1. CONVEGNO SULLA
FORMAZIONE ESPERIENZIALE
Mythodea: La metafora mitologica
Alessandro Almonti
2. “ La metafora è un
dialogo analogico
tra le varie forme
del sapere ”
Alessandro Almonti
3. I 3 livelli dell’apprendimento
esperienziale
Apprendimento Apprendimento
emotivo cognitivo
Apprendimento
comportamentale
Area dello sviluppo
della persona
Alessandro Almonti
4. Fasi metodologiche e
ruolo del trainer
Fasi
Metodologiche
Briefing Playing Debriefing
Ruolo del
Istruzione Assistenza Reviewing &
trainer Osservazione Feedback
Alessandro Almonti
5. Il ruolo del trainer
Trainer
=
Facilitatore
Alessandro Almonti
6. Considerazioni sull’efficacia della
metodologia esperienziale
• È orientata al discente, aiutandolo sia in
termini di processo che di strutturazione e
articolazione dei contenuti rispetto al
fabbisogno (scaffolding)
Alessandro Almonti da “L’arte della formazione: metafore della formazione esperienziale” E. Rago
7. Considerazioni sull’efficacia della
metodologia esperienziale
• Utilizza metodologie attive (active
learning) per stimolare l’interazione ed il
coinvolgimento dei partecipanti, sia
adottando uno stile di comunicazione sia
progettando una serie di attività e di
strumenti che coinvolgano il partecipante
Alessandro Almonti da “L’arte della formazione: metafore della formazione esperienziale” E. Rago
8. Considerazioni sull’efficacia della
metodologia esperienziale
• Implica una cooperazione tra i partecipanti
(cooperative learning) sia nel riaolvere i
problemi formativi (problem-based
learning) sia nel confrontarsi e
condividere, socializzare le esperienze
lavorative (action learning)
Alessandro Almonti da “L’arte della formazione: metafore della formazione esperienziale” E. Rago
9. Considerazioni sull’efficacia della
metodologia esperienziale
• Come sottoinsieme dell’apprendimento
attivo, l’apprendimento cooperativo
realizza pragmaticamente i dettami del
social learning (lavori di gruppo, brain
storming, problem solving complesso,
strategie di ricerca di gruppo, strategie di
scoperta)
Alessandro Almonti da “L’arte della formazione: metafore della formazione esperienziale” E. Rago
10. Considerazioni sull’efficacia della
metodologia esperienziale
• Si riferisce ad esperienze personali ed
attuali (experiential learning)
• L’apprendimento è pienamente trasferibile
all’ambiente organizzativo, superando
tutte le difficoltà del processo di
trasferimento (training transfer process)
Alessandro Almonti da “L’arte della formazione: metafore della formazione esperienziale” E. Rago
11. Considerazioni sull’efficacia della
metodologia esperienziale
• Ingaggia i partecipanti sia da un punto di
vista emotivo, sia comportamentale, sia
cognitivo, rendendo così la formazione più
piacevole, affascinante, interessante ed
interattiva e favorendo la velocità
dell’apprendimento (accelerated learning)
Alessandro Almonti da “L’arte della formazione: metafore della formazione esperienziale” E. Rago
13. Mythodea: il viaggio dell’eroe
L’idea portante di questa metafora formativa
è quella di utilizzare dal punto di vista
metodologico, l’antica capacità di leggere
il linguaggio simbolico.
L’uomo moderno ha modo di cogliere,
nell’ampia varietà dei miti e dei racconti
popolari di tutto il mondo, un filo rosso
capace di unire le culture di ogni tempo e
di ogni paese
Alessandro Almonti
14. Mythodea: il viaggio dell’eroe
Il mito dell’ “Eroe” rimanda alle infinite
variazioni dello stesso modello
archetipico, invariabilmente immutato nel
tempo e nello spazio, da Osiride a
Giasone, da Ulisse a Re Artù, dalle statue
atzeche alle rappresentazioni maya, ai
Gemelli Guerrieri navaho.
