GLI EROI CONTRO LA MAFIA: GIUSEPPE FAVA

Maria pia Dell'Erba
Gli EROI contro la MAFIA
“Io ho assistito a una strage mafiosa, per un pelo sono salvo. E mi sono salvato perché sono
rimasto al bancone del bar della sparatoria invece di avvicinarmi a colui che mi aveva invitato
al tavolo e venne crivellato di colpi. Era un capo mafioso e io non lo sapevo! La borghesia col
suo silenzio è stata complice: ha fatto sempre finta di non sapere.”
(Andrea Camilleri)
Le ricorrenze
 Le ricorrenze sono celebrazioni, dedicate a persone o ad avvenimenti che si
susseguono ogni anno.
 Grazie alle ricorrenze possiamo ricordare ciò che è accaduto nel passato per
richiamare alla memoria uomini e donne che hanno lottato contro la mafia e che
hanno sacrificato la propria vita, per la libertà e la giustizia dello Stato; tra i tanti
eroi possiamo citare: Pippo Fava, Pasquale Almerico, Cosimo Cristina, De Mauro,
Cesare Terranova, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Piersanti Mattarella, Rocco Chinnici,
Falcone e Borsellino
www.giuseppelumia.it/201
4/pippo-fava-credeva-nel-
giornalismo-che-apre-gli-
occhi/
notizie.tiscali.it/cronaca/art
icoli/De-Mauro-Cassazione-
ucciso-dalla-mafia-00001/
Fava De Mauro
it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Albert
o_dalla_Chiesa
Dalla Chiesa
it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Falcone
Falcone
it.wikipedia.org/wiki/Paolo_Borsell
ino
Borsellino
GIUSEPPE FAVA
 È stato il secondo intellettuale a essere ucciso da cosa nostra dopo
Giuseppe Impastato. Nel 1980 gli venne affidata la direzione del
Giornale del Sud però dopo diverso tempo, a causa dei contenuti
espliciti contro le organizzazioni mafiose, il direttore decise di
licenziarlo.
 Così rimasto senza lavoro, da lì a poco insieme ai suoi
collaboratori fondò una cooperativa, dalla quale ogni settimana
veniva pubblicata una rivista “I Siciliani”. Fava lavorava con degli
studenti che insieme a lui decisero di lottare contro la mafia.
Diventò subito una delle esperienze decisive per il movimento
antimafia. Le inchieste della rivista diventarono un caso politico e
giornalistico.
 Pur sapendo che quello che stesse facendo non andava bene alla
“mafia”, continuò imperterrito.
GIUSEPPE FAVA
www.diariodivic.it/chi-era-giuseppe-fava-il-giornalista-ucciso-dalla-mafia/catania.livesicilia.it/2014/01/05/delitto-e-movente-secondo-la-sicilia_275468/
Le ultime parole di Pippo Fava registrate da una telecamera, furono durante un’ intervista
di Enzo Biagi il 28 Dicembre 1983.
“Otto giorni dopo cinque colpi di pistola calibro 7,65 trapassavano da tempia a tempia il
cranio di Pippo Fava, alle ore 22 del 5 Gennaio. Fava appena uscito dalla redazione del
giornale stava andando al teatro Verga di Catania per assistere a uno spettacolo in cui la
nipotina Francesca avrebbe recitato un’opera di Pirandello.
Solo parecchi anni dopo, l’assassino avrebbe confessato e ricordato quell’intervista”
L’ultima intervista fatta da Enzo Biagi
a Giuseppe Fava
MAURO DE MAURO
 De Mauro era un pugliese di cinquant’anni che lavorava presso il giornale
comunista «L’Ora» ed era un autore di clamorose inchieste sulla mafia. Le sue
idee politiche erano molto diverse rispetto a quelle di Fava, infatti era
militante di destra e combatteva per la Repubblica di Salò.
