Corso Istruttore Fitboxe

NonSoloFitness
NonSoloFitnessNonSoloFitness
Corso Istruttore Fitboxe
 Fitboxe, detta anche “aerobica boxata", è un'attività
 sportiva, praticata solitamente in palestra, che consiste
 in esercizio fisico di tipo aerobico, sfruttando la tecnica
 di boxe e/o kickboxing, a ritmo piuttosto sostenuto di
 musica. Quest’attività di fitness consiste in un mix di
 movimenti derivati dalle Arti Marziali al tempo di
 musica, dove viene usato come bersaglio il sacco.
 Gli obiettivi a cui mira la fitboxe è come prima cosa la
  prevenzione delle malattie cardiovascolari, lo
  scaricamento della tensione accumulata da una
  giornata di studio o di lavoro e come ultima cosa ma
  non meno importante le basi della difesa personale.
 E’ adatta sia a uomini che donne, di tutte le età..
È sconsigliata
 a chi ha avuto seri problemi alle ginocchia, poiché
  alcuni movimenti rotatori e il ritmo intenso di questa
  attività, potrebbero imporre uno sforzo eccessivo a
  legamenti operati e/o danneggiati
 a chi ha problemi di schiena poiché i ripetuti saltelli
  potrebbero incrementare i danni
 A chi a lesioni alle spalle poiché se la fine dei colpi non
  viene controllata c’è il rischio di sentire dolore a livello
  dell’articolazione scapolo-omerale
Consigliata:
 A tutte quelle persone che desiderano scaricare lo
  stress senza però, a differenza della kickboxing o della
  boxe, dover subire l’impatto dei colpi dell’avversario
  sul proprio corpo
 Non ci sono limiti di età
 E’ una buona attività per chi vuole dimagrire perché
  lavora principalmente sul metabolismo aerobico
 Svolge un’importante azione di tonificazione
 Si apprendono alcune tecniche di autodifesa
L’apparato locomotore è composto da:
 Scheletro
 Muscoli
 Legamenti
 Tendini
 È l’impalcatura del nostro corpo, contribuisce
  passivamente agli spostamenti del nostro corpo nello
  spazio.
 Azione protettiva degli organi vitali
 È formato da 206-207 ossa
 I legamenti: Il loro compito è quello di tenere uniti due
  segmenti ossei impedendo che si allontanano
 I tendini: sono la prosecuzione dei muscoli e vanno ad
  inserirsi sulle ossa
Costituiscono la parte attiva dell’apparato locomotore e
si dividono in:
 Lisci
 Cardiaco
 Striati
 Comandano tutti i movimenti involontari (ad
  eccezione del cuore)
 È presente negli organi interni (tubo digerente, vie
  urinarie, nel sistema vascolare)
 Si trova esclusivamente a livello cardiaco.
 Prende il nome di miocardio
 Ha caratteristiche affini agli altri 2 tipi di
  muscolatura, infatti è l’unico muscolo striato ma
  involontario
 È il motore del nostro corpo e con la sua contrazione
  volontaria ci permette il movimento nei vari piani
  dello spazio.
 È composta da circa 400 muscoli delle più diverse
  forme e dimensioni
 I muscoli che maggiormente ci interessano sono i
  muscoli degli arti superiori, quelli del dorso, quelli
  addominali e quelli degli arti inferiori.
 M. deltoide: Concorre a tutti i movimenti della spalla
  (flessione, estensione, extrarotazione, abduzione, add
  uzione) e ha un compito importante riguardo alla
  stabilizzazione dell’articolazione della stessa.
 M. bicipite brachiale: agisce sia sull’articolazione della
  spalla che su quella del gomito. Flette l’avanbraccio sul
  braccio e lo supina (rotazione del palmo della mano
  verso l’esterno)
 M. tricipite brachiale: estensione dell’articolazione del
  gomito o il bloccaggio dell’articolazione stessa.
   M. trapezio: unitamente al muscolo grande dorsale
    ricopre quasi interamente il dorso. Nel muscolo
    trapezio si distinguono tre fasce di fibre (a seconda
    della direzione che decorrono).
1. Fascio superiore: permette il movimento di
   sollevamento delle spalle e concorre alla rotazione
   della scapola. Svolge un ruolo importante in tutte le
   operazioni di trazione e sollevamento. In caso di
   contrazione unilaterale ruota il capo dal lato
   opposto, infine la sua porzione clavicolare solleva la
   clavicola, concorrendo così all’inspirazione
2. Fascio intermedio: avvicina le scapole alla colonna
   vertebrale (elevazione indietro delle braccia)
3. Fascio inferiore: abbassa le spalle e concorre alla
   rotazione della scapola
 M. grande dorsale:Il muscolo ruota all’interno il
 braccio e lo sposta indietro. Abbassa con grande forza
 il braccio elevato, per cui svolge un ruolo importante in
 tutti i movimenti di colpo e di lancio. Adduce il
 braccio elevato infuori. A braccia fissate tira il tronco
 verso le braccia (arrampicata)
La muscolatura laterale dell’addome è formata da tre
muscoli (m. trasverso dell’addome, m. obliquo interno
dell’addome, e m. obliquo esterno dell’addome) che per
mezzo delle relative guaine tendinee si mettono in
rapporto con il m. retto addominale situato
ventralmente e lo inguainano, trovando in esso il punto
di fissazione (linea alba).
 M. retto dell’addome: Origina dalla V, VI e VII costola e
  dal processo xifoideo, la sua inserzione la trova nella
  parte superiore del pube. A bacino fissato il m. flette il
  corpo in avanti, se invece è fissata la gabbia toracica
  solleva il bacino. Partecipa anche all’espirazione e al
  torchio addominale.
 M. trasverso dell’addome: Origina dal labro interno
  della cresta iliaca, dalla fascia lombodorsale e dalla
  fascia interna delle cartilagini delle ultime 6 cartilagini
  costali, si inserisce sul pube . Ha funzionalità nel
  torchio addominale, rotazione e flessione del busto e
  nell’espirazione.
 M. obliquo interno dell’addome: origina dalla cresta iliaca
  e dalla S.I.A e si inserisce sulle ultime 4 cartilagini costali e
  sul pube. Se la contrazione avviene bilateralmente concorre
  alla flessione del tronco in avanti, se invece la contrazione è
  unilaterale, inclina il tronco lateralmente o lo ruota verso il
  lato della contrazione
 M. obliquo esterno dell’addome: Origina dalle ultime 8
  coste, si inserisce sul processo xifoideo , sulla cresta iliaca e
  sul pube. Se la contrazione avviene bilateralmente affianca
  il m. retto nella flessione del tronco in avanti, se invece la
  contrazione è unilaterale, inclina il tronco di lato o lo ruota
  controlateralmente, cioè il m. obliquo esterno destro ruota
  il tronco a sinistra
 M. quadricipite femorale: Ha una funzione
  predominante sia a livello statico che a livello
  dinamico. La sua funzione statica consiste
  nell’impedire che il ginocchio si pieghi nella stazione
  eretta, quella dinamica consiste in una potente
  estensione del ginocchio.
 M. bicipite femorale: estensione dell’anca nell’arto
  portante, e la flessione della gamba dell’arto
  libero, inoltre a ginocchio flesso ruota la gamba verso
  l’esterno.
 M. quadricipite femorale: Ha una funzione
  predominante sia a livello statico che a livello
  dinamico. La sua funzione statica consiste
  nell’impedire che il ginocchio si pieghi nella stazione
  eretta, quella dinamica consiste in una potente
  estensione del ginocchio.
 M. bicipite femorale: estensione dell’anca nell’arto
  portante, e la flessione della gamba dell’arto libero,
  inoltre a ginocchio flesso ruota la gamba verso
  l’esterno.
 M.gastrocnemio: è un flessore plantare (solleva il
  tallone dal terreno)e inoltre flette l’articolazione del
  ginocchi ad arto oscillante
 M. soleo: flessione plantare
 Le cellule producono ATP (adenosintrifosfato)
  attraverso tre processi:
1. Il sistema ATP-PCr
2. Il sistema glicolitico
3. Il sistema ossidativo
 Le cellule contengono oltre all’ATP, un’altra molecola
 di fosfato altamente energetica che immagazzina
 energia la creatinfosfato PCr. Il rilascio della PCr è
 facilitato dalla’enzima creatinchinasi che agisce sulla
 PCr per separare la Pi dalla creatina. L’energia
 rilasciata quindi può essere utilizzata per legare la Pi
 ad una molecola di ADP (adenosindifosfato) formando
 ATP.
PCr   creatinchinasi    Pi        energia   Pi   ATP
                       creatina      ADP
 Questo tipo di processo è rapido e non necessità la
 presenza di ossigeno all’interno della cellula, quindi
 prende il nome di anaerobico. Dura dai 3’’ ai 15’’.
 L’ATP può essere prodotto anche con l’energia rilasciata dalla
    scissione del glucosio (glicolisi).
   Il glucosio rappresenta il 99% degli zuccheri presenti nel sangue,
    o proviene dalla digestione dei carboidrati, o dalla scissione del
    glicogeno epatico. Il glicogeno viene immagazzinato dal fegato e
    nei muscoli fino al momento in cui è necessaria la sua
    utilizzazione.
   La glicolisi ha come prodotto finale l’acido piruvico, e il destino
    di quest’ultimo dipende dall’uso o meno di ossigeno.
   Quando non è presente l’ossigeno si parla di glicolisi anaerobica
    e in questo caso l’acido piruvico viene convertito in acido lattico
   La glicolisi anaerobica può garantire energia per un max di 2’
    durante un esercizio fisico massimale.
 Il sistema tramite il quale l’organismo trasforma energia
  servendosi dell’ossigeno per scomporre i combustibili è
  detto respirazione cellulare.
 Come abbiamo visto il sistema glicolitico produce ATP
  partendo dai carboidrati. Se avviene in presenza di
  ossigeno, l’acido piruvico viene convertito in un composto
  denominato acetilcoenzima A (acetil COA).
 Questo prodotto entra poi nel ciclo di Krebs.
 L'energia che si ricava dalla completa demolizione di una
  molecola di glucosio attraverso i tre diversi stadi della
  respirazione cellulare (glicolisi, ciclo di Krebs e catena di
  trasporto di elettroni), è idealmente di 36 molecole di ATP
  (più 2 che però vengono consumate durante il processo)
 Nel catabolismo lipidico, i trigliceridi sono degradati
  da enzimi detti lipasi per formare acidi grassi liberi e
  glicerolo. Una volta scomposti vengono trasportati dal
  sangue nei muscoli e qui con l’aiuto di enzimi e di ATP
  vengono degradati fino ad ottenere AcetiCoA che come
  visto in precedenza da inizio al ciclo di Krebs.
 I tre sistemi energetici non lavorano singolarmente
 ma contribuiscono tutti a produrre energia solo
 che a seconda del tipo di lavoro, uno predomina
 sugli altri
 Sistema ATP-
 PCr          Glicolisi
                anaerobica   Sistema ossidativo




