53. Giasone, il capo della spedizione
Argo, di Tespi, costruttore della nave Argo
Tifi, il timoniere, di Sife in Beozia
Eracle, di Tirinto
Teseo, uccisore del Minotauro
Orfeo, il poeta Tracio
Laerte, futuro padre di Ulisse
Atalanta, di Calidone, vergine cacciatrice
Bute, di Atene, apicoltore
Castore, lottatore spartano, uno dei Dioscuri
Polluce, pugile spartano, uno dei Dioscuri
Eurialo, figlio di Mecisteo, uno dei sete Epigoni
Telamone, fratello di Peleo, padre di Aiace Telamonio
Laocoonte, gran sacerdote di Troia
Filottete, poi possedette le frecce e l'arco di Eracle
56. Lì accorsero in loro aiuto da ogni parte le giovani Nereidi, e Teti
divina afferrò, postasi a poppa, la pala del timone, per guidare la
nave tra le rocce erranti.
Come i delfini affiorano dal mare nel sereno e volteggiano in
branco attorno a una nave in movimento, mostrandosi ora davanti,
ora dietro e ora ai lati, per la gioia dei marinai; così le Nereidi
rincorrendosi a vicenda volteggiavano insieme intorno alla nave
Argo, mentre Teti la teneva in rotta.
Quando già stava per urtare contro le Plancte, alzarono le vesti
sulle bianche ginocchia e saltarono sulle stesse rupi e in cima alle
onde.
[...] come ragazze che su una spiaggia sabbiosa, con le vesti avvolte
ai fianchi, giocano a lanciarsi la palla divise in due squadre - la
ricevono l'una dall'altra, e la sfera vola in alto fino al cielo senza
mai toccar terra - allo stesso modo le Nereidi, lanciandosi a turno
l'una all'altra la nave che procedeva rapida, la tenevano alta sulle
onde e sempre lontana dalla rocce, mentre l'acqua intorno
ribolliva mugghiando.
Argonautiche, a cura di Alberto Borgogno, ed. Mondadori 2005
63. BIBLIOTECA
Pseudo-Apollodoro (II sec a.C.)
II, 5: Eracle, Cadice
...come decima fatica gli fu imposto di catturare i buoi
di Gerione nell’isola Erizia … questa si trova vicina
alla corrente d’Oceano, e il suo nome attuale è Gadira
… passò dalla Libia e arrivò a Tartesso: qui, come
segno del suo passaggio, eresse due colonne, una di
fronte all’altra, a confine tra l’Europa e la Libia.
64.
65. II, 5: Eracle ed Erice
a Reggio, un toro si staccò dalla mandria, corse
a gettarsi in mare e nuotò fino in Sicilia;
attraversò quella regione, e giunse infine nel
regno di Erice, il sovrano degli Elimi, figlio di
Afrodite, che unì il toro alle sue mandrie. Eracle
… vinse tre riprese, uccise Erice in
combattimento, recuperò il toro e si rimise in
viaggio con la mandria verso lo Ionio …
70. LA SICILIA:
NON UN LUOGO QUALSIASI
… non era per i greci un luogo
qualsiasi: era bensì un sogno, un
pezzo di cuore buttato lì a ponente
lontano lontano, dove tramonta il
sole …
Franco Di Marco, moderatore II giornata, Luglio 1990
73. … un’isoletta siede
di foreste ombreggiata, ed abitata
da un’infinita nazïon di capre silvestri,
onde la pace alcun non turba:
chè il cacciator, che per burroni e boschi
si consuma la vita, ivi non entra,
non aratore, o mandrïan, v’alberga.
Manca d’umani totalmente …
Odissea, libro IX, trad. Ippolito Pindemonte, 1822
74. … Ma del porto in cima
s’apre una grotta, sotto cui zampilla
l’argentina onda d’una fonte, e a cui
fan verdissimi pioppi ombra e corona.