 Pur avendo due pensieri politici differenti, i due giornalisti conducevano una
vita molto simile, un’identica caparbietà nel non rassegnarsi alle censure del
potere lottando contro le organizzazioni mafiose mettendo in pericolo la loro
stessa vita.
 Del resto un giornalista antimafia, come loro, era consapevole di essere nel
mirino di Cosa Nostra.
 Le conseguenze riguardanti le sue indagini antimafia arrivarono ben presto: la
sera del 16 settembre del 1970, tre uomini si fecero trovare davanti casa sua
e quando lui arrivò, lo invitarono ad entrare in macchina con loro. Quella fu
l’ultima volta che De Mauro venne visto. Probabilmente quel famoso 16
settembre fu anche il giorno della sua morte.
 «Nel momento in cui sta per passare ad un altro giornale, egli stringe in punto l'affare
sensazionale, la soluzione del mistero che nessuno prima di lui ha potuto risolvere o
ha avuto il coraggio di affrontare. Forse appunto la droga, forse la soluzione della
tragica morte di Enrico Mattei. Alla vigilia di questo colpo sensazionale egli scompare,
come se fosse stato letteralmente cancellato dalla Terra. Probabilmente anche De
Mauro, quando quelle tre ombre umane gli si accostarono per invitarlo a risalire sulla
sua auto, credette di andare ad un appuntamento segreto. Certamente conosceva
qualcuno di quei tre e non immaginò che lo stesse portando a morire.»
 Giuseppe Fava, Mafia. Da Giuliano Dalla Chiesa,1984
internetepolitica.blogosfere.it/post/411214/o
micidio-de-mauro-sentenza-ucciso-perche-
sapeva-troppo-sulla-morte-dolosa-di-enrico-
mattei
CARLO ALBERTO DALLA CHIESA
Figlio di un generale dei carabinieri, laureato in
giurisprudenza e successivamente anche in scienze
politiche, entrò all'Arma durante la seconda guerra
mondiale e partecipò alla Resistenza.
dopo la guerra combattè il banditismo prima in
Campania e poi in Sicilia. Durante la sua vita
affrontò vittoriosamente il terrorismo e cercò di
entrare alla loggia P2 per scoprirne i vari segreti
anche se la sua domanda di iscrzione non fu mai
accettata per paura che potesse entrare come
'infiltrato'.
Grazie alla sua lotta contro le Brigate Rosse e ai
centinaia di interrogatori diede inizio ad una
mappa dell'occulto.
Successivamnte venne trasferito a Palermo come
prefetto.
 "Rispetto agli altri che erano caduti prima di lui, egli aveva in più un prestigio mistico, ma
soprattutto stava per avere in pugno gli strumenti giuridici, le armi decisive per condurre la
lotta fino in fondo: quei superpoteri che incredibilmente lo stato continuava negargli e che
tuttavia alla fine avrebbe dovuto cedergli. Dalla Chiesa commise un solo errore. Di vanità.
Gli piaceva trasformare la lotta in guerra aperta. Tutto questo contro un avversario che era
sempre sottoterra. La guerra contro un tale nemico è oscura e senza gloria e infinitamente
più terribile, di ogni altra"
Da «I Siciliani», 1983
 Queste sono le parole usate da Fava per raccontare la tragica storia di Dalla Chiesa, una delle
tante che si sono susseguite nel corso di quegli anni colmi di sangue e di sofferenze.
 Con la sua passione e la sua caparbietà, Dalla Chiesa andò in contro alla morte. Come disse lo
stesso Fava la mafia, temendolo, decise di ucciderlo nel modo più banale e con una semplicità
quasi illusoria:
 il 3 settembre del 1982 mentre si trovava in macchina con sua moglie seguia dalla vettura di
sicurezza con a bordo il suo agente, le due macchine furono affiancate da dei motorini e da
una BMV che iniziarono a sparare fino ad ucciderli.