 0         15                120    Durata dell’esercizio di intensità massimale
                                    (s)
 Il capitolo riguardante la tecnica è sicuramente il più
  importante. E’ proprio qui che andiamo ad affrontare
  tutti i colpi e tutto ciò che è inerente alla loro
  esecuzione.
 Il tentativo è di cercare di dare dei riferimenti semplici
  in modo da unificare il più possibile la metodologia di
  insegnamento e di apprendimento.
 I colpi della KickBoxing sono molti e possono essere
   divisi principalmente in due gruppi:
1.   colpi di pugno
2. colpi di piede
 Ovviamente per eseguire le tecniche in maniera
   corretta bisogna prima partire da una buona
   impostazione della guardia
 Il primo punto fondamentale per non incorrere in
  errori conseguenti
 Visto che la nostra lezione a differenza della
  Kickboxing o della Savate non prevede come fine
  ultimo dell’allenamento il combattimento, non
  dovremo curarci di mettere i destri con la gamba
  sinistra avanti e i mancini con la gamba destra
  avanti, ma andremo a lavorare alternando entrambe le
  guardie.
Sequenza:
1.  Apriamo le gambe alla larghezza delle spalle. I piedi sono per il momento
    paralleli.
2.  Portiamo il piede della guardia scelta di mezzo passo in avanti.
3.  Flettiamo leggermente le ginocchia e portiamo il peso del corpo in avanti in
    modo che siano i plantari a sorreggerci. La ripartizione del peso corporeo
    deve essere al 50% su entrambi i piedi.
4.  Solleviamo il braccio avanti in modo che la mano sia all’altezza della guancia,
    facendo attenzione a che il gomito sia in posizione avanzata rispetto al corpo
    per poter meglio coprire il fianco e l’addome. Il braccio risulterà
    perpendicolare al terreno.
5.  Ora solleviamo il braccio destro. Portiamo la mano all’altezza della guancia
    ed il gomito lo appoggiamo in posizione semifrontale al busto, in modo fa
    formare uno scudo di protezione. Le mani dovranno essere chiuse a pugno,
    con i pollici all’esterno della mano, ma non dovranno essere serrate per non
    affaticare troppo gli avambracci.
1) COLPI DI PUGNO
 Diretto braccio avanti (jab) e braccio dietro (cross)
 Gancio braccio avanti e braccio dietro (crochet)
 Montante braccio avanti e braccio dietro (uppercut)
 Pugno girato (spinning Back Fist)
DIRETTO BRACCIO AVANTI (JAB)
1.  Dalla posizione di guardia protendiamo in avanti il pugno del braccio avanti.
2.  Facciamo seguire il resto del braccio come se questo dovesse infilarsi dentro un tubo
    posto davanti a noi e culminante con il viso dell’avversario.
3.  Il gomito deve adattarsi quanto è più possibile alla traiettoria rettilinea del pugno. Il
    punto di partenza risulterà essere la nostra mandibola e punto di arrivo la mandibola
    dell’avversario.
4.  Nella fase finale del colpo, la spalla si porterà in posizione leggermente avanzata
    rispetto alla posizione di guardia in modo da raggiungere un bersaglio più lontano.
5.  Il movimento di ritorno, spesso il più difficile da apprendere, deve essere il più rapido
    possibile, facendo attenzione a far compiere al pugno una traiettoria rettilinea pari a
    quella percorsa all’andata e riconquistando la posizione di guardia come se da questa
    non ci fossimo mossi.
6.  Il punto di contatto del pugno deve essere le prime due nocche della mano, questo
    perché le rimanenti non sarebbero abbastanza resistenti da sopportare l’urto con il
    rischio di avere delle lesioni. Il peso durante l’esecuzione deve essere sempre ripartito
    su entrambe le gambe (50% ogni piede).
DIRETTO BRACCIO DIETRO (CROSS)
 La meccanica del diretto braccio dietro è leggermente più complicata, rispetto a quella
   appena vista, perché richiede la rotazione del busto aiutato dalla rotazione del piede
   posteriore.
 Dalla posizione di guardia dobbiamo innanzitutto far compiere una rotazione del busto
   in modo da portare la spalla dietro in posizione avanzata.
 Per agevolare tale movimento facciamo compiere al piede posteriore un pivot, cioè una
   rotazione verso l’esterno del plantare, in modo da rendere più facile la rotazione. Quando
   la spalla ha raggiunto la posizione avanzata, la meccanica del pugno non differisce da
   quello visto nel punto precedente.
 Sempre ipotizzando di avere davanti a noi un tubo che collega la nostra mandibola con
   quella dell’avversario, muoviamo il pugno e:
1.     Facciamo seguire a questo dapprima l’avambraccio e poi il gomito. Ricordiamo sempre
       che la traiettoria deve essere rettilinea.
2.     Durante la fase di ritorno dell’arto devono essere osservate le spiegazioni viste nel
       punto precedente, come la traiettoria rettilinea del pugno ed il riassestamento nella
       posizione di guardia con il gomito bene a protezione del proprio lato.
3.     ovviamente avverrà la rotazione, contraria a quella iniziale, del busto e del piede dietro
       tornando nella posizione di guardia.
GANCIO BRACCIO AVANTI
1.  Dalla posizione di guardia spostiamo il peso sulla gamba posteriore.
2.  Solleviamo il gomito del braccio avanti lateralmente fino a farlo arrivare all’altezza
    della spalla. Stiamo però attenti a non superarla.
3.  Contemporaneamente apriamo l’angolo tra braccio ed avambraccio in modo che
    questo sia circa un angolo retto.
4.   questo punto è fondamentale eseguire una rotazione del busto, e leggermente anche
    del bacino, con possibile aiuto di un pivot del piede avanti, in modo che il pugno
    acquisti una traiettoria circolare. Il braccio non esegue alcun spostamento rispetto alla
    spalla.
5.  A questo punto inizia la fase di ritorno. Contrariamente a quanto abbiamo visto finora
    non è speculare al movimento di andata ma ha alcune piccole differenze.
6.  Innanzitutto dopo aver colpito l’avversario la prima cosa da fare è chiudere
    immediatamente il gomito sul corpo a protezione.
7.  Eseguire la rotazione verso la posizione di guardia.
8.  Portiamo la mano sinistra a protezione del viso.
9.  Solo a questo punto eseguiamo la rotazione del busto per riportarci nella posizione di
    guardia.
GANCIO BRACCIO DIETRO
 La meccanica di questo colpo è speculare rispetto al precedente. Ripetiamo, a grandi
   linee, quelli che sono i punti fondamentali per una corretta esecuzione.
1.    Dalla posizione di guardia, spostiamo il peso sulla gamba anteriore in modo che la
      gamba posteriore sia gravata del solo 20% di esso.
2.    Alziamo il gomito del braccio dietro, dalla posizione di guardia, in modo che l’angolo
      formato dal braccio con il corpo sia prossimo a 90%.
3.    Allarghiamo l’angolo tra il braccio e l’avambraccio in modo che anch’esso raggiunga i
      90°.
4.    Eseguiamo una rotazione verso l’esterno della guardia che porti tutta la parte
      posteriore del nostro corpo in posizione avanzata.
5.    Aiutiamoci con un pivot del piede arretrato in modo da agevolare il movimento. Non
      appena abbiamo raggiunto il bersaglio chiudiamo il gomito sul corpo per tornare in
      posizione di guardia, il pugno torna in posizione di guardia a protezione del viso.
6.    Solo dopo aver ricomposto le braccia possiamo eseguire la rotazione del busto fino a
      riacquistare la posizione di guardia anche per le gambe ed i piedi.
7.    Il peso al termine dell’esecuzione dovrà riequilibrarsi al 50% per ogni piede.
MONTANTE (UPPERCUT) BRACCIO AVANTI
1. Partiamo sempre dalla posizione di guardia con il peso distribuito al 50% su entrambi i
   piedi.
2. Spostiamo il peso prevalentemente sul piede dietro.
3. Eseguiamo una torsione sul tronco e sul bacino, in modo da portare le spalle quasi di
   profilo rispetto all’avversario.
4. La mano del braccio avanti anch’essa subirà una torsione, in modo che il palmo, nella
   posizione finale, sia rivolto verso di noi stessi.
5. Ora ci flettiamo leggermente in avanti, sempre con le spalle poste di profilo rispetto
   all’avversario.
6. Aprendo leggermente l’angolo tra braccio ed avambraccio solleviamo il busto, dalla
   posizione flessa descritta sopra, alla posizione eretta, sempre con le spalle di profilo. Il
   gomito si staccherà dal corpo per indirizzare il pugno, verso il viso dell’avversario.
   Ricordiamo che al momento del contato la mano ha il palmo rivolto verso di noi
   mentre le spalle sono di profilo ed il busto eretto.
7. Non appena abbiamo raggiunto il bersaglio si portano i pugni in copertura del viso.
   Solo a questo punto si potrà effettuare la torsione del busto verso la posizione di
   guardia
MONTANTE (UPPERCUT) BRACCIO DIETRO
 L’esecuzione di questo colpo è uguale a quello appena
  visto. E’ necessario eseguire oltre alla torsione del
  busto per portarlo di profilo, come è stato descritto nel
  punto precedente, anche un “pivot” (una rotazione)
  leggero del piede dietro in modo da agevolare la
  torsione. Il peso viene posto prevalentemente sulla
  gamba avanti
SPINNING BACK FIST
1. Dalla posizione di guardia, tenendo il braccio avanti
   in copertura del volto, operiamo una rotazione del
   corpo sull’avanpiede della gamba avanti.
2. Contemporaneamente alla rotazione solleviamo
   leggermente il piede arretrato ed allungando il
   braccio arretrato senza ruotarlo.
3. Il punto d’impatto del pugno è il dorso della mano
   con il braccio leggermente e rigidamente flesso sulla
   mascella dell’avversario.
2) COLPI DI PIEDE
- Calci circolari:
 Low kick                                    (calcio circolare basso)
 Middle kick                                 (calcio circolare medio)
 High kick                                   (calcio circolare alto)
 Butterfly kick
- Calci laterali:
 Side kick                                   (calcio laterale)
 Spinning back kick             (calcio girato)
 Jumping side kick              (calcio laterale saltato)
 Jumping back kick              (calcio laterale girato saltato)
- Calci frontali:
 Front kick                                  (calcio frontale)
 Axe kick                                    (calcio ad ascia)
 Hook kick          (calcio ad uncino)
 Jumping hook kick (calcio ad uncino saltato)
LOW KICK
   La tecnica del Low Kick consiste in un calcio circolare portato con la gamba il linea bassa spinto con l’anca ruotando il
    piede d’appoggio; la gamba arriva sul bersaglio semi tesa. Il punto di impatto è la parte della tibia o con il collo del
    piede. Bersaglio il quadricipite; quindi sia interno che esterno coscia.
1.      Dalla posizione di guardia viene effettuata un passo laterale con la gamba d’appoggio con una rotazione del piede
        verso l’esterno della stessa
2.      La gamba che andrà a colpire si stacca da terra e inizia a flettersi
3.      Ne consegue un avanzamento del ginocchio in avanti e una completa rotazione del piede d’appoggio e dell’anca
4.      Al momento dell’impatto il corpo dovrà risultare allineato il busto leggermente inclinato indietro
5.      Il recupero sarà effettuato similarmente solo che al contrario rispetto al movimento di andata
N.B. La rotazione del piede deve sempre avvenire a tallone sollevato

