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SEMINARIO DI APPROFONDIMENTO

                                                      organizzato da ARIS per gli ASSOCIATI e FEDERATI

                                                                       Giovedi 21 marzo 2013 h.10,30-16

                                             Aula Magna della Casa di Cura S.Camillo - Via M. Macchi 5, Milano

       INTRODUZIONE AD ALCUNI DEGLI STRUMENTI FINANZIARI, ECONOMICI
          E NORMATIVI FUNZIONALI ALL’ EQUILIBRIO FINANZIARIO DELLE
                         STRUTTURE SOCIO-SANITARIE

                                                                       PROGRAMMA
                                     Dal fabbisogno finanziario alla gestione dei flussi di cassa nelle aziende sanitarie

10.00	
  Accoglimento	
  partecipan2	
  	
  	
  

10.15	
  Introduzione:	
  contenu2	
  e	
  obie:vi	
  -­‐	
  Nevio	
  Boscariol,	
  Aris

10.20	
  Le	
  priorità	
  della	
  Tesoreria:	
  	
  Pianificazione	
  Finanziaria,	
  Ges2one	
  del	
  Capitale	
  Circolante,	
  
	
                                    Ges2one	
  dei	
  rischi	
  Finanziari	
  e	
  relazione	
  bancaria	
  
	
                                    Dr.	
  Giovanni	
  Ceci,	
  responsabile	
  consigliere	
  e	
  relaz.Nord	
  Est	
  	
  AITI	
  –	
  Associazione	
  	
   italiana	
  
	
                                    dei	
  tesorieri	
  d’impresa

11.15 L’offerta	
  dei	
  servizi	
  finanziari
                                      P.Achilli/G.RavaneE	
  -­‐	
  Responsabili	
  Sviluppo	
  MercaI	
  Nord	
  CREDEM

11.30	
  Factoring	
  e	
  Assicurazione	
  credi2	
  e	
  alterna2ve	
  percorribili:	
  strumen2	
  efficaci	
  di	
  
	
                                    protezione	
  del	
  capitale	
  circolante.	
  Lo	
  smobilizzo	
  dei	
  credi2	
  verso	
  la	
  P.A.	
  
	
                                    Giuliano	
  Casagrande,	
  DireJore	
  Commerciale	
  Credemfactor	
  –	
  Gruppo	
  CREDEM

12.	
  10 I	
  vantaggi	
  di	
  una	
  correLa	
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  en2ta'	
  del	
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  dei	
  
	
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                               -­‐     EffeE	
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  (alcuni	
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                               -­‐     la	
  direEva	
  comunitaria	
  7/2011;	
  
                               -­‐     la	
  normaIva	
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  DecreI	
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  accelerare	
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  disciplinare	
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  riferimenI	
  normaIvi	
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  il	
  
                                       DL	
  78/2012;	
  
                               -­‐     l’introduzione	
  della	
  cerIficabilità	
  dei	
  bilanci	
  delle	
  aziende	
  delle	
  Aziende	
  Sanitarie	
  ed	
  
                                       Ospedaliere	
  (cenni	
  normaIvi	
  -­‐	
  legge	
  266/2005,	
  PaJo	
  per	
  la	
  Salute	
  2010-­‐2012,	
  Decreto	
  del 	
  
                                       Ministero	
  della	
  Salute	
  del	
  18/01/2011,	
  DL	
  118/2011,	
  Decreto	
  cerIficabilità	
  del	
  
                                       17/09/2011-­‐,	
  collegamento	
  con	
  le	
  norme	
  regionali,	
  vantaggi	
  legaI	
  alla	
  revisione	
  contabile,	
  
                                       possibili	
  implicazioni	
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                                     Mauro	
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  Partner,	
  Paola	
  Lumini	
  -­‐	
  Senior	
  Manager	
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  Young
	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  
13.00/13.15 Buffet

14-16: i relatori risponderanno alle domande sugli argomenti oggetto del
            seminario e sui casi specifici portati dai partecipanti
A chi è rivolto:

Direttori Generali,Direttore/Responsabile Finanziario, Direttore/Responsabile
Amministrativo e Finanziario, Controllo di Gestione, Responsabile Tesoreria, Area
Legale e Societaria.

La partecipazione è gratuita.

Per iscriversi segreteria@arisassociazione.it fino al 19 marzo 2013.
“Dal fabbisogno finanziario alla gestione dei flussi di cassa nelle
                                                 Aziende Sanitarie”
                                                    Milano, 21 marzo 2013




                     Le priorità della Tesoreria: Pianificazione Finanziaria,Gestione del Capitale Circolante,
                                      Gestione dei Rischi Finanziari e relazione bancaria.




Giovanni Ceci
Temporary Manager Finanza
Consigliere AITI
“la perfezione dei mezzi e la confusione degli obiettivi caratterizzano la nostra epoca”
                                                                                      A. Einstein




                                                                                                    2
Premessa
                           La crisi dei mercati finanziari

            Politica Monetaria Espansiva
2001-2006   Boom del credito
            Innovazione Finanziaria

            Spinte inflazionistiche e stretta monetaria
            Scoppio della bolla immobiliare
2007-2008   Hedge Found - Crisi Finanziaria
            Default di Lehman Brothers settembre 2008
            Volatilità sul mercato dei cambi


             Credit crunch: da crisi finanziaria a crisi dell’economia reale
             Stretta creditizia
             Aumento livelli spread dei Credit Default Swap (CDS)
2008-2009
            Trend rialzista prezzi delle commodity
            Recessione globale
            Intervento delle istituzioni pubbliche

            Debole ripresa economica
2010-2012   Crisi di liquidità
            Crisi del debito sovrano



                                                                               3
Scenario


                                          La qualità del credito continua a risentire della recessione: nella prima
                                          metà del 2012 il flusso delle nuove sofferenze in rapporto ai prestiti è
                                                             tornato sui livelli toccati nel 2009




La rischiosità del sistema Imprese n.1
Fonte:Banca d’Italia, rapporto sulla stabilità finanziaria Novembre 2012
                                                                                                                      4
Scenario




    I prestiti bancari alle imprese hanno
    continuato a flettere:
    in novembre 2012 erano in ribasso di
    circa il 6% rispetto ad un anno prima.




Fonte:Banca d’Italia, Bollettino Economico n.71 Gennaio 2013
                                                                          5
Principali cause che la crisi sistemica ha determinato per le Aziende

•   Crediti commerciali inesigibili e conseguente peggioramento del conto economico
    (perdite su crediti);

•   Aumento % di insolvenza sulle linee di credito mercantili con annesso allungamento
    dei termini di incasso e tempi di restituzione dei prestiti bancari;

•   Calo del turn over e mancato rispetto dei pagamenti ai fornitori e posticipazione delle
    chiusure contabili;

•   Rischio mercato;

•   Maggiore attenzione ai flussi di Cash Flow (circolante – investimenti);

•   Ricaduta sul rating delle Aziende e incremento degli spread e fee;

•   Stretta creditizia e difficoltà nel funding;

•   Costante attenzione al livello di utilizzo dei plafond bancari di B/T (uncommitted);

•   Necessità di spostare l’indebitamento su linee di M/T (committed);
•   Verifica dei financial covenants posti dalle banche quale strumenti di monitoraggio della
    rischiosità delle stesse aziende;
•   Maggiori requisiti patrimoniali ( Basilea II - III);
•   Operazioni di ristrutturazione del debito;
•   Necessità di un Reporting Finanziario “tempestivo e di qualità” per il sistema bancario.


                                                                                                6
Una riflessione




Siamo in grado di gestire la crisi oppure è la crisi che ci gestisce?

La crisi dei mercati ha mostrato che dobbiamo impiegare al meglio gli
“strumenti” e “processi “ per regolare e governare i cicli aziendali.

Dobbiamo allargare i criteri di riferimento a tutela del nostro business model
e inserire percorsi di analisi e verifica degli scostamenti.



                                                                                 7
Una riflessione

E’ basilare ottimizzare la gestione finanziaria dell’impresa attraverso la sua
reale e concreta capacità di generare flussi di cassa nel lungo periodo
attraverso la propria gestione operativa.

La Pianificazione Finanziaria e la gestione della Tesoreria devono essere
i driver primari per gestire la volatilità del mercato.

      Questo per prevedere e annullare




                                 Rischio di Liquidità = Rischio Default




                                                                                 8
La Gestione aziendale


                           Azienda


  Eventi Interni                             Eventi Esterni


Aspetto Economico                       Aspetto Finanziario


  Costi – Ricavi                     Finanziamenti-Investimenti

                                                                       Struttura fonti/impieghi
                                                  Attività=Passività   in grado di consentire la
                   Equilibrio Patrimoniale                             continuità dell’attività
                                                                        aziendale


                                                   Entrate=Uscite      Capacità di far fronte agli
                   Equilibrio Finanziario                              Impegni di pagamento


                                                                       Capacità dell’azienda di
                    Equilibrio Economico            Ricavi=Costi       remunerare tutti i fattori
                                                                       produttivi impiegati




                                                                                               9
Sistema di Pianificazione e Controllo



Pianificazione            Definisce le linee guida degli
  Strategica              obiettivi aziendali




  Controllo               Definizione e perseguimento delle
 Direzionale              strategie aziendali




 Controllo                Controllo e verifica dell’esecuzione
 Operativo



                                                                 10
Agenda di percorso operativo – Leve di comando

Qualsiasi decisione aziendale determina un effetto “leva” sull’intera gestione.
L’Impresa è soggetta a leggi dinamiche che la rendono sensibile a qualsiasi tipo di sollecitazione
esterna e per governare questa dinamica dobbiamo seguire modelli strutturati di gestione.


    Processi
    o Business Plan                                    Utilizzo di KPI & Warning
    o Pianificazione Finanziaria                      • Commodity
    o Bilancio previsionale                           • Valute
    o Budget di breve - medio termine                 • Stress Test
    o Cash flow prospettico                           • Acquisti – Vendite
    o Rolling Forecast                                • Plafond Bancari
    o Tresury System


                        Analizzo
                         Performance interne ex –ante (analisi verticale)
                         Performance esterne (benckmarking o analisi orizzontali)
                         Ciclo Attivo e Ciclo Passivo
                         Working Capital (CCN)


                                                                                                     11
Pianificazione Finanziaria (PF)



La Pianificazione Finanziaria è il percorso strategico per ottimizzare i
flussi di capitale allo sviluppo del business aziendale.


Il Business Plan simula e costruisce il percorso di crescita dell’Impresa,
la Pianificazione Finanziaria ne verifica la coerenza con il requisito di
equilibrio finanziario




 COERENZA STRATEGICA                            COERENZA FINANZIARIA




                                                                             12
Pianificazione Finanziaria (PF)

Le operazioni che definiscono la gestione aziendale sono tipicamente riconducibili
 a quattro aree fondamentali:

   Gestione Caratteristica ( Gestione Operativa, Gestione del Circolante);
   Investimenti;
   Finanziamenti;
   Altre operazioni (Capitale,Patrimonio Netto, ..).

Qualsiasi decisione finanziaria che viene presa all’interno dell’azienda, non può
essere considerata a se stante, i suoi effetti sulla gestione devono essere
valutati complessivamente e sempre nel rispetto del business model aziendale.
Quindi , un complesso sistema di analisi, valutazioni e scelte da effettuate per
mantenere in equilibrio i flussi finanziari e monetari con specifico riguardo alle
aree gestionali di origine, alla dimensione e alla distribuzione temporale dei
flussi stessi.




                                                                                     13
Pianificazione Finanziaria (PF)


    Il risultato finale è la redazione di un Piano Finanziario composto da:

                                Analisi finanziarie

Esame dei risultati gestionali attraverso indicatori e aggregati reddituali e
finanziari di sintesi.


                             Valutazioni finanziarie

Formulazione dei piani e dei programmi di attività da parte delle diverse funzioni
aziendali e definizione delle relative operazioni da eseguire.


                                 Scelte finanziarie

Identificazione delle forme di finanziamento più idonee per la copertura del
fabbisogno finanziario.




                                                                                     14
Pianificazione Finanziaria (PF) – Percorso

• Analisi opportunità di finanziamento e investimento;

• Proiezione delle conseguenze che avranno nel futuro le scelte prese al tempo t0 ;

• Decisioni rispetto alle alternative disponibili;

• Confronto dei risultati ottenuti rispetto agli obiettivi prefissati (analisi scostamenti, rolling);

• Spazio Temporale breve/medio/lungo termine;

• Simulazione analisi di sensitività e “what if” e “what for”;

• Scenari di criticità e stress test comparati;

• Utilizzo di misuratori delle performance (KPI);

• Previsioni accurate e attendibili;

• Gestione di un portafoglio di opzioni;

• Definizione del piano finanziario ottimale.
 (nb:non esiste un modello o procedura certa, esiste solo l’uso della “ragione” quale criterio di analisi)




                                                                                                             15
Catena dei processi di Pianificazione e Programmazione




                                           Programmazione
                                             Finanziaria di
       Pianificazione                                                           Programmazione
                                               esercizio
        Finanziaria                                                               di Tesoreria




     Valuta le compatibilità       Verifica le compatibilità finanziarie   Valuta l'equilibrio di breve periodo
 finanziarie di medio periodo      delle politiche aziendali nell'ambito   tra le entrate e le uscite di cassa.
riferite alle scelte strategiche   del programma annuale di attività,          Si collega direttamente con
formulate nel piano generale          in conformità con le scelte di        l'esecuzione giorno, settimana,
       di attività aziendale.            indirizzo contenute nella                mese dei pagamenti.
                                          pianificazione generale.




                                                                                                                  16
Schema dei livelli di processo e strumenti




                                             17
Il Processo di Pianificazione Finanziaria (PF)


      La Gestione Finanziaria ha il ruolo centrale all’interno della Pianificazione Strategica.
          Gestisce le scelte e le operazioni per reperire e impiegare i fondi aziendali.



                                                  Gestione



    Annuale/Triennale                     Mese/Semestre                  Giorno/Settimana

    Programmazione                           Gestione                        Gestione
Economica Finanziaria ML                 Budget Finanziario           Controllo della Liquidità
                                       Processo Responsabile
Budget/Piano      Piano                 Fonti/        Budget            Cash          Manovra
 Economico     Finanziario             Impieghi     Finanziario      Management      Finanziaria




                                    Analisi e Cause degli Scostamenti


                                                                                                   18
Pianificazione Finanziaria (PF) – Strumenti


La costruzione dei preventivi si fonda sull'assunzione di determinate ipotesi
(vincoli-obiettivi) concernenti l'andamento delle variabili rilevanti, le quali
vengono considerate nei loro effetti reddituali e finanziari.
Il risultato del processo è quindi formato da “previsioni “di Stato Patrimoniale,
Conto Economico, Budget ,Rendiconto Finanziario e Cash Flow riferiti ai vari
esercizi compresi nell'orizzonte temporale coperto dal piano generale dell'impresa.
Gli sviluppi degli elaborati si focalizzano sugli aspetti primari della vita aziendale
che sono alla base della gestione e delle misure da adottare:
- Variazioni intervenute nel Capitale Circolante (Working Capital);
- Capacità di creare e generare flussi di cassa operativi;
- Governo dei flussi finanziari attraverso una corretta gestione della tesoreria.




                                                                                         19
Strumenti di Gestione d’Impresa

Strumenti di analisi ,pianificazione e controllo della gestione aziendale

Il Bilancio di esercizio
                    Stato Patrimoniale
                    Conto Economico

                                 Rendiconto Finanziario
                                 Riclassifica , Analisi dei flussi e
                                 degli indici
                                 Analisi del Working Capital


                                       Il ciclo economico/finanziario e
                                       ciclo monetario


                                                                            20
Strumenti di Gestione d’Impresa


Strumenti di analisi ,pianificazione e controllo della gestione aziendale

Analisi dei costi-ricavi
                 • Redazione del budget
                    • Riclassifica del Conto Economico
                           • Determinazione del Cash Flow
                               • Analisi di Redditività




         Misurazione delle Performace del Business Model


                                                                            21
Strumenti tecnico – contabili del Controllo Direzionale




Contabilità
 Generale                 Contabilità               Redazione
  (co.ge)                  Analitica                 Budget
Analisi del
 Bilancio




                          Reporting
                          Direzionale




                          Informazioni
                         Extra Contabili
                           Controllo di
                            Gestione
                                                                22
Gli strumenti del processo di Budgeting


                     OBIETTIVI E STRATEGIE
                          AZIENDALI




BUDGET                     BUDGET                 BUDGET DEGLI




                                                                 Previsionale
OPERATIVI                ECONOMICO                INVESTIMENTI




                           BUDGET
                        PATRIMONIALE


                          BUDGET
                        FINANZIARIO




      Conto                 Stato            Rendiconto
    Economico           Patrimoniale         Finanziario
Modello 5 Aree - Creazione e Assorbimento di Flussi di Liquidità




Per rappresentare in modo analitico il fabbisogno finanziario e le relative modalità di copertura , è necessario
aggregare i flussi monetari in base all’area gestionale che li ha generati oppure che li ha assorbiti.
Occorre partire dalle aree di provenienza e aree di destinazione delle risorse monetarie che possono generare o
assorbire flussi di liquidità.                                                                                     24
Il WORKING CAPITAL (CCN)
           Il Working Capital (CCN) è il capitale strettamente legato alla gestione caratteristica dell’Azienda.
           Essendo espressione delle variabili correnti dell’attivo e passivo patrimoniale, il suo livello è
           un indicatore primario della capacità di “autofinanziamento” dell’Impresa e delle sue capacità
           di fare fronte alle esigenze di liquidità immediate.
           In termini di flussi:

                                                    DSO (Days Sales
                                                    Outstanding) Customer
                                                    Order to cash
                                                    Invoice - Time


                         Add Your Text
                                                      RISCHIO
                                                      CREDITO

                         Add Your Text

                                                WORKING CAPITAL



Forecast to fulfill to
pay.                                                                                                        DPO (Days Payment
                                                                                                            Outstanding) Suppliers
Production/Selling                             RISCHIO LIQUIDITA                                            Invoice – Time
Plan Delivery.
Warehouse


                                                                                                                             25
Capitale Circolante Netto (CCN)

In termini contabili


                                                                                                    Capitale
                                                                                                   Circolante
                                                                                                     Netto




      Il C.C.N. rappresenta la differenza fra le attività correnti (Cassa,Crediti e Magazzino) e le passività correnti
      (Fornitori,Banche a breve).
      Tanto più si dilatano i crediti commerciali (+vendite,+dilazioni,+ritardi DSO), tanto più l’impresa dovrà
      ricorrere a fonti di debito (verso fornitori DPO, banche per tipologia di funding ) per finanziare il credito
      commerciale con il conseguente aumento di oneri finanziari che ridurranno la marginalità delle vendite
      (MOL).
      L’analisi del Ciclo Monetario esprime il saldo della gestione temporale del CCN (crediti+magazzino-debiti).
      Lo sbilanciamento temporale degli incassi /pagamenti,connessi al capitale di funzionamento,diviene il
      “compito da risolvere” attraverso il mix di funding a breve (sbf,factor,ant.fatt.) e/o lungo termine
      (committed,loan).

