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IMMAGINA LA BASILICATA

Immaginare la Basilicata del futuro oggi è difficile, ma possibile.
É vero, la crisi finanziaria che ha colpito il sistema economico globale ha di fatto approfondito
ulteriormente il divario tra i paesi ricchi e i paesi in forte ritardo di sviluppo, ed ancora oggi non
lascia intravedere uno spiraglio di luce che riporti le dinamiche mondiali ad un equilibrio
positivo per l'umanità.
La Basilicata, e in realtà tutto il sud del paese Italia, sono tra i territori che stanno accusando
questa crisi in misura maggiore, non riuscendo a trovare forme e strategie di rilancio efficaci.
La nostra regione, con i suoi 591 mila abitanti e con una densità di popolazione (60,7 ab/kmq) tra
le più basse di Europa, vive una contraddizione paradossale in cui agli abitanti non sono
garantite le forme minime di vivibilità e di ricchezza.
Nell'ultimo decennio la Basilicata ha visto l'emigrazione di circa 1000 abitanti per anno, con un
trend negativo sempre maggiore a differenza dell'Italia e del resto del mezzogiorno che, invece,
registrano gli stessi numeri ma con un segno positivo. Nel dettaglio è dimostrato che i Lucani
lasciano la Basilicata per dirigersi non solo al nord o nel resto d'Europa, ma anche in paesi vicini
come Puglia, Campania, Calabria e Molise.
Tali flussi sono dovuti essenzialmente alle negative condizioni lavorative che ormai fanno
registrare un tasso di disoccupazione pari al 10% e un tasso di occupazione del 49,8% della
popolazione compresa tra i 15 e i 65 anni, considerando anche i lavori a tempo determinato.
Inoltre, la nota più critica riguarda il fatto che ad emigrare sono per la maggior parte i cittadini
che hanno un età compresa tra i 25 e i 45 anni, ovvero la parte più attiva e propulsiva della
nostra comunità regionale e con loro partono le competenze e le risorse necessarie alla rinascita
di questa terra. La realtà è che, sebbene in Basilicata siano stati stanziati più soldi in assoluto per
la formazione dei giovani, non si è riuscito a creare un sistema lavorativo in grado di assorbire
tale forza lavoro. La conseguenza è il progressivo e massiccio spopolamento a cui assistiamo
ogni anno.
Oggi la Basilicata ha il dovere di esprimersi come territorio leader e per farlo ha bisogno che
tutte le sue componenti Governative, Amministrative, Formative, Produttive e Sociali vengano
coordinate al fine di creare una condizione di benessere comune per la società lucana.
La Basilicata può essere un posto bellissimo in cui vivere ed è così che il Movimento Politico
Contro L'Indifferenza “SUI-GENERIS” vuole immaginarla.
E' nella ricerca di un benessere globale che SUI-GENERIS avvierà un percorso volto a mutare le
attività di comunicazione e di azione che fino ad oggi non hanno creato alcuna ripercussione sul
territorio rivelandosi scoordinate e in alcuni casi anche divergenti rispetto agli obiettivi da
raggiungere.
SUI-GENERIS, nel suo programma intende sviluppare una politica tesa a fronteggiare la crisi
profonda che questa regione sta vivendo, attivando Programmi di Emergenza e Azioni di
Consolidamento, che partano da dati tecnici e studi concreti e che possano esprimere la reale
situazione del sistema Basilicata.
Non solo. SUI-GENERIS intende valorizzare la partecipazione dei cittadini all'amministrazione
della “cosa pubblica”. Il programma prevede infatti la realizzazione di Organismi di Controllo
Locali capaci di raccogliere dati relativi allo stato di benessere del territorio e di proporre idee e
soluzioni fattibili ai problemi peculiari di ogni singola area.
La Basilicata siamo noi cittadini lucani ed è nostra responsabilità invertire la rotta. Il
cambiamento, quello vero, è possibile a partire da noi, dalla nostra identità, dalla dinamicità e
dalla professionalità che da sempre ci contraddistinguono come una popolazione ricca di risorse.
La parola chiave è riconoscibilità. Uno degli obiettivi che SUI-GENERIS si prefigge di raggiungere,
è la promozione del “made in site” della Basilicata, ovvero la sua produzione, la sua cultura, la sua
storia, allontanandosi dall'annoso concetto del PIL, per incamminarsi verso un nuovo modello di
misurazione della ricchezza che si basi unicamente sul benessere sostenibile per abitante.
Nel fare questo, la Basilicata dovrà lasciare spazio all'acquisizione di metodologie nuove di
business, invertendo la rotta di esternalizzare la produzione e il prodotto, avviando un processo
di importazione del know-how e di sviluppo di sistemi di produzione-processo-prodotto volti a
costruire filiere complete e quanto più sostenibili, dal punto di vista economico, lavorativo e
ambientale.
Inevitabilmente questo tipo di strategia avrà effetti positivi su tutti i sistemi e i settori di
congiunzione, come per esempio il turismo, che da una parte beneficeranno della produzione
interna e dall'altra promuoveranno la stessa in conseguenza di un aumento della richiesta.
A partire da questi presupposti, emerge chiaramente l'inconciliabilità fra la nostra immagine di
Basilicata, che punta alla valorizzazione, lo sviluppo e la crescita delle potenzialità territoriali, e la
Basilicata come “fabbrica di morte” che prevede, fra le altre cose, il ritorno dell'energia nucleare.
L'idea di vedere una regione in armonia con l'ambiente e con la popolazione è la sola strada che
SUI-GENERIS vuole percorrere, facendo sì che cultura, formazione e lavoro siano diritti tutelati e
non problemi che spingono la gente ad abbandonare la propria terra.
L'obiettivo oggi è una Basilicata Diversa.
Il Movimento SUI-GENERIS immagina una Basilicata Sviluppata, Solidale e Sostenibile. Su
queste tre “S” si fonda la nostra azione: una politica semplice, capace di coordinare, organizzare e
programmare; una politica flessibile, aperta alle persone e ai loro problemi. Il metodo è quello
sui-generis: aggregazione ed impegno sociale di tutta quella gente scoraggiata e sconfortata
dalle logiche clientelari tanto care ai politici ed agli opinion leader delle nostre terre.
In questo vademecum troverete il decalogo, dieci visioni che il Movimento Politico Contro
L'Indifferenza SUI-GENERIS si impegna a realizzare, affinché la sua immagine della Basilicata sia
visibile ad ogni Lucano.




DECALOGO.

1. TURISMO

Restando in tema di visibilità possiamo tristemente riscontrare come la Basilicata sia tra le
regioni meno visibili nel panorama turistico nazionale e di conseguenza una delle mete meno
frequentate nonostante le numerose risorse storico-culturali nonchè naturalistiche.

Il turismo può fungere da importante motore di crescita e va quindi considerato tra le priorità
strategiche di intervento “Sui-Generis”

Le proposte di “Sui-Generis” per la promozione di attrattori e per la valorizzazione del contenuto
dell’offerta turistica riguardano in primis lo sviluppo di un turismo naturalistico così articolato:

•Sviluppo di un’offerta a sostegno del turismo estivo in aree montane. L’offerta prevede la
predisposizione delle aree montane con piste per mountain bike, percorsi ippici, aree di ristoro e
pernottamento, percorsi didattici guidati per la visita ai parchi.

•Valutazione, nei limiti della sostenibilità ambientale e della fattibilità tecnica, di ampliamenti
del demanio sciabile nelle stazioni lucane. Costituire 1-2 comprensori di grandi dimensioni. Ad
oggi la Basilicata ha solo ~15 Km di piste che ne fa un comprensorio sciistico di piccole
dimensioni.

•Incentivazione    alle associazioni sportive per l’ampliamento dell’offerta di attività
ricreative/sportive all’aperto (es., uscite speleologiche guidate, pareti di climbing, escursioni
guidate)

•Valorizzazione della zona costiera , offerta di escursioni guidate (p.e. riserva Policoro ed
entroterra), aumento dell’attrattività delle zone portuali attraverso facilitazioni all’attracco di
imbarcazioni private e accordi con regioni limitrofe (Maratea).


Turismo eno-gastronomico:

Promozione di interventi per incentivare il miglioramento di:

•Strutture ricettive specifiche per il turismo naturalistico (es., agriturismi,fattorie didattiche)

•Forme di ricettività a costo sostenuto (es., bed and breakfast ed ostelli) nelle città d’arte.

•Aumentare e promuovere l’offerta di prodotti di alta qualità, tipici della Lucania con la creazione
di agenzie o associazioni che supportino le imprese nella promozione e marketing dei prodotti,
nello sviluppo di reti di vendita e nella gestione fiscale e amministrativa.

•Sviluppo di centri fiera ed espositivi nonché grandi eventi culturali coordinati (mostre, festival,
settimane tematiche) con target a regime di almeno 150.000 visitatori.

•Perseguire uno sviluppo turistico sostenibile privilegiando investimenti eco-compatibili ed a
basso impatto ambientale;

•Certificazioni di Qualità turistico - ambientali facilmente riconoscibili nel mercato nazionale ed
internazionale delle vacanze;

Turismo enologico:

•Interventi tesi ad incentivare la degustazione in loco, in modo da sviluppare l’emozione, che
solo il contesto di produzione sa offrire rispetto al semplice consumo del prodotto. Si tratta di un
contesto che non è solo quello produttivo delle cantine o dei consorzi, ma soprattutto quello
culturale e storico in cui affonda la sua tradizione . In questa ottica il territorio costituisce un
fattore di preferenza del prodotto, quindi un suo valore aggiunto.

Turismo storico culturale:

•Profondo revamping dei maggiori musei e siti culturali in grado di competere per contenuto ed
immagine con musei delle maggiori città d’arte internazionali
•Sviluppo di un grande museo o polo museale con target a regime di almeno 100.000
visitatori/anno

•Favorire la Politica dei Grandi Eventi, attraverso il passaggio da eventi di sola immagine ad
eventi organizzati e gestiti come prodotti turistici.


Multi-settore:

•Creazione di spazi permanenti e sale multimediali a disposizione della P (es. Sindaci) e delle
                                                                          .A.
associazioni di categoria (es. associazioni alberghiere, ristoratori, associazioni sportive) per
facilitare possibilità di scambi culturali e coordinamento organizzativo.

•riordinare il sistema turistico regionale, con un'unica regia (la Regione Basilicata) in grado di
organizzare, coordinare e massimizzare, attraverso i dipartimenti preposti ,le politiche di
sviluppo, di valorizzazione, comunicazione, commercializzazione e formazione;

•Attuare politiche di benchmarking e introdurre buone prassi di management seguendo modelli
di successo di destinazioni turistiche simili (Spagna - Andalusia);

•incentivare l'auto impiego di giovani diplomati e laureati con competenze specifiche nel
settore;

•Migliorare gli standard qualitativi dei servizi alberghieri, ristorativi e turistici e creazione di
nuovi servizi legati al benessere, al tempo libero, al turismo all'aria aperta, alla fruizione di beni e
siti culturali anche attraverso l'utilizzo delle nuove tecnologie;

•Analisi dei fabbisogni formativi, occupazionali e professionali del sistema turismo al fine di
sviluppare una formazione professionale mirata in relazione alle esigenze delle imprese;

•Formazione professionale da affidare a Centri di alta formazione specializzati nelle discipline
turistiche, ad Università e a Destination Manager;


Proposte “Sui Generis” di supporto alle imprese nello sviluppo del marchio Basilicata e
promozione dei prodotti:

Comunicazione:

•Sviluppo di una forte value proposition per la regione/località

•Traduzione in messaggi e slogan puntuali

•Creazione di una visualizzazione persuasiva

•Selezione di canali di comunicazione appropriati per la trasmissione

•Definizione dei media più efficace per raggiungere i segmenti target di clientela nelle diverse
nazioni.

•Creazione di un unico portale web turistico regionale (seguendo il modello del Trentino) al fine
di favorire la promo - commercializzazione on line;


Infrastrutture:

•Sviluppo di un piano per le infrastrutture strumentali al nuovo Posizionamento

•Definizione di un organigramma con ruoli e responsabilità

•Selezione e ricerca di partner per lo sviluppo del progetto

•Partecipazione diretta della Regione Basilicata negli aeroporti pugliesi e campani e riduzione
delle distanze attraverso trasfer permanenti

•Sostenere una mobilità interna attraverso collegamenti permanenti tra le destinazioni turistiche
regionali;

Co-marketing:

•Accrescere la competitività nazionale e internazionale della destinazione turistica regionale,
utilizzando la forza attrattiva di Puglia e Campania e del Sud Italia in generale;

•Identificazione delle potenziali opportunità di co-marketing/co-branding

•Selezione dei partner migliori in termini di condizioni e fit strategico

•Sviluppo di attività congiunte di marketing su diverse dimensioni (es. pubblicità, pricing, etc.).

2. POLITICHE AMBIENTALI

Per quanto riguarda la Politica ambientale, SUI-GENERIS si impegna a difendere la Lucania dalla
anche sola possibilità di farla diventare pattumiera di Italia. I punti affrontati a riguardo sono:

•Il risparmio Energetico
•Il monitoraggio ambientale del territorio e della salute umana
•La salvaguardia delle tipicità della nostra terra
•Le alternative ai problemi di Energia e Smaltimento dei rifiuti

Il primo passo verso il rispetto dell’ ambiente è il consumare solo il necessario e attuare politiche
che mirino allo sviluppo sostenibile delle risorse territoriali,
quindi promuovere e sostenere la ricerca e lo sviluppo di tecnologie nel campo dei componenti
innovativi per l’ efficienza energetica. Il primo guadagno è il risparmio sia in termini di impatto
ambientale sia in termini puramente economici.
Proponiamo di dotare tutti gli uffici pubblici di lampade a risparmio energetico e con la “nuova”
tecnologia di lampade a LED. Il costo di tali lampade, nettamente superiore a le comuni lampade
a filamento, verrà ammortizzato con un sostanziale risparmio energetico (circa del 70%).
Istituzione anche in Basilicata delle Domeniche a piedi con lo stop delle auto nei centri ad alta
densità di traffico urbano.

Passo successivo è quello di una rete di monitoraggi ambientali più capillare su tutto il territorio
dotando le province di torrette di rilevatori di polveri sottili e controlli periodici sugli scarichi
delle aziende. Inasprire le pene per quelle aziende che non rispettino la legge 59/1995 sullo
smaltimento e lo stoccaggio favorendo invece quelle dove la legge è rispettata.

Il nostro movimento si è da sempre dichiarato contro l’indifferenza quindi per combatterla e per
rendere partecipe la popolazione di ciò che le accade intorno e per una trasparenza più vera i
dati raccolti da questi monitoraggi andranno pubblicati su internet stilando una classifica di
quelle aziende/imprese che danneggiano la “nostra” terra. Proponiamo, inoltre, per tali aziende
l'esclusione da qualsiasi bando di concorso e corsi di formazione istituiti dalla regione.

Fetta consistente dell’ economia Lucana è la qualità dei prodotti tipici agro/alimentari,
sponsorizzando una politica agraria che finanzi soprattutto quelle realtà che il vino lo fanno
ancora con l’uva e l’olio ancora con le olive, in altre parole aumentare i finanziamenti a quelle
aziende del settore che rifiutano l’ utilizzo di farine animali, concimi chimici, sostanze chimiche di
sintesi e OGM, assegnando il monitoraggio sulla qualità dei prodotti alla facoltà di Agraria dell’
Unibas .

La nostra terra è il bene più importante che abbiamo quindi è bene salvaguardarla.
Ormai è evidente il dissesto Idrogeologico su tutto il territorio italiano , infatti 45% del territorio
è a serio rischio , questo è il raccolto di una politica di maltrattamento del territorio e di
cementificazione sconsiderata. Per far fronte a questo incalzante problema si deve attivare un
opera di rimboschimento nelle zone dove il rischio di dissesto è alto con patrimonio arboreo
tipico della zona. La cementificazione e la creazione di dighe artificiali ha provocato gravi danni
alla costa ionica (vedi Metaponto): le spiagge lucane ormai sono ridotte a pochi metri quindi
occorrerebbe una politica di demolizione delle opere abusive che contribuiscono al dissesto.

Il problema energetico e dello stoccaggio delle scorie è una faccenda spigolosa e che si scontra
spesso con i reali bisogni della nostra terra che sono il crescente bisogno di LAVORO e il collasso
del sistema di discariche lucane che ha creato il “Tour della Monnezza”. La Basilicata è fanalino di
coda per quanto riguarda la raccolta differenziata con il suo misero 7%. Le politiche attuate fino
ad oggi sono solo quella dell’ ampliamento di nuove discariche e progetti sulla creazione di
nuovi inceneritori .
Il movimento Sui-generiS vuole attuare una corretta gestione dei rifiuti che va da quello di
prevenzione, cioè consumare solo il necessario , al recupero differenziato e poi solo
successivamente al recupero dell’ energia.

Smaltimento dei rifiuti: obbligatorietà da parte dei Comuni di effettuare la raccolta differenziata
porta a porta, proposta di passaggio da parte degli stessi dalla T.A.R.S.U alla T.I.A. (Tariffa di Igiene
Ambientale), costruzioni di centrali a biomasse per lo smaltimento di rifiuti organici, agricoli e
zootecnici.
Promuovere discariche quali quella di Pomarico, Salandra, Venosa, Atella, Lauria e Genzano è un
segno di come le amministrazioni fino ad oggi hanno mostrato “attenzione” verso quelle risorse
fondamentali per l’economia della nostra regione : acque minerali, Agrumi, Olio, Vino e tutti i
prodotti agro/alimentari che hanno portato nelle casse ingenti guadagni e riconoscimenti
nazionali in particolare quello ottenuto dall’ Aglianico del Vulture (Docg).
La raccolta differnziata su tutto il territorio lucano porterebbe circa 20 volte in più posti di lavoro
che la creazione di inceneritori i cui vantaggi sono molteplici :

- Impatto Ambientale
-Costi di Smaltimento
-Tasse (tarsu)
-Lavoro

La recente proposta sul ritorno al nucleare ha creato una corsa all’ ubicazione del sito dove
stanziare la centrale e il deposito unico delle scorie. Il movimento Sui-generiS, nettamente
contro il nucleare, oltre a far sentire la propria opposizione all' eventuale posizionamento di una
centrale Nucleare su tutto il territorio regionale vuole anche promuovere una proposta di
energia sostenibile, rinnovabile e il più pulita possibile.

Da uno studio effettuato da Green Peace nel quale il nucleare viene confrontato con l’eolico dice:
“con un investimento di pari valore l’eolico produce 2.3 volte più energia e 5 volte più posti di
lavoro “.

L’altra soluzione è l’utilizzo dei nuovi impianti fotovoltaici grazie ad un particolare fluido a base
di sali che, una volta riscaldato, mantiene la sua altissima temperatura (circa 550 °C) per alcuni
giorni anche senza essere in contatto con la sua fonte.
Per alimentare un terzo dell'Italia basterebbe un'area equivalente a 15 centrali nucleari, in
pratica, un'area vasta quanto il grande raccordo anulare.
Punto cardine del programma è creare una minima autosufficienza energetica per imprese e
abitazioni ad uso civile promuovendo queste nuove tecnologie.


3. INFRASTRUTTURE E TRASPORTI


Il quadro infrastrutturale Lucano è notoriamente carente: ciò si riflette inevitabilmente sullo
sviluppo economico.
Per esempio risulta più difficile che un’industria si insedi in una zona scarsamente
infrastrutturizzata, non risultando competitiva in quanto i possibili guadagni risultano ridotti da
un maggiore costo per l’approvvigionamento delle materie prime e dei semilavorati, nonché del
trasporto e della distribuzione del prodotto finito.

Fin dagli albori della civiltà le reti di comunicazione sono risultate indispensabili per lo sviluppo
di una società. Una posizione strategica vicino ad un corso d’acqua ha sempre costituito un
punto di forza. Il progresso tecnologico, nei secoli, ha fatto il resto, ed ai giorni nostri i mezzi di
trasporto sono molteplici: gomma, ferro, aria e acqua.

La regione Basilicata è dotata principalmente di due tipi di infrastrutture di comunicazione:
strade e ferrovie.

Strade.

carenze:
La rete risulta essere obsoleta per i nuovi volumi di traffico, questo dato si riferisce soprattutto
alle strade a carreggiata unica e doppio senso di marcia (es. SS 658 Potenza – Melfi, SS 106
Ionica), nonché di scarsa utilità nella moderna società in quanto con tempi di percorrenza
elevati nonostante i pochi km da percorrere (es. SS 92 degli Appennini Meridionali, SS 93 Appulo
- Lucana).
Altro annoso problema è la manutenzione sia ordinaria che straordinaria della rete che ci ha
portati a situazioni limite (es. viadotto Fiumara di Tito) di chiusura di strade e parziali isolamenti e
deviazioni su strade di minore importanza con elevati problemi per i pendolari e il trasporto
merci.
Ci sono zone che chiedono un miglioramento dei collegamenti con i due centri principali,
Potenza e Matera, ci sono progetti di viabilità in attesa da anni di essere completati (6° lotto della
Tito - Brienza, Strada Saurina, rimodernamento della Ginestra – Barile, SS 655 Bradanica ecc…)
Altro grave problema collegato alla rete stradale è il dissesto idrogeologico che funesta tutta la
rete sia essa statale, provinciale,comunale in entrambe le provincie.

proposte:
-Adeguamenti, completamenti e messa in sicurezza delle reti auto-viarie esistenti.

-Valutazione e determinazione delle priorità infrastrutturali viarie        tra quelle proposte del
Ministero delle Infrastrutture.
    •Asse di collegamento viario Lauria – Candela
    •Asse di collegamento Salerno – Potenza – Bari

-Miglioramento ed ammodernamento del parco mezzi pubblici presente in regione con
autoveicoli eco-compatibili , e miglioramento del relativo servizio.

Ferrovie:

L’altra grande rete di trasporto come detto è la ferrovia, essa è presente in regione con due reti
principali: RFI - Trenitalia e FAL.
RFI è presente con la direttrice Battipaglia - Potenza- Taranto e la direttrice Potenza-Foggia ed un
tratto della Rocchetta Sant’Antonio - Gioia del Colle.
FAL invece è presente con le reti Altamura – Avigliano - Potenza e Bari – Matera.

carenze:
La prima cosa da segnalare è il grave caso della città di Matera che è l’unico capoluogo di
Provincia a non essere toccato dalla rete ferroviaria nazionale.

In secondo luogo è da segnalare il progressivo diminuire di corse sulla rete RFI e l’utilizzo di
materiale rotabile obsoleto,e la rinuncia da parte di RFI del centro di controllo della rete a
Potenza Centrale.
Analogo il discorso per quanto riguarda FAL.

proposte:
-ammodernamento e potenziamento di tutte le tratte esistenti.
-rinnovamento di tutto il materiale rotabile con mezzi di ultima generazione
-completamento della tratta RFI Matera – Ferrandina.
-nuova gestione del trasporto in concertazione tra ente erogatori e regione.

Aeroporti:
Un discorso a parte merita l’ampliamento e ammodernamento dell’Avio superficie “Mattei” di
Pisticci e il ruolo e l’utilizzo dell’avio superficie di Grumento Nova.
In primis bisogna capire la reale necessità di un aeroporto di terza categoria in suolo lucano e
l’utilizzo che esso avrebbe.

proposte:
-studio di fattibilità su entrambe le avio superfici
-miglioramento dei collegamenti con gli aeroporti già esistenti in caso di esito negativo dello
studio di fattibilità
-utilizzo delle avio superfici per operazioni di protezione civile


4. AGRICOLTURA

Semaforo verde per il mais OGM in Italia? La rivoluzione biotech arriverebbe dal Consiglio di
Stato, che con la sentenza n. 183 del 19 gennaio 2010 ha dato ragione a Silvano Dalla Libera nel
suo ruolo di vice presidente di Futuragra, l’associazione che si batte per l’introduzione delle
biotecnologie in agricoltura.

