita con la difficoltà
incontrata, la qualità del risultato
prodotto e la soddisfazione provata.
• Primo livello motorio o dei moduli (mezzi)
• Secondo livello motorio o delle prassie (modi)
• Terzo livello motorio o delle azioni (scopi)
Terzo livello motorio (azioni)
1. Movimenti organizzati cognitivamente per uno
scopo
2. Coordinazione
3. Sinergie e strategie
4. Competenza, contestualità e consonanza
Azione come movimento organizzato
cognitivamente per raggiungere uno scopo
La PCI è prima di tutto un disordine concettuale
dell’organizzazione cognitiva, emotiva e
relazionale, cioè un problema di azione, e solo
secondariamente un disturbo della
pianificazione (prassia) e dell’esecuzione del
movimento (prestazione motoria)
Azione
Marey: “… troviamo all’inizio l’atto della volontà,
atto fisico, poi la trasmissione di questa
volontà, atto nervoso, poi la contrazione
muscolare, atto muscolare, ed infine il
movimento dell’organo, atto meccanico” …
Muscolo Movimento Atto motorio Azione
Contrazione
dei flessori
delle dita
Flessione
delle dita
Afferramento Afferrare
un bicchiere
per bere
Fogassi 2010
Azione
Azione
Anokhin … “la risposta motoria è il prodotto di
una sintesi che prende in considerazione gli
aspetti motori, cognitivi ed emozionali del
problema” …
Azione
Piaget … “l’azione rappresenta una
trasformazione della realtà poiché è attraverso
essa che l’organismo umano interagisce con
l’ambiente esterno modificandolo. L’azione
consente anche una trasformazione
interna, poiché l’individuo, riflettendo sulla
propria azione, modifica le proprie strutture
cognitive”
Azione
Bruner … “L’azione è un modo di farsi una
rappresentazione, una codifica del reale. La
prima rappresentazione è esecutiva e si basa
sull’azione reale, successivamente essa si
modifica per essere sostituita da una
rappresentazione iconica, cioè dalla forma
oggettivizzata di un’immagine, fino a giungere
alla rappresentazione simbolica” …
Azione
Bain … “pensare è trattenersi dall’agire” …
Azione
Vecchie idee: il controllo posturale ed il controllo
sui singoli movimenti erano visti come i mattoni
necessari per costruire l’azione
Nuove idee: l’azione è l’elemento formativo, il
controllo della postura e la produzione dei singoli
movimenti sono il risultato
Conclusione: l’analisi deve essere fatta sull’azione
P. Crenna 1998
Azione
Ogni azione è caratterizzata dalla presenza
di uno scopo
Gli stessi movimenti possono essere eseguiti
per scopi diversi – gli stessi scopi possono
essere raggiunti con movimenti diversi
Non il movimento bensì l’azione è l’elemento
fondamentale che sta alla base del sistema
motorio (Umiltà)
L’equivalenza motoria è una proprietà del
cervello che ci permette di compiere la
stessa prestazione utilizzando effettori
differenti
Alla base dell’equivalenza motoria vi è
l’engramma cioè la rappresentazione
centrale dell’atto motorio (Anokhin) che
rende la fisionomia dell’atto motorio
resistente alle variabili imposte dal mondo
fisico (Bernstein)
Rappresentazioni corticali motorie cioè
organizzazione somatotopica dei movimenti
per la costruzione delle azioni
Il repertorio motorio è organizzato in atti e
non in movimenti elementari
(Rizzolatti)
Azione e motivazione
Azione: movimento organizzato cognitivamente
per conseguire un determinato risultato
Motivazione : consapevolezza di un bisogno o di
un desiderio realizzabile e determinazione a
cercare fino a trovare una soluzione operativa
in grado di soddisfarlo
Prerequisito fondamentale alla rieducazione è la
volontà di cambiare vs la paralisi intenzionale
(rifiuto esterno e rinuncia interna), terza
dimensione della paralisi cerebrale infantile
Rieducazione e motivazione
• Non voglio: disturbo relazionale
• Non so: insufficienza mentale
• Non riesco: paralisi cerebrale infantile
• Non posso: malattia neuromuscolare
La memoria permette di predire le
conseguenze di un’azione futura attraverso
l’evocazione delle azioni passate
(Berthoz 1997)
Anticipazione
Modelli interni delle proprietà dei segmenti corporei e
dell’effetto della forza di gravità sui nostri movimenti
permettono di simulare e predire le conseguenze delle
nostre azioni
Il cervello è un simulatore inventivo in grado di
funzionare anche come emulatore delle realtà
(Berthoz 1997)
Questa proprietà può essere sfruttata ai fini
dell’apprendimento:
• allenamento mentale (motor imagery)
• rieducazione (interiorizzazione ed apprendimento
dall’esperienza)
• apprendimento per imitazione (neuroni mirror)
