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Anno 2° Numero 3




   Senza PensieriNotiziario dell’Istituto O. Romero




Giornata della Memoria
     con Nedo Fiano                                   LIM & TABLET




                     Monteore 2011
Monteore 2011
                    Come è andato il Monteore 2011?
Anche quest’anno, nonostante la riduzione da tre a due giorni, il Monteore si è svolto
nell’entusiasmo generale. Complessivamente i corsi organizzati hanno riscosso molto succes-
so e possiamo concludere che quello di quest’anno è stato uno tra i Monteore meglio riusciti.
Di seguito, le recensioni di alcuni tra i corsi proposti dalla commissione; il resto sarà pubblica-
to nel prossimo numero insieme ad una risposta alla fatidica domanda: che fine ha fatto la ter-
za giornata di Monteore che ci spetta?


                                  Rock & Metal
Per il secondo anno consecutivo è stato
organizzato durante il Monteore il corso
Rock & Metal da alcuni ragazzi del nostro
istituto. Durante queste ore sono stati illu-
strati vari generi e sottogeneri del metal
con il supporto sia di cd sia di musica dal
vivo. I componenti del gruppo sono: An-
drea Bosio, che ha parlato dei pregiudizi
sui cosiddetti “metallari” e di alcuni ge-
neri musicali, Lorenzo Pasini, che si è
occupato dei generi più brutali del Metal e
ha suonato la chitarra elettrica, Cristiano
Marchesi, che ha parlato di Demential Metal,        con alcuni problemi tecnici i ragazzi sono
Folk Metal e dei suoi sottogeneri suonando il       riusciti a realizzare un ottimo corso che ha
basso, Michele Carrara, che ha invece presen-       suscitato molto interesse tra gli alunni che
tato altri generi e Francesco Breda che si è        hanno avuto la possibilità di sentirli.
occupato della gestione delle canzoni. Seppur       Sara Epis

    TEORIA EVOLUZIONISTICA E RAPPORTO CON LA RILIGIONE
                 Il relatore Alberto Bonacina,      di ricerca.
                 professore di scienze al liceo     2) Cos’è la teoria dell’evoluzione biologica?
                 Amaldi, durante il Monteore        L’evoluzione biologica è un grande program-
                 ci ha illustrato gli aspetti es-   ma di ricerca che afferma che gli organismi si
                 senziali della teoria evoluzio-    modificano nel tempo e hanno una discenden-
                 nistica e del rapporto con la      za comune. Tutti i viventi imparentati tra loro
                 religione. In breve ecco le        sono metaforicamente i rami del grande albero
                 note salienti del suo interes-     della vita.
                 sante intervento, qui riportate
sotto forma di intervista.                          3) Come avviene l’evoluzione secondo que-
                                                    sta teoria?
1) Innanzi tutto, cos’è una teoria scientifi-       La teoria dell’evoluzionismo, al contrario di
ca?                                                 quanto si pensa, non si identifica con Darwin,
Una teoria scientifica è un sistema costituito      ma il suo merito è quello di aver trovato uno
da un complesso di affermazioni, scientifica-       dei meccanismi che regolano l’evoluzione: la
mente fondate, coerente nel suo insieme, che        selezione naturale.
consente di spiegare un determinato oggetto

2
Monteore 2011
                                                      invece, pone dubbi sulla discendenza co-
                                                      mune dei grandi gruppi di organismi.

                                                       5) La teoria dell’evoluzione biologica è
                                                       incompatibile con la fede religiosa?
                                                       Non c’è incompatibilità, infatti molti
                                                        scienziati che hanno contribuito
                                                        all’edificazione della teoria
                                                  dell’evoluzione sono credenti e appartenenti a
                                                  varie confessioni religiose.
Un apporto fondamentale alla Sintesi Neo-
darwiniana (metà XX secolo) viene infatti       6) Perché quindi solo in biologia ci sono
dalla genetica. Le mutazioni, le ricombinazio-  così tanti problemi e contrasti di tipo non
ni e la deriva genetica apportano una certa     solo scientifico, ma anche etico?
variabilità nella continuazione delle specie e  Probabilmente per un motivo storico: la biolo-
questo processo viene definito microevoluzio-   gia infatti ha tra i suoi oggetti di studio anche
ne. La teoria dell’evoluzione odierna si basa   l’uomo. Con la teoria evoluzionistica, la ca-
appunto su queste ultime ricerche.              sualità di trasmissione di determinati geni
                                                distrugge il senso della vita dell’uomo e que-
4) Cos’è il creazionismo?                       sto da molti viene considerato intollerabile. In
Per prima cosa va detto chiaramente che non è realtà non è così: la carica etica di responsabi-
una teoria scientifica definita. All’interno di lità del biologo evoluzionista è molto forte!
questa dialettica, abbiamo una divisione tra    Egli si pone solamente in una posizione di
due diverse correnti di pensiero: il creazioni- ateismo metodologico, ovvero la ricerca di
smo cosiddetto ingenuo e il creazionismo mo- cause fisiche, chimiche e meccaniche e non
derno. Il primo è impegnato a difendere una     trascendenti, solo perché queste ultime non
lettura letterale della Genesi, dov’è contenuta sono verificabili.
la storia della creazione della Terra da parte
del Dio biblico alcuni millenni fa; il secondo, Alice Mutti e prof. Giancarlo Cavagna


        ISCRIZIONI al “ROMERO” A.S. 2011-12.
Quest’anno le iscrizioni alla scuola superiore hanno creato meno ansia negli alunni delle classi
terze della scuola secondaria di primo grado e nei loro genitori, rispetto allo scorso anno sco-
lastico, perchè il quadro orario e dei nuovi indirizzi era più definito. Lo scorso anno a metà
Febbraio la situazione era ancora molto incerta e le iscrizioni sono state fatte slittare a fine
Marzo. La novità di questo anno scolastico è che la Provincia ha concesso all’Istituto Fantoni
di Clusone di aprire il Liceo delle Scienze Umane - opzione economica Sociale -, e questo ha
fatto perdere a noi , su questo indirizzo, l’utenza che proveniva dall’alta Valle. A fine iscrizio-
ni comunque i numeri sono gli stessi dello scorso anno scolastico 240 iscritti, con una flessio-
ne sul Liceo delle Scienze Umane (50 iscritti) e un incremento sugli altri indirizzi (Liceo Lin-
guistico 72; Amministrazione Finanze e Marketing 93 e Istituto Professionale per il Commer-
cio 25).
Ora sta a noi tutti, Presidenza, Docenti e tutto il personale della scuola “ROMERO” impe-
gnarci al massimo, come abbiamo dimostrato di saper fare, per accogliere questi nuovi 240
iscritti e accompagnarli per cinque anni in un cammino di crescita culturale, ma soprattutto di
maturazione, perché la scuola deve dare cultura, ma ancora di più deve aiutare i ragazzi a di-
ventare persone responsabili, mature, autonome, cittadini positivi che sappiano costruire
un’Italia migliore dell’attuale.

Il Preside prof. Angelo Savoldelli
                                                                                                 3
Giornata della Memoria
              “SOLO CHI É STATO SCHIAVO PUÓ CAPIRE
                    COS’É LA LIBERTÁ” [Socrate]

                                Lunedì 24 Gennaio 2011 si è tenuto un importante incontro presso
                                l’auditorium di Albino con il prof. Daniele Rocchetti, membro
                                dell’associazione dell’ANED (Associazione Nazionale Ex Depor-
                                tati) per una ricostruzione storica degli eventi riguardanti la secon-
                                da guerra mondiale, con la proiezione del documentario “Notte e
                                Nebbia”.
                                Mercoledì 26 Gennaio alcuni studenti hanno ascoltato la testimo-
                                nianza di uno dei sopravvissuti ad Auschwitz, Nedo Fiano.
                                L’iniziativa è stata organizzata dalla “Caritas” di Albino, in colla-
                                borazione con il comune, rappresentato dalla figura dall’Assessore
                                alla Cultura Andrea Chiesa.
                                Per non dimenticare...
          Un numero è ciò che sei
      Non più un nome, una persona
     ma bensì un animale condannato
       Nessun diritto, alcuna libertà
          È ciò che ti caratterizza
       Putrido, denutrito, spregevole
       La morte è l’unica via di fuga
     Per un mondo che non ti desidera
                  [Sara Epis]
Il Giorno della Memoria è una ricorrenza istituita con la
legge n. 211 del 20 luglio 2000 dal Parlamento italiano che ha in tal modo aderito alla propo-
sta internazionale di dichiarare il 27 gennaio come giornata in commemorazione delle vittime
del nazionalsocialismo e del fascismo e dell'Olocausto e in onore di coloro che, a rischio della
propria vita, hanno protetto i perseguitati.

Il testo dell'articolo 1 della legge 211 così definisce le finalità del Giorno della Memoria:
« La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli
di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo
ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno
subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schiera-
menti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno
salvato altre vite e protetto i perseguitati. »

Oggi appare incredibile che una barbarie come l’Olocausto sia veramente accaduta, che don-
ne, uomini e bambini di un intero popolo siano stati perseguitati, torturati e uccisi nei campi di
concentramento e nelle camere a gas.
Non dobbiamo nasconderci credendo che nazisti e fascisti fossero pazzi. Nazisti e fascisti sa-
pevano quello che facevano e che avevano deciso di fare. Lo sapeva Hitler e chi stava al suo
fianco, lo sapeva Mussolini e il re d'Italia che firmarono le leggi razziali per perseguitare gli
Ebrei italiani, lo sapevano tutti quelli che obbedirono.



4
Giornata della Memoria
Nedo Fiano: un drammatico racconto dall’inaspettato lieto fine

“Voi giovani rappresentate il futuro, io rappre-
sento il passato, siamo divergenti ma non per
fede interiore: vediamo quest’incontro come
una lezione di vita”: è questo il messaggio che
ha più volte ribadito Nedo Fiano, detenuto per
circa due anni in un inferno conosciuto come
Auschwitz, e scampato alla morte certa grazie
all’arrivo dei soldati americani nell’Aprile del
1945.
Ad Auscwitz si sentivano due sole cose: urla e
silenzio. Le urla degli ufficiali che impartivano ordini, le urla strazianti di dolore, le urla delle
madri a cui venivano strappati dalle braccia i figli, le urla dei mariti che piangevano le mogli,
e il silenzio, quel silenzio che suona più forte di milioni di parole, il silenzio della disperazio-
ne, dell’orrore, della notte. “Era durante la notte che le urla più strazianti risuonavano nelle
camerate superaffollate dei detenuti. Si levavano dalle bocche affamate di questi uomini ridotti
a vivere come delle bestie, senza più un’identità, senza il potere di vivere una vita. Quel dor-
mitorio era un teatro di folli.”