I giudici amministrativi, ai quali l’agricoltore aveva fatto ricorso perché gli fosse riconosciuto il
diritto di scegliere cosa seminare – sulla base di una raccomandazione comunitaria sulla
coesistenza tra coltivazioni tradizionali, biologiche e ogm (non vincolante per gli stati membri) –
avrebbero stabilito che il ministero delle Politiche agricole è tenuto a rilasciare l’autorizzazione
alla semina di varietà iscritte al catalogo già approvato dall’Unione europea e ha fissato un
termine di 90 giorni per il rilascio del permesso.

Solo qualche giorno fa, il 21 gennaio, la conferenza Stato-Regioni aveva fatto più di un passo
indietro sul testo che stabiliva la coesistenza tra o.g.m., colture tradizionali e biologiche,
prendendosi un’altra pausa di riflessione e rinviandone l’approvazione. Ma il Consiglio di Stato
non ha voluto attendere oltre e da oggi, in sostanza, se un’azienda agricola chiede
l’autorizzazione alla coltivazione di un o.g.m. autorizzato dall’Ue il ministero delle Politiche
agricole non può avanzare come scusa il fatto che le Regioni non abbiano ancora adottato dei
piani di coesistenza.

La contraddizione. Il ministro delle Politiche agricole e forestali, Luca Zaia, ha ricordato che il
mais Mon810, oggetto della sentenza e unico seminato a suo tempo in Europa, ha
un’autorizzazione alla coltivazione scaduta e che non è stata rinnovata perché l’Efsa, ente di
sicurezza alimentare, vuol fare ricerche approfondite sulle ricadute ambientali e sanitarie. E
questo anche a seguito del divieto alla coltivazione imposto dalla maggior parte degli Stati
europei, tra cui Francia e Germania, che prima lo avevano coltivato.

Cosa sono gli OGM. E’ l’acronimo di “organismi geneticamente modificati”, spesso definiti
transgenici. Si tratta di animali e piante con un patrimonio genetico artificiale ottenuto in
laboratorio combinando parti di DNA. Nei vegetali vengono introdotte parti di DNA provenienti
da organismi diversi (anche animali) per sfruttarne le caratteristiche e renderli più resistenti ad
avverse condizioni climatiche, parassiti, pesticidi, ma anche migliorarne le proprietà nutrizionali
o la conservazione.

D’altra parte, c’è chi ritiene che questa sentenza ribadisca un diritto costituzionale, quello della
libertà di impresa. Il Consiglio di Stato riconosce che, superato questo vaglio, esiste il diritto
soggettivo dell’imprenditore di scegliere cosa coltivare. L’importante è prendere tutte le misure
necessarie per evitare ai coltivatori confinanti una presenza involontaria di o.g.m. nella loro
produzione che, se superasse l’1%, li costringerebbe a rinunciare all’etichetta di OGM free.

Non è d’accordo la comunità scientifica, secondo il quale tutto il mais nazionale potrebbe sparire
nella sua purezza varietale ed essere contaminato con inquinamento irreversibile, accertato e
indicato esplicitamente nella stessa direttiva 2001/18 Ce in materia. “Bisogna applicare la
clausola di salvaguardia nazionale prevista dalle norme Ue, vietando le coltivazioni di ogm,
anche a seguito dei recenti sviluppi che hanno portato al divieto di coltivazioni, prima
autorizzate, da parte di Francia e Germania. Ed è necessaria una legge specifica per mantenere il
biologico nazionale 100% OGM free.

Dal momento che va salvaguardato il diritto dei coltivatori a non voler produrre prodotti
contaminati da o.g.m. e dei consumatori a non alimentarsi con gli stessi. Diritto alla corretta
informazione sancito da una recente sentenza della Corte di giustizia Ue. Tanto più che, per
quanto se ne dica, numerosi studi hanno dimostrato la dannosità degli o.g.m. per la salute
umana. Uno per tutti quello dell’Inran, che ha mostrato la presenza di 38 proteine sconosciute
nel mais Mon810, di cui non possiamo prevedere i futuri effetti sulla salute”.

“Il diritto a coltivare o.g.m, non può scavalcare il diritto di chi vuole produrre o alimentarsi con
prodotti rigorosamente esenti da essi, dal momento che gli o.g.m. contaminano le varietà
naturali tradizionali e non viceversa. Con un rischio di perdita irreversibile della biodiversità più
apprezzata al mondo, quella dell’agricoltura italiana, che perderebbe la sua caratteristica di
qualità esclusiva attraverso il polline e il trasferimento genico orizzontale di particelle di DNA
manipolato attraverso l’ambiente e le catene alimentari”.

proposta:
NO AGLI O.G.M. E SVILUPPO DEL MARCHIO "BASILICATA LIBERA DA OGM"

Oggi sono a disposizione circa 200 miliardi di € in Europa per i PSR Regionali 2007-2013.
Pagamenti Agroambientali obbligatori e prioritari per l'Agricoltura Biologica, che devono coprire
i mancati redditi e maggiori costi + un 20% di transazione a partire dal 2007, secondo la
normativa comunitaria. Questi finanziamenti sono sufficienti a riconvertire in biologico gran
parte dell'Agricoltura Europea. In Italia, con la riforma medio termine della PAC, abbiamo circa 20
miliardi di € disponibili. Misure Agoambientali che potrebbe interessare fino al 70% del bilancio
complessivo dei Piani di Sviluppo (PSR) regionali, le cosiddette finanziarie agricole.

Ma, ormai da quindici anni, con l'avvio delle misure agroambientali europee nel 1992, divenute
obbligatorie e prioritarie nel 2000, si scoraggiano le adesioni degli agricoltori alla produzione
Biologica, riducendo in maniera arbitraria i relativi Pagamenti agroambientali ed inserendo
misure concorrenziali non conformi (come l'Agricoltura Integrata, in realtà un semplice elenco di
pesticidi chimici ammessi in quantità molto superiore al normale uso attuale in agricoltura
convenzionale), con distrazione dei fondi, in contrasto con gli obiettivi comunitari che
prevedono il potenziamento dell'Agricoltura Biologica, in particolare nelle aree intensive e per le
colture ortofrutticole.

Il risultato di tale politica regionale distorta è che mentre in nord Europa l'impiego di Pesticidi
chimici è stato drasticamente ridotto, già dalla fine degli anni 90, in Italia le vendite di Pesticidi di
sintesi e le loro quantità di impiego sulle superfici coltivate sono continuate ad aumentare
proposte:
sviluppo intensivo dell’agricoltura biologica

istituzione banca del gene per incentivare e ottimizzare la conservazione delle specie autoctone
al fine di tutelare la biodiversita’ con la conseguente salvaguardia delle produzioni locali.

SI ALL’AGRICOLTURA BIOLOGICA

Considerato la politica europea di sviluppo rurale 2007-2013 di promozione di una agricoltura di
qualità, ivi compreso l’allevamento animale, atto alla protezione dell’ambiente e del ruolo
multifunzionale del mondo rurale proponiamo una politica agricola rivolta al passaggio da una
agricoltura convenzionale a quella biologica caratterizzatandola con un processo di
riconversione graduale delle produzioni su macro aree.

Proposte:
Istituzione banca del gene per incentivare e ottimizzare la conservazione delle specie autoctone
al fine di tutelare la biodiversita’ con la conseguente salvaguardia delle produzioni locali.


5. VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI

Acqua:

In materia di canoni di concessione per il prelievo e l’imbottigliamento delle acque regna ancora
il caos, nonostante le indicazioni del “Documento di indirizzo delle Regioni italiane in materia di
acque minerali naturali e di sorgente” approvato il 16 novembre 2006 dalla Conferenza delle
Regioni.

Secondo questo documento, i canoni per le concessioni per le acque minerali devono rientrare
nei seguenti intervalli:
- da 1 a 2,5 € ogni mille litri o frazione di imbottigliato;
- da 0,5 a 2 € ogni mille litri o frazione di utilizzato o emunto;
- almeno 30 € per ettaro o frazione di superficie concessa.

Il documento nasceva dal fatto che il canone corrisposto alle Regioni è stato sempre
ampiamente insufficiente a ricoprire anche solo le spese sostenute per la gestione
amministrativa o per le attività di sorveglianza delle aree, senza considerare quelle per lo
smaltimento delle numerose bottiglie in plastica derivanti dal consumo di acque minerali che
sfuggono alle raccolte differenziate.

A ormai due anni e mezzo dall’approvazione di quel documento il quadro non è cambiato di
molto: le tariffe e le modalità per definire il canone continuano ad essere diverse tra regione e
regione e spesso inaccettabili. Unica cosa in comune è che si tratta di canoni assolutamente
irrisori se paragonati al grosso volume di affari legato all’acqua in bottiglia.
Nella Regione Basilicata è previsto il pagamento del canone doppio per la superficie della
concessione e per i volumi di acqua emunta o imbottigliata.


Ridiscussione delle royalties:
La proposta è tesa ad ottenere maggiori benefici economici per le popolazioni locali soggette a
processi di sfruttamento delle risorse naturali, con conseguente depauperamento del territorio
Lucano.
L’ipotesi consiste nel richiedere l’aumento dei proventi derivanti da tali attività o la cessazione di
quelle attività che non hanno ricaduta positiva sul territorio.


Bilancio di previsione anno finanziario 2009 Regione Basilicata

DEPOSITI CAUZIONALI PER CANONI IDRICI DERIVANTI DAL'USO
50.000,00
DEL DEMANIO IDRICO DELLA REGIONE

PROVENTI DERIVANTI DALLE CONCESSIONI DI ACQUE MINERALI E
200.000,00
TERMALI ED AI PERMESSI DI RICERCA L.R.N.43/96

PROVENTI DERIVANTI DAI CANONI DI CONCESSIONE D'USO DEL
3.100.000,00
DEMANIO E DELLE RISORSE IDRICHE PER DERIVAZIONI D'ACQUA E
PERTINENZE IDRAULICHE ART. 7 D.L.GVO. 112/98


INTROITI DERIVANTI DALL'APPLICAZIONE DELLA TARIFFA PER
18.000.000,00
L'ACQUA ALL'INGROSSO - VERSAMENTI DALLA REGIONE PUGLIA
IN ATTUAZIONE DELL'ACCORDO DI PROGRAMMA DEL 5/08/1999
EX ART. 17 L. 36/94 E DELL'ACCORDO DEL 27/05/2004




PROPOSTE

Ridiscussione delle tariffe di vendita delle risorse idriche degli invasi Lucani “vendute” alle utenze
extraterritoriali;

lo sfruttamento indiscriminato delle acque termali e minerali della regione dovrà essere oggetto
di ridiscussione radicale con le compagnie interessate (vedi Coca-Cola).


Cave e miniere:

A fronte di numeri impressionanti, i canoni di concessione pagati da chi cava risultano a dir poco
scandalosi. In media infatti, nelle regioni italiane si paga il 4% del prezzo di vendita degli inerti.
Ancora più assurda è la situazione delle regione Basilicata dove si cava addirittura gratis.

Se si considera il peso che le Ecomafie hanno nella gestione del ciclo del cemento e nel controllo
della aree di cava nel Mezzogiorno, emerge, in tutta la sua evidenza, la gravità della situazione in
troppe aree del Paesepraticamente prive di regole.
Quali sono le ragioni di questa situazione assurda?

La prima, la più sorprendente, è che la normativa nazionale di riferimento in materia è ancora
oggi un Regio Decreto del 1927. A dettare le regole per l’attività estrattiva dovrebbero essere
oggi le Regioni, a cui sono stati trasferiti i poteri in materia nel 1977. Ma le Regioni sembrano
guardare con disinteresse al settore, mentre le entrate degli enti pubblici dovute all’applicazione
dei canoni sono ridicole in confronto al volume d’affari del settore.
Il totale nazionale di tutte le concessioni pagate nelle regioni non arriva infatti a 53 milioni di
Euro mentre ammonta a 1 miliardo e 735 milioni di Euro l’anno il ricavato dai cavatori dalla
vendita. In Basilicata si cavano ogni anno 2,5 milioni di tonnellate di soli inerti che fruttano 31
milioni di Euro di introiti ai fortunati cavatori che nulla devono al territorio!

Per uscire dalla crisi economica occorrono investimenti, ma occorre anche promuovere riforme
che spingano all’innovazione nei settori. Con oneri di concessione per l’attività estrattiva così
bassi, la Basilicata continuerà a essere devastata dalle cave. Senza considerare che si rinuncia a
promuovere un settore innovativo come quello del recupero degli inerti provenienti dalle
demolizioni in edilizia che può integrare quelli di cava - come sta avvenendo in molti Paesi
europei - e che consente di avere molti più occupati (per una cava da 100mila metri cubi l’anno
gli addetti in media sono 9 mentre per un impianto di riciclaggio di inerti gli occupati sono più di
12) e di risparmiare le cattive ripercussioni sul paesaggio.
Del resto, non si riesce a capire per quale ragione un’attività che opera in regime di concessione
debba continuare a stare in una situazione di privilegio rispetto a tutte le altre che (spesso con
minore impatto) pagano.


BILANCIO DI PREVISIONE ANNO FINANZIARIO 2009 REGIONE BASILICATA

PROVENTI DERIVANTI DAI CANONI MINERARI DOVUTI DAI
           5.000,00
TITOLARI DI PERMESSI E CONCESSIONARI D.L.GVO 112/98 ART.34
COMMA 5; DPCM 12.10.2000

PROVENTI DERIVANTI DAL DIRITTO PROPORZIONALE PER LA
            0,00
COLTIVAZIONE DI CAVE, TORBIERE E INERTI DI CUI ALL'ART.15
L.R. 12/79

proposte:
Adozione di un Piano cave e miniere;

introduzione di una tariffa unica regionale che stabilisca il prezzo di vendita minimo a mc. del
materiale concesso in sfruttamento con beneficio diretto da attribuire alle popolazioni ricadenti
nei territori interessati, con obbligo di ripristino e compensazione ambientale.



Gas e Petrolio:

La storia delle trivellazioni in Lucania inizia nel 1902 con la perforazione del primo pozzo di
petrolio in Val d’Agri, nel comune di Tramutola. Una prima fase di coltivazione si sviluppa nel
ventennio che va dal 1939 al 1959, quando per le mutate condizioni internazionali e la
conseguente caduta del prezzo del barile a pochi dollari, l’Agip chiude questa fase con l’ultimo
pozzo (sterile), sempre a Tramutola. Il repentino aumento del prezzo del petrolio dopo la guerra
del Kippur (dai 7,2 dollari per barile nel 1970 ai 27,8 del 1974) e lo sviluppo tecnologico inducono
l’Agip ad intraprendere una nuova campagna di ricerca (periodo 1975-1984) che consente di
stimare la presenza, nel sottosuolo della Val d’Agri, di giacimenti minerari tra i più rilevanti, in
terraferma, conosciuti in Europa e di avviare la fase di sviluppo oggi in essere e alla quale si sono
aggregate altre compagnie petrolifere. Le attività di estrazione avviate in Basilicata dalle società
petrolifere hanno sviluppato 2 grossi programmi di ricerca/sfruttamento denominati Trend 1 (Val
d’Agri 61.515 ettari, operatore principale è Eni, e si proietta su riserve stimate in 500 milioni di
Boe (barili equivalenti petrolio)) e Trend 2 (Val Camastra Sauro Tempa Rossa - 29.059 ettari,
operatore unico è Total e si proietta su riserve stimate in 400 milioni di Boe). L’attività di ricerca
esercitata da operatori italiani ed esteri interessa circa il 75% del territorio regionale con 29
permessi di ricerca, mentre le concessioni di coltivazione interessano oltre il 20% del territorio
regionale. La produzione attuale di greggio, relativa al programma Trend 1, è secondo i dati
ufficiali, di circa 80.000 barili al giorno, ed un periodo di sfruttamento fino al 2024 con una
produzione massima ufficiale di 104.000 barili/giorno. L’impressione è che in Basilicata la festa
dell’oro nero sia soltanto agli inizi, con non poche conseguenze ambientali nell’area interessata.
Per questo nel 2000 Legambiente presentava un esposto-denuncia alla Commissione europea
sulle attività petrolifere in Val d’Agri e Val Camastra Alto Sauro. Due anni dopo la Commissione
europea avvia una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per quanto concerne le attività
petrolifere che si stavano svolgendo nella Regione Basilicata all’interno di alcuni siti Bioitaly
situati proprio in Val d’Agri e Val Camastra Alto Sauro, siti dichiarati di interesse comunitario e
costituiti secondo un modello di sviluppo che mette insieme conservazione, fruizione e
opportunità economiche in una rete ecologica regionale. Un atto di grande rilevanza nel quadro
dello sfruttamento petrolifero in Basilicata che mette in luce la scarsa attenzione riservata ai
valori naturalistici e ambientali nelle aree interessate oltre che alla vocazione turistica e
paesaggistica legata all’identità e alla cultura del territorio. L’atto di denuncia riguardava anche
procedure amministrativo-autorizzative spesso non rispettose delle normative nazionali e
comunitarie che hanno messo sotto stretta osservazione la Regione a rischio di subire sanzioni.
Così si invitava perentoriamente l’Italia e a cascata la Regione Basilicata ad adottare misure
idonee di tutela degli habitat e delle specie presenti. Legambiente Basilicata chiese a gran voce il
divieto e lo smantellamento di ogni attività petrolifera all’interno dei siti Bioitaly e la
predisposizione di piani di gestione secondo il Dm 3/09/2002. La risposta della Commissione
europea fu un deciso no ad un modello di sviluppo non sostenibile, che voleva il 70% del
territorio lucano sottoposto a concessioni
petrolifere.
Un no giunto proprio quando la terza commissione del Consiglio regionale ha votato le proposte
di perimetrazione del nuovo Parco della Val d’Agri che nel 2003 era ancora ostaggio delle
compagnie petrolifere. Il loro impegno mirava ad ottenere un ridimensionamento in favore
dell’ipotesi di sviluppo delle attività di estrazione petrolifera, con la proposta di riperimetrazione
del Parco per escludere il territorio del Monte Caperrino (per consentire la realizzazione del
pozzo denominato Temma d’Emma Nord 1 in località Poggio del Caco nel territorio del Comune
di Laurenzana collocato a oltre 1300 metri di quota e quindi in area a vincolo paesaggistico a
pochi metri dal confine del Parco regionale di Gallipoli-Cognato e Piccole Dolomiti Lucane)
lasciando via libera alle trivellazioni da parte della compagnia petrolifera Total Fina Elf. La
richiesta era supportata anche dal Ministero delle Attività produttive e dal Ministero ell’Ambiente
che con una lettera inviata, dall’allora ministro Matteoli, alla Regione Basilicata, chiedeva un
ridimensionamento del Parco e quindi l’esclusione della montagna di Caperrino. Tra le ragioni
indicate c’è il “preminente interesse nazionale” attribuito al pozzo Temma d’Emma Nord 1 n
riferimento alla “legge obiettivo”.
In risposta a questa lettera, il Presidente Bubbico ribadì le ragioni delle scelte fatte dalla Regione
e reannuncia l’opposizione, nella sede politica della Conferenza Unificata, all’ipotesi di modifica
restrittiva della perimetrazione del Parco. In risposta nel mese di giugno 2003 la Total Fina Elfi
presentava, con scarse e ininfluenti modifiche, lo studio di impatto ambientale relativo al
progetto interregionale Tempa Rossa”. Per questo Legambiente, ribadendo il principio
d’incompatibilità nelle aree protette non solo delle attività di coltivazione ma anche delle attività
di ricerca di idrocarburi, inviava alla Regione Basilicata le sue osservazioni in merito allo studio,
richiedendo di rigettare l’istanza proposta dalla compagnia petrolifera. E del tutto inattesa
arrivava il 18 dicembre 2003 la notizia che Regione Basilicata e Total, grazie alla mediazione del
sottosegretario alle attività produttive Dell’Elce siglano un protocollo d’intesa sullo sfruttamento
del giacimento di Tempa Rossa che prevede la rinuncia al sito di Monte Caperrino e quindi la sua
inclusione nella perimetrazione del Parco della Val d’Agri.
Ma dopo il Pollino e la Val d’Agri è la Esso, nel 2004 a chiedere il permesso di ricerca nel Parco
regionale di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane. Infatti gli appetiti delle compagnie
petrolifere riguardano anche Parchi e aree protette già istituiti.
La sentenza del Consiglio di Stato del dicembre 2001 con la quale si consentono di fatto attività
di ricerca petrolifera nel territorio del Parco Nazionale del Pollino (già interessato da attività
esplorative nel 1998, però subito interrotte) è di una gravità inaudita. La lettura delle motivazioni
della sentenza acuisce l’incredulità: senza mezzi termini vi si afferma, infatti, che i Parchi
debbono sottostare ai prioritari interessi legati alle attività petrolifere. Tutto questo senza tenere
affatto in considerazione i principi informatori della legge quadro sulle aree protette, la 394 del
1991 in base alla quale le attività di coltivazione di idrocarburi sono vietate in via di principio
all’interno dei Parchi, ma anche le attività di ricerca pur non avendo un uguale esplicito divieto,
debbono ritenersi non compatibili con i principi dettati dall’art. 1 della 394. D’altronde la
sentenza del Consiglio di Stato ha una evidente funzione di sfondamento, di conquista di
posizioni per le compagnie petrolifere: infatti, che senso ha fare attività di ricerca petrolifera nelle
aree protette se poi non è possibile estrarre petrolio? L’unica risposta plausibile è che il passo
successivo sarà proprio la sostanziale cancellazione del divieto alla coltivazione di idrocarburi nei
Parchi.

L’impatto ambientale e sociale delle attività estrattive
Nell’ormai quasi decennale intensa attività petrolifera in Basilicata non sono certo mancati
incidenti. Quelli avvenuti con sversamento di petrolio hanno minacciato corsi d’acqua e
inquinato terreni mai bonificati. Inoltre il petrolio non ha mai portato i risultati sperati sul piano
occupazionale, come dimostra lo spopolamento dei paesi della Val d’Agri. Ora si inizia a temere
anche per le altre attività economiche. Nel 2002 e nel 2004 si sono concluse poi due indagini
giudiziarie su pagamento di tangenti e corruzione aggravata e continuata. Questo aprì nuovi
inquietanti interrogativi non solo sulle sorti ambientali dell’area, ma anche economico-sociali.
È invece sotto gli occhi di tutti come la “scelta petrolifera” stia mostrando tutta la sua inefficacia
rispetto alla soluzione dei problemi economici e sociali delle aree interne, ma risulta anche
essere un enorme freno per altre prospettive di sviluppo, tutte praticabili, che a partire dalla
difesa dell’ambiente e della biodiversità puntano ad una programmazione dello sviluppo in
armonia con le peculiarità locali. Nonostante i due protocolli d’intesa tra Regione e Stato e
Regione e Eni S.p.A. (nel 1998) siglati per garantire la compensazione ambientale, lo sviluppo
sostenibile, un sistema di monitoraggio ambientale, l’anticipazione delle royalties, un
osservatorio ambientale, la produzione di energia a basso costo, la stipula di borse di studio e la
minimizzazione dei fattori di rischio legati all’attività petrolifera, gran parte degli accordi attuativi
previsti dai due Protocolli d’Intesa sono fermi. Niente sistema di monitoraggio e niente
osservatorio ambientale. La scarsità delle notizie e la conseguente mancanza di precauzione,
porterà tra qualche anno la comunità a fare i conti con la salute pubblica e i danni ambientali
accorgendosi di non essere stati compensati da benefici concreti.
Solo la metanizzazione dei Comuni è stata quasi portata a termine. Ma le ricadute economiche
promesse stentano a farsi vedere, anche perché gli impiegati nei pozzi o nel Centro Olio
vengono quasi tutti da fuori. Manca ancora la capacità progettuale locale. Le parti sociali sono
deboli e la contrattazione programmata non è mai decollata. I giovani che studiano se ne sono
andati via. La dinamica di compromissione della qualità delle acque, oltre che dell’aria, non è
misurabile in tempi ristretti, ed è pertanto incomprensibile e diabolica la sola idea di investire
sulla continuazione dell’ampliamento della “gruviera” Basilicata da parte delle multinazionali
petrolifere.
Tra nuove e vecchie concessioni il territorio che rischia di essere interessato da trivellazioni è il
60% di quello regionale. La Basilicata con i suoi due giacimenti Val d’Agri e Val Camastra Alto
Sauro ha già dato il suo contributo alla bolletta nazionale.