• influenza degli oggetti (neuroni canonici)
• ruolo dell’ambiente (affordances)
La corteccia viene utilizzata all’inizio
dell’apprendimento e diventa progressivamente
più silenziosa poiché l’attività legata ad una
semplice ripetizione dell’azione viene trasferita
alle strutture sottocorticali e al cervelletto
Automatizzazione degli schemi motori in
seguito all’esercizio e alla ripetizione della
prestazione
(Simion e Valenza 1992)
Coordinazione: è il processo che consente di
padroneggiare i gradi di libertà ridondanti
dell’organo in movimento, convertendolo in
un sistema controllabile … rappresenta la
stessa organizzazione del controllo
dell’apparato motorio
(Bernstein)
Per migliorare il controllo del movimento il
cervello si serve di sinergie motorie:
• sinergie geneticamente determinate
• sinergie apprese
Sinergie motorie
Repertorio di movimenti e reazioni posturali
che coinvolgono gruppi di muscoli in
segmenti corporei che lavorano insieme alla
costruzione di una data
prestazione, coordinati in modo che un unico
comando attivi la sequenza complessiva
(Bernstein)
La progettazione dell’azione attinge ad un
vocabolario di movimenti potenziali (sinergie
motorie-Bernstein, idee motorie-Rizzolatti)
Le stesse strutture sono attivate nella
esecuzione e nella immaginazione del
movimento
Le sinergie di organizzano in strategie
Strategia: selezione di una sinergia
particolarmente opportuna o di una
sequenza di sinergie in grado di costituire
un movimento complesso orientato ad uno
scopo, cioè un atto motorio
Competenza: ciò che riesco a fare
spontaneamente, volontariamente, su
richiesta, per interesse, per
necessità, per mio vantaggio, per
dovere, ecc.
Efficacia ed efficienza di una
funzione adattiva
Contestualità: regole formali imposte
dalla società in cui vive l’attore che
fanno sì che certe prestazioni, per
quanto efficaci, vengano inibite
perché considerate inadeguate in
relazione alla modalità esecutiva ed
allo standard di qualità richiesto.
Consonanza: l’immagine di abilità che
ciascuno di noi vuol mostrare agli altri
e che può costituire un vincolo in
grado di imporci di rinunciare a
compiere attività che pur sappiamo in
qualche modo eseguire ma non “bene
abbastanza” rispetto allo standard
generale delle altre prestazioni che
siamo in grado di produrre.
Modello di interpretazione del controllo
motorio
• Programma
d’azione
• Pianificazione
esecutiva
• Esecuzione
• Consenso all’azione
• Anticipazione
percettiva
• Raccolta di
informazioni
Nella PCI, gli errori possono riguardare i 3 livelli
motori (moduli, prassie, azioni) che costituiscono
le componenti centrali (top-down)
Vi sono poi le componenti periferiche (bottom-
up) (apparato locomotore) di cui il SNC deve
tener conto nella progettazione dell’azione;
alcune di queste sono la conseguenza degli
errori compiuti dal SNC a livello di
funzione, altre sono espressione diretta della
lesione cerebrale (tipizzazione dei
tessuti, trofismo)
Nel giudicare una prestazione motoria occorre
distinguere:
• Difetti (generati dalle componenti top-down o
bottom-up)
• Compensi interni (soluzioni che il SNC mette in
atto per contenere le conseguenze degli errori
che non può evitare di commettere)
• Supplenze (meccanismi sostitutivi di una
funzione di per sé non abbastanza efficace)
Nel giudicare una prestazione motoria occorre
distinguere:
• componenti immodificabili
• componenti modificabili:
- direttamente
- indirettamente
Errori caratteristici della PCI valutati a livello
della via finale sull’effettore
1. Paralisi = reclutamento motorio ridotto o
inefficace di unità motorie
2. Spasticità = anomalo reclutamento di unità
motorie, velocità dipendente, in rapporto allo
stiramento del muscolo
3. Co-contrazione = retrazione = perdita del
normale pattern di inibizione reciproca
4. Modificazione della stiffness passiva del
muscolo
5. Stabilità dell’errore commesso
Stabilità dell’errore: prerequisito per un
intervento terapeutico mirato
Es. soggetto spastico / soggetto discinetico
La realtà può essere osservata da molti punti di
vista e può essere interpretata in maniera
diversa a seconda dei modelli di riferimento: è
necessario quindi definire di quale teoria del
controllo motorio ci si è serviti per determinare
la natura dei disordini, stabilire quale è stato il
processo che ci ha guidato nella raccolta delle
informazioni per la valutazione del paziente e per
individuare un progetto ed un programma di
trattamento e per la successiva verifica dei
risultati.