                                                                                                                    26
Capitale Investito Netto (CIN)




                                CCN

                                                        Passività finanziarie
                                                                nette
                                                                                                 Coperture
  CIN                                                                                            finanziarie
                         Attivo non corrente
                             operativo =
                       Immobilizzazione Nette

                                                         Patrimonio Netto




Oltre al C.C.N. occorre considerare l’intero Capitale Investito Netto (CIN),in rapporto alle coperture finanziarie ed
ai relativi costi di approvvigionamento, per individuare il corretto equilibrio in funzione della maggiore o minore
necessità di capitalizzare l’azienda.

E’ basilare equilibrare sempre le “fonti” in funzione degli “impieghi “da un punto di vista della durata degli stessi.


                                                                                                                    27
Flussi finanziari di Capitale Circolante Netto


   Flusso della              Attivo                     Passività               Capitale
gestione reddituale       Immobilizzato                Consolidate              Proprio


                      • Vendita di
                                                                         • Aumenti con apporto
                        Immobilizzazioni                 Accensione        di mezzi liquidi
 Ricavi monetari      • Rimborso                       Finanziamenti a   • Contributi a fondo
                        Finanziamenti M/T                   M/T             perduto




                                  Capitale Circolante Netto




                                                  • Rimborso
                       • Acquisto                                         • Diminuzione di c.p.
                                                    finanziamenti m/l
  Costi monetari         Immobilizzazioni
                                                  • Pagamento debiti
                                                                            con rimborso ai soci
                       • Rimborso Finanziamenti                           • Pagamento dividendi
                                                    Tfr


                                                                                            28
Il Rendiconto Finanziario delle variazioni del CCN

 Fornisce le seguenti informazioni


 Rielaborazione della stato patrimoniale secondo criteri finanziari;

 Suddivisione della variazioni in “Impieghi” e “Fonti”;

 Movimenti che sono intervenuti durante l’esercizio nel “fondo” attivo circolante al netto
  delle passività di breve periodo mettendone in evidenza le motivazioni analitiche (espresse
  dai flussi finanziari);

 L’impiego di risorse nella gestione reddituale ( che denota eventuali perdite di gestione);

 La produzione di risorse finanziarie (capacità dell’azienda di autofinanziarsi e di contenere il
  ricorso al capitale di terzi);

 Impiego delle fonti di finanziamento nelle varie attività di investimento (queste ultime devono
  trovare copertura nel capitale di terzi a m/l o nel capitale dei soci);

 L’equilibrio delle scelte finanziarie operate dall’azienda e i flussi che derivano dai finanziamenti
  esterni e dall’autofinanziamento.


                                                                                                     29
Schema del Rendiconto Finanziario di Capitale Circolante Netto



     SEZIONE I                                                    SEZIONE II


   Cause delle                                                  Dove è variato
variazioni del CCN                                                 il CCN



Flusso generato dalla
 gestione reddituale

                                                           Variazione negli elementi
Variazioni dell’attivo                                        dell’attivo corrente
   Immobilizzato                 Variazioni
                                    del
    Variazioni del
                                   CCN
                                                           Variazioni negli elementi
 Passivo consolidato                                         del passivo corrente

   Variazioni nel
  Capitale Proprio


                                                                                       30
Analisi dei risultati


                              Le fonti di finanziamento durevoli hanno coperto
                              (in parte) anche Il fabbisogno a breve
CCN è “aumentato” rispetto    Miglioramento delle liquidità aziendale
all’esercizio precedente
                              Crescita del grado di autonomia finanziaria
                              Riduzione degli oneri finanziari



                               Le fonti di finanziamento a breve sono state
                               impiegate per finanziare il fabbisogno durevole
CCN è “diminuito” rispetto     Peggioramento delle liquidità aziendale
all’esercizio precedente
                               Maggiore dipendenza da terzi
                               Incremento degli oneri finanziari




                                                                                 31
I principali cicli per la riduzione del Working Capital


                                         Ciclo Attivo                                        Ass.Credito,
                                                                                               Factor
   Gestione                                                                       Incasso
                  Ordine           Merito                        Fattura
  Anagrafica                                     Delivery                         Credito
                  Cliente         Creditizio                      Attiva
    Cliente

 Drivers:
 -Controllo del credito -Tempi di incasso -Fatturazione -Processo di sollecito


                                        Ciclo Passivo
  Scelta         Ordine         Ingresso        Quality          Fattura         Pagamento
Suppliers        Merci         Magazzino        Control          Passiva           Fattura

 Drivers:
 -Termini di pagamento -Sconti -Procurement Process -Processo di pagamento


                                   Ciclo Magazzino
     Sviluppo        Previsione                       Gestione         Spedizione –
                                       Produzione
     Prodotto         Vendite                         Scorte         Customer Service

 Drivers:
-Planning di vendite/produzione -Servizio di consegna -Tempi di approvvigionamento
-Gestione Magazzino


                                                                                                  32
Benefici della riduzione del Capitale Circolante

La gestione ottimale del Capitale Circolante, l’efficienza dei processi e dei controlli
aziendali consentono di raggiungere benefici,sia diretti che indiretti,ai fini di una
migliore gestione del rischio di credito e rischio di liquidità.

L’attività del Working Capital Management risulta molto estesa data la complessità
dei processi operativi che coinvolgono numerose funzioni aziendali,dall’elevato
numero di risorse umane e della diversità degli applicativi informatici utilizzati
(ERP,Tresury,Cash managent…).



            Benefici Diretti                              Benefici Indiretti
          Ottimizzazione dei                       Creazione di valore shareolder.
             flussi di cassa.                            Miglioramento del
       Generazione di liquidità.                       Cash Flow Forecasting.
    Capacità di autofinanziamento.                    Performance del servizio
      Riduzione costi operativi.                        alla clientela (CRM).
      Riduzione oneri finanziari.




                                                                                          33
Analisi di Bilancio
                                  Analisi finanziaria – Indicatori più significativi

Gli indici di copertura sono detti anche di “solidità patrimoniale”, evidenziano l’utilizzo delle fonti di
finanziamento.
Una situazione ideale prevede che gli Indici di Copertura debbano essere > 1 ed i Margini di Struttura < 0.
Questo significa che l’attivo immobilizzato è correttamente finanziato sia con il capitale proprio che con quello
di terzi con scadenza m/l termine.


Indice di Autocopertura    =      Capitale Proprio
                                 Attivo Immobilizzato


Margine primario di struttura = Capitale Proprio - Attivo Immobilizzato


Margine secondario di struttura = (Passività Consolidate + Cap. Proprio)-Attivo Immobilizzato


Indice di disponibilità (current ratio) = Attivo Circolante
                                           Passività a Breve


Patrimonio circolante netto = Attivo Circolante – Passività a breve


Margine di tesoreria = (Liqu.tà immediate + Liq.tà differite) – Passività a breve


                                                                                                             34
35
Fattori critici per un’efficiente previsione dei flussi di cassa

                                              Informazioni
Verificare l’accessibilità delle
informazioni necessarie per il                                          Sistemi IT
modello di pianificazione
                                                                                                      Verifica dei sistemi più
                                                                                                      idonei per la previsione
                                                             Armonizzare le
Assicurare l’affidabilità dei                                  previsioni
modelli di previsione già in
uso in azienda (es.budget                                                        Input Dati
dei ricavi e costi)                                                                                   Assicurare l’esattezza degli
                                                                                                      input “certi” del modello
                                                                                                       (es. crediti, debiti) e delle
                                                         Definire Obiettivi                           stime necessarie (es. budget
Gli obiettivi del modello di                                                                          economico)
cash flow forecasting sono
chiari e condivisi dalle unit
aziendali                                                        Approccio
                                                                                                      Condivisione dell’approccio
                                                                                                      metodologico per la
                                               Cultura                                                definizione e sviluppo del
Comunicare l’importanza                                                                               modello di pianificazione
della gestione del cash flow
                                                                  Effective
                                                                                                      finanziaria
all’organizzazione aziendale                                     Cash Flow
                                                                Forecasting




                                                                                                                          36
Cash Flow Forecast base ”settimana-mese”




                                           37
Cash Flow su “n” esercizi
                                                                                            Anno X+1 Anno X+2 Anno X+3 Anno X+4
+ Fatturato                                                                                     -        -        -        -
(+/-) Variaz.Magazzino prodotti finit,semilavorati,in corso di lavorazione                      -        -        -        -
+ Costruzioni in economia                                                                       -        -        -        -
- Acquisti prodotti finiti                                                                      -        -        -        -
= VALORE DELLA PRODUZIONE                                                                       -        -        -        -
- Consumi                                                                                       -        -        -        -
- Altri Costi di gestione esterna                                                               -        -        -        -
= VALORE AGGIUNTO                                                                               -        -        -        -
- Costi del personale e Accantonamenti                                                          -        -        -        -
= MARGINE OPERATIVO LORDO (MOL) o EBITDA (Earnings Before Interest,Taxes,Depreciation and       -        -        -        -
Ammortization)

- Altri Accantonamenti e Ammortamenti                                                           -        -        -        -
= REDDITO OPERATIVO (RO) o EBIT (Earnings Before Interest and Taxes)                            -        -        -        -
+ o - Proventi (Oneri) finanziari                                                               -        -        -        -
= UTILE ORDINARIO ANTE IMPOSTE o NOPAT ( Net Operating Profit After Taxes)                      -        -        -        -
- Imposte sull'Utile Ordinario                                                                  -        -        -        -
= UTILE ORDINARIO DOPO LE IMPOSTE                                                               -        -        -        -
+ o - Proventi (Oneri) straordinari e imposte relative                                          -        -        -        -
= UTILE NETTO                                                                                   -        -        -        -
Capitale Immobilizzato Netto                                                                    -        -        -        -
Capitale Circolante Netto                                                                       -        -        -        -
Capitale Investito Netto                                                                        -        -        -        -
Patrimonio Netto                                                                                -        -        -        -
POSIZIONE FINANZIARIA NETTA (PFN)                                                               -        -        -        -
Flusso Finanziario della Gestione Operativa                                                     -        -        -        -
Flusso generarto da Operazioni di Investimento/Dismissione                                      -        -        -        -
Proventi / (Oneri) Finanziari                                                                   -        -        -        -
Dividendi erogati                                                                               -        -        -        -
CASH FLOW di PERIODO                                                                            -        -        -        -



                                                                                                                                  38
La Posizione Finanziaria Netta è il punto di partenza e di arrivo nella elaborazione
del budget finanziario


                                          POSIZIONE FINANZIARIA NETTA (PFN)
                                                                       Anno X+1   Anno X+2   AnnoX+ 3
Debiti Vs Banche utilizzi a revoca (Uncommitted) di cassa
Disponibilità Libere
                                 Subtotale Netto                              -        -          -
Dispinibilità Vincolate
Investimenti di liquidità ( Titoli,Azioni,Pronti c/termine..)
Finanziamenti Bancari a MLT (Committed 18m)
Debiti Vs Banche commerciali (sbf,ant.fatt,ant.ord….)
                                Subtotale Banche                              -        -          -
Crediti / Debiti Intercompany
Debiti Finanziari per attività di Factoring
Prestiti Obbligazionari
Finanziamenti da Soci
Debiti Vs Società Leasing
Altri Crediti Finanziari
Altri Debiti Finanziari
                             Subtotale Altre Linee                            -        -          -
                  POSIZIONE FINANZIARIA NETTA (PFN)                           -        -          -




                                                                                                        39
La funzione Finanza : il ruolo della Tesoreria


             “Cash is the King”

Impostazione
 Tradizionale                 Gestire la Cassa



   Nuova
Impostazione                 Generare la Cassa




                                                 40
Gli indicatori del Valore - storia


Anni ’80: Focus sul reddito operativo e ROE

                                                             Dalle variabili
                                                             economiche….
    Anni ’90: Focus su Cash Flow e EVA




         ROE (Return on Equity)
               Net Profit
  Average Shareholder Equity for Period

                                                                 …a quelle
                                                                finanziarie
       EVA (Economic Value Added)
 Net Operating Profit After Taxes (NOPAT) –
      Weight Average Cost of Capital x
          Capitale Investito Netto

                                                                               41
Evoluzione della Tesoreria aziendale

EVA si fonda su due principi:
1) Il capitale degli azionisti deve essere remunerato come o meglio di quello di terzi

2) Un’azienda che produce utili contabili non necessariamente è in grado di creare valore
  economico
Il sistema economico negli ultimi anni è mutato velocemente:
1) Variazioni del sistema economico:
            - introduzione dell’euro
            - globalizzazione dei mercati

2) Cambiamenti nella gestione delle imprese:
        - adeguamento dell’organizzazione interna ai nuovi contesti competitivi
        - introduzione di sistemi ERP (Enterprice Resource Planning)

3) Modifica degli obiettivi aziendali:

                                Massimizzazione del reddito



                                   Creazione del valore
                                                                                            42
Value Creation



                                Treasury Value
 Supporto a
                                    Drivers
Procurement                                                           Minimizzazione del
   e Sales                                                                 WACC
Management



 Minimizzazione
                                                                   Ottimizzazione
  del ricorso al
                                                                   della struttura
capitale di debito
                                                                     finanziaria
                                            Ottimizzazione della
                     Ottimizzazione del
                                               gestione della
                     Capitale Circolante
                                                  liquidità




                                                                                     43
La “Piramide” dei processi di Tesoreria




                              Pianificazione strategica :
                              Business Plan pluriennale
 Strategico




                             Programmazione e Controllo Finanziario :
Programmatico                        Budget annuale
                                   Reporting finanziario




                                      Cash Flow a breve termine:
 Preventivo                                settimana/mese



                                                                   44
La “mission” della Funzione Finanza


 Assicurare all’azienda Risorse Finanziarie tali da sostenere l’attività corrente e da
  assicurarne lo sviluppo futuro supportando il Top Management nelle operazioni di
  finanza straordinaria;

 Proteggere l’azienda dai Rischi Finanziari;

 Ottimizzare il Valore del Cash Flow mantenendo una struttura finanziaria ottimale;

 Fornire Previsioni economico-finanziarie attendibili;

 Minimizzare il rapporto tra Oneri e Proventi finanziari;

 Fornire all’Alta Direzione un Reporting finanziario adeguato;

 Massimizzare il Valore della Comunicazione Finanziaria;

 Monitorare e prevedere il Rischio di Liquidità.




                                                                                          45
IL Rischio di Liquidità’ : APPROCCIO




                                                                                       POLICY RISCHIO LIQUIDITA’
                                                                        Factoring
                                                                       pro soluto
                                                                      pro solvendo
                                        Strutturazione di
                                          linee bancarie     Cash
                                                                      Ass.ne Credito
                                           committed e      Pooling
                                          uncommitted
 Miglioramento Ottimizzazione
della capacità di   gestione del         (Margine di
   previsione     Capitale Circolante     Tesoreria
     flussi di                              e PFN)
 cassa (budget
    di cassa
 mensilizzato)




                              Ruolo della tesoreria
                                                                                                   46
Tematiche della funzione Tesoreria

                              Cash and Liquidity Management

Si riferisce alla gestione della cassa e dei flussi domestici e internazionali (quest’ultimo
con riferimento ai diversi sistemi bancari, ai contesti regolatori e fiscali).
Riguarda:
money market, finanziamenti bancari, impieghi della liquidità, Fx, forecast di cassa e
gestione ed ottimizzazione dei servizi bancari.

                                Capital Markets and Funding

Esamina gli aspetti principali del capitale e del debito e i relativi mercati pubblici o
privati.
Più in particolare riguarda :
gestione del funding (debito o capitale), l’aspetto legale e regolamentario , aspetti pratici
di gestione del debito nelle sue varie tipologie di raccolta.
                                      Risk Management

Si riferisce alla quantificazione e gestione dei rischi finanziari;
Conoscenza dei diversi approcci contabili;
Elaborazione di adeguate policy ;
Reportistica gestionale.


                                                                                                47
Attuali priorità della Tesoreria

                                               Funding

Focalizzazione sull’efficiente gestione della raccolta di fonti di finanziamento e sull’efficace
gestione delle relazioni con le controparti bancarie al fine di diversificare le fonti a disposizione
e le possibili opportunità.

                                        Cash Management

Investimento nel redisignare e nell’implementazione di più efficienti strutture di cash
management .Permette una maggiore disponibilità di risorse finanziarie da potere investire nel
business,riducendo quindi il ricorso a fonti esterne.

                                  Technology and Systems (ICT)

Implementazione di nuovi strumenti e nuove tecnologie che, nonostante risultino complesse e
costosi,sono essenziali al fine di migliorare l’efficienza delle seguenti attività:

• accesso più veloce ai dati tramite piattaforme integrate;
• analisi e simulazione per scenari diversi;
• monitoraggio e visibilità della posizione di cassa;
• calcolo dell’esposizione ai rischi finanziari( attuali e previsionali).

                                                                                                   48
Organizzazione Interna della Tesoreria Aziendale
                “step per crescere”

Indotto
 Canalizzazione del Lavoro
 Impatto sull’organizzazione di staff interna
  (accentramento o decentramento della Finanza e
   Tesoreria, Payment Factory)
Policy
 Ci sono ?
 Quali Rischi sono disciplinati ?

Processi Interni Organizzativi
 Efficienti ?
 L’importanza della Financial Value & Supply Chain

Sistemi Informativi
 Efficienti
 Integrati
 Output di tipo gestionale

                                                      49
Modello evolutivo “Gestione della Tesoreria” e “Cash Management”



                                                                                    Prossimi scenari
                                                                                 SEPA - In House Bank


                      Ruolo Strategico
                                                                             Obiettivo :                     Risk
                                                                 Gestire la Financial Supply Chain        Management
                                                                        e il Working Capital
                                                                                                       Payment Factory
        Ruolo Gestionale                                 TESORERIA GENERATRICE DI VALORE                 Zero Balance
                                                                                                         Cash Pooling
                                                                Obiettivo :
                                                 Pianificare, controllare le dinamiche del            Treasury
                                                       cash flow nel breve termine                   Management
                                                                                                       System
    Ruolo Proattivo                                 TESORERIA PREVENTIVA

                                                      Obiettivo :
                                         Utilizzo linee nei limiti dei plafond
                                                      accordati

                                         TESORERIA ANTICIPATA

Ruolo Operativo
                                        Obiettivo :
                         Riconciliazione c/c e verifica condizioni

                          TESORERIA A CONSUNTIVO                                                                  50
Strumenti decisionali -Dashboard di Tesoreria




                                                51
Evoluzione Funzione Finanza e Tesoreria
                                La gestione del rischio

La crisi ha evidenziato che l’importanza del funding sta via via diminuendo e l’evoluzione delle
attività della tesoreria dovranno integrarsi sempre più con processi di Risk Management e Cash
Management.
Quindi, maggiore integrazione con le altre funzione aziendali, importante punto di miglioramento
per comprendere l’esposizione ai rischi finanziari dell’azienda.