BILANCIO DI PREVISIONE ANNO FINANZIARIO 2009 REGIONE BASILICATA


COMPARTECIPAZIONE ALL'ALIQUOTA DEL PRODOTTO DI
95.000.000,00
COLTIVAZIONE DI IDROCARBURI LIQUIDI ESTRATTI NELLA
REGIONE ART.3 COMMA 10 L.28.12.95 N.549

COMPARTECIPAZIONE ALL'ALIQUOTA DEL PRODOTTO DI
0,00
COLTIVAZIONE DI IDROCARBURI LIQUIDI E GASSOSI ESTRATTI IN
ALTRE AREE DELLA REGIONE ART.3 COMMA 10 L.28.12.95 N.549

COMPARTECIPAZIONE ALL'ALIQUOTA DEL PRODOTTO DI
10.000.000,00
COLTIVAZIONE DI IDROCARBURI GASSOSI ESTRATTI NELLA
REGIONE ART.3 COMMA 10 L.28.12.95 N.549

COMPENSAZIONE DERIVANTE DALLA PERDITA DI ENTRATA PER
790.000,00
EFFETTO DELLA RIDUZIONE DELL'ACCISA SULLA BENZINA
E DELLE TASSE AUTOMOBILISTICHE

TRASFERIMENTO DALLO STATO COME ULTERIORE QUOTA
       2.000.000,00
DELL'ACCISA SUL GASOLIO PER AUTOTRAZIONE AI SENSI DELLA
LEGGE 244/2007 ART. 1 COMMA 298 (LEGGE FINANZIARIA 2008)



PROPOSTE

•Estensione della rete di adduzione del gas a tutte le abitazioni ad uso civile;
•abbattimento della tariffa del gas;

•agevolazioni alle famiglie ed alle imprese per il raggiungimento di uno standard di
autosufficienza energetica;

•rinegoziazione dei permessi per le estrazioni petrolifere e contestuale richiesta dell’aumento
delle royalties attuali ad esclusivo beneficio delle popolazioni Lucane.



6. PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E FISCALITA’


La riforma fiscale in atto nel nostro paese, porterà nel giro di pochi anni a minor trasferimenti
statali.
Il Federalismo fiscale è legge. La legge n.42 del 5 maggio 2009, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale
del 6 maggio 2009, entrerà in vigore il 21 maggio prossimo.
Il disegno di legge n. 1117-B, collegato alla manovra finanziaria, recante delega al Governo in
materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione..
Principi fondamentali del federalismo fiscale sono - da una parte - il coordinamento dei centri di
spesa con i centri di prelievo, che comporterà automaticamente maggiore responsabilità da
parte degli enti nel gestire le risorse. Dall'altra parte, la sostituzione della spesa storica, basata
sulla continuità dei livelli di spesa raggiunti l'anno precedente, con la spesa standard.
Il federalismo fiscale per diventare operativo necessita di una serie di provvedimenti che si
snodano nell'arco di 7 anni: 2 anni per l'attuazione e 5 di regime transitorio. La legge prevede
innanzitutto l'istituzione di una commissione paritetica (DPCM 3 luglio 2009) propedeutica per
definire i contenuti dei decreti attuativi che dovranno essere predisposti entro 2 anni dall'entrata
in vigore della legge.
E' prevista anche una commissione per il coordinamento della finanza pubblica da istituire con
uno di questi decreti. La commissione avrà carattere permanente e opererà in seno alla
conferenza unificata.
Il finanziamento delle funzioni trasferite alle regioni, attraverso l’attuazione del federalismo
fiscale, comporterà ovviamente la cancellazione dei relativi stanziamenti di spesa, comprensivi
dei costi del personale e di funzionamento, nel bilancio dello Stato.
A favore delle regioni con minore capacità fiscale - così come prevede l'art.119 della Costituzione
- interverrà un fondo perequativo, assegnato senza vincolo di destinazione.
Il federalismo fiscale introduce un sistema premiante nei confronti degli enti che assicurano
elevata qualità dei servizi e livello di pressione fiscale inferiore alla media degli altri enti del
proprio livello di governo a parità di servizi offerti. Viceversa, nei confronti degli enti meno
virtuosi è previsto un sistema sanzionatorio che consiste nel divieto di fare assunzioni e di
procedere a spese per attività discrezionali. Contestualmente, questi enti devono risanare il
proprio bilancio anche attraverso l’alienazione di parte del patrimonio mobiliare ed immobiliare
nonché l’attivazione nella misura massima dell’autonomia impositiva. Sono previsti anche
meccanismi automatici sanzionatori degli organi di governo e amministrativi nel caso di
mancato rispetto degli equilibri e degli obiettivi economico-finanziari assegnati alla regione e
agli enti locali, con individuazione dei casi di ineleggibilità nei confronti degli amministratori
responsabili degli enti locali per i quali sia stato dichiarato lo stato di dissesto finanziario.
Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria diventeranno
città metropolitane, contestualmente la provincia di riferimento cessa di esistere e sono
soppressi tutti i relativi organi a decorrere dall'insediamento della città metropolitana.
Roma Capitale è un ente territoriale, i cui attuali confini sono quelli del comune di Roma, e
dispone di speciale autonomia, statutaria, amministrativa e finanziaria, nei limiti stabiliti dalla
Costituzione.
L’attuazione del federalismo fiscale deve essere compatibile con gli impegni finanziari assunti
con il patto di stabilità e crescita.


BILANCIO DI PREVISIONE ANNO FINANZIARIO 2009 REGIONE BASILICATA


IMPOSTA REGIONALE SULLE                                                    214.000.000,00
ATTIVITA' PRODUTTIVE ART. 3
COMMI DA 143 A 149 L.23 12 96 N. 662


PROPOSTE

Fiscalità territoriale: obbligatorietà per le imprese allocate in Basilicata di stabilire la sede legale
nel territorio di produzione del profitto stesso ( oppure obbligatorietà per le imprese di pagare le
tasse nel territorio in cui lavorano e producono), al fine di favorire la conseguente ricaduta reale
in termini di aumento del P regionale e, di conseguenza, della capacità di spesa della finanza
                               .I.L.
locale.

Pubblica Amministrazione:
Pubblicazione on-line di tutte le entrate dei singoli consiglieri regionali, incluso diarie e rimborsi
spesa e quant’altro concorre alla formazione del proprio patrimonio personale;
Pubblicazione sul sito web www.basilicatanet.it del B.U.R. Basiicata riguardante la sezione Avvisi
e concorsi pubblici, attualmente non consultabile sopratutto da parte di coloro che sono in cerca
di occupazione;
Introduzione della Posta elettronica certificata obbligatoria per gli enti regionali e verso i
cittadini;
Abolizione delle Long List per le procedure di selezione del personale da assumere con contratti
di collaborazione, bensì istituzione di short list con procedure comparative di valutazione per la
selezione

Centri Servizio Territoriali: attuazione della legge su e-government con la predisposizione sui
territori della Basilicata di sportelli unici per la semplificazione burocratica, con i quali i cittadini si
possono interfacciare per qualsiasi esigenza legata ai propri diritti, unificazione degli sportelli
s.u.a.p. e u.r.p. ecc., accreditamento di professionisti di ogni settore e categoria per la formazione
di una banca dati al servizio del cittadino.

Sportello informativo: creazione di uno o più punti di consulenza tecnico-amministrativa dove
sia possibile attingere e visionare la documentazione sull'attività amministrativa e legislativa
regionale

Sportelli di Formazione: apertura di sportelli unici per la formazione, aventi la funzione di far
incontrare la domanda e l’offerta formativa presente in Basilicata; centro di accreditamento delle
società di formazione e luogo di accoglimento delle proposte formative derivanti dalle stesse,
centro di accoglimento delle necessità formative richieste dei singoli cittadini lucani.
Bilancio sociale: obbligo di presentazione del bilancio sociale, quale modalità di responsabilità
partecipata e di rendicontazione trasparente ai cittadini, dove gli amministratori pubblici
rendano conto, rispetto al proprio programma di mandato elettorale, sul l’utilizzo delle risorse
pubbliche gestite della P e sugli obiettivi conseguiti. Riconoscere una premialità agli enti locali
                           .A.
che approvano progetti per opere pubbliche o private rilevanti, riguardanti qualsiasi settore,
prevedendo processi partecipativi al fine di verificarne l'accettabilità sociale, la qualità
progettuale e la gestione della sicurezza condivisa;
valorizzare le esperienze già attivate in regione per la proposta e lo svolgimento di processi
partecipativi, in particolare quale principio cardine per le politiche di sviluppo sostenibile
Nel caso in cui l’ente locale risponda negativamente o non risponda alle richieste partecipative
dei cittadini entro trenta giorni,questi ultimi possono richiedere l’intervento di mediazione del
tecnico di garanzia in materia di partecipazione.


Statuto regionale: introduzione del referendum abrogativo per una legge regionale,del
referendum propositivo di legge regionale, di iniziativa legislativa popolare di legge regionale e
di petizione popolare legislativa. Modifica della legge elettorale regionale.

Concorsi di idee: Riconoscere una premialità a quegli enti locali che approvano progetti per
opere pubbliche o private (project financing) ricorrendo al concorso di idee, quale modalità
standard di progettazione e di qualità progettuale, avvalendosi di commissioni esterne
indipendenti, per la valutazione di merito, prevedendo a tal fine processi partecipativi per
verificarne l'accettabilità sociale e la gestione della sicurezza condivisa;

Privilegi della casta: Riduzione sostanziale degli emolumenti e degli stipendi spettanti ai
Consiglieri e Assessori regionali e provinciali e rivisitazione del gettone di presenza e di altri
benefit spettanti ai Componenti dei Consigli di Amministrazione a partecipazione pubblica.

Partecipazione popolare: Obbligatorietà di parere consultivo sui processi e sulle politiche di
sviluppo locale da parte dell’associazionismo del terzo settore (comitati cittadini, associazioni
culturali, ambientaliste, sociali, di volontariato, Onlus, Fondazioni, ecc.)

Riformulazione della Governance: Abolizione di enti sub regionali e provinciali inutili e di
quelli che replicano funzioni e servizi già in essere presso altre amministrazioni pubbliche, in
modo da favorire la reale sussidiarietà verticale.
Rafforzamento del ruolo delle Comunità Locali, quali organismi intermedi di scala sovra
comunale, per la gestione obbligatoria e associata di alcuni servizi locali, quali corpo comunale
di polizia, uffici tecnici, uffici paghe e contributi, gestione dei rifiuti, di canili comprensoriali, di
manutenzione strade intercomunali.


7. UNIVERSITA'

Nell’attuale contesto socio-economico, soprattutto relazionato ad un Mezzogiorno ancora
afflitto da divari e squilibri rispetto al resto del Territorio nazionale, più forte ed urgente appare
l’esigenza di una serie di riflessioni sull’ Università.
L’Università degli Studi della Basilicata dovrebbe fungere da volano di crescita per l’intero
Territorio regionale. Il nostro Ateneo dislocato sui due poli di Potenza e Matera deve diventare
realmente il cuore pulsante dell’economia regionale, a tal fine occorre elevare il ruolo
dell’Università degli Studi della Basilicata nella promozione qualitativa dei processi di sviluppo
della Regione. Questo contribuirebbe a creare opportunità per le professionalità e le eccellenze
che l'Università forma. Figure che valorizzerebbero questo Territorio qualora ne avessero la
possibilità e che sarebbero capaci di intercettare con le loro competenze i flussi economici,
dando impulso allo sviluppo territoriale. All’interno di una Regione piccola quale la Basilicata,
economicamente povera, eppure ricca di risorse naturali, culturali ed umane, crediamo sia
necessario sfruttare e sviluppare queste risorse e le materie prime presenti nel Territorio,
intrecciandole con le risorse umane presenti nell’Ateneo Lucano. Risorse umane che sfruttano le
loro competenze al di fuori della propria Regione.

Il Rapporto SVIMEZ 2009 sull'economia del Mezzogiorno nell’analisi dei dati relativi ai Flussi
migratori della Basilicata verso il Centro-Nord, evidenzia come il 22% della popolazione migrata
è laureata. Questo processo scaturisce da diversi fattori: le politiche gestionali in materia di
sviluppo della ricerca e dell’Università, le politiche gestionali in materia di occupazione delle
figure professionali, la scarsa efficienza dei servizi presenti nel territorio regionale e l’assenza di
una politica inerente al diritto allo studio.

Il nostro obbiettivo è valorizzare le eccellenze della nostra terra e incentivare un nuovo sistema
basato sulla meritocrazia, in modo che i figli del Sud non ereditino il destino dei propri padri e
non debbano lasciare la propria terra.

PROPOSTE

   •Finanziamenti trasparenti e vincolati atti ad aumentare l’offerta di servizi, quali, i trasporti
   poco efficienti specialmente nel collegamento tra i due capoluoghi di provincia;

   •incrementare la rete di collegamento con il resto d’Italia;

   •incentivare le comunicazioni aeree e la rete di comunicazione annessagli per i collegamenti
   con l’Europa, riscontrando una notevole crescita di studenti provenienti dalla comunità
   europea nella nostra regione per progetti quali “Erasmus”, “Leonardo” che potrebbero
   incentivare il turismo nella nostra regione;

   •miglioramento delle strutture, oggi, prive di dovute manutenzioni che arrecano non pochi
   scompensi alla fruibilità delle stesse, con la conseguente riduzione della tempistica per la
   realizzazione di nuove opere infrastrutturali;

•realizzazione o adeguamento di strutture già esistenti a residenze universitarie, tali da poter
soddisfare un utenza in continua crescita nella nostra regione, anche per rendere più
trasparente ed accessibile il mercato immobiliare della regione per sopperire il gravoso
problema del “caro affitto” cercando di tutelare in particolare i giovani e gli studenti

       •Piano pluriennale sul diritto allo studio;

       •Piano pluriennale sulle residenze universitarie;

       •Assegnazione della caserma Lucana a luogo della Cultura per la città di potenza;

       •Diffusione obbligatoria di Internet nelle scuole Lucane con l’accesso per gli studenti;
•Insegnamento obbligatorio della lingua inglese dall’asilo , spesa a carico della regione.

       •Risorse finanziarie della Regione erogate solo alla scuola pubblica;

       •Valutazione dei docenti universitari da parte degli studenti per singolo insegnamento
       con pubblicazione on-line dei risultati;

       •Insegnamento gratuito della lingua italiana per gli stranieri presenti in Basilicata;

       •Investimenti nella ricerca universitaria, nell’università e pubblicazione e riorganizzazione
       dei finanziamenti dati ai singoli dipartimenti da parte della regione;

       •Modifica legge regionale sull’ARDSU;

       •Integrazione Università/Aziende : attivazione di corsi di laurea fortemente legati alla
       richiesta del territorio, incentivazione ad aziende che assumono esclusivamente laureati
       provenienti dall’Università degli studi della Basilicata o provenienti da altri atenei che
       garantiscono la residenza in regione;

       •Sviluppo strutture di accoglienza degli studenti, Piano alloggi, accoglienza studenti
       stranieri.

       •Apertura scuola di specializzazione in viticoltura ed Enologia nel territorio del Vulture-
       Melfese ( Barile ) ;

   •Apertura scuola di specializzazione in Scienze Agrarie nel Metapontino;

La formazione deve essere fatta nelle università o negli istituti di ricerca, non esiste
formazione non professionalizzata, non bisogna sperperare denaro pubblico per favorire le solite
aziende, bisogna indirizzare la formazione al mondo lavorativo e imprenditoriale, bisogna
valorizzare la formazione universitaria per incentivare le eccellenze a restare nella nostra regione,
investendo le loro professionalità per le risorse primarie presenti sul nostro territorio investendo
le loro professionalità nella formazione degli altri realizzando aziende di professionisti
specializzati nei vari settori per Master e scuole di specializzazione realizzate ad-hoc in siti
predisposti alla ricerca specifica.

Bisognerebbe rendere più trasparente il sistema di finanziamenti dati per la ricerca:
bisognerebbe controllare maggiormente il sistema di finanziamenti ai dipartimenti universitari,e
inserire il laureato al centro del sistema , dare la possibilità di accesso ai fondi direttamente ai
laureati su presentazione di progetti di ricerca indirizzati a sfruttare soprattutto le risorse del
nostro
Territorio e incentivare in questo modo anche l’incremento di istituti e laboratori di ricerca in
Basilicata.

Facilitare l’ accessibilità ai laboratori di ricerca regionali per accrescere l’ esperienza
lavorativa.

Diritto allo studio “mensa universitaria, trasporti, residenze, servizi (carta dello studente, tassa
universitaria, orientamento per lo studente), incremento borse di studio in relazione al numero
degli iscritti.

Sprechi e controlli: istituzione di una commissione reale creata ad hoc con un calendario di
incontri stabilito, che si occupi di controllare eventuali sprechi di denaro per la docenza esterna
incentivando la stessa a risiedere in Basilicata e che funga da collegamento reale tra Regione e
Università.



8. POLITICHE FORMATIVE E POLITICHE DEL LAVORO

Il presente programma si compone di diversi punti che devono essere tra loro integrati in quanto
costituiscono, ognuno di essi, elementi in grado di incidere sul Sistema Basilicata in senso
orizzontale, ossia agendo su tutti i segmenti della società.

E’ un programma che tiene conto degli obiettivi strategici contenuti nel P FSE Regione.O.
Basilicata 2007/2013 e dei risultati da raggiungere definiti nell’”agenda di Lisbona”.
Più in generale il presente programma si pone come obiettivo di incidere significativamente su
quegli indicatori del mercato del lavoro che si presentano, all’inizio del 2007 in Basilicata, sotto la
media nazionale e più in generale collocano la Basilicata agli ultimi posti rispetto a:
    otasso di occupazione totale;
    otasso di occupazione femminile;
    otasso di occupazione della classe di lavoratori 55/64 anni.
Ulteriore elemento che deve essere preso in considerazione, sulla base dei dati ISFOL, è la
bassissima influenza dei centri dell’impiego nell’incrocio tra domanda e offerta di lavoro. La
Basilicata si colloca, infatti, negli ultimi posti nel “sostegno” istituzionale alla ricerca attiva del
lavoro.
Infine, il programma intende valorizzare le analisi condotte dal FORMEZ sui PIT, ed in particolare
le azioni che SUIGENERIS intende attivare saranno strettamente connesse ai reali bacini di
impiego presenti sul territorio in una logica di SVILUPPO LOCALE, intesa quale priorità strategica
integrata con il sistema produttivo esistente, le risorse naturali presenti e lo sviluppo eco-
sostenibile.
Le condizioni di fattibilità organizzativa ed economica dei punti che seguono sono garantite
dalle risorse stanziate a valere sul POR FSE Basilicata 2007/2013. Attualmente sono stati
impegnati circa 100.000.000 di € sui circa 320.000.000 di € programmati. Vi sono risorse,
pertanto, che possono garantire la fattibilità tecnica ed economica delle iniziative che
SUIGENERIS intende promuovere ed attivare.
Sulla stregua di questi presupposti i punti programmatici sono:

Organizzazione del sistema dei servizi pubblici per l’impiego

In Basilicata vi sono 16 unità territoriali che devono operare con il fine di favorire l’incrocio tra
domanda e offerta di lavoro.
La Regione Basilicata ha stanziato, nel 2007, € 2.000.000,00 per sostenere gli operatori dei servizi
pubblici di cui alle unità territoriali attraverso attività di affiancamento, consulenza e formazione.
A distanza di 3 anni dall’esecuzione del servizio nessun risultato significativo è stato prodotto.

SUI-GENERIS intende promuovere politiche e misure in grado di:

    •contribuire a migliorare l'occupabilità dei soggetti in cerca di lavoro,
•sviluppare e promuovere le politiche attive del lavoro,

intervenendo sul miglioramento e la qualificazione dei servizi pubblici per l'impiego in coerenza
con i programmi e le raccomandazioni comunitarie, nazionali - in materia di sviluppo delle
condizioni di occupabilità e dell'occupazione - ed in attuazione del decreto legislativo 469/97 e
della legge regionale n. 33 del dicembre 2003.
Considerata la complessiva inadeguatezza dei servizi offerti in precedenza, si intendono adottare
misure per il finanziamento e per il funzionamento dei nuovi servizi pubblici per l’impiego nelle
diverse realtà territoriali, favorendo la diversificazione dei servizi da erogare e l’integrazione delle
strutture pubbliche con le realtà private nella gestione delle politiche del lavoro all’interno delle
strategie regionali per l’occupazione.
Il processo di costituzione, sistematizzazione, organizzazione, omogeneizzazione dei nuovi
servizi per l’impiego si pone come obiettivo principale quello di:

   •potenziare e qualificare il sistema dei servizi pubblici per l'impiego al fine di sviluppare
   azioni a carattere preventivo della disoccupazione di breve e di lunga durata,
   •erogare servizi mirati sia alle imprese che alle persone in cerca di occupazione e non.




Inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro di giovani ed adulti secondo un
approccio preventivo


Questo punto programmatico intende promuovere azioni ed interventi finalizzati a prevenire la
disoccupazione di lunga durata che la Basilicata soffre da almeno un decennio.


Il punto, infatti, mira a realizzare una serie di azioni a carattere preventivo per giovani e adulti in
stato di disoccupazione rispettivamente da meno di sei mesi e da meno di dodici mesi, e per
giovani in obbligo formativo.


Gli obiettivi da perseguire sono:


           ol’attivazione di azioni di formazione per l’obbligo formativo, la formazione per
           l’apprendistato, la creazione di percorsi di inserimento lavorativo;
           ol’attivazione di azioni di “work-experience”, per l’ingresso od il reingresso nel mondo
           del lavoro;
           oil sostegno alla mobilità geografica;
           ola creazione di percorsi integrati di inserimento lavorativo.



Saranno attivate tre azioni;


Percorsi formativi integrati in obbligo formativo e percorsi formativi integrati di
inserimento professionale


L’azione mira a realizzare interventi a carattere integrato (con accoglienza, counseling,
formazione frontale, orientamento in ingresso, stage) con significative esperienze di permanenza
in aziende, per giovani che hanno assolto l’obbligo scolastico, finalizzati all’acquisizione di
qualifiche di base per l’assolvimento dell’obbligo formativo. Gli interventi formativi sono
destinati a soggetti che sono alla ricerca attiva di lavoro da meno di sei mesi.


Si intende promuovere quattro tipologie di interventi:


   •   percorsi formativi mirati al conseguimento dell’assolvimento dell’obbligo formativo
       (formazione frontale, counseling, accoglienza, orientamento in ingresso per stage); si
       prevedono due tipologie di attività:


   •   attività formative integrate di natura pluriennale (massimo tre anni) per soggetti in uscita
       dalla scuola dell’obbligo;


   •   attività annuali o biennali per soggetti che hanno abbandonato gli studi e che sono in
       possesso di crediti formativi, acquisiti anche mediante esperienze lavorative precedenti


   •   formazione di base e per adeguamento delle competenze;


   •   formazione finalizzata all’inserimento e reinserimento lavorativo.


Percorsi formativi integrati e di work-experience


La Regione Basilicata ha già attivato nel 2002 progetti di work experience che sono risultati
inequivocabilmente inefficaci anche in considerazione delle risorse impiegate. SUIGENERIS
intende promuovere iniziative che siano effettivamente in grado di contribuire alla soluzione dei
problemi di disoccupazione giovanile e non, attraverso un impianto formativo che coinvolga
direttamente il sistema rendendo “conveniente” l’opportunità di impiego e strategica
l’opportunità di auto impiego per i giovani. In questa logica si inseriscono:


i piani di inserimento professionale (PIP) attraverso i quali si potranno creare condizioni di
sviluppo di azioni verticali di promozione diretta dell’occupazione e di azioni orizzontali con il
coinvolgimento dei Centri per l’Impiego che potranno disporre di ulteriori informazioni sui profili
professionali in cerca di occupazione;


Tirocini e stages formativi e di orientamento: da svolgersi ai sensi della normativa vigente,
presso le imprese, i servizi e gli studi professionali.