E. Fedrizzi 2005
GRAZIE

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Aspetti motori 1

  • 1. UNIVERSITA’ DEGLI STUDI di Modena e Reggio Emilia Facoltà di Medicina e Chirurgia Dipartimento di Neuroscienze Cattedra di Medicina Riabilitativa
  • 2. La natura del difetto motorio nella Paralisi Cerebrale Infantile (versione 2009) Adriano Ferrari
  • 3. PARALISI CEREBRALE INFANTILE • aspetti motori • aspetti percettivi • aspetti intenzionali
  • 4. ASPETTI MOTORI • Primo livello motorio o livello dei moduli (mezzi) • Secondo livello motorio o livello delle prassie (modi) • Terzo livello motorio o livello delle azioni (scopi)
  • 5. • Primo livello motorio (moduli) = grammatica • Secondo livello motorio (prassie) = sintassi • Terzo livello motorio (azioni) = semantica
  • 6. • Grammatica: descrizione sistematica delle regole riguardanti gli elementi costitutivi di una lingua, cioè suoni, forme, parole, sintagmi (struttura delle parole) • Sintassi: descrizione delle regole di combinazione degli elementi lessicali significativi per la formazione della frase (struttura della frase, coordinazione e subordinazione delle preposizioni) • Semantica: studio del significato delle parole e del loro rapporto con quello che esse indicano (semantica sincronica). Studio dell’evoluzione del senso delle parole e degli insiemi strutturali (semantica diacronica e strutturale)
  • 7. Primo livello motorio (moduli) 1. Repertorio dei moduli (lettere dell’alfabeto) 2. Vincoli combinatori (lettera h, lettera q) 3. Interazione competitiva (maiuscole-minuscole) 4. Posture e gesti (vocali e consonanti) 5. Schemi patologici (lettere di un alfabeto alieno) 6. Utilizzo funzionale del repertorio motorio residuo 7. Accesso interno vs accesso esterno al repertorio motorio residuo
  • 8. 1.Repertorio dei moduli motori (lettere dell’alfabeto) Moduli: singoli elementi motori preformati trasmessi geneticamente e caratteristici della specie di cui si compone l’alfabeto della motricità In termini “modulari” ciascuna funzione adattiva che il bambino va costruendo è costituita da sottofunzioni o sottosistemi o moduli specializzati che sono determinati geneticamente e funzionano indipendentemente gli uni dagli altri (Fodor 1983, Shallice 1981 e 1988, Marr 1976 e 1982, Sabbadini 1993). Esempio: fare la U con la lingua
  • 9. 1.Analisi del repertorio dei moduli motori • Aspetto quantitativo (entità della produzione motoria: acinesia  ipercinesia) es. forme spastiche vs forme discinetiche • Aspetto qualitativo (forma e variabilità del movimento in termini di combinazioni, sequenze e di libertà nelle scelte operative) es. movimenti prognosticamente negativi/positivi
  • 10. NEGATIVA • Riflesso • Indotto • Generalizzato (globale, diffuso) • Stereotipo • Ripetitivo ed immutabile • Poco adeguato POSITIVA • Volontario • Spontaneo • Isolato (selettivo, segmentario) • Specializzato • Differenziato (modificabile con l’esperienza) • Molto adattabile PROGNOSI DEL MOVIMENTO
  • 11. • In pratica si osservino mani e piedi cercando di individuare qualsiasi movimento che non appaia funzionale e che non appartenga a patterns globali normali o patologici. Si potranno così riconoscere movimenti delle singole dita di flesso- estensione, di prono-supinazione e di rotazione di mani e piedi. Mentre invece, per esempio, una dorsiflessione del piede accompagnata da una flessione del ginocchio non è significativa perché appartiene ad una flessione globale. A. Milani Comparetti 1971
  • 12. Fidgety • Propriamente i movimenti di fidgety (irrequietezza) sono movimenti circolari di piccola ampiezza, fluidi, eleganti, incessanti, di velocità moderata e di accelerazione variabile, di collo, tronco ed arti, in tutte le direzioni. Nel bambino sveglio sono continui, eccetto che quando egli focalizza l’attenzione. Sono più facilmente riconoscibili all’estremità degli arti ed al collo.
