AGGIORNAMENTO R.S.P.P. e A.S.P.P. - Lezione del 05-11-14
1. 1
Relatore: ALESSANDRO ANGELONI.
Incontro di Formazione
Sicurezza sul luogo di lavoro
Decreto Legislativo 81/08
Principali rischi per la Sicurezza e la Salute
SCUOLA:
Principali rischi
2. 2
Il rumore
Ai sensi del D.Lgs. 195/06, che prevede l’obbligo della
valutazione del rumore nei luoghi di lavoro,vengono
individuati i seguenti livelli di esposizione al rumore:
• Livello >80 dB (A) (livello di attenzione al rischio)
Obblighi del Datore di lavoro: informazione su rischi, misure
di protezione, funzione ed uso dei mezzi di protezione,
significato del controllo sanitario (facoltativo) e risultato
delle valutazioni eseguite.
• Livello >85 dB(A) (livello di rischio)
Obblighi del Datore di lavoro: dotazione dei mezzi di
protezione, visite mediche periodiche per i lavoratori
Il rumore
3. 3
Il rumore
VALORI INFERIORI DI AZIONE: LEX,8h = 80 dB(A) e PPEAK a 135 dB(C)
(effettivi livelli di rumorosità misurati nella postazione lavoro)
VALORI SUPERIORI DI AZIONE: LEX,8h = 85 dB(A) e PPEAK a 137 dB(C)
(effettivi livelli di rumorosità misurati nella postazione lavoro)
VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE:LEX,8h = 87 dB(A) e PPEAK a 140 dB(C)
(i valori limite tengono conto dell’attenuazione prodotta dai d.p.i. per l’udito
indossati dal lavoratore)
EFFETTI EXTRA-UDITIVI DEL RUMORE
IL RUMORE PUO’ PROVOCARE DANNI ALL’ORGANISMO
L’eccessiva esposizione a livelli di rumore elevato provoca non solo
la perdita dell’udito, ma anche altri effetti come:
• l’aumento della
pressione
sanguigna,
• problemi
cardiaci,
• insonnia,
• nervosismo,
• senso di
affaticamento,
• ansia,
• stress.
4. 4
Le attrezzature di lavoro
Attrezzatura di lavoro: qualsiasi
macchina, apparecchio, utensile
od impianto destinato ad essere
usato durante il lavoro
Le attrezzature di lavoro messe a disposizione dei
lavoratori devono essere conformi alle disposizioni
legislative e regolamentari in materia di sicurezza.
Laddove necessario devono essere:
•Dotate di marcatura CE di conformità;
•Provviste di libretto di uso e manutenzione;
•Sottoposte a regolare manutenzione.
Il rischio elettrico
5. 5
Il rischio elettrico
ELETTROCUZIONE
Il fenomeno meglio
conosciuto come "scossa"
elettrica”: condizione di
contatto tra corpo umano
ed elementi in tensione con
attraversamento del corpo
da parte della corrente
Il rischio elettrico
Effetti della corrente elettrica sul corpo umano
Il passaggio della corrente nel corpo umano può determinare
varie alterazioni nel funzionamento dell’organismo; di
queste, le più importanti sono:
1. la tetanizzazione
2. l’arresto respiratorio
3. la fibrillazione ventricolare
4. le ustioni dovute all’energia termica associata al
passaggio della corrente.
6. 6
Il rischio elettrico
Conseguenze
del passaggio
della corrente
elettrica
alternata nel
corpo umano
Il rischio elettrico
• contatto diretto
• contatto indiretto
Il contatto diretto si ha quando si viene a contatto con una parte
dell'impianto normalmente in tensione, come ad es. un conduttore, un
morsetto, l'attacco di una lampada, ecc.
7. 7
Il rischio elettrico
Si parla invece di contatto
indiretto quando si viene a
contatto con una parte
dell'impianto elettrico
normalmente non in tensione
che accidentalmente ha assunto
una tensione pericolosa a
causa di un guasto
Il rischio elettrico
8. 8
Il rischio elettrico
Il rischio elettrico
Iter di un impianto elettrico DPR 462/2001
e della messa a terra
Omologazione, certificato di conformità rilasciato da
soggetti abilitati prima della messa in esercizio
Denuncia all’ISPESL o ARPAM inviando il certificato di
conformità entro 30 gg dalla messa in esercizio dell’impianto
Verifica da parte dell’ARPAM o altri soggetti abilitati con
cadenza quinquennale o biennale (a spese del datore di
lavoro)
9. 9
Il rischio elettrico
In tutti gli ambienti è presente il rischio di
infortuni connessi all’utilizzo dell’energia
elettrica in quanto ci si trova in presenza di
apparecchi, macchine e impianti elettrici.