Alessandro Almonti
15. Mythodea: il viaggio dell’eroe
Tracciando quindi “il viaggio dell’Eroe” si
può descrivere l’avventura dell’uomo alla
scoperta della vita e del suo significato e
la conseguente necessità di conoscere,
comprendere, sviluppare ed ampliare le
proprie risorse/competenze.
La “metamorfosi” rappresenta quindi la
parole chiave di questa esperienza
Alessandro Almonti
16. Mythodea: il viaggio dell’eroe
Attraverso la rievocazione del viaggio
dell’Eroe, i partecipanti al corso, seguono
un percorso formativo a “tappe”.
In ciascuna “tappa” del viaggio, viene svolta
una esercitazione il cui scopo è quello di
esplorare e sviluppare una delle
competenze specifiche richieste dal
programma formativo
Alessandro Almonti
17. PROGETTO MYTHODEA
La formazione è uno strumento di sviluppo e crescita
dell’organizzazione, la cui efficacia dipende sia dalla motivazione
del singolo individuo, sia dall’ambiente in cui il progetto formativo si
inserisce.
In particolare lo sviluppo delle performance professionali dipendono
sempre più da requisiti emozionali e relazionali che, per essere
sviluppati necessitano di una “immersione” dei partecipanti in azioni
ed esperienze concrete che facilitino la sperimentazione di nuovi
comportamenti.
La rottura degli schemi mentali quotidiani e il confronto con forti
esperienze emotive, attiva processi e comportamenti facilmente
trasferibili nel proprio contesto lavorativo. La metodologia
outdoor (formazione esterna all’aula) unitamente a quella
indoor (formazione in aula) consente di far emergere i punti di forza
e le aree di miglioramento dell’individuo, del gruppo e
dell’organizzazione.
Il progetto MYTHODEA consentirà ai partecipanti di approfondire le
tematiche comportamentali, imparando a divenire leader di se stessi e
degli altri.
Alessandro Almonti
18. IDEA PROGETTUALE
Il Progetto Mythodea é un programma di formazione innovativo,
dinamico e coinvolgente basato sulla metafora mitologica.
Quando si parla di mitologia ci vengono subito in mente Zeus (Giove),
Ade (Plutone), Artemide (Diana), Poseidone (Nettuno) o ancora le
grandiose ed improbabili avventure di Eracle (Ercole), per non parlare
della bellezza di Elena e di Afrodite (Venere) che ancora oggi, per
semplificare la definizione di "grande bellezza" ci si riconduce a Lei.
E poi?... Non ci vengono forse in mente i viaggi in luoghi arcani ed
esotici di Giasone con i suoi Argonauti, il peregrinare di Ulisse o il
tormentato viaggio di Enea?
I partecipanti saranno nella condizione di individuare potentemente un
soggetto, un’idea, una tematica della mitologia, decidendo di far vivere e
vivendo al tempo stesso un’esperienza simbolicamente
profonda ed altamente stimolante.
Il programma Mythodea si sviluppa in 2 giornate in cui i
partecipanti, seguiti da due trainer attraverso, la metafora mitologica,
compieranno gesta “eroiche” all’insegna della lealtà, determinazione,
focalizzazione all’obiettivo e alle persone.
Alessandro Almonti
19. METAFORA
Il corso utilizza la metafora del “viaggio Mitologico” quale
strumento di “orientamento didattico”. La scelta della metafora è
stata condotta perché possa:
stimolare il percorso di lavorazione su se stessi e
trasformazione delle competenze per la generazione di
performance superiori. Il partecipante deve potersi
identificare con la metafora, potendone seguire passo passo il
percorso di trasformazione.
simboleggiare le attività pratiche che verranno
richieste al partecipante attraverso una forte analogia
con il contesto professionale. La necessità che la metafora
rappresenti anche un contesto operativo, potendo identificare un
processo, le attività, gli attori, consente un più semplice
trasferimento delle riflessioni attivate verso il contesto
professionale ed operativo dell’utente.