  • 13. Libertà di scelta • Misura della possibilità di associare tra loro moduli diversi, ovvero grado di indipendenza da schemi primitivi e patologici, da riflessi, da reazioni, da automatismi motori primari, ecc. • Libertà di scelta : non va intesa come quota di normalità residua, ma come grado di indipendenza del sistema all’atto di associare tra loro moduli motori diversi (A. Milani Comparetti)
  • 14. Libertà di scelta • La condizione di normalità è caratterizzata dalla variabilità e dalla plasticità dei comportamenti e delle strategie; la condizione di patologia è di contro definita dalla rigidità e dalla stereotipia (Camerini e De Panfilis 03)
  • 15. 2. Vincoli combinatori dei moduli motori • Rigidità dei vincoli combinatori nella PCI vs libertà di scelta, ridondanza ed equivalenza motoria della normalità
  • 16. Libertà di scelta Misura della possibilità di associare tra loro moduli diversi, ovvero grado di indipendenza da schemi primitivi e patologici, da riflessi, da reazioni, da automatismi motori primari, ecc.
  • 17. Ridondanza Ricchezza di soluzioni alternative in grado di risolvere uno stesso compito motorio a parità di risultato raggiunto (equivalenza motoria)
  • 18. Equivalenza motoria Proprietà semplice ma notevole del cervello che permette di compiere uno stesso movimento utilizzando effettori differenti. Esempio scrivere la lettera A con la mano, il piede, la bocca, camminando sulla sabbia, ecc. Questa proprietà è considerata come una prova del fatto che il cervello codifica una forma motoria (morfocinesi) in maniera molto generale, cosa che gli permette in seguito di esprimerla o di realizzarla tramite combinazioni molto differenti di attività muscolari. Questa proprietà è valida anche per il mantenimento dell’equilibrio (Berthoz 1996). Il cervello costruisce l’equivalenza motoria distribuendo opportunamente velocità e accelerazione o accelerazione e velocità angolare.
  • 19. 3. Interazione competitiva Meccanismo con cui il modulo motorio riesce a svolgere il suo ruolo organizzatore nel movimento funzionale (A. Milani Comparetti)
  • 20. Interazione competitiva • Dissolvenza: es. lanciare vs deporre delicatamente un oggetto • Allenando gli schemi dominanti se ne aumenta la prepotenza (responsabilità professionale della fisioterapista)
  • 21. Diadicasia • Interazione competitiva (lotta per la precedenza): modello teorico di struttura della motricità secondo cui il livello funzionale pertinente nel SNC viene inteso come distinto sia dalla macchina meccanica che produce il movimento che dalla macchina nervosa. Tale livello funzionale è dato dai meccanismi di elaborazione dei programmi di movimento. Esprime il conflitto fra i pattern motori. A. Milani Comparetti
  • 22. Diarchia • Lotta fra due schemi “tiranni” Milani indicava con questo termine il bambino con PCI prigioniero della prepotenza di due soli pattern che impediscono la libertà di scelta fra tutti i pattern potenzialmente disponibili, producendo la tipica povertà di movimento.
  • 23. In alcune forme di PCI è possibile riconoscere la diarchia (lotta fra due tiranni) nell’interazione competitiva tra due moduli motori organizzatori delle espressioni opposte della attività motoria considerata • grasping-releasing • magnet-avoiding • reazione di sostegno-reazione di fuga • reazione propulsiva-reazione di startle • riflesso tonico asimmetrico del collo dx/sn
  • 24. DIARCHIE I diarchia: esprime la persistenza dei pattern della locomozione fetale Pattern estensorio Arti superiori: spalla estesa, gomito flesso, polso flesso con deviazione ulnare, pugno chiuso, pollice addotto Arti inferiori: esteso, addotto, intraruotato (incrociamento) Pattern flessorio Arti superiori ed inferiori in flessione globale
  • 25. DIARCHIE II diarchia: esprime la persistenza dei pattern della propulsione fetale Pseudo-moro (pattern dello startle reflex) supino su un piano rigido: braccia in croce, mani ad artiglio, inspirazione forzata, facies angosciata, arti inf. semiabdotti e piedi supinati Propulsione Col tronco inclinato in avanti: arti sup. flessi alle spalle, puntati verso il basso, intraruotati, gomiti estesi con pronazione, polsi flessi, pugni chiusi. Capo esteso
  • 26. 4. Posture e gesti (movimento) • Combinazioni = associazioni spaziali di moduli motori. Hanno a che vedere con le posture • Sequenze = associazioni temporali di moduli motori. Hanno a che vedere con i gesti • Il movimento è la somma di posture e gesti • Schema motorio = configurazione spazio- temporale
  • 27. POSTURA: atteggiamento individuale assunto dal singolo soggetto, definito dai rapporti che si stabiliscono tra i vari segmenti corporei inseriti nello spazio e quindi corredati delle forze relative, in particolare dei muscoli, cui presiede l’attività di controllo del Sistema Nervoso Centrale (S. Boccardi). La postura è un pattern tridimensionale, o sistema di lunghezze, che mantiene le diverse parti del corpo in una data posizione (A. Milani).
