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Prelios riacquista il 20% dei «bad loans» Agricole
STRATEGIE In corso la valutazione per definire l'esborso
OBIETTIVI Il gruppo immobiliare getta nuove basi per il rilancio
industriale e per diventare un gestore puro di servizi
Un passo necessario per puntare sempre di più sul settore dei Non
performing loans. È questo l'obiettivo alla base del riacquisto da
parte di Prelios del 20% del capitale di Prelios Credit Servicing
da Credit Agricole per tornare così azionista al 100% della
controllata. Un'operazione in linea con la strategia aziendale del
nuovo azionista - la Feidos 11, società partecipata dalla Feidos
di Massimo Caputi, dalle famiglie Rovati, Diaz della Vittoria
Pallavicini e Cornetto Bourlot -, focalizzata al rilancio
industriale del gruppo tramite l'uscita dagli investimenti diretti
nel real estate per diventare un puro gestore di servizi. Si
rafforza così la piattaforma di servizi costituita da sette OpCo
(operating company) che, oltre al braccio dedicato al credit
servicing, conta Agency, Valuations, Property & Project, Sgr e la
piattaforma tedesca suddivisa in residenziale e commerciale.
L'accordo prevede l'uscita di Prelios dai co-investimenti negli
Npl ancora detenuti in joint venture con Credit Agricole,
mantenendo però sugli stessi i servizi di master servicing, di
corporate servicing e di junior noteholder representative. Ed è
proprio il valore di tali investimenti a essere oggi oggetto di
valutazione per definire l'esborso di Prelios a Credit Agricole.
Funzionali al cambiamento sono anche le manovre sui vertici della
società controllata: a fianco del presidente Attilio Zimatore,
nominato da qualche mese, è stato promosso amministratore delegato
Riccardo Serrini, ex direttore generale della Sgr.
Nell'ultimo anno Prelios credit servicing ha concluso quattro
nuovi contratti conto terzi per oltre 1,2 miliardi di euro, che ha
portato a 8,7 miliardi a fine 2012 il valore lordo dei portafogli
gestiti (composti da 130mila linee di credito). Uno degli ultimi
mandati è arrivato da Jupiter Finance, società del gruppo Cir, per
la gestione di due portafogli. E secondo alcune indiscrezioni che
circolano sul mercato la societa' starebbe finalizzando un accordo
con un grande fondo estero per creare una piattaforma di
investimenti nel settore in Italia. E rafforzare la scelta
industriale, nella speranza che sia la strada giusta per il
rilancio.
The New Prelios – Main Milestones of the Feidos’s
deal
Following a short recap of the Prelios’s deal milestones:
After months of complex work, advisors, banks, Pirelli, Camfin,
Feidos 11 have agreed on the industrial plan to relaunch the
company that up until 2007 had been the star of the Italian real
estate sector (former Pirelli Real Estate).
The deal implied hard work. It all started in 2012 when Lazard was
appointed by the company to look for an industrial and financial
partner able to regenerate and develop the business of Prelios,
whose President, Marco Tronchetti Provera, was deeply involved.
Lazard soon identified two potential partners: the American
Fortress Fund, working in Italy as Italfondiario, and the Italian
Club deal, Feidos 11.
All the main Italian players declined the invitation and stood by
watching events.
In October 2012 Prelios chose to deal on an exclusive basis with
Feidos 11 appreciating its less aggressive offer and the
commitment of a European team of experienced manager;
in November 2012 Prelios and Feidos signed the Memorandum of
Understanding;
the frame of agreement was signed in December 2012 and so was the
termsheet with the final agreements on March 27th 2013. All
parties committed to complete the transaction by May 2013;
Feidos 11 was formally founded as a club deal incorporating solid
and creative managers from Europe and important investors (Massimo
Caputi, Diaz della Vittoria, Rovati, Cornetto Bourlot);
In February at the Cannes Mipim Prelios’ stand was particularly
targeted: foreign investors appreciated the new management,
operators regarded the company with renewed interest, many
international investors looked at Prelios’ assets in Germany with
attention.
On March 27th 2013 Prelios’ Board of Directors approved the plan
to relaunch the company: the transaction envisages a capital
increase of 185 million euro in total, ensuring at least 100 €/mln
of new resources to be subscribed in cash by the parties – Feidos
11 , Pirelli & C., the market, Unicredit, Intesa San Paolo and the
current parties of Prelios’ shareholder agreement led by Camfin-.
The transaction also comprises an agreement with the lending
entities: a 250€/mln senior loan and a 280€/mln of convertible
bonds. The shareholders meeting on May 8th appointed the new Board
of Directors, launched the capital increase and appointed Massimo
Caputi Deputy Chairman of Prelios.
Il Giornale - Massimo Restelli - 23/05/2013 pg. 26 ed. Nazionale
«Prelios punta sui servizi per crescere in Europa»
L'intervista a Massimo Caputi
Il vicepresidente: «L'aumento è sufficiente. La sede di Rcs?