In un’ottica di gestione integrata del rischio è sempre più importante creare una struttura idonea
(framework) fatta di strategie,processi e strumenti per creare un ambiente di controllo adeguato
al livello di rischio/esposizione nei confronti del mercato.
                                                                                                     52
Approccio al Rischio

La percezione del rischio si è modificata passando da approccio secondario della
gestione ad aspetto primario che integra l’intero processo del modello di business.

• Rischio di mercato come parte integrante dell’Enterprise Risk Management
  da gestire in modo dinamico in funzione del rischio residuale reputato accettabile;

• Rischio gestito da una o più funzioni coerentemente con la struttura aziendale
  attraverso sistemi e processi integrati;

• La responsabilità della gestione operativa dei rischi è definita nelle policies aziendali
  e la responsabilità della gestione strategica è delegata a livello di top management
  (CFO, Financial Risk Committee);

• Elevato livello di controllo e reporting;

• Misurazione del rischio carente;

• Quantificazione del rischio sulla base di modelli complessi (Van, Sensitivity Analisys,
  Six Sigma .…).




                                                                                              53
Financial Risk Management Framework

   Maggiore volatilità dei mercati finanziari;
   Maggiore richiesta di “disclosure” informativa nei bilanci in “compliance” con gli IAS;
   Esigenza di un sistema di controlli efficaci per le funzioni aziendali deputate alla gestione dei rischi finanziari;
   Necessità di consapevolezza sulla rappresentazione in bilancio delle operazioni di copertura.


                                                                                    Credit Management

                                                                                                    Credit Manager


      Commodity Risk
      Management

                 Supply Manager




                                                                                 • Interest Rate Risk          CFO
                                                                                   Management
                                                                                 • Cash Management             Financial Risk
                                                                                 • Working Capital             Manager
                                                                                   Management
                                                                                 • FX Hedging Risk             Tesoriere
                                                                                   Management


                                                                                                                           54
Relazione Banca – Impresa
                   Vecchi Soggetti - Nuovi Protagonisti




“Da dove è iniziata la crisi? Dalle Banche o dalle Imprese oppure da entrambe?”

I parametri sono cambiati,molte imprese hanno subito la crisi non sapendola
gestire oppure prevedere.
Il default di alcune banche è stato causato dall’avere costruito la finanza
“a tavolino” abbandonando la genesi mercantile.
La crisi ha riproposto la necessità di usare strumenti e conoscenze idonee a
prevederne l’arrivo .
Banca e Impresa devono riprendere il comune rapporto migliorando la loro
relazione essendo “co-creatori” di valore.

                                                                                  55
Dinamiche di cambiamento nei rapporti Banca-Impresa


Una delle problematiche del Tesorerie è quella di identificare l’equilibrio tra
limitare il numero di controparti bancarie,sviluppando una relazione di lungo
termine e , al contempo, diversificare il rischio di controparte incrementando il
numero di banche finanziatrici.
La crisi ha evidenziato l’importanza per le imprese di una gestione efficiente
delle relazioni bancarie in modo da assicurarsi le risorse finanziarie e la liquidità
necessaria .

La Tesoreria ha la necessità di sviluppare modelli di controllo del rapporto con la
controparte bancaria anche tramite l’uso di scorecards , al fine di aumentare la
trasparenza della relazione.

Il rischio di controparte non deriva esclusivamente dal default della controparte
bancaria, ma è anche il rischio che la banca, a causa della crisi in essere, possa
non fornire il supporto finanziario precedentemente promesso.

La gestione del rischio di controparte ,inteso come mancata risposta alle necessità
aziendali, è diventato più complesso e sofisticato.



                                                                                        56
Poche regole per iniziare

•   Modificare l’approccio culturale con la banca non più fornitore di denaro ma “partner”
    dello sviluppo del business;
•   Individuare il “debito sostenibile” corrispondente al ciclo di cassa;
•   Periodicità nel fornire le informazioni “andamentali ” dell’azienda;
•   Spostare le relazioni con il sistema bancario su aspetti “qualitativi”;
•   Rigore nei tempi di chiusura/apertura delle operazioni;
•   Certezza nel flusso di lavoro da attribuire;
•   Studiare come migliorare e evitare il “downgrade”;
•   Feed- back su criticità e nuovi sviluppi di business;
•   Innovazione come processo da condividere;
•   Illustrare le policy e i processi organizzativi interni;
•   Follow up continui sugli scostamenti rispetto ai piani e reali motivazioni;
•   Documenti chiari e significativi parametri di analisi sulle politiche di marketing;
•   Operare su finanza di progetto.



    (Da sviluppare, nel rispetto delle policy degli stakeholder in genere ma soprattutto per quelli
     bancari e finanziari , l’accesso al proprio sito web aziendale per informazioni gestionali quali
     bilancio,report trimestrale,news ,politiche di marketing etc.)



                                                                                                        57
Relazione Banca - Impresa

Il sistema internazionale delle regole sui requisiti patrimoniali delle banche adotterà (già in atto…) il
nuovo schema regolamentare c.d. Basilea III


                                      Obiettivi per le Banche
Adeguare il capitale (patrimonio di vigilanza,controllo maggiore rischi di mercato, credito v/s terzi);
Criteri di Ratios maggiormente stringenti tra rapporto massimo delle esposizioni e requisiti patrimoniali;


                                       Conseguenze per le Imprese
Rischio di politiche restrittive del credito;
Attribuzione di rating di merito creditizio vincolanti;


                                     Prossimo scenario (sintesi)
Aumento spread di raccolta e tassi;
Ribaltamento sulla clientela da parte delle banche dei costi interni e cash management;
Difficoltà di accesso al credito per le PMI;
Allungamento dei tempi di incasso;
Maggiore ricorso al debito per le famiglie;
Incremento delle operazioni di ristrutturazione del debito;




                                                                                                             58
Basilea III




Fonte : Borsa Italiana
                                       59
Oggi,e non domani,possiamo agire per migliorare il rapporto con i nostri Istituti di credito




             Fiducia                                         Trasparenza




                                     Equilibrio
                                                                      Coerenza
    Informazione

                                                                                         60
Brevi conclusioni


Pianificare e gestire i flussi di circolante , sono processi di analisi distribuitivi di
informazioni utili per dirigere un'impresa e verificarne il raggiungimento degli
obiettivi di business.

Tutto questo richiede un modello organizzativo aziendale in linea con la dinamica
dei mercati che mostrano sempre più una volatilità costante.

Vincolo è quello di utilizzare al meglio gli strumenti di analisi e gestione finanziaria
che, assieme alle informazioni,conoscenza,coerenza e capacità, sono i driver che
dobbiamo impiegare per gestire le ciclicità del nostro tempo e migliorare le interazioni
con i nostri partner bancari.




                          Grazie per la Vostra attenzione.
ARIS Associazione religiosa
Istituti Socio Sanitari
Introduzione ad alcuni degli strumenti finanziari,
economici e normativi funzionali all’equilibrio
finanziario delle strutture socio – sanitarie

Milano 21 marzo 2013
Crisi economica e necessità di politica di
austerità e rigore per la PA
I ritardi della PA nell’onorare i propri creditori (1/2)

La crisi economica europea ed in particolar modo quella
italiana hanno determinato l’esigenza, per il governo
tecnico insediato a fine 2011, di introdurre una politica di
austerità e rigore che ha interessato dapprima i cittadini,
mediante l’inasprimento della tassazione, ma che vede al
centro della sua azione anche l’eliminazione di alcune
inefficienze della PA, tra cui la riduzione dei tempi di
pagamento nei confronti degli operatori privati.




Page 2           Presentation title
Crisi economica e necessità di politica di
austerità e rigore per la PA
I ritardi della PA nell’onorare i propri creditori (2/2)

I crediti che le imprese vantano nei confronti della PA in Italia ammontano oggi a circa 80
miliardi di euro.
La media europea in cui tali crediti verso la PA vengono incassati è di circa 63 giorni,
mentre in Italia la media e di oltre 180 giorni con punte di 800 giorni (a livello regionale e
soprattutto nel settore sanitario).
Tali ritardi sono la causa, nel nostro paese, di un fallimento su quattro e della perdita di
centinaia di migliaia di posti di lavoro.
Le piccole imprese sono le più vulnerabili, perché solo la puntualità dei pagamenti può
permettere loro di mantenere sufficienti disponibilità di cassa, considerate le resistenze
delle banche, soprattutto in questo particolare momento, a concedere crediti.

Una corretta e ordinata gestione finanziaria assume pertanto una importanza
fondamentale in questo periodo in cui non esistono più margini per assorbire
eventuali inefficienze




Page 3                     Presentation title
La direttiva comunitaria 7/2011

Scopo della Direttiva è di contribuire al corretto funzionamento del mercato interno e alla competitività
delle imprese europee attraverso la garanzia di tempi certi per i pagamenti nelle transazioni
commerciali.

La direttiva si applica a tutte le transazioni commerciali, a prescindere dal fatto che siano effettuate tra
imprese pubbliche o private ovvero tra imprese e pubbliche amministrazioni (PA).

Salvo un diverso termine espressamente concordato tra le parti, il termine per il pagamento nelle
transazioni commerciali:
  •      tra imprese non deve superare 60 giorni;
  •      se la parte debitrice è una PA non deve superare 30 giorni, prorogabili a fino ad un massimo di
         60 per:
       qualsiasi PA che svolga attività economiche di natura industriale o commerciale e che sia
        soggetta, come impresa pubblica, ai requisiti di trasparenza (Direttiva 2006/111/CE);
       enti pubblici che forniscono assistenza sanitaria e che siano stati debitamente riconosciuti a tal
        fine.


  N.B.       Per “transazioni commerciali” si intendono tutte le transazioni tra imprese ovvero tra imprese
             e PA che comportano la fornitura di merci o la prestazione di servizi dietro pagamento di un
             corrispettivo.


Page 4                          Presentation title
La direttiva comunitaria 7/2011

I termini di pagamento – Interessi di mora
Le imprese restano libere di determinare contrattualmente la misura degli interessi di mora nelle transazioni
commerciali.

Nelle transazioni tra imprese e PA il ritardato pagamento darà diritto, senza necessità di un sollecito, a un
interesse legale di mora (fissato dalla BCE) a condizione che:

 il creditore abbia adempiuto agli obblighi contrattuali e di legge;
 il creditore non ha ricevuto nei termini l’importo dovuto e il ritardo è imputabile al debitore.
Le nuove norme si applicheranno a tutte le transazioni commerciali concluse a decorrere dal 1° gennaio
2013.

Il termine per il pagamento per tutte le transazioni commerciali è di 30 giorni, indipendentemente dal fatto che
il debitore sia la PA o un’azienda privata.



Nel caso in cui si superi il limite dei 30 giorni, il tasso degli interessi legali moratori è pari all’8%, più il tasso
applicato dalla BCE.




Page 5                            Presentation title
La normativa nazionale. I decreti per accellerare i pagamenti
della PA

Pacchetto interventi per disciplinare i rapporti di
credito/debito tra PA e imprese

                                Per la certificazione del credito, il creditore deve inviare un’istanza alla PA
    Certificazione dei          debitrice, la quale ha a disposizione 30 giorni per rispondere; se non riceve
   crediti delle imprese        risposta entro tale termine, il creditore, rivolgendosi alla Ragioneria Provinciale
       verso la PA              può, se non sussistono impedimenti, ottenere la certificazione.

                                I crediti certificati si possono utilizzare in compensazione di tributi erariali,
                                regionali, locali, contributi assistenziali, ecc., per i quali è stata emessa cartella
    Compensazione tra           di pagamento entro il 30 aprile 2012. L‘Agente della Riscossione entro 3 giorni
  crediti e debiti verso la     dovrà verificare la certificazione presso l‘Ente debitore, il quale è tenuto a
             PA                 fornire risposta entro 10 giorni. Ottenuto riscontro positivo, il Concessionario
                                comunica all'istante, entro 5 giorni, l'effettuazione della compensazione.


                                Una volta conseguita la certificazione, il creditore potrà (i) utilizzarla anche per
  Sostegno alle imprese         ottenere un'anticipazione bancaria del credito eventualmente anche
    creditrici della PA         assistita da garanzia del Fondo Centrale di Garanzia o (ii) cedere il proprio
                                credito sia pro-soluto che pro-solvendo.



Page 6                        Presentation title
La Piattaforma Elettronica e i primi numeri

La Ragioneria generale dello Stato ha realizzato una Piattaforma Elettronica che
ricomprende la totalità delle funzioni relative al procedimento di certificazione.

Al 31 gennaio 2013:

►    1.227 amministrazioni abilitate all’utilizzo della Piattaforma (oltre 900 comuni del Centro
     Nord, solo 70 enti del servizio sanitario);
►    71 certificazioni rilasciate (per circa 3 milioni di euro);
►    467 istanze presentate dalle imprese (per circa 45 milioni di euro);
►    5 istanze per cui è stata richiesta la nomina del commissario ad acta (1 commissario è
     già stato nominato).



NB       Nonostante la Piattaforma sia operativa dal 18 ottobre 2012, il sistema non è
         ancora decollato.
         La causa potrebbe rinvenirsi nell’assenza di sanzioni per la PA per il mancato
         adempimento.

Page 7                     Presentation title
La normativa nazionale. I decreti per accellerare i pagamenti
della PA

Riferimenti normativi incluso il DL 78/2012
                            Art. 9 D.L. n. 185/2008: introduzione della facoltà, per Regioni e enti locali, di certificare i
                             caratteri di certezza, liquidità ed esigibilità dei crediti
                            Art. 13 L. n. 183/ 2011: introduzione dell’obbligo di certificazione per Regioni ed enti locali
   Certificazione dei
                             entro 60 gg. dalla ricezione dell’istanza
  crediti delle imprese
                            Art. 12 D.L. n. 16/2012: estensione dell’istituto della certificazione ad amministrazioni statali
      verso la PA
                             e semplificazione del processo di certificazione.
                            Decreto MEF sulla certificazione dei crediti vs le PA statali e gli enti pubblici nazionali
                            Decreto MEF sulla certificazione dei crediti vs enti locali, Regioni ed enti del Servizio
                             Sanitario Nazionale, sentita la Conferenza Stato-Regioni

                             Art. 31 D.L. n. 78/2010: introduzione della possibilità di compensare i crediti non prescritti,
  Compensazione tra           certi, liquidi ed esigibili, maturati nei confronti di regioni, enti locali ed enti del SSN con le
  crediti e debiti verso      somme dovute iscritte a ruolo
           la PA             Decreto MEF che istituisce la compensazione dei crediti vs la PA con le somme iscritte a
                              ruolo


                            Art. 39 D.L. n. 201/2011: introduzione della possibilità di differenziare la misura della
     Sostegno alle           percentuale massima di garanzia in relazione alle tipologie di operazioni coperte
   imprese creditrici       Introduzione nel Decreto MISE e MEF sul Fondo Centrale di Garanzia di una garanzia diretta
       della PA              sull’anticipazione dei crediti vs la PA




Page 8                              Presentation title
I numeri della sanità nell’ambito delle
inefficienze della PA Il ruolo dei privati
La Sanità in Italia costa circa 100 miliardi di euro l’anno e, nell’ambito dei ritardi della PA, la
spesa sanitaria assume una dimensione drammatica in quanto il Servizio Sanitario pubblico
paga con una media tra i 250 ed i 600 giorni fino ad un massimo di 800 giorni.
Questa situazione danneggia gravemente i fornitori ed in particolare le PMI del settore che
spesso non hanno le spalle sufficientemente larghe per partecipare ad appalti per cui
verranno pagate dopo uno o due anni. La sanità pubblica inoltre eroga servizi troppo spesso
di bassa qualità, tanto è che risulta frequentemente sotto i riflettori dei media per fatti ed
avvenimento tutt’altro che positivi.

In questo situazione la sanità “privata” intesa come quella del mondo religioso, delle
associazioni e dei privati imprenditori, sta facendo la differenza garantendo servizi per
l’utenza sempre più efficienti ed ad un costo congruo.
Tuttavia la sanità “privata” non dispone ancora di un adeguato sistema di gestione e
controllo che le consentirebbe, da un lato di migliorare ancora le proprie performance,
dall’altro di poter comunicare adeguatamente i risultati raggiunti e marcare le
differenze con la sanità pubblica che, in questo modo, potrebbe sentirsi
adeguatamente stimolata a far meglio con effetti benefici per l’intera collettività sia da
un punto di vista economico sia migliorando il servizio offerto.

In questo contesto la revisione contabile del bilancio può giocare un ruolo
determinante

Page 9                      Presentation title
L’introduzione della certificabilità dei bilanci
delle aziende sanitarie ed ospedaliere
Brevi cenni normativi (1/5)
La revisione contabile nel settore sanitario viene introdotta, per la prima volta, con la Legge 266/2005 che
però, a nostro avviso, presenta una grave lacuna ed infatti sortisce deludenti effetti senza raggiungere
nessuno degli obiettivi per i quali era stata pensata. Essa dimentica infatti di affiancare all’obbligo di revisione
legale, quello di costituire un adeguato sistema di governance aziendale intesa come: (i) la definizione di
regole comuni da seguire; (ii) un efficace ambiente di controllo interno; (iii) la certezza ed affidabilità alle
informazioni finanziarie.

L’introduzione di un adeguato sistema di governance aziendale necessita infatti di un tempo tecnico
durante il quale l’azienda deve attrezzarsi e strutturarsi per poi presentarsi all’appuntamento con la
revisione contabile in modo che essa si completi in modo efficace ed efficiente.