MIDDLE KICK
  Caricamento e modalità di esecuzione del tutto uguali al low kick ad esclusione della traiettoria e del bersaglio
   (immediatamente sopra i fianchi).
HIGH KICK
  Calcio circolare portato con la massima scioltezza in linea alta con traiettoria logicamente ascendente ma che prima
   dell’impatto diventa orizzontale o addirittura discendente, punto di impatto piede ( collo) o tibia, bersaglio il viso
   dell’avversario. Questo calcio può essere eseguito in salto aumentandone l’efficacia ma soprattutto la spettacolarità.
BUTTERFLY KICK
Calcio di estrema difficoltà che necessita oltre che di
 scioltezza, anche di estrema coordinazione. E’ in
 sostanza un high kick con la gamba arretrata soltanto
 che si effettua in rotazione; la tecnica inizia con uno
 slancio iniziale in rotazione della gamba arretrata
 oppure un calcio che porti comunque ad una rotazione
 della gamba dietro e del corpo, quindi si effettua il
 salto sempre in rotazione con la gamba avanti cui
 segue la gamba dietro che impatta sul viso
 dell’avversario.

SIDE KICK /calcio laterale gamba avanti
Caricamento da effettuare con il ginocchio verso la spalla opposta tenendo il piede contratto: punto di
   impatto avanpiede, pianta e tallone; bersaglio il corpo dalla cinta in su ed il viso.
 Dalla posizione di guardia, dapprima spostiamo il peso del corpo completamente sul piede posteriore;
 Solleviamo il ginocchio anteriore in modo che questo compia una traiettoria curvilinea che ha come
   ipotetica meta la nostra spalla opposta;
 Contemporaneamente bisogna compiere una rotazione, sul plantare del piede posteriore, di 90° per
   portare il corpo di profilo;
 Il piede dovrà avere un angolo di 90° rispetto alla gamba con il tallone proteso verso l’avversario.
   Ricordiamo che la guardia delle braccia non deve mai scomporsi.
 A questo punto facciamo compiere al tallone una traiettoria rettilinea che ha come obiettivo l’addome
   dell’avversario.
 Il contatto deve essere effettuato con il tallone;
 La gamba portante, in tutta la dinamica del calcio deve essere ben diritta così come deve esserlo anche
   l’altra al momento dell’impatto tallone / bersaglio.
 Una volta colpito l’avversario si esegue un ricaricamento della gamba ripercorrendo la stessa
   traiettoria vista all’andata.
 Sempre con la gamba caricata eseguiamo il pivot del piede perno ed appoggiamo la gamba a terra
   nella posizione di guardia di partenza.
SPINNING BACK KICK
 Questo calcio consiste nell’effettuare un calcio laterale mentre si ruota col corpo.
 Esecuzione: leggera torsione in avanti con rotazione del busto e delle gambe; immediata
   rotazione del viso e successivo slancio della gamba arretrata completando lo Spin
   (rotazione totale) del corpo e calciando nella linea desiderata.
 Attenzione: nei calci girati ruota prima il corpo poi la testa e solo dopo si calcia; è
   determinante, inoltre, che durante l’esecuzione del calcio laterale il corpo assuma una
   stabile posizione laterale col tallone del piede di appoggio che indica, tipo mirino, il
   punto di impatto; così facendo la gamba ha la possibilità di distendersi completamente.
1.    Dalla posizione di guardia si effettua un passo incrociato e una rotazione del busto
      (come per metterci in guardia però con le spalle all’avversario)
2.    Rotazione della testa
3.    Caricamento del ginocchio
4.    Spinta rettilinea della gamba verso l’avversario
5.    Ritorno della gamba
6.    Rotazione del busto e del piede d’appoggio e ritorno alla posizione di guardia
JUMPING SIDE KICK
 Calcio puramente accademico e poco usato in
  combattimento, la cui conoscenza è però necessaria per
  completare il quadro dei calci laterali.
 Calcio laterale con la gamba arretrata effettuato saltando
  sulla gamba portante, oppure con la gamba avanti ma
  questo richiede una coordinazione molto maggiore.
  Efficace su avversario alle corde senza via di fuga.

JUMPING BACK KICK
 Tecnica analoga alla precedente varia nella presenza del
  salto effettuato sulla gamba portante nel momento del
  calcio e naturalmente nella difficoltà, in quanto necessita
  di un’elevata scioltezza e coordinazione.
FRONT KICK
 Tecnica di base: caricamento da effettuare con il ginocchio verso la spalla corrispondente e successiva
   spinta orizzontale della gamba verso il bersaglio. Punto di impatto: tallone plantare o avanpiede;
   bersaglio: corpo o viso. Traiettoria diretta e non scendente.
1.    Dalla posizione di guardia spostiamo il peso del corpo tutto sulla gamba posteriore in modo da
      poter sollevare il ginocchio anteriore il più alto possibile facendo bene attenzione a far passare il
      medesimo tra i gomiti della guardia.
2.    Il piede, durante tutta l’esecuzione del colpo, deve essere con la punta a 90° rispetto alla tibia con
      tallone bene in evidenza. L’angolo formato dalla gamba con la coscia deve rimanere leggermente
      aperto.
3.    La gamba portante non deve muoversi dalla posizione di partenza.
4.    Facciamo compiere al piede una traiettoria rettilinea facendo assumere al piede il movimento a
      pistone.
5.    L’arto, al momento del contatto con il bersaglio, dovrà essere completamente disteso. Il tallone
      deve essere il punto di contatto anche se il contatto con la pianta del piede è consentito per
      regolamento.
6.    Una volta colpito il bersaglio bisogna iniziare immediatamente l’azione di ricaricamento del colpo
      in modo da sottrarre l’arto del raggio d’azione dell’avversario.
7.    Il ginocchio durante la fase di ricaricamento deve compiere la funzione di articolazione “biella –
      pistone” come abbiamo visto durante la fase attiva del colpo. Il piede sempre a 90°, una volta
      compiuto il ricaricamento, viene posato a terra in posizione di guardia.
AXE KICK
 Anche detto “calcio ad ascia”, richiede una scioltezza
  articolare particolare. Traiettoria discendente circolare.
 Tecnica di base: caricamento con traslazione dell’anca e
  circonduzione della gamba dall’interno verso l’esterno ed
  anche al contrario (più raro); punto di impatto tallone o
  plantare; bersaglio viso o incavo omerale (naso).
 N.B. : Il caricamento della gamba può avvenire a gamba
  tesa o flessa, l’importante è che al momento della discesa
  sia tesa o rigida con il piede a martello (calcio per questo
  detto “a martello”).
HOOK KICK GAMBA AVANTI (Rever gamba avanti – nella Savate):
 Questo calcio è considerato difficile a causa della sua meccanica che obbliga
   l’articolazione coxo-femorale ad un movimento complicato e poco usuale. L’Hook Kick
   (calcio ad uncino) è un calcio che difficilmente riesce ad essere tanto efficace da causa un
   KO in un match, ma è, per il suo scarso utilizzo, molto imprevedibile risultando spesso di
   disturbo.
1.     Dalla posizione di guardia spostiamo il peso completamente sulla gamba posteriore, ,
       in maniera da alleggerire l’arto anteriore.
2.     Incrociamo davanti a noi la gamba anteriore, portandola oltre la linea tracciata dal
       piede posteriore. Eseguiamo una rotazione di tutto il corpo verso l’interno della
       guardia, in modo da posizionarlo di profilo rispetto all’avversario.
3.     Una volta raggiunta l’altezza del bersaglio, bisogna convertire il movimento verticale
       dell’arto in un movimento orizzontale, parallelo al terreno, che culmina con il contato
       della pianta del piede.
4.     Subito dopo il contato si piega l’articolazione del ginocchio facendo scivolare la pianta
       del piede terminando in un caricamento di calcio circolare.
5.     Al termine del ricaricamento si eseguirà la rotazione del corpo, intorno al piede perno,
       in senso contrario a quello visto durante la fase di preparazione del calcio.
6.     Solo dopo essere tornati frontalmente possiamo abbassare la gamba avanti che andrà a
       ridisporsi nella posizione di guardia.
JUMPING HOOK KICK
 Tecnica identica alla precedente nell’esecuzione, cambia
  soltanto il caricamento che va effettuato in salto
  (ascendente).

SPINNING BACK HOOK KICK
 E’ un calcio di devastante efficacia, portato con movimento
  rotatorio (spin) con la gamba arretrata.