Preferiamo soluzioni già a reddito» Mercato "Sarà debole, subito
intese per attrarre gli stranieri Imu Il rinvio non scioglie il
nodo. Catasto da rivedere Crediti deteriorati Le banche non devono
venderli ma gestirli
Il mercato immobiliare italiano, ridotto in macerie dalla
recessione e colpito dall'introduzione dell'Imu, «non ha le forze
per riprendersi nel medio periodo». L'avvertimento è di Massimo
Caputi che con la sua Feidos è impegnato, insieme con altri
investitori, nel rilancio di Prelios, l'ex Pirelli Re. Molti i
fattori critici del settore da risolvere, dall'enorme offerta di
uffici e abitazioni alla scarsità del credito reso disponibile
dalle banche, già alle prese con 120 miliardi di sofferenze.
Caputi rifocalizzerà quindi Prelios, di cui è vicepresidente con
delega allo sviluppo, sul mondo dei servizi: a giugno scatterà un
aumento di capitale da 185 milioni al prezzo di 0,059 euro. Come
si esce da questo circolo vizioso? «In Italia mancano gli
investitori esteri. Stando alle statistiche, il nostro Paese
dovrebbe rappresentare il 2% degli investimenti immobiliari
complessivi a livello mondiale; oggi invece si ferma a meno del 2
per mille contro l'8% della Germania. Spero che il governo Letta
introduca misure agevolative in grado di convincere i soggetti
internazionali, come è accaduto in Francia, dove è stata varata
una fiscalità di vantaggio per i Paesi arabi. Esiste, però, un
elemento di positività perché i grandi operatori non considerano
più l'Italia a rischio euro e, quindi, stanno aprendo una finestra
di interesse sul nostro Paese, visti gli elevati rendimenti: il
dato medio sul terziario, in termini di canone lordo di affitto,
si attesta all'8% contro il 6% della Germania e il 4%
dell'Inghilterra». Eppure gli Emiri del Qatar, dopo aver rilevato
i resort della Costa Smeralda, sono entrati in forze nel progetto
Porta Nuova di Milano. «Occorre analizzare l'investimento nei
dettagli per capire su quale tipo di asset hanno concentrato
l'attenzione». City Life, Porta Nuova, Santa Giulia: com'è
possibile vendere tanti immobili senza deprimere ancora i prezzi?
«Il problema è proprio questo, a Milano nel medio periodo ci sarà
una marcata eccedenza di offerta d'uffici: la stessa
delocalizzazione delle sede di Unicredit libererà oltre 20 palazzi
che i proprietari faranno fatica ad affittare, anche perché
necessitano di ristrutturazione dal punto di vista energetico. Il
capoluogo lombardo è però un caso unico, nel resto d'Italia la
lentezza della burocrazia ha rallentato molti progetti di
sviluppo, con l'esito involontario di aiutare a calmierare la
crisi. In ogni caso è inutile continuare ad edificare, meglio
puntare sul riutilizzo dell'esistente e riconvertire; si riducono
i costi d'infrastruttura e si migliora l'efficienza energetica».
Ma le banche sono alle prese con crediti immobiliari non più
esigibili, e vogliono disfarsene... «Il consiglio che dò alle
banche è di non cedere i non performing loan , ma di valorizzare
questi asset. In passato i crediti si potevano vendere in blocco,
ma oggi il prezzo sarebbe a forte sconto e quindi notevole
l'impatto sul bilancio. La soluzione è, invece, quella di
"valorizzare"; significa che la banca deve andare a gestire il
problema con delle joint venture dedicate. Prelios è molto attiva
su questo fronte». Che cosa pensa del rinvio dell'Imu sulla prima
casa? «Se l'esecutivo non compone un quadro definitivo è soltanto
un rinvio di spesa. La cosa più complessa è determinare un
corretto ed equo valore catastale». E l'idea dello Stato di fare
cassa con gli immobili? «Il governo dovrebbe identificare delle
forme innovative per completare il piano di cessioni. Londra, per
esempio, non vende i propri cespiti, ma li concede in long lease ,
con contratti anche di 100 anni di durata; in questo modo si
assicura il rendimento e resta proprietario». A giugno Prelios
affronterà un aumento di capitale da 185 milioni, come saranno
impiegate le risorse? «Saranno destinate alla crescita in Europa
nell'ambito dei servizi integrati immobiliari. Prelios non farà
più investimenti diretti, sarà un gruppo di servizi puro, anche
tramite il potenziamento delle nostre otto società operative (5 in
Italia, 2 in Germania e 1 in Polonia)». Chiederete altra finanza?
«No, non è previsto». Quanto vale il portafoglio? «La holding
quotata ha un patrimonio immobiliare di 600 milioni ed è quindi in
grado di ripagare sia il debito sia il convertendo; mentre il
gruppo gestisce masse per 10 miliardi, divise a metà tra Italia e
Germania». Dove sono i margini maggiori? «Il valore aggiunto è
l'integrazione totale di tutti i servizi: immobiliare,
manutenzione e valorizzazione degli asset, agency corporate e
crediti non performing. Oggi Prelios fattura 130 milioni nei
servizi, impiegando 850 persone, l'obiettivo a 4 anni è salire a
190 milioni con mille addetti, divisi a metà tra Italia e
Germania». Farete un'offerta per la sede del Corriere della Sera ?