Alessandro Almonti
20. OBIETTIVI
• Sviluppare la capacità di saper decidere,
pianificare e gestire risposte anche complesse
• Stimolare le intelligenze emotive allo scopo di
potenziare la propria leadership
• Lavorare in team e rafforzare la capacità di fare
squadra
• Stimolare la propria strategia della fiducia e la
capacità di delega
• Focalizzare maggiormente il proprio orientamento
ai risultati.
Alessandro Almonti
21. TEMI FORMATIVI
• Leadership
• Team building
• Team working
• Motivazione
• Problem solving
• Decison making
• Pianificazione
Alessandro Almonti
22. METODOLOGIA
Dopo una prima parte dedicata alla
costituzione dei gruppi e alla
assegnazione dei progetti da
realizzare, attraverso l'utilizzo di
esercitazioni e giochi analogici, il
gruppo verrà inserito e coinvolto in una
esperienza a carattere “mitologico”.
I progetti da realizzare seppur lontani dalle
tematiche lavorative potranno essere
ricontestualizzati nelle tematiche
professionali prevedendo anche una
videoregistrazione al fine di osservare,
nelle fasi di debriefing, i comportamenti
agiti
Alessandro Almonti
23. La concettualizzazione di ogni
step di questo programma può
essere rappresentata come
segue:
INTRODUZIONE ESERCITAZIONI, DEBRIEFING ED
E METAFORA ED ATTIVITÀ DI ESPOSIZIONE
DELL’ATTIVITÀ GRUPPO TEORICA
ANALOGIA CON
AUTOCASI /CASI
IL CONTESTO
PROFESSIONALE
E DEBRIEFING
Alessandro Almonti
24. Schema generale dell’intervento
La Metodologia Experiential Learning e Outdoor Training
IL MODELLO di riferimento
Il Modello per le attività di Outdoor segue i principi delineati dalla teoria
dell’apprendimento esperienziale da Kolb e Fry.
Alessandro Almonti
26. Schema generale dell’intervento
La Metodologia Experiential Learning e Outdoor Training
Le attività di problem solving sono classificate secondo due dimensioni principali:
1. Natura del problema o della situazione problematica (chiara - ambigua)
2. Metodi e soluzioni per realizzare gli obiettivi (noti - sconosciuti)
Ogni attività infine è seguita da un lavoro di riflessione in aula (Review) dove il trainer sollecita e guida il team ed i singoli alla presa di
coscienza dei punti di forza, dei rischi e delle possibilità delle risorse organizzative, comunicative e relazionali impiegate durante il lavoro
esperienziale per preparare il team ad affrontare la successiva attività.
Alessandro Almonti
27. Schema generale dell’intervento
La Metodologia Experiential Learning e Outdoor Training
Ciascuna attività (Project) ha una durata variabile che va da 15 a circa 45-60 minuti ed
è caratterizzata da situazioni di problem solving strutturate secondo criteri che
tengono conto:
delle dinamiche che si vuole sollecitare
delle risorse di base rilevate in analisi sul gruppo
delle risorse legate alle singole persone
delle aree di miglioramento rilevate in fase di analisi
degli obiettivi formativi aziendali
Alessandro Almonti
28. Schema generale dell’intervento
Analisi dei Fabbisogni Formativi e delle Risorse di base
1. Analisi dei Fabbisogni
Attivazione Moduli di Assessment su:
Analisi Ruolo nel Team
Analisi Stili di Leadership
Analisi Stile di Problem Solving
Analisi Transazionale
Analisi del Team
Formazione Esperienziale
Analisi Clima Comunicativo
Programma:
Project 1
Project 2
Project 3
Project 4
2. Progettazione 3. Erogazione Formazione
L’intervento formativo è L’intervento è articolato in
progettato in base alle giornate ad elevata integrazione Formazione in Aula
informazioni raccolte nei tra attività esperienziali e possibili
focus group e in base ai attività in aula con caratteristiche
risultati delle analisi adatte a sviluppare e gestire le
effettuate con il LP, sui competenze e le conoscenze
punti di forza e le aree di manageriali richieste.
migliorabilità rilevate.
