SlideShare une entreprise Scribd logo
1  sur  19
Basilica di
Sant’Ambrogio
  Un lavoro di:
    Un lavoro di:
Alex Vanni Grifalconi
 Andrea Provenzano
    Luca Gentile
Menù
Prima pagina              Virtual Tour


La storia                 Prima pagina


La struttura originaria

Il presbiterio

Portico del Bramante


Affreschi medioevali

Cappella della natività
La storia
     È una delle chiese più antiche di
     Milano e storicamente uno fra gli
     edifici medioevali più notevoli
     della Lombardia. Iniziata nel
     379, fu costruita in piccole
     proporzioni a tre navate senza
     transetto. Nel 386 fu consacrata
     da Sant'Ambrogio il quale, alla
     sua morte avvenuta nel 397, vi fu
     sepolto vicino ai corpi di San
     Gervasio e San Protasio. Nel 789
     accanto alla chiesa fu costruito il
     monastero dei Monaci
     Benedettini e nel IX secolo fu
     eretto il campanile di destra,
     molto semplice, detto dei monaci.
     Le absidi e il presbiterio furono
     costruiti nel X secolo mentre nel
     XII secolo furono costruite le
     navate, il tiburio, l'atrio e il
     campanile di sinistra detto dei
     Canonici, di stile Romanico-
     Lombardo,
spartito da lesene e cornici di
archetti pensili (fu completato nel
1889 con la costruzione della loggia
trifora)..
Alla fine del XV secolo il cardinale
Ascanio Sforza incaricò il Bramante
di costruire i chiostri e il portico
della Canonica. Nei secoli seguenti
avvennero altri mutamenti, ma nel
1857 l'arciduca Massimiliano
d'Austria ordinò di riportare la
basilica alla primitiva semplicità,
dopo le deturpazioni avvenute
nell'epoca barocca, facendole
assumere l'aspetto attuale.
Danneggiata dai bombardamenti del
1943, venne ripristinata
dall'architetto Ferdinando Reggiori.
L'atrio a portico rettangolare che
precede la chiesa sostituisce quello
originario ispirato dall'arcivescovo
Ansperto il quale resse la chiesa
milanese dall'868 all'881.
Fu modificato nelle forme attuali nella prima metà
del XII secolo. I capitelli dei pilastri del robusto
porticato sono adorni di decorazioni vegetali, animali
simbolici e figure mostruose. Ai muri, sotto il portico
che cinge su tre lati e si chiude nel fondo alla
facciata della chiesa, sono allineate lapidi tombali,
bassorilievi e il sarcofago dell'arcivescovo Ansperto.
La facciata, fiancheggiata dai due campanili, è
composta di due logge sovrapposte delle quali quella
superiore ha cinque arcate degradanti e in basso è il
nartece ove si aprono i tre portali. I due portali
laterali, con possenti architravi, recano
raffigurazioni tratte dai bestiari medioevali; il
mediano è fiancheggiato da colonnine con architrave.
Le originarie imposte lignee intagliate con Scene
della vita di David e Saul risalgono al IV e VII
secolo, ma furono quasi completamente rifatte nel
XVIII secolo; i frammenti sono conservati nel
Museo della basilica I due battenti di bronzo sono
dell'XI-XII secolo. A sinistra del portale, marmoreo
Sepolcro di Pier Candido Decembrio umanista (m.
1477), opera diTommaso Cazzaniga.
La struttura originaria
         La Basilica Martyrum fu fondata nell'ambito del
         cimitero ad Martyres non lontano da porta Vercellina
         e, secondo le intenzioni di Ambrogio, avrebbe dovuto
         accogliere le sue spoglie. Sappiamo da una sua lettera
         alla sorella Marcellina che la folla gli impose di
         consacrare la chiesa con la presenza di reliquie: fu
         così che i resti dei santi Gervasio e Protasio,
         rinvenuti miracolosamente poco dopo presso la
         basilica dei santi Nabore e Felice, furono deposti
         sotto l'altare nel 386. Dopo i secolari rifacimenti
         poco è sopravvissuto in alzato delle murature
         originarie ed è di conseguenza impossibile restituire
         un'immagine particolareggiata dell'edificio
         paleocristiano. L'edificio avrebbe avuto un impianto a