Odissea, libro IX, trad. Ippolito Pindemonte, 1822
79. … spelonca eccelsa nell’estremo fianco
di lauri opaca, e al mar vicina, io vidi.
Entro giaceavi innumerabil greggia,
pecore, e capre, e di recise pietre
composto, e di gran pini, e querce ombrose …
Odissea, libro IX, trad. Ippolito Pindemonte, 1822
83. … io mi slanciai in alto verso l'altissimo fico e ad esso mi tenevo
attaccato, simile a un pipistrello. Non riuscivo a puntare i piedi, non
potevo salire: distavano le radici, alti erano i rami, i lunghi rami
robusti che facevano ombra a Cariddi. Mi tenni saldo, finché rigettò di
nuovo albero e chiglia: li attendevo, e mi giunsero, infine; nell'ora in cui
un uomo che giudica le molte contese di chi cerca giustizia, lascia la
piazza per andare a cena, a quell'ora dalle fauci di Cariddi comparvero
i legni della mia nave. Lasciai andare i piedi e le mani e in acqua
piombai accanto ai lunghissimi legni; e su di essi seduto, remavo con le
mie braccia …
Odissea, traduzione in prosa, Maria Grazia Ciani, 1994
85. … Eolo, abitava in isola natante,
cui tutta un muro d’infrangibil rame,
e una liscia circonda eccelsa rupe.
Odissea, libro X, trad. Ippolito Pindemonte, 1982
86. Incontanente,
del Sol cacciate le più belle vacche
di fronte larga, e con le corna in arco,
che dalla nave non pascean lontane,
stavano ad esse intorno; e, côlte prima,
per difetto, che avean di candid’orzo,
tenere foglie di sublime quercia,
voti feano agli Dei.
Odissea, libro X, trad. Ippolito Pindemonte, 1982
Pellegrino Tibaldi, “i compagni di Ulisse”, 1549, Palazzo Poggi, Bologna
91. Libro III
Allora lontano dal flutto si vede l'Etna trinacria,
e sentiamo un grande sussulto del mare
e le rocce battute
e lungi le voci rotte alle spiagge,
le secche sussultano e le sabbie son mischiate dalla marea.
Ed il padre Anchise: " Certamente è qui quella Cariddi:
Eleno profetizzava questi scogli, queste orrende rocce.
Toglietevi, compagni, ed insieme alzatevi sui remi."
Libro III
ma vicino l'Etna con terribili scosse tuona,
talvolta esplodee nell'aria una nube nera
fumante di bufera di pece e di fiamma incandescente.
ed alza globi di fiamme e lambisce le stelle;
a volte solleva eruttando scogli e viscere del monte
strappate, ed accumula rocce liquefatte sotto le brezze
con un gemito e ribolle fin dal massimo fondo.
92. Libro III
quando d'improvviso dai boschi una strana forma
colpita da estrema macilenza e miserabile d'aspetto,
di un uomo sconosciuto avanza e sulla spiaggia tende supplice
le mani. Lo osserviamo. Crudele sporcizia e barba incolta,
un vestiario tenuto da spine:
Egli finalmente, deposta la paura, parla così:
"Sono di Itaca, mia patria, compagno dell'infelice Ulisse,
di nome Achemenide, partito per Troia, essendo il genitore
Adamasto povero, oh foosse rimasta la sorte.
Qui mi lasciarono i compagni, mentre impauriti abbandonavano
le crudeli soglie, immemori, nella vasta spelonca del Ciclope.
93. Libro III
Di lì alta Agrigento mostra da lontano le grandissime
mura, un tempo fattrice di magnanimi cavalli;
e, dati i venti, lascio te, palmosa Selinunte,
e percorro le secche lilibee aspre per le cieche rocce.
Di qui mi accoglie il porto e la spiaggia che non dà gioia
di Drepano. Qui spinto da tante bufere di mare,
ahimè, perdo il padre, sollievo di ogni affanno e sorte,
Anchise. Qui, padre ottimo, mi abbandoni stanco, ahimè,
invano strappato da sì gravi pericoli.