  • 28. POSTURA: è un pattern di fissazione del corpo su cui si struttura un movimento (gesto). La postura è un movimento arrestato (congelato), cioè un pattern a riposo. Definita relazione reciproca fra i segmenti che compongono il corpo (inteso come un solido frazionabile), ad un dato istante, valutata rispetto al sistema di riferimento egocentrico (A. Ferrari). POSIZIONE: postura riferita allo spazio geocentrico
  • 29. Gesto: è un pattern tetradimensionale o variazione di posture, alla cui tridimensionalità spaziale si aggiunge il tempo (Milani Comparetti). Atto motorio che implica uno spostamento nello spazio e nel tempo di singoli segmenti del corpo o del corpo nel suo insieme (A. Ferrari). Il gesto può essere considerato come una successione di posture e si può realizzare soltanto sulla base di un aggiustamento posturale a breve o a lungo termine, prima e durante la sua esecuzione.
  • 30. Gesto: spostamento nello spazio e nel tempo di uno o più segmenti del corpo effettuato per realizzare una azione. Può essere volontario, involontario, transitivo, intransitivo (quando non comporta l’utilizzazione di oggetti), simbolico (il segno della croce), descrittivo (il mimo), riflessivo (indicare una parte del proprio corpo), ecc.
  • 31. • La PCI è tuttora definita come una turba dello sviluppo della postura e del movimento (Bax, Rosenbaum et al. 2005) • Nelle sindromi spastiche la POSTURA domina sul GESTO (ma il paziente è tuttavia incapace di stare fermo) • Nelle sindromi discinetiche il GESTO domina sulla POSTURA (ma il paziente manca tuttavia di movimenti fondamentali quali le reazioni di difesa, di paracadute, di equilibrio, ecc.)
  • 32. 5. Schemi patologici rappresentano il vero elemento connotativo della PCI. La gravità del quadro clinico si misura in base alla natura (tipo) e alla misura (prepotenza) degli schemi patologici presenti. Differenza fra pattern della spasticità e pattern della discinesia.
  • 33. 6. Utilizzo funzionale del repertorio motorio residuo Quale e quanta parte del repertorio motorio residuo risulta accessibile “dall’interno” e può essere impiegato per scopi funzionali ? Quando il repertorio motorio posseduto ed il suo utilizzo funzionale risultano molto distanti tra loro, il potenziamento del repertorio motorio attraverso la fisioterapia finisce per aggravare la paralisi stessa, intesa come incapacità di agire
  • 34. 7. Accesso interno e accesso esterno al repertorio motorio residuo La possibilità di accedere dall’esterno (facilitazioni fisioterapiche) al repertorio dei movimenti posseduti dal paziente non implica che il movimento sia altrettanto facilmente accessibile al paziente stesso dall’interno. Accesso interno come confine della rieducazione motoria (limite alla prosecuzione del trattamento). Consegna degli strumenti alla famiglia: va rapportata all’accesso interno.