JUMPING BACK HOOK KICK
 Non tanto efficace quanto il precedente, è una tecnica
  molto spettacolare che richiede una coordinazione e
  scioltezza muscolare molto rilevante.
 Diretto sx – diretto dx – gancio sx – ( swing)
 Diretto sx – gancio dx (o swing)
 Diretto sx al volto – diretto dx al corpo – gancio sx al
    volto – gancio dx al volto
   Diretto sx – diretto dx – low kick orizzontale sx
   Low kick sx interno (piede scaccia piede) – diretto dx –
    gancio sx
   Diretto sx – diretto dx – montante sx
   Diretto sx – montante dx – gancio sx
 Axe kick sx – side kick sx – high kick dx
 Hook kick sx – high kick dx
 Axe kick sx – diretto sx – diretto dx – gancio sx – low
    kick dx
   Hook kick sx – diretto dx – diretto sx – side kick sx
   Diretto sx – diretto dx – middle kick sx – spinning
    hook kick dx – high kick dx
   Diretto dx – diretto sx – spinning axe kick dx – side
    kick dx
   High kick dx – spinning axe kick sx – diretto dx –
    gancio sx – low kick dx
 Una lezione può essere divisa in :
1.   Riscaldamento
2.   Stretching (allungamento attivo)
3.   Cardio work-out
4.   Potenziamento muscolare
5.   Stretching (allungamento passivo dinamico)
 Costituisce una fase preparatoria alla lezione
 Attiva reazioni di adattamento graduale
    nell’organismo
   Attutisce i passaggi da un grado di quiete ad uno di
    attività
   Provoca un condizionamento organico. Tutti i sistemi
    del corpo (organico, muscolare, articolare e nervoso) si
    adeguano per sopportare le fasi successive e più
    intense della lezione
   Provoca un aumento della frequenza cardiaca
   Durata 10’-15’
 È importante allungare i muscoli prima di sottoporli a
  stress meccanici elevati.
 Questa fase permette di limitare al minimo il rischio di
  traumi a livello muscolare
 Dato che questo stretching precede la fase centrale
  della nostra lezione e meglio effettuare esercizii di
  allungamento attivo, quindi andando a sollecitare la
  contrazione dei muscoli antagonisti.
 Dura circa 10’-15’
 Questa è la fase centrale dell'allenamento. In velocità
    può arrivare anche a 150/160 BPM se si eseguono solo
    tecniche di braccia.
   Tre sono le modalità: libero, circuito e interval training
   In questa fase vengono introdotte le tecniche della
    kickboxing
   Porta effetti importanti e positivi al cuore e alla
    circolazione
   Dura circa 15’-20’
 E' fondamentale non trascurare mai di allenare ogni
    gruppo muscolare almeno due volte a settimana.
   I gruppi muscolari fondamentali sono 11: addominali,
    glutei, interno ed esterno cosce, esteriori del tronco,
    pettorali, bicipite, tricipite, dorsali spalle e gambe.
   Questi possono essere allenati in vari modi: a corpo libero,
    con l'ausilio di attrezzi, circuit training, interval training, a
    coppie. Risulta opportuno utilizzare tutte le modalità
    disponibili per variare sempre, evitando così la noia degli
    esercizi.
   Un buon lavoro a livello muscolare comporta una migliore
    stabilizzazione anche a livello articolare
   Dura circa 15’-20’
 Il defaticamento è un momento fondamentale che serve a
    consentire una graduale ripresa del battito cardiaco
   Aiuta l’organismo a smaltire la fatica e facilita i processi di
    recupero
   L’allungamento passivo implica l’applicazione di forze
    esterne che sollecitano fortemente lo stiramento del
    muscolo.
   Può essere diviso in statico o dinamico
   Dinamico se si alternano fasi di incremento dello
    stiramento a fasi di diminuzione.
   Il raggiungimento lento e graduale della posizione di
    massimo stiramento salvaguarda da potenziali traumi, e
    sfrutta l’inibizione del riflesso di stiramento percepito
    dall’organo del Golgi.
 L’utilizzo degli attrezzi nella fitboxe è fondamentale. Grazie agli
    attrezzi è più facile variare le lezioni e andare a aumentare il carico di
    lavoro su alcuni distretti muscolari.
   Gli attrezzi che vengono usati maggiormente in questa disciplina sono:
    Guantoni,fasce, fune, sacchi e pesetti
   Le fascette vanno poste al disotto dei guantoni permetto di stabilizzare
    maggiormente le ossa della mano durante gli impatti
   I guantoni tutelano alleggeriscono gli impatti e evitano escoriazioni
   La fune viene usata principalmente nelle fasi di riscaldamento ma può
    anche essere usata per effettuare un buon allenamento a livello cardio-
    vascolare nelle fasi successive della lezione
   I sacchi sono la base della lezione di fitboxe. Sono usati nelle
    coreografie e svolgono un grande ruolo nello scarico dello stress.
   I pesetti vengono usati soprattutto nella fase di potenziamento
    muscolare
Un buon istruttore :
 prepara le lezioni per gli allievi e non per se stesso e per le
  sue capacità
 Deve mettere gli allievi a proprio agio
 Deve trasmettere enfasi e serenità
 Deve avere una buona padronanza della tecnica sia a livello
  teorico che pratico
 Deve tener conto degli aspetti psicologici che la sua figura
  deve trasmettere
 Deve cercare di produrre nei propri allievi oltre un
  benessere fisico anche un benessere a livello mentale
 Deve saper adattare l’oggettività della lezione alla
  soggettività dei singoli allievi
 Deve essere puntuale e deve rispettare gli orari
 Deve saper correggere il singolo senza tralasciare il gruppo
 Deve saper tutelare i propri allievi dagli infortuni fornendo
    le dovute spiegazioni sull’esecuzione corretta degli esercizi
   Deve preparare prima musiche e lezioni, senza
    improvvisare
   Deve riuscire ad incanalare l’attenzione dell’allievo
   Deve cercare di variare il più possibile le lezioni e le
    musiche
   Deve essere neutrale come la Svizzera
La musica:
 È un elemento importantissimo di motivazione
 Può stimolare il piacere dell’allenamento
 Può stabilire un’atmosfera prima, durante ed a fine
  lezione
 Può influire sulla prestazione e mascherare le
  sensazioni di fatica e disagio fisico durante la lezione
 Influisce anche sulla prestazione dell’istruttore, per
  questo deve essere scelta anche in base ai propri gusti
 La musica viene contata in base alla velocità in BPM
  (Beat per minute = battiti al minuto).
 Ogni brano è suddiviso in battute (considerando che
  generalmente i brani utilizzati per l’attività sono in 4/4
  (tempo nominale), ogni battuta sarà costituita da 4
  tempi, 1-2-3-4, 1-2-3-4 e cosi via). Di conseguenza la
  battuta è la somma dei tempi che costituiscono il
  tempo nominale del brano.
 E’ possibile modificare i tempi all’interno delle battute
  raddoppiandoli o dimezzandoli, pur mantenendo il
  tempo nominale stabile. Ad esempio, in una battuta
  all’interno di un brano in 4/4, possiamo contare 8
  tempi (1-2-3-4-5-6-7-8, 1-2-3-4-5-6-7-8, etc.). Ciò
  significa che abbiamo raddoppiato il tempo
1 sur 66

Recommandé

Cinesiologia e biomecânica do Ombro par
Cinesiologia e biomecânica do OmbroCinesiologia e biomecânica do Ombro
Cinesiologia e biomecânica do OmbroJoão Luiz Pandolphi
7.1K vues28 diapositives
Cinesiologia introducao planos e eixos par
Cinesiologia  introducao planos e eixosCinesiologia  introducao planos e eixos
Cinesiologia introducao planos e eixosNatha Fisioterapia
16K vues11 diapositives
História da cinesio e biomecânica par
História da cinesio e biomecânicaHistória da cinesio e biomecânica
História da cinesio e biomecânicaGlaukus Regiani Bueno
7.3K vues18 diapositives
Anatomia i apendicular superior miologia par
Anatomia i   apendicular superior miologiaAnatomia i   apendicular superior miologia
Anatomia i apendicular superior miologiaRafael Fontoura
9.3K vues53 diapositives
Coluna Lombar par
Coluna LombarColuna Lombar
Coluna LombarProfessor Robson
5.2K vues53 diapositives
Aula sobre Reabilitação - Ft Msdo Marcos Zanchet par
Aula sobre Reabilitação - Ft Msdo Marcos Zanchet   Aula sobre Reabilitação - Ft Msdo Marcos Zanchet
Aula sobre Reabilitação - Ft Msdo Marcos Zanchet fabricioboscolo
1.7K vues57 diapositives

Contenu connexe

Tendances

Avaliação cinético-funcional da coluna vertebral par
Avaliação cinético-funcional da coluna vertebralAvaliação cinético-funcional da coluna vertebral
Avaliação cinético-funcional da coluna vertebralmarcelosilveirazero1
6.2K vues26 diapositives
Alongamento muscular par
Alongamento  muscularAlongamento  muscular
Alongamento muscularlcinfo
22.9K vues17 diapositives
FADIGA MUSCULAR par
FADIGA MUSCULARFADIGA MUSCULAR
FADIGA MUSCULARLUCIANO SOUSA FISIOLOGISTA
18.1K vues42 diapositives
TREINAMENTO CORE par
TREINAMENTO CORETREINAMENTO CORE
TREINAMENTO COREFernando Farias
6.4K vues23 diapositives
Biomecânica - Músculos par
Biomecânica - Músculos Biomecânica - Músculos
Biomecânica - Músculos Claudio Pereira
46.8K vues26 diapositives
Flexibility PDHPE par
Flexibility PDHPEFlexibility PDHPE
Flexibility PDHPEpdhpemag
3.9K vues13 diapositives

Tendances(20)

Alongamento muscular par lcinfo
Alongamento  muscularAlongamento  muscular
Alongamento muscular
lcinfo22.9K vues
Flexibility PDHPE par pdhpemag
Flexibility PDHPEFlexibility PDHPE
Flexibility PDHPE
pdhpemag3.9K vues
Aula princípios do treinamento 3a série - e. m. par Junior Oliveira
Aula   princípios do treinamento 3a série - e. m.Aula   princípios do treinamento 3a série - e. m.
Aula princípios do treinamento 3a série - e. m.
Junior Oliveira6.2K vues
Aula xi. musculos da região glutea e coxa par fernando
Aula xi. musculos da região glutea e coxaAula xi. musculos da região glutea e coxa
Aula xi. musculos da região glutea e coxa
fernando9.8K vues
Causas de la Fatiga (SEBASTIAN AGUILAR GAJARDO) par SEBASTIAN AGUILAR
Causas de la Fatiga (SEBASTIAN AGUILAR GAJARDO)Causas de la Fatiga (SEBASTIAN AGUILAR GAJARDO)
Causas de la Fatiga (SEBASTIAN AGUILAR GAJARDO)
SEBASTIAN AGUILAR1.9K vues
Livro completo _cinesiologia_e_biomecanica-1-1.pdf par Kelvia Bailarina
Livro completo _cinesiologia_e_biomecanica-1-1.pdfLivro completo _cinesiologia_e_biomecanica-1-1.pdf
Livro completo _cinesiologia_e_biomecanica-1-1.pdf
Kelvia Bailarina256 vues
Biomecânica do Músculo Esquelético Humano par luis santos
Biomecânica do Músculo Esquelético HumanoBiomecânica do Músculo Esquelético Humano
Biomecânica do Músculo Esquelético Humano
luis santos21.5K vues
Reabilitacao L C A par carabola84
Reabilitacao  L C AReabilitacao  L C A
Reabilitacao L C A
carabola844.9K vues
Biomecânica da pelve e quadril 2008 par fernando
Biomecânica da pelve e quadril 2008Biomecânica da pelve e quadril 2008
Biomecânica da pelve e quadril 2008
fernando27K vues
Educação física anatomia e fisiologia par Hugo Castro
Educação física  anatomia e fisiologiaEducação física  anatomia e fisiologia
Educação física anatomia e fisiologia
Hugo Castro338 vues

Similaire à Corso Istruttore Fitboxe

Apparato muscolare_ Mazzotti_Pitingaro_Zannoli_4Bc par
Apparato muscolare_ Mazzotti_Pitingaro_Zannoli_4BcApparato muscolare_ Mazzotti_Pitingaro_Zannoli_4Bc
Apparato muscolare_ Mazzotti_Pitingaro_Zannoli_4BcWilliam Costantini
2.1K vues39 diapositives
Muscoli superficiali par
Muscoli superficialiMuscoli superficiali
Muscoli superficialiRudy96
1.5K vues16 diapositives
Pagine da body building anatomy par
Pagine da body building anatomyPagine da body building anatomy
Pagine da body building anatomyCalzetti & Mariucci Editori
2.1K vues6 diapositives
TESI par
TESITESI
TESIAntonino Romeo
2.3K vues57 diapositives
Pagine da anatomia stretching par
Pagine da anatomia stretchingPagine da anatomia stretching
Pagine da anatomia stretchingCalzetti & Mariucci Editori
2.1K vues7 diapositives
Pagine da cycling anatomy par
Pagine da cycling anatomyPagine da cycling anatomy
Pagine da cycling anatomyCalzetti & Mariucci Editori
1.8K vues9 diapositives

