Simultaneous care:
una definizione ma molti possibili modelli
Possibilità di simultaneous care largamente influenzata dalle modalità
organizzative locali
Le cure simultanee nel malato oncologico rappresentano un modello
organizzativo mirato a garantire la presa in carico globale attraverso
un’assistenza continua, integrata e progressiva fra terapie oncologiche e
Cure Palliative quando l’outcome non sia principalmente la sopravvivenza
del malato.
Dati preliminari
Circa 130 malati segnalati per presa in carico all’UCP
di Lecco dall’inizio del 2013 da parte del Dipartimento
Oncologico
Al momento della presa in carico circa 50 avevano un
percorso oncologico ancora attivo
Ancora da analizzare restanti parametri
Ragionare “insieme”:
alcuni esempi diagnosi-specifici
Identificare percorsi di cura e interazione a seconda della
patologia
Pur mantenendo le peculiarità del singolo caso può aiutare
nel definire le traiettorie e le modalità di intervento e
collaborazione
Ipotesi
1) Ci sono importanti differenze in materia di Simultaneous Care
(SC) a seconda della patologia ovvero della sede di origine del
tumore metastatico
2) Possiamo suddividere le patologie in due gruppi distinti:
Patologie a cattiva prognosi e alto bisogno di SC
Patologie a buona prognosi e basso bisogno di SC
Neoplasie M+ a “cattiva” prognosi
(Es:polmone, pancreas, stomaco)
Neoplasie M+ a “buona” prognosi
(Es: mammella, ovaio, colon-retto)
ECOG PS > 1
Sintomi +++
Scarso impatto della CT sulla
prognosi
Poche linee CT efficaci
Sopravvivenza mediana < 12 mesi
“Alto” bisogno di SC
ECOG PS 0-1
Sintomi +/-
Significativo impatto della CT sulla
prognosi
Diverse linee CT efficaci
Sopravvivenza mediana > 20 mesi
se utilizzo di tutte tp attive
“Basso” bisogno di SC
Ipotesi di lavoro
Un po’ di dati Lecco
Segnalati all’UCP di Lecco/Bellano (una delle due presenti sul
territorio) 183 malati da Oncologia Lecco nell’anno 2013
Presi in carico per CP (STCP)
Tutti deceduti a data odierna
Attenzione! Solo malati segnalati a CP= casistica non
rappresentativa dell’oncologia
Percentuale tempo passato in CP
rispetto a percorso di malattia
Sede N° pazienti % tempo in CP
Testa collo 7 8%
Vescica/Rene 10 20%
Stomaco 19 7%
Polmone 35 12%
Pancreas V/B 18 14%
Ematologici 13 5%
Prostata 10 2,2%
Ovaio 14 2,6%
Mammella 13 2,8%
Intestino 16 3,4%
Com’è venuta la foto?
Pensavamo di essere più fotogenici
Il maggior tempo % passato in CP per le patologie a prognosi
peggiore è ovviamente legato proprio alla brevità della stessa
Probabilmente momento di attivazione CP ancora molto
“sintomo-dipendente”
In termini assoluti il tempo tra attivazione e decesso non è
patologia-dipendente
Dovrebbe esserlo?
Si?
Pazienti analizzati hanno già alla diagnosi caratteristiche da SC
Stadi avanzati, metastatici, scarso PS
La prognosi mediana è 6-8 mesi
Chiaro quindi che il problema nella presa in carico non risiede
nei malati
Dove (o in chi) sta il problema?
“no one wants to die. even people
who wanna go to heaven don’t want
to die to get there”
Steve Jobs, Stanford Commencement Address 2005
mi chiamo Luca Riva, sono un medico di cure palliative
i miei pazienti muoiono tutti...
spesso...i parenti mi ringraziano
Sopravvivenza a 5 anni popolazione maschile per
periodo di incidenza
1990-92 1993-95 1996-98 1999-01 2002-04 2005-07
Pancreas 4 4 5 5 6 7
Polmone 10 11 12 12 13 14
SNC 18 21 19 21 22 21
Mesotelioma 8 5 10 7 10 10
Esofago 7 10 9 10 11 13
Tutti 39 42 47 51 55 57
I numeri del Cancro in Italia 2014
non ci occupiamo della morte, ma del morire...
quindi di un percorso
Strategie SC?
Se prendiamo in carico un malato che ha una prognosi
stimabile in circa 200 giorni siamo comunque coinvolti, che lo
vogliamo o no, in uno dei due momenti fondamentali della sua
vita
No, non è la nascita…è l’altro…
Tutto le “cure” dovrebbero partire da quel punto di
osservazione “privilegiato” che solo noi abbiamo
Perché al momento attuale, per alcune patologie, qualsiasi
terapia faremo è scarsamente in grado di cambiare la prognosi
Ma fortemente in grado di modificare “la cura”
subito
Al termine della
CT
Quando la chemioterapia
non offre più vantaggi in
termini di durata e di
qualità della vita
Paziente che non farà mai CT:
• anziano>75-80 aa
• pz con comorbidità severe
• paziente con PS >2
• pz con ittero non trattabile
Cure Palliative
“esclusive”
Cure Palliative
“esclusive”
In concomitanza con 1 e
2° linea CT
•pz con sintomi refrattari ai
trattamenti impostati
dall’oncologo
Simultaneous care
Pazienti con mediana di sopravvivenza inferiore ai sei mesi
Obiettivi
• Qual è il modello migliore:
• Presa in carico dalla diagnosi?
• Consulenza?
• Fup ambulatoriale?
• MMG?
• Cosa dire?
• Come dire?
• A chi dire?
• Chi dice per primo la parola “palliative”?
• Chi paga?
Le cure simultanee sono come una ricetta complessa nella quale
è molto importante decidere modi e tempi per aggiungere i vari
ingredienti
Senza però dimenticare, che se dobbiamo essere a tavola per
mezzogiorno e sono già le undici e mezza, bisogna cominciare a
cucinare…subito