94. Libro V
Ma lontano osservando dall'alta cima del monte
Aceste corre all'arrivo, alle navi amiche,
spaventoso nelle armi e nella pelle di orsa libistide,
(lui) che madre troiana generò concepito dal fiume
Crinisio.
Libro V
Lontano nel mare c'è una roccia contro i lidi
spumeggianti, che sommerso a volte è colpito da flutti
rigonfi, quando i Curi invernali nascondon le stelle;
con la calma tace, ma se l'onda è immobile si innalza
come una pianura, graditissimo spazio per i caldi gabbiani.
95. Libro V
Conclusa questa gara, il pio Enea si dirige
in una pianura erbosa, che da ogni parte i boschi cingevano
con curve colline, ed in mezzo alla valle del teatro
c'era un cerchio; dove l'eroe si portò con molte migliaia
e , costruita una tibuna, si sedette in mezzo.
99. V, 43; il territorio di Erice appartiene agli Eraclidi
Ivi un uomo di Eleone, Anticare, gli (a Dorieo) diede il consiglio,
secondo gli oracoli di Laio, di colonizzare la “terra di Eracle che era in
Sicilia” dicendo che tutto il territorio di Erice apparteneva agli
Eraclidi poiché lo aveva acquistato Eracle …
V, 46: Fenici ed Egestani sconfiggono Dorieo e i suoi alleati
Con Dorieo si erano imbarcati, per fondare la colonia, anche gli
Spartani… giunti in Sicilia con tutta la spedizione, morirono sul
campo di battaglia, sopraffatti da Fenici e dagli Egestani…
Libro V. La rivolta della Ionia. A cura di Giuseppe Nenci, A. Mondadori, Milano 2006;
Busto di Erodoto.
Marmo greco, copia romana di un originale greco IV secolo a.C.
Museo Nazionale Romano. Palazzo Massimo alle Terme, Roma.
102. Dione, giovane di viva intelligenza anche per altre cose, ma
soprattutto atto a comprendere i discorsi che io gli facevo, mi si fece
discepolo e mi seguì con una passione che io non trovai in altro
giovane, e volle vivere tutto il resto della vita in modo diverso dalla
gran parte degli Italioti e dei Siciliani, preferendo la virtù al piacere e
a ogni genere di mollezza
Platone – Lettera VII
105. … al di là dello stretto che voi chiamaste Colonne d’Ercole c’era
un’isola …
… grande terremoto avvenuto quando il mare sommerse il
continente …
… c’è un’isola, e da queste se ne raggiungono altre, e da queste la
terra che tutto circonda, un vero continente …
Platone, Dialoghi
111. « … dall’ Armenia verso occidente, fino alla Tirrenia di fronte
alla Sardegna, dal Ponto Eusino verso sud fino ai confini dell’
Etiopia. Né può trovarsi altra persona, tra chi abbia scritto di
geografia, che abbia viaggiato per distanze più lunghe di quanto
io stesso non abbia fatto »
Strabone, Geografia. II. 5,11
125. XII sec. a.C., Terah e Abramo
Poi Terah prese Abramo suo figlio e Lot, figlio di Haran, e Sari sua nuora,
moglie di Abramo e li fece uscire da Ur dei Caldei per andare nella terra di
Canaan. Ma arrivarono fino ad Haran e ivi si stabilirono.
Genesi, 11
126. - Jahweh disse ad Abramo: “Parti dlla tua terra, dalla tua parentela, dalla casa
di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò”.
- Arrivarono così alla terra di Canaan.
- Abramo attraversò il paese fino alla località di Sichem
- Di là passò a oriente di Bethel, poi arrivò nel Negheb (Hebron)
Genesi, 12
127. - Venne una carestia nel paese e Abramo discese in egitto per soggiornarvi,
perché la carestia gravava sul paese.