La durata dei tirocini sarà concordata con i soggetti ospitanti fino ad un massimo di 5 mesi


Elemento assolutamente innovativo rispetto alle precedenti esperienze adottate dal
Dipartimento formazione della regione Basilicata è la circostanza che le imprese e gli studi
professionali che ospitano in tirocinio potranno accedere ai successivi progetti di tirocinio solo
dopo aver dimostrato di aver trasformato in contratti di lavoro almeno il 30% dei soggetti inseriti
nelle esperienze precedenti. Nel caso in cui l’offerta di tirocini da parte delle imprese fosse
superiore alla disponibilità finanziaria annuale prevista, la selezione delle imprese avverrà in base
ai seguenti criteri: % di trasformazione di precedenti esperienze in contratti, qualità
dell’intervento riscontrato a seguito delle azioni di monitoraggio e valutazione, benefits concessi
al tirocinante


Accompagnamento


Per questa azione si intende promuovere le seguenti tipologie di interventi:


           oanalisi dei fabbisogni formativi anche per la progettazione di interventi formativi;
           ostudi e ricerche in materia di politiche attive del lavoro secondo un approccio
           preventivo e curativo;
           oazioni di sensibilizzazione delle imprese e per target di utenza;
           oinformazione e pubblicità dei servizi offerti e delle opportunità di inserimento
           professionale e lavorativo esistenti;
           omonitoraggio e costruzione di basi statistiche che prevedano anche un’analisi di
           genere del fenomeno.


Inserimento e reinserimento lavorativo di disoccupati di lunga durata


       SUIGENERIS intende sperimentare             azioni ed interventi finalizzati alla cura della
       disoccupazione di lunga durata.


       Gli obiettivi strategici di questa punto del programma sono:


           ol’attivazione di azioni di “work-experience”, per l’ingresso od il reingresso nel mondo
           del lavoro;
           oil sostegno alla mobilità geografica;
           ola creazione di percorsi integrati di inserimento lavorativo;



Adeguamento del sistema della formazione professionale
Nel corso degli ultimi anni, innovazioni normative hanno interessato i sistemi della
      formazione, dell’istruzione e del lavoro. La legge 196/97, i diversi accordi per il lavoro del
      1996 e del 1998 e, da ultime, la L. 30/03 di riforma del mercato del lavoro e la L. 53/03 di
      riforma del sistema di istruzione e di formazione, così come la L.R. 33/03 di riforma della
      formazione professionale, hanno indicato un precorso fortemente orientato alla
      qualificazione ed all’integrazione dei tre sistemi su menzionati, al fine di migliorare i
      modelli di intervento delle politiche attive del lavoro.


      Il nuovo sistema della formazione disegnato dalla L.R. 33/03, di riforma del settore,
      richiede una rafforzata politica per la gestione ed il potenziamento delle risorse umane
      operanti nel sistema della formazione professionale regionale. Gli obiettivi dell’azione
      consistono, pertanto, nella promozione e nello svolgimento di tutte le operazioni
      necessarie alla qualificazione del personale delle strutture formative degli enti e degli
      organismi di F ., in presenza di un rigoroso sistema di accreditamento. Si registrano in
                      .P
      Basilicata circa 200 organismi di formazione, spesso figlie di apparati estranei al mondo
      della formazione. Si ritiene che il sistema dell’accreditamento debba essere rivisto.


      SUIGENERIS intende promuovere nuovi strumenti di qualificazione del sistema formativo
      regionale attraverso:


      la Certificazione delle competenze e dei crediti formativi in raccordo con i criteri e le
      modalità definite nell’ambito di un modello nazionale, orientata alla costruzione di un
      sistema di unità formative capitalizzabili e ad un modello di certificazione dei crediti
      formativi, anche mediante la predisposizione di uno specifico libretto formativo in cui
      sono registrati i crediti formativi e le competenze professionali acquisite. Le linee di
      intervento riguarderanno:


                 la definizione di un modello condiviso di unità formative, integrato con i vari
                 segmenti del sistema educativo e formativo;

                 identificazione, per ogni unità formativa, delle competenze raggiungibili,
                 specifici o comuni a più profili;

                 definizione ed approntamento del libretto formativo del cittadino, che
                 accoglie i crediti formativi e le competenze professionali acquisite.


La creazione di sistemi informativi e di rete in grado di potenziare il sistema informativo e
telematico regionale al fine di costruire un sistema di:


                 banche dati con informazione dettagliate sugli organismi di formazione
                 professionale, sui contenuti formativi dei corsi, ecc..;

                 consentire scambi di informazioni e di dati in tempo reale tra gli organismi
                 pubblici in materia di corsi ed attività formative ;

                 raccolta di progetti, informazioni sulle opportunità formative.
Sviluppo della competitività delle imprese e formazione continua con priorità alle PMI


SUI-GENERIS vuole migliorare il sistema della formazione nelle imprese e per le imprese; Si vuole
mettere in condizione le imprese, in modo particolare le PMI, di avere opportunità per
migliorare l’istruzione e la formazione professionale dei propri dipendenti e/o futuri dipendenti.


Formazione continua Si tratta di un intervento mirato al rafforzamento del sistema formativo
regionale. L’azione è rivolta alle aziende che hanno necessità di qualificare e/o riqualificare il
proprio personale dipendente. Tale azione prevede di effettuare interventi di formazione
specifica e generale.


Si intendono promuovere le seguenti tipologie di interventi:


   •   servizi per la diagnosi dei fabbisogni professionali interni e per la progettazione degli
       interventi finalizzati alla formazione continua;


   •   azioni formative per lo sviluppo di competenze anche nell’ambito della gestione di
       processi produttivi orientati alla qualità totale;


   •   formazione connessa con lo sviluppo delle nuove tecnologie di comunicazione, di
       marketing, di informazione, commerciali (es. il commercio elettronico), ecc.;


   •   formazione di personale dedicato ai processi di commercio con l’estero e di
       internazionalizzazione di impresa;


   •   formazione per la valorizzazione di personale immigrato per la gestione di impianti
       all’estero, particolarmente all’interno di joint – ventures;


   •   formazione continua in favore delle imprese cooperative e del terzo settore. Questa
       tipologia formativa dovrà contenere un’analisi dei fabbisogni formativi dell’impresa o
       delle imprese interessate. Tale analisi dovrà evidenziare le necessità di formazione
       specifica e/o di formazione generale e degli eventuali fabbisogni di azioni strumentali per
       la conciliazione vita-lavoro


Formazione finalizzata all’occupazione


Saranno promosse azioni rivolte alle aziende che hanno necessità di formare delle unità in vista
di prossime assunzioni. Tali azioni prevedono l’effettuazione di interventi di formazione specifica
e generale. Tale azione comprende la seguente tipologia di interventi:
formazione finalizzata all’occupazione nelle imprese regionali ed extra-regionali che si insediano
nella regione;


sperimentazione di percorsi formativi e modelli idonei alla imprenditorialità diffusa, predisposte
nell’ambito delle procedure di concertazione locale, con particolare riferimento al
consolidamento della rete di PMI e la gestione condivisa di servizi di rete (logistica,
manutenzione impianti,


Sostegno alle politiche di flessibilità


Saranno sperimentate azioni tese al rafforzamento delle politiche di flessibilità all’interno delle
imprese, in maniera particolare all’interno delle PMI, presenti sul territorio regionale. Trattasi di
interventi finalizzati, quindi, alla flessibilità sia come tipologia contrattuale sia alla flessibilità
degli orari di lavoro; finalizzati, comunque, all’incremento occupazionale netto. Vengono
concessi contributi alle aziende, che applicano / sperimentano azioni positive per la flessibilità
nei seguenti ambiti:


progetti articolati per consentire forme di flessibilità degli orari e dell’organizzazione del lavoro;


progetti articolati per consentire alla lavoratrice madre od al lavoratore padre, anche quando
uno dei due sia lavoratore autonomo, ovvero quando abbiano in affidamento od in adozione un
minore, di usufruire di particolari forme di flessibilità degli orari e dell’organizzazione del lavoro
(part – time reversibile, telelavoro, lavoro a domicilio, orario flessibile in entrata od in uscita,
banca delle ore, flessibilità sui turni, orario concentrato), con priorità per i genitori che abbiano
bambini fino ad otto anni di età o fino a dodici anni in caso di affidamento o di adozione;


programmi di formazione per il reinserimento dei lavoratori dopo il periodo di congedo;


progetti che consentano la sostituzione del titolare di impresa o del lavoratore autonomo, che
benefici del periodo di astensione obbligatorio o dei congedi parentali, con altro imprenditore o
lavoratore autonomo;


progetti che consentano forme di flessibilità degli orari e dell’organizzazione del lavoro per
giovani che hanno assolto all’obbligo formativo, per adulti disoccupati di lunga durata e donne;


progetti che consentano modelli organizzativi finalizzati all’implementazione del telelavoro e
della formazione continua a distanza in impresa.


Cervelli in azione : eccellenze lucane

In seguito agli accordi di Lisbona e Barcellona, l’Italia ha sottoscritto l’impegno a fare dell’Europa
l’area leader nell’economia della conoscenza e della ricerca.
A tal fine SUIGENERIS intende in via del tutto innovativa promuovere interventi volti a favorire
l’erogazione di borse di studio per la realizzazione di progetti di ricerca nell’area dell’innovazione
tecnologica e del trasferimento tecnologico alle imprese, in raccordo con i sistemi dell’Università
degli Studi della Basilicata e della Ricerca.
Si intende incrementare i profili di innovatività ed effettività della ricerca e a favorire un proficuo
inserimento di professionalità elevate e rispondenti alle esigenze del sistema produttivo del
territorio.
Tale scelta, improcrastinabile ed indifferibile individua nella diffusione dell’innovazione e della
conoscenza i fattori essenziali per guidare i cambiamenti e sostenere i processi di miglioramento
della competitività dei sistemi di impresa e dei contesti produttivi.
Saranno concesse borse di studio per la realizzazione di:
   •   progetti di ricerca applicata e/o trasferimento tecnologico di durata annuale;
   •   progetti di ricerca applicata e/o trasferimento tecnologico di durata biennale.


Rientrano nella categoria di progetti di ricerca applicata e/o trasferimento tecnologico i progetti,
proposti congiuntamente dal ricercatore, dall’ente di ricerca di riferimento e dall’azienda, che:
   • prevedano esplicite ricadute sul business aziendale;
   • che siano finalizzati in maniera chiara e verificabile all’innovazione di prodotto e/o
       processo.
Le candidature saranno proposte dal ricercatore attraverso la compilazione di un progetto di
ricerca, condiviso da un’azienda e da un ente di ricerca, che abbiano sede operativa in Basilicata:
Università pubbliche e private riconosciute dall’ordinamento nazionale, Istituti Universitari
riconosciuti dal MIUR, Parchi Scientifici e Tecnologici, nonché Enti di ricerca pubblici e privati no
profit a partecipazione pubblica.
Il perseguimento degli obiettivi definiti dal progetto deve essere garantito, previa sottoscrizione
di specifico atto di impegno nei termini che potranno essere concordati di volta in volta.



9. POLITICHE DI GENERE

Premessa
La condizione delle donne, la loro libertà, l’affermazione dei loro diritti come diritti umani
universali, la condivisione del potere fra uomini e donne saranno la misura del grado di civiltà
della
nuova Europa.
Non si tratta di un’affermazione di principio, ma di un vero e proprio impegno programmatico,
basato sull’osservazione attenta dello sviluppo e della crisi degli stati nazionali, attraversati da
processi di modernizzazione di cui le donne sono state in gran parte protagoniste e di cui
portano successi, ma anche ferite.


Il cambiamento dei modelli di produzione, la dimensione extra-nazionale crescente dei processi
economici, finanziari e di mercato, la globalizzazione dei modelli di consumo, le grandi
migrazioni, il dissolvimento della coesione delle comunità locali, il fenomeno della
localizzazione, sono alcuni dei tratti che caratterizzano profondamente il senso di cambiamento
dei partiti, o dei movimenti politici, come mediazione fra i cittadini e le istituzioni.

I processi di modernizzazione globali imprimono alla nostra società una velocità di mutamento
senza precedenti.
Le persone vivono sempre più immerse nel rischio e nell’insicurezza, e non trovano nella politica
tradizionale risposta alle proprie ansie e alle proprie aspettative. Cresce la volontà di competenza
individuale sulle decisioni che riguardano la propria vita, in un quadro però non più di collettività
coese, ma quasi di moltitudine di individui uniti in un’opinione pubblica che vuole contare su
singoli aspetti del proprio futuro: pace, ambiente, qualità dei prodotti, accesso
all’informazione…
La prospettiva di una società europea della conoscenza come inclusione sociale e nuovo
modello di sviluppo non ha ancora strategie credibili né nelle politiche nazionali, né nella
dimensione statale, regionale e cittadina.




C’è quindi bisogno , che la politica locale si faccia coraggiosa per seguire le forze di progresso,
democratiche, a partire dalla ridefinizione degli obiettivi e i metodi da attuare per andare in
contro alle esigenze della popolazione, e soprattutto nei confronti delle classi e fasce che vivono
degli svantaggi all’interno di essa.


La Basilicata è stata una delle regioni del sud Italia inserite nell’obiettivo 1 dell’ Unione Europea, e
uno dei principi di quest’ultimo è proprio quello del rilancio delle regioni sottosviluppate,
rispetto alla media europea, tramite le pari opportunità e l’eliminazione della
discriminazione(naturalmente questi sono solo 2 dei principi), mettendo a disposizione fondi per
la realizzazione di progetti da parte degli enti territoriali regionali.( vedi: Fondo Sociale Europeo e
il progetto progress).


PARI OPPORTUNITA' DONNE-UOMINI.
L’ingresso massiccio delle donne nel mercato del lavoro, la ricerca di un lavoro non solo come
fonte di reddito, ma come realizzazione di sé, la maggiore scolarizzazione e il maggiore successo
formativo, l’esigenza di politiche pubbliche di welfare tese a redistribuire il carico del lavoro di
cura, la richiesta di armonizzazione fra tempi della vita quotidiana, lavoro, maternità,
l’aspirazione ad una libertà non solo materiale, ma di tenore e stile di vita ci dicono di una forza
femminile che, migliorando la condizione delle donne, ha migliorato le nostre società.
Nel contempo, però, permangono elementi di forte debolezza sociale, che ci fanno dire che le
donne danno molto più di quanto ricevono dall’organizzazione sociale.
Infatti, anche nell’avanzata Europa, assistiamo alla femminilizzazione della povertà, la
disoccupazione e il precariato sono fenomeni soprattutto femminili, specie nelle aree di minore
sviluppo, come il nostro Mezzogiorno.
Il peso quantitativo e qualitativo delle ore lavorate è sulle spalle delle donne, l’esiguità delle reti
di welfare locale taglia diritti e opportunità femminili, una società poco dinamica per non dire
bloccata impedisce il pieno dispiegamento dei talenti femminili nei percorsi professionali e nelle
carriere. Le politiche di inclusione sociale stentano ad assorbire un impatto di genere: basti
pensare alla condizione delle donne straniere e ai sistematici attacchi alla laicità dello stato.
E’ in questo insieme di forza e debolezza che si colloca la crisi di rappresentanza delle istituzioni e
della politica che ha la sua manifestazione visibile nel distacco delle donne da una politica
considerata troppo maschile e da una percentuale di elette incredibilmente bassa.
Insomma le donne non accedono ai livelli alti della scala sociale e rimangono
tendenzialmente escluse dalle sedi di decisione e di potere della politica.


Esistono leggi europee( Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea , Trattato di
Amsterdam (1997), art. 2, 3, 13, 118, 119, 136, 137, 141 e 251, Trattato di Maastricht )( e statali
(D.lgs. 11 aprile 2006, n. 198) che difendono la donna nei luoghi e non di lavoro, promuovono
l’integrazione sociale, politica e lavorativa, ma se poi entriamo nel pratico ci rendiamo conto che
queste leggi non sono attuate, ma rimangono scritte su codici e siti internet.
Bisogna quindi creare i metodi e i presupposti perché queste leggi vengano seguite e
sensibilizzare ed educare le persone perché ciò avvenga.
Quindi cosa ci proponiamo di fare perché ciò non avvenga più?


•Creare una commissione formata di donne e uomini elette ed eletti tra le diverse associazione
presenti nei territori, ma non limitandosi ai capoluoghi, bisogna cercare di entrare nei diversi
comuni, o almeno individuare delle macroaree, costituire le diverse commissioni creando una
rete di confronto dialogo e programmazione nella regione. Questa rete dovrà essere formata da
figure professionali di diverso genere: psicologhe/i, statiste/i, casalinghe/i, funizionarie/i
pubbliche/i, studentesse/i, ecc. perché tutto questo?per fere in modo che la commissione prima
di programmare o cercare una soluzione ai problemi e i disagi, sia capace di ascoltare e capire le
esigenze del territorio in tutti gl’ambienti e i campi, fino ad arrivare al punto di poter prevenire
anziché curare.


•Fornire strutture e servizi alle famiglie e/o alle mamme lavoratrici. Con i continui tagli che
vengono fatti dallo Stato nei confronti delle amministrazioni locali, come i comuni, i servizi alla
popolazione diventano sempre più carenti. Una donna, non solo ma in questi casi siamo molto
spesso noi a pagarne le conseguenze, non ha l’occasione di emanciparsi e lavorare se non ha la
possibilità di mandare il figlio o la figlia all’asilo nido o alla suola materna. Questi servizi a livello
pubblico dovrebbero essere rafforzati, visto che esistono nel Capoluogo di Regione circa 500
posti in tutto per i bambini da 3 a 36 mesi, e probabilmente non sono sufficienti, e soprattutto
ampliamento degl’orari fino al pomeriggio, visto che è un punto presente all’interno del
regolamento comunale degl’asili potentini, ma nessuno di questi effettua servizio dopo le 14,30.
Orari flessibili,
•Sussidi economici, consulenze e asili nido gratuiti per ragazze madri, per dar loro l’occasione di
terminare gli studi e indirizzarsi al lavoro, con orari che permettano alla donna di dedicarsi al
bambino.


•Creazione di infrastrutture e centri polifunzionali dove tenere attività di cure alternative, come
l’arteterapia, musicoterapia, terapia sportiva da realizzare in concomitanza alle cure mediche, per
donne che hanno subito violenze sessuali, fisiche o che soffrono di depressione. La commissione
sopraccitata al punto A deve occuparsi di monitorare e garantire che non si verifichino episodi di
violenza o stalking nei luoghi di lavoro e non solo.
DIVERSAMENTE ABILI.
La Basilicata è una regione che nei servizi da prestare alle persone diversamente abili ha ancora
molte carenze. Spesso, anzi sempre, vivere una disabilità, soprattutto nel mezzogiorno, non è
cosa facile, sia per la persona direttamente interessata, sia per la famiglia che gli sta accanto.
Nella nostra regione le carenze in merito sono davvero troppe, sia a livello strutturale,
architettonico, dei trasporti, nell’accessibilità del turismo, a livello sanitario e anche di abitazioni.
Le nostre proposte a riguardo:

•Creare reparti ospedalieri, con figure mediche altamente professionalizzate, per dare la
possibilità alle persone afflitte da gravi patologie invalidanti di rimanere in regione per le cure
ospedaliere. Ci sono diverse figure mediche che mancano nella nostra azienda ospedaliera
soprattutto per ciò che concerne la             chirurgia neonatale invalidante, (es. mancano
cardiochirurghi e neurochirurghi neonatali.).

•Dare sussidio alle cooperative e associazioni che si occupano di offrire servizi alle persone e alle
famiglie con casi di disabilità. Oltre a rafforzare i finanziamenti, sarebbe il caso di mettere a loro
disposizione centri di assistenza e polifunzionali, dove organizzare attività per queste persone,
centri di recupero psico-fisico-motorio. Visto che anche qui per ricevere questi servizi bisogna
recarsi in nord Italia. Le persone diversamente abili perché possano ottenere dei risultati di vero
miglioramento, sia a livello fisico che psico-cognitivo, dipende dal problema che si presenta,
hanno bisogno di cure costanti, non si può pensare di fare per esempio una fisioterapia di dieci
giorni ogni quattro mesi, non è adatto alle loro esigenza, inoltre oltre al disagio fisico si aggiunge
quello morale e psicologico per le famiglie costrette a stare lontane dalle proprie case e dai
parenti, e anche il disagio economico per il viaggio e il pernottamento in alcuni casi.

•Ampliamento dell’offerta delle case domotiche che rendono la persona diversamente abile
autonoma.

•Abbattimento delle barriere architettoniche e adeguamento dei percorsi in tutti i comuni,
adeguamento dei trasporti. Rendere le persone diversamente abili autonome fuori casa è per la
famiglia un aiuto grandissimo.


•Proposta di creare un turismo accessibile per queste persone al fine di dare grande esempio di
democrazia, senso umano e civico a tutta l’Italia creazione a Matera di un’agenzia di
coordinamento e accoglienza, vantaggi economici per il territorio.
10. SANITA'

Il   paziente     al   centro:    salute     come     diritto    da    tutelare    e    promuovere.

Il Servizio Sanitario Regionale dovrebbe essere un sistema di diritti e garanzie per la tutela della
salute e del benessere della persona. L'utente deve essere la figura centrale della
programmazione sanitaria. L'assistito deve essere soddisfatto in tutte le sue esigenze.
L'umanizzazione deve essere il principio che sottende a tutte le attività, le azioni e le
programmazioni sanitarie, socio-sanitarie e sociali perché prendersi cura delle persone e non
della sola malattia, della disabilità o della fragilità, costituisca l'elemento fondamentale per
favorire una relazione di vero aiuto e per individuare le strategie comunicative che allevino la
sofferenza. Tutto deve essere programmato per garantire salute a chi ne ha bisogno, in un
quadro di incessante mutamento e innovazione tecnologica prodotta dalla ricerca scientifica,
dove la sfida più grande è la sostenibilità economica dei sistemi sanitari nell'ambito della
devolution e del federalismo fiscale.

Nella nostra Regione il Servizio Sanitario presenta profonde contraddizioni e notevoli carenze,
soprattutto per ciò che attiene ai servizi sanitari territoriali, alla prevenzione, all'educazione
sanitaria, alla tutela della salute mentale, e alla riabilitazione. Nonostante ciò, i servizi esistenti
dovrebbero essere potenziati e riqualificati, sia dal punto di vista tecnico-strutturale, sia dal
punto di vista organizzativo. Un buon Servizio Sanitario, l'eccellenza, i servizi e l'organizzazione
ottimale non possono prescindere da figure professionali valide. Occorrerebbe valorizzare
queste professionalità sanitarie come leva per il cambiamento e l'innovazione. Questo non potrà
mai essere realizzato fintanto che la progressione di carriera avverrà basandosi su logiche
clientelari e di partito.
Dunque, un Servizio Sanitario reso capace ed efficiente da professionalità valide costituirebbe un
polo d'attrazione oltre che per gli utenti Lucani anche per gli utenti delle Regioni limitrofe, con
conseguente diminuzione della migrazione sanitaria passiva ed aumento di quella attiva. Questo
miglioramento in termini d'efficienza porterebbe ad un consistente risparmio sul Fondo
Sanitario Regionale.