Alessandro Almonti
29. Schema generale dell’intervento
Analisi e Progettazione
L’intervento formativo, sviluppato a partire dai risultati delle analisi effettuate
attraverso il Learning Path, è articolato in giornate che coinvolgono ed integrano
attività esperienziali (Project) con caratteristiche adatte a sollecitare e sviluppare
le competenze manageriali richieste, in relazione ai punti di forza dei partecipanti
ed alle aree di migliorabilità rilevate in fase di analisi.
Analisi dei processi di
Problem Solving
Analisi Competenze
Analisi Stili Relazionali Analisi Personalità
Analisi Stili Cognitivi Analisi Leaderhip
Analisi Teamworking
Analisi Clima
Analisi Obiettivi Aziendali
FASI DI INTERVENTO
Analisi dei fabbisogni formativi
Progettazione tempi e spazi del cambiamento
Alessandro Almonti
30. Schema generale dell’intervento
Esempio di Strutturazione degli Spazi Formativi
Struttura del Programma Formativo Prima Giornata
8.00 Arrivo presso la location: registrazione
8.15 Saluto di benvenuto ai partecipanti
8.30 Plenaria introduttiva
• Finalità
• Obiettivi
• Divisione in gruppi e autopresentazioni
9.00 Attivita esperienziale in gruppi (Project 1)
10.00 Analisi e review in aula con i due sottogruppi separatamente
10.30 Attività esperienziale in gruppi (Project 2)
11.00 Analisi e review in aula con i due sottogruppi separatamente
13.00 Pausa pranzo
14.00 Esercitazione (Project 2) Struttura del Programma Formativo Seconda Giornata
15.00 Analisi e review in aula con i due sottogruppi separatamente
8.00 Plenaria di apertura
16.00 Plenaria con i due sottogruppi riuniti insieme
Modelli di approccio al Problem Solving
8.15 Focalizzazione dei punti di forza e di miglioramento individuati nella giornata precedente
18.00 Fine prima giornata formativa
9.00 Attivita esperienziale in gruppi (Project 3)
10.00 Analisi e review in aula con i due sottogruppi separatamente
11.00 Attività esperienziale con i due sottogruppi riuniti (Project 4)
Attività ad elevata
integrazione 12.00 Analisi e review in aula con i due sottogruppi separatamente
13.00 Pausa pranzo
14.00 Plenaria in aula con i due sottogruppi uniti :
Modelli di evoluzione dei gruppi di lavoro
16.00 Elaborazione e condivisione del Piano di Sviluppo Personale
17.00 Conclusioni finali e chiusura percorso
Alessandro Almonti
31. LE PROVE DEL PROGETTO MYTODHEA
1. Il Dilemma di Euristeo ; il gruppo si trova di fronte a paletti infissi nel terreno, sul primo dei quali sono impilati 7
dischi. Con una serie di “mosse” dei dischi (ci sono regole fisse per che impediscono di mettere i dischi più grandi
su quelli più piccoli) gli stessi dovranno essere spostati dal primo paletto all’ultimo, nel minor tempo possibile.
2. Fuga dal legame: Ulisse e le Sirene; I partecipanti legati attraverso delle “manette” di corda dovranno
cercare di liberarsi.
3. Medusa e Perseo: i partecipanti vengono prima divisi in coppie e poi in terzetti, e dovranno effettuare un
percorso tenendo tra le mani (una per partecipante) prima 3 palloni (in coppia) e poi 4 palloni (in terne)
4. Il filo di Arianna : si predispone un circuito da percorrere con le mountain bike, per ogni bici è previsto un
guidatore. Ogni sottogruppo è suddiviso a coppie, per ogni passaggio sono previsti due bici legate tra loro da un
filo di lana. Aiutandosi e comunicando tra loro le due coppie dovranno percorrere l'intero circuito senza spezzare il
filo.