      Il racconto
                                                      la feccia. Questa fu la sola cosa che capii.
                                                      Certo non mi sfuggiva il volto di mamma che
      Il 23 Maggio 1938 fui arrestato in una via
                                                      invecchiava giorno dopo giorno, che si incu-
      centrale di Firenze, città nella quale avevo
                                                      piva, che si faceva sempre più assente e ras-
      sempre abitato con mia madre, mio padre e i
                                                      segnato.
      nonni. Alcuni soldati tedeschi mi puntarono
                                                      In quella cella ripensai molte volte a lei, a
      la pistola sul fianco destro e fui portato nel
                                                      che fine avesse fatto, ma sapevo che era
      carcere di Firenze, dove stetti per due inter-
                                                      inutile, molto probabilmente non l’avrei mai
      minabili mesi. Le leggi razziali erano state
                                                      più rivista. Tempo dopo fui portato al Campo
      emanate solo poco tempo prima, l’11 No-
                                                      di Fossoli, vicino a Modena, uno dei tanti
      vembre di quello stesso anno e, seduto nella
                                                      campi di concentramento sorti in quegli anni
      mia cella, ricordavo ogni istante: il volto
                                                      sotto il naso della popolazione che se ne
      scuro e teso della mamma quando papà portò
                                                      stava a guardare senza proferir parola. In
      a casa il Corriere della Sera, su cui erano
                                                      quel campo giunse anche mamma: da una
      state pubblicate. “È la fine per noi!” disse al
                                                      parte fui contento quando la vidi, ma
      papà rivolgendogli uno sguardo assente. Io
                                                      dall’altra ovviamente avrei preferito non
      ero troppo piccolo per capire cosa stesse
                                                      vederla mai più, piuttosto che saperla in quel
      accadendo: ricordo che avevo un compagno
                                                      luogo. Una volta giunte altre centinaia di
      di banco a scuola, era sempre stato il mio
                                                      persone fummo caricati con i nostri pochi
      migliore amico, facevamo merenda insieme,
                                                      averi su un treno. Destinazione? Ignota! Non
      giocavamo sotto lo stesso tetto e mia madre
                                                      ci dissero nulla, che senso aveva informare
      era un po’ anche la sua. Tutt’ un tratto quel
                                                      delle schifose bestie ebree? Il vagone era
      mio caro amico non mi rivolse più la parola e
                                                      disumano, vi restammo stipati in cinquanta-
      non si sedette più accanto a me tra i banchi di
                                                      due per una settimana, in piedi. Ogni qual
      scuola, certo, per quel poco ancora che mi
                                                      volta il treno oscillava o curvava scorrevano
      permisero di frequentarla, quella scuola. A
                                                      sulle nostre caviglie sangue e urine mescolati
      me e ad alcune maestre fu proibito di recarci
                                                      ai cadaveri di coloro che non erano stati forti
      all’istituto statale, e fummo pian piano co-
                                                      abbastanza per resistere a quel tormento.
      stretti a creare una scuola tutta per noi: gli
      ebrei, gli emarginati,


                                                                                                    5
Giornata della Memoria


 Il fetore era bestiale, l’aria irrespirabile, ma non era   dati controllarono dagli oculi esterni alla sala che
 questo il peggio; la cosa desolante era non sapere         fossero morti tutti e furono aperti gli sfiatatoi late-
 dove fossimo diretti: le stazioni ferroviarie a cui        rali per la fuoriuscita del gas. Quegli stessi uomini,
 man mano giungevamo erano tutte uguali, e non              se così si possono definire, sarebbero poi entrati a
 riuscivamo a leggere alcun riferimento. Il treno           perquisire i cadaveri alla ricerca di oggetti di valore
 proseguiva inesorabile, apparentemente senza una           che avevano ancora con sé: orologi, denti d’oro,
 meta fino a quando, il 22 Marzo1944, si fermò              catenine... I corpi vennero poi trasportati su delle
 vicino al recinto di un nuovo campo frenando con           barelle capaci di tramandarne tre per volta e man-
 uno stridore terrificante.                                 dati ai forni per la cremazione. Quelle macchine
 Era l’alba, un militare delle SS si mise davanti al        infernali potevano bruciare 48 persone per volta in
 nostro vagone ed io, che avevo il volto contro il          soli 50 minuti. La cenere era poi raccolta e giornal-
 reticolo metallico della minuscola finestrella del         mente messa sui camion che arrivavano per pren-
 nostro mezzo, lo guardai negli occhi. Era un uomo          derla e utilizzarla come concime per i campi o cibo
 che non esprimeva alcun sentimento seppur consa-           per i pesci. Per un anno e mezzo la popolazione
 pevole di quello che avrebbe fatto di noi (l’85%           della zona mangiò la verdura raccolta da quei cam-
 sarebbe stato mandato subito a morte, mentre il            pi e i pesci di quei luoghi.
 15% sarebbe stato avviato al campo,per soffrire            Per il “fortunato” 15%, me compreso, scampato al
 maggiormente). Pensai che la vera bestia era lui.          primo massacro la sorte fu diversa: fummo mandati
 Al grido “AUSSTEIGEN!” dell’ufficiale SS si                alla disinfezione, ci fu tatuato un numero identifi-
 aprirono i portelloni e fummo esortati a scendere.         catore sul braccio e fummo messi in quarantena.
 Lì non si parlava, si urlava, esattamente come si fa       Poi un ufficiale SS venne da noi dicendoci di aver
 con le bestie… noi eravamo meno delle bestie.              bisogno di qualche interprete, e chiedendo quindi
 Scendemmo e fu il delirio: migliaia di persone e           se qualcuno parlasse tedesco. Molti si fecero avan-
 centinaia di lingue diverse si mescolavano, la gente       ti, ma lui nemmeno li guardò, li prese a calci e li
 era sconvolta, era una calca di mariti, mogli, anzia-      ributtò immediatamente al loro posto. Io sentii da
 ni, bambini e malati, che si dimenavano abbrac-            dietro la mano del mio caro nonno che, da buon
 ciandosi e accarezzandosi forse per l’ultima volta.        insegnante di inglese e tedesco, mi aveva insegnato
 La Macchina Hitleriana non ammetteva che si per-           a parlare entrambe le lingue, che mi spinse in avan-
 desse tempo: fummo subito divisi dagli ufficiali in        ti verso l’ufficiale tedesco. L’ufficiale mi chiese da
 donne e uomini e ulteriormente classificati tra colo-      dove provenissi e io risposi che venivo da Firenze.
 ro abbastanza forti da rimanere nel campo e coloro         Quel breve colloquio fu la mia prima fortuna nel
 troppo deboli, i quali dovevano essere mandati             campo: egli mi disse che Firenze era la più bella
 nella direzione di quelle migliaia di lampadine e di       città italiana, e mi assegnò quello che ad Auschwitz
 quella fiamma che scendendo dal vagone, avevo              era il compito più ambito da tutti, ovvero quello di
 subito notato, e che avevo erroneamente pensato            ripulire i vagoni che giornalmente vi giungevano.
 essere la ciminiera di una fabbrica. Scoprii poi che       Mio padre,
 quello era un forno crematoio e che in totale ve           tempo 30-
 n’erano 5 nel campo fantasma di Auschwitz, sem-            40 giorni,
 pre attivi, instancabili macchine assassine. Le SS         era un cada-
 fecero appendere alle persone destinate alla morte i       vere, non
 vestiti e le scarpe su ganci dotati di numeri progres-     resistette a
 sivi e dissero loro che li avrebbero recuperati dopo       lungo al
 la doccia. Furono poi fatti scendere nei sotterranei       duro lavoro,
 dove c’era una seconda sala nella quale furono             alla scarsità
 introdotte delle capsule di Zyklon B, un gas che li        di cibo e al
 avrebbe uccisi in 30-40 minuti. Dopo di che i sol-         freddo.




 6
Giornata della Memoria

  La mia sveglia era una bastonata sui glutei, la mia    sportato a Buchenwald, uno tra i principali campi
  mattinata proseguiva con la doccia, e poi la corsa     ancora in finzione nell’Aprile del ’45. Ricordo
  in piazza per l’appello e il conteggio, mentre tutti   ancora il momento della liberazione: giacevo
  i prigionieri stavano in posizione militare. Ricor-    ormai privo di forze e di speranze all’ultimo pia-
  do ancora come mi appariva strana mamma che,           no dei letti a castello dell’infermeria quando gli
  con quell’atteggiamento così serio e composto,         americani irruppero nel campo e nella stanza
  non pareva lei. Una mattina vidi scendere dai          dove stavo. Mi buttai di sotto, abbracciai
  vagoni la nonna che, sorda com’era, non capiva         l’ufficiale statunitense e subito, senza accorger-
  cosa le stesse accadendo. Corsi da lei, la abbrac-     mene, stremato dalla fatica e dallo stupore, sven-
  ciai e svenni. Quando mi svegliai fui sgridato per     ni. Due giorni dopo mi svegliai in un lazzaretto
  il mio gesto, ma la nonna non c’era più…               attorniato da crocerossine e sorrisi; solo allora mi
  La vita nel campo proseguiva regolare e spaven-        resi conto che finalmente l’inferno per me era
  tosa, scandita dalle sirene che suonavano per gli      finito. Nonostante pesassi 38 chili la voglia inde-
  appelli, dagli ordini dei 1200 soldati del Campo e     scrivibile di poter finalmente condurre una vita
  dall’abbaiare dei cani che li accompagnavano           libera mi diede la forza di rimettermi.
  quotidianamente, testimoni innocenti di quella         La mia vita pian piano riprese ed il vuoto incol-
  carneficina, addestrati anch’essi a provocare dolo-    mabile lasciato da mamma fu riempito parzial-
  re mordendo i testicoli degli uomini che si acca-      mente da quella che era stata tempo prima una
  sciavano urlanti e sanguinanti. Le bestie leccava-     mia compagna di scuola e che ora è mia moglie
  no il loro sangue finché non morivano: era il loro     da 60 anni. Fortunatamente anche lei era riuscita
  premio. Questa è solo una delle innumerevoli           a sfuggire al massacro e una volta finito tutto era
  atrocità che si svolgevano in quel campo.              tornata a Firenze, per vivere in libertà, ricomin-
  In seguito ad un’infezione che mi aveva colpito la     ciando da zero, esattamente come me.
  gamba destra e che mi stava uccidendo, fui tra-
                                                                                                 Alice Mutti




 Nei campi di sterminio non ci fu soltanto il massacro di milioni di uomini, ma "qualcosa di
 ben più orrendo, la loro disumanizzazione, la morte della loro anima". Ciò che e' accaduto
 potrebbe ripetersi? "Una risposta chiara non c'e'. L'inquieto testimone si limita a dire che a
 breve scadenza la ripetizione e' poco probabile ma non impossibile, mentre di un futuro più
                         lontano non ha senso parlare". [Primo Levi]

“Se vogliamo preservare la memoria non dobbiamo mettere un muro con il passato. Il presente
                         deve avere un cuore antico” [Nedo Fiano]

                                                         Uno spirito vagheggia ancora
                                                     Auschwitz seppur vuoto parla tutt’ora
                                                      Delle orribili vicissitudini accadute
                                                     Che oggi sono costantemente temute
                                                               Nulla si può fare
                                                         Se non continuare a ricordare
                                                                                             [Sara Epis]




                                                                                                            7
Lim & Tablet
    LIM e Tablet invadono le aule scolastiche
A partire da quest’anno, in alcune classi del nostro Istituto, sono state adottate le lavagne mul-
timediali LIM, mentre altri docenti hanno cominciato a fare lezione con l’aiuto del Tablet.
Inizialmente quasi tutti insegnati sono stati intimoriti da queste nuove e inconsuete lavagne
luminose così diverse rispetto alla classica lavagna nera. Dopo un po’ di tempo anche i più
scettici hanno cominciato a fare uso di LIM, proiettori, Tablet e, bisogna dirlo, se la cavano
piuttosto bene. Chiediamo quindi qualche spiegazione al professor Cavagna:

                                      - Che cos è la LIM?
                                      LIM sta per Lavagna Interattiva Multimediale. È una
                                      lavagna elettronica, sulla cui superficie si può scrivere,
                                      disegnare, tracciare segni, spostare oggetti, proiettare
                                      filmati, consultare risorse web e molto altro utilizzando
                                      le dita o apposite penne digitali. E' formata da tre ele-
                                      menti: un computer con il software appropriato,
                                      un videoproiettore e un pannello elettronico delle di-
                                      mensioni di una normale lavagna di ardesia. Il computer
                                      può essere controllato dalla lavagna; ad esempio, se si
                                      preme due volte un’icona col dito, l’azione è trasmessa
al computer come se fosse stato usato il mouse e il programma si avvia.