Similaire à Corso Istruttore Fitboxe(20)

Apparato muscolare_ Mazzotti_Pitingaro_Zannoli_4Bc par William Costantini
Apparato muscolare_ Mazzotti_Pitingaro_Zannoli_4BcApparato muscolare_ Mazzotti_Pitingaro_Zannoli_4Bc
Apparato muscolare_ Mazzotti_Pitingaro_Zannoli_4Bc
William Costantini2.1K vues
Muscoli superficiali par Rudy96
Muscoli superficialiMuscoli superficiali
Muscoli superficiali
Rudy961.5K vues
Corso Riqualificazione Massofisioterapisti Arto Inferiore par Laura Mutti
Corso Riqualificazione Massofisioterapisti Arto InferioreCorso Riqualificazione Massofisioterapisti Arto Inferiore
Corso Riqualificazione Massofisioterapisti Arto Inferiore
Laura Mutti200 vues
I b scienze motorie percorso vita par lavoriscuola
I b  scienze motorie   percorso vitaI b  scienze motorie   percorso vita
I b scienze motorie percorso vita
lavoriscuola107 vues
Sistema muscolare par 4 CSA
Sistema muscolareSistema muscolare
Sistema muscolare
4 CSA1.1K vues

Plus de NonSoloFitness

Scienza e movimento - numero 30 par
Scienza e movimento - numero 30Scienza e movimento - numero 30
Scienza e movimento - numero 30NonSoloFitness
49 vues60 diapositives
1_Coaching per lo sport_18_03_2022.pdf par
1_Coaching per lo sport_18_03_2022.pdf1_Coaching per lo sport_18_03_2022.pdf
1_Coaching per lo sport_18_03_2022.pdfNonSoloFitness
150 vues97 diapositives
Gymball par
GymballGymball
GymballNonSoloFitness
480 vues3 diapositives
Libro: Nutrizione per lo sport in età evolutiva par
Libro: Nutrizione per lo sport in età evolutivaLibro: Nutrizione per lo sport in età evolutiva
Libro: Nutrizione per lo sport in età evolutivaNonSoloFitness
2.6K vues7 diapositives
Libro: Manuale Pilates par
Libro: Manuale PilatesLibro: Manuale Pilates
Libro: Manuale PilatesNonSoloFitness
6.2K vues10 diapositives
Libro: Allenamento in sospensione par
Libro: Allenamento in sospensioneLibro: Allenamento in sospensione
Libro: Allenamento in sospensioneNonSoloFitness
2.3K vues9 diapositives

Plus de NonSoloFitness(15)

1_Coaching per lo sport_18_03_2022.pdf par NonSoloFitness
1_Coaching per lo sport_18_03_2022.pdf1_Coaching per lo sport_18_03_2022.pdf
1_Coaching per lo sport_18_03_2022.pdf
NonSoloFitness150 vues
Libro: Nutrizione per lo sport in età evolutiva par NonSoloFitness
Libro: Nutrizione per lo sport in età evolutivaLibro: Nutrizione per lo sport in età evolutiva
Libro: Nutrizione per lo sport in età evolutiva
NonSoloFitness2.6K vues
Libro: Allenamento in sospensione par NonSoloFitness
Libro: Allenamento in sospensioneLibro: Allenamento in sospensione
Libro: Allenamento in sospensione
NonSoloFitness2.3K vues
Libro: Principi essenziali della preparazione atletica par NonSoloFitness
Libro: Principi essenziali della preparazione atleticaLibro: Principi essenziali della preparazione atletica
Libro: Principi essenziali della preparazione atletica
NonSoloFitness4.5K vues
Libro: Pilates con piccoli attrezzi par NonSoloFitness
Libro: Pilates con piccoli attrezziLibro: Pilates con piccoli attrezzi
Libro: Pilates con piccoli attrezzi
NonSoloFitness4.4K vues
La preparazione atletica con il kettlebell par NonSoloFitness
La preparazione atletica con il kettlebellLa preparazione atletica con il kettlebell
La preparazione atletica con il kettlebell
NonSoloFitness2.6K vues
Libro: Istruttore Fitness per il dimagrimento par NonSoloFitness
Libro: Istruttore Fitness per il dimagrimentoLibro: Istruttore Fitness per il dimagrimento
Libro: Istruttore Fitness per il dimagrimento
NonSoloFitness5K vues
Libro: Ginnastica Posturale con Attrezzi par NonSoloFitness
Libro: Ginnastica Posturale con AttrezziLibro: Ginnastica Posturale con Attrezzi
Libro: Ginnastica Posturale con Attrezzi
NonSoloFitness5.1K vues

Dernier

1 IL CENTRO ANTIVIOLENZA.docx par
1 IL CENTRO ANTIVIOLENZA.docx1 IL CENTRO ANTIVIOLENZA.docx
1 IL CENTRO ANTIVIOLENZA.docxDott. Picconi Salvatore
7 vues2 diapositives
Data expedition par
Data expeditionData expedition
Data expeditionA Scuola di OpenCoesione
57 vues29 diapositives
ĐỀ THI THỬ CUỐI HỌC KÌ 1 MÔN TIẾNG ANH 10 - GLOBAL SUCCESS - FRIENDS GLOBAL -... par
ĐỀ THI THỬ CUỐI HỌC KÌ 1 MÔN TIẾNG ANH 10 - GLOBAL SUCCESS - FRIENDS GLOBAL -...ĐỀ THI THỬ CUỐI HỌC KÌ 1 MÔN TIẾNG ANH 10 - GLOBAL SUCCESS - FRIENDS GLOBAL -...
ĐỀ THI THỬ CUỐI HỌC KÌ 1 MÔN TIẾNG ANH 10 - GLOBAL SUCCESS - FRIENDS GLOBAL -...Nguyen Thanh Tu Collection
27 vues97 diapositives
Missionari e cannibali par
Missionari e cannibaliMissionari e cannibali
Missionari e cannibaliFrancescoParadiso7
6 vues8 diapositives
1969 - Corsi di educazione sessuale, Scuola Media Statale F.Tosi, Legnano (MI... par
1969 - Corsi di educazione sessuale, Scuola Media Statale F.Tosi, Legnano (MI...1969 - Corsi di educazione sessuale, Scuola Media Statale F.Tosi, Legnano (MI...
1969 - Corsi di educazione sessuale, Scuola Media Statale F.Tosi, Legnano (MI...Diario Legnanese
11 vues6 diapositives
diagramma centro anti violenza.pdf par
diagramma centro anti violenza.pdfdiagramma centro anti violenza.pdf
diagramma centro anti violenza.pdfDott. Picconi Salvatore
12 vues1 diapositive