A TUTTO IL PERSONALE
viene richiesta particolare attenzione
Cavi elettrici: evitare attorcigliamenti e grovigli
Prese multiple: utilizzare solo quelle in dotazione e limitarne
l’uso
Interruttori: segnalare qualsiasi manomissione, deformazione
o cattivo funzionamento degli stessi
Spine: non strappare il cavo dalla presa ma rimuovere la spina
I lavoratori non addestrati sono semplici utilizzatori,
non sono autorizzati a fare interventi di manutenzione.
Il rischio elettrico
18
10. 10
La Movimentazione Manuale dei Carichi
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Per Movimentazione Manuale dei Carichi la 81/08
intende le azioni di trasporto o di sostegno di
un carico ad opera di uno o più lavoratori.
si tratta delle azioni del sollevare, deporre,
spingere, tirare, portare o spostare un carico,
qualora tali azioni, per le loro caratteristiche
o in conseguenza delle condizioni ergonomiche
sfavorevoli, comportino tra l’altro rischi di
lesioni dorso-lombari
Devono essere osservati i limiti di peso, norme generali di
comportamento, ed una corretta analisi dei rischi
La Movimentazione Manuale dei Carichi
Obblighi dei datori di lavoro
• Il datore di lavoro adotta tutte le misure
organizzative necessarie, che sono nelle sue
possibilità, per evitare la necessità di una
movimentazione manuale dei carichi da parte dei
lavoratori
• Sottopone alla sorveglianza sanitaria gli addetti
a tali attività
11. 11
La Movimentazione Manuale dei Carichi
VALORI LIMITE
Il D.Lgs 81/2008 non definisce un valore limite del peso
sollevabile dal singolo lavoratore, ma indica unicamente il valore
che, se superato, crea le condizioni di rischio
(3 Kg limite minimo/25 Kg limite massimo per gli uomini, 20
Kg per le donne secondo metodo NIOSH).
Tale valore deve essere valutato alla luce di altri fattori:
dimensioni, forma e caratteristiche del carico;
altezza di sollevamento, distanza da percorrere, possibilità o
meno di ripartire il carico;
caratteristiche dell’ambiente di lavoro (spazio disponibile, ..);
tipo di mansione (temporanea o ripetitiva).
La Movimentazione Manuale dei Carichi
12. 12
La Movimentazione Manuale dei Carichi
AZIONI DA INTRAPRENDERE
Se il carico risulta troppo pesante o se richiede un notevole sforzo
fisico per sollevarlo, è opportuno optare per una delle seguenti
soluzioni:
utilizzare mezzi ausiliari (carrelli
a mano, carrello elevatore, etc.;
se possibile, suddividere il
carico e fare due o più volte il
percorso;
trasportare il carico in due.
La Movimentazione Manuale dei Carichi
• È molto pericoloso sollevare un peso da terra
piegando il busto a gambe estese. Bisogna
invece:
- abbassarsi flettendo le ginocchia;
- sollevare il peso mantenendolo quanto più
vicino possibile al corpo;
raddrizzarsi con l’uso esclusivo delle gambe.
• Bisogna evitare pericolose rotazioni del busto.
• Quando si trasportano pesi ai lati del corpo
(borse, ecc.), questi vanno distribuiti in modo
equilibrato su entrambi i lati.
13. 13
La Movimentazione Manuale dei Carichi / Rischio Posturale
RISCHIO POSTURALE
Le cattive abitudini nell’esecuzione dei lavori perpetuano
comportamenti sbagliati
COMEFARE
Sollevare i pesi
piegando le gambe ed
evitando di curvare la
schiena.
SOLLEVAMENTO
Tenere le braccia
tese e vicino al corpo.
TRASPORTO
Distribuire il peso su
entrambe le braccia
14. 14
La Movimentazione Manuale dei Carichi / Rischio Posturale
RISCHIO POSTURALE
La colonna vertebrale deve essere mantenuta il più
possibile eretta durante l’esecuzione dei lavori.
COMEFARE
Evitare torsioni della
colonna, è consigliabile
ruotare tutto il corpo.
TORSIONI
Eseguire i lavori in
basso piegando le
ginocchia e mantenendo
eretta la schiena.
LAVORI in
BASSO
Utilizzare manici di
lunghezza opportuna
per mantenere una
posizione eretta.
LAVORI
con
ATTREZZI
La Movimentazione Manuale dei Carichi / Rischio Posturale
RISCHIO POSTURALE
La colonna vertebrale deve essere mantenuta il più
possibile eretta durante l’esecuzione dei lavori.