- Che cos è il Tablet pc?
Oggi in commercio esistono molte versioni di "Tablet". Quello che abbiamo in dotazione al
Romero è un computer di dimensioni compatte che utilizza uno schermo (touch screen) con-
trollato da una penna o tramite dita, oltre che da una normale tastiera. Con un Tablet PC si può
fare tutto quello che si fa con un normale portatile in più si
può scrivere sullo schermo esattamente come si fa su un foglio di carta, con la stessa qualità,
velocità e precisione. Un Tablet PC collegato ad un proiettore unisce le funzionalità di PC,
lavagna luminosa e lavagna normale; diventa una sorta di LIM portatile.

- Quali sono i vantaggi e gli svantaggi rispetto alla classica lavagna?
I vantaggi di queste tecnologie sono molteplici. Si può svolgere la classica lezione fronta-
le scrivendo ad esempio i concetti chiave sulla LIM utilizzando penne colorate, immagini,
evidenziatori, e strumenti di disegno in genere; la lezione ne guadagna in efficacia. Si possono
creare librerie di immagini, di filmati, di animazioni: un archivio
utilizzabile per le lezioni successive. Si possono salvare le singole slide create durante la lezio-
ne che possono poi essere riprese la lezione successiva o pubblicate sul sito della scuola a di-
sposizione di tutti gli studenti. Si può registrare l'audio e ciò che si scrive sulla lavagna, crean-
do filmati didattici. Con l'accesso al web si possono strutturare attività di approfondimento, di
esercitazioni, di recupero o utilizzare percorsi già disponibili in rete. Si possono proporre test
interattivi per recuperi o interrogazioni. In sostanza LIM, tablet e web sostituiscono la tradi-
zionale lavagna aggiungendo funzioni molto efficaci per la didattica. Gli svantaggi? Costi
elevati. Con la LIM è richiesta una certa abitudine alla modalità di scrittura nel senso che se si
scrive velocemente il tratto non sempre viene visualizzato.

- La reazione degli studenti a questo nuovo modo di proporre la didattica è positiva?
La reazione sembra positiva, non ho incontrato resistenze particolari. Inizialmente ho potuto
notare un certo stupore rispetto agli strumenti utilizzati: penne colorate, penne magiche, evi-
denziatori, possibilità di scrivere con il dito, ecc. Ora, dopo l'utilizzo ormai quotidiano,

8
Lim & Tablet
mi sembra di cogliere un'atteggiamento più disincantato, attento al contenuto. Credo di poter
dire che l'atteggiamento è positivo anche perché gli studenti hanno familiarità con il linguag-
gio delle immagini, dei filmati, digitale in genere e, forse, lezioni così strutturate, risultano più
coinvolgenti. Devo onestamente dire però che non ho fatto alcun sondaggio di gradimento, la
mia valutazione è puramente soggettiva. Mi piacerebbe conoscere il vostro parere, potrebbe
essere interessante proporre a tutti gli studenti del Romero un questionario con domande simili
a questa.

- Secondo lei sarebbe utile introdurre queste
tecnologie in ogni classe?
Credo proprio di si. Non necessariamente la LIM
o il tablet in tutte le classi ma già il proiettore e
un pc collegato alla rete possono fare molto. Del
resto, il Romero sta andando in questa direzione:
le aule dell'ala nuova e alcune della "seminuova"
sono già provviste di tali tecnologie. Speriamo
che in un futuro non lontano tutte le classi
possano dotarsi di una postazione multimediale.
E' fondamentale che i mezzi digitali siamo fruibi-
li immediatamente e senza problemi tecnici nell'aula stessa. Spendere anche solo 10 minuti per
reperire la tecnologia utile spegne gli entusiasmi dei docenti che spesso preferiscono ricorrere
ai tradizionali strumenti didattici per evitate inutili perdite di tempo.

- Cosa ne pensano gli altri insegnanti?
C'è curiosità ma anche scetticismo. La LIM è stata inizialmente promossa come la soluzione a
tutti i mali della scuola, come una sorta di lavagna magica che è sufficiente installare nelle
classi per aumentare il "profitto" degli alunni. Ovviamente non è così e gli insegnanti lo sanno
bene. A mio parere, in questa fase, i docenti devono sentirsi liberi di utilizzarla o meno, senza
obblighi. Chi se la sente prova ad utilizzarla durante le lezioni e alcuni lo stanno facendo.
Sempre rispetto all'uso della LIM sei docenti del Romero stanno seguendo un corso di forma-
zione ministeriale. Comunque, per poterla utilizzare efficacemente come ausilio didattico d'u-
so quotidiano ci vuole tempo e siamo solo all'inizio.

- Si può pensare che questo possa essere il primo passo verso l' informatizzazione della
scuola?
Il Romero ha mosso i primi passi verso l'informatizzazione già molti anni fa. Il prof. Marchesi
prima e il prof. Rota ora in qualità di referenti TIC (Tecnologie dell'Informazione e Comunica-
                                                        zione), hanno introdotto molte innova-
                                                        zioni tecnologiche a partire dalle prime
                                                        versioni del sito fino ad arrivare alla
                                                        versione attuale, alla rete interna, alle
                                                        piattaforme e-learning, ai laboratori in-
                                                        formatici, ai proiettori e pc in molte au-
                                                        le, alle postazioni mobili, solo per citar-
                                                        ne alcune. Per non parlare di tutti i corsi
                                                        di formazione sulle TIC tenuti al Rome-
                                                        ro da esperti come, per ultimo, il corso
                                                        del prof. Ravotto dal titolo "insegnare
                                                        2.0". LIM e tablet non sono altro che la
                                                        normale continuazione di un processo
                                                        già avviato molti anni fa.

                                                                                                   9
Lim & Tablet
- Quali altri strumenti potrebbero essere utili all' educazione e quindi inseriti in ambito
scolastico?
Oggi sono disponibili "strumenti tecnologici" sia hardware che software davvero molto inno-
vativi. Si va dall'ipad nelle classi che sostituisce integralmente libri di testo e quaderni, all'uti-
lizzo delle potenzialità della rete con il web 2.0 dove blog e social network diventano ambienti
di condivisione, aggregazione, di trasmissione di saperi: classi virtuali. Così come le piattafor-
me e-learning che permettono di creare ambienti di apprendimento interattivi molto stimolanti.
Tutti strumenti utili all'educazione? Immagino di si, anzi, intuisco di si. Siamo nel bel mezzo
di una rivoluzione "culturale" e non è facile capire dove ci porterà la tecnologia. Il mio punto
di vista è quello di un "immigrato digitale" che ha imparato ad utilizzare gli strumenti ma che
ragiona ancora con i vecchi paradigmi (modi di pensare). Sono sotto gli occhi di tutti alcuni
aspetti negativi della "digitalizzazione" della vita giovanile così come sono indiscutibili i van-
taggi di cui sono portatori computer, telefonini, web, ecc. Ma non è solo una questione di mez-
zi. Siamo di fronte ad un repentino cambiamento "generazionale", dagli "immigrati digita-
li" (gli adulti) ai "nativi digitali" (i giovani); le sfere della comunicazione, dell'aggregazione,
della conoscenza, della trasmissione dei saperi, si stanno radicalmente modificando. I giovani
sono "intrisi" di tecnologia digitale, non possono farne a meno mentre gli adulti vivono con
disagio e spesso condannano l'uso "smodato"
                                                  delle tecnologie da parte dei giovani. Il risultato è
                                                  che il "gap" tra le generazioni aumenta creando
                                                  non pochi disagi ed incomprensioni. Come muo-
                                                  versi? Non è facile, ma una cosa è certa: gli adulti,
                                                  e in particolare gli insegnanti, devono oggi interro-
                                                  garsi seriamente e senza pregiudizi sui cambia-
                                                  menti in atto, per essere in grado di adattare effica-
                                                  cemente la modalità di trasmissione dei saperi.
                                                  Sara Epis




     A chi serve aiuto? Compiti, s’intende!
Ci sono discipline che qualcuno fatica a studiare da solo?
Chi è in 1^ o in 2^ può lanciare un SOS al Progetto Aiuto-Compiti e un
compagno più grande troverà un po’ di tempo per aiutarlo. Le discipline
sono:

•      Per LICEO SOCIO PSICOPEDAGOGICO: Inglese, Matematica
       e Latino
•      Per IPC: Inglese e Matematica
•      Per ERICA e IGEA: Economia aziendale, Inglese, Francese,
       Tedesco e Matematica

Ricordiamo che l’aiuto reciproco e la solidarietà tra compagni rendono la scuola un ambiente
in cui tutti possono esprimere al meglio le proprie potenzialità.
                                                                          Gruppo No Slavery

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Intercultura
     Intercultura: conosciamo meglio la nostra scuola
Ecco una breve intervista con il professore Marco Zanga, referente della Commissione che si
occupa del progetto “Alunni stranieri”.

Quando è nato il progetto? Per quale moti-
vo?
“Da diversi anni si lavora per l’integrazione
degli alunni stranieri e, negli ultimi due, è stata
anche istituita una commissione permanente.”

Quali sono le finalità principali di questo
progetto?
“L’obiettivo principale su cui si basa il proget-
to è l’accoglienza e l’integrazione degli alunni
stranieri.”

Chi ne fa parte?
“Per quanto riguarda il dipartimento per gli
alunni stranieri, è composto da una decina di
insegnanti, mentre gli alunni sono circa sessan-
ta, tra alunni italiani di origine straniera e stra-
nieri con cittadinanza italiana.”

Quali attività sono svolte in questo progetto?
“In questo progetto sono previsti:
- corsi di lingua italiana a diversi livelli durante l’anno scolastico, e anche in estate;
- assemblee per gli alunni stranieri;
- elezioni dei rappresentanti;
- laboratori interculturali pomeridiani;
- uno spettacolo di fine anno all’auditorium di Albino che si terrà il 6 Maggio 2011 alle ore
20.30 .”                                                                       Daniela Cominardi




           Eventi...
       6 Maggio 2011                                                                  andra Crotti
                                     12 Aprile 2011                 Direttore: Aless
      Auditorium Albino                                                             : Sara Epis
                                                                    Vice-direttore
                                                                                     niela Comi-
                                                                    Redazione: Da
                                                                                     Palamini,
                                                                    nardi, Cristina
        SPETTACOLO                     COLLOQUI                      Alice Rota, An
                                                                                     tonio Gallo,
                                                                                     i, Marco
         PROGETTO                  GENITORI—DOCENTI                  Moira Zambell
                                                                                         tti, Anna
       INTERCULTURA                                                  Pa lazzi, Alice Mu
                                                                                      te,.
                                                                     Matienie Diaba