«Guardiamo con interesse tutte le opportunità, ma siamo
focalizzati su quelle immediatamente a reddito per conto di
investitori esteri».
Il Mondo - Andrea Ducci - 24/05/2013 pg. 15 ed. N.21
Prelios risorge con una Fenice
Il veicolo è stato costituito, si chiama Fenice e servirà da
camera di decompressione agli azionisti di maggioranza di Prelios.
Una volta stabilita l'entità e le modalità per arrivare
all'aumento di capitale da 185 milioni di euro, necessario a
rimettere in carreggiata l'ex Pirelli Re, era vitale garantire i
diritti e il patrimonio dei nuovi soci, raccolti sotto il cappello
di Feidos 11 (Massimo Caputi , la famiglia Diaz Pallavicini ,
Giuseppe Cornetto Bourlot e Luca Rovati ), che vanno ad
affiancarsi a Pirelli, Unicredit e Intesa Sanpaolo.
Scartata l'ipotesi di un patto di sindacato, la strada adottata è
quella appunto di una newco battezzata, provvisoriamente, Fenice,
in cui stabilire e poi esercitare una governance per disciplinare
i rapporti e gli assetti tra gli azionisti di Prelios. Compresa
l'eventuale way out a partire dall'approvazione del bilancio 2016
da Prelios da parte della cordata messa in piedi da Caputi.
Intanto, la costituzione di Fenice, il cui consiglio si insedierà
nei prossimi giorni, consente l'ingresso con una quota del 29% di
Feidos 11 nel capitale di Prelios. L'obiettivo è fare coabitare al
meglio azionisti tanto diversi assicurando il controllo della
governance alla fliera di Caputi sia a monte sia a valle
dell'investimento. Tradotto vuol dire che a Feidos 11 fa capo una
quota del 30% di Fenice (che controlla a sua volta Prelios) e che
esprime Cornetto Bourlot in veste di presidente esecutivo, oltre
che Rovati come consigliere. Stessa logica nella controllata
Prelios, dove come vice presidente con deleghe si è insediato lo
stesso Caputi, che ha indicato come ad Sergio Iasi oltre che come
consigliere Moroello Diaz Pallavicini.
Fenice e il suo presidente Cornetto Bourlot serviranno così da
raccordo tra i numerosi azionisti di Prelios. I destini dell'ex
Pirelli Re sono dunque interamente affidati ai manager e ai soci
di Caputi. Nel caso di Cornetto Bourlot toccherà sempre a lui
disciplinare gli equilibri all'interno del consiglio di
amministrazione di Feidos 11 dal momento che ne è presidente. Per
ora è andato tutto liscio malgrado l'aumento di capitale sia stato
più macchinoso del previsto. Anche il mercato sembra credere in
Caputi e le azioni di Prelios reggono stabilmente oltre quota 0,70
euro sopra il prezzo dell'aumento di capitale, fissato a 0,59
euro.
ADN Kronos 23/05/2013 - Rassegna stampa
Il mercato immobiliare italiano, ridotto in macerie dalla
recessione e colpito dall'introduzione dell'Imu, "non ha le forze
per riprendersi nel medio periodo". L'avvertimento è di Massimo
Caputi che con la sua Feidos è impegnato, insieme con altri
investitori, nel rilancio di Prelios, l'ex Pirelli Re. "In Italia
mancano gli investitori esteri- aggiunge- Stando alle statistiche,
il nostro Paese dovrebbe rappresentare il 2% degli investimenti
immobiliari complessivi a livello mondiale; oggi invece si ferma a
meno del 2 per mille contro l'8% della Germania. Spero che il
governo Letta introduca misure agevolative in grado di convincere
i soggetti internazionali, come è accaduto in Francia, dove è
stata varata una fiscalità di vantaggio per i Paesi arabi. Esiste,
però, un elemento di positività perché i grandi operatori non
considerano più l'Italia a rischio euro e, quindi, stanno aprendo
una finestra di interesse sul nostro Paese, visti gli elevati
rendimenti: il dato medio sul terziario, in termini di canone
lordo di affitto, si attesta all'8% contro il 6% della Germania e
il 4% dell'Inghilterra".
