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1
Università degli Studi
“G. d’Annunzio”
Chieti
Corso di Psicologia Clinica
Prof. Salvatore Sasso
Il Bullismo
a cura del prof. Salvatore Sasso e della Dott.ssa in Psicologia Monica Granato
2
Bullismo
.Le continue sollecitazioni che giungono
dai mezzi di comunicazione di massa,
riportano sempre più frequentemente
episodi di aggressività, di violenza,di
cinismo o, di converso, di depressione, di
smarrimento, di disperazione, della
gioventù odierna.
3
Introduzione
 Prima di affrontare il problema del
bullismo bisogna sapere bene qual
è la natura di questo fenomeno.
 Che cosa si intende per bullismo?
4
Argomenti della
discussione
Le idee principali che
si desidera trattare sono:
Identificazione del problema .
Prevenzione nelle scuole.
Interventi a livello individuale e di
gruppo-classe.
5
Che cosa è il bullismo?
 Un comportamento da <<bullo>>
è un tipo di azione che mira
volontariamente a danneggiare o
far male, a volte dura per
settimane, mesi e persino anni.
6
Che cos’è il bullismo?
 Il termine italiano bullismo è la
traduzione letterale della parola
“bullying”, termine inglese usato nella
letteratura internazionale per connotare
il fenomeno della prepotenza tra pari in
un contesto di gruppo.
 È stato Olweus (1978), ad utilizzare
una definizione più ampia, assumendo
l’idea che il bullismo fosse riferito sia al
gruppo, sia all’individuo.
7
Che cos’ è il bullismo?
 Il bullismo assume forme
differenti:
8
Che cos’è il bullismo?
1. Fisiche : colpire con pugni o
calci, appropriarsi di, o
rovinare, gli effetti di
qualcuno.
9
Che cos’è il bullismo?
1. Verbali: deridere, insultare,
prendere in giro
ripetutamente, fare
affermazioni razziste.
10
Che cos’è il bullismo?
1. Indirette: diffondere
pettegolezzi fastidiosi,
escludere qualcuno da gruppi
di aggregazione.
11
Quali sono gli effetti del
bullismo?
 Un comportamento prepotente
può influenzare negativamente gli
alunni in parecchi modi.
1. Possono provare il desiderio di
non andare a scuola.
2. Perdita di autostima.
3. Sintomi di stress: (mal di
stomaco,mal di testa, incubi o
attacchi d’ansia).
12
Qual’ è l’entità di questo
fenomeno nelle scuole?
 Nel Regno Unito l’indagine più completa,
tutt’oggi, circa i comportamenti bullistici è
stata realizzata nel 1990 da Peter Smith
e Irene Whitney.
 Somministrazione di un questionario.
 Intervista a 2.623 alunni di scuola
elementare e 4.135 alunni di scuola
secondaria inferiore e superiore
indagando sulle loro esperienze di
bullismo durante quel quadrimestre.
13
Tabella n. 1.1
Indagine sui comportamenti bullistici nelle scuole
elementari.
Scuole
elementari
Più di una o
due volte in un
quadrimestre
Almeno una
volta la
settimana
Numero di alunni
che riferirono di
aver subito
prepotenze
27% 10%
Numero di alunni
che riferirono di
aver angariato
altri.
12% 4%
14
Tabella n. 1.2
Indagine sui comportamenti bullistici nelle scuole
secondarie
Scuole medie Più di una due
volte in un
quadrimestre
Almeno una
volta alla
settimana
Numero di
alunni che
riferirono di aver
subito
prepotenze
10% 4%
Numero di
alunni che
riferirono di aver
angariato altri
6% 1%
15
Il rischio psicosociale
 La ricerca in psicologia dello sviluppo negli ultimi
decenni ha rivolto attenzione, come detto, alle
relazioni fra i pari nel contesto scolastico,
riconoscendo che il ruolo che tale opportunità riveste
per lo sviluppo sociale, cognitivo ed affettivo del
bambino (Menesini,1999).
 La qualità delle relazioni tra coetanei risulta un
segnale frequente in un vasto arco di disturbi
psichiatrici e di adattamento.
16
Dove avvengono i soprusi?
 A scuola e intorno a essa.
 Nelle scuole elementari, durante gli intervalli
o le pause per il pranzo.
 Nella scuola media, in tutti gli spazi all’aperto
della scuola, nei corridoi e nelle classi.
17
Chi viene coinvolto?
Possono essere coinvolti tutti come:
1. Agenti o Vittime
Il bullismo nasce tra i diversi componenti di un gruppo.
Il gruppo è strutturato intorno al problema e quindi si
stabiliscono delle relazioni bullistiche.
I “protagonisti” se così li vogliamo identificare sono:
 Bullo
 Vittima
 Gregario
 Difensore della vittima
 Esterni
 Spettatori
18
Quali sono le caratteristiche psicologiche dei
Bulli.