Il concetto di revisione contabile, che nel frattempo è stato interessato anche da alcune norme regionali,
viene reintrodotti a livello nazionale con il Patto per la salute 2010-2012 e con il Decreto del Ministero della
Salute del 18 gennaio 2011, questa volta però in maniera più circostanziata e strutturata. Le norme appena
citate fanno, infatti, rispettivamente riferimento:
a) al fatto che le regioni e le Aziende sanitarie ed ospedaliere debbano effettuare una valutazione dello stato
delle procedure amministrativo contabili e debbano successivamente avviare il procedimento di certificazione
del bilancio;
b) all’attribuzione di specifiche responsabilità ai Direttori Generali delle ASL in merito alla organizzazione
delle loro Aziende ed alla mappatura delle procedure finalizzate a dare certezza e qualità alle informazioni
finanziarie.

Page 10                         Presentation title
L’introduzione della certificabilità dei bilanci
delle aziende sanitarie ed ospedaliere
Brevi cenni normativi (2/5)
Sempre nel 2011 viene poi introdotta una ulteriore norma molto importante che in qualche modo
completa il processo armonizzazione dei comportamenti gestionali e contabili. La norma in
questione il Decreto del 18 gennaio 2011 “Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi
contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli Enti Locali e dei loro organismi” che dedica il
Titolo secondo ai principi contabili che debbono adottare le aziende sanitarie ed ospedaliere e che
sono molto simili ai principi contabili previsti per le aziende che operano nel settore privato. Tale
norma, in conclusione, contribuisce pertanto ad avvicinare ancora di più la gestione delle aziende
sanitarie a quella delle aziende private ed a far si che tali entità adottino criteri contabili e di
rappresentazione comuni facilitando la possibilità di comparare le informazioni in modo da poter fare
scelte più consapevoli e prendere decisioni corrette.

Il legislatore quindi, dopo aver tentato di creare una infrastruttura di regole comportamentali sia in
termini di criteri contabili da seguire che di controlli da effettuare, il 17 settembre 2012, ha
pubblicato il decreto che obbliga le aziende sanitarie ed ospedaliere ad arrivare alla
certificazione contabile in un tempo definito ed attraverso specifici step finalizzati a
riscontrare se le regole comportamentali di cui si è detto siano state recepite e correttamente
applicate.




Page 11                       Presentation title
L’introduzione della certificabilità dei bilanci
delle aziende sanitarie ed ospedaliere
Brevi cenni normativi (3/5)
Il nuovo decreto sulla “certificabilità” dei bilanci delle aziende sanitarie ed ospedaliere prevede i
seguenti punti essenziali:
a) Definizione entro il 30 novembre 2012 di un programma di azione definito Percorso Attuativo
della Certificabilità finalizzato al raggiungimento degli standard organizzativi, contabili e procedurali,
necessari a garantire la certificabilità dei dati di bilancio;
b) Entro il 17 dicembre 2012 definizione dei requisiti comuni e termine massimo entro cui i percorsi
attuativi dovranno essere completati;
c) Assoggettamento dei bilanci delle aziende sanitarie a revisione legale condotta nel rispetto dei
principi di revisione;
d) Affidamento della revisione a soggetti iscritti al registro di cui all’art. 2 del DL 39/2010 che
abbiano adeguate competenze tecniche e dimensione organizzativa;
e) Revisione legale della Gestione Sanitaria Accentrata delle regioni e del relativo bilancio
consolidato della gestione sanitaria regionale.

I 5 punti sopra riportati danno ancora una volta il segno del fatto che questa volta si fa sul serio e
che si vuole sottoporre a giudizio il bilancio solo dopo che sono state espletate tutte quelle
procedure (es.: test sui sistemi di controllo, attività di inventariazione, attività di riconciliazione,
incarichi specifici su determinate poste di bilancio, revisioni limitate, revisione del solo stato
patrimoniale, etc.) che possono, nei limiti della ragionevolezza, garantire il risultato della
certificabilità dei bilanci.

Page 12                         Presentation title
L’introduzione della certificabilità dei bilanci
delle aziende sanitarie ed ospedaliere
Brevi cenni normativi (4/5)
L’introduzione di tale normativa, ed in particolare del Decreto del 17 settembre 2012, avrà effetti
molto significativi in ambito sanitario e non solo nei confronti delle entità pubbliche del Servizio
Sanitario Regionale (ASL, Aziende Ospedaliere, etc.), ma anche per tutte quelle realtà private che
operano con la PA mediante il sistema degli accreditamento, DRG e convenzioni di ogni tipo.

Basti pensare che la Regione Lombardia ancor prima che il Decreto del 17 settembre venisse
pubblicato, ha emanato un decreto regionale (n. IX/3856 del luglio 2012) che obbliga alla
certificazione tutte le aziende private che hanno accordi contrattuali o finanziamenti per prestazioni
rese nei confronti del Servizio Sanitario Regionale.

Illustriamo di seguito uno stralcio della delibera.




Page 13                         Presentation title
L’introduzione della certificabilità dei bilanci
delle aziende sanitarie ed ospedaliere
 Brevi cenni normativi (5/5)
                2. REQUISITI PER LA SOTTOSCRIZIONE DEI CONTRATTI

          a) La stipula del contratto è subordinata all’acquisizione della certificazione antimafia, dalla quale deve risultare che non sussistono le cause d
          divieto, decadenza o sospensione previste dalla normativa antimafia. Tale certificazione, oltre che nei confronti dei soggetti di cui all’art. 2 de
          DPR 252/2008 deve essere riferita anche ai soggetti titolari di diritti reali su azioni, quote o patrimonio, qualora diversi dai soggetti gestori, che
          rientrino nei criteri previsti dall’art. 85 del D.Lgs. 159/2011.

          Per i soggetti non iscritti alla Camera di Commercio (Fondazioni ed Enti no profit) dovrà essere acquisita dichiarazione sostitutiva di atto notorio,
          attestante l’insussistenza di cause di divieto, decadenza o sospensione previsti dalla normativa antimafia, relativa al legale rappresentante, a
          componenti del Consiglio di Amministrazione e ai soggetti con poteri di gestione.

          A tal fine le strutture devono trasmettere alla ASL, entro il 31 dicembre di ogni anno, le dichiarazioni sostitutive di atto notorio e i dati anagrafici d
          tutti i soggetti per i quali deve essere acquisita la certificazione antimafia.

          b) Le strutture private di ricovero e cura accreditate (comprese fondazioni ed enti no profit) che sono nelle condizioni di accedere ad accord
          contrattuali o a finanziamenti per prestazioni rese per il Servizio Sanitario Regionale di valore pari o superiore a 800.000 euro per anno devono,
          al fine di poter accedere alla stipula del contratto integrativo annuale, trasmettere, entro la fine di febbraio di ogni anno e prima della firma di
          ciascun contratto, alle rispettive ASL competenti per territorio la sotto riportata documentazione:

                I. relazione sull’ultimo bilancio approvato dalla singola struttura sanitaria e relazione sull’ultimo bilancio consolidato approvato,
                     redatte da una primaria società di revisione contabile, ovvero, per le fondazioni e i soggetti no profit, anche dall’organo di controllo con
                     funzioni di revisione contabile, che attesti in modo esplicito ed inequivocabile la regolarità della continuità gestionale e finanziaria a
                     garanzia della solidità e dell’affidabilità della struttura e dell’eventuale gruppo. La stessa relazione deve obbligatoriamente riportare in
                     modo esplicito l’assenza/evidenza di criticità (quali ad esempio stati patrimoniali, esposizione debitoria etc.) e deve altresì riguardare
                     tutte le attività sanitarie e socio sanitarie in capo alla proprietà;

                II. l’attestazione del legale rappresentante di essere in regola con gli obblighi previdenziali.

          c) I soggetti privati accreditati (comprese fondazioni ed enti no profit) diversi dalle strutture di ricovero e cura che sono nelle condizioni di accedere ad accordi
          contrattuali o a finanziamenti per prestazioni rese per il Servizio Sanitario Regionale di valore pari o superiore a 800.000 euro per anno, al fine di poter
          accedere alla stipula del contratto integrativo annuale, devono applicare l’intero sistema di prevenzione di cui al D. LGS 231/2001 in materia di responsabilità
          amministrativa delle Persone Giuridiche e trasmettere, entro la fine del mese di febbraio di ogni anno, alla ASL competente per territorio, un sintetico
          estratto della relazione annuale dell’organismo di vigilanza, previsto dal d.lgs. 231/2001, attestante, in modo esplicito ed inequivocabile, l’efficace e corretta
          applicazione del modello organizzativo e l’assenza/evidenza di criticità.




Page 14                                              Presentation title
L’introduzione della certificabilità dei bilanci
    delle aziende sanitarie ed ospedaliere
     Abbiamo accennato che la nuova normativa, a differenza della precedente, prevede un percorso attuativo
     per la certificabilità dei bilanci. Tale percorso serve affinché tutti i bilanci di queste aziende siano redatti:
     - Secondo un principio di competenza e non di cassa.
     - Attraverso una ordinata gestione economica, patrimoniale e finanziaria.
     - Disponendo di un sistema di controlli interni strutturato e procedure amministrative contabili adeguate a
     fronteggiare rischi di errore o, peggio ancora, di frode.
     Quanto affermato vale, ed è molto importante, anche per le aziende private di cui si è detto che, attraverso
     la predisposizione di bilanci attendibili e ricchi di informazioni, potrebbero dare corretta evidenza della loro
     gestione e potrebbe, come anticipato, fungere da stimolo per la PA.
-    Alcuni esempi:
     - Innanzitutto il bilancio per competenza consente di monitorare la redditività (e quindi l’economicità) di
     un business, confrontando costi e ricavi nei rispettivi esercizi di competenza. Questa informazione con la
     gestione per cassa si perde o, quantomeno, è molto più difficile da recuperare perché si mettono a
     confronto entrate ed uscite che, con ogni probabilità, fanno riferimento ad esercizi differenti. La contabilità
     economico patrimoniale consente inoltre di monitorare crediti e debiti permettendo al management di poter
     gestire situazioni di difficoltà su partite molto vecchie;
     - una ordinata gestione finanziaria, magari per una entità dove vi sono settori o attività differenti,
     consente di monitorare l’andamento di ciascun business in particolare con riferimento alle disponibilità
     liquide. Sarebbe inoltre opportuno che ad attività diverse corrispondano conti correnti differenti ed avviare
     gestioni finanziarie separate, senza togliere ovviamente la possibilità che un settore trasferisca risorse ad
     un altro, ma in modo però ordinato e soprattutto monitorato;
     - Una completa e corretta informativa consente infine di dare evidenza delle performance raggiunte.

    Page 15                        Presentation title
L’introduzione della certificabilità dei bilanci
delle aziende sanitarie ed ospedaliere
I vantaggi generali legati alla revisione contabile
I vantaggi che possono derivare dall’assoggettamento del bilancio alla revisione
contabile sono molteplici e si differenziano sia rispetto al sottore di attività sia a
seconda del grado di organizzazione e dell’ambiente di controllo interno dell’entità
da assoggettare a revisione contabile. Chiaramente più la struttura parte da un
livello di organizzazione e da un sistema di governance insufficiente, maggiore
sarà il contributo che la revisione apporterà a tale entità.

In altre parole la revisione contabile non deve essere vista come una
semplice attestazione sulla qualità dei dati contabili ma come un processo
complesso ed articolato che, nel raggiungere il suo fine, trasferisce
all’azienda cliente valore e competenze che rimarranno sempre nel
patrimonio aziendale e nella sua cultura e che contribuiranno non solo a
rendere qualitativamente migliori le informazioni finanziarie ma anche a
migliorare la gestione aziendale ed i rapporti con terzi (banche, clienti e
fornitori, Stato, etc.).

Page 16                 Presentation title
L’introduzione della certificabilità dei bilanci
delle aziende sanitarie ed ospedaliere
Possibili implicazioni e vantaggi specifici per i consociati ARIS (1/2)
Attraverso la revisione contabile ed, ancor di più, attraverso il percorso di accompagnamento alla revisione
contabile, si produrranno molteplici effetti benefici per le entità consociate all’Aris. In particolare:
a) Nel caso non dovesse esserci l’introduzione del bilancio economico patrimoniale o la verifica se quello
esistente rispetta i principi di riferimento della contabilità secondo il postulato della competenza
economica.
b) Disponibilità di informazioni economiche e reddituali altrimenti non reperibili.
c) Maggiore affidabilità alle informazioni patrimoniali (ad esempio attraverso una corretta analisi dei crediti
scaduti e l’eventuale appostamento di un fondo svalutazione crediti).
d) Maggiore affidabilità delle informazioni finanziarie (ad esempio gestendo una finanza separata per
settori ed avendo quindi evidenza se ve ne sono alcuni con rischi di cassa).
e) Miglioramento dell’informativa mediante l’introduzione delle informazioni di settore;
f) Maggiore trasparenza dell’attività aziendale.
g) Possibilità di dare evidenza delle buone performance.
h) Migliore gestione dei rapporti con terzi e maggiore autorevolezza nella gestione dei rapporti di business.
i) Introduzione di un sistema di controllo di gestione e di budgeting analogo a quello previsto per le
aziende private.




Page 17                        Presentation title
L’introduzione della certificabilità dei bilanci
delle aziende sanitarie ed ospedaliere
Possibili implicazioni e vantaggi specifici per i consociati ARIS (2/2)
l) Valutazione di nuovi strumenti di gestione finanziaria come ad esempio la fattorizzazione dei crediti;
m) riconciliazione periodica di informazioni contabili e gestionali.
n) inventariazione periodica di cespiti e magazzino e gestione delle cosiddette rimanenze “a reparto”.
o) Ricostruzione dei valori dei cespiti con particolare riferimento a quelli eventualmente finanziati mediante
riconciliazione dei valori di questi ultimi con i valori dei risconti passivi / Patrimonio netto finalizzati alla loro
sterilizzazione economica.
p) introduzione di strumenti contabili e gestionali per la corretta valutazione di alcune poste dell’attivo come
ad esempio:
      ►    crediti verso enti pubblici e verso privati: scadenzario (ageing) dei crediti integrati con informazioni
           qualitative al fine di valutare con maggiore puntualità le poste dell’attivo circolante;
      ►    magazzino: indici di rotazione comparati con esercizi precedenti e con benchmark di settore.
q) Con particolare riferimento alle associazioni e fondazioni ricostruzione del Patrimonio netto (o voce
equivalente) tra risorse libere e vincolate.
r) Piena comprensione della normativa inerente al personale (medico e non medico) con analisi della
contrattualistica e degli accordi integrativi in vigore (comprese le eventuali best practice del settore).
s) Ricostruzione delle poste del passivo con evidenza di eventuali insussistenze.
t) Valutazione di eventuali rischi di frode, propri del settore, e ricadute benefiche anche con riferimenti agli
adempimenti obbligatori di cui alla 231.
u) Crescita della struttura amministrativa che entra in possesso di nuove competenze e know how.


Page 18                          Presentation title
Questions & Answers




Page 19    Presentation title
Check list preliminare
 Denominazione ente:                                                                Indirizzo:
 Responsabile:                                                                      Telefono:

  #     DOMANDA                                                                                                    SI   NO   N/ A
  1)    Il bilancio è redat t o secondo il post ulat o della compet enza economica?
        Esist e una gest ione finanziaria separat a con riferiment o ai vari set t ori di at t ivit à / ent it à
  2)
        legali?
  3)    Vengono effet t uat e le riconciliazioni bancarie?
  4)    Se la rispost a è si le event uali differenze vengono ident ificat e?
  5)    Viene effet t uat a la cont a di cassa alment o t rimest ralment e?
  6)    Se la rispost a è no, viene effet t uat a la cont a di cassa almeno annualment e?
        Ogni qual volt a viene fat t a la cont a di cassa le risult anze vengono riconciliat e con la
  7)
        cont abilit à generale?
        Almeno una volt a l'anno, in prossimit à del 31 dicmebre, viene effet t uat a la cont a fisica del
  8)
        magazzino?
  9)    Il valore di cui sopra viene riconciliat o con la cont abilit à generale?
  10)   Esist e un invent ario fisico dei cespit i riconciliat o con la cont abilit à generale?
        I credit i sono periodicament e monit orat i mediant e analisi della st rat ificazione e sono
  11)
        rilevat e event uali passivit à per valori non recuperabil?
  12)   Esist ono sezionali e/ o cont i t ransit ori?
        Se la rispost a è si essi vengono riconciliat i nel corso dell'anno o almeno alla fine
  13)
        dell'esercizio?
  14)   Quando viene predispost o il bilancio si effet t uano le scrit t ire di ret t ifica ed int egrazione?

  15) Nella predisposizione del bilancio si t iene cont o di event uali rischi per passivit à pot enziali?

  16) I processi dell'ent e sono governat i da procedure formalizzat e ovvero da prassi consolidat e?

        E' st at o adot t at o il modello organizzat ivo ai fini della 231 ed è st at o nominat o l'organismo
  17)
        di vigilanza che vigila sull'osservanza e sul funzionament o del modello st esso?




Page 20                                  Presentation title
I nostri contatti

      Reconta Ernst & Young               Studio legale tributario in
                                          associazione con Ernest & Young
      Mauro Ottaviani – Partner           Giacomo Albano – Partner
      Via Po’ 32 – 00198 Roma             Via Po’ 28 – 00198 Roma
      mauro.ottaviani@it.ey.com           giacomo.albano@it.ey.com

      Ginevra De Romanis – Partner        Paola Lumini – Senior Manager
      Via Po’ 32 – 00198 Roma             Via Po’ 28 – 00198 Roma
      ginevra.deromanis@it.ey.com         paola.lumini@it.ey.com

      Aldo Alberto Amorese – Partner
      Via della Chiusa 2 – 20123 Milano
      aldo.amorese@it.ey.com

      Andrea Chieffalo – Senior Manager
      Via Po’ 32 – 00198 Roma
      andrea.chieffalo@it.ey.com
Factoring:
trasformiamo i tuoi crediti in liquidità




                      Milano, 21 marzo 2013


       Disclaimer
Cosa fa una società di factoring?

Il concetto può essere sintetizzato in 4 parole chiave:

• Valutazione del credito
• Gestione
• Garanzia
• Anticipazione

 attività che, combinate tra loro, offrono un'ampia gamma di
 prodotti con caratteristiche e peculiarità specifiche per
 rispondere alle diverse richieste e bisogni della clientela.




       CREDEMFACTOR                                       2
IL FACTORING IN CIFRE – dati al 31 dicembre 2012
Campio composto da 35 associati Assifact

Dati in migliaia di euro                    quota % sul totale   var.su stesso mese a.p.