Corso Istruttore Fitboxe

  • 2.  Fitboxe, detta anche “aerobica boxata", è un'attività sportiva, praticata solitamente in palestra, che consiste in esercizio fisico di tipo aerobico, sfruttando la tecnica di boxe e/o kickboxing, a ritmo piuttosto sostenuto di musica. Quest’attività di fitness consiste in un mix di movimenti derivati dalle Arti Marziali al tempo di musica, dove viene usato come bersaglio il sacco.
  • 3.  Gli obiettivi a cui mira la fitboxe è come prima cosa la prevenzione delle malattie cardiovascolari, lo scaricamento della tensione accumulata da una giornata di studio o di lavoro e come ultima cosa ma non meno importante le basi della difesa personale.  E’ adatta sia a uomini che donne, di tutte le età..
  • 4. È sconsigliata  a chi ha avuto seri problemi alle ginocchia, poiché alcuni movimenti rotatori e il ritmo intenso di questa attività, potrebbero imporre uno sforzo eccessivo a legamenti operati e/o danneggiati  a chi ha problemi di schiena poiché i ripetuti saltelli potrebbero incrementare i danni  A chi a lesioni alle spalle poiché se la fine dei colpi non viene controllata c’è il rischio di sentire dolore a livello dell’articolazione scapolo-omerale
  • 5. Consigliata:  A tutte quelle persone che desiderano scaricare lo stress senza però, a differenza della kickboxing o della boxe, dover subire l’impatto dei colpi dell’avversario sul proprio corpo  Non ci sono limiti di età  E’ una buona attività per chi vuole dimagrire perché lavora principalmente sul metabolismo aerobico  Svolge un’importante azione di tonificazione  Si apprendono alcune tecniche di autodifesa
  • 6. L’apparato locomotore è composto da:  Scheletro  Muscoli  Legamenti  Tendini
  • 7.  È l’impalcatura del nostro corpo, contribuisce passivamente agli spostamenti del nostro corpo nello spazio.  Azione protettiva degli organi vitali  È formato da 206-207 ossa
  • 8.  I legamenti: Il loro compito è quello di tenere uniti due segmenti ossei impedendo che si allontanano  I tendini: sono la prosecuzione dei muscoli e vanno ad inserirsi sulle ossa
  • 9. Costituiscono la parte attiva dell’apparato locomotore e si dividono in:  Lisci  Cardiaco  Striati
  • 10.  Comandano tutti i movimenti involontari (ad eccezione del cuore)  È presente negli organi interni (tubo digerente, vie urinarie, nel sistema vascolare)
  • 11.  Si trova esclusivamente a livello cardiaco.  Prende il nome di miocardio  Ha caratteristiche affini agli altri 2 tipi di muscolatura, infatti è l’unico muscolo striato ma involontario
  • 12.  È il motore del nostro corpo e con la sua contrazione volontaria ci permette il movimento nei vari piani dello spazio.  È composta da circa 400 muscoli delle più diverse forme e dimensioni  I muscoli che maggiormente ci interessano sono i muscoli degli arti superiori, quelli del dorso, quelli addominali e quelli degli arti inferiori.
  • 13.  M. deltoide: Concorre a tutti i movimenti della spalla (flessione, estensione, extrarotazione, abduzione, add uzione) e ha un compito importante riguardo alla stabilizzazione dell’articolazione della stessa.  M. bicipite brachiale: agisce sia sull’articolazione della spalla che su quella del gomito. Flette l’avanbraccio sul braccio e lo supina (rotazione del palmo della mano verso l’esterno)
  • 14.  M. tricipite brachiale: estensione dell’articolazione del gomito o il bloccaggio dell’articolazione stessa.
  • 15. M. trapezio: unitamente al muscolo grande dorsale ricopre quasi interamente il dorso. Nel muscolo trapezio si distinguono tre fasce di fibre (a seconda della direzione che decorrono).
  • 16. 1. Fascio superiore: permette il movimento di sollevamento delle spalle e concorre alla rotazione della scapola. Svolge un ruolo importante in tutte le operazioni di trazione e sollevamento. In caso di contrazione unilaterale ruota il capo dal lato opposto, infine la sua porzione clavicolare solleva la clavicola, concorrendo così all’inspirazione 2. Fascio intermedio: avvicina le scapole alla colonna vertebrale (elevazione indietro delle braccia) 3. Fascio inferiore: abbassa le spalle e concorre alla rotazione della scapola
  • 17.  M. grande dorsale:Il muscolo ruota all’interno il braccio e lo sposta indietro. Abbassa con grande forza il braccio elevato, per cui svolge un ruolo importante in tutti i movimenti di colpo e di lancio. Adduce il braccio elevato infuori. A braccia fissate tira il tronco verso le braccia (arrampicata)
  • 18. La muscolatura laterale dell’addome è formata da tre muscoli (m. trasverso dell’addome, m. obliquo interno dell’addome, e m. obliquo esterno dell’addome) che per mezzo delle relative guaine tendinee si mettono in rapporto con il m. retto addominale situato ventralmente e lo inguainano, trovando in esso il punto di fissazione (linea alba).
  • 19.  M. retto dell’addome: Origina dalla V, VI e VII costola e dal processo xifoideo, la sua inserzione la trova nella parte superiore del pube. A bacino fissato il m. flette il corpo in avanti, se invece è fissata la gabbia toracica solleva il bacino. Partecipa anche all’espirazione e al torchio addominale.  M. trasverso dell’addome: Origina dal labro interno della cresta iliaca, dalla fascia lombodorsale e dalla fascia interna delle cartilagini delle ultime 6 cartilagini costali, si inserisce sul pube . Ha funzionalità nel torchio addominale, rotazione e flessione del busto e nell’espirazione.
  • 20.  M. obliquo interno dell’addome: origina dalla cresta iliaca e dalla S.I.A e si inserisce sulle ultime 4 cartilagini costali e sul pube. Se la contrazione avviene bilateralmente concorre alla flessione del tronco in avanti, se invece la contrazione è unilaterale, inclina il tronco lateralmente o lo ruota verso il lato della contrazione  M. obliquo esterno dell’addome: Origina dalle ultime 8 coste, si inserisce sul processo xifoideo , sulla cresta iliaca e sul pube. Se la contrazione avviene bilateralmente affianca il m. retto nella flessione del tronco in avanti, se invece la contrazione è unilaterale, inclina il tronco di lato o lo ruota controlateralmente, cioè il m. obliquo esterno destro ruota il tronco a sinistra
  • 21.  M. quadricipite femorale: Ha una funzione predominante sia a livello statico che a livello dinamico. La sua funzione statica consiste nell’impedire che il ginocchio si pieghi nella stazione eretta, quella dinamica consiste in una potente estensione del ginocchio.  M. bicipite femorale: estensione dell’anca nell’arto portante, e la flessione della gamba dell’arto libero, inoltre a ginocchio flesso ruota la gamba verso l’esterno.
  • 22.  M. quadricipite femorale: Ha una funzione predominante sia a livello statico che a livello dinamico. La sua funzione statica consiste nell’impedire che il ginocchio si pieghi nella stazione eretta, quella dinamica consiste in una potente estensione del ginocchio.  M. bicipite femorale: estensione dell’anca nell’arto portante, e la flessione della gamba dell’arto libero, inoltre a ginocchio flesso ruota la gamba verso l’esterno.
  • 23.  M.gastrocnemio: è un flessore plantare (solleva il tallone dal terreno)e inoltre flette l’articolazione del ginocchi ad arto oscillante  M. soleo: flessione plantare
  • 24.  Le cellule producono ATP (adenosintrifosfato) attraverso tre processi: 1. Il sistema ATP-PCr 2. Il sistema glicolitico 3. Il sistema ossidativo
  • 25.  Le cellule contengono oltre all’ATP, un’altra molecola di fosfato altamente energetica che immagazzina energia la creatinfosfato PCr. Il rilascio della PCr è facilitato dalla’enzima creatinchinasi che agisce sulla PCr per separare la Pi dalla creatina. L’energia rilasciata quindi può essere utilizzata per legare la Pi ad una molecola di ADP (adenosindifosfato) formando ATP. PCr creatinchinasi Pi energia Pi ATP creatina ADP
  • 26.  Questo tipo di processo è rapido e non necessità la presenza di ossigeno all’interno della cellula, quindi prende il nome di anaerobico. Dura dai 3’’ ai 15’’.
  • 27.  L’ATP può essere prodotto anche con l’energia rilasciata dalla scissione del glucosio (glicolisi).  Il glucosio rappresenta il 99% degli zuccheri presenti nel sangue, o proviene dalla digestione dei carboidrati, o dalla scissione del glicogeno epatico. Il glicogeno viene immagazzinato dal fegato e nei muscoli fino al momento in cui è necessaria la sua utilizzazione.  La glicolisi ha come prodotto finale l’acido piruvico, e il destino di quest’ultimo dipende dall’uso o meno di ossigeno.  Quando non è presente l’ossigeno si parla di glicolisi anaerobica e in questo caso l’acido piruvico viene convertito in acido lattico  La glicolisi anaerobica può garantire energia per un max di 2’ durante un esercizio fisico massimale.
  • 28.  Il sistema tramite il quale l’organismo trasforma energia servendosi dell’ossigeno per scomporre i combustibili è detto respirazione cellulare.  Come abbiamo visto il sistema glicolitico produce ATP partendo dai carboidrati. Se avviene in presenza di ossigeno, l’acido piruvico viene convertito in un composto denominato acetilcoenzima A (acetil COA).  Questo prodotto entra poi nel ciclo di Krebs.  L'energia che si ricava dalla completa demolizione di una molecola di glucosio attraverso i tre diversi stadi della respirazione cellulare (glicolisi, ciclo di Krebs e catena di trasporto di elettroni), è idealmente di 36 molecole di ATP (più 2 che però vengono consumate durante il processo)
  • 29.  Nel catabolismo lipidico, i trigliceridi sono degradati da enzimi detti lipasi per formare acidi grassi liberi e glicerolo. Una volta scomposti vengono trasportati dal sangue nei muscoli e qui con l’aiuto di enzimi e di ATP vengono degradati fino ad ottenere AcetiCoA che come visto in precedenza da inizio al ciclo di Krebs.
  • 30.  I tre sistemi energetici non lavorano singolarmente ma contribuiscono tutti a produrre energia solo che a seconda del tipo di lavoro, uno predomina sugli altri Sistema ATP- PCr Glicolisi anaerobica Sistema ossidativo 0 15 120 Durata dell’esercizio di intensità massimale (s)
  • 31.  Il capitolo riguardante la tecnica è sicuramente il più importante. E’ proprio qui che andiamo ad affrontare tutti i colpi e tutto ciò che è inerente alla loro esecuzione.  Il tentativo è di cercare di dare dei riferimenti semplici in modo da unificare il più possibile la metodologia di insegnamento e di apprendimento.
  • 32.  I colpi della KickBoxing sono molti e possono essere divisi principalmente in due gruppi: 1. colpi di pugno 2. colpi di piede  Ovviamente per eseguire le tecniche in maniera corretta bisogna prima partire da una buona impostazione della guardia
  • 33.  Il primo punto fondamentale per non incorrere in errori conseguenti  Visto che la nostra lezione a differenza della Kickboxing o della Savate non prevede come fine ultimo dell’allenamento il combattimento, non dovremo curarci di mettere i destri con la gamba sinistra avanti e i mancini con la gamba destra avanti, ma andremo a lavorare alternando entrambe le guardie.
  • 34. Sequenza: 1. Apriamo le gambe alla larghezza delle spalle. I piedi sono per il momento paralleli. 2. Portiamo il piede della guardia scelta di mezzo passo in avanti. 3. Flettiamo leggermente le ginocchia e portiamo il peso del corpo in avanti in modo che siano i plantari a sorreggerci. La ripartizione del peso corporeo deve essere al 50% su entrambi i piedi. 4. Solleviamo il braccio avanti in modo che la mano sia all’altezza della guancia, facendo attenzione a che il gomito sia in posizione avanzata rispetto al corpo per poter meglio coprire il fianco e l’addome. Il braccio risulterà perpendicolare al terreno. 5. Ora solleviamo il braccio destro. Portiamo la mano all’altezza della guancia ed il gomito lo appoggiamo in posizione semifrontale al busto, in modo fa formare uno scudo di protezione. Le mani dovranno essere chiuse a pugno, con i pollici all’esterno della mano, ma non dovranno essere serrate per non affaticare troppo gli avambracci.