Le proposte:
      • Garantire l’accesso alle prestazioni essenziali del Servizio Sanitario Regionale
         universale e gratuito;
      • Ticket proporzionali al reddito per le prestazioni non essenziali;
      • Promuovere l’uso di farmaci generici e fuori brevetto, equivalenti e meno costosi
         rispetto ai farmaci “di marca” e più sicuri rispetto ai prodotti di recente approvazione;
      • Proporre la prescrizione medica dei principi attivi invece delle marche delle singole
         specialità a livello nazionale;
      • Programma di educazione sanitaria indipendente pubblico e permanente sul corretto
         uso dei farmaci, sui loro rischi e benefici;
      • Politica sanitaria Regionale di tipo culturale per promuovere stili di vita salutari e
         scelte di consumo consapevoli per sviluppare l’autogestione della salute (operando
         sui fattori di rischio e di protezione delle malattie) e l’automedicazione semplice;
      • Informare sulla prevenzione primaria (alimentazione sana, attività fisica, astensione
         dal fumo) e sui limiti della prevenzione secondaria (screening, diagnosi precoce, ect.),
         ridimensionandone la portata, perché spesso risponde a logiche commerciali;
      • Sistema di misurazione della qualità degli interventi negli ospedali (tassi di successo,
         mortalità, volume dei casi trattati ecc.) di pubblico dominio;
•   Proporre la separazione delle carriere dei medici pubblici e privati, non consentire a
    un medico che lavora in strutture pubbliche di operare nel privato a livello nazionale;
•   Incentivare della permanenza dei medici nel pubblico, legandola al merito con tetti
    massimi alle tariffe richieste in sede privata;
•   Criteri di trasparenza e di merito nella promozione dei primari;
•   Costituire liste di attesa pubbliche e on-line;
•   Convenzioni con le strutture private rese pubbliche e on-line;
•   Investire sui consultori familiari;