Turnover cumulativo             171.443.000                             + 4,02%
(da 1 gennaio 2012)             di cui pro solvendo    33%
                                di cui pro soluto      67%



Montecrediti in essere          56.782.000                              + 0,9%
(Outstanding)                   di cui pro solvendo     41%
                                di cui pro soluto       59%



Finanziamenti e anticipazioni    45.473.000                             2,60%




            CREDEMFACTOR                                                              3
Informazioni sulla clientela factoring in Italia al 31 dicembre 2012


Numero di cedenti attivi                         26.532

Numero di debitori ceduti                       690.000

Numero medio di debitori ceduti per cedente       26




        CREDEMFACTOR                                              4
Quote regionali TO cedenti anno 2012 (in ek)
DOMESTICO                       131.714.065    quota regionale

di cui:

PIEMONTE                          9.851.863        7,48%

VALLE D'AOSTA                       134.008        0,00%

LIGURIA                           2.583.628        1,96%

LOMBARDIA                        44.977.649        34,15%

TRENTINO ALTO ADIGE                 621.330        0,00%

VENETO                            5.940.047        4,51%

FRIULI VENEZIA GIULIA             1.312.207        1,00%

EMILIA ROMAGNA                    8.904.485        6,76%

MARCHE                              934.650        0,71%

TOSCANA                           4.338.456        3,29%

UMBRIA                            2.008.694        1,53%

LAZIO                            37.256.957        28,29%

ABRUZZO                           1.132.974        0,86%

MOLISE                              117.827        0,00%

CAMPANIA                          5.086.461        3,86%

PUGLIA                            1.816.874        1,38%

BASILICATA                          310.217        0,00%

CALABRIA                            445.584        0,00%

SICILIA                           1.927.058        1,46%

SARDEGNA                          2.013.099        1,53%




                 CREDEMFACTOR                                    5
Azienda di piccola o media dimensione che presenta:

     % utilizzi in CR su linee autoliquidanti > 70% ;

     durata media dei crediti > 120 gg. (ante DIR. 2011/07 UE);

     Fatturato concentrato su pochi Clienti;


     Crediti verso EE.PP;


     Piani di sviluppo in nuovi mercati (Italia ed Estero);

     Margini contenuti e che necessitano di “certezze” negli incassi;

    Una struttura amministrativa “leggera” .

        CREDEMFACTOR                                                 6
Impossibile visualizzare l'immagine. La memoria del computer potrebbe essere insufficiente per aprire l'immagine oppure l'immagine potrebbe essere danneggiata. Riavviare il computer e aprire di nuovo il file. Se viene visualizzata di nuovo la x rossa, potrebbe essere necessario eliminare l'immagine e inserirla di nuovo.




Factoring Pro solvendo




                                                                CREDEMFACTOR                                                                                                                                                                                                                                                       7
Impossibile visualizzare l'immagine. La memoria del computer potrebbe essere insufficiente per aprire l'immagine oppure l'immagine potrebbe essere danneggiata. Riavviare il computer e aprire di nuovo il file. Se viene visualizzata di nuovo la x rossa, potrebbe essere necessario eliminare l'immagine e inserirla di nuovo.




Factoring Pro Soluto
È un servizio che attraverso la cessione del credito consente all'Azienda
di trasferire su Credemfactor il rischio di insolvenza dei propri clienti
con la possibilità di ottenere anche l'anticipazione del credito in una percentuale
da concordare (di norma 80%).



Credemfactor, cessionario del credito, dopo un'accurata valutazione dei clienti,
provvede in base al gradimento espresso, alla determinazione di un plafond per
ciascuno di loro, stabilisce la percentuale di garanzia con possibilità di anticipare i
crediti.
Attraverso la cessione del credito il cedente trasferisce al cessionario la titolarità dei
crediti vantati nei confronti del debitore ceduto.




                                                                CREDEMFACTOR                                                                                                                                                                                                                                                       8
CREDEMFACTOR   9
Case history




CREDEMFACTOR   10
Gestione finanziaria e certificabilità dei bilanci delle strutture socio sanitarie, Seminario Aris, Milano 21 marzo 2013
Gestione finanziaria e certificabilità dei bilanci delle strutture socio sanitarie, Seminario Aris, Milano 21 marzo 2013
Gestione finanziaria e certificabilità dei bilanci delle strutture socio sanitarie, Seminario Aris, Milano 21 marzo 2013
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Gestione finanziaria e certificabilità dei bilanci delle strutture socio sanitarie, Seminario Aris, Milano 21 marzo 2013