  • 35. 1) COLPI DI PUGNO  Diretto braccio avanti (jab) e braccio dietro (cross)  Gancio braccio avanti e braccio dietro (crochet)  Montante braccio avanti e braccio dietro (uppercut)  Pugno girato (spinning Back Fist)
  • 36. DIRETTO BRACCIO AVANTI (JAB) 1. Dalla posizione di guardia protendiamo in avanti il pugno del braccio avanti. 2. Facciamo seguire il resto del braccio come se questo dovesse infilarsi dentro un tubo posto davanti a noi e culminante con il viso dell’avversario. 3. Il gomito deve adattarsi quanto è più possibile alla traiettoria rettilinea del pugno. Il punto di partenza risulterà essere la nostra mandibola e punto di arrivo la mandibola dell’avversario. 4. Nella fase finale del colpo, la spalla si porterà in posizione leggermente avanzata rispetto alla posizione di guardia in modo da raggiungere un bersaglio più lontano. 5. Il movimento di ritorno, spesso il più difficile da apprendere, deve essere il più rapido possibile, facendo attenzione a far compiere al pugno una traiettoria rettilinea pari a quella percorsa all’andata e riconquistando la posizione di guardia come se da questa non ci fossimo mossi. 6. Il punto di contatto del pugno deve essere le prime due nocche della mano, questo perché le rimanenti non sarebbero abbastanza resistenti da sopportare l’urto con il rischio di avere delle lesioni. Il peso durante l’esecuzione deve essere sempre ripartito su entrambe le gambe (50% ogni piede).
  • 37. DIRETTO BRACCIO DIETRO (CROSS)  La meccanica del diretto braccio dietro è leggermente più complicata, rispetto a quella appena vista, perché richiede la rotazione del busto aiutato dalla rotazione del piede posteriore.  Dalla posizione di guardia dobbiamo innanzitutto far compiere una rotazione del busto in modo da portare la spalla dietro in posizione avanzata.  Per agevolare tale movimento facciamo compiere al piede posteriore un pivot, cioè una rotazione verso l’esterno del plantare, in modo da rendere più facile la rotazione. Quando la spalla ha raggiunto la posizione avanzata, la meccanica del pugno non differisce da quello visto nel punto precedente.  Sempre ipotizzando di avere davanti a noi un tubo che collega la nostra mandibola con quella dell’avversario, muoviamo il pugno e: 1. Facciamo seguire a questo dapprima l’avambraccio e poi il gomito. Ricordiamo sempre che la traiettoria deve essere rettilinea. 2. Durante la fase di ritorno dell’arto devono essere osservate le spiegazioni viste nel punto precedente, come la traiettoria rettilinea del pugno ed il riassestamento nella posizione di guardia con il gomito bene a protezione del proprio lato. 3. ovviamente avverrà la rotazione, contraria a quella iniziale, del busto e del piede dietro tornando nella posizione di guardia.
  • 38. GANCIO BRACCIO AVANTI 1. Dalla posizione di guardia spostiamo il peso sulla gamba posteriore. 2. Solleviamo il gomito del braccio avanti lateralmente fino a farlo arrivare all’altezza della spalla. Stiamo però attenti a non superarla. 3. Contemporaneamente apriamo l’angolo tra braccio ed avambraccio in modo che questo sia circa un angolo retto. 4. questo punto è fondamentale eseguire una rotazione del busto, e leggermente anche del bacino, con possibile aiuto di un pivot del piede avanti, in modo che il pugno acquisti una traiettoria circolare. Il braccio non esegue alcun spostamento rispetto alla spalla. 5. A questo punto inizia la fase di ritorno. Contrariamente a quanto abbiamo visto finora non è speculare al movimento di andata ma ha alcune piccole differenze. 6. Innanzitutto dopo aver colpito l’avversario la prima cosa da fare è chiudere immediatamente il gomito sul corpo a protezione. 7. Eseguire la rotazione verso la posizione di guardia. 8. Portiamo la mano sinistra a protezione del viso. 9. Solo a questo punto eseguiamo la rotazione del busto per riportarci nella posizione di guardia.
  • 39. GANCIO BRACCIO DIETRO  La meccanica di questo colpo è speculare rispetto al precedente. Ripetiamo, a grandi linee, quelli che sono i punti fondamentali per una corretta esecuzione. 1. Dalla posizione di guardia, spostiamo il peso sulla gamba anteriore in modo che la gamba posteriore sia gravata del solo 20% di esso. 2. Alziamo il gomito del braccio dietro, dalla posizione di guardia, in modo che l’angolo formato dal braccio con il corpo sia prossimo a 90%. 3. Allarghiamo l’angolo tra il braccio e l’avambraccio in modo che anch’esso raggiunga i 90°. 4. Eseguiamo una rotazione verso l’esterno della guardia che porti tutta la parte posteriore del nostro corpo in posizione avanzata. 5. Aiutiamoci con un pivot del piede arretrato in modo da agevolare il movimento. Non appena abbiamo raggiunto il bersaglio chiudiamo il gomito sul corpo per tornare in posizione di guardia, il pugno torna in posizione di guardia a protezione del viso. 6. Solo dopo aver ricomposto le braccia possiamo eseguire la rotazione del busto fino a riacquistare la posizione di guardia anche per le gambe ed i piedi. 7. Il peso al termine dell’esecuzione dovrà riequilibrarsi al 50% per ogni piede.
  • 40. MONTANTE (UPPERCUT) BRACCIO AVANTI 1. Partiamo sempre dalla posizione di guardia con il peso distribuito al 50% su entrambi i piedi. 2. Spostiamo il peso prevalentemente sul piede dietro. 3. Eseguiamo una torsione sul tronco e sul bacino, in modo da portare le spalle quasi di profilo rispetto all’avversario. 4. La mano del braccio avanti anch’essa subirà una torsione, in modo che il palmo, nella posizione finale, sia rivolto verso di noi stessi. 5. Ora ci flettiamo leggermente in avanti, sempre con le spalle poste di profilo rispetto all’avversario. 6. Aprendo leggermente l’angolo tra braccio ed avambraccio solleviamo il busto, dalla posizione flessa descritta sopra, alla posizione eretta, sempre con le spalle di profilo. Il gomito si staccherà dal corpo per indirizzare il pugno, verso il viso dell’avversario. Ricordiamo che al momento del contato la mano ha il palmo rivolto verso di noi mentre le spalle sono di profilo ed il busto eretto. 7. Non appena abbiamo raggiunto il bersaglio si portano i pugni in copertura del viso. Solo a questo punto si potrà effettuare la torsione del busto verso la posizione di guardia
  • 41. MONTANTE (UPPERCUT) BRACCIO DIETRO  L’esecuzione di questo colpo è uguale a quello appena visto. E’ necessario eseguire oltre alla torsione del busto per portarlo di profilo, come è stato descritto nel punto precedente, anche un “pivot” (una rotazione) leggero del piede dietro in modo da agevolare la torsione. Il peso viene posto prevalentemente sulla gamba avanti
  • 42. SPINNING BACK FIST 1. Dalla posizione di guardia, tenendo il braccio avanti in copertura del volto, operiamo una rotazione del corpo sull’avanpiede della gamba avanti. 2. Contemporaneamente alla rotazione solleviamo leggermente il piede arretrato ed allungando il braccio arretrato senza ruotarlo. 3. Il punto d’impatto del pugno è il dorso della mano con il braccio leggermente e rigidamente flesso sulla mascella dell’avversario.
  • 43. 2) COLPI DI PIEDE - Calci circolari:  Low kick (calcio circolare basso)  Middle kick (calcio circolare medio)  High kick (calcio circolare alto)  Butterfly kick - Calci laterali:  Side kick (calcio laterale)  Spinning back kick (calcio girato)  Jumping side kick (calcio laterale saltato)  Jumping back kick (calcio laterale girato saltato) - Calci frontali:  Front kick (calcio frontale)  Axe kick (calcio ad ascia)  Hook kick (calcio ad uncino)  Jumping hook kick (calcio ad uncino saltato)
  • 44. LOW KICK  La tecnica del Low Kick consiste in un calcio circolare portato con la gamba il linea bassa spinto con l’anca ruotando il piede d’appoggio; la gamba arriva sul bersaglio semi tesa. Il punto di impatto è la parte della tibia o con il collo del piede. Bersaglio il quadricipite; quindi sia interno che esterno coscia. 1. Dalla posizione di guardia viene effettuata un passo laterale con la gamba d’appoggio con una rotazione del piede verso l’esterno della stessa 2. La gamba che andrà a colpire si stacca da terra e inizia a flettersi 3. Ne consegue un avanzamento del ginocchio in avanti e una completa rotazione del piede d’appoggio e dell’anca 4. Al momento dell’impatto il corpo dovrà risultare allineato il busto leggermente inclinato indietro 5. Il recupero sarà effettuato similarmente solo che al contrario rispetto al movimento di andata N.B. La rotazione del piede deve sempre avvenire a tallone sollevato MIDDLE KICK  Caricamento e modalità di esecuzione del tutto uguali al low kick ad esclusione della traiettoria e del bersaglio (immediatamente sopra i fianchi). HIGH KICK  Calcio circolare portato con la massima scioltezza in linea alta con traiettoria logicamente ascendente ma che prima dell’impatto diventa orizzontale o addirittura discendente, punto di impatto piede ( collo) o tibia, bersaglio il viso dell’avversario. Questo calcio può essere eseguito in salto aumentandone l’efficacia ma soprattutto la spettacolarità.
  • 45. BUTTERFLY KICK Calcio di estrema difficoltà che necessita oltre che di scioltezza, anche di estrema coordinazione. E’ in sostanza un high kick con la gamba arretrata soltanto che si effettua in rotazione; la tecnica inizia con uno slancio iniziale in rotazione della gamba arretrata oppure un calcio che porti comunque ad una rotazione della gamba dietro e del corpo, quindi si effettua il salto sempre in rotazione con la gamba avanti cui segue la gamba dietro che impatta sul viso dell’avversario. 
  • 46. SIDE KICK /calcio laterale gamba avanti Caricamento da effettuare con il ginocchio verso la spalla opposta tenendo il piede contratto: punto di impatto avanpiede, pianta e tallone; bersaglio il corpo dalla cinta in su ed il viso.  Dalla posizione di guardia, dapprima spostiamo il peso del corpo completamente sul piede posteriore;  Solleviamo il ginocchio anteriore in modo che questo compia una traiettoria curvilinea che ha come ipotetica meta la nostra spalla opposta;  Contemporaneamente bisogna compiere una rotazione, sul plantare del piede posteriore, di 90° per portare il corpo di profilo;  Il piede dovrà avere un angolo di 90° rispetto alla gamba con il tallone proteso verso l’avversario. Ricordiamo che la guardia delle braccia non deve mai scomporsi.  A questo punto facciamo compiere al tallone una traiettoria rettilinea che ha come obiettivo l’addome dell’avversario.  Il contatto deve essere effettuato con il tallone;  La gamba portante, in tutta la dinamica del calcio deve essere ben diritta così come deve esserlo anche l’altra al momento dell’impatto tallone / bersaglio.  Una volta colpito l’avversario si esegue un ricaricamento della gamba ripercorrendo la stessa traiettoria vista all’andata.  Sempre con la gamba caricata eseguiamo il pivot del piede perno ed appoggiamo la gamba a terra nella posizione di guardia di partenza.