ESEMPI
Se possibile
bilanciare il
carico
Se
possibile
suddividere
il carico
Tenere il
carico
vicino al
corpo
Se
possibile
non piegare
la schiena
15. 15
AZIONI DA EVITARE ASSOLUTAMENTE
1
Visuale ridotta!
CADUTE PER SCIVOLAMENTO
Cadere significa perdere il controllo dell’equilibrio
Calzare scarpe con suola leggera in gomma,
allacciate e senza tacchi
Segnalare le zone trattate con un cartello per
evitare attraversamenti
Riporre attrezzi e prodotti sui carrelli in modo da
non intralciare il passaggio
Strizzare adeguatamente il Mop nell’apposito
sito del carrello.
Durante il lavaggio a umido procedere dal fondo
verso la porta del locale.
16. 16
CADUTE PER SCIVOLAMENTO
Cadere significa perdere il controllo dell’equilibrio
COSA NON FARE
Non calzare ciabatte, sandali o
calzature aperte in punta.
Evitare pozze sul pavimento
Non correre su superfici trattate ad
umido o a cera
Non ingombrare vie di esodo con
carrelli o strumenti di lavoro.
Operazioni di spolvero
possono sorgere problemi legati alla grande quantità di polvere sollevata,
irritazioni alle vie respiratorie e, in soggetti sensibili, reazioni
allergiche (riniti, congiuntiviti, asma, ...)
bagnare preventivamente le superfici da pulire con acqua nebulizzata o usare stracci umidi.
Per ambienti molto polverosi sono comunque obbligatori mascherina, occhiali a tenuta, guanti di
gomma, grembiuli o tute.
L’uso di mascherina e grembiule consigliabile anche durante il comune spolvero e la comune pulizia
dei pavimenti.
Raccolta rifiuti
Prudenza
(non si può escludere a priori la presenza di oggetti taglienti e di siringhe)
Contenuto: direttamente rovesciato nei sacchi grandi senza mettere le mani nei contenitori
i sacchi grandi non vanno pressati con le mani ma solo scossi
usare sempre guanti e grembiule, tenendo recipienti e sacchi lontani dal corpo
17. 17
Pulizia dei luoghi alti
IN OGNI CASO:
NON ESEGUIRE LAVORI IN ALTO SALENDO SU
APPOGGI INSTABILI O IMPROPRI
(SCATOLONI, PILE DI LIBRI, TAZZE DEI WATER),
PER IL GRAVE RISCHIO DI
SCIVOLAMENTO E CADUTA
EVITARE IL GOCCIOLAMENTO DI LIQUIDI NEGLI
OCCHI DOVUTO A SPUGNE O ALTRI MATERIALI
TROPPO BAGNATI TENUTI VERSO L’ALTO
Pulizia dei luoghi alti
Usi di scale portatili:
RISCHI: cadute per scivolamento – squilibri – vertigini – caduta materiali
•utilizzate solo quando è indispensabile
•NO se si soffre di vertigini o quando ci si sente stanchi
•(Preferibile) non usarle quando si è soli
•∗ Nella salita e nella discesa, il viso va rivolto verso la scala e il corpo va tenuto vicino alla scala
•mani libere
•durante la salita non guardare i piedi
•usare calzature chiuse, non scivolose
•posizione di lavoro comoda e sicura
• non sporgersi
18. 18
NORME da RISPETTARE sull’USO delle SCALE
Controllare la presenza di
dispositivi atti ad impedire
l’apertura oltre il limite di
sicurezza nelle scale doppie
dispositivi antisdrucciolevoli
alla base. ganci di
trattenuta o appoggi
antisdrucciolevoli
all’estremità superiori
Prima di usare la scala il
lavoratore deve sempre
controllarne l’idoneità e
segnalare eventuali
problemi.
Controllare la presenza di
Prima di usare la scala il
lavoratore deve sempre
controllare l’idoneità
dell’equipaggiamento.
Accertandosi se
Le scarpe sono chiuse e allacciate
Cadute di livello
NORME da RISPETTARE sull’USO delle SCALE
Prima di iniziare un’attività in
altezza il lavoratore deve sempre
pianificare le operazioni da
svolgere
Accertandosi se
la scala scelta consenta di eseguire il
lavoro non superando gli ultimi due
gradini della piattaforma.
esiste la possibilità di
sbandamento e far trattenere la
scala da altra persona.
Cadute di livello
19. 19
NORME da RISPETTARE sull’USO delle SCALE
Rispetto alla verticale non deve avere una
inclinazione maggiore di 30°
E’ bene evitare l’uso della scala dietro o
nelle vicinanze di una porta se non segnalata.