  • 1. SEMINARIO DI APPROFONDIMENTO organizzato da ARIS per gli ASSOCIATI e FEDERATI Giovedi 21 marzo 2013 h.10,30-16 Aula Magna della Casa di Cura S.Camillo - Via M. Macchi 5, Milano INTRODUZIONE AD ALCUNI DEGLI STRUMENTI FINANZIARI, ECONOMICI E NORMATIVI FUNZIONALI ALL’ EQUILIBRIO FINANZIARIO DELLE STRUTTURE SOCIO-SANITARIE PROGRAMMA Dal fabbisogno finanziario alla gestione dei flussi di cassa nelle aziende sanitarie 10.00  Accoglimento  partecipan2       10.15  Introduzione:  contenu2  e  obie:vi  -­‐  Nevio  Boscariol,  Aris 10.20  Le  priorità  della  Tesoreria:    Pianificazione  Finanziaria,  Ges2one  del  Capitale  Circolante,     Ges2one  dei  rischi  Finanziari  e  relazione  bancaria     Dr.  Giovanni  Ceci,  responsabile  consigliere  e  relaz.Nord  Est    AITI  –  Associazione     italiana     dei  tesorieri  d’impresa 11.15 L’offerta  dei  servizi  finanziari P.Achilli/G.RavaneE  -­‐  Responsabili  Sviluppo  MercaI  Nord  CREDEM 11.30  Factoring  e  Assicurazione  credi2  e  alterna2ve  percorribili:  strumen2  efficaci  di     protezione  del  capitale  circolante.  Lo  smobilizzo  dei  credi2  verso  la  P.A.     Giuliano  Casagrande,  DireJore  Commerciale  Credemfactor  –  Gruppo  CREDEM 12.  10 I  vantaggi  di  una  correLa  ges2one  delle  en2ta'  del  sistema  sanitario:  la  cer2ficabilita'  dei     bilanci -­‐ EffeE  dei  ritardi  della  PA  nell’onorare  i  propri  creditori  (alcuni  numeri);   -­‐ la  direEva  comunitaria  7/2011;   -­‐ la  normaIva  nazionale  DecreI  per  accelerare  i  pagamenI  della  PA  (paccheJo  intervenI   per  disciplinare  i  rapporI  credito/debito  tra  PA  e  imprese,  riferimenI  normaIvi  incluso  il   DL  78/2012;   -­‐ l’introduzione  della  cerIficabilità  dei  bilanci  delle  aziende  delle  Aziende  Sanitarie  ed   Ospedaliere  (cenni  normaIvi  -­‐  legge  266/2005,  PaJo  per  la  Salute  2010-­‐2012,  Decreto  del   Ministero  della  Salute  del  18/01/2011,  DL  118/2011,  Decreto  cerIficabilità  del   17/09/2011-­‐,  collegamento  con  le  norme  regionali,  vantaggi  legaI  alla  revisione  contabile,   possibili  implicazioni  e  vantaggi  specifici  per  gli  AssociaI  ARIS)   Mauro  OJaviani  -­‐  Partner,  Paola  Lumini  -­‐  Senior  Manager  di  Ernst  &  Young               13.00/13.15 Buffet 14-16: i relatori risponderanno alle domande sugli argomenti oggetto del seminario e sui casi specifici portati dai partecipanti
  • 2. A chi è rivolto: Direttori Generali,Direttore/Responsabile Finanziario, Direttore/Responsabile Amministrativo e Finanziario, Controllo di Gestione, Responsabile Tesoreria, Area Legale e Societaria. La partecipazione è gratuita. Per iscriversi segreteria@arisassociazione.it fino al 19 marzo 2013.
  • 3. “Dal fabbisogno finanziario alla gestione dei flussi di cassa nelle Aziende Sanitarie” Milano, 21 marzo 2013 Le priorità della Tesoreria: Pianificazione Finanziaria,Gestione del Capitale Circolante, Gestione dei Rischi Finanziari e relazione bancaria. Giovanni Ceci Temporary Manager Finanza Consigliere AITI
  • 4. “la perfezione dei mezzi e la confusione degli obiettivi caratterizzano la nostra epoca” A. Einstein 2
  • 5. Premessa La crisi dei mercati finanziari Politica Monetaria Espansiva 2001-2006 Boom del credito Innovazione Finanziaria Spinte inflazionistiche e stretta monetaria Scoppio della bolla immobiliare 2007-2008 Hedge Found - Crisi Finanziaria Default di Lehman Brothers settembre 2008 Volatilità sul mercato dei cambi Credit crunch: da crisi finanziaria a crisi dell’economia reale Stretta creditizia Aumento livelli spread dei Credit Default Swap (CDS) 2008-2009 Trend rialzista prezzi delle commodity Recessione globale Intervento delle istituzioni pubbliche Debole ripresa economica 2010-2012 Crisi di liquidità Crisi del debito sovrano 3
  • 6. Scenario La qualità del credito continua a risentire della recessione: nella prima metà del 2012 il flusso delle nuove sofferenze in rapporto ai prestiti è tornato sui livelli toccati nel 2009 La rischiosità del sistema Imprese n.1 Fonte:Banca d’Italia, rapporto sulla stabilità finanziaria Novembre 2012 4
  • 7. Scenario I prestiti bancari alle imprese hanno continuato a flettere: in novembre 2012 erano in ribasso di circa il 6% rispetto ad un anno prima. Fonte:Banca d’Italia, Bollettino Economico n.71 Gennaio 2013 5
  • 8. Principali cause che la crisi sistemica ha determinato per le Aziende • Crediti commerciali inesigibili e conseguente peggioramento del conto economico (perdite su crediti); • Aumento % di insolvenza sulle linee di credito mercantili con annesso allungamento dei termini di incasso e tempi di restituzione dei prestiti bancari; • Calo del turn over e mancato rispetto dei pagamenti ai fornitori e posticipazione delle chiusure contabili; • Rischio mercato; • Maggiore attenzione ai flussi di Cash Flow (circolante – investimenti); • Ricaduta sul rating delle Aziende e incremento degli spread e fee; • Stretta creditizia e difficoltà nel funding; • Costante attenzione al livello di utilizzo dei plafond bancari di B/T (uncommitted); • Necessità di spostare l’indebitamento su linee di M/T (committed); • Verifica dei financial covenants posti dalle banche quale strumenti di monitoraggio della rischiosità delle stesse aziende; • Maggiori requisiti patrimoniali ( Basilea II - III); • Operazioni di ristrutturazione del debito; • Necessità di un Reporting Finanziario “tempestivo e di qualità” per il sistema bancario. 6
  • 9. Una riflessione Siamo in grado di gestire la crisi oppure è la crisi che ci gestisce? La crisi dei mercati ha mostrato che dobbiamo impiegare al meglio gli “strumenti” e “processi “ per regolare e governare i cicli aziendali. Dobbiamo allargare i criteri di riferimento a tutela del nostro business model e inserire percorsi di analisi e verifica degli scostamenti. 7
  • 10. Una riflessione E’ basilare ottimizzare la gestione finanziaria dell’impresa attraverso la sua reale e concreta capacità di generare flussi di cassa nel lungo periodo attraverso la propria gestione operativa. La Pianificazione Finanziaria e la gestione della Tesoreria devono essere i driver primari per gestire la volatilità del mercato. Questo per prevedere e annullare Rischio di Liquidità = Rischio Default 8
  • 11. La Gestione aziendale Azienda Eventi Interni Eventi Esterni Aspetto Economico Aspetto Finanziario Costi – Ricavi Finanziamenti-Investimenti Struttura fonti/impieghi Attività=Passività in grado di consentire la Equilibrio Patrimoniale continuità dell’attività aziendale Entrate=Uscite Capacità di far fronte agli Equilibrio Finanziario Impegni di pagamento Capacità dell’azienda di Equilibrio Economico Ricavi=Costi remunerare tutti i fattori produttivi impiegati 9
  • 12. Sistema di Pianificazione e Controllo Pianificazione Definisce le linee guida degli Strategica obiettivi aziendali Controllo Definizione e perseguimento delle Direzionale strategie aziendali Controllo Controllo e verifica dell’esecuzione Operativo 10
  • 13. Agenda di percorso operativo – Leve di comando Qualsiasi decisione aziendale determina un effetto “leva” sull’intera gestione. L’Impresa è soggetta a leggi dinamiche che la rendono sensibile a qualsiasi tipo di sollecitazione esterna e per governare questa dinamica dobbiamo seguire modelli strutturati di gestione. Processi o Business Plan Utilizzo di KPI & Warning o Pianificazione Finanziaria • Commodity o Bilancio previsionale • Valute o Budget di breve - medio termine • Stress Test o Cash flow prospettico • Acquisti – Vendite o Rolling Forecast • Plafond Bancari o Tresury System Analizzo  Performance interne ex –ante (analisi verticale)  Performance esterne (benckmarking o analisi orizzontali)  Ciclo Attivo e Ciclo Passivo  Working Capital (CCN) 11
  • 14. Pianificazione Finanziaria (PF) La Pianificazione Finanziaria è il percorso strategico per ottimizzare i flussi di capitale allo sviluppo del business aziendale. Il Business Plan simula e costruisce il percorso di crescita dell’Impresa, la Pianificazione Finanziaria ne verifica la coerenza con il requisito di equilibrio finanziario COERENZA STRATEGICA COERENZA FINANZIARIA 12
  • 15. Pianificazione Finanziaria (PF) Le operazioni che definiscono la gestione aziendale sono tipicamente riconducibili a quattro aree fondamentali:  Gestione Caratteristica ( Gestione Operativa, Gestione del Circolante);  Investimenti;  Finanziamenti;  Altre operazioni (Capitale,Patrimonio Netto, ..). Qualsiasi decisione finanziaria che viene presa all’interno dell’azienda, non può essere considerata a se stante, i suoi effetti sulla gestione devono essere valutati complessivamente e sempre nel rispetto del business model aziendale. Quindi , un complesso sistema di analisi, valutazioni e scelte da effettuate per mantenere in equilibrio i flussi finanziari e monetari con specifico riguardo alle aree gestionali di origine, alla dimensione e alla distribuzione temporale dei flussi stessi. 13
  • 16. Pianificazione Finanziaria (PF) Il risultato finale è la redazione di un Piano Finanziario composto da: Analisi finanziarie Esame dei risultati gestionali attraverso indicatori e aggregati reddituali e finanziari di sintesi. Valutazioni finanziarie Formulazione dei piani e dei programmi di attività da parte delle diverse funzioni aziendali e definizione delle relative operazioni da eseguire. Scelte finanziarie Identificazione delle forme di finanziamento più idonee per la copertura del fabbisogno finanziario. 14
  • 17. Pianificazione Finanziaria (PF) – Percorso • Analisi opportunità di finanziamento e investimento; • Proiezione delle conseguenze che avranno nel futuro le scelte prese al tempo t0 ; • Decisioni rispetto alle alternative disponibili; • Confronto dei risultati ottenuti rispetto agli obiettivi prefissati (analisi scostamenti, rolling); • Spazio Temporale breve/medio/lungo termine; • Simulazione analisi di sensitività e “what if” e “what for”; • Scenari di criticità e stress test comparati; • Utilizzo di misuratori delle performance (KPI); • Previsioni accurate e attendibili; • Gestione di un portafoglio di opzioni; • Definizione del piano finanziario ottimale. (nb:non esiste un modello o procedura certa, esiste solo l’uso della “ragione” quale criterio di analisi) 15
  • 18. Catena dei processi di Pianificazione e Programmazione Programmazione Finanziaria di Pianificazione Programmazione esercizio Finanziaria di Tesoreria Valuta le compatibilità Verifica le compatibilità finanziarie Valuta l'equilibrio di breve periodo finanziarie di medio periodo delle politiche aziendali nell'ambito tra le entrate e le uscite di cassa. riferite alle scelte strategiche del programma annuale di attività, Si collega direttamente con formulate nel piano generale in conformità con le scelte di l'esecuzione giorno, settimana, di attività aziendale. indirizzo contenute nella mese dei pagamenti. pianificazione generale. 16
  • 19. Schema dei livelli di processo e strumenti 17
  • 20. Il Processo di Pianificazione Finanziaria (PF) La Gestione Finanziaria ha il ruolo centrale all’interno della Pianificazione Strategica. Gestisce le scelte e le operazioni per reperire e impiegare i fondi aziendali. Gestione Annuale/Triennale Mese/Semestre Giorno/Settimana Programmazione Gestione Gestione Economica Finanziaria ML Budget Finanziario Controllo della Liquidità Processo Responsabile Budget/Piano Piano Fonti/ Budget Cash Manovra Economico Finanziario Impieghi Finanziario Management Finanziaria Analisi e Cause degli Scostamenti 18
  • 21. Pianificazione Finanziaria (PF) – Strumenti La costruzione dei preventivi si fonda sull'assunzione di determinate ipotesi (vincoli-obiettivi) concernenti l'andamento delle variabili rilevanti, le quali vengono considerate nei loro effetti reddituali e finanziari. Il risultato del processo è quindi formato da “previsioni “di Stato Patrimoniale, Conto Economico, Budget ,Rendiconto Finanziario e Cash Flow riferiti ai vari esercizi compresi nell'orizzonte temporale coperto dal piano generale dell'impresa. Gli sviluppi degli elaborati si focalizzano sugli aspetti primari della vita aziendale che sono alla base della gestione e delle misure da adottare: - Variazioni intervenute nel Capitale Circolante (Working Capital); - Capacità di creare e generare flussi di cassa operativi; - Governo dei flussi finanziari attraverso una corretta gestione della tesoreria. 19
  • 22. Strumenti di Gestione d’Impresa Strumenti di analisi ,pianificazione e controllo della gestione aziendale Il Bilancio di esercizio Stato Patrimoniale Conto Economico Rendiconto Finanziario Riclassifica , Analisi dei flussi e degli indici Analisi del Working Capital Il ciclo economico/finanziario e ciclo monetario 20
  • 23. Strumenti di Gestione d’Impresa Strumenti di analisi ,pianificazione e controllo della gestione aziendale Analisi dei costi-ricavi • Redazione del budget • Riclassifica del Conto Economico • Determinazione del Cash Flow • Analisi di Redditività Misurazione delle Performace del Business Model 21
  • 24. Strumenti tecnico – contabili del Controllo Direzionale Contabilità Generale Contabilità Redazione (co.ge) Analitica Budget Analisi del Bilancio Reporting Direzionale Informazioni Extra Contabili Controllo di Gestione 22
  • 25. Gli strumenti del processo di Budgeting OBIETTIVI E STRATEGIE AZIENDALI BUDGET BUDGET BUDGET DEGLI Previsionale OPERATIVI ECONOMICO INVESTIMENTI BUDGET PATRIMONIALE BUDGET FINANZIARIO Conto Stato Rendiconto Economico Patrimoniale Finanziario
  • 26. Modello 5 Aree - Creazione e Assorbimento di Flussi di Liquidità Per rappresentare in modo analitico il fabbisogno finanziario e le relative modalità di copertura , è necessario aggregare i flussi monetari in base all’area gestionale che li ha generati oppure che li ha assorbiti. Occorre partire dalle aree di provenienza e aree di destinazione delle risorse monetarie che possono generare o assorbire flussi di liquidità. 24
  • 27. Il WORKING CAPITAL (CCN) Il Working Capital (CCN) è il capitale strettamente legato alla gestione caratteristica dell’Azienda. Essendo espressione delle variabili correnti dell’attivo e passivo patrimoniale, il suo livello è un indicatore primario della capacità di “autofinanziamento” dell’Impresa e delle sue capacità di fare fronte alle esigenze di liquidità immediate. In termini di flussi: DSO (Days Sales Outstanding) Customer Order to cash Invoice - Time Add Your Text RISCHIO CREDITO Add Your Text WORKING CAPITAL Forecast to fulfill to pay. DPO (Days Payment Outstanding) Suppliers Production/Selling RISCHIO LIQUIDITA Invoice – Time Plan Delivery. Warehouse 25
  • 28. Capitale Circolante Netto (CCN) In termini contabili Capitale Circolante Netto Il C.C.N. rappresenta la differenza fra le attività correnti (Cassa,Crediti e Magazzino) e le passività correnti (Fornitori,Banche a breve). Tanto più si dilatano i crediti commerciali (+vendite,+dilazioni,+ritardi DSO), tanto più l’impresa dovrà ricorrere a fonti di debito (verso fornitori DPO, banche per tipologia di funding ) per finanziare il credito commerciale con il conseguente aumento di oneri finanziari che ridurranno la marginalità delle vendite (MOL). L’analisi del Ciclo Monetario esprime il saldo della gestione temporale del CCN (crediti+magazzino-debiti). Lo sbilanciamento temporale degli incassi /pagamenti,connessi al capitale di funzionamento,diviene il “compito da risolvere” attraverso il mix di funding a breve (sbf,factor,ant.fatt.) e/o lungo termine (committed,loan). 26
  • 29. Capitale Investito Netto (CIN) CCN Passività finanziarie nette Coperture CIN finanziarie Attivo non corrente operativo = Immobilizzazione Nette Patrimonio Netto Oltre al C.C.N. occorre considerare l’intero Capitale Investito Netto (CIN),in rapporto alle coperture finanziarie ed ai relativi costi di approvvigionamento, per individuare il corretto equilibrio in funzione della maggiore o minore necessità di capitalizzare l’azienda. E’ basilare equilibrare sempre le “fonti” in funzione degli “impieghi “da un punto di vista della durata degli stessi. 27
  • 30. Flussi finanziari di Capitale Circolante Netto Flusso della Attivo Passività Capitale gestione reddituale Immobilizzato Consolidate Proprio • Vendita di • Aumenti con apporto Immobilizzazioni Accensione di mezzi liquidi Ricavi monetari • Rimborso Finanziamenti a • Contributi a fondo Finanziamenti M/T M/T perduto Capitale Circolante Netto • Rimborso • Acquisto • Diminuzione di c.p. finanziamenti m/l Costi monetari Immobilizzazioni • Pagamento debiti con rimborso ai soci • Rimborso Finanziamenti • Pagamento dividendi Tfr 28
  • 31. Il Rendiconto Finanziario delle variazioni del CCN Fornisce le seguenti informazioni  Rielaborazione della stato patrimoniale secondo criteri finanziari;  Suddivisione della variazioni in “Impieghi” e “Fonti”;  Movimenti che sono intervenuti durante l’esercizio nel “fondo” attivo circolante al netto delle passività di breve periodo mettendone in evidenza le motivazioni analitiche (espresse dai flussi finanziari);  L’impiego di risorse nella gestione reddituale ( che denota eventuali perdite di gestione);  La produzione di risorse finanziarie (capacità dell’azienda di autofinanziarsi e di contenere il ricorso al capitale di terzi);  Impiego delle fonti di finanziamento nelle varie attività di investimento (queste ultime devono trovare copertura nel capitale di terzi a m/l o nel capitale dei soci);  L’equilibrio delle scelte finanziarie operate dall’azienda e i flussi che derivano dai finanziamenti esterni e dall’autofinanziamento. 29
  • 32. Schema del Rendiconto Finanziario di Capitale Circolante Netto SEZIONE I SEZIONE II Cause delle Dove è variato variazioni del CCN il CCN Flusso generato dalla gestione reddituale Variazione negli elementi Variazioni dell’attivo dell’attivo corrente Immobilizzato Variazioni del Variazioni del CCN Variazioni negli elementi Passivo consolidato del passivo corrente Variazioni nel Capitale Proprio 30
  • 33. Analisi dei risultati Le fonti di finanziamento durevoli hanno coperto (in parte) anche Il fabbisogno a breve CCN è “aumentato” rispetto Miglioramento delle liquidità aziendale all’esercizio precedente Crescita del grado di autonomia finanziaria Riduzione degli oneri finanziari Le fonti di finanziamento a breve sono state impiegate per finanziare il fabbisogno durevole CCN è “diminuito” rispetto Peggioramento delle liquidità aziendale all’esercizio precedente Maggiore dipendenza da terzi Incremento degli oneri finanziari 31
  • 34. I principali cicli per la riduzione del Working Capital Ciclo Attivo Ass.Credito, Factor Gestione Incasso Ordine Merito Fattura Anagrafica Delivery Credito Cliente Creditizio Attiva Cliente Drivers: -Controllo del credito -Tempi di incasso -Fatturazione -Processo di sollecito Ciclo Passivo Scelta Ordine Ingresso Quality Fattura Pagamento Suppliers Merci Magazzino Control Passiva Fattura Drivers: -Termini di pagamento -Sconti -Procurement Process -Processo di pagamento Ciclo Magazzino Sviluppo Previsione Gestione Spedizione – Produzione Prodotto Vendite Scorte Customer Service Drivers: -Planning di vendite/produzione -Servizio di consegna -Tempi di approvvigionamento -Gestione Magazzino 32
  • 35. Benefici della riduzione del Capitale Circolante La gestione ottimale del Capitale Circolante, l’efficienza dei processi e dei controlli aziendali consentono di raggiungere benefici,sia diretti che indiretti,ai fini di una migliore gestione del rischio di credito e rischio di liquidità. L’attività del Working Capital Management risulta molto estesa data la complessità dei processi operativi che coinvolgono numerose funzioni aziendali,dall’elevato numero di risorse umane e della diversità degli applicativi informatici utilizzati (ERP,Tresury,Cash managent…). Benefici Diretti Benefici Indiretti Ottimizzazione dei Creazione di valore shareolder. flussi di cassa. Miglioramento del Generazione di liquidità. Cash Flow Forecasting. Capacità di autofinanziamento. Performance del servizio Riduzione costi operativi. alla clientela (CRM). Riduzione oneri finanziari. 33
  • 36. Analisi di Bilancio Analisi finanziaria – Indicatori più significativi Gli indici di copertura sono detti anche di “solidità patrimoniale”, evidenziano l’utilizzo delle fonti di finanziamento. Una situazione ideale prevede che gli Indici di Copertura debbano essere > 1 ed i Margini di Struttura < 0. Questo significa che l’attivo immobilizzato è correttamente finanziato sia con il capitale proprio che con quello di terzi con scadenza m/l termine. Indice di Autocopertura = Capitale Proprio Attivo Immobilizzato Margine primario di struttura = Capitale Proprio - Attivo Immobilizzato Margine secondario di struttura = (Passività Consolidate + Cap. Proprio)-Attivo Immobilizzato Indice di disponibilità (current ratio) = Attivo Circolante Passività a Breve Patrimonio circolante netto = Attivo Circolante – Passività a breve Margine di tesoreria = (Liqu.tà immediate + Liq.tà differite) – Passività a breve 34
  • 37. 35
  • 38. Fattori critici per un’efficiente previsione dei flussi di cassa Informazioni Verificare l’accessibilità delle informazioni necessarie per il Sistemi IT modello di pianificazione Verifica dei sistemi più idonei per la previsione Armonizzare le Assicurare l’affidabilità dei previsioni modelli di previsione già in uso in azienda (es.budget Input Dati dei ricavi e costi) Assicurare l’esattezza degli input “certi” del modello (es. crediti, debiti) e delle Definire Obiettivi stime necessarie (es. budget Gli obiettivi del modello di economico) cash flow forecasting sono chiari e condivisi dalle unit aziendali Approccio Condivisione dell’approccio metodologico per la Cultura definizione e sviluppo del Comunicare l’importanza modello di pianificazione della gestione del cash flow Effective finanziaria all’organizzazione aziendale Cash Flow Forecasting 36
  • 39. Cash Flow Forecast base ”settimana-mese” 37
  • 40. Cash Flow su “n” esercizi Anno X+1 Anno X+2 Anno X+3 Anno X+4 + Fatturato - - - - (+/-) Variaz.Magazzino prodotti finit,semilavorati,in corso di lavorazione - - - - + Costruzioni in economia - - - - - Acquisti prodotti finiti - - - - = VALORE DELLA PRODUZIONE - - - - - Consumi - - - - - Altri Costi di gestione esterna - - - - = VALORE AGGIUNTO - - - - - Costi del personale e Accantonamenti - - - - = MARGINE OPERATIVO LORDO (MOL) o EBITDA (Earnings Before Interest,Taxes,Depreciation and - - - - Ammortization) - Altri Accantonamenti e Ammortamenti - - - - = REDDITO OPERATIVO (RO) o EBIT (Earnings Before Interest and Taxes) - - - - + o - Proventi (Oneri) finanziari - - - - = UTILE ORDINARIO ANTE IMPOSTE o NOPAT ( Net Operating Profit After Taxes) - - - - - Imposte sull'Utile Ordinario - - - - = UTILE ORDINARIO DOPO LE IMPOSTE - - - - + o - Proventi (Oneri) straordinari e imposte relative - - - - = UTILE NETTO - - - - Capitale Immobilizzato Netto - - - - Capitale Circolante Netto - - - - Capitale Investito Netto - - - - Patrimonio Netto - - - - POSIZIONE FINANZIARIA NETTA (PFN) - - - - Flusso Finanziario della Gestione Operativa - - - - Flusso generarto da Operazioni di Investimento/Dismissione - - - - Proventi / (Oneri) Finanziari - - - - Dividendi erogati - - - - CASH FLOW di PERIODO - - - - 38