Genesi, 12
128. - In quel giorno concluse un alleanza con Abramo, in questi termini: “Alla tua
discendenza do questo paese, dal torrente d’Egitto fino al grande fiume, il fiume
Eufrate”.
Genesi, 15
129.
130. IN TUTTE QUESTE REGIONI VIVENO
15,19 – I Keniti, i Kenizzeri, i Kadmorei
15,20 – gli Hittiti, i Ferezei, i Refaim, gli Amorrei, i Cananei, i Gergesei,
gli Hivvei e i Gebusei.
Genesi, 15
135. 28:1 Una volta in salvo, venimmo a sapere che l'isola si chiamava
Malta.
28:4 Al vedere la serpe pendergli dalla mano, gli indigeni dicevano tra
loro: «Certamente costui è un assassino, se, anche scampato dal mare,
la Giustizia non lo lascia vivere». 5 Ma egli scosse la serpe nel fuoco e
non ne patì alcun male. 6 Quella gente si aspettava di vederlo gonfiare e
cadere morto sul colpo, ma, dopo avere molto atteso senza vedere
succedergli nulla di straordinario, cambiò parere e diceva che era un
dio.
28:8 Avvenne che il padre di Publio dovette mettersi a letto colpito da
febbri e da dissenteria; Paolo l'andò a visitare e dopo aver pregato gli
impose le mani e lo guarì. 9 Dopo questo fatto, anche gli altri isolani
che avevano malattie accorrevano e venivano sanati;
28:11 Dopo tre mesi salpammo su una nave di Alessandria che aveva
svernato nell'isola, recante l'insegna dei Diòscuri. 12 Approdammo a
Siracusa, dove rimanemmo tre giorni 13 e di qui, costeggiando,
giungemmo a Reggio. Il giorno seguente si levò lo scirocco e così
l'indomani arrivammo a Pozzuoli.
28:16 Arrivati a Roma, fu concesso a Paolo di abitare per suo conto con
un soldato di guardia.
Atti 28
136. Giustiniano, 482 - 565
guerra gotica 553
Siracusa
Esacrato di Sicilia
guerra vandalica 535
145. così aumentarono i pellegrini che intrapresero
Il Pellegrinaggio per mare;
e la Sicilia divenne tappa
sulle orme di San Paolo,
e nei luoghi di culto di altri Santi
148. … approdarono in un città chiamata Reggio in Calabria. In questo
luogo sono stati due giorni, poi partirono e si recarono verso l'isola di
Sicilia, a Catania, dove riposa il corpo di Sant'Agata, la vergine.
Lì c’è l'Etna. E ogni volta che erutta e il fuoco vulcanico inizia a
diffondersi e minacciare l'intera regione, la gente della città prende il
corpo di S. Agata e lo posiziona davanti alle fiamme in arrivo; e queste
si fermano immediatamente.
Rimasero lì tre settimane. Quindi navigarono per Siracusa, una città
nello stesso paese.
A vela da Siracusa, hanno attraversato l'Adriatico, …
Hodoeporicon di Willibald di Eichstat, Huneberc di Heidenheim, 723
149. … si imbarcarono di nuovo per Vulcano, dove c’è l'inferno di
Teodorico.
Willibald, che era curioso e desideroso di vedere subito come era
l’inferno da dentro, voleva salire fino alla cima della montagna: Ma
non fu in grado di farlo perché c’erano cumuli di cenere e tartaro nero:
e come la neve scende dal cielo e si deposita in cumuli, così la cenere
giaceva e impedì a Willibald di andare oltre.
Tutti insieme videro una fiamma terribile e spaventosa venir fuori dal
cratere con un rumore di tuono; e guardavano con paura leenormi
nuvole di fumo salire verso il cielo.
E come narrato da altri scrittori videro la pietra pomice espulsa con le
fiamme, finita in mare e riportata a riva dalle onde; e gli uomini che la
raccoglievano.