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  • 1. IMMAGINA LA BASILICATA Immaginare la Basilicata del futuro oggi è difficile, ma possibile. É vero, la crisi finanziaria che ha colpito il sistema economico globale ha di fatto approfondito ulteriormente il divario tra i paesi ricchi e i paesi in forte ritardo di sviluppo, ed ancora oggi non lascia intravedere uno spiraglio di luce che riporti le dinamiche mondiali ad un equilibrio positivo per l'umanità. La Basilicata, e in realtà tutto il sud del paese Italia, sono tra i territori che stanno accusando questa crisi in misura maggiore, non riuscendo a trovare forme e strategie di rilancio efficaci. La nostra regione, con i suoi 591 mila abitanti e con una densità di popolazione (60,7 ab/kmq) tra le più basse di Europa, vive una contraddizione paradossale in cui agli abitanti non sono garantite le forme minime di vivibilità e di ricchezza. Nell'ultimo decennio la Basilicata ha visto l'emigrazione di circa 1000 abitanti per anno, con un trend negativo sempre maggiore a differenza dell'Italia e del resto del mezzogiorno che, invece, registrano gli stessi numeri ma con un segno positivo. Nel dettaglio è dimostrato che i Lucani lasciano la Basilicata per dirigersi non solo al nord o nel resto d'Europa, ma anche in paesi vicini come Puglia, Campania, Calabria e Molise. Tali flussi sono dovuti essenzialmente alle negative condizioni lavorative che ormai fanno registrare un tasso di disoccupazione pari al 10% e un tasso di occupazione del 49,8% della popolazione compresa tra i 15 e i 65 anni, considerando anche i lavori a tempo determinato. Inoltre, la nota più critica riguarda il fatto che ad emigrare sono per la maggior parte i cittadini che hanno un età compresa tra i 25 e i 45 anni, ovvero la parte più attiva e propulsiva della nostra comunità regionale e con loro partono le competenze e le risorse necessarie alla rinascita di questa terra. La realtà è che, sebbene in Basilicata siano stati stanziati più soldi in assoluto per la formazione dei giovani, non si è riuscito a creare un sistema lavorativo in grado di assorbire tale forza lavoro. La conseguenza è il progressivo e massiccio spopolamento a cui assistiamo ogni anno. Oggi la Basilicata ha il dovere di esprimersi come territorio leader e per farlo ha bisogno che tutte le sue componenti Governative, Amministrative, Formative, Produttive e Sociali vengano coordinate al fine di creare una condizione di benessere comune per la società lucana. La Basilicata può essere un posto bellissimo in cui vivere ed è così che il Movimento Politico Contro L'Indifferenza “SUI-GENERIS” vuole immaginarla. E' nella ricerca di un benessere globale che SUI-GENERIS avvierà un percorso volto a mutare le attività di comunicazione e di azione che fino ad oggi non hanno creato alcuna ripercussione sul territorio rivelandosi scoordinate e in alcuni casi anche divergenti rispetto agli obiettivi da raggiungere. SUI-GENERIS, nel suo programma intende sviluppare una politica tesa a fronteggiare la crisi profonda che questa regione sta vivendo, attivando Programmi di Emergenza e Azioni di Consolidamento, che partano da dati tecnici e studi concreti e che possano esprimere la reale situazione del sistema Basilicata. Non solo. SUI-GENERIS intende valorizzare la partecipazione dei cittadini all'amministrazione della “cosa pubblica”. Il programma prevede infatti la realizzazione di Organismi di Controllo Locali capaci di raccogliere dati relativi allo stato di benessere del territorio e di proporre idee e
  • 2. soluzioni fattibili ai problemi peculiari di ogni singola area. La Basilicata siamo noi cittadini lucani ed è nostra responsabilità invertire la rotta. Il cambiamento, quello vero, è possibile a partire da noi, dalla nostra identità, dalla dinamicità e dalla professionalità che da sempre ci contraddistinguono come una popolazione ricca di risorse. La parola chiave è riconoscibilità. Uno degli obiettivi che SUI-GENERIS si prefigge di raggiungere, è la promozione del “made in site” della Basilicata, ovvero la sua produzione, la sua cultura, la sua storia, allontanandosi dall'annoso concetto del PIL, per incamminarsi verso un nuovo modello di misurazione della ricchezza che si basi unicamente sul benessere sostenibile per abitante. Nel fare questo, la Basilicata dovrà lasciare spazio all'acquisizione di metodologie nuove di business, invertendo la rotta di esternalizzare la produzione e il prodotto, avviando un processo di importazione del know-how e di sviluppo di sistemi di produzione-processo-prodotto volti a costruire filiere complete e quanto più sostenibili, dal punto di vista economico, lavorativo e ambientale. Inevitabilmente questo tipo di strategia avrà effetti positivi su tutti i sistemi e i settori di congiunzione, come per esempio il turismo, che da una parte beneficeranno della produzione interna e dall'altra promuoveranno la stessa in conseguenza di un aumento della richiesta. A partire da questi presupposti, emerge chiaramente l'inconciliabilità fra la nostra immagine di Basilicata, che punta alla valorizzazione, lo sviluppo e la crescita delle potenzialità territoriali, e la Basilicata come “fabbrica di morte” che prevede, fra le altre cose, il ritorno dell'energia nucleare. L'idea di vedere una regione in armonia con l'ambiente e con la popolazione è la sola strada che SUI-GENERIS vuole percorrere, facendo sì che cultura, formazione e lavoro siano diritti tutelati e non problemi che spingono la gente ad abbandonare la propria terra. L'obiettivo oggi è una Basilicata Diversa. Il Movimento SUI-GENERIS immagina una Basilicata Sviluppata, Solidale e Sostenibile. Su queste tre “S” si fonda la nostra azione: una politica semplice, capace di coordinare, organizzare e programmare; una politica flessibile, aperta alle persone e ai loro problemi. Il metodo è quello sui-generis: aggregazione ed impegno sociale di tutta quella gente scoraggiata e sconfortata dalle logiche clientelari tanto care ai politici ed agli opinion leader delle nostre terre. In questo vademecum troverete il decalogo, dieci visioni che il Movimento Politico Contro L'Indifferenza SUI-GENERIS si impegna a realizzare, affinché la sua immagine della Basilicata sia visibile ad ogni Lucano. DECALOGO. 1. TURISMO Restando in tema di visibilità possiamo tristemente riscontrare come la Basilicata sia tra le regioni meno visibili nel panorama turistico nazionale e di conseguenza una delle mete meno frequentate nonostante le numerose risorse storico-culturali nonchè naturalistiche. Il turismo può fungere da importante motore di crescita e va quindi considerato tra le priorità strategiche di intervento “Sui-Generis” Le proposte di “Sui-Generis” per la promozione di attrattori e per la valorizzazione del contenuto dell’offerta turistica riguardano in primis lo sviluppo di un turismo naturalistico così articolato: •Sviluppo di un’offerta a sostegno del turismo estivo in aree montane. L’offerta prevede la
  • 3. predisposizione delle aree montane con piste per mountain bike, percorsi ippici, aree di ristoro e pernottamento, percorsi didattici guidati per la visita ai parchi. •Valutazione, nei limiti della sostenibilità ambientale e della fattibilità tecnica, di ampliamenti del demanio sciabile nelle stazioni lucane. Costituire 1-2 comprensori di grandi dimensioni. Ad oggi la Basilicata ha solo ~15 Km di piste che ne fa un comprensorio sciistico di piccole dimensioni. •Incentivazione alle associazioni sportive per l’ampliamento dell’offerta di attività ricreative/sportive all’aperto (es., uscite speleologiche guidate, pareti di climbing, escursioni guidate) •Valorizzazione della zona costiera , offerta di escursioni guidate (p.e. riserva Policoro ed entroterra), aumento dell’attrattività delle zone portuali attraverso facilitazioni all’attracco di imbarcazioni private e accordi con regioni limitrofe (Maratea). Turismo eno-gastronomico: Promozione di interventi per incentivare il miglioramento di: •Strutture ricettive specifiche per il turismo naturalistico (es., agriturismi,fattorie didattiche) •Forme di ricettività a costo sostenuto (es., bed and breakfast ed ostelli) nelle città d’arte. •Aumentare e promuovere l’offerta di prodotti di alta qualità, tipici della Lucania con la creazione di agenzie o associazioni che supportino le imprese nella promozione e marketing dei prodotti, nello sviluppo di reti di vendita e nella gestione fiscale e amministrativa. •Sviluppo di centri fiera ed espositivi nonché grandi eventi culturali coordinati (mostre, festival, settimane tematiche) con target a regime di almeno 150.000 visitatori. •Perseguire uno sviluppo turistico sostenibile privilegiando investimenti eco-compatibili ed a basso impatto ambientale; •Certificazioni di Qualità turistico - ambientali facilmente riconoscibili nel mercato nazionale ed internazionale delle vacanze; Turismo enologico: •Interventi tesi ad incentivare la degustazione in loco, in modo da sviluppare l’emozione, che solo il contesto di produzione sa offrire rispetto al semplice consumo del prodotto. Si tratta di un contesto che non è solo quello produttivo delle cantine o dei consorzi, ma soprattutto quello culturale e storico in cui affonda la sua tradizione . In questa ottica il territorio costituisce un fattore di preferenza del prodotto, quindi un suo valore aggiunto. Turismo storico culturale: •Profondo revamping dei maggiori musei e siti culturali in grado di competere per contenuto ed immagine con musei delle maggiori città d’arte internazionali
  • 4. •Sviluppo di un grande museo o polo museale con target a regime di almeno 100.000 visitatori/anno •Favorire la Politica dei Grandi Eventi, attraverso il passaggio da eventi di sola immagine ad eventi organizzati e gestiti come prodotti turistici. Multi-settore: •Creazione di spazi permanenti e sale multimediali a disposizione della P (es. Sindaci) e delle .A. associazioni di categoria (es. associazioni alberghiere, ristoratori, associazioni sportive) per facilitare possibilità di scambi culturali e coordinamento organizzativo. •riordinare il sistema turistico regionale, con un'unica regia (la Regione Basilicata) in grado di organizzare, coordinare e massimizzare, attraverso i dipartimenti preposti ,le politiche di sviluppo, di valorizzazione, comunicazione, commercializzazione e formazione; •Attuare politiche di benchmarking e introdurre buone prassi di management seguendo modelli di successo di destinazioni turistiche simili (Spagna - Andalusia); •incentivare l'auto impiego di giovani diplomati e laureati con competenze specifiche nel settore; •Migliorare gli standard qualitativi dei servizi alberghieri, ristorativi e turistici e creazione di nuovi servizi legati al benessere, al tempo libero, al turismo all'aria aperta, alla fruizione di beni e siti culturali anche attraverso l'utilizzo delle nuove tecnologie; •Analisi dei fabbisogni formativi, occupazionali e professionali del sistema turismo al fine di sviluppare una formazione professionale mirata in relazione alle esigenze delle imprese; •Formazione professionale da affidare a Centri di alta formazione specializzati nelle discipline turistiche, ad Università e a Destination Manager; Proposte “Sui Generis” di supporto alle imprese nello sviluppo del marchio Basilicata e promozione dei prodotti: Comunicazione: •Sviluppo di una forte value proposition per la regione/località •Traduzione in messaggi e slogan puntuali •Creazione di una visualizzazione persuasiva •Selezione di canali di comunicazione appropriati per la trasmissione •Definizione dei media più efficace per raggiungere i segmenti target di clientela nelle diverse
  • 5. nazioni. •Creazione di un unico portale web turistico regionale (seguendo il modello del Trentino) al fine di favorire la promo - commercializzazione on line; Infrastrutture: •Sviluppo di un piano per le infrastrutture strumentali al nuovo Posizionamento •Definizione di un organigramma con ruoli e responsabilità •Selezione e ricerca di partner per lo sviluppo del progetto •Partecipazione diretta della Regione Basilicata negli aeroporti pugliesi e campani e riduzione delle distanze attraverso trasfer permanenti •Sostenere una mobilità interna attraverso collegamenti permanenti tra le destinazioni turistiche regionali; Co-marketing: •Accrescere la competitività nazionale e internazionale della destinazione turistica regionale, utilizzando la forza attrattiva di Puglia e Campania e del Sud Italia in generale; •Identificazione delle potenziali opportunità di co-marketing/co-branding •Selezione dei partner migliori in termini di condizioni e fit strategico •Sviluppo di attività congiunte di marketing su diverse dimensioni (es. pubblicità, pricing, etc.). 2. POLITICHE AMBIENTALI Per quanto riguarda la Politica ambientale, SUI-GENERIS si impegna a difendere la Lucania dalla anche sola possibilità di farla diventare pattumiera di Italia. I punti affrontati a riguardo sono: •Il risparmio Energetico •Il monitoraggio ambientale del territorio e della salute umana •La salvaguardia delle tipicità della nostra terra •Le alternative ai problemi di Energia e Smaltimento dei rifiuti Il primo passo verso il rispetto dell’ ambiente è il consumare solo il necessario e attuare politiche che mirino allo sviluppo sostenibile delle risorse territoriali, quindi promuovere e sostenere la ricerca e lo sviluppo di tecnologie nel campo dei componenti innovativi per l’ efficienza energetica. Il primo guadagno è il risparmio sia in termini di impatto ambientale sia in termini puramente economici. Proponiamo di dotare tutti gli uffici pubblici di lampade a risparmio energetico e con la “nuova” tecnologia di lampade a LED. Il costo di tali lampade, nettamente superiore a le comuni lampade a filamento, verrà ammortizzato con un sostanziale risparmio energetico (circa del 70%).
  • 6. Istituzione anche in Basilicata delle Domeniche a piedi con lo stop delle auto nei centri ad alta densità di traffico urbano. Passo successivo è quello di una rete di monitoraggi ambientali più capillare su tutto il territorio dotando le province di torrette di rilevatori di polveri sottili e controlli periodici sugli scarichi delle aziende. Inasprire le pene per quelle aziende che non rispettino la legge 59/1995 sullo smaltimento e lo stoccaggio favorendo invece quelle dove la legge è rispettata. Il nostro movimento si è da sempre dichiarato contro l’indifferenza quindi per combatterla e per rendere partecipe la popolazione di ciò che le accade intorno e per una trasparenza più vera i dati raccolti da questi monitoraggi andranno pubblicati su internet stilando una classifica di quelle aziende/imprese che danneggiano la “nostra” terra. Proponiamo, inoltre, per tali aziende l'esclusione da qualsiasi bando di concorso e corsi di formazione istituiti dalla regione. Fetta consistente dell’ economia Lucana è la qualità dei prodotti tipici agro/alimentari, sponsorizzando una politica agraria che finanzi soprattutto quelle realtà che il vino lo fanno ancora con l’uva e l’olio ancora con le olive, in altre parole aumentare i finanziamenti a quelle aziende del settore che rifiutano l’ utilizzo di farine animali, concimi chimici, sostanze chimiche di sintesi e OGM, assegnando il monitoraggio sulla qualità dei prodotti alla facoltà di Agraria dell’ Unibas . La nostra terra è il bene più importante che abbiamo quindi è bene salvaguardarla. Ormai è evidente il dissesto Idrogeologico su tutto il territorio italiano , infatti 45% del territorio è a serio rischio , questo è il raccolto di una politica di maltrattamento del territorio e di cementificazione sconsiderata. Per far fronte a questo incalzante problema si deve attivare un opera di rimboschimento nelle zone dove il rischio di dissesto è alto con patrimonio arboreo tipico della zona. La cementificazione e la creazione di dighe artificiali ha provocato gravi danni alla costa ionica (vedi Metaponto): le spiagge lucane ormai sono ridotte a pochi metri quindi occorrerebbe una politica di demolizione delle opere abusive che contribuiscono al dissesto. Il problema energetico e dello stoccaggio delle scorie è una faccenda spigolosa e che si scontra spesso con i reali bisogni della nostra terra che sono il crescente bisogno di LAVORO e il collasso del sistema di discariche lucane che ha creato il “Tour della Monnezza”. La Basilicata è fanalino di coda per quanto riguarda la raccolta differenziata con il suo misero 7%. Le politiche attuate fino ad oggi sono solo quella dell’ ampliamento di nuove discariche e progetti sulla creazione di nuovi inceneritori . Il movimento Sui-generiS vuole attuare una corretta gestione dei rifiuti che va da quello di prevenzione, cioè consumare solo il necessario , al recupero differenziato e poi solo successivamente al recupero dell’ energia. Smaltimento dei rifiuti: obbligatorietà da parte dei Comuni di effettuare la raccolta differenziata porta a porta, proposta di passaggio da parte degli stessi dalla T.A.R.S.U alla T.I.A. (Tariffa di Igiene Ambientale), costruzioni di centrali a biomasse per lo smaltimento di rifiuti organici, agricoli e zootecnici. Promuovere discariche quali quella di Pomarico, Salandra, Venosa, Atella, Lauria e Genzano è un segno di come le amministrazioni fino ad oggi hanno mostrato “attenzione” verso quelle risorse fondamentali per l’economia della nostra regione : acque minerali, Agrumi, Olio, Vino e tutti i prodotti agro/alimentari che hanno portato nelle casse ingenti guadagni e riconoscimenti nazionali in particolare quello ottenuto dall’ Aglianico del Vulture (Docg).
  • 7. La raccolta differnziata su tutto il territorio lucano porterebbe circa 20 volte in più posti di lavoro che la creazione di inceneritori i cui vantaggi sono molteplici : - Impatto Ambientale -Costi di Smaltimento -Tasse (tarsu) -Lavoro La recente proposta sul ritorno al nucleare ha creato una corsa all’ ubicazione del sito dove stanziare la centrale e il deposito unico delle scorie. Il movimento Sui-generiS, nettamente contro il nucleare, oltre a far sentire la propria opposizione all' eventuale posizionamento di una centrale Nucleare su tutto il territorio regionale vuole anche promuovere una proposta di energia sostenibile, rinnovabile e il più pulita possibile. Da uno studio effettuato da Green Peace nel quale il nucleare viene confrontato con l’eolico dice: “con un investimento di pari valore l’eolico produce 2.3 volte più energia e 5 volte più posti di lavoro “. L’altra soluzione è l’utilizzo dei nuovi impianti fotovoltaici grazie ad un particolare fluido a base di sali che, una volta riscaldato, mantiene la sua altissima temperatura (circa 550 °C) per alcuni giorni anche senza essere in contatto con la sua fonte. Per alimentare un terzo dell'Italia basterebbe un'area equivalente a 15 centrali nucleari, in pratica, un'area vasta quanto il grande raccordo anulare. Punto cardine del programma è creare una minima autosufficienza energetica per imprese e abitazioni ad uso civile promuovendo queste nuove tecnologie. 3. INFRASTRUTTURE E TRASPORTI Il quadro infrastrutturale Lucano è notoriamente carente: ciò si riflette inevitabilmente sullo sviluppo economico. Per esempio risulta più difficile che un’industria si insedi in una zona scarsamente infrastrutturizzata, non risultando competitiva in quanto i possibili guadagni risultano ridotti da un maggiore costo per l’approvvigionamento delle materie prime e dei semilavorati, nonché del trasporto e della distribuzione del prodotto finito. Fin dagli albori della civiltà le reti di comunicazione sono risultate indispensabili per lo sviluppo di una società. Una posizione strategica vicino ad un corso d’acqua ha sempre costituito un punto di forza. Il progresso tecnologico, nei secoli, ha fatto il resto, ed ai giorni nostri i mezzi di trasporto sono molteplici: gomma, ferro, aria e acqua. La regione Basilicata è dotata principalmente di due tipi di infrastrutture di comunicazione: strade e ferrovie. Strade. carenze: La rete risulta essere obsoleta per i nuovi volumi di traffico, questo dato si riferisce soprattutto
  • 8. alle strade a carreggiata unica e doppio senso di marcia (es. SS 658 Potenza – Melfi, SS 106 Ionica), nonché di scarsa utilità nella moderna società in quanto con tempi di percorrenza elevati nonostante i pochi km da percorrere (es. SS 92 degli Appennini Meridionali, SS 93 Appulo - Lucana). Altro annoso problema è la manutenzione sia ordinaria che straordinaria della rete che ci ha portati a situazioni limite (es. viadotto Fiumara di Tito) di chiusura di strade e parziali isolamenti e deviazioni su strade di minore importanza con elevati problemi per i pendolari e il trasporto merci. Ci sono zone che chiedono un miglioramento dei collegamenti con i due centri principali, Potenza e Matera, ci sono progetti di viabilità in attesa da anni di essere completati (6° lotto della Tito - Brienza, Strada Saurina, rimodernamento della Ginestra – Barile, SS 655 Bradanica ecc…) Altro grave problema collegato alla rete stradale è il dissesto idrogeologico che funesta tutta la rete sia essa statale, provinciale,comunale in entrambe le provincie. proposte: -Adeguamenti, completamenti e messa in sicurezza delle reti auto-viarie esistenti. -Valutazione e determinazione delle priorità infrastrutturali viarie tra quelle proposte del Ministero delle Infrastrutture. •Asse di collegamento viario Lauria – Candela •Asse di collegamento Salerno – Potenza – Bari -Miglioramento ed ammodernamento del parco mezzi pubblici presente in regione con autoveicoli eco-compatibili , e miglioramento del relativo servizio. Ferrovie: L’altra grande rete di trasporto come detto è la ferrovia, essa è presente in regione con due reti principali: RFI - Trenitalia e FAL. RFI è presente con la direttrice Battipaglia - Potenza- Taranto e la direttrice Potenza-Foggia ed un tratto della Rocchetta Sant’Antonio - Gioia del Colle. FAL invece è presente con le reti Altamura – Avigliano - Potenza e Bari – Matera. carenze: La prima cosa da segnalare è il grave caso della città di Matera che è l’unico capoluogo di Provincia a non essere toccato dalla rete ferroviaria nazionale. In secondo luogo è da segnalare il progressivo diminuire di corse sulla rete RFI e l’utilizzo di materiale rotabile obsoleto,e la rinuncia da parte di RFI del centro di controllo della rete a Potenza Centrale. Analogo il discorso per quanto riguarda FAL. proposte: -ammodernamento e potenziamento di tutte le tratte esistenti. -rinnovamento di tutto il materiale rotabile con mezzi di ultima generazione -completamento della tratta RFI Matera – Ferrandina. -nuova gestione del trasporto in concertazione tra ente erogatori e regione. Aeroporti:
  • 9. Un discorso a parte merita l’ampliamento e ammodernamento dell’Avio superficie “Mattei” di Pisticci e il ruolo e l’utilizzo dell’avio superficie di Grumento Nova. In primis bisogna capire la reale necessità di un aeroporto di terza categoria in suolo lucano e l’utilizzo che esso avrebbe. proposte: -studio di fattibilità su entrambe le avio superfici -miglioramento dei collegamenti con gli aeroporti già esistenti in caso di esito negativo dello studio di fattibilità -utilizzo delle avio superfici per operazioni di protezione civile 4. AGRICOLTURA Semaforo verde per il mais OGM in Italia? La rivoluzione biotech arriverebbe dal Consiglio di Stato, che con la sentenza n. 183 del 19 gennaio 2010 ha dato ragione a Silvano Dalla Libera nel suo ruolo di vice presidente di Futuragra, l’associazione che si batte per l’introduzione delle biotecnologie in agricoltura. I giudici amministrativi, ai quali l’agricoltore aveva fatto ricorso perché gli fosse riconosciuto il diritto di scegliere cosa seminare – sulla base di una raccomandazione comunitaria sulla coesistenza tra coltivazioni tradizionali, biologiche e ogm (non vincolante per gli stati membri) – avrebbero stabilito che il ministero delle Politiche agricole è tenuto a rilasciare l’autorizzazione alla semina di varietà iscritte al catalogo già approvato dall’Unione europea e ha fissato un termine di 90 giorni per il rilascio del permesso. Solo qualche giorno fa, il 21 gennaio, la conferenza Stato-Regioni aveva fatto più di un passo indietro sul testo che stabiliva la coesistenza tra o.g.m., colture tradizionali e biologiche, prendendosi un’altra pausa di riflessione e rinviandone l’approvazione. Ma il Consiglio di Stato non ha voluto attendere oltre e da oggi, in sostanza, se un’azienda agricola chiede l’autorizzazione alla coltivazione di un o.g.m. autorizzato dall’Ue il ministero delle Politiche agricole non può avanzare come scusa il fatto che le Regioni non abbiano ancora adottato dei piani di coesistenza. La contraddizione. Il ministro delle Politiche agricole e forestali, Luca Zaia, ha ricordato che il mais Mon810, oggetto della sentenza e unico seminato a suo tempo in Europa, ha un’autorizzazione alla coltivazione scaduta e che non è stata rinnovata perché l’Efsa, ente di sicurezza alimentare, vuol fare ricerche approfondite sulle ricadute ambientali e sanitarie. E questo anche a seguito del divieto alla coltivazione imposto dalla maggior parte degli Stati europei, tra cui Francia e Germania, che prima lo avevano coltivato. Cosa sono gli OGM. E’ l’acronimo di “organismi geneticamente modificati”, spesso definiti transgenici. Si tratta di animali e piante con un patrimonio genetico artificiale ottenuto in laboratorio combinando parti di DNA. Nei vegetali vengono introdotte parti di DNA provenienti da organismi diversi (anche animali) per sfruttarne le caratteristiche e renderli più resistenti ad avverse condizioni climatiche, parassiti, pesticidi, ma anche migliorarne le proprietà nutrizionali o la conservazione. D’altra parte, c’è chi ritiene che questa sentenza ribadisca un diritto costituzionale, quello della libertà di impresa. Il Consiglio di Stato riconosce che, superato questo vaglio, esiste il diritto
  • 10. soggettivo dell’imprenditore di scegliere cosa coltivare. L’importante è prendere tutte le misure necessarie per evitare ai coltivatori confinanti una presenza involontaria di o.g.m. nella loro produzione che, se superasse l’1%, li costringerebbe a rinunciare all’etichetta di OGM free. Non è d’accordo la comunità scientifica, secondo il quale tutto il mais nazionale potrebbe sparire nella sua purezza varietale ed essere contaminato con inquinamento irreversibile, accertato e indicato esplicitamente nella stessa direttiva 2001/18 Ce in materia. “Bisogna applicare la clausola di salvaguardia nazionale prevista dalle norme Ue, vietando le coltivazioni di ogm, anche a seguito dei recenti sviluppi che hanno portato al divieto di coltivazioni, prima autorizzate, da parte di Francia e Germania. Ed è necessaria una legge specifica per mantenere il biologico nazionale 100% OGM free. Dal momento che va salvaguardato il diritto dei coltivatori a non voler produrre prodotti contaminati da o.g.m. e dei consumatori a non alimentarsi con gli stessi. Diritto alla corretta informazione sancito da una recente sentenza della Corte di giustizia Ue. Tanto più che, per quanto se ne dica, numerosi studi hanno dimostrato la dannosità degli o.g.m. per la salute umana. Uno per tutti quello dell’Inran, che ha mostrato la presenza di 38 proteine sconosciute nel mais Mon810, di cui non possiamo prevedere i futuri effetti sulla salute”. “Il diritto a coltivare o.g.m, non può scavalcare il diritto di chi vuole produrre o alimentarsi con prodotti rigorosamente esenti da essi, dal momento che gli o.g.m. contaminano le varietà naturali tradizionali e non viceversa. Con un rischio di perdita irreversibile della biodiversità più apprezzata al mondo, quella dell’agricoltura italiana, che perderebbe la sua caratteristica di qualità esclusiva attraverso il polline e il trasferimento genico orizzontale di particelle di DNA manipolato attraverso l’ambiente e le catene alimentari”. proposta: NO AGLI O.G.M. E SVILUPPO DEL MARCHIO "BASILICATA LIBERA DA OGM" Oggi sono a disposizione circa 200 miliardi di € in Europa per i PSR Regionali 2007-2013. Pagamenti Agroambientali obbligatori e prioritari per l'Agricoltura Biologica, che devono coprire i mancati redditi e maggiori costi + un 20% di transazione a partire dal 2007, secondo la normativa comunitaria. Questi finanziamenti sono sufficienti a riconvertire in biologico gran parte dell'Agricoltura Europea. In Italia, con la riforma medio termine della PAC, abbiamo circa 20 miliardi di € disponibili. Misure Agoambientali che potrebbe interessare fino al 70% del bilancio complessivo dei Piani di Sviluppo (PSR) regionali, le cosiddette finanziarie agricole. Ma, ormai da quindici anni, con l'avvio delle misure agroambientali europee nel 1992, divenute obbligatorie e prioritarie nel 2000, si scoraggiano le adesioni degli agricoltori alla produzione Biologica, riducendo in maniera arbitraria i relativi Pagamenti agroambientali ed inserendo misure concorrenziali non conformi (come l'Agricoltura Integrata, in realtà un semplice elenco di pesticidi chimici ammessi in quantità molto superiore al normale uso attuale in agricoltura convenzionale), con distrazione dei fondi, in contrasto con gli obiettivi comunitari che prevedono il potenziamento dell'Agricoltura Biologica, in particolare nelle aree intensive e per le colture ortofrutticole. Il risultato di tale politica regionale distorta è che mentre in nord Europa l'impiego di Pesticidi chimici è stato drasticamente ridotto, già dalla fine degli anni 90, in Italia le vendite di Pesticidi di sintesi e le loro quantità di impiego sulle superfici coltivate sono continuate ad aumentare
  • 11. proposte: sviluppo intensivo dell’agricoltura biologica istituzione banca del gene per incentivare e ottimizzare la conservazione delle specie autoctone al fine di tutelare la biodiversita’ con la conseguente salvaguardia delle produzioni locali. SI ALL’AGRICOLTURA BIOLOGICA Considerato la politica europea di sviluppo rurale 2007-2013 di promozione di una agricoltura di qualità, ivi compreso l’allevamento animale, atto alla protezione dell’ambiente e del ruolo multifunzionale del mondo rurale proponiamo una politica agricola rivolta al passaggio da una agricoltura convenzionale a quella biologica caratterizzatandola con un processo di riconversione graduale delle produzioni su macro aree. Proposte: Istituzione banca del gene per incentivare e ottimizzare la conservazione delle specie autoctone al fine di tutelare la biodiversita’ con la conseguente salvaguardia delle produzioni locali. 5. VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI Acqua: In materia di canoni di concessione per il prelievo e l’imbottigliamento delle acque regna ancora il caos, nonostante le indicazioni del “Documento di indirizzo delle Regioni italiane in materia di acque minerali naturali e di sorgente” approvato il 16 novembre 2006 dalla Conferenza delle Regioni. Secondo questo documento, i canoni per le concessioni per le acque minerali devono rientrare nei seguenti intervalli: - da 1 a 2,5 € ogni mille litri o frazione di imbottigliato; - da 0,5 a 2 € ogni mille litri o frazione di utilizzato o emunto; - almeno 30 € per ettaro o frazione di superficie concessa. Il documento nasceva dal fatto che il canone corrisposto alle Regioni è stato sempre ampiamente insufficiente a ricoprire anche solo le spese sostenute per la gestione amministrativa o per le attività di sorveglianza delle aree, senza considerare quelle per lo smaltimento delle numerose bottiglie in plastica derivanti dal consumo di acque minerali che sfuggono alle raccolte differenziate. A ormai due anni e mezzo dall’approvazione di quel documento il quadro non è cambiato di molto: le tariffe e le modalità per definire il canone continuano ad essere diverse tra regione e regione e spesso inaccettabili. Unica cosa in comune è che si tratta di canoni assolutamente irrisori se paragonati al grosso volume di affari legato all’acqua in bottiglia. Nella Regione Basilicata è previsto il pagamento del canone doppio per la superficie della concessione e per i volumi di acqua emunta o imbottigliata. Ridiscussione delle royalties:
  • 12. La proposta è tesa ad ottenere maggiori benefici economici per le popolazioni locali soggette a processi di sfruttamento delle risorse naturali, con conseguente depauperamento del territorio Lucano. L’ipotesi consiste nel richiedere l’aumento dei proventi derivanti da tali attività o la cessazione di quelle attività che non hanno ricaduta positiva sul territorio. Bilancio di previsione anno finanziario 2009 Regione Basilicata DEPOSITI CAUZIONALI PER CANONI IDRICI DERIVANTI DAL'USO 50.000,00 DEL DEMANIO IDRICO DELLA REGIONE PROVENTI DERIVANTI DALLE CONCESSIONI DI ACQUE MINERALI E 200.000,00 TERMALI ED AI PERMESSI DI RICERCA L.R.N.43/96 PROVENTI DERIVANTI DAI CANONI DI CONCESSIONE D'USO DEL 3.100.000,00 DEMANIO E DELLE RISORSE IDRICHE PER DERIVAZIONI D'ACQUA E PERTINENZE IDRAULICHE ART. 7 D.L.GVO. 112/98 INTROITI DERIVANTI DALL'APPLICAZIONE DELLA TARIFFA PER 18.000.000,00 L'ACQUA ALL'INGROSSO - VERSAMENTI DALLA REGIONE PUGLIA IN ATTUAZIONE DELL'ACCORDO DI PROGRAMMA DEL 5/08/1999 EX ART. 17 L. 36/94 E DELL'ACCORDO DEL 27/05/2004 PROPOSTE Ridiscussione delle tariffe di vendita delle risorse idriche degli invasi Lucani “vendute” alle utenze extraterritoriali; lo sfruttamento indiscriminato delle acque termali e minerali della regione dovrà essere oggetto di ridiscussione radicale con le compagnie interessate (vedi Coca-Cola). Cave e miniere: A fronte di numeri impressionanti, i canoni di concessione pagati da chi cava risultano a dir poco scandalosi. In media infatti, nelle regioni italiane si paga il 4% del prezzo di vendita degli inerti. Ancora più assurda è la situazione delle regione Basilicata dove si cava addirittura gratis. Se si considera il peso che le Ecomafie hanno nella gestione del ciclo del cemento e nel controllo della aree di cava nel Mezzogiorno, emerge, in tutta la sua evidenza, la gravità della situazione in troppe aree del Paesepraticamente prive di regole.
  • 13. Quali sono le ragioni di questa situazione assurda? La prima, la più sorprendente, è che la normativa nazionale di riferimento in materia è ancora oggi un Regio Decreto del 1927. A dettare le regole per l’attività estrattiva dovrebbero essere oggi le Regioni, a cui sono stati trasferiti i poteri in materia nel 1977. Ma le Regioni sembrano guardare con disinteresse al settore, mentre le entrate degli enti pubblici dovute all’applicazione dei canoni sono ridicole in confronto al volume d’affari del settore. Il totale nazionale di tutte le concessioni pagate nelle regioni non arriva infatti a 53 milioni di Euro mentre ammonta a 1 miliardo e 735 milioni di Euro l’anno il ricavato dai cavatori dalla vendita. In Basilicata si cavano ogni anno 2,5 milioni di tonnellate di soli inerti che fruttano 31 milioni di Euro di introiti ai fortunati cavatori che nulla devono al territorio! Per uscire dalla crisi economica occorrono investimenti, ma occorre anche promuovere riforme che spingano all’innovazione nei settori. Con oneri di concessione per l’attività estrattiva così bassi, la Basilicata continuerà a essere devastata dalle cave. Senza considerare che si rinuncia a promuovere un settore innovativo come quello del recupero degli inerti provenienti dalle demolizioni in edilizia che può integrare quelli di cava - come sta avvenendo in molti Paesi europei - e che consente di avere molti più occupati (per una cava da 100mila metri cubi l’anno gli addetti in media sono 9 mentre per un impianto di riciclaggio di inerti gli occupati sono più di 12) e di risparmiare le cattive ripercussioni sul paesaggio. Del resto, non si riesce a capire per quale ragione un’attività che opera in regime di concessione debba continuare a stare in una situazione di privilegio rispetto a tutte le altre che (spesso con minore impatto) pagano. BILANCIO DI PREVISIONE ANNO FINANZIARIO 2009 REGIONE BASILICATA PROVENTI DERIVANTI DAI CANONI MINERARI DOVUTI DAI 5.000,00 TITOLARI DI PERMESSI E CONCESSIONARI D.L.GVO 112/98 ART.34 COMMA 5; DPCM 12.10.2000 PROVENTI DERIVANTI DAL DIRITTO PROPORZIONALE PER LA 0,00 COLTIVAZIONE DI CAVE, TORBIERE E INERTI DI CUI ALL'ART.15 L.R. 12/79 proposte: Adozione di un Piano cave e miniere; introduzione di una tariffa unica regionale che stabilisca il prezzo di vendita minimo a mc. del materiale concesso in sfruttamento con beneficio diretto da attribuire alle popolazioni ricadenti nei territori interessati, con obbligo di ripristino e compensazione ambientale. Gas e Petrolio: La storia delle trivellazioni in Lucania inizia nel 1902 con la perforazione del primo pozzo di
  • 14. petrolio in Val d’Agri, nel comune di Tramutola. Una prima fase di coltivazione si sviluppa nel ventennio che va dal 1939 al 1959, quando per le mutate condizioni internazionali e la conseguente caduta del prezzo del barile a pochi dollari, l’Agip chiude questa fase con l’ultimo pozzo (sterile), sempre a Tramutola. Il repentino aumento del prezzo del petrolio dopo la guerra del Kippur (dai 7,2 dollari per barile nel 1970 ai 27,8 del 1974) e lo sviluppo tecnologico inducono l’Agip ad intraprendere una nuova campagna di ricerca (periodo 1975-1984) che consente di stimare la presenza, nel sottosuolo della Val d’Agri, di giacimenti minerari tra i più rilevanti, in terraferma, conosciuti in Europa e di avviare la fase di sviluppo oggi in essere e alla quale si sono aggregate altre compagnie petrolifere. Le attività di estrazione avviate in Basilicata dalle società petrolifere hanno sviluppato 2 grossi programmi di ricerca/sfruttamento denominati Trend 1 (Val d’Agri 61.515 ettari, operatore principale è Eni, e si proietta su riserve stimate in 500 milioni di Boe (barili equivalenti petrolio)) e Trend 2 (Val Camastra Sauro Tempa Rossa - 29.059 ettari, operatore unico è Total e si proietta su riserve stimate in 400 milioni di Boe). L’attività di ricerca esercitata da operatori italiani ed esteri interessa circa il 75% del territorio regionale con 29 permessi di ricerca, mentre le concessioni di coltivazione interessano oltre il 20% del territorio regionale. La produzione attuale di greggio, relativa al programma Trend 1, è secondo i dati ufficiali, di circa 80.000 barili al giorno, ed un periodo di sfruttamento fino al 2024 con una produzione massima ufficiale di 104.000 barili/giorno. L’impressione è che in Basilicata la festa dell’oro nero sia soltanto agli inizi, con non poche conseguenze ambientali nell’area interessata. Per questo nel 2000 Legambiente presentava un esposto-denuncia alla Commissione europea sulle attività petrolifere in Val d’Agri e Val Camastra Alto Sauro. Due anni dopo la Commissione europea avvia una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per quanto concerne le attività petrolifere che si stavano svolgendo nella Regione Basilicata all’interno di alcuni siti Bioitaly situati proprio in Val d’Agri e Val Camastra Alto Sauro, siti dichiarati di interesse comunitario e costituiti secondo un modello di sviluppo che mette insieme conservazione, fruizione e opportunità economiche in una rete ecologica regionale. Un atto di grande rilevanza nel quadro dello sfruttamento petrolifero in Basilicata che mette in luce la scarsa attenzione riservata ai valori naturalistici e ambientali nelle aree interessate oltre che alla vocazione turistica e paesaggistica legata all’identità e alla cultura del territorio. L’atto di denuncia riguardava anche procedure amministrativo-autorizzative spesso non rispettose delle normative nazionali e comunitarie che hanno messo sotto stretta osservazione la Regione a rischio di subire sanzioni. Così si invitava perentoriamente l’Italia e a cascata la Regione Basilicata ad adottare misure idonee di tutela degli habitat e delle specie presenti. Legambiente Basilicata chiese a gran voce il divieto e lo smantellamento di ogni attività petrolifera all’interno dei siti Bioitaly e la predisposizione di piani di gestione secondo il Dm 3/09/2002. La risposta della Commissione europea fu un deciso no ad un modello di sviluppo non sostenibile, che voleva il 70% del territorio lucano sottoposto a concessioni petrolifere. Un no giunto proprio quando la terza commissione del Consiglio regionale ha votato le proposte di perimetrazione del nuovo Parco della Val d’Agri che nel 2003 era ancora ostaggio delle compagnie petrolifere. Il loro impegno mirava ad ottenere un ridimensionamento in favore dell’ipotesi di sviluppo delle attività di estrazione petrolifera, con la proposta di riperimetrazione del Parco per escludere il territorio del Monte Caperrino (per consentire la realizzazione del pozzo denominato Temma d’Emma Nord 1 in località Poggio del Caco nel territorio del Comune di Laurenzana collocato a oltre 1300 metri di quota e quindi in area a vincolo paesaggistico a pochi metri dal confine del Parco regionale di Gallipoli-Cognato e Piccole Dolomiti Lucane) lasciando via libera alle trivellazioni da parte della compagnia petrolifera Total Fina Elf. La richiesta era supportata anche dal Ministero delle Attività produttive e dal Ministero ell’Ambiente che con una lettera inviata, dall’allora ministro Matteoli, alla Regione Basilicata, chiedeva un ridimensionamento del Parco e quindi l’esclusione della montagna di Caperrino. Tra le ragioni
  • 15. indicate c’è il “preminente interesse nazionale” attribuito al pozzo Temma d’Emma Nord 1 n riferimento alla “legge obiettivo”. In risposta a questa lettera, il Presidente Bubbico ribadì le ragioni delle scelte fatte dalla Regione e reannuncia l’opposizione, nella sede politica della Conferenza Unificata, all’ipotesi di modifica restrittiva della perimetrazione del Parco. In risposta nel mese di giugno 2003 la Total Fina Elfi presentava, con scarse e ininfluenti modifiche, lo studio di impatto ambientale relativo al progetto interregionale Tempa Rossa”. Per questo Legambiente, ribadendo il principio d’incompatibilità nelle aree protette non solo delle attività di coltivazione ma anche delle attività di ricerca di idrocarburi, inviava alla Regione Basilicata le sue osservazioni in merito allo studio, richiedendo di rigettare l’istanza proposta dalla compagnia petrolifera. E del tutto inattesa arrivava il 18 dicembre 2003 la notizia che Regione Basilicata e Total, grazie alla mediazione del sottosegretario alle attività produttive Dell’Elce siglano un protocollo d’intesa sullo sfruttamento del giacimento di Tempa Rossa che prevede la rinuncia al sito di Monte Caperrino e quindi la sua inclusione nella perimetrazione del Parco della Val d’Agri. Ma dopo il Pollino e la Val d’Agri è la Esso, nel 2004 a chiedere il permesso di ricerca nel Parco regionale di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane. Infatti gli appetiti delle compagnie petrolifere riguardano anche Parchi e aree protette già istituiti. La sentenza del Consiglio di Stato del dicembre 2001 con la quale si consentono di fatto attività di ricerca petrolifera nel territorio del Parco Nazionale del Pollino (già interessato da attività esplorative nel 1998, però subito interrotte) è di una gravità inaudita. La lettura delle motivazioni della sentenza acuisce l’incredulità: senza mezzi termini vi si afferma, infatti, che i Parchi debbono sottostare ai prioritari interessi legati alle attività petrolifere. Tutto questo senza tenere affatto in considerazione i principi informatori della legge quadro sulle aree protette, la 394 del 1991 in base alla quale le attività di coltivazione di idrocarburi sono vietate in via di principio all’interno dei Parchi, ma anche le attività di ricerca pur non avendo un uguale esplicito divieto, debbono ritenersi non compatibili con i principi dettati dall’art. 1 della 394. D’altronde la sentenza del Consiglio di Stato ha una evidente funzione di sfondamento, di conquista di posizioni per le compagnie petrolifere: infatti, che senso ha fare attività di ricerca petrolifera nelle aree protette se poi non è possibile estrarre petrolio? L’unica risposta plausibile è che il passo successivo sarà proprio la sostanziale cancellazione del divieto alla coltivazione di idrocarburi nei Parchi. L’impatto ambientale e sociale delle attività estrattive Nell’ormai quasi decennale intensa attività petrolifera in Basilicata non sono certo mancati incidenti. Quelli avvenuti con sversamento di petrolio hanno minacciato corsi d’acqua e inquinato terreni mai bonificati. Inoltre il petrolio non ha mai portato i risultati sperati sul piano occupazionale, come dimostra lo spopolamento dei paesi della Val d’Agri. Ora si inizia a temere anche per le altre attività economiche. Nel 2002 e nel 2004 si sono concluse poi due indagini giudiziarie su pagamento di tangenti e corruzione aggravata e continuata. Questo aprì nuovi inquietanti interrogativi non solo sulle sorti ambientali dell’area, ma anche economico-sociali. È invece sotto gli occhi di tutti come la “scelta petrolifera” stia mostrando tutta la sua inefficacia rispetto alla soluzione dei problemi economici e sociali delle aree interne, ma risulta anche essere un enorme freno per altre prospettive di sviluppo, tutte praticabili, che a partire dalla difesa dell’ambiente e della biodiversità puntano ad una programmazione dello sviluppo in armonia con le peculiarità locali. Nonostante i due protocolli d’intesa tra Regione e Stato e Regione e Eni S.p.A. (nel 1998) siglati per garantire la compensazione ambientale, lo sviluppo sostenibile, un sistema di monitoraggio ambientale, l’anticipazione delle royalties, un osservatorio ambientale, la produzione di energia a basso costo, la stipula di borse di studio e la minimizzazione dei fattori di rischio legati all’attività petrolifera, gran parte degli accordi attuativi previsti dai due Protocolli d’Intesa sono fermi. Niente sistema di monitoraggio e niente
  • 16. osservatorio ambientale. La scarsità delle notizie e la conseguente mancanza di precauzione, porterà tra qualche anno la comunità a fare i conti con la salute pubblica e i danni ambientali accorgendosi di non essere stati compensati da benefici concreti. Solo la metanizzazione dei Comuni è stata quasi portata a termine. Ma le ricadute economiche promesse stentano a farsi vedere, anche perché gli impiegati nei pozzi o nel Centro Olio vengono quasi tutti da fuori. Manca ancora la capacità progettuale locale. Le parti sociali sono deboli e la contrattazione programmata non è mai decollata. I giovani che studiano se ne sono andati via. La dinamica di compromissione della qualità delle acque, oltre che dell’aria, non è misurabile in tempi ristretti, ed è pertanto incomprensibile e diabolica la sola idea di investire sulla continuazione dell’ampliamento della “gruviera” Basilicata da parte delle multinazionali petrolifere. Tra nuove e vecchie concessioni il territorio che rischia di essere interessato da trivellazioni è il 60% di quello regionale. La Basilicata con i suoi due giacimenti Val d’Agri e Val Camastra Alto Sauro ha già dato il suo contributo alla bolletta nazionale. BILANCIO DI PREVISIONE ANNO FINANZIARIO 2009 REGIONE BASILICATA COMPARTECIPAZIONE ALL'ALIQUOTA DEL PRODOTTO DI 95.000.000,00 COLTIVAZIONE DI IDROCARBURI LIQUIDI ESTRATTI NELLA REGIONE ART.3 COMMA 10 L.28.12.95 N.549 COMPARTECIPAZIONE ALL'ALIQUOTA DEL PRODOTTO DI 0,00 COLTIVAZIONE DI IDROCARBURI LIQUIDI E GASSOSI ESTRATTI IN ALTRE AREE DELLA REGIONE ART.3 COMMA 10 L.28.12.95 N.549 COMPARTECIPAZIONE ALL'ALIQUOTA DEL PRODOTTO DI 10.000.000,00 COLTIVAZIONE DI IDROCARBURI GASSOSI ESTRATTI NELLA REGIONE ART.3 COMMA 10 L.28.12.95 N.549 COMPENSAZIONE DERIVANTE DALLA PERDITA DI ENTRATA PER 790.000,00 EFFETTO DELLA RIDUZIONE DELL'ACCISA SULLA BENZINA E DELLE TASSE AUTOMOBILISTICHE TRASFERIMENTO DALLO STATO COME ULTERIORE QUOTA 2.000.000,00 DELL'ACCISA SUL GASOLIO PER AUTOTRAZIONE AI SENSI DELLA LEGGE 244/2007 ART. 1 COMMA 298 (LEGGE FINANZIARIA 2008) PROPOSTE •Estensione della rete di adduzione del gas a tutte le abitazioni ad uso civile;
  • 17. •abbattimento della tariffa del gas; •agevolazioni alle famiglie ed alle imprese per il raggiungimento di uno standard di autosufficienza energetica; •rinegoziazione dei permessi per le estrazioni petrolifere e contestuale richiesta dell’aumento delle royalties attuali ad esclusivo beneficio delle popolazioni Lucane. 6. PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E FISCALITA’ La riforma fiscale in atto nel nostro paese, porterà nel giro di pochi anni a minor trasferimenti statali. Il Federalismo fiscale è legge. La legge n.42 del 5 maggio 2009, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 6 maggio 2009, entrerà in vigore il 21 maggio prossimo. Il disegno di legge n. 1117-B, collegato alla manovra finanziaria, recante delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione.. Principi fondamentali del federalismo fiscale sono - da una parte - il coordinamento dei centri di spesa con i centri di prelievo, che comporterà automaticamente maggiore responsabilità da parte degli enti nel gestire le risorse. Dall'altra parte, la sostituzione della spesa storica, basata sulla continuità dei livelli di spesa raggiunti l'anno precedente, con la spesa standard. Il federalismo fiscale per diventare operativo necessita di una serie di provvedimenti che si snodano nell'arco di 7 anni: 2 anni per l'attuazione e 5 di regime transitorio. La legge prevede innanzitutto l'istituzione di una commissione paritetica (DPCM 3 luglio 2009) propedeutica per definire i contenuti dei decreti attuativi che dovranno essere predisposti entro 2 anni dall'entrata in vigore della legge. E' prevista anche una commissione per il coordinamento della finanza pubblica da istituire con uno di questi decreti. La commissione avrà carattere permanente e opererà in seno alla conferenza unificata. Il finanziamento delle funzioni trasferite alle regioni, attraverso l’attuazione del federalismo fiscale, comporterà ovviamente la cancellazione dei relativi stanziamenti di spesa, comprensivi dei costi del personale e di funzionamento, nel bilancio dello Stato. A favore delle regioni con minore capacità fiscale - così come prevede l'art.119 della Costituzione - interverrà un fondo perequativo, assegnato senza vincolo di destinazione. Il federalismo fiscale introduce un sistema premiante nei confronti degli enti che assicurano elevata qualità dei servizi e livello di pressione fiscale inferiore alla media degli altri enti del proprio livello di governo a parità di servizi offerti. Viceversa, nei confronti degli enti meno virtuosi è previsto un sistema sanzionatorio che consiste nel divieto di fare assunzioni e di procedere a spese per attività discrezionali. Contestualmente, questi enti devono risanare il proprio bilancio anche attraverso l’alienazione di parte del patrimonio mobiliare ed immobiliare nonché l’attivazione nella misura massima dell’autonomia impositiva. Sono previsti anche meccanismi automatici sanzionatori degli organi di governo e amministrativi nel caso di mancato rispetto degli equilibri e degli obiettivi economico-finanziari assegnati alla regione e agli enti locali, con individuazione dei casi di ineleggibilità nei confronti degli amministratori responsabili degli enti locali per i quali sia stato dichiarato lo stato di dissesto finanziario. Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria diventeranno città metropolitane, contestualmente la provincia di riferimento cessa di esistere e sono soppressi tutti i relativi organi a decorrere dall'insediamento della città metropolitana.
  • 18. Roma Capitale è un ente territoriale, i cui attuali confini sono quelli del comune di Roma, e dispone di speciale autonomia, statutaria, amministrativa e finanziaria, nei limiti stabiliti dalla Costituzione. L’attuazione del federalismo fiscale deve essere compatibile con gli impegni finanziari assunti con il patto di stabilità e crescita. BILANCIO DI PREVISIONE ANNO FINANZIARIO 2009 REGIONE BASILICATA IMPOSTA REGIONALE SULLE 214.000.000,00 ATTIVITA' PRODUTTIVE ART. 3 COMMI DA 143 A 149 L.23 12 96 N. 662 PROPOSTE Fiscalità territoriale: obbligatorietà per le imprese allocate in Basilicata di stabilire la sede legale nel territorio di produzione del profitto stesso ( oppure obbligatorietà per le imprese di pagare le tasse nel territorio in cui lavorano e producono), al fine di favorire la conseguente ricaduta reale in termini di aumento del P regionale e, di conseguenza, della capacità di spesa della finanza .I.L. locale. Pubblica Amministrazione: Pubblicazione on-line di tutte le entrate dei singoli consiglieri regionali, incluso diarie e rimborsi spesa e quant’altro concorre alla formazione del proprio patrimonio personale; Pubblicazione sul sito web www.basilicatanet.it del B.U.R. Basiicata riguardante la sezione Avvisi e concorsi pubblici, attualmente non consultabile sopratutto da parte di coloro che sono in cerca di occupazione; Introduzione della Posta elettronica certificata obbligatoria per gli enti regionali e verso i cittadini; Abolizione delle Long List per le procedure di selezione del personale da assumere con contratti di collaborazione, bensì istituzione di short list con procedure comparative di valutazione per la selezione Centri Servizio Territoriali: attuazione della legge su e-government con la predisposizione sui territori della Basilicata di sportelli unici per la semplificazione burocratica, con i quali i cittadini si possono interfacciare per qualsiasi esigenza legata ai propri diritti, unificazione degli sportelli s.u.a.p. e u.r.p. ecc., accreditamento di professionisti di ogni settore e categoria per la formazione di una banca dati al servizio del cittadino. Sportello informativo: creazione di uno o più punti di consulenza tecnico-amministrativa dove sia possibile attingere e visionare la documentazione sull'attività amministrativa e legislativa regionale Sportelli di Formazione: apertura di sportelli unici per la formazione, aventi la funzione di far incontrare la domanda e l’offerta formativa presente in Basilicata; centro di accreditamento delle società di formazione e luogo di accoglimento delle proposte formative derivanti dalle stesse, centro di accoglimento delle necessità formative richieste dei singoli cittadini lucani.
  • 19. Bilancio sociale: obbligo di presentazione del bilancio sociale, quale modalità di responsabilità partecipata e di rendicontazione trasparente ai cittadini, dove gli amministratori pubblici rendano conto, rispetto al proprio programma di mandato elettorale, sul l’utilizzo delle risorse pubbliche gestite della P e sugli obiettivi conseguiti. Riconoscere una premialità agli enti locali .A. che approvano progetti per opere pubbliche o private rilevanti, riguardanti qualsiasi settore, prevedendo processi partecipativi al fine di verificarne l'accettabilità sociale, la qualità progettuale e la gestione della sicurezza condivisa; valorizzare le esperienze già attivate in regione per la proposta e lo svolgimento di processi partecipativi, in particolare quale principio cardine per le politiche di sviluppo sostenibile Nel caso in cui l’ente locale risponda negativamente o non risponda alle richieste partecipative dei cittadini entro trenta giorni,questi ultimi possono richiedere l’intervento di mediazione del tecnico di garanzia in materia di partecipazione. Statuto regionale: introduzione del referendum abrogativo per una legge regionale,del referendum propositivo di legge regionale, di iniziativa legislativa popolare di legge regionale e di petizione popolare legislativa. Modifica della legge elettorale regionale. Concorsi di idee: Riconoscere una premialità a quegli enti locali che approvano progetti per opere pubbliche o private (project financing) ricorrendo al concorso di idee, quale modalità standard di progettazione e di qualità progettuale, avvalendosi di commissioni esterne indipendenti, per la valutazione di merito, prevedendo a tal fine processi partecipativi per verificarne l'accettabilità sociale e la gestione della sicurezza condivisa; Privilegi della casta: Riduzione sostanziale degli emolumenti e degli stipendi spettanti ai Consiglieri e Assessori regionali e provinciali e rivisitazione del gettone di presenza e di altri benefit spettanti ai Componenti dei Consigli di Amministrazione a partecipazione pubblica. Partecipazione popolare: Obbligatorietà di parere consultivo sui processi e sulle politiche di sviluppo locale da parte dell’associazionismo del terzo settore (comitati cittadini, associazioni culturali, ambientaliste, sociali, di volontariato, Onlus, Fondazioni, ecc.) Riformulazione della Governance: Abolizione di enti sub regionali e provinciali inutili e di quelli che replicano funzioni e servizi già in essere presso altre amministrazioni pubbliche, in modo da favorire la reale sussidiarietà verticale. Rafforzamento del ruolo delle Comunità Locali, quali organismi intermedi di scala sovra comunale, per la gestione obbligatoria e associata di alcuni servizi locali, quali corpo comunale di polizia, uffici tecnici, uffici paghe e contributi, gestione dei rifiuti, di canili comprensoriali, di manutenzione strade intercomunali. 7. UNIVERSITA' Nell’attuale contesto socio-economico, soprattutto relazionato ad un Mezzogiorno ancora afflitto da divari e squilibri rispetto al resto del Territorio nazionale, più forte ed urgente appare l’esigenza di una serie di riflessioni sull’ Università. L’Università degli Studi della Basilicata dovrebbe fungere da volano di crescita per l’intero Territorio regionale. Il nostro Ateneo dislocato sui due poli di Potenza e Matera deve diventare realmente il cuore pulsante dell’economia regionale, a tal fine occorre elevare il ruolo
  • 20. dell’Università degli Studi della Basilicata nella promozione qualitativa dei processi di sviluppo della Regione. Questo contribuirebbe a creare opportunità per le professionalità e le eccellenze che l'Università forma. Figure che valorizzerebbero questo Territorio qualora ne avessero la possibilità e che sarebbero capaci di intercettare con le loro competenze i flussi economici, dando impulso allo sviluppo territoriale. All’interno di una Regione piccola quale la Basilicata, economicamente povera, eppure ricca di risorse naturali, culturali ed umane, crediamo sia necessario sfruttare e sviluppare queste risorse e le materie prime presenti nel Territorio, intrecciandole con le risorse umane presenti nell’Ateneo Lucano. Risorse umane che sfruttano le loro competenze al di fuori della propria Regione. Il Rapporto SVIMEZ 2009 sull'economia del Mezzogiorno nell’analisi dei dati relativi ai Flussi migratori della Basilicata verso il Centro-Nord, evidenzia come il 22% della popolazione migrata è laureata. Questo processo scaturisce da diversi fattori: le politiche gestionali in materia di sviluppo della ricerca e dell’Università, le politiche gestionali in materia di occupazione delle figure professionali, la scarsa efficienza dei servizi presenti nel territorio regionale e l’assenza di una politica inerente al diritto allo studio. Il nostro obbiettivo è valorizzare le eccellenze della nostra terra e incentivare un nuovo sistema basato sulla meritocrazia, in modo che i figli del Sud non ereditino il destino dei propri padri e non debbano lasciare la propria terra. PROPOSTE •Finanziamenti trasparenti e vincolati atti ad aumentare l’offerta di servizi, quali, i trasporti poco efficienti specialmente nel collegamento tra i due capoluoghi di provincia; •incrementare la rete di collegamento con il resto d’Italia; •incentivare le comunicazioni aeree e la rete di comunicazione annessagli per i collegamenti con l’Europa, riscontrando una notevole crescita di studenti provenienti dalla comunità europea nella nostra regione per progetti quali “Erasmus”, “Leonardo” che potrebbero incentivare il turismo nella nostra regione; •miglioramento delle strutture, oggi, prive di dovute manutenzioni che arrecano non pochi scompensi alla fruibilità delle stesse, con la conseguente riduzione della tempistica per la realizzazione di nuove opere infrastrutturali; •realizzazione o adeguamento di strutture già esistenti a residenze universitarie, tali da poter soddisfare un utenza in continua crescita nella nostra regione, anche per rendere più trasparente ed accessibile il mercato immobiliare della regione per sopperire il gravoso problema del “caro affitto” cercando di tutelare in particolare i giovani e gli studenti •Piano pluriennale sul diritto allo studio; •Piano pluriennale sulle residenze universitarie; •Assegnazione della caserma Lucana a luogo della Cultura per la città di potenza; •Diffusione obbligatoria di Internet nelle scuole Lucane con l’accesso per gli studenti;
  • 21. •Insegnamento obbligatorio della lingua inglese dall’asilo , spesa a carico della regione. •Risorse finanziarie della Regione erogate solo alla scuola pubblica; •Valutazione dei docenti universitari da parte degli studenti per singolo insegnamento con pubblicazione on-line dei risultati; •Insegnamento gratuito della lingua italiana per gli stranieri presenti in Basilicata; •Investimenti nella ricerca universitaria, nell’università e pubblicazione e riorganizzazione dei finanziamenti dati ai singoli dipartimenti da parte della regione; •Modifica legge regionale sull’ARDSU; •Integrazione Università/Aziende : attivazione di corsi di laurea fortemente legati alla richiesta del territorio, incentivazione ad aziende che assumono esclusivamente laureati provenienti dall’Università degli studi della Basilicata o provenienti da altri atenei che garantiscono la residenza in regione; •Sviluppo strutture di accoglienza degli studenti, Piano alloggi, accoglienza studenti stranieri. •Apertura scuola di specializzazione in viticoltura ed Enologia nel territorio del Vulture- Melfese ( Barile ) ; •Apertura scuola di specializzazione in Scienze Agrarie nel Metapontino; La formazione deve essere fatta nelle università o negli istituti di ricerca, non esiste formazione non professionalizzata, non bisogna sperperare denaro pubblico per favorire le solite aziende, bisogna indirizzare la formazione al mondo lavorativo e imprenditoriale, bisogna valorizzare la formazione universitaria per incentivare le eccellenze a restare nella nostra regione, investendo le loro professionalità per le risorse primarie presenti sul nostro territorio investendo le loro professionalità nella formazione degli altri realizzando aziende di professionisti specializzati nei vari settori per Master e scuole di specializzazione realizzate ad-hoc in siti predisposti alla ricerca specifica. Bisognerebbe rendere più trasparente il sistema di finanziamenti dati per la ricerca: bisognerebbe controllare maggiormente il sistema di finanziamenti ai dipartimenti universitari,e inserire il laureato al centro del sistema , dare la possibilità di accesso ai fondi direttamente ai laureati su presentazione di progetti di ricerca indirizzati a sfruttare soprattutto le risorse del nostro Territorio e incentivare in questo modo anche l’incremento di istituti e laboratori di ricerca in Basilicata. Facilitare l’ accessibilità ai laboratori di ricerca regionali per accrescere l’ esperienza lavorativa. Diritto allo studio “mensa universitaria, trasporti, residenze, servizi (carta dello studente, tassa universitaria, orientamento per lo studente), incremento borse di studio in relazione al numero