  • 41. La Posizione Finanziaria Netta è il punto di partenza e di arrivo nella elaborazione del budget finanziario POSIZIONE FINANZIARIA NETTA (PFN) Anno X+1 Anno X+2 AnnoX+ 3 Debiti Vs Banche utilizzi a revoca (Uncommitted) di cassa Disponibilità Libere Subtotale Netto - - - Dispinibilità Vincolate Investimenti di liquidità ( Titoli,Azioni,Pronti c/termine..) Finanziamenti Bancari a MLT (Committed 18m) Debiti Vs Banche commerciali (sbf,ant.fatt,ant.ord….) Subtotale Banche - - - Crediti / Debiti Intercompany Debiti Finanziari per attività di Factoring Prestiti Obbligazionari Finanziamenti da Soci Debiti Vs Società Leasing Altri Crediti Finanziari Altri Debiti Finanziari Subtotale Altre Linee - - - POSIZIONE FINANZIARIA NETTA (PFN) - - - 39
  • 42. La funzione Finanza : il ruolo della Tesoreria “Cash is the King” Impostazione Tradizionale Gestire la Cassa Nuova Impostazione Generare la Cassa 40
  • 43. Gli indicatori del Valore - storia Anni ’80: Focus sul reddito operativo e ROE Dalle variabili economiche…. Anni ’90: Focus su Cash Flow e EVA ROE (Return on Equity) Net Profit Average Shareholder Equity for Period …a quelle finanziarie EVA (Economic Value Added) Net Operating Profit After Taxes (NOPAT) – Weight Average Cost of Capital x Capitale Investito Netto 41
  • 44. Evoluzione della Tesoreria aziendale EVA si fonda su due principi: 1) Il capitale degli azionisti deve essere remunerato come o meglio di quello di terzi 2) Un’azienda che produce utili contabili non necessariamente è in grado di creare valore economico Il sistema economico negli ultimi anni è mutato velocemente: 1) Variazioni del sistema economico: - introduzione dell’euro - globalizzazione dei mercati 2) Cambiamenti nella gestione delle imprese: - adeguamento dell’organizzazione interna ai nuovi contesti competitivi - introduzione di sistemi ERP (Enterprice Resource Planning) 3) Modifica degli obiettivi aziendali: Massimizzazione del reddito Creazione del valore 42
  • 45. Value Creation Treasury Value Supporto a Drivers Procurement Minimizzazione del e Sales WACC Management Minimizzazione Ottimizzazione del ricorso al della struttura capitale di debito finanziaria Ottimizzazione della Ottimizzazione del gestione della Capitale Circolante liquidità 43
  • 46. La “Piramide” dei processi di Tesoreria Pianificazione strategica : Business Plan pluriennale Strategico Programmazione e Controllo Finanziario : Programmatico Budget annuale Reporting finanziario Cash Flow a breve termine: Preventivo settimana/mese 44
  • 47. La “mission” della Funzione Finanza  Assicurare all’azienda Risorse Finanziarie tali da sostenere l’attività corrente e da assicurarne lo sviluppo futuro supportando il Top Management nelle operazioni di finanza straordinaria;  Proteggere l’azienda dai Rischi Finanziari;  Ottimizzare il Valore del Cash Flow mantenendo una struttura finanziaria ottimale;  Fornire Previsioni economico-finanziarie attendibili;  Minimizzare il rapporto tra Oneri e Proventi finanziari;  Fornire all’Alta Direzione un Reporting finanziario adeguato;  Massimizzare il Valore della Comunicazione Finanziaria;  Monitorare e prevedere il Rischio di Liquidità. 45
  • 48. IL Rischio di Liquidità’ : APPROCCIO POLICY RISCHIO LIQUIDITA’ Factoring pro soluto pro solvendo Strutturazione di linee bancarie Cash Ass.ne Credito committed e Pooling uncommitted Miglioramento Ottimizzazione della capacità di gestione del (Margine di previsione Capitale Circolante Tesoreria flussi di e PFN) cassa (budget di cassa mensilizzato) Ruolo della tesoreria 46
  • 49. Tematiche della funzione Tesoreria Cash and Liquidity Management Si riferisce alla gestione della cassa e dei flussi domestici e internazionali (quest’ultimo con riferimento ai diversi sistemi bancari, ai contesti regolatori e fiscali). Riguarda: money market, finanziamenti bancari, impieghi della liquidità, Fx, forecast di cassa e gestione ed ottimizzazione dei servizi bancari. Capital Markets and Funding Esamina gli aspetti principali del capitale e del debito e i relativi mercati pubblici o privati. Più in particolare riguarda : gestione del funding (debito o capitale), l’aspetto legale e regolamentario , aspetti pratici di gestione del debito nelle sue varie tipologie di raccolta. Risk Management Si riferisce alla quantificazione e gestione dei rischi finanziari; Conoscenza dei diversi approcci contabili; Elaborazione di adeguate policy ; Reportistica gestionale. 47
  • 50. Attuali priorità della Tesoreria Funding Focalizzazione sull’efficiente gestione della raccolta di fonti di finanziamento e sull’efficace gestione delle relazioni con le controparti bancarie al fine di diversificare le fonti a disposizione e le possibili opportunità. Cash Management Investimento nel redisignare e nell’implementazione di più efficienti strutture di cash management .Permette una maggiore disponibilità di risorse finanziarie da potere investire nel business,riducendo quindi il ricorso a fonti esterne. Technology and Systems (ICT) Implementazione di nuovi strumenti e nuove tecnologie che, nonostante risultino complesse e costosi,sono essenziali al fine di migliorare l’efficienza delle seguenti attività: • accesso più veloce ai dati tramite piattaforme integrate; • analisi e simulazione per scenari diversi; • monitoraggio e visibilità della posizione di cassa; • calcolo dell’esposizione ai rischi finanziari( attuali e previsionali). 48
  • 51. Organizzazione Interna della Tesoreria Aziendale “step per crescere” Indotto  Canalizzazione del Lavoro  Impatto sull’organizzazione di staff interna (accentramento o decentramento della Finanza e Tesoreria, Payment Factory) Policy  Ci sono ?  Quali Rischi sono disciplinati ? Processi Interni Organizzativi  Efficienti ?  L’importanza della Financial Value & Supply Chain Sistemi Informativi  Efficienti  Integrati  Output di tipo gestionale 49
  • 52. Modello evolutivo “Gestione della Tesoreria” e “Cash Management” Prossimi scenari SEPA - In House Bank Ruolo Strategico Obiettivo : Risk Gestire la Financial Supply Chain Management e il Working Capital Payment Factory Ruolo Gestionale TESORERIA GENERATRICE DI VALORE Zero Balance Cash Pooling Obiettivo : Pianificare, controllare le dinamiche del Treasury cash flow nel breve termine Management System Ruolo Proattivo TESORERIA PREVENTIVA Obiettivo : Utilizzo linee nei limiti dei plafond accordati TESORERIA ANTICIPATA Ruolo Operativo Obiettivo : Riconciliazione c/c e verifica condizioni TESORERIA A CONSUNTIVO 50
  • 54. Evoluzione Funzione Finanza e Tesoreria La gestione del rischio La crisi ha evidenziato che l’importanza del funding sta via via diminuendo e l’evoluzione delle attività della tesoreria dovranno integrarsi sempre più con processi di Risk Management e Cash Management. Quindi, maggiore integrazione con le altre funzione aziendali, importante punto di miglioramento per comprendere l’esposizione ai rischi finanziari dell’azienda. In un’ottica di gestione integrata del rischio è sempre più importante creare una struttura idonea (framework) fatta di strategie,processi e strumenti per creare un ambiente di controllo adeguato al livello di rischio/esposizione nei confronti del mercato. 52
  • 55. Approccio al Rischio La percezione del rischio si è modificata passando da approccio secondario della gestione ad aspetto primario che integra l’intero processo del modello di business. • Rischio di mercato come parte integrante dell’Enterprise Risk Management da gestire in modo dinamico in funzione del rischio residuale reputato accettabile; • Rischio gestito da una o più funzioni coerentemente con la struttura aziendale attraverso sistemi e processi integrati; • La responsabilità della gestione operativa dei rischi è definita nelle policies aziendali e la responsabilità della gestione strategica è delegata a livello di top management (CFO, Financial Risk Committee); • Elevato livello di controllo e reporting; • Misurazione del rischio carente; • Quantificazione del rischio sulla base di modelli complessi (Van, Sensitivity Analisys, Six Sigma .…). 53
  • 56. Financial Risk Management Framework  Maggiore volatilità dei mercati finanziari;  Maggiore richiesta di “disclosure” informativa nei bilanci in “compliance” con gli IAS;  Esigenza di un sistema di controlli efficaci per le funzioni aziendali deputate alla gestione dei rischi finanziari;  Necessità di consapevolezza sulla rappresentazione in bilancio delle operazioni di copertura. Credit Management Credit Manager Commodity Risk Management Supply Manager • Interest Rate Risk CFO Management • Cash Management Financial Risk • Working Capital Manager Management • FX Hedging Risk Tesoriere Management 54
  • 57. Relazione Banca – Impresa Vecchi Soggetti - Nuovi Protagonisti “Da dove è iniziata la crisi? Dalle Banche o dalle Imprese oppure da entrambe?” I parametri sono cambiati,molte imprese hanno subito la crisi non sapendola gestire oppure prevedere. Il default di alcune banche è stato causato dall’avere costruito la finanza “a tavolino” abbandonando la genesi mercantile. La crisi ha riproposto la necessità di usare strumenti e conoscenze idonee a prevederne l’arrivo . Banca e Impresa devono riprendere il comune rapporto migliorando la loro relazione essendo “co-creatori” di valore. 55
  • 58. Dinamiche di cambiamento nei rapporti Banca-Impresa Una delle problematiche del Tesorerie è quella di identificare l’equilibrio tra limitare il numero di controparti bancarie,sviluppando una relazione di lungo termine e , al contempo, diversificare il rischio di controparte incrementando il numero di banche finanziatrici. La crisi ha evidenziato l’importanza per le imprese di una gestione efficiente delle relazioni bancarie in modo da assicurarsi le risorse finanziarie e la liquidità necessaria . La Tesoreria ha la necessità di sviluppare modelli di controllo del rapporto con la controparte bancaria anche tramite l’uso di scorecards , al fine di aumentare la trasparenza della relazione. Il rischio di controparte non deriva esclusivamente dal default della controparte bancaria, ma è anche il rischio che la banca, a causa della crisi in essere, possa non fornire il supporto finanziario precedentemente promesso. La gestione del rischio di controparte ,inteso come mancata risposta alle necessità aziendali, è diventato più complesso e sofisticato. 56
  • 59. Poche regole per iniziare • Modificare l’approccio culturale con la banca non più fornitore di denaro ma “partner” dello sviluppo del business; • Individuare il “debito sostenibile” corrispondente al ciclo di cassa; • Periodicità nel fornire le informazioni “andamentali ” dell’azienda; • Spostare le relazioni con il sistema bancario su aspetti “qualitativi”; • Rigore nei tempi di chiusura/apertura delle operazioni; • Certezza nel flusso di lavoro da attribuire; • Studiare come migliorare e evitare il “downgrade”; • Feed- back su criticità e nuovi sviluppi di business; • Innovazione come processo da condividere; • Illustrare le policy e i processi organizzativi interni; • Follow up continui sugli scostamenti rispetto ai piani e reali motivazioni; • Documenti chiari e significativi parametri di analisi sulle politiche di marketing; • Operare su finanza di progetto. (Da sviluppare, nel rispetto delle policy degli stakeholder in genere ma soprattutto per quelli bancari e finanziari , l’accesso al proprio sito web aziendale per informazioni gestionali quali bilancio,report trimestrale,news ,politiche di marketing etc.) 57
  • 60. Relazione Banca - Impresa Il sistema internazionale delle regole sui requisiti patrimoniali delle banche adotterà (già in atto…) il nuovo schema regolamentare c.d. Basilea III Obiettivi per le Banche Adeguare il capitale (patrimonio di vigilanza,controllo maggiore rischi di mercato, credito v/s terzi); Criteri di Ratios maggiormente stringenti tra rapporto massimo delle esposizioni e requisiti patrimoniali; Conseguenze per le Imprese Rischio di politiche restrittive del credito; Attribuzione di rating di merito creditizio vincolanti; Prossimo scenario (sintesi) Aumento spread di raccolta e tassi; Ribaltamento sulla clientela da parte delle banche dei costi interni e cash management; Difficoltà di accesso al credito per le PMI; Allungamento dei tempi di incasso; Maggiore ricorso al debito per le famiglie; Incremento delle operazioni di ristrutturazione del debito; 58
  • 61. Basilea III Fonte : Borsa Italiana 59
  • 62. Oggi,e non domani,possiamo agire per migliorare il rapporto con i nostri Istituti di credito Fiducia Trasparenza Equilibrio Coerenza Informazione 60
  • 63. Brevi conclusioni Pianificare e gestire i flussi di circolante , sono processi di analisi distribuitivi di informazioni utili per dirigere un'impresa e verificarne il raggiungimento degli obiettivi di business. Tutto questo richiede un modello organizzativo aziendale in linea con la dinamica dei mercati che mostrano sempre più una volatilità costante. Vincolo è quello di utilizzare al meglio gli strumenti di analisi e gestione finanziaria che, assieme alle informazioni,conoscenza,coerenza e capacità, sono i driver che dobbiamo impiegare per gestire le ciclicità del nostro tempo e migliorare le interazioni con i nostri partner bancari. Grazie per la Vostra attenzione.
  • 64. ARIS Associazione religiosa Istituti Socio Sanitari Introduzione ad alcuni degli strumenti finanziari, economici e normativi funzionali all’equilibrio finanziario delle strutture socio – sanitarie Milano 21 marzo 2013
  • 65. Crisi economica e necessità di politica di austerità e rigore per la PA I ritardi della PA nell’onorare i propri creditori (1/2) La crisi economica europea ed in particolar modo quella italiana hanno determinato l’esigenza, per il governo tecnico insediato a fine 2011, di introdurre una politica di austerità e rigore che ha interessato dapprima i cittadini, mediante l’inasprimento della tassazione, ma che vede al centro della sua azione anche l’eliminazione di alcune inefficienze della PA, tra cui la riduzione dei tempi di pagamento nei confronti degli operatori privati. Page 2 Presentation title
  • 66. Crisi economica e necessità di politica di austerità e rigore per la PA I ritardi della PA nell’onorare i propri creditori (2/2) I crediti che le imprese vantano nei confronti della PA in Italia ammontano oggi a circa 80 miliardi di euro. La media europea in cui tali crediti verso la PA vengono incassati è di circa 63 giorni, mentre in Italia la media e di oltre 180 giorni con punte di 800 giorni (a livello regionale e soprattutto nel settore sanitario). Tali ritardi sono la causa, nel nostro paese, di un fallimento su quattro e della perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro. Le piccole imprese sono le più vulnerabili, perché solo la puntualità dei pagamenti può permettere loro di mantenere sufficienti disponibilità di cassa, considerate le resistenze delle banche, soprattutto in questo particolare momento, a concedere crediti. Una corretta e ordinata gestione finanziaria assume pertanto una importanza fondamentale in questo periodo in cui non esistono più margini per assorbire eventuali inefficienze Page 3 Presentation title
  • 67. La direttiva comunitaria 7/2011 Scopo della Direttiva è di contribuire al corretto funzionamento del mercato interno e alla competitività delle imprese europee attraverso la garanzia di tempi certi per i pagamenti nelle transazioni commerciali. La direttiva si applica a tutte le transazioni commerciali, a prescindere dal fatto che siano effettuate tra imprese pubbliche o private ovvero tra imprese e pubbliche amministrazioni (PA). Salvo un diverso termine espressamente concordato tra le parti, il termine per il pagamento nelle transazioni commerciali: • tra imprese non deve superare 60 giorni; • se la parte debitrice è una PA non deve superare 30 giorni, prorogabili a fino ad un massimo di 60 per:  qualsiasi PA che svolga attività economiche di natura industriale o commerciale e che sia soggetta, come impresa pubblica, ai requisiti di trasparenza (Direttiva 2006/111/CE);  enti pubblici che forniscono assistenza sanitaria e che siano stati debitamente riconosciuti a tal fine. N.B. Per “transazioni commerciali” si intendono tutte le transazioni tra imprese ovvero tra imprese e PA che comportano la fornitura di merci o la prestazione di servizi dietro pagamento di un corrispettivo. Page 4 Presentation title
  • 68. La direttiva comunitaria 7/2011 I termini di pagamento – Interessi di mora Le imprese restano libere di determinare contrattualmente la misura degli interessi di mora nelle transazioni commerciali. Nelle transazioni tra imprese e PA il ritardato pagamento darà diritto, senza necessità di un sollecito, a un interesse legale di mora (fissato dalla BCE) a condizione che:  il creditore abbia adempiuto agli obblighi contrattuali e di legge;  il creditore non ha ricevuto nei termini l’importo dovuto e il ritardo è imputabile al debitore. Le nuove norme si applicheranno a tutte le transazioni commerciali concluse a decorrere dal 1° gennaio 2013. Il termine per il pagamento per tutte le transazioni commerciali è di 30 giorni, indipendentemente dal fatto che il debitore sia la PA o un’azienda privata. Nel caso in cui si superi il limite dei 30 giorni, il tasso degli interessi legali moratori è pari all’8%, più il tasso applicato dalla BCE. Page 5 Presentation title
  • 69. La normativa nazionale. I decreti per accellerare i pagamenti della PA Pacchetto interventi per disciplinare i rapporti di credito/debito tra PA e imprese Per la certificazione del credito, il creditore deve inviare un’istanza alla PA Certificazione dei debitrice, la quale ha a disposizione 30 giorni per rispondere; se non riceve crediti delle imprese risposta entro tale termine, il creditore, rivolgendosi alla Ragioneria Provinciale verso la PA può, se non sussistono impedimenti, ottenere la certificazione. I crediti certificati si possono utilizzare in compensazione di tributi erariali, regionali, locali, contributi assistenziali, ecc., per i quali è stata emessa cartella Compensazione tra di pagamento entro il 30 aprile 2012. L‘Agente della Riscossione entro 3 giorni crediti e debiti verso la dovrà verificare la certificazione presso l‘Ente debitore, il quale è tenuto a PA fornire risposta entro 10 giorni. Ottenuto riscontro positivo, il Concessionario comunica all'istante, entro 5 giorni, l'effettuazione della compensazione. Una volta conseguita la certificazione, il creditore potrà (i) utilizzarla anche per Sostegno alle imprese ottenere un'anticipazione bancaria del credito eventualmente anche creditrici della PA assistita da garanzia del Fondo Centrale di Garanzia o (ii) cedere il proprio credito sia pro-soluto che pro-solvendo. Page 6 Presentation title
  • 70. La Piattaforma Elettronica e i primi numeri La Ragioneria generale dello Stato ha realizzato una Piattaforma Elettronica che ricomprende la totalità delle funzioni relative al procedimento di certificazione. Al 31 gennaio 2013: ► 1.227 amministrazioni abilitate all’utilizzo della Piattaforma (oltre 900 comuni del Centro Nord, solo 70 enti del servizio sanitario); ► 71 certificazioni rilasciate (per circa 3 milioni di euro); ► 467 istanze presentate dalle imprese (per circa 45 milioni di euro); ► 5 istanze per cui è stata richiesta la nomina del commissario ad acta (1 commissario è già stato nominato). NB Nonostante la Piattaforma sia operativa dal 18 ottobre 2012, il sistema non è ancora decollato. La causa potrebbe rinvenirsi nell’assenza di sanzioni per la PA per il mancato adempimento. Page 7 Presentation title
  • 71. La normativa nazionale. I decreti per accellerare i pagamenti della PA Riferimenti normativi incluso il DL 78/2012  Art. 9 D.L. n. 185/2008: introduzione della facoltà, per Regioni e enti locali, di certificare i caratteri di certezza, liquidità ed esigibilità dei crediti  Art. 13 L. n. 183/ 2011: introduzione dell’obbligo di certificazione per Regioni ed enti locali Certificazione dei entro 60 gg. dalla ricezione dell’istanza crediti delle imprese  Art. 12 D.L. n. 16/2012: estensione dell’istituto della certificazione ad amministrazioni statali verso la PA e semplificazione del processo di certificazione.  Decreto MEF sulla certificazione dei crediti vs le PA statali e gli enti pubblici nazionali  Decreto MEF sulla certificazione dei crediti vs enti locali, Regioni ed enti del Servizio Sanitario Nazionale, sentita la Conferenza Stato-Regioni  Art. 31 D.L. n. 78/2010: introduzione della possibilità di compensare i crediti non prescritti, Compensazione tra certi, liquidi ed esigibili, maturati nei confronti di regioni, enti locali ed enti del SSN con le crediti e debiti verso somme dovute iscritte a ruolo la PA  Decreto MEF che istituisce la compensazione dei crediti vs la PA con le somme iscritte a ruolo  Art. 39 D.L. n. 201/2011: introduzione della possibilità di differenziare la misura della Sostegno alle percentuale massima di garanzia in relazione alle tipologie di operazioni coperte imprese creditrici  Introduzione nel Decreto MISE e MEF sul Fondo Centrale di Garanzia di una garanzia diretta della PA sull’anticipazione dei crediti vs la PA Page 8 Presentation title
  • 72. I numeri della sanità nell’ambito delle inefficienze della PA Il ruolo dei privati La Sanità in Italia costa circa 100 miliardi di euro l’anno e, nell’ambito dei ritardi della PA, la spesa sanitaria assume una dimensione drammatica in quanto il Servizio Sanitario pubblico paga con una media tra i 250 ed i 600 giorni fino ad un massimo di 800 giorni. Questa situazione danneggia gravemente i fornitori ed in particolare le PMI del settore che spesso non hanno le spalle sufficientemente larghe per partecipare ad appalti per cui verranno pagate dopo uno o due anni. La sanità pubblica inoltre eroga servizi troppo spesso di bassa qualità, tanto è che risulta frequentemente sotto i riflettori dei media per fatti ed avvenimento tutt’altro che positivi. In questo situazione la sanità “privata” intesa come quella del mondo religioso, delle associazioni e dei privati imprenditori, sta facendo la differenza garantendo servizi per l’utenza sempre più efficienti ed ad un costo congruo. Tuttavia la sanità “privata” non dispone ancora di un adeguato sistema di gestione e controllo che le consentirebbe, da un lato di migliorare ancora le proprie performance, dall’altro di poter comunicare adeguatamente i risultati raggiunti e marcare le differenze con la sanità pubblica che, in questo modo, potrebbe sentirsi adeguatamente stimolata a far meglio con effetti benefici per l’intera collettività sia da un punto di vista economico sia migliorando il servizio offerto. In questo contesto la revisione contabile del bilancio può giocare un ruolo determinante Page 9 Presentation title