5. Idra: i partecipanti si cimenteranno in 3 prove nel tiro con l'arco arco. La 1^ prova è senza spiegazioni, nella 2^
viene spiegato il funzionamento e le tecniche di tiro; nella 3^ prova, sfida con se stessi nel migliorare le
precedenti prove al fine di capire il proprio margine di miglioramento.
6. Il labirinto del Minotauro: I docenti definiscono su un foglio un percorso rappresentato da un numero di
caselle pari al numero di partecipanti. Sul reticolato ci si può muovere come con il re sulla scacchiera. Il gioco
contiene l’elemento pressione e stress (fare un errore costa caro). Il gruppo deve definire un ordine nel passaggio
che poi va rispettato per tutto il gioco. Le persone devono passare 1 per volta, sulla scacchiera non ci possono
essere in contemporanea 2 persone. Ogni volta che qualcuno va su una casella sbagliata deve tornare indietro e
il gruppo ricomincia dal 1° partecipante.
7. La caduta dell’uovo: Ulisse nella terra dei Ciconi; I partecipanti dovranno “salvare” delle uova (da 8 a 12)
senza farle rompere, trasportandole da una area a rischio fino ad una area protetta, utilizzando solo gli strumenti
messi a disposizione.
8. Scilla e Cariddi: come i due mostri mitologici che si nascondevano negli abissi del mare, così i partecipanti
dovranno superare prove che consiste nell’attraversare una rete costituita da corde i cui passaggi sono di diverse
dimensioni
Alessandro Almonti
32. LE PROVE DEL PROGETTO MYTODHEA
1. I Poligoni ciechi: Il Dio Knuhm e la “Stele della Carestia” Siamo in Egitto il Dio Knuhm in sogno riferisce
al giovano faraone Zoser una nuova modalità per costruire le piaramidi. Le istruzioni ricevute sono le seguenti: Il
gruppo deve costruire un poligono di corda i cui lati sono pari al numero dei partecipanti (p.es. 5 un pentagono).
Una volta realizzato il poligono devono nuovamente eseguire la prova, questa volta bendati.
2. Le tre isole greche: Selvaggia, Minerva, Poseidonia; Le tre mitiche isole della mitologia greca: l'isola
Selvaggia, l'isola di Minerva e Poseidonia (quest’ultima denominata anche isola del Dio Nettuno) stanno per
essere distrutte e sommerse da una alluvione universale voluta dal Dio Nettuno, così come accadde per
Atlantide. La missione del gruppo è la seguente: i partecipanti si posizionano su un’isola (piattaforma di legno).
Di fronte a questa sono sistemate una seconda ed una terza isola (piattaforma), identiche ed in asse tra di loro
poste ad una determinata distanza l’una dall’altra. Un pesante asse di legno, più corto della distanza che separa
le piattaforme, servirà da passerella per raggiungere le isole e cantare una lode al Dio Nettuno perché li salvi.
3. Il fiume in piena: Caronte e il fiume Acheronte; Caronte nella mitologia classica ha il compito di
traghettare le anime dei morti attraverso le paludi dell' Acheronte, sull'altra riva del fiume. Come pagamento, i
morti devono consegnargli un obolo. Dirige la barca funebre, ma non rema in quanto le anime stesse assolvono
questo incarico. Nei loro riguardi si dimostra tirannico e brutale come un vero capo-schiavi. Come Eracle scese
agli Inferi e traghettò sull’altra riva così anche per loro la missione è la seguente: la squadra è divisa in due
gruppi, con un obiettivo comune. Si trovano sulle rive opposte del fiume Acheronte che deve essere attraversato.
Hanno a disposizione un numero di zattere sufficiente per raggiungere la metà del letto del fiume. L’obiettivo è
che i due gruppi raggiungano la riva opposta, senza mai staccare il contatto fisico con gli altri partecipanti (nei
rispettivi gruppi) e con la zattera (risorsa). La parte centrale dell’esercizio comporterà una necessaria
“condivisione” delle risorse in un gioco di equilibri che comporterà una metodica pianificazione del “rischio
collettivo”. Se una zattera viene lasciata incustodita viene presa da Caronte definitivamente.