                                                                                                     11
Sanremo 2011
              Siamo uniti con Sanremo
“Stiamo uniti”. Sono le parole che hanno
fatto del 61⁰ Festival di Sanremo quello
che è stato, un Sanremo in cui satira e mu-
sica sono andate a braccetto, un Sanremo
che ha fatto commuovere, ma che è riusci-
to anche a farci ridere; in poche parole il
Sanremo di Gianni Morandi e della sua
squadra, forse la squadra più varia che si
sia mai vista sul palco dell’ Ariston. Infat-
ti, a sostenere il cantante nella conduzione,
sono stati i comici Luca e Paolo e le show
girls Belen Rodriguez ed Elisabetta Cana-
lis.
Ma come è nato il motto di Morandi?
“Stiamo uniti” è un messaggio che il cantautore ha voluto dare alla nostra nazione in occasio-
ne del 150⁰ anniversario dell’Unità d’Italia a cui è stato dedicato un’intera serata nella quale i
14 artisti in gara hanno cantato canzoni che hanno fatto la storia musicale dell’Italia come “Il
mio canto libero”, “O’ sole mio” e “Va pensiero”; inoltre lo stesso Morandi ha cantato una
canzone inedita , “Risorgimento”, scritta da Mogol e da Gianni Bella. Alla serata ha preso
parte anche Roberto Benigni, che ha proposto una bella e personale spiegazione dell’inno di
Mameli, mischiando riferimenti storici e satira e facendoci commuovere cantando a cappella
l’inno d’Italia.
Anche la canzone vincitrice, “Chiamami ancora amore” di Roberto Vecchioni, si ricollega al
tema dell’Unità. Il cantautore, dopo ben 38 anni di assenza dal Festival, è tornato a calcare il
palco dell’Ariston anche grazie alla presenza di Gianni Morandi, collega e grande amico di
Vecchioni. Questo ritorno pare aver dato i suoi frutti visto che il cantante ha vinto anche il
premio della critica. La vittoria è stata dedicata alla moglie e all’Italia che, usando le parole
del vincitore del Festival della canzone italiana, deve “difendere questa umanità anche restasse
un solo uomo”. Per quanto riguarda i giovani ha trionfato Raphael Gualazzi con “Follia
d’amore”, vincitore non solo di “Sanremo giovani”, ma anche dell’ambito premio della critica
assegnato da una giuria di giornalisti.
Il Festival si è appena concluso, ma già si pensa alla 62ma edizione e nell’aria circola ancora il
nome di Morandi: non sarà forse che la sua idea di fare squadra abbia colpito e conquistato
un’Italia che tutt’ora fatica a celebrare la ricorrenza dell’Unità?
Cristina Palamini


                     E' "Ivy" il nuovo album di Elisa
 La cantante di Monfalcone lancerà il prossimo 30 novembre il
 suo nuovo disco, a distanza di un anno dal precedente "Heart".
 "Ivy" è una raccolta dei maggiori successi di Elisa e conterrà 17
 brani (tra canzoni in italiano e pezzi in inglese). L'album conter-
 rà anche 3 tracce inedite: "Fresh Air", "Sometime Ago" e
 "Nostalgia". Oltre a tutto ciò, nel package troverete anche un
 dvd contenente un documentario girato in Val di Sella
 (Trentino), nonchè spezzoni di live e backstage.
 Il primo singolo estratto da "Ivy" è intitolato "Nostalgia" ed è in
 rotazione radiofonica dallo scorso 19 novembre.

12
Arte
               Marco Palazzi: pianista per passione
Che strumento suoni? Suono il piano-
forte e ho suonato anche il mandolino
nella banda di Leffe.
Da quanto suoni? Da due anni.
Da quanti anni hai la passione per il
piano? Dalle scuole elementari.
Come hai studiato il tuo strumento
fino ad ora? Con un’ insegnante.
È brava con te o è severa? È molto
brava.
Quanto ti eserciti? Provo per trenta
minuti ogni giorno sia a casa mia sia
con l’ insegnante.
Quali emozioni provi quando suoni?
Sono molto felice e mi diverto sempre tanto, in particolare quando canto mentre suono.
Che brani suoni? Suono brani di vari compositori.
Qual è il brano che ti piace di più? La mia canzone preferita è “When the Saint Go Mar-
ching in”.
Chi è il tuo compositore preferito? Giovanni Allevi, trovo che sia bravissimo.     Sara Epis



Poetry…
Le ragazze di 4^L,
guidate dalla prof.ssa
Ciceroni, hanno realiz-
zato alcuni video sulla
                                                                                                     elle
base delle poesie di                                                                          nza st
                                                                                       otte se
                                                                               una n osa
famosi autori inglesi                                                   Co me            t
                                                                                 tempes          ttio
                                                                        Buia e so è il ticche
studiate       durante                                                   A rmon
                                                                                  io
                                                                                           battente de deserte
                                                                                  ioggia e, le stra              me cel
                                                                                                                        esti
l’anno. I video saranno                                                   della p       mobil           le lacri
                                                                           Tu tto è im ore tenue del
prossimamente pubbli-                                                                rum           o
                                                                           Solo il          n sonn
cati sul sito della scuo-                                                            iano u rrivare
                                                                            Co ncil         da
                                                                                      nta a
la. Sara Epis, la nostra                                                    che ste
nuova vice – direttrice
e, segretamente, poe-                                                                                           mente
                                                                                                        iolente
                                                          ssi                                    e sì v          e
tessa, ci ha permesso                           e tu capi                                oco ard contrastar
                                      ltanto ch            lia                     Il fu
                            Vorrei so            attanag                                    lo può
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                            Ciò che d              una batt                                  divora iuto proseg
                                         ontro di                 o                  Tutto             c
delle sue poesie tra cui     C ome lo sc               ce trafitt                             compia
                                            ldato gia               o                 Quasi ta
                             Ove  il mio so            a sconfitt                             za                 iato
due sulla giornata della                     rso a terr ifferente                      l’avan ien risparm ato
                              Att onito rive       ine in d                                      v          asform
Memoria.                                a immag                gente                    A lcuno        n tr
                              Dalla tu              rte della                                   ere vie
                                         facessi pa                                      In cen
Alessandra Crotti              Come se




                                                                                                                               13
Oscar Wilde
                                                    model. His conduct was a constant slight on
ÂaÉà{|Çz uâà Åç zxÇ|âáÊ                             Victorian habits, he became a symbol of un-
                                                    scrupulousness and open- mindedness and he
“The first duty in life is to be as artificial as   even dared to
possible. What the second duty is, no one has       declare to be
yet discovered”                                     Socialist and
Oscar Wilde, one of the most eccentric artists      homosexual.
of all times, used to hide his true age since he    During a
was a child: in fact he wore mourning dress         party he met
during his birthdays because he felt sorry for      Constance
the death of another of his years. He changed       Lloyd and,
his signature a lot of times: O.FO.F.W.W.,          after chatting
C.3.3. and even St Oscar from Oxford.               with her, he
He studied at Trinity College in Dublin; then       decided to
he went to Oxford University where he criti-        get married
cized religion and shocked his professors           because he
through his irreverent behaviour and his ec-        thought she
centric clothes, in particular his feathers col-    seemed su-
lection and his velvet knickerbockers.              perior com-
There he met his most influential teacher,          pared to the
Walter Pater, with whom , as someone says,          other women: “Women are made to be loved,
he had a secret love affair. During a test to       not to be understood”. During his honey-
gain a fellowship he noticed that some ques-        moon he had already regretted his choice.
tions weren’t correct so he contested them and      Constance got pregnant and Oscar was dis-
failed the exam. His eccentricity was famous        gusted by her frequent nauseas and her swol-
even among actors: Louise Jopling referred          len body.
that once he met him with a snake around the         In spite of his marriage he didn’t give up fre-
neck. Aphorisms were the quintessence of his        quenting men. He had affairs with Robert
art and life style.                                 Ross, Andrè Raffalovich, Lord Arthur Somer-
 After graduating he moved to London where          set, Richard Le Galliene and Bernard Ber-
he decorated his house with lilies, chinaware,      enson. Since he constantly needed money he
Greek carpets and expensive furniture. At that      took up a job as a journalist at “The Lady’s
time he was 1.88 m tall, with black hair, blue      World: A Magazine of Fashion and Society”.
eyes, a watchful, critical look, prominent teeth    He used to leave before the end of his work
and a rolling gait.                                 shift but then, as working tired him, he went
He decided to change his hair-cut imitating         to work just twice a week for only an hour.
Roman emperors: someone says that he                He had hundreds of meetings with gentlemen
brought a Nerone’s bust to the barber as a             who interested him. Among them was
                                                       Lionel Johnson with whom he had fallen in
                                                       love because once he had smoked all
                                                       Oscar’s cigarettes.
                                                       He also met Mallarmé: he believed that
                                                       when Mallarmé was incomprehensible he
                                                       was perfect so, since Wilde couldn’t under-
                                                       stand French very well, he suggested that
                                                       he should always write in French, not in
                                                       English. Oscar used to say: “I can resist
                                                       everything except temptation”; this was
                                                       true in fact, when the young Alfred Doug-
                                                       las knocked at his door for the first time he
                                                       couldn’t resist him at all:

14
Oscar Wilde
Alfred had been the greatest love of his life.    hunger, sleeplessness and sickness.
                                 Oscar used to    When he was released he and Douglas went to
                                 call him Di-     Naples but Constance and Lady Douglas
                                 miziano, they    blackmailed them so that they were forced to
                                 didn’t hide      live in separate houses and then to split up.
                                 themselves and   Once left Alfred, Oscar lived in extreme pov-
                                 they kissed in   erty: he had no food, no clothes, no relation-
                                 public even if   ships and no reputation at all. The worst thing,
                                 they were vio-   for such a vain person, was that all his teeth
                                 lating the       were gone and he hadn’t a denture. He didn’t
                                 “Criminal Law    write anymore, in fact he said: “ I wrote when
                                 Amendment        I did not know life; now that I do know the
                                 Act” . Douglas   meaning of life, I have no more to write. Life
                                 couldn’t help    cannot be written; life can only be lived”. He
                                 making every-    was seriously ill but Wilde believed it was
one know he was Wilde’s favourite boy while       only mussel poisoning. The doctors examined
Oscar affirmed that he got married three times    him 68 times before determining it was syphi-
during his life: once with a woman and twice      lis. Doctors gave him morphine, opium and
with men. He came in contact with male pros-      chloral in order to alleviate his terrible pains.
titution and he had a lot of relationships with   In spite of his illness Wilde used to drink
young boys, until Philip Danney’s father told     champagne everyday and, before dying, he
the police. As a result Douglas went to Cairo     went out for a walk with a friend drinking
and Wilde hid in Paris. He was condemned to       absinth.
two years hard labours during which he had to     Alessandra Crotti
work six hours a day at a grinding mill, he
slept without mattress and he suffered from


                 - DONNE ITALIANE IN PIAZZA -
Il 13 Febbraio 2011, dopo le mille polemiche che hanno seguito recenti le vicende riguardanti
il premier, le donne italiane sono scese in piazza. La
manifestazione, intitolata “Se non ora, quando?”, ha
visto partecipare donne di tutti i generi: politici (a propo-
sito, come mai non esiste il femminile?), donne in car-
riera, casalinghe, mamme, lavoratrici, attrici, cantanti
scese in piazza per protestare contro chi vede e tratta le
donne come un oggetto. Le manifestanti non criticano
solo il comportamento di alcuni uomini, ma tendono ad
essere molto severe con il loro stesso sesso: in particola-
re, soggetto/oggetto della rabbia femminile, sono tutte le “donne” che utilizzano il proprio
corpo e la propria bellezza per fare carriera o, più semplicemente, per soldi. E, per smentire i
dubbi di qualche superficiale, a manifestare non c’erano solo vecchie “Desperate        House-
wives” invidiose della forma fisica delle varie Ruby, ma attrici come Isabella Ragonese o Va-
leria Solarino, che a loro non hanno assolutamente nulla da invidiare. Una parte della stampa,
ovviamente, ha cercato di sminuire la manifestazione dandole connotati politici o di parte.
Certo, è duro accettare che le donne siano così forti!!!