  • 73. L’introduzione della certificabilità dei bilanci delle aziende sanitarie ed ospedaliere Brevi cenni normativi (1/5) La revisione contabile nel settore sanitario viene introdotta, per la prima volta, con la Legge 266/2005 che però, a nostro avviso, presenta una grave lacuna ed infatti sortisce deludenti effetti senza raggiungere nessuno degli obiettivi per i quali era stata pensata. Essa dimentica infatti di affiancare all’obbligo di revisione legale, quello di costituire un adeguato sistema di governance aziendale intesa come: (i) la definizione di regole comuni da seguire; (ii) un efficace ambiente di controllo interno; (iii) la certezza ed affidabilità alle informazioni finanziarie. L’introduzione di un adeguato sistema di governance aziendale necessita infatti di un tempo tecnico durante il quale l’azienda deve attrezzarsi e strutturarsi per poi presentarsi all’appuntamento con la revisione contabile in modo che essa si completi in modo efficace ed efficiente. Il concetto di revisione contabile, che nel frattempo è stato interessato anche da alcune norme regionali, viene reintrodotti a livello nazionale con il Patto per la salute 2010-2012 e con il Decreto del Ministero della Salute del 18 gennaio 2011, questa volta però in maniera più circostanziata e strutturata. Le norme appena citate fanno, infatti, rispettivamente riferimento: a) al fatto che le regioni e le Aziende sanitarie ed ospedaliere debbano effettuare una valutazione dello stato delle procedure amministrativo contabili e debbano successivamente avviare il procedimento di certificazione del bilancio; b) all’attribuzione di specifiche responsabilità ai Direttori Generali delle ASL in merito alla organizzazione delle loro Aziende ed alla mappatura delle procedure finalizzate a dare certezza e qualità alle informazioni finanziarie. Page 10 Presentation title
  • 74. L’introduzione della certificabilità dei bilanci delle aziende sanitarie ed ospedaliere Brevi cenni normativi (2/5) Sempre nel 2011 viene poi introdotta una ulteriore norma molto importante che in qualche modo completa il processo armonizzazione dei comportamenti gestionali e contabili. La norma in questione il Decreto del 18 gennaio 2011 “Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli Enti Locali e dei loro organismi” che dedica il Titolo secondo ai principi contabili che debbono adottare le aziende sanitarie ed ospedaliere e che sono molto simili ai principi contabili previsti per le aziende che operano nel settore privato. Tale norma, in conclusione, contribuisce pertanto ad avvicinare ancora di più la gestione delle aziende sanitarie a quella delle aziende private ed a far si che tali entità adottino criteri contabili e di rappresentazione comuni facilitando la possibilità di comparare le informazioni in modo da poter fare scelte più consapevoli e prendere decisioni corrette. Il legislatore quindi, dopo aver tentato di creare una infrastruttura di regole comportamentali sia in termini di criteri contabili da seguire che di controlli da effettuare, il 17 settembre 2012, ha pubblicato il decreto che obbliga le aziende sanitarie ed ospedaliere ad arrivare alla certificazione contabile in un tempo definito ed attraverso specifici step finalizzati a riscontrare se le regole comportamentali di cui si è detto siano state recepite e correttamente applicate. Page 11 Presentation title
  • 75. L’introduzione della certificabilità dei bilanci delle aziende sanitarie ed ospedaliere Brevi cenni normativi (3/5) Il nuovo decreto sulla “certificabilità” dei bilanci delle aziende sanitarie ed ospedaliere prevede i seguenti punti essenziali: a) Definizione entro il 30 novembre 2012 di un programma di azione definito Percorso Attuativo della Certificabilità finalizzato al raggiungimento degli standard organizzativi, contabili e procedurali, necessari a garantire la certificabilità dei dati di bilancio; b) Entro il 17 dicembre 2012 definizione dei requisiti comuni e termine massimo entro cui i percorsi attuativi dovranno essere completati; c) Assoggettamento dei bilanci delle aziende sanitarie a revisione legale condotta nel rispetto dei principi di revisione; d) Affidamento della revisione a soggetti iscritti al registro di cui all’art. 2 del DL 39/2010 che abbiano adeguate competenze tecniche e dimensione organizzativa; e) Revisione legale della Gestione Sanitaria Accentrata delle regioni e del relativo bilancio consolidato della gestione sanitaria regionale. I 5 punti sopra riportati danno ancora una volta il segno del fatto che questa volta si fa sul serio e che si vuole sottoporre a giudizio il bilancio solo dopo che sono state espletate tutte quelle procedure (es.: test sui sistemi di controllo, attività di inventariazione, attività di riconciliazione, incarichi specifici su determinate poste di bilancio, revisioni limitate, revisione del solo stato patrimoniale, etc.) che possono, nei limiti della ragionevolezza, garantire il risultato della certificabilità dei bilanci. Page 12 Presentation title
  • 76. L’introduzione della certificabilità dei bilanci delle aziende sanitarie ed ospedaliere Brevi cenni normativi (4/5) L’introduzione di tale normativa, ed in particolare del Decreto del 17 settembre 2012, avrà effetti molto significativi in ambito sanitario e non solo nei confronti delle entità pubbliche del Servizio Sanitario Regionale (ASL, Aziende Ospedaliere, etc.), ma anche per tutte quelle realtà private che operano con la PA mediante il sistema degli accreditamento, DRG e convenzioni di ogni tipo. Basti pensare che la Regione Lombardia ancor prima che il Decreto del 17 settembre venisse pubblicato, ha emanato un decreto regionale (n. IX/3856 del luglio 2012) che obbliga alla certificazione tutte le aziende private che hanno accordi contrattuali o finanziamenti per prestazioni rese nei confronti del Servizio Sanitario Regionale. Illustriamo di seguito uno stralcio della delibera. Page 13 Presentation title
  • 77. L’introduzione della certificabilità dei bilanci delle aziende sanitarie ed ospedaliere Brevi cenni normativi (5/5) 2. REQUISITI PER LA SOTTOSCRIZIONE DEI CONTRATTI a) La stipula del contratto è subordinata all’acquisizione della certificazione antimafia, dalla quale deve risultare che non sussistono le cause d divieto, decadenza o sospensione previste dalla normativa antimafia. Tale certificazione, oltre che nei confronti dei soggetti di cui all’art. 2 de DPR 252/2008 deve essere riferita anche ai soggetti titolari di diritti reali su azioni, quote o patrimonio, qualora diversi dai soggetti gestori, che rientrino nei criteri previsti dall’art. 85 del D.Lgs. 159/2011. Per i soggetti non iscritti alla Camera di Commercio (Fondazioni ed Enti no profit) dovrà essere acquisita dichiarazione sostitutiva di atto notorio, attestante l’insussistenza di cause di divieto, decadenza o sospensione previsti dalla normativa antimafia, relativa al legale rappresentante, a componenti del Consiglio di Amministrazione e ai soggetti con poteri di gestione. A tal fine le strutture devono trasmettere alla ASL, entro il 31 dicembre di ogni anno, le dichiarazioni sostitutive di atto notorio e i dati anagrafici d tutti i soggetti per i quali deve essere acquisita la certificazione antimafia. b) Le strutture private di ricovero e cura accreditate (comprese fondazioni ed enti no profit) che sono nelle condizioni di accedere ad accord contrattuali o a finanziamenti per prestazioni rese per il Servizio Sanitario Regionale di valore pari o superiore a 800.000 euro per anno devono, al fine di poter accedere alla stipula del contratto integrativo annuale, trasmettere, entro la fine di febbraio di ogni anno e prima della firma di ciascun contratto, alle rispettive ASL competenti per territorio la sotto riportata documentazione: I. relazione sull’ultimo bilancio approvato dalla singola struttura sanitaria e relazione sull’ultimo bilancio consolidato approvato, redatte da una primaria società di revisione contabile, ovvero, per le fondazioni e i soggetti no profit, anche dall’organo di controllo con funzioni di revisione contabile, che attesti in modo esplicito ed inequivocabile la regolarità della continuità gestionale e finanziaria a garanzia della solidità e dell’affidabilità della struttura e dell’eventuale gruppo. La stessa relazione deve obbligatoriamente riportare in modo esplicito l’assenza/evidenza di criticità (quali ad esempio stati patrimoniali, esposizione debitoria etc.) e deve altresì riguardare tutte le attività sanitarie e socio sanitarie in capo alla proprietà; II. l’attestazione del legale rappresentante di essere in regola con gli obblighi previdenziali. c) I soggetti privati accreditati (comprese fondazioni ed enti no profit) diversi dalle strutture di ricovero e cura che sono nelle condizioni di accedere ad accordi contrattuali o a finanziamenti per prestazioni rese per il Servizio Sanitario Regionale di valore pari o superiore a 800.000 euro per anno, al fine di poter accedere alla stipula del contratto integrativo annuale, devono applicare l’intero sistema di prevenzione di cui al D. LGS 231/2001 in materia di responsabilità amministrativa delle Persone Giuridiche e trasmettere, entro la fine del mese di febbraio di ogni anno, alla ASL competente per territorio, un sintetico estratto della relazione annuale dell’organismo di vigilanza, previsto dal d.lgs. 231/2001, attestante, in modo esplicito ed inequivocabile, l’efficace e corretta applicazione del modello organizzativo e l’assenza/evidenza di criticità. Page 14 Presentation title
  • 78. L’introduzione della certificabilità dei bilanci delle aziende sanitarie ed ospedaliere Abbiamo accennato che la nuova normativa, a differenza della precedente, prevede un percorso attuativo per la certificabilità dei bilanci. Tale percorso serve affinché tutti i bilanci di queste aziende siano redatti: - Secondo un principio di competenza e non di cassa. - Attraverso una ordinata gestione economica, patrimoniale e finanziaria. - Disponendo di un sistema di controlli interni strutturato e procedure amministrative contabili adeguate a fronteggiare rischi di errore o, peggio ancora, di frode. Quanto affermato vale, ed è molto importante, anche per le aziende private di cui si è detto che, attraverso la predisposizione di bilanci attendibili e ricchi di informazioni, potrebbero dare corretta evidenza della loro gestione e potrebbe, come anticipato, fungere da stimolo per la PA. - Alcuni esempi: - Innanzitutto il bilancio per competenza consente di monitorare la redditività (e quindi l’economicità) di un business, confrontando costi e ricavi nei rispettivi esercizi di competenza. Questa informazione con la gestione per cassa si perde o, quantomeno, è molto più difficile da recuperare perché si mettono a confronto entrate ed uscite che, con ogni probabilità, fanno riferimento ad esercizi differenti. La contabilità economico patrimoniale consente inoltre di monitorare crediti e debiti permettendo al management di poter gestire situazioni di difficoltà su partite molto vecchie; - una ordinata gestione finanziaria, magari per una entità dove vi sono settori o attività differenti, consente di monitorare l’andamento di ciascun business in particolare con riferimento alle disponibilità liquide. Sarebbe inoltre opportuno che ad attività diverse corrispondano conti correnti differenti ed avviare gestioni finanziarie separate, senza togliere ovviamente la possibilità che un settore trasferisca risorse ad un altro, ma in modo però ordinato e soprattutto monitorato; - Una completa e corretta informativa consente infine di dare evidenza delle performance raggiunte. Page 15 Presentation title
  • 79. L’introduzione della certificabilità dei bilanci delle aziende sanitarie ed ospedaliere I vantaggi generali legati alla revisione contabile I vantaggi che possono derivare dall’assoggettamento del bilancio alla revisione contabile sono molteplici e si differenziano sia rispetto al sottore di attività sia a seconda del grado di organizzazione e dell’ambiente di controllo interno dell’entità da assoggettare a revisione contabile. Chiaramente più la struttura parte da un livello di organizzazione e da un sistema di governance insufficiente, maggiore sarà il contributo che la revisione apporterà a tale entità. In altre parole la revisione contabile non deve essere vista come una semplice attestazione sulla qualità dei dati contabili ma come un processo complesso ed articolato che, nel raggiungere il suo fine, trasferisce all’azienda cliente valore e competenze che rimarranno sempre nel patrimonio aziendale e nella sua cultura e che contribuiranno non solo a rendere qualitativamente migliori le informazioni finanziarie ma anche a migliorare la gestione aziendale ed i rapporti con terzi (banche, clienti e fornitori, Stato, etc.). Page 16 Presentation title
  • 80. L’introduzione della certificabilità dei bilanci delle aziende sanitarie ed ospedaliere Possibili implicazioni e vantaggi specifici per i consociati ARIS (1/2) Attraverso la revisione contabile ed, ancor di più, attraverso il percorso di accompagnamento alla revisione contabile, si produrranno molteplici effetti benefici per le entità consociate all’Aris. In particolare: a) Nel caso non dovesse esserci l’introduzione del bilancio economico patrimoniale o la verifica se quello esistente rispetta i principi di riferimento della contabilità secondo il postulato della competenza economica. b) Disponibilità di informazioni economiche e reddituali altrimenti non reperibili. c) Maggiore affidabilità alle informazioni patrimoniali (ad esempio attraverso una corretta analisi dei crediti scaduti e l’eventuale appostamento di un fondo svalutazione crediti). d) Maggiore affidabilità delle informazioni finanziarie (ad esempio gestendo una finanza separata per settori ed avendo quindi evidenza se ve ne sono alcuni con rischi di cassa). e) Miglioramento dell’informativa mediante l’introduzione delle informazioni di settore; f) Maggiore trasparenza dell’attività aziendale. g) Possibilità di dare evidenza delle buone performance. h) Migliore gestione dei rapporti con terzi e maggiore autorevolezza nella gestione dei rapporti di business. i) Introduzione di un sistema di controllo di gestione e di budgeting analogo a quello previsto per le aziende private. Page 17 Presentation title
  • 81. L’introduzione della certificabilità dei bilanci delle aziende sanitarie ed ospedaliere Possibili implicazioni e vantaggi specifici per i consociati ARIS (2/2) l) Valutazione di nuovi strumenti di gestione finanziaria come ad esempio la fattorizzazione dei crediti; m) riconciliazione periodica di informazioni contabili e gestionali. n) inventariazione periodica di cespiti e magazzino e gestione delle cosiddette rimanenze “a reparto”. o) Ricostruzione dei valori dei cespiti con particolare riferimento a quelli eventualmente finanziati mediante riconciliazione dei valori di questi ultimi con i valori dei risconti passivi / Patrimonio netto finalizzati alla loro sterilizzazione economica. p) introduzione di strumenti contabili e gestionali per la corretta valutazione di alcune poste dell’attivo come ad esempio: ► crediti verso enti pubblici e verso privati: scadenzario (ageing) dei crediti integrati con informazioni qualitative al fine di valutare con maggiore puntualità le poste dell’attivo circolante; ► magazzino: indici di rotazione comparati con esercizi precedenti e con benchmark di settore. q) Con particolare riferimento alle associazioni e fondazioni ricostruzione del Patrimonio netto (o voce equivalente) tra risorse libere e vincolate. r) Piena comprensione della normativa inerente al personale (medico e non medico) con analisi della contrattualistica e degli accordi integrativi in vigore (comprese le eventuali best practice del settore). s) Ricostruzione delle poste del passivo con evidenza di eventuali insussistenze. t) Valutazione di eventuali rischi di frode, propri del settore, e ricadute benefiche anche con riferimenti agli adempimenti obbligatori di cui alla 231. u) Crescita della struttura amministrativa che entra in possesso di nuove competenze e know how. Page 18 Presentation title
  • 82. Questions & Answers Page 19 Presentation title
  • 83. Check list preliminare Denominazione ente: Indirizzo: Responsabile: Telefono: # DOMANDA SI NO N/ A 1) Il bilancio è redat t o secondo il post ulat o della compet enza economica? Esist e una gest ione finanziaria separat a con riferiment o ai vari set t ori di at t ivit à / ent it à 2) legali? 3) Vengono effet t uat e le riconciliazioni bancarie? 4) Se la rispost a è si le event uali differenze vengono ident ificat e? 5) Viene effet t uat a la cont a di cassa alment o t rimest ralment e? 6) Se la rispost a è no, viene effet t uat a la cont a di cassa almeno annualment e? Ogni qual volt a viene fat t a la cont a di cassa le risult anze vengono riconciliat e con la 7) cont abilit à generale? Almeno una volt a l'anno, in prossimit à del 31 dicmebre, viene effet t uat a la cont a fisica del 8) magazzino? 9) Il valore di cui sopra viene riconciliat o con la cont abilit à generale? 10) Esist e un invent ario fisico dei cespit i riconciliat o con la cont abilit à generale? I credit i sono periodicament e monit orat i mediant e analisi della st rat ificazione e sono 11) rilevat e event uali passivit à per valori non recuperabil? 12) Esist ono sezionali e/ o cont i t ransit ori? Se la rispost a è si essi vengono riconciliat i nel corso dell'anno o almeno alla fine 13) dell'esercizio? 14) Quando viene predispost o il bilancio si effet t uano le scrit t ire di ret t ifica ed int egrazione? 15) Nella predisposizione del bilancio si t iene cont o di event uali rischi per passivit à pot enziali? 16) I processi dell'ent e sono governat i da procedure formalizzat e ovvero da prassi consolidat e? E' st at o adot t at o il modello organizzat ivo ai fini della 231 ed è st at o nominat o l'organismo 17) di vigilanza che vigila sull'osservanza e sul funzionament o del modello st esso? Page 20 Presentation title
  • 84. I nostri contatti Reconta Ernst & Young Studio legale tributario in associazione con Ernest & Young Mauro Ottaviani – Partner Giacomo Albano – Partner Via Po’ 32 – 00198 Roma Via Po’ 28 – 00198 Roma mauro.ottaviani@it.ey.com giacomo.albano@it.ey.com Ginevra De Romanis – Partner Paola Lumini – Senior Manager Via Po’ 32 – 00198 Roma Via Po’ 28 – 00198 Roma ginevra.deromanis@it.ey.com paola.lumini@it.ey.com Aldo Alberto Amorese – Partner Via della Chiusa 2 – 20123 Milano aldo.amorese@it.ey.com Andrea Chieffalo – Senior Manager Via Po’ 32 – 00198 Roma andrea.chieffalo@it.ey.com
  • 85. Factoring: trasformiamo i tuoi crediti in liquidità Milano, 21 marzo 2013 Disclaimer
  • 86. Cosa fa una società di factoring? Il concetto può essere sintetizzato in 4 parole chiave: • Valutazione del credito • Gestione • Garanzia • Anticipazione attività che, combinate tra loro, offrono un'ampia gamma di prodotti con caratteristiche e peculiarità specifiche per rispondere alle diverse richieste e bisogni della clientela. CREDEMFACTOR 2
  • 87. IL FACTORING IN CIFRE – dati al 31 dicembre 2012 Campio composto da 35 associati Assifact Dati in migliaia di euro quota % sul totale var.su stesso mese a.p. Turnover cumulativo 171.443.000 + 4,02% (da 1 gennaio 2012) di cui pro solvendo 33% di cui pro soluto 67% Montecrediti in essere 56.782.000 + 0,9% (Outstanding) di cui pro solvendo 41% di cui pro soluto 59% Finanziamenti e anticipazioni 45.473.000 2,60% CREDEMFACTOR 3
  • 88. Informazioni sulla clientela factoring in Italia al 31 dicembre 2012 Numero di cedenti attivi 26.532 Numero di debitori ceduti 690.000 Numero medio di debitori ceduti per cedente 26 CREDEMFACTOR 4
  • 89. Quote regionali TO cedenti anno 2012 (in ek) DOMESTICO 131.714.065 quota regionale di cui: PIEMONTE 9.851.863 7,48% VALLE D'AOSTA 134.008 0,00% LIGURIA 2.583.628 1,96% LOMBARDIA 44.977.649 34,15% TRENTINO ALTO ADIGE 621.330 0,00% VENETO 5.940.047 4,51% FRIULI VENEZIA GIULIA 1.312.207 1,00% EMILIA ROMAGNA 8.904.485 6,76% MARCHE 934.650 0,71% TOSCANA 4.338.456 3,29% UMBRIA 2.008.694 1,53% LAZIO 37.256.957 28,29% ABRUZZO 1.132.974 0,86% MOLISE 117.827 0,00% CAMPANIA 5.086.461 3,86% PUGLIA 1.816.874 1,38% BASILICATA 310.217 0,00% CALABRIA 445.584 0,00% SICILIA 1.927.058 1,46% SARDEGNA 2.013.099 1,53% CREDEMFACTOR 5
  • 90. Azienda di piccola o media dimensione che presenta:   % utilizzi in CR su linee autoliquidanti > 70% ;   durata media dei crediti > 120 gg. (ante DIR. 2011/07 UE);   Fatturato concentrato su pochi Clienti;   Crediti verso EE.PP;   Piani di sviluppo in nuovi mercati (Italia ed Estero);   Margini contenuti e che necessitano di “certezze” negli incassi;  Una struttura amministrativa “leggera” . CREDEMFACTOR 6
  • 91. Impossibile visualizzare l'immagine. La memoria del computer potrebbe essere insufficiente per aprire l'immagine oppure l'immagine potrebbe essere danneggiata. Riavviare il computer e aprire di nuovo il file. Se viene visualizzata di nuovo la x rossa, potrebbe essere necessario eliminare l'immagine e inserirla di nuovo. Factoring Pro solvendo CREDEMFACTOR 7
  • 92. Impossibile visualizzare l'immagine. La memoria del computer potrebbe essere insufficiente per aprire l'immagine oppure l'immagine potrebbe essere danneggiata. Riavviare il computer e aprire di nuovo il file. Se viene visualizzata di nuovo la x rossa, potrebbe essere necessario eliminare l'immagine e inserirla di nuovo. Factoring Pro Soluto È un servizio che attraverso la cessione del credito consente all'Azienda di trasferire su Credemfactor il rischio di insolvenza dei propri clienti con la possibilità di ottenere anche l'anticipazione del credito in una percentuale da concordare (di norma 80%). Credemfactor, cessionario del credito, dopo un'accurata valutazione dei clienti, provvede in base al gradimento espresso, alla determinazione di un plafond per ciascuno di loro, stabilisce la percentuale di garanzia con possibilità di anticipare i crediti. Attraverso la cessione del credito il cedente trasferisce al cessionario la titolarità dei crediti vantati nei confronti del debitore ceduto. CREDEMFACTOR 8