4. La costruzione della fiducia: Il volo di Dedalo ed Icaro; A Creta il re Minasse aveva chiesto a Dedalo di
costruire il Labirinto per il Minotauro. Avendolo costruito, e quindi conoscendone la struttura, Dedalo vi fu
rinchiuso con il figlio. Per scappare, Dedalo costruì delle ali con delle penne e le attaccò ai loro corpi. I
partecipanti, per salvarsi, dovranno attraversare per intero il percorso aereo (12 atelier del campo di corde alte di
Cortevecchia)
Alessandro Almonti
33. Bibliografia
• Joseph Campbell, “L’eroe dai mille volti” - Ganda Editore, 2004
• Joseph Campbell “Le distese interiori del cosmo” - TEA , 2003
• Josehp Campbell “Mito e modernità” – RED, 2007
• Graham Hancock “Sciamani” – Corbaccio, 2006
• Harrison Snow “Indoor/Outdoor Team Building Games For Trainers: Powerful Activities From the World of Adventure-Based Team
Building and Ropes Courses” - McGraw-Hill, 1997
• Lawrence Holpp “Managing Teams” - McGraw-Hill, 1998
• John Newstrom, Edward Scannell “The Big Book of Team Building Games: Trust-Building Activities, Team Spirit Exercises, and Other
Fun Things to Do”- McGraw-Hill, 1997
• Alanna Jones “Team-Building Activities for Every Group”- Rec Room Publishing, 2000
• Kaiser Anna “Genius ludi. Il gioco nella formazione umana” - Armando Editore, 2001
• Huizinga Johan “Homo ludens” - Einaudi, 2002
• E. Rago “L’arte della formazione: metafore della formazione esperienziale” – Franco Angeli, 2006
• Marco Rotondi “Facilitare l’apprendere. Modi e percorsi per una formazione di qualità” - Franco Angeli, 2004
• Renata Borgato “Giochiamo? Riflessioni sull'uso del gioco nei percorsi formativi diretti agli adulti” - Franco Angeli, 2008
• Ulderico Cappucci , Federica Garbolino , Lilia Infelise , Massimo Reggiani , Marco Rotondi , Dieter Schurch , Marco Vergeat , Pier Luigi
Amietta “I luoghi dell'apprendimento. Metodi, strumenti e casi di eccellenza delle nuove formazioni” - Franco Angeli, 2002
• Fabio Ciuffoli “Giochi, esercizi e test di creatività. Strategie e applicazioni di creative problem solving” – Franco Angeli, 2004
• Michele Liuzzi “La formazione fuori dall'aula. Concetti, metodi e strumenti per un nuovo modello formativo multidimensionale” - Franco
Angeli, 2006
• Baldini E., Moroni F., Rotondi M. “Nuovi alfabeti. Linguaggi e percorsi per ripensare la formazione” Franco Angeli 1996 Milano
• Battistelli A., Majer V., Odoardi C. “Sapere , fare, essere” Franco Angeli 1997 Milano
• Bruscaglioni M. “La gestione dei processi nella formazione degli adulti” Franco Angeli 1991 Milano
• Canonici A. “La formazione e lo sviluppo del personale” Franco Angeli 1981 Milano
• Castagna M. "Esercitazioni, casi e questionari. Come insegnare agli adulti conoscenze e capacità" 2001 Franco Angeli
• Castagna M. "Role playing, autocasi ed esercitazioni psicosociali. Come insegnare comportamenti interpersonali" 2002 Franco Angeli
Milano
Alessandro Almonti
34. Bibliografia
• Ceriani A. “La simulazione nei processi formativi” Franco Angeli 1996
• Craig R. L. “Training and development handbook” Mc Graw Hill 1976 New York
• De Marziani A., Paolino G. "Fuori dalle aule, fuori dagli schemi. Storia e contenuti dell'outdoor training" 2002 Franco Angeli
• Diougoan Blanch M., Murtula G. "Ripensare la formazione aziendale" 2002 Franco Angeli
• Hart L. B. “Metodi di formazione innovativi e di successo” Franco Angeli Ed. Milan1995