1. Il Bullo dominante: è un ragazzo per lo più maschio, più forte
fisicamente o psicologicamente rispetto ai compagni. Presenta
un’elevata autostima ed è caratterizzato da un atteggiamento verso la
violenza.Si caratterizza per comportamenti aggressivi sia verso i
compagni che verso gli adulti.
2. Il Bullo gregario: è un ragazzo più ansioso del precedente, spesso
con difficoltà a livello di rendimento scolastico, poco popolare nel
gruppo e insicuro. In genere tende a farsi trascinare nel ruolo di
aiutante o sostenitore del bullo poiché questo comportamento può
dargli un’identità all’interno del gruppo.
3. Il Bullo-vittima: è definito anche vittima aggressiva o
provocatrice; pur subendo le prepotenze dei compagni, mostra uno
stile di interazione di tipo reattivo e aggressivo (Olweus, 1993).
Spesso è un bambino emotivo, irritabile e con difficoltà di controllo
delle emozioni; ha atteggiamenti provocatori e iperattivi di fronte agli
attacchi dei compagni.
19
A chi lo raccontano gli alunni?
 Ad un amico o a qualcuno a casa.
 Una parte degli alunni di scuola media non dice a
nessuno di essere vittima dei bulli.
 Gli insegnanti, spesso hanno una percezione poco
in linea con gli alunni, rilevando solo le situazioni
più gravi di natura fisica e sottostimando gli effetti
dei comportamenti di comportamenti verbali e
indiretti.
20
Che cosa ne pensano gli alunni
 La maggior parte degli alunni non
ama i soprusi e vorrebbe essere in
grado di aiutare i compagni.
 Il bullismo fa parte della cultura
degli alunni e per ottenere un
cambiamento significativo bisogna
lavorare in stretta collaborazione
con essi.
21
Livelli di intervento sul fenomeno: Bullismo
Per capire il fenomeno è progettare modalità d’intervento si
considerano:
1. Il gruppo dei pari
2. La relazione educativa tra insegnanti e alunni.
3. La cultura della scuola.
4. Il rapporto con le famiglie.
5. Il sistema complessivo di valori della comunità.
22
Una politica antibullistica
Preside, collegio dei docenti, e amministrazione
Famiglia Insegnanti Bidelli Assistenti
ausiliari.
Singoli Alunni Gruppi
Ai cancelli
della scuola
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Bullismo

  • 1. 1 Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti Corso di Psicologia Clinica Prof. Salvatore Sasso Il Bullismo a cura del prof. Salvatore Sasso e della Dott.ssa in Psicologia Monica Granato
  • 2. 2 Bullismo .Le continue sollecitazioni che giungono dai mezzi di comunicazione di massa, riportano sempre più frequentemente episodi di aggressività, di violenza,di cinismo o, di converso, di depressione, di smarrimento, di disperazione, della gioventù odierna.
  • 3. 3 Introduzione  Prima di affrontare il problema del bullismo bisogna sapere bene qual è la natura di questo fenomeno.  Che cosa si intende per bullismo?
  • 4. 4 Argomenti della discussione Le idee principali che si desidera trattare sono: Identificazione del problema . Prevenzione nelle scuole. Interventi a livello individuale e di gruppo-classe.
  • 5. 5 Che cosa è il bullismo?  Un comportamento da <<bullo>> è un tipo di azione che mira volontariamente a danneggiare o far male, a volte dura per settimane, mesi e persino anni.
  • 6. 6 Che cos’è il bullismo?  Il termine italiano bullismo è la traduzione letterale della parola “bullying”, termine inglese usato nella letteratura internazionale per connotare il fenomeno della prepotenza tra pari in un contesto di gruppo.  È stato Olweus (1978), ad utilizzare una definizione più ampia, assumendo l’idea che il bullismo fosse riferito sia al gruppo, sia all’individuo.
  • 7. 7 Che cos’ è il bullismo?  Il bullismo assume forme differenti:
  • 8. 8 Che cos’è il bullismo? 1. Fisiche : colpire con pugni o calci, appropriarsi di, o rovinare, gli effetti di qualcuno.
  • 9. 9 Che cos’è il bullismo? 1. Verbali: deridere, insultare, prendere in giro ripetutamente, fare affermazioni razziste.
  • 10. 10 Che cos’è il bullismo? 1. Indirette: diffondere pettegolezzi fastidiosi, escludere qualcuno da gruppi di aggregazione.
  • 11. 11 Quali sono gli effetti del bullismo?  Un comportamento prepotente può influenzare negativamente gli alunni in parecchi modi. 1. Possono provare il desiderio di non andare a scuola. 2. Perdita di autostima. 3. Sintomi di stress: (mal di stomaco,mal di testa, incubi o attacchi d’ansia).