Non si deve lavorare oltre un metro al di
sopra del livello di appoggio della scala.
Mai sporgersi lateralmente per raggiungere
punti spostati a lato.
Il lavoratore non deve salire sulla scala
con le mani impegnate con attrezzi
Nessun lavoratore deve trovarsi sulla
scala durante uno spostamento laterale
E’ vietata la contemporanea presenza
di più lavoratori sulla scala
Gli utensili devono essere assicurati in
modo da impedirne la caduta.
Posizionamento
della scala
Lavoro sulla
scala
Cadute di livello
SCALE PORTATILI
UNI EN 131
Allegato IV Luoghi di Lavoro – punto 1.7
SCALE PORTATILI
LE SCALE PORTATILI DI
NUOVA COSTRUZIONE
(SUCCESSIVA AL 15
MAGGIO 2000 ) DEVONO
ESSERE CONFORMI ALLA
NORMA UNI EN 131
20. 20
VIDEOTERMINALISTA
UN LAVORATORE
CHE UTILIZZA IN
MODO SISTEMATICO
O ABITUALE PER
ALMENO 20 ORE
SETTIMANALI
UN’ATTREZZATURA
MUNITA DI
VIDEOTERMINALI
Videoterminali
n.b.: un impiegato non è necessariamente è un
videoterminalista come inteso nel d.Lgs.81.
Videoterminali
Obblighi dei datori di lavoro:
• Il datore di lavoro, all’atto della valutazione
dei rischi, analizza i posti di lavoro con
particolare riguardo:
– ai rischi per la vista e per gli occhi
– ai problemi legati alla postura e
all’affaticamento fisico o mentale
– alle condizioni di igiene ambientale
21. 21
Videoterminali
COME DEVE ESSERE UNA POSTAZIONE VDT?
Videoterminali
LA POSTAZIONE VIDEOTERMINALE DEVE ESSERE:
POSTAZIONE OPERATORE
ERGONOMICA (sedia, piano
di lavoro, Vdt, etc.)
22. 22
LA POSTAZIONE VIDEOTERMINALE DEVE ESSERE:
- IN UN AMBIENTE
ADEGUATAMENTE
CLIMATIZZATO,
ILLUMINATO, AREATO E
SPAZIOSO
Videoterminali
LA POSTAZIONE VIDEOTERMINALE DEVE ESSERE:
PRIVO DI IMPEDIMENTI
ED ELEMENTI
PERICOLOSI (es. cavi di
intralcio, infissi
pericolosi, etc.)
Videoterminali
23. 23
Videoterminali
I LAVORATORI
VIDEOTERMINALISTI EFFETTUANO
VISITA MEDICA PREVENTIVA AL
FINE DI ESSERE CLASSIFICATI IN:
- IDONEI (con o senza prescrizioni)
- NON IDONEI
PERIODICITA’ VISITE MEDICHE:
- BIENNALE PER I LAVORATORI IDONEI CON PRESCRIZIONI
- BIENNALE PER I LAVORATORI CHE ABBIANO COMPIUTO IL
CINQUANTESIMO ANNO DI ETA’
- QUINQUENNALE PER TUTTI GLI ALTRI CASI
IL LAVORATORE IN CASO DI SOSPETTA ALTERAZIONE DELLA FUNZIONE
VISIVA PUO’ RICHIEDERE VISITA OFTALMOLOGICA (oculistica).
Videoterminali
INDICAZIONI ATTE AD EVITARE L’INSORGENZA DI DISTURBI
MUSCOLO-SCHELETRICI
- Postura: piedi ben appoggiati al
pavimento e schiena appoggiata allo
schienale nel tratto lombare
(regolando l’altezza e l’inclinazione
della sedia)
- Schermo: lo spigolo superiore dello
schermo sia posto un po’ più in basso
dell’orizzonte che passa per gli occhi
dell’operatore, a distanza dagli occhi
pari a circa 50-70 cm
- tastiera e mouse sullo stesso piano
di lavoro (salvo uso saltuario del vdt)
24. 24
Videoterminali
INDICAZIONI ATTE AD EVITARE L’INSORGENZA DI DISTURBI
MUSCOLO-SCHELETRICI
- Tenere gli avambracci appoggiati sul
piano di lavoro in modo da alleggerire
la tensione dei muscoli del collo e
delle spalle
- Evitare, nel limite del possibile,
posizioni di lavoro fisse per tempi
prolungati. Si raccomanda la pratica di
frequenti esercizi di rilassamento per
collo, schiena, arti superiori ed
inferiori.