  • 35. Aspetti motori • Primo livello motorio o dei moduli (mezzi) • Secondo livello motorio o delle prassie (modi) • Terzo livello motorio o delle azioni (scopi)
  • 36. Secondo livello motorio (modi) 1. Prassia: insieme di movimenti coordinati fra loro in funzione del raggiungimento di un determinato risultato 2. Programma: l’insieme delle istruzioni necessarie per passare dal progetto al prodotto 3. Formula: insieme dei principi e delle regole seguiti nella organizzazione di una determinata prestazione motoria
  • 37. Secondo livello motorio (prassie) Disprassia = disturbo del movimento volontario che non può essere attribuito ad una paralisi (incapacità di eseguire movimenti), ad un disturbo sensitivo, ad un disturbo cerebellare o ad un deficit intellettivo Aprassia ideativa = il soggetto non sa cosa fare Aprassia ideomotoria = il soggetto non sa come fare (Sabbadini et al. 1995)
  • 38. Occorre separare nella PCI i problemi del repertorio (primo livello) da quelli del suo utilizzo funzionale (secondo livello) Rinuncia ad utilizzare alcuni moduli motori (congelamento della postura, semplificazione del gesto) come strategia di sviluppo di alcuni soggetti con PCI, tipicamente delle forme tetraparetiche Aprassia come disturbo nascosto nella PCI (Sabbadini et al. 1995)
  • 39. Il bambino aprassico ha una ridotta capacità di di “rappresentarsi” l’oggetto su cui agire, l’intera azione e le sequenze che la compongono; ha difficoltà ad ordinare in serie ed a coordinare i relativi movimenti elementari in vista di uno scopo (programmazione), ad avviare i relativi programmi, a prevedere (in senso anticipatorio) un certo risultato, a controllare ciascuna sequenza e l’intera attività nel corso dell’azione (feed-back), a verificare il risultato ottenuto come corrispondente a quello previsto ed atteso. (Sabbadini et al. 1995)
  • 40. Nella disprassia la fisioterapia deve suggerire le strategie da seguire piuttosto che cercare di evocare i moduli motori assenti. Il bambino impara a fare determinate cose in maniera povera e stereotipa, cioè con scarse alternative (mancanza di ridondanza) e con ridotta capacità di rappresentarsi l’intera azione; questo può ostacolare il passaggio dall’apprendimento alla acquisizione.
  • 41. Apprendimento • Meccanismo geneticamente programmato destinato a far conquistare quanto non sia già stato geneticamente trasmesso (A. Milani Comparetti). Apprendimento motorio • E’ una modificazione adattiva del comportamento motorio che porta all’acquisizione stabile di abilità. Si attua attraverso un complesso processo percettivo-motorio- cognitivo nella ricerca di una soluzione ad un compito che emerge nella interazione fra individuo ed ambiente (Woollacott 1997). • In accordo con la teoria ecologica, l’apprendimento motorio è un complesso processo percettivo-motorio che si realizza attraverso la sperimentazione attiva dei vincoli imposti dal compito e dal contesto (Newell 1991).
  • 42. Acquisizione • L’acquisizione definisce la capacità del soggetto di integrare e conservare quanto è stato appreso, facendolo proprio. E’ testimoniata dall’utilizzo funzionale spontaneo di quanto ha imparato nel contesto terapeutico. (A. Ferrari 93)
  • 43. Progresso • Rappresenta la capacità di scomporre per ri-costruire, di selezionare per ri- utilizzare, di disordinare per ri-assemblare quanto si è acquisito, in sostanza dalla capacità di generalizzare le acquisizioni (Ferrari 93) • E’ affidato all’area 46.
  • 44. Il movimento (postura e gesto) deriva dall’assemblamento di atti sequenziali secondo una determinata logica (prassia = pianificazione esecutiva) L’esperienza seleziona i movimenti più adatti allo scopo e le strategie più efficaci al risultato riducendo gradualmente la variabilità esecutiva (passaggio dalla capacità all’abilità)
  • 45. Capacità: Ciò che il soggetto riesce a fare (efficacia ed efficienza)
  • 46. Abilità: Le attività che il soggetto riesce a compiere con destrezza, frutto da un lato di una adeguata esercitazione e dall’altro di un interesse vero e di una grande attenzione verso la qualità del risultato. Potremmo definire le abilità come le cose che egli riesce a fare bene, con successo e soddisfazione.
  • 47. Passione • Attività che procura al paziente vera soddisfazione e che quindi gli piace e desidera fare. Per distinguere le attività dalle abilità e dalle passioni, dobbiamo confrontare la prestazione eseguita con la difficoltà incontrata, la qualità del risultato prodotto e la soddisfazione provata.
