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Il simbolismo europeo
•Il poeta cerca un rapporto con il mondo tramite i sensi piuttosto che
con la ragione.
•Attraverso la sregolatezza di tutti i sensi il poeta coglie una verità
oscura e indefinita, ignota ai più.
•Questa verità può essere resa solo attraverso allusioni, suggestioni
musicali, magia della parola.
•La poesia assume allora un valore superiore, tendente all’assoluto,
sciogliendo ogni legame con il mondo delle cose, con i valori della
morale e della società.
•A livello linguistico questa assolutezza si esprime come oscurità e
distanza dal linguaggio delle cose comuni.
•A livello formale oltre alla musicalità e alla ricerca di effetti
fonosimbolici, (su cui vedi nella poetica del decadentismo), abbiamo la
teorizzazione del verso libero (Mallarmè).
Il Decadentismo europeo
      Il Decadentismo come civiltà culturale

      Tratti fondamentali
      •Rifiuto del metodo razionale
      •Soggettivismo e individualismo
      •La scoperta dell’inconscio
      •Il ricorso al simbolismo
      •L’arte per l’arte
      •Il poeta come profeta e vate
La visione del mondo decadente
• Il rifiuto del positivismo
• Il mistero
• Le corrispondenze e analogie tra tutte le
  cose
• L’inconscio: stati abnormi della coscienza
  come strumenti conoscitivi.
• Io e mondo come realtà indistinte: il
  panismo e le epifanie.
Temi e miti della letteratura
               decadente
•   L’ammirazione per le epoche di decadenza.
•   La sensibilità nevrastenica e la malattia.
•   La morte e il vitalismo superomista.
•   Il rifiuto aristocratico della normalità.
•   Gli eroi decadenti:
    - il maledetto
    - l’esteta
    - l’inetto a vivere
    - la donna fatale
    - il “fanciullino” pascoliano
    - il superuomo dannunziano
La poetica del Decadentismo
• Il poeta veggente e l’estetismo: l’arte è voce del mistero che
    obbedisce a sollecitazioni profonde.
• La poesia come arte pura: l’arte rifugge dalla rappresentazione
    della realtà storica e sociale.
• La rivoluzione del linguaggio poetico: il valore suggestivo e
  magico della parola, l’oscurità enigmatica.
• Tecniche espressive: la musicalità del verso mira a produrre
    nell’animo decadente vere e proprie estasi (Arte poetica di Verlaine)
• Il linguaggio metaforico:             la metafora non lega più solo oggetti
    somiglianti, ma crea nuove associazioni tra realtà lontane.
•   Il simbolo: diverso dall’allegoria medievale dove la corrispondenza
    significante/significato è chiara, è oscuro e misterioso, allusivo, polisemico.
•   La sinestesia: è la fusione di sensazioni (uditive, visive, tattili etc.) che
    rimanda ad una rete di relazioni simboliche che presuppone l’unità del tutto.
• La fusione delle arti: coerente con il panismo mira a realizzare
    un’arte totale fondendo parola, musica e azione scenica
    (Gesamtkunstwerk di R. Wagner)
Il poeta vate
In una prima accezione il vate è il poeta
che guida le masse, il profeta che
guida il processo storico in nome di ideali
umani alti e ispirati (Hugo, Carducci)

In D’Annunzio però la figura del poeta –                          Giosuè Carducci
vate assume un’altra accezione:
quella del demagogo che disprezza le
masse, ma al contempo le esalta e le
spinge al massacro nella Grande Guerra.

 Infine, in una terza accezione, il poeta-vate è il
 veggente, il sacerdote interprete
 privilegiato dei profondi segreti della natura.
 Questo terzo senso è quello dei simbolisti
 francesi, ben rappresentato nella citazione da
 Rimbaud
« Io dico che bisogna esser veggente, farsi veggente.
Il Poeta si fa veggente attraverso un lungo, immenso, ragionato
disordine di tutti i sensi. »
A.Rimbaud, da Lettera del Veggente)                               Gabriele D’Annunzio
La nuova figura dell’artista
                        Il maledetto, il dandy
  Nella società di massa l’artista perde il suo ruolo centrale. Il suo
  prodotto, l’arte, è vista come una merce tra le altre. Questa perdita di
  centralità è vissuta come la perdita dell’aureola (Baudelaire- Lo Spleen
  di Parigi, 1868), la desacralizzazione dell’arte.
  Il poeta maledetto rifiuta la società borghese, mar-
  cando la propria diversità assumendo stili di vita
  marginali e dissoluti, ai limiti del suicidio, cercando
  con Baudelaire, la sregolatezza dei sensi, dando
  scandalo e abusando di droghe- Baudelaire, Rimbaud;
  Verlaine, i poeti scapigliati)
Il dandy è l’esteta raffinato ed eccentrico, che
si compiace di meravigliare il pubblico con at-
teggiamenti, modi di vivere e vestire, esibendo
la propria diversità per servirsene come trampo-
lino per il successo – Byron, Wilde, Des Esseintes,
Andrea Sperelli)
                                                            Andrea Sperelli, il dandy protagonista
                                                            del romanzo Il Piacere di D’Annunzio
                                                            e Charles Baudelaire