La nuova Prelios si presenta al mercato
Il Preios Day con Caputi all’Hangar Bicocca
Solo pochi mesi fa non era ancora chiaro quale destino sarebbe
toccato all'ex Pirelli Real Estate, alle prese con una
ristrutturazione straordinaria per superare la pesante eredità
lasciata dagli eccessi di ambizione dei tempi passati. Oggi tutto
è pronto per l'operazione rilancio, dopo che l'assemblea delle
scorse settimane ha varato un importante piano di rafforzamento
patrimoniale e sviluppo industriale, con l'ingresso del nuovo
socio Feidos, che fa riferimento all'imprenditore Massimo Caputi,
e una prima linea manageriale totalmente rinnovata che vede, a
fianco del presidente Giorgio Bruno, il vice presidente Caputi e
l'ad Sergio Iasi. Il management adesso è pronto ad alzare il velo
sul nuovo corso finalizzato alla crescita sia in Italia,
soprattutto nel settore dei servizi e dei non performing loans,
che all'estero, in particolare in Germania. Così martedì 4 giugno,
all'HangarBicocca di Milano, si terrà il primo Prelios Day, il
business happening (rigorosamente su invito), che coinvolge
importanti investitori internazionali e italiani: da grandi fondi
e gestori globali a personalità bancarie e casse previdenziali.
L'evento prevede anche la visita alla mostra Mike Kelley: Eternity
is a long time.
Il Mondo 31/05/2013 pg. 21 ed. N.22 - 7 giugno 2013
E Caputi va in mostra
Caputi presenta il Prelios Day all’Hangar Bicocca con la mostra
di Mike Kelly
Re Prelios day alla Bicocca. Ora che l'operazione straordinaria è
stata approvata dall'assemblea, Prelios punta al rilancio. Così il
4 giugno all'Hangar Bicocca a Milano, culla dell'avanguardia, in
concomitanza con l'apertura di Eire il presidente di Prelios
Giorgio Bruno , il vice Massimo Caputi e l'ad Sergio Iasi , hanno
organizzato il Prelios Day: fondi e investitori istituzionali sono
invitati a un connubio tra immobili e arte.
Il Mondo 31/05/2013 pg. 44 ed. N.22 - 7 giugno 2013
La strada del Boscolo porta allo sportello
Caputi e Iasi rinegoziano il debito della ex Pirelli Re
Casi di crisi 2 Luciano Fausti, Sergio Iasi, Ugo Forner e gli
altri
Nei piani di ristrutturazione e nei processi di turnaround il
manager che prende in mano le redini della società è sempre più
spesso persona gradita alle banche. Non è una regola scritta, ma
quando la soglia dell'indebitamento si fa critica viene richiesta
una discontinuità manageriale rispetto al passato, soprattutto
nelle aziende a conduzione familiare. E allora gli istituti di
credito fanno sentire il proprio peso. Poche settimane fa al
vertice del gruppo Boscolo, gravato da 410 milioni di debiti, si è
insediato Luciano Fausti , un top manager proveniente da
Mediobanca. Le banche creditrici (in prima fla Banca Montepaschi,
Bnp Paribas e Unicredit) hanno chiesto la nomina di un manager
esterno alla famiglia Boscolo come condizione per rinnovare il
concordato scaduto (ex articolo 67 legge fallimentare). Sul nome
di Fausti c'è stato, dunque, il placet delle banche dopo che il
manager si è fatto garante dell'accelerazione del piano di
dismissioni di alcuni asset alberghieri con l'obiettivo di
aumentare la redditività anche al servizio del debito. Questa
modalità si sta diffondendo anche in situazioni che non sono
critiche al punto da richiedere il ricorso a procedure giudiziali.
Sergio Iasi , per esempio, è stato nominato ad della nuova Prelios
targata Feidos-Caputi. Ora, tra Iasi e Caputi c'è un rapporto
storico, ma il nuovo ad è anche il manager che per conto delle
banche ha ultimato il risanamento del gruppo di costruzioni romano
Toti e ora si è fatto carico della rinegoziazione del debito della
ex Pirelli Re che è arrivato a 561 milioni a fne 2012 (Unicredit e
Intesa le principali banche creditrici). Anche il cambio di timone
al vertice della Giochi Preziosi, secondo produttore europeo di
giocattoli e quinto al mondo, è arrivato in seguito alla necessità
di completare il turnaround con la gestione del nuovo business
plan e riscadenziare il debito di 390 milioni (Bnp Paribas è la
banca capofla). La mission è stata affdata nelle mani di Ugo
Forner (ex ad delle Industrie Bialetti) diventato vice presidente
esecutivo con pieni poteri di gestione in una fase in cui la
società deve imprimere una sterzata strategica. Questi sono solo
alcuni esempi di nomine recenti che sono passate attraverso il
gradimento delle banche, una tendenza che si è rafforzata con
l'inizio della crisi economica e fnanziaria (l'arrivo di Claudio
Calabi al vertice di Risanamento nel 2009 è stato uno dei primi
casi). Tendenza che sta incidendo sui processi di selezione delle
società specializzate nella ricerca di top manager. «Negli ultimi
tempi le aziende ci chiedono di aiutarle a cercare amministratori
delegati che abbiano credibilità nel mondo delle banche e questo
in passato non avveniva», spiega Paolo Veneziani , partner di Egon
Zehnder. «Ovviamente capita in prevalenza nei processi di
ristrutturazione, ma in generale si può dire che è aumentata la
sensibilità sulla reputazione del manager nei rapporti con fnanza
e credito. Quello che conta per un amministratore delegato non
sono tanto le sue capacità tecniche in questo campo, ma la sua
credibilità. Per contro, in tutti gli altri casi, tra le qualità
che vengono richieste a chi gestisce un'azienda in tempi di crisi
è la capacità di aprire nuovi mercati, in particolare nei Paesi
emergenti, e lavorare in team».