  • 48. • Primo livello motorio o dei moduli (mezzi) • Secondo livello motorio o delle prassie (modi) • Terzo livello motorio o delle azioni (scopi)
  • 49. Terzo livello motorio (azioni) 1. Movimenti organizzati cognitivamente per uno scopo 2. Coordinazione 3. Sinergie e strategie 4. Competenza, contestualità e consonanza
  • 50. Azione come movimento organizzato cognitivamente per raggiungere uno scopo La PCI è prima di tutto un disordine concettuale dell’organizzazione cognitiva, emotiva e relazionale, cioè un problema di azione, e solo secondariamente un disturbo della pianificazione (prassia) e dell’esecuzione del movimento (prestazione motoria)
  • 51. Azione Marey: “… troviamo all’inizio l’atto della volontà, atto fisico, poi la trasmissione di questa volontà, atto nervoso, poi la contrazione muscolare, atto muscolare, ed infine il movimento dell’organo, atto meccanico” …
  • 52. Muscolo Movimento Atto motorio Azione Contrazione dei flessori delle dita Flessione delle dita Afferramento Afferrare un bicchiere per bere Fogassi 2010 Azione
  • 53. Azione Anokhin … “la risposta motoria è il prodotto di una sintesi che prende in considerazione gli aspetti motori, cognitivi ed emozionali del problema” …
  • 54. Azione Piaget … “l’azione rappresenta una trasformazione della realtà poiché è attraverso essa che l’organismo umano interagisce con l’ambiente esterno modificandolo. L’azione consente anche una trasformazione interna, poiché l’individuo, riflettendo sulla propria azione, modifica le proprie strutture cognitive”
  • 55. Azione Bruner … “L’azione è un modo di farsi una rappresentazione, una codifica del reale. La prima rappresentazione è esecutiva e si basa sull’azione reale, successivamente essa si modifica per essere sostituita da una rappresentazione iconica, cioè dalla forma oggettivizzata di un’immagine, fino a giungere alla rappresentazione simbolica” …
  • 56. Azione Bain … “pensare è trattenersi dall’agire” …
  • 57. Azione Vecchie idee: il controllo posturale ed il controllo sui singoli movimenti erano visti come i mattoni necessari per costruire l’azione Nuove idee: l’azione è l’elemento formativo, il controllo della postura e la produzione dei singoli movimenti sono il risultato Conclusione: l’analisi deve essere fatta sull’azione P. Crenna 1998
  • 58. Azione Ogni azione è caratterizzata dalla presenza di uno scopo Gli stessi movimenti possono essere eseguiti per scopi diversi – gli stessi scopi possono essere raggiunti con movimenti diversi Non il movimento bensì l’azione è l’elemento fondamentale che sta alla base del sistema motorio (Umiltà)
  • 59. L’equivalenza motoria è una proprietà del cervello che ci permette di compiere la stessa prestazione utilizzando effettori differenti Alla base dell’equivalenza motoria vi è l’engramma cioè la rappresentazione centrale dell’atto motorio (Anokhin) che rende la fisionomia dell’atto motorio resistente alle variabili imposte dal mondo fisico (Bernstein)
  • 60. Rappresentazioni corticali motorie cioè organizzazione somatotopica dei movimenti per la costruzione delle azioni Il repertorio motorio è organizzato in atti e non in movimenti elementari (Rizzolatti)
  • 61. Azione e motivazione Azione: movimento organizzato cognitivamente per conseguire un determinato risultato Motivazione : consapevolezza di un bisogno o di un desiderio realizzabile e determinazione a cercare fino a trovare una soluzione operativa in grado di soddisfarlo
  • 62. Prerequisito fondamentale alla rieducazione è la volontà di cambiare vs la paralisi intenzionale (rifiuto esterno e rinuncia interna), terza dimensione della paralisi cerebrale infantile Rieducazione e motivazione
  • 63. • Non voglio: disturbo relazionale • Non so: insufficienza mentale • Non riesco: paralisi cerebrale infantile • Non posso: malattia neuromuscolare
  • 64. La memoria permette di predire le conseguenze di un’azione futura attraverso l’evocazione delle azioni passate (Berthoz 1997) Anticipazione Modelli interni delle proprietà dei segmenti corporei e dell’effetto della forza di gravità sui nostri movimenti permettono di simulare e predire le conseguenze delle nostre azioni
  • 65. Il cervello è un simulatore inventivo in grado di funzionare anche come emulatore delle realtà (Berthoz 1997) Questa proprietà può essere sfruttata ai fini dell’apprendimento: • allenamento mentale (motor imagery) • rieducazione (interiorizzazione ed apprendimento dall’esperienza) • apprendimento per imitazione (neuroni mirror) • influenza degli oggetti (neuroni canonici) • ruolo dell’ambiente (affordances)