Realizzato da Marianna Zimbone,
Anastasio Giulia, Daria Finocchiaro
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GLI EROI CONTRO LA MAFIA: GIUSEPPE FAVA

  • 1. Gli EROI contro la MAFIA “Io ho assistito a una strage mafiosa, per un pelo sono salvo. E mi sono salvato perché sono rimasto al bancone del bar della sparatoria invece di avvicinarmi a colui che mi aveva invitato al tavolo e venne crivellato di colpi. Era un capo mafioso e io non lo sapevo! La borghesia col suo silenzio è stata complice: ha fatto sempre finta di non sapere.” (Andrea Camilleri)
  • 2. Le ricorrenze  Le ricorrenze sono celebrazioni, dedicate a persone o ad avvenimenti che si susseguono ogni anno.  Grazie alle ricorrenze possiamo ricordare ciò che è accaduto nel passato per richiamare alla memoria uomini e donne che hanno lottato contro la mafia e che hanno sacrificato la propria vita, per la libertà e la giustizia dello Stato; tra i tanti eroi possiamo citare: Pippo Fava, Pasquale Almerico, Cosimo Cristina, De Mauro, Cesare Terranova, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Piersanti Mattarella, Rocco Chinnici, Falcone e Borsellino www.giuseppelumia.it/201 4/pippo-fava-credeva-nel- giornalismo-che-apre-gli- occhi/ notizie.tiscali.it/cronaca/art icoli/De-Mauro-Cassazione- ucciso-dalla-mafia-00001/ Fava De Mauro it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Albert o_dalla_Chiesa Dalla Chiesa it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Falcone Falcone it.wikipedia.org/wiki/Paolo_Borsell ino Borsellino
  • 3. GIUSEPPE FAVA  È stato il secondo intellettuale a essere ucciso da cosa nostra dopo Giuseppe Impastato. Nel 1980 gli venne affidata la direzione del Giornale del Sud però dopo diverso tempo, a causa dei contenuti espliciti contro le organizzazioni mafiose, il direttore decise di licenziarlo.  Così rimasto senza lavoro, da lì a poco insieme ai suoi collaboratori fondò una cooperativa, dalla quale ogni settimana veniva pubblicata una rivista “I Siciliani”. Fava lavorava con degli studenti che insieme a lui decisero di lottare contro la mafia. Diventò subito una delle esperienze decisive per il movimento antimafia. Le inchieste della rivista diventarono un caso politico e giornalistico.  Pur sapendo che quello che stesse facendo non andava bene alla “mafia”, continuò imperterrito.
  • 4. GIUSEPPE FAVA www.diariodivic.it/chi-era-giuseppe-fava-il-giornalista-ucciso-dalla-mafia/catania.livesicilia.it/2014/01/05/delitto-e-movente-secondo-la-sicilia_275468/ Le ultime parole di Pippo Fava registrate da una telecamera, furono durante un’ intervista di Enzo Biagi il 28 Dicembre 1983. “Otto giorni dopo cinque colpi di pistola calibro 7,65 trapassavano da tempia a tempia il cranio di Pippo Fava, alle ore 22 del 5 Gennaio. Fava appena uscito dalla redazione del giornale stava andando al teatro Verga di Catania per assistere a uno spettacolo in cui la nipotina Francesca avrebbe recitato un’opera di Pirandello. Solo parecchi anni dopo, l’assassino avrebbe confessato e ricordato quell’intervista”
  • 5. L’ultima intervista fatta da Enzo Biagi a Giuseppe Fava
  • 6. MAURO DE MAURO  De Mauro era un pugliese di cinquant’anni che lavorava presso il giornale comunista «L’Ora» ed era un autore di clamorose inchieste sulla mafia. Le sue idee politiche erano molto diverse rispetto a quelle di Fava, infatti era militante di destra e combatteva per la Repubblica di Salò.  Pur avendo due pensieri politici differenti, i due giornalisti conducevano una vita molto simile, un’identica caparbietà nel non rassegnarsi alle censure del potere lottando contro le organizzazioni mafiose mettendo in pericolo la loro stessa vita.  Del resto un giornalista antimafia, come loro, era consapevole di essere nel mirino di Cosa Nostra.  Le conseguenze riguardanti le sue indagini antimafia arrivarono ben presto: la sera del 16 settembre del 1970, tre uomini si fecero trovare davanti casa sua e quando lui arrivò, lo invitarono ad entrare in macchina con loro. Quella fu l’ultima volta che De Mauro venne visto. Probabilmente quel famoso 16 settembre fu anche il giorno della sua morte.