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Con Massimo Caputi Prelios punta sui servizi - Prelios rassegna stampa Maggio 2013

  • 1. Prelios riacquista il 20% dei «bad loans» Agricole STRATEGIE In corso la valutazione per definire l'esborso OBIETTIVI Il gruppo immobiliare getta nuove basi per il rilancio industriale e per diventare un gestore puro di servizi Un passo necessario per puntare sempre di più sul settore dei Non performing loans. È questo l'obiettivo alla base del riacquisto da parte di Prelios del 20% del capitale di Prelios Credit Servicing da Credit Agricole per tornare così azionista al 100% della controllata. Un'operazione in linea con la strategia aziendale del nuovo azionista - la Feidos 11, società partecipata dalla Feidos di Massimo Caputi, dalle famiglie Rovati, Diaz della Vittoria Pallavicini e Cornetto Bourlot -, focalizzata al rilancio industriale del gruppo tramite l'uscita dagli investimenti diretti nel real estate per diventare un puro gestore di servizi. Si rafforza così la piattaforma di servizi costituita da sette OpCo (operating company) che, oltre al braccio dedicato al credit servicing, conta Agency, Valuations, Property & Project, Sgr e la piattaforma tedesca suddivisa in residenziale e commerciale. L'accordo prevede l'uscita di Prelios dai co-investimenti negli Npl ancora detenuti in joint venture con Credit Agricole, mantenendo però sugli stessi i servizi di master servicing, di corporate servicing e di junior noteholder representative. Ed è proprio il valore di tali investimenti a essere oggi oggetto di valutazione per definire l'esborso di Prelios a Credit Agricole. Funzionali al cambiamento sono anche le manovre sui vertici della società controllata: a fianco del presidente Attilio Zimatore, nominato da qualche mese, è stato promosso amministratore delegato Riccardo Serrini, ex direttore generale della Sgr. Nell'ultimo anno Prelios credit servicing ha concluso quattro nuovi contratti conto terzi per oltre 1,2 miliardi di euro, che ha portato a 8,7 miliardi a fine 2012 il valore lordo dei portafogli gestiti (composti da 130mila linee di credito). Uno degli ultimi mandati è arrivato da Jupiter Finance, società del gruppo Cir, per la gestione di due portafogli. E secondo alcune indiscrezioni che circolano sul mercato la societa' starebbe finalizzando un accordo con un grande fondo estero per creare una piattaforma di investimenti nel settore in Italia. E rafforzare la scelta industriale, nella speranza che sia la strada giusta per il rilancio.
  • 2. The New Prelios – Main Milestones of the Feidos’s deal Following a short recap of the Prelios’s deal milestones: After months of complex work, advisors, banks, Pirelli, Camfin, Feidos 11 have agreed on the industrial plan to relaunch the company that up until 2007 had been the star of the Italian real estate sector (former Pirelli Real Estate). The deal implied hard work. It all started in 2012 when Lazard was appointed by the company to look for an industrial and financial partner able to regenerate and develop the business of Prelios, whose President, Marco Tronchetti Provera, was deeply involved. Lazard soon identified two potential partners: the American Fortress Fund, working in Italy as Italfondiario, and the Italian Club deal, Feidos 11. All the main Italian players declined the invitation and stood by watching events. In October 2012 Prelios chose to deal on an exclusive basis with Feidos 11 appreciating its less aggressive offer and the commitment of a European team of experienced manager; in November 2012 Prelios and Feidos signed the Memorandum of Understanding;
  • 3. the frame of agreement was signed in December 2012 and so was the termsheet with the final agreements on March 27th 2013. All parties committed to complete the transaction by May 2013; Feidos 11 was formally founded as a club deal incorporating solid and creative managers from Europe and important investors (Massimo Caputi, Diaz della Vittoria, Rovati, Cornetto Bourlot); In February at the Cannes Mipim Prelios’ stand was particularly targeted: foreign investors appreciated the new management, operators regarded the company with renewed interest, many international investors looked at Prelios’ assets in Germany with attention. On March 27th 2013 Prelios’ Board of Directors approved the plan to relaunch the company: the transaction envisages a capital increase of 185 million euro in total, ensuring at least 100 €/mln of new resources to be subscribed in cash by the parties – Feidos 11 , Pirelli & C., the market, Unicredit, Intesa San Paolo and the current parties of Prelios’ shareholder agreement led by Camfin-. The transaction also comprises an agreement with the lending entities: a 250€/mln senior loan and a 280€/mln of convertible bonds. The shareholders meeting on May 8th appointed the new Board of Directors, launched the capital increase and appointed Massimo Caputi Deputy Chairman of Prelios.