         tre navate: una maggiore conclusa da un abside,
         affiancata da due navate minori.
Il rinvenimento nel secolo scorso delle fondazioni,
     distribuite sui due lati, di quattordici colonne
   complessivamente, ha consentito di proporre una
    ricostruzione in base alla quale le navate erano
separate da due file di tredici colonne per lato, sulle
        quali si impostavano quattordici archi, in
corrispondenza dei quali si aprivano plausibilmente le
   finestre sia della navata centrale (più alta) sia di
 quelle laterali. La navata maggiore si concludeva con
   un arco di trionfo impostato su due semicolonne.
L'abside della primitiva basilica è stata riproposta in
pianta dalla critica con andamento ad arco ribassato,
 ridotta quindi rispetto all'attuale sistemazione. Per
quanto riguarda il sistema di coperture si è in genere
   concordi nell'immaginare una capriata lignea a un
  unico spiovente per le navate laterali più basse e a
   doppio spiovente per la navata centrale più alta.
Il presbiterio
        Grande interesse è stato rivolto durante gli 
          scavi ottocenteschi all'area presbiteriale, 
          dove Ambrogio aveva deposto le reliquie 
          dei santi Gervaso e Protaso e predisposto 
            la propria sepoltura. Nonostante nelle 
         successive fasi sia cambiato l'intero assetto 
            del presbiterio e del coro e occultato il 
             livello pavimentale originario, è stato 
          possibile ricostruire le successive fasi di 
              sistemazione delle tombe: in origine 
            deposti in due loculi paralleli, orientati 
           sull'asse est-ovest, al di sotto dell'altare, 
         protetto da un muretto di recinzione, i resti 
              di Ambrogio, Gervaso e Protaso, per 
             iniziativa di Angilberto II (824-859), 
         furono trasferiti in un sarcofago di porfido 
         collocato al di sopra dei due loculi in senso 
          nord-sud, sotto il celeberrimo altare d'oro 
                          di Vuolvino. 
La cripta medioevale, rifatta nel XVIII secolo, 
    ha definitivamente alterato la percezione 
    della zona presbiteriale. 
Dell'arredo paleocristiano interno sono 
    sopravvissuti una transenna marmorea con 
    chrismon, rinvenuta sul sarcofago 
    contenente Ambrogio, Gervasio e Protasio, 
    le colonne porfiretiche del ciborio, il 
    sarcofago nella navata centrale (detto di 
    Stilicone e reggente il pulpito) e il portale in 
    legno con storie di Davide dell'ingresso alla 
    basilica. 
Portico del Bramante
        L’elegante porticato in cotto che si apre
            all’esterno della Basilica, lungo il lato
            sinistro, doveva far parte della
            nuova canonica, progettata alla fine
            del XV secolo dal grande architetto
            Donato Bramante (1444-1514) per
            incarico del Duca di Milano Ludovico
            Maria Sforza, detto Il Moro.
         Il monumentale edificio, mai portato a
            termine, era destinato ai Canonici
            Regolari, la comunità religiosa che
            fin dal VII secolo condivideva le
            funzioni liturgiche della Basilica
            insieme ai Monaci, prima Benedettini
            e poi, dal 1497, Cistercensi. 
Questi risiedevano nel Monastero
    costruito alla destra della Chiesa
    Ambrosiana e i cui chiostri
    rinascimentali, oggi parte
    dell’Università Cattolica del
    Sacro Cuore, offrono anch’essi
    un’altra preziosa testimonianza
    dell’attività del Bramante a
    Milano.
L’attuale sistemazione del portico
    segnato al centro da un grande
    arco che fungeva da ingresso
    monumentale alla Basilica per il
    Duca e la sua corte, è dovuta ai
    lavori di ricomposizione eseguiti
    dall’architetto Ferdinando
    Reggiori, tra il 1946 e il 1949,
    dopo i danni causati dai
    bombardamenti della Seconda