  • 66. La corteccia viene utilizzata all’inizio dell’apprendimento e diventa progressivamente più silenziosa poiché l’attività legata ad una semplice ripetizione dell’azione viene trasferita alle strutture sottocorticali e al cervelletto Automatizzazione degli schemi motori in seguito all’esercizio e alla ripetizione della prestazione (Simion e Valenza 1992)
  • 67. Coordinazione: è il processo che consente di padroneggiare i gradi di libertà ridondanti dell’organo in movimento, convertendolo in un sistema controllabile … rappresenta la stessa organizzazione del controllo dell’apparato motorio (Bernstein)
  • 68. Per migliorare il controllo del movimento il cervello si serve di sinergie motorie: • sinergie geneticamente determinate • sinergie apprese
  • 69. Sinergie motorie Repertorio di movimenti e reazioni posturali che coinvolgono gruppi di muscoli in segmenti corporei che lavorano insieme alla costruzione di una data prestazione, coordinati in modo che un unico comando attivi la sequenza complessiva (Bernstein)
  • 70. La progettazione dell’azione attinge ad un vocabolario di movimenti potenziali (sinergie motorie-Bernstein, idee motorie-Rizzolatti) Le stesse strutture sono attivate nella esecuzione e nella immaginazione del movimento
  • 71. Le sinergie di organizzano in strategie Strategia: selezione di una sinergia particolarmente opportuna o di una sequenza di sinergie in grado di costituire un movimento complesso orientato ad uno scopo, cioè un atto motorio
  • 72. Competenza: ciò che riesco a fare spontaneamente, volontariamente, su richiesta, per interesse, per necessità, per mio vantaggio, per dovere, ecc. Efficacia ed efficienza di una funzione adattiva
  • 73. Contestualità: regole formali imposte dalla società in cui vive l’attore che fanno sì che certe prestazioni, per quanto efficaci, vengano inibite perché considerate inadeguate in relazione alla modalità esecutiva ed allo standard di qualità richiesto.
  • 74. Consonanza: l’immagine di abilità che ciascuno di noi vuol mostrare agli altri e che può costituire un vincolo in grado di imporci di rinunciare a compiere attività che pur sappiamo in qualche modo eseguire ma non “bene abbastanza” rispetto allo standard generale delle altre prestazioni che siamo in grado di produrre.
  • 75. Modello di interpretazione del controllo motorio • Programma d’azione • Pianificazione esecutiva • Esecuzione • Consenso all’azione • Anticipazione percettiva • Raccolta di informazioni
  • 76. Nella PCI, gli errori possono riguardare i 3 livelli motori (moduli, prassie, azioni) che costituiscono le componenti centrali (top-down) Vi sono poi le componenti periferiche (bottom- up) (apparato locomotore) di cui il SNC deve tener conto nella progettazione dell’azione; alcune di queste sono la conseguenza degli errori compiuti dal SNC a livello di funzione, altre sono espressione diretta della lesione cerebrale (tipizzazione dei tessuti, trofismo)
  • 77. Nel giudicare una prestazione motoria occorre distinguere: • Difetti (generati dalle componenti top-down o bottom-up) • Compensi interni (soluzioni che il SNC mette in atto per contenere le conseguenze degli errori che non può evitare di commettere) • Supplenze (meccanismi sostitutivi di una funzione di per sé non abbastanza efficace)
  • 78. Nel giudicare una prestazione motoria occorre distinguere: • componenti immodificabili • componenti modificabili: - direttamente - indirettamente
  • 79. Errori caratteristici della PCI valutati a livello della via finale sull’effettore 1. Paralisi = reclutamento motorio ridotto o inefficace di unità motorie 2. Spasticità = anomalo reclutamento di unità motorie, velocità dipendente, in rapporto allo stiramento del muscolo 3. Co-contrazione = retrazione = perdita del normale pattern di inibizione reciproca 4. Modificazione della stiffness passiva del muscolo 5. Stabilità dell’errore commesso
  • 80. Stabilità dell’errore: prerequisito per un intervento terapeutico mirato Es. soggetto spastico / soggetto discinetico
  • 81. La realtà può essere osservata da molti punti di vista e può essere interpretata in maniera diversa a seconda dei modelli di riferimento: è necessario quindi definire di quale teoria del controllo motorio ci si è serviti per determinare la natura dei disordini, stabilire quale è stato il processo che ci ha guidato nella raccolta delle informazioni per la valutazione del paziente e per individuare un progetto ed un programma di trattamento e per la successiva verifica dei risultati. E. Fedrizzi 2005