  • 4. Il Giornale - Massimo Restelli - 23/05/2013 pg. 26 ed. Nazionale «Prelios punta sui servizi per crescere in Europa» L'intervista a Massimo Caputi Il vicepresidente: «L'aumento è sufficiente. La sede di Rcs? Preferiamo soluzioni già a reddito» Mercato "Sarà debole, subito intese per attrarre gli stranieri Imu Il rinvio non scioglie il nodo. Catasto da rivedere Crediti deteriorati Le banche non devono venderli ma gestirli Il mercato immobiliare italiano, ridotto in macerie dalla recessione e colpito dall'introduzione dell'Imu, «non ha le forze per riprendersi nel medio periodo». L'avvertimento è di Massimo Caputi che con la sua Feidos è impegnato, insieme con altri investitori, nel rilancio di Prelios, l'ex Pirelli Re. Molti i fattori critici del settore da risolvere, dall'enorme offerta di uffici e abitazioni alla scarsità del credito reso disponibile dalle banche, già alle prese con 120 miliardi di sofferenze. Caputi rifocalizzerà quindi Prelios, di cui è vicepresidente con delega allo sviluppo, sul mondo dei servizi: a giugno scatterà un aumento di capitale da 185 milioni al prezzo di 0,059 euro. Come si esce da questo circolo vizioso? «In Italia mancano gli investitori esteri. Stando alle statistiche, il nostro Paese dovrebbe rappresentare il 2% degli investimenti immobiliari complessivi a livello mondiale; oggi invece si ferma a meno del 2 per mille contro l'8% della Germania. Spero che il governo Letta introduca misure agevolative in grado di convincere i soggetti internazionali, come è accaduto in Francia, dove è stata varata una fiscalità di vantaggio per i Paesi arabi. Esiste, però, un elemento di positività perché i grandi operatori non considerano più l'Italia a rischio euro e, quindi, stanno aprendo una finestra di interesse sul nostro Paese, visti gli elevati rendimenti: il dato medio sul terziario, in termini di canone lordo di affitto, si attesta all'8% contro il 6% della Germania e il 4% dell'Inghilterra». Eppure gli Emiri del Qatar, dopo aver rilevato i resort della Costa Smeralda, sono entrati in forze nel progetto Porta Nuova di Milano. «Occorre analizzare l'investimento nei dettagli per capire su quale tipo di asset hanno concentrato l'attenzione». City Life, Porta Nuova, Santa Giulia: com'è possibile vendere tanti immobili senza deprimere ancora i prezzi? «Il problema è proprio questo, a Milano nel medio periodo ci sarà una marcata eccedenza di offerta d'uffici: la stessa delocalizzazione delle sede di Unicredit libererà oltre 20 palazzi che i proprietari faranno fatica ad affittare, anche perché necessitano di ristrutturazione dal punto di vista energetico. Il capoluogo lombardo è però un caso unico, nel resto d'Italia la lentezza della burocrazia ha rallentato molti progetti di sviluppo, con l'esito involontario di aiutare a calmierare la
  • 5. crisi. In ogni caso è inutile continuare ad edificare, meglio puntare sul riutilizzo dell'esistente e riconvertire; si riducono i costi d'infrastruttura e si migliora l'efficienza energetica». Ma le banche sono alle prese con crediti immobiliari non più esigibili, e vogliono disfarsene... «Il consiglio che dò alle banche è di non cedere i non performing loan , ma di valorizzare questi asset. In passato i crediti si potevano vendere in blocco, ma oggi il prezzo sarebbe a forte sconto e quindi notevole l'impatto sul bilancio. La soluzione è, invece, quella di "valorizzare"; significa che la banca deve andare a gestire il problema con delle joint venture dedicate. Prelios è molto attiva su questo fronte». Che cosa pensa del rinvio dell'Imu sulla prima casa? «Se l'esecutivo non compone un quadro definitivo è soltanto un rinvio di spesa. La cosa più complessa è determinare un corretto ed equo valore catastale». E l'idea dello Stato di fare cassa con gli immobili? «Il governo dovrebbe identificare delle forme innovative per completare il piano di cessioni. Londra, per esempio, non vende i propri cespiti, ma li concede in long lease , con contratti anche di 100 anni di durata; in questo modo si assicura il rendimento e resta proprietario». A giugno Prelios affronterà un aumento di capitale da 185 milioni, come saranno impiegate le risorse? «Saranno destinate alla crescita in Europa nell'ambito dei servizi integrati immobiliari. Prelios non farà più investimenti diretti, sarà un gruppo di servizi puro, anche tramite il potenziamento delle nostre otto società operative (5 in Italia, 2 in Germania e 1 in Polonia)». Chiederete altra finanza? «No, non è previsto». Quanto vale il portafoglio? «La holding quotata ha un patrimonio immobiliare di 600 milioni ed è quindi in grado di ripagare sia il debito sia il convertendo; mentre il gruppo gestisce masse per 10 miliardi, divise a metà tra Italia e Germania». Dove sono i margini maggiori? «Il valore aggiunto è l'integrazione totale di tutti i servizi: immobiliare, manutenzione e valorizzazione degli asset, agency corporate e crediti non performing. Oggi Prelios fattura 130 milioni nei servizi, impiegando 850 persone, l'obiettivo a 4 anni è salire a 190 milioni con mille addetti, divisi a metà tra Italia e Germania». Farete un'offerta per la sede del Corriere della Sera ? «Guardiamo con interesse tutte le opportunità, ma siamo focalizzati su quelle immediatamente a reddito per conto di investitori esteri».