  • 12. 12 Qual’ è l’entità di questo fenomeno nelle scuole?  Nel Regno Unito l’indagine più completa, tutt’oggi, circa i comportamenti bullistici è stata realizzata nel 1990 da Peter Smith e Irene Whitney.  Somministrazione di un questionario.  Intervista a 2.623 alunni di scuola elementare e 4.135 alunni di scuola secondaria inferiore e superiore indagando sulle loro esperienze di bullismo durante quel quadrimestre.
  • 13. 13 Tabella n. 1.1 Indagine sui comportamenti bullistici nelle scuole elementari. Scuole elementari Più di una o due volte in un quadrimestre Almeno una volta la settimana Numero di alunni che riferirono di aver subito prepotenze 27% 10% Numero di alunni che riferirono di aver angariato altri. 12% 4%
  • 14. 14 Tabella n. 1.2 Indagine sui comportamenti bullistici nelle scuole secondarie Scuole medie Più di una due volte in un quadrimestre Almeno una volta alla settimana Numero di alunni che riferirono di aver subito prepotenze 10% 4% Numero di alunni che riferirono di aver angariato altri 6% 1%
  • 15. 15 Il rischio psicosociale  La ricerca in psicologia dello sviluppo negli ultimi decenni ha rivolto attenzione, come detto, alle relazioni fra i pari nel contesto scolastico, riconoscendo che il ruolo che tale opportunità riveste per lo sviluppo sociale, cognitivo ed affettivo del bambino (Menesini,1999).  La qualità delle relazioni tra coetanei risulta un segnale frequente in un vasto arco di disturbi psichiatrici e di adattamento.
  • 16. 16 Dove avvengono i soprusi?  A scuola e intorno a essa.  Nelle scuole elementari, durante gli intervalli o le pause per il pranzo.  Nella scuola media, in tutti gli spazi all’aperto della scuola, nei corridoi e nelle classi.
  • 17. 17 Chi viene coinvolto? Possono essere coinvolti tutti come: 1. Agenti o Vittime Il bullismo nasce tra i diversi componenti di un gruppo. Il gruppo è strutturato intorno al problema e quindi si stabiliscono delle relazioni bullistiche. I “protagonisti” se così li vogliamo identificare sono:  Bullo  Vittima  Gregario  Difensore della vittima  Esterni  Spettatori
  • 18. 18 Quali sono le caratteristiche psicologiche dei Bulli. 1. Il Bullo dominante: è un ragazzo per lo più maschio, più forte fisicamente o psicologicamente rispetto ai compagni. Presenta un’elevata autostima ed è caratterizzato da un atteggiamento verso la violenza.Si caratterizza per comportamenti aggressivi sia verso i compagni che verso gli adulti. 2. Il Bullo gregario: è un ragazzo più ansioso del precedente, spesso con difficoltà a livello di rendimento scolastico, poco popolare nel gruppo e insicuro. In genere tende a farsi trascinare nel ruolo di aiutante o sostenitore del bullo poiché questo comportamento può dargli un’identità all’interno del gruppo. 3. Il Bullo-vittima: è definito anche vittima aggressiva o provocatrice; pur subendo le prepotenze dei compagni, mostra uno stile di interazione di tipo reattivo e aggressivo (Olweus, 1993). Spesso è un bambino emotivo, irritabile e con difficoltà di controllo delle emozioni; ha atteggiamenti provocatori e iperattivi di fronte agli attacchi dei compagni.
  • 19. 19 A chi lo raccontano gli alunni?  Ad un amico o a qualcuno a casa.  Una parte degli alunni di scuola media non dice a nessuno di essere vittima dei bulli.  Gli insegnanti, spesso hanno una percezione poco in linea con gli alunni, rilevando solo le situazioni più gravi di natura fisica e sottostimando gli effetti dei comportamenti di comportamenti verbali e indiretti.
  • 20. 20 Che cosa ne pensano gli alunni  La maggior parte degli alunni non ama i soprusi e vorrebbe essere in grado di aiutare i compagni.  Il bullismo fa parte della cultura degli alunni e per ottenere un cambiamento significativo bisogna lavorare in stretta collaborazione con essi.
  • 21. 21 Livelli di intervento sul fenomeno: Bullismo Per capire il fenomeno è progettare modalità d’intervento si considerano: 1. Il gruppo dei pari 2. La relazione educativa tra insegnanti e alunni. 3. La cultura della scuola. 4. Il rapporto con le famiglie. 5. Il sistema complessivo di valori della comunità.
  • 22. 22 Una politica antibullistica Preside, collegio dei docenti, e amministrazione Famiglia Insegnanti Bidelli Assistenti ausiliari. Singoli Alunni Gruppi Ai cancelli della scuola Momenti di incontri collettivi Attività didattica in aula Intervalli, pause pranzo, cortile,toilette, dintorni della scuola