• International Labour Office “Teaching and training methods for management development” Ilo Geneva 1972
• Blanchard, Parisi, Carew “Costruire gruppi di successo” Angeli, 1998
• Bion “Esperienze nei gruppi” Armando, 1971 Milano
• Corino, Napoletano "La formazione orientata sul gruppo di lavoro" Franco Angeli 2000 Milano
• Lazzari “Il manuale del Team Builder” Angeli, 1998
• Luft “Introduzione alla dinamica di gruppo” La nuova Italia, 1988
• Novaga, Borsatti “Il lavoro di gruppo” Patròn, 1979
• Quaglino, Cortese “Gioco di squadra: come un gruppo di lavoro può diventare una squadra eccellente” Cortina, 2003
• Quaglino, Casagrande, Castellano “Gruppo di lavoro, lavoro di gruppo” Cortina, 1992
• Benoit A. “L’arte della sintesi” Milano, Franco Angeli 1993
• Cogno E."Come risolvere i problemi. Tecniche per trasformare gli ostacoli in opportunità con il Pensiero Antitetico" Franco Angeli 1999
Milano
• Davidson E., Deuser, & Sternberg R. J. “The role of metacognition in problem solving” In Metcalfe & Shimamura (eds) Metacognition
(207-226) Cambridge, MIT Press 1994
• French J. N. & Rhoder C. “Teaching Thinking Skills: Theory and Practice” (17-43). New York, Garland Publishing 1992
• Kepner C., Tregoe B. “The rational manager. A systematic approach to problem solving and decision making” Princeton, Kepner-Tregoe
Inc.
• Heuer J. R. “Psychology of Intelligence Analysis” Central Intelligence Agency 1999
• Leigh A. “Decisioni! Decisioni! Guida pratica manageriale al “problem solving” e al “decision making” Milano, Franco Angeli 1983
• Lynch D. “The brain map workbook. A leader’s and user’s guide to the brain map” Brain Technologies Corporation 1987
• Mosconi G., D’Urso V. “La soluzione dei problemi, Problem Solving” Firenze, Giunti-Barbera 1973
• Rhodes J., “Il pensiero esperto", Franco Angeli, 1993 Milano
Alessandro Almonti
35. Laureato in Geofisica Marina, nasce come formatore free lance alla
fine dell’anno ’85. Credendo fortemente in una visione olistica della
conoscenza è da sempre un convinto sostenitore dell’integrazione
Alessandro Almonti della cultura umanistica e tecnico/scientifica.
Dopo la laurea ha conseguito il NLP Master Practitioner, NLP
Business e corporate Coaching, il NLPBA (Neuro Linguistic
Programming Business Application), Outdoor Trainer OWLS
(Outdoor Wilderness Leadership School’s) ed ha studiato e
approfondito, inoltre, argomenti relativi allo sviluppo delle skills
comportamentali e manageriali.
Ha svolto attività professionale nel mondo aziendale con ruolo di
Formatore, Training Manager e Responsabile di Progetti Formativi.
Collabora con diverse Università italiane ed estere, è Vice
Presidente dell’AIF Associazione Italiana Formatori - (Consiglio
Direttivo Lazio) e Responsabile Nazionale del Settore Coaching ed
è Presidente del Chapter Italia di IAC (International Association of
Coaching).
Appassionato di filosofie orientali, ha approfondito tali studi in India
e Tibet, in particolare su tecniche di meditazione, rilassamento
profondo e respirazione yoga, dalle quali ha ideato ed applicato in
diversi ambiti (business, medico e sportivo), il Mind Training,
metodologia per lo sviluppo delle potenzialità della Persona.
Negli ultimi anni si è dedicato in modo particolare allo sviluppo di
progetti di formazione esperienziale e metodologie formative
innovative, legate al mondo del Web 2.0
Riferimenti:
Cell: 392.05.03.527
Alessandro Almonti Mail: alessandro.almonti@gmail.com