                                                                               Alessandra Crotti
                                                                                                15
Curiosità
            La festa della donna dalle origini
L'8 marzo 1911, per la prima volta in Europa,               punto di partenza
si celebrò la “Giornata Internazionale della                per il riscatto della
Donna”. In molte nazioni europee e negli Stati              dignità femminile,
Uniti, la questione riguardante i diritti delle             qualcosa nel mondo
donne è sempre stata un tema politico molto                 della politica cam-
discusso.                                                   biò in loro favore.
Nel 1908 a New York un gruppo di operaie di                 Nata in un momento
un’industria tessile che produceva cotone,                  di grande turbolenza
scioperò come forma di protesta contro le                   e di crisi sociale,
terribili condizioni in cui si trovavano a lavo-            questa festa meglio
rare. Lo sciopero durò alcuni giorni, finché l’8            conosciuta come
marzo il proprietario Mr. Johnson bloccò tutte              “Festa delle Donne”
le uscite della fabbrica per impedire alle ope-             è scaturita da una
raie di uscire.                                             tradizione di prote-
Un incendio uccise le 129 operaie, tra cui an-              sta e di attivismo politico. Infatti, alla fine del
che alcune italiane, rimaste imprigionate                   19° secolo, le donne nei paesi in via di svilup-
nell’azienda; erano donne comuni che cerca-                 po industriale stavano entrando nel mondo del
                                vano semplice-              lavoro. Il lavoro per loro era però limitato al
                                mente di miglio-            settore tessile, manifatturiero e dei servizi
                                rare le proprie             domestici, dove le condizioni erano misere e i
                                condizioni di               salari bassissimi.
                                vita.                       Le manifestazioni di protesta e gli scioperi
                                Dopo questo tra-            aumentavano sempre di più, mentre i sindacati
                                gico evento, che            che si andavano formando e rafforzando riflet-
                                sottolina le pessi-         tevano maggiormente sulle problematiche
                                me condizioni               legate alla condizione femminile. Nel frattem-
                                lavorative esi-             po aumentavano sempre di più i conflitti tra
                                stenti a quel tem-          operai e imprenditori. In Europa, le fiamme
                                po per le donne e           della rivoluzione erano accese.
                                che rappresenta il          Alice Rota


  Scamarcio sale sul palco, Shakespeare trema
Che Shakespeare stupisca sempre è ormai noto, ma che Riccardo
Scamarcio, idolo di migliaia di ragazzine, possa interpretare Romeo
assieme a Deniz Ozdogan a teatro, lascia tutti piuttosto perplessi.
Eppure si dice che i teatri italiani si siano “litigati” Scamarcio (forse
solo per farsi qualche risata?) ma che solo uno l’abbia potuto veder
recitare sul suo palco: si tratta del teatro Eliseo di Roma. Il fascino
del bel tenebroso non gli manca, ma sarà riuscito a cogliere la com-
plessità del personaggio Shakespeariano? Dopo Moccia interpretare
Shakespeare sarà stato uno scherzo… certo non si può dire che sia
stato un deja vu!                                     Alessandra Crotti

*Il murales in copertina è stato realizzato da alcune ragazze di 1^ N e dalla prof.ssa Gritti durante il Monteore.
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Senza pensieri - marzo 2011