Videoterminali
INDICAZIONI ATTE AD EVITARE L’INSORGENZA DI PROBLEMI
VISIVI
- Illuminazione corretta (possibilmente
naturale), utilizzando sistemi di regolazione
dell’illuminazione naturale
- Orientare ed inclinare lo schermo per
evitare la presenza di riflessi sulla sua
superficie
- Distanza occhi-schermo: pari a circa 50-70
cm dagli occhi
- Eventuale porta-documenti alla stessa
distanza ed altezza del monitor
- Distogliere periodicamente lo sguardo dal
video per guardare gli oggetti lontani, al fine
di poter ridurre l’affaticamento visivo
25. 25
Videoterminali
INDICAZIONI ATTE AD EVITARE L’INSORGENZA DI PROBLEMI
VISIVI
IL LAVORATORE
HA DIRITTO
ALMENO AD UNA
PAUSA OVVERO
CAMBIAMENTO DI
ATTIVITA’ DI 15
min. OGNI 120 min.
DI APPLICAZIONE
CONTINUATIVA AL
VIDEOTERMINALE
Videoterminali
- I MINUTI DI PAUSA NON SONO ACCUMULABILI
- LA PAUSA E’ PARTE INTEGRANTE DELL’ORARIO DI LAVORO
26. 26
Campi elettromagnetici
ESPOSIZIONE A CAMPI ELETTROMAGNETICI
D.Lgs. 81/08 TITOLO VIII
(AGENTI FISICI)
Campi elettromagnetici
A causa dell’avvento di tecnologie sempre più evolute, che sfruttano le correnti elettriche e le
radiazioni elettromagnetiche, l’uomo risulta immerso in una grande quantità di onde e campi
elettromagnetici.
Gli effetti dei campi elettromagnetici sugli organismi viventi sono di varia natura e dipendono
dalla frequenza del campo.
TIPO CAMPO FREQUENZA EFFETTO PRINCIPALE
CAMPI MAGNETICI A
BASSA FREQUENZA
INFERIORE A 300
Hz
Induzione di correnti all’interno
dell’organismo
CAMPI MAGNETICI AD
ALTA FREQUENZA
300 kHz – 300 MHz
Assorbimento di energia –
innalzamento della temperatura
27. 27
Campi elettromagnetici
I campi ELF sono quelli a frequenza inferiore a 300 Hz (bassa frequenza). La frequenza
industriale di 50 Hz è quella tipica della produzione, distribuzione e impiego dell’energia
elettrica in Italia e in Europa.
Le sorgenti presenti all’interno degli edifici sono il cablaggio elettrico e gli apparecchi
utilizzatori (elettrodomestici e apparecchi elettrici in genere; le sorgenti esterne
all’edificio sono essenzialmente le linee di distribuzione della corrente elettrica ad alta
tensione e le cabine di trasformazione della corrente elettrica. Oltre agli effetti indiretti
che questi campi possono avere (per esempio disturbi sul funzionamento di pace-maker),
sono riscontrabili anche effetti diretti, sia acuti che cronici. Le esposizioni elevate a
campi elettrici e magnetici di alta intensità inducono stimoli del sistema nervoso che
possono comportare a complicazioni cardiache come l’extrasistole o la fibrillazione
ventricolare. Le esposizioni di bassa intensità ma a lungo (dovute per esempio all’uso
prolungato di elettrodomestici o alla vicinanza di elettrodotti o cabine di trasformazione)
sono invece meno chiare, in quanto mancano ancora indagini epidemiologiche
universalmente accettate.
Campi elettromagnetici
I campi elettromagnetici da radiofrequenze hanno frequenze variabile da 300
kHz a 300 GHz (tra questi sono comprese le microonde). Le sorgenti sono di
vario genere: processi produttivi industriali e artigianali, applicazioni
mediche, telecomunicazioni e radiolocalizzazione. Oltre agli effetti indiretti
che interessano anche in questo caso soprattutto i pace-maker, vi sono
numerosi effetti diretti, di natura termica e non. Gli effetti termici causano un
innalzamento della temperatura all’interno dell’organismo umano, dovuto
all’assorbimento di energia elettromagnetica. Elevate o prolungate
esposizioni possono portare danni localizzati agli organi più sensibili al
calore, come il cristallino (cataratta) e i testicoli (infertilità). Gli effetti
termici si verificano di solito per campi ad intensità piuttosto elevate e per
tempi di esposizione prolungati. Il settore delle telecomunicazioni
rappresenta una delle principali fonti di emissione. Le sorgenti in questo caso
sono essenzialmente le antenne televisive di trasmissione e ripetizione, i
ponti radio, i radar, le antenne della telefonia cellulare, i telefonini cellulari.