  • 47. SPINNING BACK KICK  Questo calcio consiste nell’effettuare un calcio laterale mentre si ruota col corpo.  Esecuzione: leggera torsione in avanti con rotazione del busto e delle gambe; immediata rotazione del viso e successivo slancio della gamba arretrata completando lo Spin (rotazione totale) del corpo e calciando nella linea desiderata.  Attenzione: nei calci girati ruota prima il corpo poi la testa e solo dopo si calcia; è determinante, inoltre, che durante l’esecuzione del calcio laterale il corpo assuma una stabile posizione laterale col tallone del piede di appoggio che indica, tipo mirino, il punto di impatto; così facendo la gamba ha la possibilità di distendersi completamente. 1. Dalla posizione di guardia si effettua un passo incrociato e una rotazione del busto (come per metterci in guardia però con le spalle all’avversario) 2. Rotazione della testa 3. Caricamento del ginocchio 4. Spinta rettilinea della gamba verso l’avversario 5. Ritorno della gamba 6. Rotazione del busto e del piede d’appoggio e ritorno alla posizione di guardia
  • 48. JUMPING SIDE KICK  Calcio puramente accademico e poco usato in combattimento, la cui conoscenza è però necessaria per completare il quadro dei calci laterali.  Calcio laterale con la gamba arretrata effettuato saltando sulla gamba portante, oppure con la gamba avanti ma questo richiede una coordinazione molto maggiore. Efficace su avversario alle corde senza via di fuga. JUMPING BACK KICK  Tecnica analoga alla precedente varia nella presenza del salto effettuato sulla gamba portante nel momento del calcio e naturalmente nella difficoltà, in quanto necessita di un’elevata scioltezza e coordinazione.
  • 49. FRONT KICK  Tecnica di base: caricamento da effettuare con il ginocchio verso la spalla corrispondente e successiva spinta orizzontale della gamba verso il bersaglio. Punto di impatto: tallone plantare o avanpiede; bersaglio: corpo o viso. Traiettoria diretta e non scendente. 1. Dalla posizione di guardia spostiamo il peso del corpo tutto sulla gamba posteriore in modo da poter sollevare il ginocchio anteriore il più alto possibile facendo bene attenzione a far passare il medesimo tra i gomiti della guardia. 2. Il piede, durante tutta l’esecuzione del colpo, deve essere con la punta a 90° rispetto alla tibia con tallone bene in evidenza. L’angolo formato dalla gamba con la coscia deve rimanere leggermente aperto. 3. La gamba portante non deve muoversi dalla posizione di partenza. 4. Facciamo compiere al piede una traiettoria rettilinea facendo assumere al piede il movimento a pistone. 5. L’arto, al momento del contatto con il bersaglio, dovrà essere completamente disteso. Il tallone deve essere il punto di contatto anche se il contatto con la pianta del piede è consentito per regolamento. 6. Una volta colpito il bersaglio bisogna iniziare immediatamente l’azione di ricaricamento del colpo in modo da sottrarre l’arto del raggio d’azione dell’avversario. 7. Il ginocchio durante la fase di ricaricamento deve compiere la funzione di articolazione “biella – pistone” come abbiamo visto durante la fase attiva del colpo. Il piede sempre a 90°, una volta compiuto il ricaricamento, viene posato a terra in posizione di guardia.
  • 50. AXE KICK  Anche detto “calcio ad ascia”, richiede una scioltezza articolare particolare. Traiettoria discendente circolare.  Tecnica di base: caricamento con traslazione dell’anca e circonduzione della gamba dall’interno verso l’esterno ed anche al contrario (più raro); punto di impatto tallone o plantare; bersaglio viso o incavo omerale (naso).  N.B. : Il caricamento della gamba può avvenire a gamba tesa o flessa, l’importante è che al momento della discesa sia tesa o rigida con il piede a martello (calcio per questo detto “a martello”).
  • 51. HOOK KICK GAMBA AVANTI (Rever gamba avanti – nella Savate):  Questo calcio è considerato difficile a causa della sua meccanica che obbliga l’articolazione coxo-femorale ad un movimento complicato e poco usuale. L’Hook Kick (calcio ad uncino) è un calcio che difficilmente riesce ad essere tanto efficace da causa un KO in un match, ma è, per il suo scarso utilizzo, molto imprevedibile risultando spesso di disturbo. 1. Dalla posizione di guardia spostiamo il peso completamente sulla gamba posteriore, , in maniera da alleggerire l’arto anteriore. 2. Incrociamo davanti a noi la gamba anteriore, portandola oltre la linea tracciata dal piede posteriore. Eseguiamo una rotazione di tutto il corpo verso l’interno della guardia, in modo da posizionarlo di profilo rispetto all’avversario. 3. Una volta raggiunta l’altezza del bersaglio, bisogna convertire il movimento verticale dell’arto in un movimento orizzontale, parallelo al terreno, che culmina con il contato della pianta del piede. 4. Subito dopo il contato si piega l’articolazione del ginocchio facendo scivolare la pianta del piede terminando in un caricamento di calcio circolare. 5. Al termine del ricaricamento si eseguirà la rotazione del corpo, intorno al piede perno, in senso contrario a quello visto durante la fase di preparazione del calcio. 6. Solo dopo essere tornati frontalmente possiamo abbassare la gamba avanti che andrà a ridisporsi nella posizione di guardia.
  • 52. JUMPING HOOK KICK  Tecnica identica alla precedente nell’esecuzione, cambia soltanto il caricamento che va effettuato in salto (ascendente). SPINNING BACK HOOK KICK  E’ un calcio di devastante efficacia, portato con movimento rotatorio (spin) con la gamba arretrata. JUMPING BACK HOOK KICK  Non tanto efficace quanto il precedente, è una tecnica molto spettacolare che richiede una coordinazione e scioltezza muscolare molto rilevante.
  • 53.  Diretto sx – diretto dx – gancio sx – ( swing)  Diretto sx – gancio dx (o swing)  Diretto sx al volto – diretto dx al corpo – gancio sx al volto – gancio dx al volto  Diretto sx – diretto dx – low kick orizzontale sx  Low kick sx interno (piede scaccia piede) – diretto dx – gancio sx  Diretto sx – diretto dx – montante sx  Diretto sx – montante dx – gancio sx
  • 54.  Axe kick sx – side kick sx – high kick dx  Hook kick sx – high kick dx  Axe kick sx – diretto sx – diretto dx – gancio sx – low kick dx  Hook kick sx – diretto dx – diretto sx – side kick sx  Diretto sx – diretto dx – middle kick sx – spinning hook kick dx – high kick dx  Diretto dx – diretto sx – spinning axe kick dx – side kick dx  High kick dx – spinning axe kick sx – diretto dx – gancio sx – low kick dx
  • 55.  Una lezione può essere divisa in : 1. Riscaldamento 2. Stretching (allungamento attivo) 3. Cardio work-out 4. Potenziamento muscolare 5. Stretching (allungamento passivo dinamico)
  • 56.  Costituisce una fase preparatoria alla lezione  Attiva reazioni di adattamento graduale nell’organismo  Attutisce i passaggi da un grado di quiete ad uno di attività  Provoca un condizionamento organico. Tutti i sistemi del corpo (organico, muscolare, articolare e nervoso) si adeguano per sopportare le fasi successive e più intense della lezione  Provoca un aumento della frequenza cardiaca  Durata 10’-15’
  • 57.  È importante allungare i muscoli prima di sottoporli a stress meccanici elevati.  Questa fase permette di limitare al minimo il rischio di traumi a livello muscolare  Dato che questo stretching precede la fase centrale della nostra lezione e meglio effettuare esercizii di allungamento attivo, quindi andando a sollecitare la contrazione dei muscoli antagonisti.  Dura circa 10’-15’
  • 58.  Questa è la fase centrale dell'allenamento. In velocità può arrivare anche a 150/160 BPM se si eseguono solo tecniche di braccia.  Tre sono le modalità: libero, circuito e interval training  In questa fase vengono introdotte le tecniche della kickboxing  Porta effetti importanti e positivi al cuore e alla circolazione  Dura circa 15’-20’
  • 59.  E' fondamentale non trascurare mai di allenare ogni gruppo muscolare almeno due volte a settimana.  I gruppi muscolari fondamentali sono 11: addominali, glutei, interno ed esterno cosce, esteriori del tronco, pettorali, bicipite, tricipite, dorsali spalle e gambe.  Questi possono essere allenati in vari modi: a corpo libero, con l'ausilio di attrezzi, circuit training, interval training, a coppie. Risulta opportuno utilizzare tutte le modalità disponibili per variare sempre, evitando così la noia degli esercizi.  Un buon lavoro a livello muscolare comporta una migliore stabilizzazione anche a livello articolare  Dura circa 15’-20’
  • 60.  Il defaticamento è un momento fondamentale che serve a consentire una graduale ripresa del battito cardiaco  Aiuta l’organismo a smaltire la fatica e facilita i processi di recupero  L’allungamento passivo implica l’applicazione di forze esterne che sollecitano fortemente lo stiramento del muscolo.  Può essere diviso in statico o dinamico  Dinamico se si alternano fasi di incremento dello stiramento a fasi di diminuzione.  Il raggiungimento lento e graduale della posizione di massimo stiramento salvaguarda da potenziali traumi, e sfrutta l’inibizione del riflesso di stiramento percepito dall’organo del Golgi.
  • 61.  L’utilizzo degli attrezzi nella fitboxe è fondamentale. Grazie agli attrezzi è più facile variare le lezioni e andare a aumentare il carico di lavoro su alcuni distretti muscolari.  Gli attrezzi che vengono usati maggiormente in questa disciplina sono: Guantoni,fasce, fune, sacchi e pesetti  Le fascette vanno poste al disotto dei guantoni permetto di stabilizzare maggiormente le ossa della mano durante gli impatti  I guantoni tutelano alleggeriscono gli impatti e evitano escoriazioni  La fune viene usata principalmente nelle fasi di riscaldamento ma può anche essere usata per effettuare un buon allenamento a livello cardio- vascolare nelle fasi successive della lezione  I sacchi sono la base della lezione di fitboxe. Sono usati nelle coreografie e svolgono un grande ruolo nello scarico dello stress.  I pesetti vengono usati soprattutto nella fase di potenziamento muscolare
  • 62. Un buon istruttore :  prepara le lezioni per gli allievi e non per se stesso e per le sue capacità  Deve mettere gli allievi a proprio agio  Deve trasmettere enfasi e serenità  Deve avere una buona padronanza della tecnica sia a livello teorico che pratico  Deve tener conto degli aspetti psicologici che la sua figura deve trasmettere  Deve cercare di produrre nei propri allievi oltre un benessere fisico anche un benessere a livello mentale  Deve saper adattare l’oggettività della lezione alla soggettività dei singoli allievi
  • 63.  Deve essere puntuale e deve rispettare gli orari  Deve saper correggere il singolo senza tralasciare il gruppo  Deve saper tutelare i propri allievi dagli infortuni fornendo le dovute spiegazioni sull’esecuzione corretta degli esercizi  Deve preparare prima musiche e lezioni, senza improvvisare  Deve riuscire ad incanalare l’attenzione dell’allievo  Deve cercare di variare il più possibile le lezioni e le musiche  Deve essere neutrale come la Svizzera
  • 64. La musica:  È un elemento importantissimo di motivazione  Può stimolare il piacere dell’allenamento  Può stabilire un’atmosfera prima, durante ed a fine lezione  Può influire sulla prestazione e mascherare le sensazioni di fatica e disagio fisico durante la lezione  Influisce anche sulla prestazione dell’istruttore, per questo deve essere scelta anche in base ai propri gusti
  • 65.  La musica viene contata in base alla velocità in BPM (Beat per minute = battiti al minuto).  Ogni brano è suddiviso in battute (considerando che generalmente i brani utilizzati per l’attività sono in 4/4 (tempo nominale), ogni battuta sarà costituita da 4 tempi, 1-2-3-4, 1-2-3-4 e cosi via). Di conseguenza la battuta è la somma dei tempi che costituiscono il tempo nominale del brano.
  • 66.  E’ possibile modificare i tempi all’interno delle battute raddoppiandoli o dimezzandoli, pur mantenendo il tempo nominale stabile. Ad esempio, in una battuta all’interno di un brano in 4/4, possiamo contare 8 tempi (1-2-3-4-5-6-7-8, 1-2-3-4-5-6-7-8, etc.). Ciò significa che abbiamo raddoppiato il tempo