  • 1. Anno 2° Numero 3 Senza PensieriNotiziario dell’Istituto O. Romero Giornata della Memoria con Nedo Fiano LIM & TABLET Monteore 2011
  • 2. Monteore 2011 Come è andato il Monteore 2011? Anche quest’anno, nonostante la riduzione da tre a due giorni, il Monteore si è svolto nell’entusiasmo generale. Complessivamente i corsi organizzati hanno riscosso molto succes- so e possiamo concludere che quello di quest’anno è stato uno tra i Monteore meglio riusciti. Di seguito, le recensioni di alcuni tra i corsi proposti dalla commissione; il resto sarà pubblica- to nel prossimo numero insieme ad una risposta alla fatidica domanda: che fine ha fatto la ter- za giornata di Monteore che ci spetta? Rock & Metal Per il secondo anno consecutivo è stato organizzato durante il Monteore il corso Rock & Metal da alcuni ragazzi del nostro istituto. Durante queste ore sono stati illu- strati vari generi e sottogeneri del metal con il supporto sia di cd sia di musica dal vivo. I componenti del gruppo sono: An- drea Bosio, che ha parlato dei pregiudizi sui cosiddetti “metallari” e di alcuni ge- neri musicali, Lorenzo Pasini, che si è occupato dei generi più brutali del Metal e ha suonato la chitarra elettrica, Cristiano Marchesi, che ha parlato di Demential Metal, con alcuni problemi tecnici i ragazzi sono Folk Metal e dei suoi sottogeneri suonando il riusciti a realizzare un ottimo corso che ha basso, Michele Carrara, che ha invece presen- suscitato molto interesse tra gli alunni che tato altri generi e Francesco Breda che si è hanno avuto la possibilità di sentirli. occupato della gestione delle canzoni. Seppur Sara Epis TEORIA EVOLUZIONISTICA E RAPPORTO CON LA RILIGIONE Il relatore Alberto Bonacina, di ricerca. professore di scienze al liceo 2) Cos’è la teoria dell’evoluzione biologica? Amaldi, durante il Monteore L’evoluzione biologica è un grande program- ci ha illustrato gli aspetti es- ma di ricerca che afferma che gli organismi si senziali della teoria evoluzio- modificano nel tempo e hanno una discenden- nistica e del rapporto con la za comune. Tutti i viventi imparentati tra loro religione. In breve ecco le sono metaforicamente i rami del grande albero note salienti del suo interes- della vita. sante intervento, qui riportate sotto forma di intervista. 3) Come avviene l’evoluzione secondo que- sta teoria? 1) Innanzi tutto, cos’è una teoria scientifi- La teoria dell’evoluzionismo, al contrario di ca? quanto si pensa, non si identifica con Darwin, Una teoria scientifica è un sistema costituito ma il suo merito è quello di aver trovato uno da un complesso di affermazioni, scientifica- dei meccanismi che regolano l’evoluzione: la mente fondate, coerente nel suo insieme, che selezione naturale. consente di spiegare un determinato oggetto 2
  • 3. Monteore 2011 invece, pone dubbi sulla discendenza co- mune dei grandi gruppi di organismi. 5) La teoria dell’evoluzione biologica è incompatibile con la fede religiosa? Non c’è incompatibilità, infatti molti scienziati che hanno contribuito all’edificazione della teoria dell’evoluzione sono credenti e appartenenti a varie confessioni religiose. Un apporto fondamentale alla Sintesi Neo- darwiniana (metà XX secolo) viene infatti 6) Perché quindi solo in biologia ci sono dalla genetica. Le mutazioni, le ricombinazio- così tanti problemi e contrasti di tipo non ni e la deriva genetica apportano una certa solo scientifico, ma anche etico? variabilità nella continuazione delle specie e Probabilmente per un motivo storico: la biolo- questo processo viene definito microevoluzio- gia infatti ha tra i suoi oggetti di studio anche ne. La teoria dell’evoluzione odierna si basa l’uomo. Con la teoria evoluzionistica, la ca- appunto su queste ultime ricerche. sualità di trasmissione di determinati geni distrugge il senso della vita dell’uomo e que- 4) Cos’è il creazionismo? sto da molti viene considerato intollerabile. In Per prima cosa va detto chiaramente che non è realtà non è così: la carica etica di responsabi- una teoria scientifica definita. All’interno di lità del biologo evoluzionista è molto forte! questa dialettica, abbiamo una divisione tra Egli si pone solamente in una posizione di due diverse correnti di pensiero: il creazioni- ateismo metodologico, ovvero la ricerca di smo cosiddetto ingenuo e il creazionismo mo- cause fisiche, chimiche e meccaniche e non derno. Il primo è impegnato a difendere una trascendenti, solo perché queste ultime non lettura letterale della Genesi, dov’è contenuta sono verificabili. la storia della creazione della Terra da parte del Dio biblico alcuni millenni fa; il secondo, Alice Mutti e prof. Giancarlo Cavagna ISCRIZIONI al “ROMERO” A.S. 2011-12. Quest’anno le iscrizioni alla scuola superiore hanno creato meno ansia negli alunni delle classi terze della scuola secondaria di primo grado e nei loro genitori, rispetto allo scorso anno sco- lastico, perchè il quadro orario e dei nuovi indirizzi era più definito. Lo scorso anno a metà Febbraio la situazione era ancora molto incerta e le iscrizioni sono state fatte slittare a fine Marzo. La novità di questo anno scolastico è che la Provincia ha concesso all’Istituto Fantoni di Clusone di aprire il Liceo delle Scienze Umane - opzione economica Sociale -, e questo ha fatto perdere a noi , su questo indirizzo, l’utenza che proveniva dall’alta Valle. A fine iscrizio- ni comunque i numeri sono gli stessi dello scorso anno scolastico 240 iscritti, con una flessio- ne sul Liceo delle Scienze Umane (50 iscritti) e un incremento sugli altri indirizzi (Liceo Lin- guistico 72; Amministrazione Finanze e Marketing 93 e Istituto Professionale per il Commer- cio 25). Ora sta a noi tutti, Presidenza, Docenti e tutto il personale della scuola “ROMERO” impe- gnarci al massimo, come abbiamo dimostrato di saper fare, per accogliere questi nuovi 240 iscritti e accompagnarli per cinque anni in un cammino di crescita culturale, ma soprattutto di maturazione, perché la scuola deve dare cultura, ma ancora di più deve aiutare i ragazzi a di- ventare persone responsabili, mature, autonome, cittadini positivi che sappiano costruire un’Italia migliore dell’attuale. Il Preside prof. Angelo Savoldelli 3
  • 4. Giornata della Memoria “SOLO CHI É STATO SCHIAVO PUÓ CAPIRE COS’É LA LIBERTÁ” [Socrate] Lunedì 24 Gennaio 2011 si è tenuto un importante incontro presso l’auditorium di Albino con il prof. Daniele Rocchetti, membro dell’associazione dell’ANED (Associazione Nazionale Ex Depor- tati) per una ricostruzione storica degli eventi riguardanti la secon- da guerra mondiale, con la proiezione del documentario “Notte e Nebbia”. Mercoledì 26 Gennaio alcuni studenti hanno ascoltato la testimo- nianza di uno dei sopravvissuti ad Auschwitz, Nedo Fiano. L’iniziativa è stata organizzata dalla “Caritas” di Albino, in colla- borazione con il comune, rappresentato dalla figura dall’Assessore alla Cultura Andrea Chiesa. Per non dimenticare... Un numero è ciò che sei Non più un nome, una persona ma bensì un animale condannato Nessun diritto, alcuna libertà È ciò che ti caratterizza Putrido, denutrito, spregevole La morte è l’unica via di fuga Per un mondo che non ti desidera [Sara Epis] Il Giorno della Memoria è una ricorrenza istituita con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 dal Parlamento italiano che ha in tal modo aderito alla propo- sta internazionale di dichiarare il 27 gennaio come giornata in commemorazione delle vittime del nazionalsocialismo e del fascismo e dell'Olocausto e in onore di coloro che, a rischio della propria vita, hanno protetto i perseguitati. Il testo dell'articolo 1 della legge 211 così definisce le finalità del Giorno della Memoria: « La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schiera- menti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. » Oggi appare incredibile che una barbarie come l’Olocausto sia veramente accaduta, che don- ne, uomini e bambini di un intero popolo siano stati perseguitati, torturati e uccisi nei campi di concentramento e nelle camere a gas. Non dobbiamo nasconderci credendo che nazisti e fascisti fossero pazzi. Nazisti e fascisti sa- pevano quello che facevano e che avevano deciso di fare. Lo sapeva Hitler e chi stava al suo fianco, lo sapeva Mussolini e il re d'Italia che firmarono le leggi razziali per perseguitare gli Ebrei italiani, lo sapevano tutti quelli che obbedirono. 4
  • 5. Giornata della Memoria Nedo Fiano: un drammatico racconto dall’inaspettato lieto fine “Voi giovani rappresentate il futuro, io rappre- sento il passato, siamo divergenti ma non per fede interiore: vediamo quest’incontro come una lezione di vita”: è questo il messaggio che ha più volte ribadito Nedo Fiano, detenuto per circa due anni in un inferno conosciuto come Auschwitz, e scampato alla morte certa grazie all’arrivo dei soldati americani nell’Aprile del 1945. Ad Auscwitz si sentivano due sole cose: urla e silenzio. Le urla degli ufficiali che impartivano ordini, le urla strazianti di dolore, le urla delle madri a cui venivano strappati dalle braccia i figli, le urla dei mariti che piangevano le mogli, e il silenzio, quel silenzio che suona più forte di milioni di parole, il silenzio della disperazio- ne, dell’orrore, della notte. “Era durante la notte che le urla più strazianti risuonavano nelle camerate superaffollate dei detenuti. Si levavano dalle bocche affamate di questi uomini ridotti a vivere come delle bestie, senza più un’identità, senza il potere di vivere una vita. Quel dor- mitorio era un teatro di folli.” Il racconto la feccia. Questa fu la sola cosa che capii. Certo non mi sfuggiva il volto di mamma che Il 23 Maggio 1938 fui arrestato in una via invecchiava giorno dopo giorno, che si incu- centrale di Firenze, città nella quale avevo piva, che si faceva sempre più assente e ras- sempre abitato con mia madre, mio padre e i segnato. nonni. Alcuni soldati tedeschi mi puntarono In quella cella ripensai molte volte a lei, a la pistola sul fianco destro e fui portato nel che fine avesse fatto, ma sapevo che era carcere di Firenze, dove stetti per due inter- inutile, molto probabilmente non l’avrei mai minabili mesi. Le leggi razziali erano state più rivista. Tempo dopo fui portato al Campo emanate solo poco tempo prima, l’11 No- di Fossoli, vicino a Modena, uno dei tanti vembre di quello stesso anno e, seduto nella campi di concentramento sorti in quegli anni mia cella, ricordavo ogni istante: il volto sotto il naso della popolazione che se ne scuro e teso della mamma quando papà portò stava a guardare senza proferir parola. In a casa il Corriere della Sera, su cui erano quel campo giunse anche mamma: da una state pubblicate. “È la fine per noi!” disse al parte fui contento quando la vidi, ma papà rivolgendogli uno sguardo assente. Io dall’altra ovviamente avrei preferito non ero troppo piccolo per capire cosa stesse vederla mai più, piuttosto che saperla in quel accadendo: ricordo che avevo un compagno luogo. Una volta giunte altre centinaia di di banco a scuola, era sempre stato il mio persone fummo caricati con i nostri pochi migliore amico, facevamo merenda insieme, averi su un treno. Destinazione? Ignota! Non giocavamo sotto lo stesso tetto e mia madre ci dissero nulla, che senso aveva informare era un po’ anche la sua. Tutt’ un tratto quel delle schifose bestie ebree? Il vagone era mio caro amico non mi rivolse più la parola e disumano, vi restammo stipati in cinquanta- non si sedette più accanto a me tra i banchi di due per una settimana, in piedi. Ogni qual scuola, certo, per quel poco ancora che mi volta il treno oscillava o curvava scorrevano permisero di frequentarla, quella scuola. A sulle nostre caviglie sangue e urine mescolati me e ad alcune maestre fu proibito di recarci ai cadaveri di coloro che non erano stati forti all’istituto statale, e fummo pian piano co- abbastanza per resistere a quel tormento. stretti a creare una scuola tutta per noi: gli ebrei, gli emarginati, 5
  • 6. Giornata della Memoria Il fetore era bestiale, l’aria irrespirabile, ma non era dati controllarono dagli oculi esterni alla sala che questo il peggio; la cosa desolante era non sapere fossero morti tutti e furono aperti gli sfiatatoi late- dove fossimo diretti: le stazioni ferroviarie a cui rali per la fuoriuscita del gas. Quegli stessi uomini, man mano giungevamo erano tutte uguali, e non se così si possono definire, sarebbero poi entrati a riuscivamo a leggere alcun riferimento. Il treno perquisire i cadaveri alla ricerca di oggetti di valore proseguiva inesorabile, apparentemente senza una che avevano ancora con sé: orologi, denti d’oro, meta fino a quando, il 22 Marzo1944, si fermò catenine... I corpi vennero poi trasportati su delle vicino al recinto di un nuovo campo frenando con barelle capaci di tramandarne tre per volta e man- uno stridore terrificante. dati ai forni per la cremazione. Quelle macchine Era l’alba, un militare delle SS si mise davanti al infernali potevano bruciare 48 persone per volta in nostro vagone ed io, che avevo il volto contro il soli 50 minuti. La cenere era poi raccolta e giornal- reticolo metallico della minuscola finestrella del mente messa sui camion che arrivavano per pren- nostro mezzo, lo guardai negli occhi. Era un uomo derla e utilizzarla come concime per i campi o cibo che non esprimeva alcun sentimento seppur consa- per i pesci. Per un anno e mezzo la popolazione pevole di quello che avrebbe fatto di noi (l’85% della zona mangiò la verdura raccolta da quei cam- sarebbe stato mandato subito a morte, mentre il pi e i pesci di quei luoghi. 15% sarebbe stato avviato al campo,per soffrire Per il “fortunato” 15%, me compreso, scampato al maggiormente). Pensai che la vera bestia era lui. primo massacro la sorte fu diversa: fummo mandati Al grido “AUSSTEIGEN!” dell’ufficiale SS si alla disinfezione, ci fu tatuato un numero identifi- aprirono i portelloni e fummo esortati a scendere. catore sul braccio e fummo messi in quarantena. Lì non si parlava, si urlava, esattamente come si fa Poi un ufficiale SS venne da noi dicendoci di aver con le bestie… noi eravamo meno delle bestie. bisogno di qualche interprete, e chiedendo quindi Scendemmo e fu il delirio: migliaia di persone e se qualcuno parlasse tedesco. Molti si fecero avan- centinaia di lingue diverse si mescolavano, la gente ti, ma lui nemmeno li guardò, li prese a calci e li era sconvolta, era una calca di mariti, mogli, anzia- ributtò immediatamente al loro posto. Io sentii da ni, bambini e malati, che si dimenavano abbrac- dietro la mano del mio caro nonno che, da buon ciandosi e accarezzandosi forse per l’ultima volta. insegnante di inglese e tedesco, mi aveva insegnato La Macchina Hitleriana non ammetteva che si per- a parlare entrambe le lingue, che mi spinse in avan- desse tempo: fummo subito divisi dagli ufficiali in ti verso l’ufficiale tedesco. L’ufficiale mi chiese da donne e uomini e ulteriormente classificati tra colo- dove provenissi e io risposi che venivo da Firenze. ro abbastanza forti da rimanere nel campo e coloro Quel breve colloquio fu la mia prima fortuna nel troppo deboli, i quali dovevano essere mandati campo: egli mi disse che Firenze era la più bella nella direzione di quelle migliaia di lampadine e di città italiana, e mi assegnò quello che ad Auschwitz quella fiamma che scendendo dal vagone, avevo era il compito più ambito da tutti, ovvero quello di subito notato, e che avevo erroneamente pensato ripulire i vagoni che giornalmente vi giungevano. essere la ciminiera di una fabbrica. Scoprii poi che Mio padre, quello era un forno crematoio e che in totale ve tempo 30- n’erano 5 nel campo fantasma di Auschwitz, sem- 40 giorni, pre attivi, instancabili macchine assassine. Le SS era un cada- fecero appendere alle persone destinate alla morte i vere, non vestiti e le scarpe su ganci dotati di numeri progres- resistette a sivi e dissero loro che li avrebbero recuperati dopo lungo al la doccia. Furono poi fatti scendere nei sotterranei duro lavoro, dove c’era una seconda sala nella quale furono alla scarsità introdotte delle capsule di Zyklon B, un gas che li di cibo e al avrebbe uccisi in 30-40 minuti. Dopo di che i sol- freddo. 6