  • 6. Il Mondo - Andrea Ducci - 24/05/2013 pg. 15 ed. N.21 Prelios risorge con una Fenice Il veicolo è stato costituito, si chiama Fenice e servirà da camera di decompressione agli azionisti di maggioranza di Prelios. Una volta stabilita l'entità e le modalità per arrivare all'aumento di capitale da 185 milioni di euro, necessario a rimettere in carreggiata l'ex Pirelli Re, era vitale garantire i diritti e il patrimonio dei nuovi soci, raccolti sotto il cappello di Feidos 11 (Massimo Caputi , la famiglia Diaz Pallavicini , Giuseppe Cornetto Bourlot e Luca Rovati ), che vanno ad affiancarsi a Pirelli, Unicredit e Intesa Sanpaolo. Scartata l'ipotesi di un patto di sindacato, la strada adottata è quella appunto di una newco battezzata, provvisoriamente, Fenice, in cui stabilire e poi esercitare una governance per disciplinare i rapporti e gli assetti tra gli azionisti di Prelios. Compresa l'eventuale way out a partire dall'approvazione del bilancio 2016 da Prelios da parte della cordata messa in piedi da Caputi. Intanto, la costituzione di Fenice, il cui consiglio si insedierà nei prossimi giorni, consente l'ingresso con una quota del 29% di Feidos 11 nel capitale di Prelios. L'obiettivo è fare coabitare al meglio azionisti tanto diversi assicurando il controllo della governance alla fliera di Caputi sia a monte sia a valle dell'investimento. Tradotto vuol dire che a Feidos 11 fa capo una quota del 30% di Fenice (che controlla a sua volta Prelios) e che esprime Cornetto Bourlot in veste di presidente esecutivo, oltre che Rovati come consigliere. Stessa logica nella controllata Prelios, dove come vice presidente con deleghe si è insediato lo stesso Caputi, che ha indicato come ad Sergio Iasi oltre che come consigliere Moroello Diaz Pallavicini. Fenice e il suo presidente Cornetto Bourlot serviranno così da raccordo tra i numerosi azionisti di Prelios. I destini dell'ex Pirelli Re sono dunque interamente affidati ai manager e ai soci di Caputi. Nel caso di Cornetto Bourlot toccherà sempre a lui disciplinare gli equilibri all'interno del consiglio di amministrazione di Feidos 11 dal momento che ne è presidente. Per ora è andato tutto liscio malgrado l'aumento di capitale sia stato più macchinoso del previsto. Anche il mercato sembra credere in Caputi e le azioni di Prelios reggono stabilmente oltre quota 0,70 euro sopra il prezzo dell'aumento di capitale, fissato a 0,59 euro.
  • 7. ADN Kronos 23/05/2013 - Rassegna stampa Il mercato immobiliare italiano, ridotto in macerie dalla recessione e colpito dall'introduzione dell'Imu, "non ha le forze per riprendersi nel medio periodo". L'avvertimento è di Massimo Caputi che con la sua Feidos è impegnato, insieme con altri investitori, nel rilancio di Prelios, l'ex Pirelli Re. "In Italia mancano gli investitori esteri- aggiunge- Stando alle statistiche, il nostro Paese dovrebbe rappresentare il 2% degli investimenti immobiliari complessivi a livello mondiale; oggi invece si ferma a meno del 2 per mille contro l'8% della Germania. Spero che il governo Letta introduca misure agevolative in grado di convincere i soggetti internazionali, come è accaduto in Francia, dove è stata varata una fiscalità di vantaggio per i Paesi arabi. Esiste, però, un elemento di positività perché i grandi operatori non considerano più l'Italia a rischio euro e, quindi, stanno aprendo una finestra di interesse sul nostro Paese, visti gli elevati rendimenti: il dato medio sul terziario, in termini di canone lordo di affitto, si attesta all'8% contro il 6% della Germania e il 4% dell'Inghilterra". La nuova Prelios si presenta al mercato Il Preios Day con Caputi all’Hangar Bicocca Solo pochi mesi fa non era ancora chiaro quale destino sarebbe toccato all'ex Pirelli Real Estate, alle prese con una ristrutturazione straordinaria per superare la pesante eredità lasciata dagli eccessi di ambizione dei tempi passati. Oggi tutto è pronto per l'operazione rilancio, dopo che l'assemblea delle scorse settimane ha varato un importante piano di rafforzamento patrimoniale e sviluppo industriale, con l'ingresso del nuovo socio Feidos, che fa riferimento all'imprenditore Massimo Caputi, e una prima linea manageriale totalmente rinnovata che vede, a fianco del presidente Giorgio Bruno, il vice presidente Caputi e l'ad Sergio Iasi. Il management adesso è pronto ad alzare il velo sul nuovo corso finalizzato alla crescita sia in Italia, soprattutto nel settore dei servizi e dei non performing loans, che all'estero, in particolare in Germania. Così martedì 4 giugno, all'HangarBicocca di Milano, si terrà il primo Prelios Day, il business happening (rigorosamente su invito), che coinvolge importanti investitori internazionali e italiani: da grandi fondi e gestori globali a personalità bancarie e casse previdenziali. L'evento prevede anche la visita alla mostra Mike Kelley: Eternity is a long time.