  • 7.  «Nel momento in cui sta per passare ad un altro giornale, egli stringe in punto l'affare sensazionale, la soluzione del mistero che nessuno prima di lui ha potuto risolvere o ha avuto il coraggio di affrontare. Forse appunto la droga, forse la soluzione della tragica morte di Enrico Mattei. Alla vigilia di questo colpo sensazionale egli scompare, come se fosse stato letteralmente cancellato dalla Terra. Probabilmente anche De Mauro, quando quelle tre ombre umane gli si accostarono per invitarlo a risalire sulla sua auto, credette di andare ad un appuntamento segreto. Certamente conosceva qualcuno di quei tre e non immaginò che lo stesse portando a morire.»  Giuseppe Fava, Mafia. Da Giuliano Dalla Chiesa,1984 internetepolitica.blogosfere.it/post/411214/o micidio-de-mauro-sentenza-ucciso-perche- sapeva-troppo-sulla-morte-dolosa-di-enrico- mattei
  • 8. CARLO ALBERTO DALLA CHIESA Figlio di un generale dei carabinieri, laureato in giurisprudenza e successivamente anche in scienze politiche, entrò all'Arma durante la seconda guerra mondiale e partecipò alla Resistenza. dopo la guerra combattè il banditismo prima in Campania e poi in Sicilia. Durante la sua vita affrontò vittoriosamente il terrorismo e cercò di entrare alla loggia P2 per scoprirne i vari segreti anche se la sua domanda di iscrzione non fu mai accettata per paura che potesse entrare come 'infiltrato'. Grazie alla sua lotta contro le Brigate Rosse e ai centinaia di interrogatori diede inizio ad una mappa dell'occulto. Successivamnte venne trasferito a Palermo come prefetto.
  • 9.  "Rispetto agli altri che erano caduti prima di lui, egli aveva in più un prestigio mistico, ma soprattutto stava per avere in pugno gli strumenti giuridici, le armi decisive per condurre la lotta fino in fondo: quei superpoteri che incredibilmente lo stato continuava negargli e che tuttavia alla fine avrebbe dovuto cedergli. Dalla Chiesa commise un solo errore. Di vanità. Gli piaceva trasformare la lotta in guerra aperta. Tutto questo contro un avversario che era sempre sottoterra. La guerra contro un tale nemico è oscura e senza gloria e infinitamente più terribile, di ogni altra" Da «I Siciliani», 1983  Queste sono le parole usate da Fava per raccontare la tragica storia di Dalla Chiesa, una delle tante che si sono susseguite nel corso di quegli anni colmi di sangue e di sofferenze.  Con la sua passione e la sua caparbietà, Dalla Chiesa andò in contro alla morte. Come disse lo stesso Fava la mafia, temendolo, decise di ucciderlo nel modo più banale e con una semplicità quasi illusoria:  il 3 settembre del 1982 mentre si trovava in macchina con sua moglie seguia dalla vettura di sicurezza con a bordo il suo agente, le due macchine furono affiancate da dei motorini e da una BMV che iniziarono a sparare fino ad ucciderli.
  • 10. Realizzato da Marianna Zimbone, Anastasio Giulia, Daria Finocchiaro