  • 7. Giornata della Memoria La mia sveglia era una bastonata sui glutei, la mia sportato a Buchenwald, uno tra i principali campi mattinata proseguiva con la doccia, e poi la corsa ancora in finzione nell’Aprile del ’45. Ricordo in piazza per l’appello e il conteggio, mentre tutti ancora il momento della liberazione: giacevo i prigionieri stavano in posizione militare. Ricor- ormai privo di forze e di speranze all’ultimo pia- do ancora come mi appariva strana mamma che, no dei letti a castello dell’infermeria quando gli con quell’atteggiamento così serio e composto, americani irruppero nel campo e nella stanza non pareva lei. Una mattina vidi scendere dai dove stavo. Mi buttai di sotto, abbracciai vagoni la nonna che, sorda com’era, non capiva l’ufficiale statunitense e subito, senza accorger- cosa le stesse accadendo. Corsi da lei, la abbrac- mene, stremato dalla fatica e dallo stupore, sven- ciai e svenni. Quando mi svegliai fui sgridato per ni. Due giorni dopo mi svegliai in un lazzaretto il mio gesto, ma la nonna non c’era più… attorniato da crocerossine e sorrisi; solo allora mi La vita nel campo proseguiva regolare e spaven- resi conto che finalmente l’inferno per me era tosa, scandita dalle sirene che suonavano per gli finito. Nonostante pesassi 38 chili la voglia inde- appelli, dagli ordini dei 1200 soldati del Campo e scrivibile di poter finalmente condurre una vita dall’abbaiare dei cani che li accompagnavano libera mi diede la forza di rimettermi. quotidianamente, testimoni innocenti di quella La mia vita pian piano riprese ed il vuoto incol- carneficina, addestrati anch’essi a provocare dolo- mabile lasciato da mamma fu riempito parzial- re mordendo i testicoli degli uomini che si acca- mente da quella che era stata tempo prima una sciavano urlanti e sanguinanti. Le bestie leccava- mia compagna di scuola e che ora è mia moglie no il loro sangue finché non morivano: era il loro da 60 anni. Fortunatamente anche lei era riuscita premio. Questa è solo una delle innumerevoli a sfuggire al massacro e una volta finito tutto era atrocità che si svolgevano in quel campo. tornata a Firenze, per vivere in libertà, ricomin- In seguito ad un’infezione che mi aveva colpito la ciando da zero, esattamente come me. gamba destra e che mi stava uccidendo, fui tra- Alice Mutti Nei campi di sterminio non ci fu soltanto il massacro di milioni di uomini, ma "qualcosa di ben più orrendo, la loro disumanizzazione, la morte della loro anima". Ciò che e' accaduto potrebbe ripetersi? "Una risposta chiara non c'e'. L'inquieto testimone si limita a dire che a breve scadenza la ripetizione e' poco probabile ma non impossibile, mentre di un futuro più lontano non ha senso parlare". [Primo Levi] “Se vogliamo preservare la memoria non dobbiamo mettere un muro con il passato. Il presente deve avere un cuore antico” [Nedo Fiano] Uno spirito vagheggia ancora Auschwitz seppur vuoto parla tutt’ora Delle orribili vicissitudini accadute Che oggi sono costantemente temute Nulla si può fare Se non continuare a ricordare [Sara Epis] 7
  • 8. Lim & Tablet LIM e Tablet invadono le aule scolastiche A partire da quest’anno, in alcune classi del nostro Istituto, sono state adottate le lavagne mul- timediali LIM, mentre altri docenti hanno cominciato a fare lezione con l’aiuto del Tablet. Inizialmente quasi tutti insegnati sono stati intimoriti da queste nuove e inconsuete lavagne luminose così diverse rispetto alla classica lavagna nera. Dopo un po’ di tempo anche i più scettici hanno cominciato a fare uso di LIM, proiettori, Tablet e, bisogna dirlo, se la cavano piuttosto bene. Chiediamo quindi qualche spiegazione al professor Cavagna: - Che cos è la LIM? LIM sta per Lavagna Interattiva Multimediale. È una lavagna elettronica, sulla cui superficie si può scrivere, disegnare, tracciare segni, spostare oggetti, proiettare filmati, consultare risorse web e molto altro utilizzando le dita o apposite penne digitali. E' formata da tre ele- menti: un computer con il software appropriato, un videoproiettore e un pannello elettronico delle di- mensioni di una normale lavagna di ardesia. Il computer può essere controllato dalla lavagna; ad esempio, se si preme due volte un’icona col dito, l’azione è trasmessa al computer come se fosse stato usato il mouse e il programma si avvia. - Che cos è il Tablet pc? Oggi in commercio esistono molte versioni di "Tablet". Quello che abbiamo in dotazione al Romero è un computer di dimensioni compatte che utilizza uno schermo (touch screen) con- trollato da una penna o tramite dita, oltre che da una normale tastiera. Con un Tablet PC si può fare tutto quello che si fa con un normale portatile in più si può scrivere sullo schermo esattamente come si fa su un foglio di carta, con la stessa qualità, velocità e precisione. Un Tablet PC collegato ad un proiettore unisce le funzionalità di PC, lavagna luminosa e lavagna normale; diventa una sorta di LIM portatile. - Quali sono i vantaggi e gli svantaggi rispetto alla classica lavagna? I vantaggi di queste tecnologie sono molteplici. Si può svolgere la classica lezione fronta- le scrivendo ad esempio i concetti chiave sulla LIM utilizzando penne colorate, immagini, evidenziatori, e strumenti di disegno in genere; la lezione ne guadagna in efficacia. Si possono creare librerie di immagini, di filmati, di animazioni: un archivio utilizzabile per le lezioni successive. Si possono salvare le singole slide create durante la lezio- ne che possono poi essere riprese la lezione successiva o pubblicate sul sito della scuola a di- sposizione di tutti gli studenti. Si può registrare l'audio e ciò che si scrive sulla lavagna, crean- do filmati didattici. Con l'accesso al web si possono strutturare attività di approfondimento, di esercitazioni, di recupero o utilizzare percorsi già disponibili in rete. Si possono proporre test interattivi per recuperi o interrogazioni. In sostanza LIM, tablet e web sostituiscono la tradi- zionale lavagna aggiungendo funzioni molto efficaci per la didattica. Gli svantaggi? Costi elevati. Con la LIM è richiesta una certa abitudine alla modalità di scrittura nel senso che se si scrive velocemente il tratto non sempre viene visualizzato. - La reazione degli studenti a questo nuovo modo di proporre la didattica è positiva? La reazione sembra positiva, non ho incontrato resistenze particolari. Inizialmente ho potuto notare un certo stupore rispetto agli strumenti utilizzati: penne colorate, penne magiche, evi- denziatori, possibilità di scrivere con il dito, ecc. Ora, dopo l'utilizzo ormai quotidiano, 8
  • 9. Lim & Tablet mi sembra di cogliere un'atteggiamento più disincantato, attento al contenuto. Credo di poter dire che l'atteggiamento è positivo anche perché gli studenti hanno familiarità con il linguag- gio delle immagini, dei filmati, digitale in genere e, forse, lezioni così strutturate, risultano più coinvolgenti. Devo onestamente dire però che non ho fatto alcun sondaggio di gradimento, la mia valutazione è puramente soggettiva. Mi piacerebbe conoscere il vostro parere, potrebbe essere interessante proporre a tutti gli studenti del Romero un questionario con domande simili a questa. - Secondo lei sarebbe utile introdurre queste tecnologie in ogni classe? Credo proprio di si. Non necessariamente la LIM o il tablet in tutte le classi ma già il proiettore e un pc collegato alla rete possono fare molto. Del resto, il Romero sta andando in questa direzione: le aule dell'ala nuova e alcune della "seminuova" sono già provviste di tali tecnologie. Speriamo che in un futuro non lontano tutte le classi possano dotarsi di una postazione multimediale. E' fondamentale che i mezzi digitali siamo fruibi- li immediatamente e senza problemi tecnici nell'aula stessa. Spendere anche solo 10 minuti per reperire la tecnologia utile spegne gli entusiasmi dei docenti che spesso preferiscono ricorrere ai tradizionali strumenti didattici per evitate inutili perdite di tempo. - Cosa ne pensano gli altri insegnanti? C'è curiosità ma anche scetticismo. La LIM è stata inizialmente promossa come la soluzione a tutti i mali della scuola, come una sorta di lavagna magica che è sufficiente installare nelle classi per aumentare il "profitto" degli alunni. Ovviamente non è così e gli insegnanti lo sanno bene. A mio parere, in questa fase, i docenti devono sentirsi liberi di utilizzarla o meno, senza obblighi. Chi se la sente prova ad utilizzarla durante le lezioni e alcuni lo stanno facendo. Sempre rispetto all'uso della LIM sei docenti del Romero stanno seguendo un corso di forma- zione ministeriale. Comunque, per poterla utilizzare efficacemente come ausilio didattico d'u- so quotidiano ci vuole tempo e siamo solo all'inizio. - Si può pensare che questo possa essere il primo passo verso l' informatizzazione della scuola? Il Romero ha mosso i primi passi verso l'informatizzazione già molti anni fa. Il prof. Marchesi prima e il prof. Rota ora in qualità di referenti TIC (Tecnologie dell'Informazione e Comunica- zione), hanno introdotto molte innova- zioni tecnologiche a partire dalle prime versioni del sito fino ad arrivare alla versione attuale, alla rete interna, alle piattaforme e-learning, ai laboratori in- formatici, ai proiettori e pc in molte au- le, alle postazioni mobili, solo per citar- ne alcune. Per non parlare di tutti i corsi di formazione sulle TIC tenuti al Rome- ro da esperti come, per ultimo, il corso del prof. Ravotto dal titolo "insegnare 2.0". LIM e tablet non sono altro che la normale continuazione di un processo già avviato molti anni fa. 9
  • 10. Lim & Tablet - Quali altri strumenti potrebbero essere utili all' educazione e quindi inseriti in ambito scolastico? Oggi sono disponibili "strumenti tecnologici" sia hardware che software davvero molto inno- vativi. Si va dall'ipad nelle classi che sostituisce integralmente libri di testo e quaderni, all'uti- lizzo delle potenzialità della rete con il web 2.0 dove blog e social network diventano ambienti di condivisione, aggregazione, di trasmissione di saperi: classi virtuali. Così come le piattafor- me e-learning che permettono di creare ambienti di apprendimento interattivi molto stimolanti. Tutti strumenti utili all'educazione? Immagino di si, anzi, intuisco di si. Siamo nel bel mezzo di una rivoluzione "culturale" e non è facile capire dove ci porterà la tecnologia. Il mio punto di vista è quello di un "immigrato digitale" che ha imparato ad utilizzare gli strumenti ma che ragiona ancora con i vecchi paradigmi (modi di pensare). Sono sotto gli occhi di tutti alcuni aspetti negativi della "digitalizzazione" della vita giovanile così come sono indiscutibili i van- taggi di cui sono portatori computer, telefonini, web, ecc. Ma non è solo una questione di mez- zi. Siamo di fronte ad un repentino cambiamento "generazionale", dagli "immigrati digita- li" (gli adulti) ai "nativi digitali" (i giovani); le sfere della comunicazione, dell'aggregazione, della conoscenza, della trasmissione dei saperi, si stanno radicalmente modificando. I giovani sono "intrisi" di tecnologia digitale, non possono farne a meno mentre gli adulti vivono con disagio e spesso condannano l'uso "smodato" delle tecnologie da parte dei giovani. Il risultato è che il "gap" tra le generazioni aumenta creando non pochi disagi ed incomprensioni. Come muo- versi? Non è facile, ma una cosa è certa: gli adulti, e in particolare gli insegnanti, devono oggi interro- garsi seriamente e senza pregiudizi sui cambia- menti in atto, per essere in grado di adattare effica- cemente la modalità di trasmissione dei saperi. Sara Epis A chi serve aiuto? Compiti, s’intende! Ci sono discipline che qualcuno fatica a studiare da solo? Chi è in 1^ o in 2^ può lanciare un SOS al Progetto Aiuto-Compiti e un compagno più grande troverà un po’ di tempo per aiutarlo. Le discipline sono: • Per LICEO SOCIO PSICOPEDAGOGICO: Inglese, Matematica e Latino • Per IPC: Inglese e Matematica • Per ERICA e IGEA: Economia aziendale, Inglese, Francese, Tedesco e Matematica Ricordiamo che l’aiuto reciproco e la solidarietà tra compagni rendono la scuola un ambiente in cui tutti possono esprimere al meglio le proprie potenzialità. Gruppo No Slavery 10