28. 28
Lo Stress
•rapporto conflittuale uomo - macchina
•lavoro arido, monotono (es. data-entry);
•accentuazione della solitudine del lavoro
•carico troppo elevato o troppo poco elevato
•responsabilità eccessiva o nulla
•conflitti interpersonali, di carriera
•spazio inadeguato, rumore, affollamento
•software inadeguato al lavoro
•senso di inadeguatezza, inutilità del lavoratore
che non ha seguito un adeguato iter formativo
•demotivazione e ruolo
•scarsa partecipazione a decisioni
•mancanza di concentrazione
•precarietà e sicurezza del lavoro
•lavoro notturno e turnazioni
Lo Stress
CHE COS’E’ LO STRESS?
Lo stress non è una malattia ma una modalità fisiologica di
adattamento.
Tuttavia una esposizione prolungata allo stress può ridurre l’efficienza
sul lavoro e causare problemi di salute.
Lo stress è una reazione tipica di adattamento del corpo ad un generico
cambiamento fisico o psichico; è una condizione che può essere
accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o
sociale ed è conseguenza del fatto che taluni individui non si sentono in
grado di corrispondere alle richieste o alle aspettative riposte in loro.
29. 29
Lo Stress
EFFETTI DELLO STRESS
SINTOMI:
Senso di affaticamento mentale, stanchezza, bisogno di
maggior riposo;
Modificazioni dell’umore (irrequietezza, aggressività, ansia,
isolamento …);
Fame nervosa o inappetenza;
Insonnia, cefalea;
Colite, gastrite, spasmi intestinali;
Modificazioni cutanee, dolori specifici.
Lo Stress
VALUTAZIONE STRESS LAVORO-CORRELATO
Previste due fasi per la valutazione:
- Prima fase preliminare (obbligatoria), serve a rilevare “indicatori
oggettivi e verificabili” di stress lavoro-correlato per “gruppi
omogenei” di lavoratori;
Al termine della valutazione preliminare il datore di lavoro è tenuto a
redigere il Documento di Valutazione del Rischio (DVR), nel quale
dichiarare l'eventuale assenza di elementi di rischio, e prevedere un
piano di monitoraggio.
- Seconda fase: va invece attivata solo nel caso in cui la valutazione
preliminare riveli elementi di rischio e le misure di correzione
adottate dal datore di lavoro si rivelino inefficaci.
30. 30
Lo Stress
Prima fase: si analizzano tre tipi di indicatori:
1. EVENTI SENTINELLA (indice degli infortuni; numero di
assenze per malattia; periodicità del turnover; eventuali lamentele
formalizzate da parte dei lavoratori);
2. CONTENUTO DEL LAVORO (ambiente di lavoro e
attrezzature presenti; ritmi di lavoro; orario e turnazione; coerenza
tra le competenze dei lavoratori e i requisiti professionali
richiesti);
3. CONTESTO DEL LAVORO (ruolo nell’azienda, grado di
autonomia decisionale, conflittualità con i colleghi e/o superiori).
Seconda fase: il datore di lavoro è tenuto ad effettuare una
valutazione approfondita attraverso questionari, focus group e
interviste semi-strutturate.
Lo Stress
RISCHIO BASSO (PUNTEGGIO DA 0 A 17)
L’analisi degli indicatori non evidenzia particolari condizioni organizzative che
possono determinare la presenza di stress correlato al lavoro (periodicità
aggiornamento valutazione: 2 anni)
RISCHIO MEDIO (PUNTEGGIO DA 18 A 34)
L’analisi degli indicatori evidenzia condizioni organizzative che possono determinare
la presenza di stress correlato al lavoro. Adozione di azioni di miglioramento mirate.
Riduzione a “rischio BASSO” entro un anno, altrimenti FASE 2 (coinvolgimento dei
lavoratori).
RISCHIO ALTO (PUNTEGGIO DA 35 A 67)
L’analisi degli indicatori evidenzia condizioni organizzative con sicura presenza di
stress correlato al lavoro. FASE 2 (coinvolgimento dei lavoratori e verifica del
miglioramento entro 1 anno dalla valutazione).