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Simbolismo e decadentismo. Il vate e il dandy

  • 1. Il simbolismo europeo •Il poeta cerca un rapporto con il mondo tramite i sensi piuttosto che con la ragione. •Attraverso la sregolatezza di tutti i sensi il poeta coglie una verità oscura e indefinita, ignota ai più. •Questa verità può essere resa solo attraverso allusioni, suggestioni musicali, magia della parola. •La poesia assume allora un valore superiore, tendente all’assoluto, sciogliendo ogni legame con il mondo delle cose, con i valori della morale e della società. •A livello linguistico questa assolutezza si esprime come oscurità e distanza dal linguaggio delle cose comuni. •A livello formale oltre alla musicalità e alla ricerca di effetti fonosimbolici, (su cui vedi nella poetica del decadentismo), abbiamo la teorizzazione del verso libero (Mallarmè).
  • 2. Il Decadentismo europeo Il Decadentismo come civiltà culturale Tratti fondamentali •Rifiuto del metodo razionale •Soggettivismo e individualismo •La scoperta dell’inconscio •Il ricorso al simbolismo •L’arte per l’arte •Il poeta come profeta e vate
  • 3. La visione del mondo decadente • Il rifiuto del positivismo • Il mistero • Le corrispondenze e analogie tra tutte le cose • L’inconscio: stati abnormi della coscienza come strumenti conoscitivi. • Io e mondo come realtà indistinte: il panismo e le epifanie.
  • 4. Temi e miti della letteratura decadente • L’ammirazione per le epoche di decadenza. • La sensibilità nevrastenica e la malattia. • La morte e il vitalismo superomista. • Il rifiuto aristocratico della normalità. • Gli eroi decadenti: - il maledetto - l’esteta - l’inetto a vivere - la donna fatale - il “fanciullino” pascoliano - il superuomo dannunziano
  • 5. La poetica del Decadentismo • Il poeta veggente e l’estetismo: l’arte è voce del mistero che obbedisce a sollecitazioni profonde. • La poesia come arte pura: l’arte rifugge dalla rappresentazione della realtà storica e sociale. • La rivoluzione del linguaggio poetico: il valore suggestivo e magico della parola, l’oscurità enigmatica. • Tecniche espressive: la musicalità del verso mira a produrre nell’animo decadente vere e proprie estasi (Arte poetica di Verlaine) • Il linguaggio metaforico: la metafora non lega più solo oggetti somiglianti, ma crea nuove associazioni tra realtà lontane. • Il simbolo: diverso dall’allegoria medievale dove la corrispondenza significante/significato è chiara, è oscuro e misterioso, allusivo, polisemico. • La sinestesia: è la fusione di sensazioni (uditive, visive, tattili etc.) che rimanda ad una rete di relazioni simboliche che presuppone l’unità del tutto. • La fusione delle arti: coerente con il panismo mira a realizzare un’arte totale fondendo parola, musica e azione scenica (Gesamtkunstwerk di R. Wagner)
  • 6. Il poeta vate In una prima accezione il vate è il poeta che guida le masse, il profeta che guida il processo storico in nome di ideali umani alti e ispirati (Hugo, Carducci) In D’Annunzio però la figura del poeta – Giosuè Carducci vate assume un’altra accezione: quella del demagogo che disprezza le masse, ma al contempo le esalta e le spinge al massacro nella Grande Guerra. Infine, in una terza accezione, il poeta-vate è il veggente, il sacerdote interprete privilegiato dei profondi segreti della natura. Questo terzo senso è quello dei simbolisti francesi, ben rappresentato nella citazione da Rimbaud « Io dico che bisogna esser veggente, farsi veggente. Il Poeta si fa veggente attraverso un lungo, immenso, ragionato disordine di tutti i sensi. » A.Rimbaud, da Lettera del Veggente) Gabriele D’Annunzio
  • 7. La nuova figura dell’artista Il maledetto, il dandy Nella società di massa l’artista perde il suo ruolo centrale. Il suo prodotto, l’arte, è vista come una merce tra le altre. Questa perdita di centralità è vissuta come la perdita dell’aureola (Baudelaire- Lo Spleen di Parigi, 1868), la desacralizzazione dell’arte. Il poeta maledetto rifiuta la società borghese, mar- cando la propria diversità assumendo stili di vita marginali e dissoluti, ai limiti del suicidio, cercando con Baudelaire, la sregolatezza dei sensi, dando scandalo e abusando di droghe- Baudelaire, Rimbaud; Verlaine, i poeti scapigliati) Il dandy è l’esteta raffinato ed eccentrico, che si compiace di meravigliare il pubblico con at- teggiamenti, modi di vivere e vestire, esibendo la propria diversità per servirsene come trampo- lino per il successo – Byron, Wilde, Des Esseintes, Andrea Sperelli) Andrea Sperelli, il dandy protagonista del romanzo Il Piacere di D’Annunzio e Charles Baudelaire