  • 11. Intercultura Intercultura: conosciamo meglio la nostra scuola Ecco una breve intervista con il professore Marco Zanga, referente della Commissione che si occupa del progetto “Alunni stranieri”. Quando è nato il progetto? Per quale moti- vo? “Da diversi anni si lavora per l’integrazione degli alunni stranieri e, negli ultimi due, è stata anche istituita una commissione permanente.” Quali sono le finalità principali di questo progetto? “L’obiettivo principale su cui si basa il proget- to è l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri.” Chi ne fa parte? “Per quanto riguarda il dipartimento per gli alunni stranieri, è composto da una decina di insegnanti, mentre gli alunni sono circa sessan- ta, tra alunni italiani di origine straniera e stra- nieri con cittadinanza italiana.” Quali attività sono svolte in questo progetto? “In questo progetto sono previsti: - corsi di lingua italiana a diversi livelli durante l’anno scolastico, e anche in estate; - assemblee per gli alunni stranieri; - elezioni dei rappresentanti; - laboratori interculturali pomeridiani; - uno spettacolo di fine anno all’auditorium di Albino che si terrà il 6 Maggio 2011 alle ore 20.30 .” Daniela Cominardi Eventi... 6 Maggio 2011 andra Crotti 12 Aprile 2011 Direttore: Aless Auditorium Albino : Sara Epis Vice-direttore niela Comi- Redazione: Da Palamini, nardi, Cristina SPETTACOLO COLLOQUI Alice Rota, An tonio Gallo, i, Marco PROGETTO GENITORI—DOCENTI Moira Zambell tti, Anna INTERCULTURA Pa lazzi, Alice Mu te,. Matienie Diaba 11
  • 12. Sanremo 2011 Siamo uniti con Sanremo “Stiamo uniti”. Sono le parole che hanno fatto del 61⁰ Festival di Sanremo quello che è stato, un Sanremo in cui satira e mu- sica sono andate a braccetto, un Sanremo che ha fatto commuovere, ma che è riusci- to anche a farci ridere; in poche parole il Sanremo di Gianni Morandi e della sua squadra, forse la squadra più varia che si sia mai vista sul palco dell’ Ariston. Infat- ti, a sostenere il cantante nella conduzione, sono stati i comici Luca e Paolo e le show girls Belen Rodriguez ed Elisabetta Cana- lis. Ma come è nato il motto di Morandi? “Stiamo uniti” è un messaggio che il cantautore ha voluto dare alla nostra nazione in occasio- ne del 150⁰ anniversario dell’Unità d’Italia a cui è stato dedicato un’intera serata nella quale i 14 artisti in gara hanno cantato canzoni che hanno fatto la storia musicale dell’Italia come “Il mio canto libero”, “O’ sole mio” e “Va pensiero”; inoltre lo stesso Morandi ha cantato una canzone inedita , “Risorgimento”, scritta da Mogol e da Gianni Bella. Alla serata ha preso parte anche Roberto Benigni, che ha proposto una bella e personale spiegazione dell’inno di Mameli, mischiando riferimenti storici e satira e facendoci commuovere cantando a cappella l’inno d’Italia. Anche la canzone vincitrice, “Chiamami ancora amore” di Roberto Vecchioni, si ricollega al tema dell’Unità. Il cantautore, dopo ben 38 anni di assenza dal Festival, è tornato a calcare il palco dell’Ariston anche grazie alla presenza di Gianni Morandi, collega e grande amico di Vecchioni. Questo ritorno pare aver dato i suoi frutti visto che il cantante ha vinto anche il premio della critica. La vittoria è stata dedicata alla moglie e all’Italia che, usando le parole del vincitore del Festival della canzone italiana, deve “difendere questa umanità anche restasse un solo uomo”. Per quanto riguarda i giovani ha trionfato Raphael Gualazzi con “Follia d’amore”, vincitore non solo di “Sanremo giovani”, ma anche dell’ambito premio della critica assegnato da una giuria di giornalisti. Il Festival si è appena concluso, ma già si pensa alla 62ma edizione e nell’aria circola ancora il nome di Morandi: non sarà forse che la sua idea di fare squadra abbia colpito e conquistato un’Italia che tutt’ora fatica a celebrare la ricorrenza dell’Unità? Cristina Palamini E' "Ivy" il nuovo album di Elisa La cantante di Monfalcone lancerà il prossimo 30 novembre il suo nuovo disco, a distanza di un anno dal precedente "Heart". "Ivy" è una raccolta dei maggiori successi di Elisa e conterrà 17 brani (tra canzoni in italiano e pezzi in inglese). L'album conter- rà anche 3 tracce inedite: "Fresh Air", "Sometime Ago" e "Nostalgia". Oltre a tutto ciò, nel package troverete anche un dvd contenente un documentario girato in Val di Sella (Trentino), nonchè spezzoni di live e backstage. Il primo singolo estratto da "Ivy" è intitolato "Nostalgia" ed è in rotazione radiofonica dallo scorso 19 novembre. 12
  • 13. Arte Marco Palazzi: pianista per passione Che strumento suoni? Suono il piano- forte e ho suonato anche il mandolino nella banda di Leffe. Da quanto suoni? Da due anni. Da quanti anni hai la passione per il piano? Dalle scuole elementari. Come hai studiato il tuo strumento fino ad ora? Con un’ insegnante. È brava con te o è severa? È molto brava. Quanto ti eserciti? Provo per trenta minuti ogni giorno sia a casa mia sia con l’ insegnante. Quali emozioni provi quando suoni? Sono molto felice e mi diverto sempre tanto, in particolare quando canto mentre suono. Che brani suoni? Suono brani di vari compositori. Qual è il brano che ti piace di più? La mia canzone preferita è “When the Saint Go Mar- ching in”. Chi è il tuo compositore preferito? Giovanni Allevi, trovo che sia bravissimo. Sara Epis Poetry… Le ragazze di 4^L, guidate dalla prof.ssa Ciceroni, hanno realiz- zato alcuni video sulla elle base delle poesie di nza st otte se una n osa famosi autori inglesi Co me t tempes ttio Buia e so è il ticche studiate durante A rmon io battente de deserte ioggia e, le stra me cel esti l’anno. I video saranno della p mobil le lacri Tu tto è im ore tenue del prossimamente pubbli- rum o Solo il n sonn cati sul sito della scuo- iano u rrivare Co ncil da nta a la. Sara Epis, la nostra che ste nuova vice – direttrice e, segretamente, poe- mente iolente ssi e sì v e tessa, ci ha permesso e tu capi oco ard contrastar ltanto ch lia Il fu Vorrei so attanag lo può di pubblicare alcune entro mi aglia Nulla in se ue Ciò che d una batt divora iuto proseg ontro di o Tutto c delle sue poesie tra cui C ome lo sc ce trafitt compia ldato gia o Quasi ta Ove il mio so a sconfitt za iato due sulla giornata della rso a terr ifferente l’avan ien risparm ato Att onito rive ine in d v asform Memoria. a immag gente A lcuno n tr Dalla tu rte della ere vie facessi pa In cen Alessandra Crotti Come se 13
  • 14. Oscar Wilde model. His conduct was a constant slight on ÂaÉà{|Çz uâà Åç zxÇ|âáÊ Victorian habits, he became a symbol of un- scrupulousness and open- mindedness and he “The first duty in life is to be as artificial as even dared to possible. What the second duty is, no one has declare to be yet discovered” Socialist and Oscar Wilde, one of the most eccentric artists homosexual. of all times, used to hide his true age since he During a was a child: in fact he wore mourning dress party he met during his birthdays because he felt sorry for Constance the death of another of his years. He changed Lloyd and, his signature a lot of times: O.FO.F.W.W., after chatting C.3.3. and even St Oscar from Oxford. with her, he He studied at Trinity College in Dublin; then decided to he went to Oxford University where he criti- get married cized religion and shocked his professors because he through his irreverent behaviour and his ec- thought she centric clothes, in particular his feathers col- seemed su- lection and his velvet knickerbockers. perior com- There he met his most influential teacher, pared to the Walter Pater, with whom , as someone says, other women: “Women are made to be loved, he had a secret love affair. During a test to not to be understood”. During his honey- gain a fellowship he noticed that some ques- moon he had already regretted his choice. tions weren’t correct so he contested them and Constance got pregnant and Oscar was dis- failed the exam. His eccentricity was famous gusted by her frequent nauseas and her swol- even among actors: Louise Jopling referred len body. that once he met him with a snake around the In spite of his marriage he didn’t give up fre- neck. Aphorisms were the quintessence of his quenting men. He had affairs with Robert art and life style. Ross, Andrè Raffalovich, Lord Arthur Somer- After graduating he moved to London where set, Richard Le Galliene and Bernard Ber- he decorated his house with lilies, chinaware, enson. Since he constantly needed money he Greek carpets and expensive furniture. At that took up a job as a journalist at “The Lady’s time he was 1.88 m tall, with black hair, blue World: A Magazine of Fashion and Society”. eyes, a watchful, critical look, prominent teeth He used to leave before the end of his work and a rolling gait. shift but then, as working tired him, he went He decided to change his hair-cut imitating to work just twice a week for only an hour. Roman emperors: someone says that he He had hundreds of meetings with gentlemen brought a Nerone’s bust to the barber as a who interested him. Among them was Lionel Johnson with whom he had fallen in love because once he had smoked all Oscar’s cigarettes. He also met Mallarmé: he believed that when Mallarmé was incomprehensible he was perfect so, since Wilde couldn’t under- stand French very well, he suggested that he should always write in French, not in English. Oscar used to say: “I can resist everything except temptation”; this was true in fact, when the young Alfred Doug- las knocked at his door for the first time he couldn’t resist him at all: 14
  • 15. Oscar Wilde Alfred had been the greatest love of his life. hunger, sleeplessness and sickness. Oscar used to When he was released he and Douglas went to call him Di- Naples but Constance and Lady Douglas miziano, they blackmailed them so that they were forced to didn’t hide live in separate houses and then to split up. themselves and Once left Alfred, Oscar lived in extreme pov- they kissed in erty: he had no food, no clothes, no relation- public even if ships and no reputation at all. The worst thing, they were vio- for such a vain person, was that all his teeth lating the were gone and he hadn’t a denture. He didn’t “Criminal Law write anymore, in fact he said: “ I wrote when Amendment I did not know life; now that I do know the Act” . Douglas meaning of life, I have no more to write. Life couldn’t help cannot be written; life can only be lived”. He making every- was seriously ill but Wilde believed it was one know he was Wilde’s favourite boy while only mussel poisoning. The doctors examined Oscar affirmed that he got married three times him 68 times before determining it was syphi- during his life: once with a woman and twice lis. Doctors gave him morphine, opium and with men. He came in contact with male pros- chloral in order to alleviate his terrible pains. titution and he had a lot of relationships with In spite of his illness Wilde used to drink young boys, until Philip Danney’s father told champagne everyday and, before dying, he the police. As a result Douglas went to Cairo went out for a walk with a friend drinking and Wilde hid in Paris. He was condemned to absinth. two years hard labours during which he had to Alessandra Crotti work six hours a day at a grinding mill, he slept without mattress and he suffered from - DONNE ITALIANE IN PIAZZA - Il 13 Febbraio 2011, dopo le mille polemiche che hanno seguito recenti le vicende riguardanti il premier, le donne italiane sono scese in piazza. La manifestazione, intitolata “Se non ora, quando?”, ha visto partecipare donne di tutti i generi: politici (a propo- sito, come mai non esiste il femminile?), donne in car- riera, casalinghe, mamme, lavoratrici, attrici, cantanti scese in piazza per protestare contro chi vede e tratta le donne come un oggetto. Le manifestanti non criticano solo il comportamento di alcuni uomini, ma tendono ad essere molto severe con il loro stesso sesso: in particola- re, soggetto/oggetto della rabbia femminile, sono tutte le “donne” che utilizzano il proprio corpo e la propria bellezza per fare carriera o, più semplicemente, per soldi. E, per smentire i dubbi di qualche superficiale, a manifestare non c’erano solo vecchie “Desperate House- wives” invidiose della forma fisica delle varie Ruby, ma attrici come Isabella Ragonese o Va- leria Solarino, che a loro non hanno assolutamente nulla da invidiare. Una parte della stampa, ovviamente, ha cercato di sminuire la manifestazione dandole connotati politici o di parte. Certo, è duro accettare che le donne siano così forti!!! Alessandra Crotti 15
  • 16. Curiosità La festa della donna dalle origini L'8 marzo 1911, per la prima volta in Europa, punto di partenza si celebrò la “Giornata Internazionale della per il riscatto della Donna”. In molte nazioni europee e negli Stati dignità femminile, Uniti, la questione riguardante i diritti delle qualcosa nel mondo donne è sempre stata un tema politico molto della politica cam- discusso. biò in loro favore. Nel 1908 a New York un gruppo di operaie di Nata in un momento un’industria tessile che produceva cotone, di grande turbolenza scioperò come forma di protesta contro le e di crisi sociale, terribili condizioni in cui si trovavano a lavo- questa festa meglio rare. Lo sciopero durò alcuni giorni, finché l’8 conosciuta come marzo il proprietario Mr. Johnson bloccò tutte “Festa delle Donne” le uscite della fabbrica per impedire alle ope- è scaturita da una raie di uscire. tradizione di prote- Un incendio uccise le 129 operaie, tra cui an- sta e di attivismo politico. Infatti, alla fine del che alcune italiane, rimaste imprigionate 19° secolo, le donne nei paesi in via di svilup- nell’azienda; erano donne comuni che cerca- po industriale stavano entrando nel mondo del vano semplice- lavoro. Il lavoro per loro era però limitato al mente di miglio- settore tessile, manifatturiero e dei servizi rare le proprie domestici, dove le condizioni erano misere e i condizioni di salari bassissimi. vita. Le manifestazioni di protesta e gli scioperi Dopo questo tra- aumentavano sempre di più, mentre i sindacati gico evento, che che si andavano formando e rafforzando riflet- sottolina le pessi- tevano maggiormente sulle problematiche me condizioni legate alla condizione femminile. Nel frattem- lavorative esi- po aumentavano sempre di più i conflitti tra stenti a quel tem- operai e imprenditori. In Europa, le fiamme po per le donne e della rivoluzione erano accese. che rappresenta il Alice Rota Scamarcio sale sul palco, Shakespeare trema Che Shakespeare stupisca sempre è ormai noto, ma che Riccardo Scamarcio, idolo di migliaia di ragazzine, possa interpretare Romeo assieme a Deniz Ozdogan a teatro, lascia tutti piuttosto perplessi. Eppure si dice che i teatri italiani si siano “litigati” Scamarcio (forse solo per farsi qualche risata?) ma che solo uno l’abbia potuto veder recitare sul suo palco: si tratta del teatro Eliseo di Roma. Il fascino del bel tenebroso non gli manca, ma sarà riuscito a cogliere la com- plessità del personaggio Shakespeariano? Dopo Moccia interpretare Shakespeare sarà stato uno scherzo… certo non si può dire che sia stato un deja vu! Alessandra Crotti *Il murales in copertina è stato realizzato da alcune ragazze di 1^ N e dalla prof.ssa Gritti durante il Monteore. 16