31. 31
Ergonomia della VOCE
Fra le categorie di lavoratori maggiormente esposte a rischi di
patologie professionali a carico delle corde vocali, compaiono
gli insegnanti
Ergonomia della VOCE
Disturbi vocali:
Gli effetti variano da lieve disturbo qualitativo della voce alla
completa perdita dell’emissione sonora: DISFONIE
Cause:
Uso professionale accompagnato da abitudini non corrette:
- modalità scorretta di produrre il segnale vocale,
- utilizzo eccessivamente prolungato della voce
-Abitudini non corrette a livello posturale, respiratorio, e
muscolo-tensivo
- Inadeguate condizioni acustiche degli ambienti
32. 32
La normativa
Ad oggi i disturbi vocali professionali non sono riconosciuti
come vere e proprie malattie professionali . L’unico richiamo
alle patologie vocali compare nella LISTA II (“malattie la cui
origine è di limitata probabilità”) del D.M. 14/1/2008, in
particolare come causa degli “sforzi prolungati delle corde
vocali” vengono citati i “noduli alle corde vocali”
In Italia nel 2007 è stato riconosciuto un
ristretto numero di malattie professionali
che coinvolgono la laringe
La prevenzione dei disturbi della voce
Ad oggi l’argomento relativo ai disturbi professionali degli
insegnanti derivanti da un uso scorretto della voce, non è ancora
affrontato in termini di prevenzione, nonostante diversi studi
internazionali confermino l’alta frequenza, fra gli insegnanti, di
alterazioni foniche disfunzionali con importanti conseguenze sulla
idoneità lavorativa e sulle qualità della vita dei soggetti
PREVENZIONE PRIMARIA: comprende la valutazione e la
riduzione del rischio
PREVENZIONE SECONDARIA: sorveglianza sanitaria
Ad oggi negli ambienti scolastici non sono ancora state applicate
33. 33
La prevenzione dei disturbi della voce
L’obiettivo principale deve essere PREVENIRE L’INSORGENZA DI
DISTURBI E PATOLOGIE
Attraverso:
formazione: igiene posturale, igiene vocale,
insegnamenti tecnico-pratici ed esercizi mirati
corretta respirazione
ergonomia – foniatria – logopedia – fisioterapia – educazione alla
vocalità
RISCHIO CHIMICO NELLA SCUOLA
Come usare in sicurezza le sostanze chimiche nella
scuola
•Per le operazioni di pulizia degli ambienti scolastici in genere si usano in
genere prodotti detergenti, alcool, prodotti disincrostanti, ecc..
•I rischi correlati consistono nella possibilità di un contatto accidentale con
le sostanze ed una esposizione ai vapori per cui occorre che gli addetti
adottino le opportune misure di prevenzione e protezione nonché i
dispositivi di protezione individuale (D.P.I.).
34. 34
RISCHIO CHIMICO CONNESSO ALLA
MANSIONE DI COLLABORATORE
SCOLASTICO
Rischi di salute connessi alle
operazioni di pulizia. Essi non
risultano di particolare intensità e
sono sostanzialmente analoghi a
quelli che si corrono per l’uso degli
stessi prodotti e macchine impiegati
per l’uso domestico;
proprio per questa apparente facilità e
usualità delle mansioni svolte la
sottovalutazione complessiva del
rischio può causare incidenti.
Prodotti per le pulizie
Tra i rischi, derivanti dall’uso di prodotti contenenti determinate sostanze, possiamo
elencare:
• le intossicazioni acute per ingestioni accidentali;
• le ustioni o le serie irritazioni della cute e delle mucose;
• le dermatiti allergiche da contatto;
• le reazioni allergiche a carico dell’apparato respiratorio con forme asmatiche;
• le lesioni oculari di tipo irritativo;
• le irritazioni delle vie aeree e le cefalee [mal di testa].
35. 35
POSSIBILI DANNI
I DANNI POSSIBILI, A LIVELLO DI RISCHIO CHIMICO, SONO
RAPPRESENTATI DA:
- danni determinati da contatto, irritative e/o allergiche
ESISTONO POI CAUSE CHIMICHE SENSIBILIZZANTI:
- nichel
- coloranti
- additivi in saponi e detersivi
- sostanze contenute in guanti di gomma
POSSIBILI DANNI
DANNI DA ERRATO USO DI SOSTANZE:
- reazioni allergiche a carico dell’apparato respiratorio o riniti e
congiuntiviti per prodotti utilizzati per la pulizia;
- lesioni oculari di tipo irritativo in caso di contatto;
- irritazione delle vie aeree e cefalee, per inalazione di prodotti
contenenti solventi organici.
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RISCHIO CHIMICO NELLA SCUOLA
• Gli addetti al servizio di fotocopisteria devono essere
opportunamente istruiti sulle modalità con cui fare le sostituzioni
del toner.
• Qualora i programmi didattici prevedano l’uso di laboratori
chimici dovrà essere fatta una valutazione specifica del rischio
derivante dall’impiego delle sostanze previste, a cui seguirà la
formazione necessaria ai lavoratori.