Dopo aver soddisfatto la loro curiosità, visto il terribile fuoco, il fumo
puzzolente e le fiamme, levarono le ancore e navigarono verso la chiesa
di San Bartolomeo Apostolo [a Lipari], che si erge su in riva al mare, e
dopo aver pregato vi trascorso una notte. …
Hodoeporicon di Willabald di Eichstat, Huneberc di Heidenheim, 723
150. SICILIA
luogo di partenza per l’evangelizzazione dell’Italia
Pancrazio, vescovo di Taormina, inviato nel 39 da Pietro, martirizzato
Vita et passio Pancratii, Evagrio
Martyrologium Hieronymianum, V sec.
Marciano di Antiochia, vescovo di Siracusa, inviato da Pietro
Encomio per il nostro padre marciano, vescovo dim Siracusa, VII sec.
151. SICILIA
luogo di iniziò dello spirito missionario
Filippo, monaco siriaco, si stabilì ad Agira, cisterna di Ercole
Vita S. Philippi Argyronsis Presbiteri, Eusebio
Ilarione di Gaza, monaco anacoreta, vissuto in una grotta
Vita S. Hilarions abbatis
152. SICILIA
luogo di difesa dell’ortodossia
i prelati siciliani, per primi, si schierarono contro gli orrori
dell’iconoclastia, a cui si associarono, dopo, tutti i convenuti
Acta concilii Niceni, II sessione, 787
S.Metodio di Siracusa, patriarca di Costantinopoli, vinse l’ Iconoclastia
Vita di Metodio
155. La terra è di forma sferica, ma non perfetta …..
I dotti hanno divisa la quarta parte abitata della terra in sette climi,
ciascuno dei quali corre parallelo all'equatore, da occidente ad oriente.
Gli uomini vivono tutti nella quarta parte settentrionale del globo,
perchè la quarta parte meridionale, che è quella che trovasi al di là
dell'equatore, non è popolata nè coltivata per l'intensità del caldo …..
che il sole, passando allo zenit, rasciuga le acque …..
Ci è parso bene dividere ciascun clima in dieci scompartimenti, in guisa
che ogni scompartimento torni a un dipresso tanto lungo [sul parallelo]
quanto esso è largo [sul meridiano] …..
Il libro di Ruggero, Idrisi, 1154
157. in ciascun scompartimento poi abbiamo figurate le città, le Provincie e i
luoghi colti, affinchè l'osservatore vegga [i paesi] che si ascondono agli
occhi suoi, quelli di cui non ha alcuna cognizione, e quelli ai quali, per
la difficoltà delle vie di comunicazione e per la diversa [indole] dei
popoli, egli non potrebbe arrivar mai. Così col guardar [le figure] egli
appurerà meglio le cognizioni [che ne abbia acquistato leggendo].
Il libro di Ruggero, Idrisi, 1154
165. Riḥla, 1183 - 1185
trad. di Celestino Schiaparelli, 1906
166. Restammo meravigliati quando sentimmo che questo Re rumi era
rimasto ad osservare i Musulmani poveri che stavano a guardare dalla
nave, e non avevano di che pagare lo sbarco …. Egli fece dare a que’
poveretti cento rubā‛ī di sua moneta …..
…. zeppa di adoratori della croce, i suoi abitanti vi stanno soffocati, e
quasi è troppo angusta per contenerli. Piena di lezzo e di sudiciume,
rozza non fa trovare cortesia al forestiere.
Viaggio in Ispagna, Sicilia … , Ibn Jubayr, 1185
167. …. E dopo passammo presso un castello detto Hisn al-hammah
(Castello dell’acqua termale) …. acque che il corpo non può tollerarle,
per la forza del loro calore …. ristorammo i corpi col prendervi un
bagno.
Viaggio in Ispagna, Sicilia … , Ibn Jubayr, 1185
168.
169.
170. “Giolitti, si ricordi che l’Italia comincia da Trapani !”
Nunzio Nasi, Camera dei Deputati, Roma, 1913