Ciclo malthusiano
Il malthusianesimo è una dottrina economica che, rifacendosi all'economista inglese Thomas
Malthus, attribuisce principalmente alla pressione demografica la diffusione della povertà e
della fame nel mondo, cioè in sostanza allo stretto rapporto esistente tra popolazione e
risorse naturali disponibili sul pianeta.
Nel Saggio sul principio della popolazione, scritto nel 1798, Malthus sostiene che la crescita
demografica non è ricchezza per lo Stato, come credeva la maggior parte degli studiosi
dell'epoca, mentre il più recente cornucopianesimo ha sostenuto la tesi opposta, pensando
alla crescita esponenziale della popolazione come a un fatto positivo per lo sviluppo umano.
Ciclo
malthusiano
Solitamente accadeva che alla crescita della domanda, l’agricoltura
non riuscendo ad aumentare produttività, estendeva le coltivazioni
alle terre maggiorali e sterili, ciò determina un impoverimento
alimentare che comporta una minore resistenza degli organismo a
virus e batteri quindi una vulnerabilità maggiore alle malattie.
Da qui si determina l’aumento della mortalità, una riduzione della
popolazione un ritrovato equilibrio che sembrava il rinnovamento
del ciclo demografico. Malthus ritiene quindi necessario frenare
l’incremento della popolazione, infatti è definita malthusiana la
politica di riduzione della natalità. Malthus partiva da un
presupposto piuttosto semplice, quello secondo il quale le risorse a
disposizione dell’umanità siano limitate.
Ciclo
malthusiano
Di conseguenza, diventa importante il rapporto tra risorse e
popolazione mondiale.
Di fronte ad una crescita demografica senza freni, le risorse
cominciano a scarseggiare, fino a tendere all’esaurimento.
Malthus fa notare come ad aumenti della popolazione
corrispondano dei periodi di carestia, di crisi, tali da abbassare
le difese degli organismi, fino a sfociare in epidemie e
pandemie, o a generare tensioni che poi diventano motivo di
guerre, tutte variabili che conducono ad una conseguente
riduzione della popolazione e ad un nuovo periodo di
benessere economico, con una conseguente nuova crescita
demografica.
Crisi del XIV secolo
Clima: abbassamento delle temperature e incremento della piovosità
Carestie: 1340
1347-48: peste nera (condizioni igieniche non adeguate - non c'è l'acqua corrente
nelle case, gli scarichi sono a vista, le latrine sono a vista, scarsamente diffuso
l'uso del sapone; malnutrizione e quindi endemica debolezza)
La diffusione della peste
1346: peste arriva a Caffa
1347: da Caffa arrivano navi a Messina e a Marsiglia
1348: Firenze
1353: Russia
La peste Peste bubbonica: mortalità molto alta (50%) tra il
quarto e l'ottavo giorno di malattia.
Peste polmonare: mortalità secondo alcuni più
bassa, secondo altri pari ad 80% degli infettati; dà
sintomi simili a quelli di una polmonite.
Secondo le stime in Europa muore un terzo della
popolazione
Prima della peste in Europa la popolazione
superiore a 70 milioni di abitanti. Dopo la peste non
si superano i 50 milioni di abitanti.
La peste
Primi ad essere accusati sono i lebbrosi.
Successivamente la responsabilità attribuita agli ebrei
In area germanica abbiamo massacri di ebrei che porteranno all'uccisione
di non meno di ventimila persone condannate a morte perché accusate di
diffondere la malattia.