RISCHIO CHIMICO NELLA SCUOLA
Durante l’impiego di agenti chimici occorre
osservare alcune fondamentali precauzioni:
• tenere aperti i recipienti che contengono
prodotti pericolosi per pochissimo tempo;
• analizzare con attenzione la scheda di
sicurezza che accompagna il prodotto;
• evitare il travaso di prodotti pericolosi in
contenitori non idonei e privi di indicazioni;
• indossare sempre i D.P.I. consigliati;
• evitare di utilizzare contemporaneamente
sostanze tra loro incompatibili e che danno
luogo a reazioni pericolose (es. ammoniaca/cloro);
• evitare di porsi in corrispondenza del
flusso di gas, fumi, polveri e vapori.
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Protezione da Agenti Chimici
E a) esplosivi: le sostanze ed i preparati solidi, liquidi, pastose e gelatinosi che, anche
senza l’azione dell’ossigeno atmosferico, possono provocare una reazione esotermica
con rapida formazione di gas e che, in determinate condizioni di prova, detonano,
deflagrano rapidamente o esplodono in seguito a riscaldamento in condizioni di parziale
contenimento; O
b) comburenti: le sostanze ed i preparati che a contatto con altre sostanze, soprattutto
se infiammabili, provocano una forte reazione esotermica;
F+ c) estremamente infiammabili : le sostanze ed i preparati liquidi con i punto di
infiammabilità estremamente basso ed un punto di ebollizione basso e le sostanze ed i
preparati gassosi che a temperatura e pressione ambiente si infiammano a contato con
l’aria;
d) facilmente infiammabili: 1) le sostanze ed i preparati che, a contatto con l'aria, a F
temperatura ambiente e senza apporto di energia, possono subire innalzamenti termici
e da ultimo infiammarsi;
2) le sostanze ed i preparati solidi che possono facilmente infiammarsi dopo un breve
contatto con una sorgente di accensione e che continuano a bruciare o a consumarsi
anche topo il distacco della sorgente di accensione;
3) le sostanze ed i preparati liquidi il cui punto d'infiammabilità e' molto basso;
4) le sostanze ed i preparati che, a contatto con l'acqua o l'aria umida, sprigionano gas
estremamente infiammabili in quantità pericolose;
Protezione da Agenti Chimici
T+
f) molto tossici: le sostanze ed i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o
assorbimento cutaneo, in piccolissime quantità, possono essere letali oppure provocare
lesioni acute o croniche;
T
g) tossici: le sostanze ed i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o
assorbimento cutaneo, in piccole quantità, possono essere letali oppure provocare
lesioni acute o croniche;
Xn
h) nocivi: le sostanze ed i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o
assorbimento cutaneo, possono essere letali oppure provocare lesioni acute o
croniche;
C
i) corrosivi: le sostanze ed i preparati che, a contatto con i tessuti vivi, possono
esercitare su di essi un'azione distruttiva;
Xi l) irritanti: le sostanze ed i preparati non corrosivi, il cui contatto diretto,
prolungato o ripetuto con la pelle o le mucose può provocare una reazione
infiammatoria;
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LA SCHEDA DI SICUREZZA
Ogni produttore è obbligato a fornire una scheda di sicurezza delle sostanze e
dei preparati pericolosi che contiene, per legge (Decreto Legge 52/97 e D.M.
04/04/97), una serie di informazioni:
1) identificazione della sostanza o del preparato e della società/impresa;
2) composizione/informazione sugli ingredienti;
3) identificazione dei pericoli;
4) misure di primo soccorso;
5) misure antincendio;
6) misure in caso di fuoriuscita accidentale;
7) manipolazione e stoccaggio;
8) controllo dell’esposizione/protezione individuale;
9) proprietà chimiche e fisiche;
10) stabilità e reattività;
11) informazioni tossicologiche;
12) informazioni ecologiche;
13) considerazioni sullo smaltimento;
14) informazioni sul trasporto;
15) informazioni sulla regolamentazione;
16) altre informazioni.
LA SCHEDA DI SICUREZZA
È BUONA NORMA TENERE LE SCHEDE DI SICUREZZA IN ORDINE E IN
LUOGO FACILMENTE ACCESSIBILE ANCHE IN CASO DI EMERGENZA
Misure di prevenzione per sostanze chimiche:
-stilare le PROCEDURE di comportamento durante l’impiego di tali sostanze in
base alle informazioni contenute nelle schede di sicurezza;
- leggere attentamente le FRASI DI RISCHIO e i CONSIGLI DI PRUDENZA
indicate nell’etichetta;
Misure di protezione per sostanze chimiche:
- uso costante dei DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (es. guanti
antiacido, camici, occhiali o maschere facciali, mascherine per vapori o fumi).