  • 8. Il Mondo 31/05/2013 pg. 21 ed. N.22 - 7 giugno 2013 E Caputi va in mostra Caputi presenta il Prelios Day all’Hangar Bicocca con la mostra di Mike Kelly Re Prelios day alla Bicocca. Ora che l'operazione straordinaria è stata approvata dall'assemblea, Prelios punta al rilancio. Così il 4 giugno all'Hangar Bicocca a Milano, culla dell'avanguardia, in concomitanza con l'apertura di Eire il presidente di Prelios Giorgio Bruno , il vice Massimo Caputi e l'ad Sergio Iasi , hanno organizzato il Prelios Day: fondi e investitori istituzionali sono invitati a un connubio tra immobili e arte. Il Mondo 31/05/2013 pg. 44 ed. N.22 - 7 giugno 2013 La strada del Boscolo porta allo sportello Caputi e Iasi rinegoziano il debito della ex Pirelli Re Casi di crisi 2 Luciano Fausti, Sergio Iasi, Ugo Forner e gli altri Nei piani di ristrutturazione e nei processi di turnaround il manager che prende in mano le redini della società è sempre più spesso persona gradita alle banche. Non è una regola scritta, ma quando la soglia dell'indebitamento si fa critica viene richiesta una discontinuità manageriale rispetto al passato, soprattutto nelle aziende a conduzione familiare. E allora gli istituti di credito fanno sentire il proprio peso. Poche settimane fa al vertice del gruppo Boscolo, gravato da 410 milioni di debiti, si è insediato Luciano Fausti , un top manager proveniente da Mediobanca. Le banche creditrici (in prima fla Banca Montepaschi, Bnp Paribas e Unicredit) hanno chiesto la nomina di un manager esterno alla famiglia Boscolo come condizione per rinnovare il concordato scaduto (ex articolo 67 legge fallimentare). Sul nome di Fausti c'è stato, dunque, il placet delle banche dopo che il manager si è fatto garante dell'accelerazione del piano di dismissioni di alcuni asset alberghieri con l'obiettivo di aumentare la redditività anche al servizio del debito. Questa modalità si sta diffondendo anche in situazioni che non sono critiche al punto da richiedere il ricorso a procedure giudiziali. Sergio Iasi , per esempio, è stato nominato ad della nuova Prelios targata Feidos-Caputi. Ora, tra Iasi e Caputi c'è un rapporto storico, ma il nuovo ad è anche il manager che per conto delle banche ha ultimato il risanamento del gruppo di costruzioni romano Toti e ora si è fatto carico della rinegoziazione del debito della
  • 9. ex Pirelli Re che è arrivato a 561 milioni a fne 2012 (Unicredit e Intesa le principali banche creditrici). Anche il cambio di timone al vertice della Giochi Preziosi, secondo produttore europeo di giocattoli e quinto al mondo, è arrivato in seguito alla necessità di completare il turnaround con la gestione del nuovo business plan e riscadenziare il debito di 390 milioni (Bnp Paribas è la banca capofla). La mission è stata affdata nelle mani di Ugo Forner (ex ad delle Industrie Bialetti) diventato vice presidente esecutivo con pieni poteri di gestione in una fase in cui la società deve imprimere una sterzata strategica. Questi sono solo alcuni esempi di nomine recenti che sono passate attraverso il gradimento delle banche, una tendenza che si è rafforzata con l'inizio della crisi economica e fnanziaria (l'arrivo di Claudio Calabi al vertice di Risanamento nel 2009 è stato uno dei primi casi). Tendenza che sta incidendo sui processi di selezione delle società specializzate nella ricerca di top manager. «Negli ultimi tempi le aziende ci chiedono di aiutarle a cercare amministratori delegati che abbiano credibilità nel mondo delle banche e questo in passato non avveniva», spiega Paolo Veneziani , partner di Egon Zehnder. «Ovviamente capita in prevalenza nei processi di ristrutturazione, ma in generale si può dire che è aumentata la sensibilità sulla reputazione del manager nei rapporti con fnanza e credito. Quello che conta per un amministratore delegato non sono tanto le sue capacità tecniche in questo campo, ma la sua credibilità. Per contro, in tutti gli altri casi, tra le qualità che vengono richieste a chi gestisce un'azienda in tempi di crisi è la capacità di aprire nuovi mercati, in particolare nei Paesi emergenti, e lavorare in team».