  • 22. degli iscritti. Sprechi e controlli: istituzione di una commissione reale creata ad hoc con un calendario di incontri stabilito, che si occupi di controllare eventuali sprechi di denaro per la docenza esterna incentivando la stessa a risiedere in Basilicata e che funga da collegamento reale tra Regione e Università. 8. POLITICHE FORMATIVE E POLITICHE DEL LAVORO Il presente programma si compone di diversi punti che devono essere tra loro integrati in quanto costituiscono, ognuno di essi, elementi in grado di incidere sul Sistema Basilicata in senso orizzontale, ossia agendo su tutti i segmenti della società. E’ un programma che tiene conto degli obiettivi strategici contenuti nel P FSE Regione.O. Basilicata 2007/2013 e dei risultati da raggiungere definiti nell’”agenda di Lisbona”. Più in generale il presente programma si pone come obiettivo di incidere significativamente su quegli indicatori del mercato del lavoro che si presentano, all’inizio del 2007 in Basilicata, sotto la media nazionale e più in generale collocano la Basilicata agli ultimi posti rispetto a: otasso di occupazione totale; otasso di occupazione femminile; otasso di occupazione della classe di lavoratori 55/64 anni. Ulteriore elemento che deve essere preso in considerazione, sulla base dei dati ISFOL, è la bassissima influenza dei centri dell’impiego nell’incrocio tra domanda e offerta di lavoro. La Basilicata si colloca, infatti, negli ultimi posti nel “sostegno” istituzionale alla ricerca attiva del lavoro. Infine, il programma intende valorizzare le analisi condotte dal FORMEZ sui PIT, ed in particolare le azioni che SUIGENERIS intende attivare saranno strettamente connesse ai reali bacini di impiego presenti sul territorio in una logica di SVILUPPO LOCALE, intesa quale priorità strategica integrata con il sistema produttivo esistente, le risorse naturali presenti e lo sviluppo eco- sostenibile. Le condizioni di fattibilità organizzativa ed economica dei punti che seguono sono garantite dalle risorse stanziate a valere sul POR FSE Basilicata 2007/2013. Attualmente sono stati impegnati circa 100.000.000 di € sui circa 320.000.000 di € programmati. Vi sono risorse, pertanto, che possono garantire la fattibilità tecnica ed economica delle iniziative che SUIGENERIS intende promuovere ed attivare. Sulla stregua di questi presupposti i punti programmatici sono: Organizzazione del sistema dei servizi pubblici per l’impiego In Basilicata vi sono 16 unità territoriali che devono operare con il fine di favorire l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro. La Regione Basilicata ha stanziato, nel 2007, € 2.000.000,00 per sostenere gli operatori dei servizi pubblici di cui alle unità territoriali attraverso attività di affiancamento, consulenza e formazione. A distanza di 3 anni dall’esecuzione del servizio nessun risultato significativo è stato prodotto. SUI-GENERIS intende promuovere politiche e misure in grado di: •contribuire a migliorare l'occupabilità dei soggetti in cerca di lavoro,
  • 23. •sviluppare e promuovere le politiche attive del lavoro, intervenendo sul miglioramento e la qualificazione dei servizi pubblici per l'impiego in coerenza con i programmi e le raccomandazioni comunitarie, nazionali - in materia di sviluppo delle condizioni di occupabilità e dell'occupazione - ed in attuazione del decreto legislativo 469/97 e della legge regionale n. 33 del dicembre 2003. Considerata la complessiva inadeguatezza dei servizi offerti in precedenza, si intendono adottare misure per il finanziamento e per il funzionamento dei nuovi servizi pubblici per l’impiego nelle diverse realtà territoriali, favorendo la diversificazione dei servizi da erogare e l’integrazione delle strutture pubbliche con le realtà private nella gestione delle politiche del lavoro all’interno delle strategie regionali per l’occupazione. Il processo di costituzione, sistematizzazione, organizzazione, omogeneizzazione dei nuovi servizi per l’impiego si pone come obiettivo principale quello di: •potenziare e qualificare il sistema dei servizi pubblici per l'impiego al fine di sviluppare azioni a carattere preventivo della disoccupazione di breve e di lunga durata, •erogare servizi mirati sia alle imprese che alle persone in cerca di occupazione e non. Inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro di giovani ed adulti secondo un approccio preventivo Questo punto programmatico intende promuovere azioni ed interventi finalizzati a prevenire la disoccupazione di lunga durata che la Basilicata soffre da almeno un decennio. Il punto, infatti, mira a realizzare una serie di azioni a carattere preventivo per giovani e adulti in stato di disoccupazione rispettivamente da meno di sei mesi e da meno di dodici mesi, e per giovani in obbligo formativo. Gli obiettivi da perseguire sono: ol’attivazione di azioni di formazione per l’obbligo formativo, la formazione per l’apprendistato, la creazione di percorsi di inserimento lavorativo; ol’attivazione di azioni di “work-experience”, per l’ingresso od il reingresso nel mondo del lavoro; oil sostegno alla mobilità geografica; ola creazione di percorsi integrati di inserimento lavorativo. Saranno attivate tre azioni; Percorsi formativi integrati in obbligo formativo e percorsi formativi integrati di
  • 24. inserimento professionale L’azione mira a realizzare interventi a carattere integrato (con accoglienza, counseling, formazione frontale, orientamento in ingresso, stage) con significative esperienze di permanenza in aziende, per giovani che hanno assolto l’obbligo scolastico, finalizzati all’acquisizione di qualifiche di base per l’assolvimento dell’obbligo formativo. Gli interventi formativi sono destinati a soggetti che sono alla ricerca attiva di lavoro da meno di sei mesi. Si intende promuovere quattro tipologie di interventi: • percorsi formativi mirati al conseguimento dell’assolvimento dell’obbligo formativo (formazione frontale, counseling, accoglienza, orientamento in ingresso per stage); si prevedono due tipologie di attività: • attività formative integrate di natura pluriennale (massimo tre anni) per soggetti in uscita dalla scuola dell’obbligo; • attività annuali o biennali per soggetti che hanno abbandonato gli studi e che sono in possesso di crediti formativi, acquisiti anche mediante esperienze lavorative precedenti • formazione di base e per adeguamento delle competenze; • formazione finalizzata all’inserimento e reinserimento lavorativo. Percorsi formativi integrati e di work-experience La Regione Basilicata ha già attivato nel 2002 progetti di work experience che sono risultati inequivocabilmente inefficaci anche in considerazione delle risorse impiegate. SUIGENERIS intende promuovere iniziative che siano effettivamente in grado di contribuire alla soluzione dei problemi di disoccupazione giovanile e non, attraverso un impianto formativo che coinvolga direttamente il sistema rendendo “conveniente” l’opportunità di impiego e strategica l’opportunità di auto impiego per i giovani. In questa logica si inseriscono: i piani di inserimento professionale (PIP) attraverso i quali si potranno creare condizioni di sviluppo di azioni verticali di promozione diretta dell’occupazione e di azioni orizzontali con il coinvolgimento dei Centri per l’Impiego che potranno disporre di ulteriori informazioni sui profili professionali in cerca di occupazione; Tirocini e stages formativi e di orientamento: da svolgersi ai sensi della normativa vigente,
  • 25. presso le imprese, i servizi e gli studi professionali. La durata dei tirocini sarà concordata con i soggetti ospitanti fino ad un massimo di 5 mesi Elemento assolutamente innovativo rispetto alle precedenti esperienze adottate dal Dipartimento formazione della regione Basilicata è la circostanza che le imprese e gli studi professionali che ospitano in tirocinio potranno accedere ai successivi progetti di tirocinio solo dopo aver dimostrato di aver trasformato in contratti di lavoro almeno il 30% dei soggetti inseriti nelle esperienze precedenti. Nel caso in cui l’offerta di tirocini da parte delle imprese fosse superiore alla disponibilità finanziaria annuale prevista, la selezione delle imprese avverrà in base ai seguenti criteri: % di trasformazione di precedenti esperienze in contratti, qualità dell’intervento riscontrato a seguito delle azioni di monitoraggio e valutazione, benefits concessi al tirocinante Accompagnamento Per questa azione si intende promuovere le seguenti tipologie di interventi: oanalisi dei fabbisogni formativi anche per la progettazione di interventi formativi; ostudi e ricerche in materia di politiche attive del lavoro secondo un approccio preventivo e curativo; oazioni di sensibilizzazione delle imprese e per target di utenza; oinformazione e pubblicità dei servizi offerti e delle opportunità di inserimento professionale e lavorativo esistenti; omonitoraggio e costruzione di basi statistiche che prevedano anche un’analisi di genere del fenomeno. Inserimento e reinserimento lavorativo di disoccupati di lunga durata SUIGENERIS intende sperimentare azioni ed interventi finalizzati alla cura della disoccupazione di lunga durata. Gli obiettivi strategici di questa punto del programma sono: ol’attivazione di azioni di “work-experience”, per l’ingresso od il reingresso nel mondo del lavoro; oil sostegno alla mobilità geografica; ola creazione di percorsi integrati di inserimento lavorativo; Adeguamento del sistema della formazione professionale
  • 26. Nel corso degli ultimi anni, innovazioni normative hanno interessato i sistemi della formazione, dell’istruzione e del lavoro. La legge 196/97, i diversi accordi per il lavoro del 1996 e del 1998 e, da ultime, la L. 30/03 di riforma del mercato del lavoro e la L. 53/03 di riforma del sistema di istruzione e di formazione, così come la L.R. 33/03 di riforma della formazione professionale, hanno indicato un precorso fortemente orientato alla qualificazione ed all’integrazione dei tre sistemi su menzionati, al fine di migliorare i modelli di intervento delle politiche attive del lavoro. Il nuovo sistema della formazione disegnato dalla L.R. 33/03, di riforma del settore, richiede una rafforzata politica per la gestione ed il potenziamento delle risorse umane operanti nel sistema della formazione professionale regionale. Gli obiettivi dell’azione consistono, pertanto, nella promozione e nello svolgimento di tutte le operazioni necessarie alla qualificazione del personale delle strutture formative degli enti e degli organismi di F ., in presenza di un rigoroso sistema di accreditamento. Si registrano in .P Basilicata circa 200 organismi di formazione, spesso figlie di apparati estranei al mondo della formazione. Si ritiene che il sistema dell’accreditamento debba essere rivisto. SUIGENERIS intende promuovere nuovi strumenti di qualificazione del sistema formativo regionale attraverso: la Certificazione delle competenze e dei crediti formativi in raccordo con i criteri e le modalità definite nell’ambito di un modello nazionale, orientata alla costruzione di un sistema di unità formative capitalizzabili e ad un modello di certificazione dei crediti formativi, anche mediante la predisposizione di uno specifico libretto formativo in cui sono registrati i crediti formativi e le competenze professionali acquisite. Le linee di intervento riguarderanno: la definizione di un modello condiviso di unità formative, integrato con i vari segmenti del sistema educativo e formativo; identificazione, per ogni unità formativa, delle competenze raggiungibili, specifici o comuni a più profili; definizione ed approntamento del libretto formativo del cittadino, che accoglie i crediti formativi e le competenze professionali acquisite. La creazione di sistemi informativi e di rete in grado di potenziare il sistema informativo e telematico regionale al fine di costruire un sistema di: banche dati con informazione dettagliate sugli organismi di formazione professionale, sui contenuti formativi dei corsi, ecc..; consentire scambi di informazioni e di dati in tempo reale tra gli organismi pubblici in materia di corsi ed attività formative ; raccolta di progetti, informazioni sulle opportunità formative.
  • 27. Sviluppo della competitività delle imprese e formazione continua con priorità alle PMI SUI-GENERIS vuole migliorare il sistema della formazione nelle imprese e per le imprese; Si vuole mettere in condizione le imprese, in modo particolare le PMI, di avere opportunità per migliorare l’istruzione e la formazione professionale dei propri dipendenti e/o futuri dipendenti. Formazione continua Si tratta di un intervento mirato al rafforzamento del sistema formativo regionale. L’azione è rivolta alle aziende che hanno necessità di qualificare e/o riqualificare il proprio personale dipendente. Tale azione prevede di effettuare interventi di formazione specifica e generale. Si intendono promuovere le seguenti tipologie di interventi: • servizi per la diagnosi dei fabbisogni professionali interni e per la progettazione degli interventi finalizzati alla formazione continua; • azioni formative per lo sviluppo di competenze anche nell’ambito della gestione di processi produttivi orientati alla qualità totale; • formazione connessa con lo sviluppo delle nuove tecnologie di comunicazione, di marketing, di informazione, commerciali (es. il commercio elettronico), ecc.; • formazione di personale dedicato ai processi di commercio con l’estero e di internazionalizzazione di impresa; • formazione per la valorizzazione di personale immigrato per la gestione di impianti all’estero, particolarmente all’interno di joint – ventures; • formazione continua in favore delle imprese cooperative e del terzo settore. Questa tipologia formativa dovrà contenere un’analisi dei fabbisogni formativi dell’impresa o delle imprese interessate. Tale analisi dovrà evidenziare le necessità di formazione specifica e/o di formazione generale e degli eventuali fabbisogni di azioni strumentali per la conciliazione vita-lavoro Formazione finalizzata all’occupazione Saranno promosse azioni rivolte alle aziende che hanno necessità di formare delle unità in vista di prossime assunzioni. Tali azioni prevedono l’effettuazione di interventi di formazione specifica e generale. Tale azione comprende la seguente tipologia di interventi:
  • 28. formazione finalizzata all’occupazione nelle imprese regionali ed extra-regionali che si insediano nella regione; sperimentazione di percorsi formativi e modelli idonei alla imprenditorialità diffusa, predisposte nell’ambito delle procedure di concertazione locale, con particolare riferimento al consolidamento della rete di PMI e la gestione condivisa di servizi di rete (logistica, manutenzione impianti, Sostegno alle politiche di flessibilità Saranno sperimentate azioni tese al rafforzamento delle politiche di flessibilità all’interno delle imprese, in maniera particolare all’interno delle PMI, presenti sul territorio regionale. Trattasi di interventi finalizzati, quindi, alla flessibilità sia come tipologia contrattuale sia alla flessibilità degli orari di lavoro; finalizzati, comunque, all’incremento occupazionale netto. Vengono concessi contributi alle aziende, che applicano / sperimentano azioni positive per la flessibilità nei seguenti ambiti: progetti articolati per consentire forme di flessibilità degli orari e dell’organizzazione del lavoro; progetti articolati per consentire alla lavoratrice madre od al lavoratore padre, anche quando uno dei due sia lavoratore autonomo, ovvero quando abbiano in affidamento od in adozione un minore, di usufruire di particolari forme di flessibilità degli orari e dell’organizzazione del lavoro (part – time reversibile, telelavoro, lavoro a domicilio, orario flessibile in entrata od in uscita, banca delle ore, flessibilità sui turni, orario concentrato), con priorità per i genitori che abbiano bambini fino ad otto anni di età o fino a dodici anni in caso di affidamento o di adozione; programmi di formazione per il reinserimento dei lavoratori dopo il periodo di congedo; progetti che consentano la sostituzione del titolare di impresa o del lavoratore autonomo, che benefici del periodo di astensione obbligatorio o dei congedi parentali, con altro imprenditore o lavoratore autonomo; progetti che consentano forme di flessibilità degli orari e dell’organizzazione del lavoro per giovani che hanno assolto all’obbligo formativo, per adulti disoccupati di lunga durata e donne; progetti che consentano modelli organizzativi finalizzati all’implementazione del telelavoro e della formazione continua a distanza in impresa. Cervelli in azione : eccellenze lucane In seguito agli accordi di Lisbona e Barcellona, l’Italia ha sottoscritto l’impegno a fare dell’Europa l’area leader nell’economia della conoscenza e della ricerca.
  • 29. A tal fine SUIGENERIS intende in via del tutto innovativa promuovere interventi volti a favorire l’erogazione di borse di studio per la realizzazione di progetti di ricerca nell’area dell’innovazione tecnologica e del trasferimento tecnologico alle imprese, in raccordo con i sistemi dell’Università degli Studi della Basilicata e della Ricerca. Si intende incrementare i profili di innovatività ed effettività della ricerca e a favorire un proficuo inserimento di professionalità elevate e rispondenti alle esigenze del sistema produttivo del territorio. Tale scelta, improcrastinabile ed indifferibile individua nella diffusione dell’innovazione e della conoscenza i fattori essenziali per guidare i cambiamenti e sostenere i processi di miglioramento della competitività dei sistemi di impresa e dei contesti produttivi. Saranno concesse borse di studio per la realizzazione di: • progetti di ricerca applicata e/o trasferimento tecnologico di durata annuale; • progetti di ricerca applicata e/o trasferimento tecnologico di durata biennale. Rientrano nella categoria di progetti di ricerca applicata e/o trasferimento tecnologico i progetti, proposti congiuntamente dal ricercatore, dall’ente di ricerca di riferimento e dall’azienda, che: • prevedano esplicite ricadute sul business aziendale; • che siano finalizzati in maniera chiara e verificabile all’innovazione di prodotto e/o processo. Le candidature saranno proposte dal ricercatore attraverso la compilazione di un progetto di ricerca, condiviso da un’azienda e da un ente di ricerca, che abbiano sede operativa in Basilicata: Università pubbliche e private riconosciute dall’ordinamento nazionale, Istituti Universitari riconosciuti dal MIUR, Parchi Scientifici e Tecnologici, nonché Enti di ricerca pubblici e privati no profit a partecipazione pubblica. Il perseguimento degli obiettivi definiti dal progetto deve essere garantito, previa sottoscrizione di specifico atto di impegno nei termini che potranno essere concordati di volta in volta. 9. POLITICHE DI GENERE Premessa La condizione delle donne, la loro libertà, l’affermazione dei loro diritti come diritti umani universali, la condivisione del potere fra uomini e donne saranno la misura del grado di civiltà della nuova Europa. Non si tratta di un’affermazione di principio, ma di un vero e proprio impegno programmatico, basato sull’osservazione attenta dello sviluppo e della crisi degli stati nazionali, attraversati da processi di modernizzazione di cui le donne sono state in gran parte protagoniste e di cui portano successi, ma anche ferite. Il cambiamento dei modelli di produzione, la dimensione extra-nazionale crescente dei processi economici, finanziari e di mercato, la globalizzazione dei modelli di consumo, le grandi migrazioni, il dissolvimento della coesione delle comunità locali, il fenomeno della localizzazione, sono alcuni dei tratti che caratterizzano profondamente il senso di cambiamento
  • 30. dei partiti, o dei movimenti politici, come mediazione fra i cittadini e le istituzioni. I processi di modernizzazione globali imprimono alla nostra società una velocità di mutamento senza precedenti. Le persone vivono sempre più immerse nel rischio e nell’insicurezza, e non trovano nella politica tradizionale risposta alle proprie ansie e alle proprie aspettative. Cresce la volontà di competenza individuale sulle decisioni che riguardano la propria vita, in un quadro però non più di collettività coese, ma quasi di moltitudine di individui uniti in un’opinione pubblica che vuole contare su singoli aspetti del proprio futuro: pace, ambiente, qualità dei prodotti, accesso all’informazione… La prospettiva di una società europea della conoscenza come inclusione sociale e nuovo modello di sviluppo non ha ancora strategie credibili né nelle politiche nazionali, né nella dimensione statale, regionale e cittadina. C’è quindi bisogno , che la politica locale si faccia coraggiosa per seguire le forze di progresso, democratiche, a partire dalla ridefinizione degli obiettivi e i metodi da attuare per andare in contro alle esigenze della popolazione, e soprattutto nei confronti delle classi e fasce che vivono degli svantaggi all’interno di essa. La Basilicata è stata una delle regioni del sud Italia inserite nell’obiettivo 1 dell’ Unione Europea, e uno dei principi di quest’ultimo è proprio quello del rilancio delle regioni sottosviluppate, rispetto alla media europea, tramite le pari opportunità e l’eliminazione della discriminazione(naturalmente questi sono solo 2 dei principi), mettendo a disposizione fondi per la realizzazione di progetti da parte degli enti territoriali regionali.( vedi: Fondo Sociale Europeo e il progetto progress). PARI OPPORTUNITA' DONNE-UOMINI. L’ingresso massiccio delle donne nel mercato del lavoro, la ricerca di un lavoro non solo come fonte di reddito, ma come realizzazione di sé, la maggiore scolarizzazione e il maggiore successo formativo, l’esigenza di politiche pubbliche di welfare tese a redistribuire il carico del lavoro di cura, la richiesta di armonizzazione fra tempi della vita quotidiana, lavoro, maternità, l’aspirazione ad una libertà non solo materiale, ma di tenore e stile di vita ci dicono di una forza femminile che, migliorando la condizione delle donne, ha migliorato le nostre società. Nel contempo, però, permangono elementi di forte debolezza sociale, che ci fanno dire che le donne danno molto più di quanto ricevono dall’organizzazione sociale. Infatti, anche nell’avanzata Europa, assistiamo alla femminilizzazione della povertà, la disoccupazione e il precariato sono fenomeni soprattutto femminili, specie nelle aree di minore sviluppo, come il nostro Mezzogiorno. Il peso quantitativo e qualitativo delle ore lavorate è sulle spalle delle donne, l’esiguità delle reti di welfare locale taglia diritti e opportunità femminili, una società poco dinamica per non dire bloccata impedisce il pieno dispiegamento dei talenti femminili nei percorsi professionali e nelle carriere. Le politiche di inclusione sociale stentano ad assorbire un impatto di genere: basti pensare alla condizione delle donne straniere e ai sistematici attacchi alla laicità dello stato. E’ in questo insieme di forza e debolezza che si colloca la crisi di rappresentanza delle istituzioni e
  • 31. della politica che ha la sua manifestazione visibile nel distacco delle donne da una politica considerata troppo maschile e da una percentuale di elette incredibilmente bassa. Insomma le donne non accedono ai livelli alti della scala sociale e rimangono tendenzialmente escluse dalle sedi di decisione e di potere della politica. Esistono leggi europee( Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea , Trattato di Amsterdam (1997), art. 2, 3, 13, 118, 119, 136, 137, 141 e 251, Trattato di Maastricht )( e statali (D.lgs. 11 aprile 2006, n. 198) che difendono la donna nei luoghi e non di lavoro, promuovono l’integrazione sociale, politica e lavorativa, ma se poi entriamo nel pratico ci rendiamo conto che queste leggi non sono attuate, ma rimangono scritte su codici e siti internet. Bisogna quindi creare i metodi e i presupposti perché queste leggi vengano seguite e sensibilizzare ed educare le persone perché ciò avvenga. Quindi cosa ci proponiamo di fare perché ciò non avvenga più? •Creare una commissione formata di donne e uomini elette ed eletti tra le diverse associazione presenti nei territori, ma non limitandosi ai capoluoghi, bisogna cercare di entrare nei diversi comuni, o almeno individuare delle macroaree, costituire le diverse commissioni creando una rete di confronto dialogo e programmazione nella regione. Questa rete dovrà essere formata da figure professionali di diverso genere: psicologhe/i, statiste/i, casalinghe/i, funizionarie/i pubbliche/i, studentesse/i, ecc. perché tutto questo?per fere in modo che la commissione prima di programmare o cercare una soluzione ai problemi e i disagi, sia capace di ascoltare e capire le esigenze del territorio in tutti gl’ambienti e i campi, fino ad arrivare al punto di poter prevenire anziché curare. •Fornire strutture e servizi alle famiglie e/o alle mamme lavoratrici. Con i continui tagli che vengono fatti dallo Stato nei confronti delle amministrazioni locali, come i comuni, i servizi alla popolazione diventano sempre più carenti. Una donna, non solo ma in questi casi siamo molto spesso noi a pagarne le conseguenze, non ha l’occasione di emanciparsi e lavorare se non ha la possibilità di mandare il figlio o la figlia all’asilo nido o alla suola materna. Questi servizi a livello pubblico dovrebbero essere rafforzati, visto che esistono nel Capoluogo di Regione circa 500 posti in tutto per i bambini da 3 a 36 mesi, e probabilmente non sono sufficienti, e soprattutto ampliamento degl’orari fino al pomeriggio, visto che è un punto presente all’interno del regolamento comunale degl’asili potentini, ma nessuno di questi effettua servizio dopo le 14,30. Orari flessibili, •Sussidi economici, consulenze e asili nido gratuiti per ragazze madri, per dar loro l’occasione di terminare gli studi e indirizzarsi al lavoro, con orari che permettano alla donna di dedicarsi al bambino. •Creazione di infrastrutture e centri polifunzionali dove tenere attività di cure alternative, come l’arteterapia, musicoterapia, terapia sportiva da realizzare in concomitanza alle cure mediche, per donne che hanno subito violenze sessuali, fisiche o che soffrono di depressione. La commissione sopraccitata al punto A deve occuparsi di monitorare e garantire che non si verifichino episodi di violenza o stalking nei luoghi di lavoro e non solo.
  • 32. DIVERSAMENTE ABILI. La Basilicata è una regione che nei servizi da prestare alle persone diversamente abili ha ancora molte carenze. Spesso, anzi sempre, vivere una disabilità, soprattutto nel mezzogiorno, non è cosa facile, sia per la persona direttamente interessata, sia per la famiglia che gli sta accanto. Nella nostra regione le carenze in merito sono davvero troppe, sia a livello strutturale, architettonico, dei trasporti, nell’accessibilità del turismo, a livello sanitario e anche di abitazioni. Le nostre proposte a riguardo: •Creare reparti ospedalieri, con figure mediche altamente professionalizzate, per dare la possibilità alle persone afflitte da gravi patologie invalidanti di rimanere in regione per le cure ospedaliere. Ci sono diverse figure mediche che mancano nella nostra azienda ospedaliera soprattutto per ciò che concerne la chirurgia neonatale invalidante, (es. mancano cardiochirurghi e neurochirurghi neonatali.). •Dare sussidio alle cooperative e associazioni che si occupano di offrire servizi alle persone e alle famiglie con casi di disabilità. Oltre a rafforzare i finanziamenti, sarebbe il caso di mettere a loro disposizione centri di assistenza e polifunzionali, dove organizzare attività per queste persone, centri di recupero psico-fisico-motorio. Visto che anche qui per ricevere questi servizi bisogna recarsi in nord Italia. Le persone diversamente abili perché possano ottenere dei risultati di vero miglioramento, sia a livello fisico che psico-cognitivo, dipende dal problema che si presenta, hanno bisogno di cure costanti, non si può pensare di fare per esempio una fisioterapia di dieci giorni ogni quattro mesi, non è adatto alle loro esigenza, inoltre oltre al disagio fisico si aggiunge quello morale e psicologico per le famiglie costrette a stare lontane dalle proprie case e dai parenti, e anche il disagio economico per il viaggio e il pernottamento in alcuni casi. •Ampliamento dell’offerta delle case domotiche che rendono la persona diversamente abile autonoma. •Abbattimento delle barriere architettoniche e adeguamento dei percorsi in tutti i comuni, adeguamento dei trasporti. Rendere le persone diversamente abili autonome fuori casa è per la famiglia un aiuto grandissimo. •Proposta di creare un turismo accessibile per queste persone al fine di dare grande esempio di democrazia, senso umano e civico a tutta l’Italia creazione a Matera di un’agenzia di coordinamento e accoglienza, vantaggi economici per il territorio.
  • 33. 10. SANITA' Il paziente al centro: salute come diritto da tutelare e promuovere. Il Servizio Sanitario Regionale dovrebbe essere un sistema di diritti e garanzie per la tutela della salute e del benessere della persona. L'utente deve essere la figura centrale della programmazione sanitaria. L'assistito deve essere soddisfatto in tutte le sue esigenze. L'umanizzazione deve essere il principio che sottende a tutte le attività, le azioni e le programmazioni sanitarie, socio-sanitarie e sociali perché prendersi cura delle persone e non della sola malattia, della disabilità o della fragilità, costituisca l'elemento fondamentale per favorire una relazione di vero aiuto e per individuare le strategie comunicative che allevino la sofferenza. Tutto deve essere programmato per garantire salute a chi ne ha bisogno, in un quadro di incessante mutamento e innovazione tecnologica prodotta dalla ricerca scientifica, dove la sfida più grande è la sostenibilità economica dei sistemi sanitari nell'ambito della devolution e del federalismo fiscale. Nella nostra Regione il Servizio Sanitario presenta profonde contraddizioni e notevoli carenze, soprattutto per ciò che attiene ai servizi sanitari territoriali, alla prevenzione, all'educazione sanitaria, alla tutela della salute mentale, e alla riabilitazione. Nonostante ciò, i servizi esistenti dovrebbero essere potenziati e riqualificati, sia dal punto di vista tecnico-strutturale, sia dal punto di vista organizzativo. Un buon Servizio Sanitario, l'eccellenza, i servizi e l'organizzazione ottimale non possono prescindere da figure professionali valide. Occorrerebbe valorizzare queste professionalità sanitarie come leva per il cambiamento e l'innovazione. Questo non potrà mai essere realizzato fintanto che la progressione di carriera avverrà basandosi su logiche clientelari e di partito. Dunque, un Servizio Sanitario reso capace ed efficiente da professionalità valide costituirebbe un polo d'attrazione oltre che per gli utenti Lucani anche per gli utenti delle Regioni limitrofe, con conseguente diminuzione della migrazione sanitaria passiva ed aumento di quella attiva. Questo miglioramento in termini d'efficienza porterebbe ad un consistente risparmio sul Fondo Sanitario Regionale. Le proposte: • Garantire l’accesso alle prestazioni essenziali del Servizio Sanitario Regionale universale e gratuito; • Ticket proporzionali al reddito per le prestazioni non essenziali; • Promuovere l’uso di farmaci generici e fuori brevetto, equivalenti e meno costosi rispetto ai farmaci “di marca” e più sicuri rispetto ai prodotti di recente approvazione; • Proporre la prescrizione medica dei principi attivi invece delle marche delle singole specialità a livello nazionale; • Programma di educazione sanitaria indipendente pubblico e permanente sul corretto uso dei farmaci, sui loro rischi e benefici; • Politica sanitaria Regionale di tipo culturale per promuovere stili di vita salutari e scelte di consumo consapevoli per sviluppare l’autogestione della salute (operando sui fattori di rischio e di protezione delle malattie) e l’automedicazione semplice; • Informare sulla prevenzione primaria (alimentazione sana, attività fisica, astensione dal fumo) e sui limiti della prevenzione secondaria (screening, diagnosi precoce, ect.), ridimensionandone la portata, perché spesso risponde a logiche commerciali; • Sistema di misurazione della qualità degli interventi negli ospedali (tassi di successo, mortalità, volume dei casi trattati ecc.) di pubblico dominio;
  • 34. Proporre la separazione delle carriere dei medici pubblici e privati, non consentire a un medico che lavora in strutture pubbliche di operare nel privato a livello nazionale; • Incentivare della permanenza dei medici nel pubblico, legandola al merito con tetti massimi alle tariffe richieste in sede privata; • Criteri di trasparenza e di merito nella promozione dei primari; • Costituire liste di attesa pubbliche e on-line; • Convenzioni con le strutture private rese pubbliche e on-line; • Investire sui consultori familiari;