    Guerra Mondiale.
Affreschi medioevali
           La parte absidale, unica zona
              superstite della fase alto
              medioevale della Basilica,
              conserva traccia della
              decorazione pittorica più
              antica, realizzata a partire
              dalla II metà del X secolo.
           Sul sottarco che introduce alla
              navata sinistra, due tondi con i
              busti di un Santo Vescovo e di
              un giovane Santo (X secolo).
              La composizione, di grande
              eleganza, nella quale si
              alternano personaggi e motivi
              geometrici e vegetali stilizzati,
              riflette il gusto proprio dell’arte
              di età ottoniana.
           Nel sottarco del presbiterio resta,
              invece, un frammento con
              scena di pesca e animali
              fantastici databile al XIII
              secolo.
Cappella della natività
        Di fondazione tardo quattrocentesca,
            anticamente dedicata al Salvatore e più tardi
            a San Gerolamo e alla Natività, aveva come
            pala d’altare l’Adorazione dei pastori di
            Camillo Mandriani, detto il Duchino (1562
            circa – 1618), attualmente conservata nella
            Sala Capitolare. Ho partecipato l’11 novembre
            2005 sera alla visita guidata sui temi della
            Natività in Basilica, che abbiamo organizzato
            come Commissione Cultura e che ha avuto la
            sponsorizzazione della Banca San Paolo IMI.
        Il percorso è stato fatto seguendo un criterio
            cronologico di opere dal IV secolo al XVII
            secolo: dall’altare d’oro al sarcofago di
            Silicone, alle opere della navata di destra
            (detta dei monaci) per finire nella Sala
            Capitolare ad ammirare la natività di Camillo
            Mandriano detto il Duchino.
        Dalla    competenza       e   dall'entusiasmo    del
            prof.Andrea Spiriti ho riportato un vero
            godimento spirituale oltre che estetico.
        Non avrei mai supposto che le opere d'arte che la
            nostra Basilica propone ai visitatori che non si
            fermino al primo colpo d'occhio potessero
            essere così ricche di suggestioni anche nei
            particolari che sfuggono anche a chi vi si reca
            quotidianamente. 
Seguendo l'itinerario, dall'altare d'oro al sarcofago di Stilicone, ai vari affreschi e
    tavole pensavo che è pur vero che, al di là dell'appagamento visivo c'è un
    invito alla contemplazione dei misteri di Cristo. Non per niente queste opere di
    pittori, scultori, incisori, che arricchiscono le nostre cattedrali venivano definite
    "Bibbia dei poveri".
Il tema della natività del Signore è presente in numerose opere della nostra
    Basilica e anche questa è stata una scoperta. Il prof. Spiriti ce le ha fatte
    gustare in tutti i minimi particolari, illustrandoci i vari simbolismi, in un
    excursus nei vari episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento.
Chi avrebbe pensato che il Gesù Bambino raffigurato nel sarcofago di Stilicone, in
    uno dei primi presepi, conosciuti potesse, con quelle fasce nelle quali è avvolto,
    richiamare le bende lasciate nel sepolcro dopo la Resurrezione e che l'asino e il
    bue più che scaldare,nel loro atteggiamento adorassero il Bambino; che la
    mela offerta al Bambino nella natività di Gaudenzio Ferrari riportasse alla colpa
    originale e, ancora, che l’ agnello .sgozzato che un pastore reca al presepio
    raffigurato del quadro del. Duchino facesse pensare all'Agnello immolato,
    ma,trionfatore dell'Apocalisse: E poi l'acqua, il ponte, le torri della pala del
    Figino e molte altre allegorie presenti nelle opere, e tipiche delle varie. epoche,
    non sono messe lì a caso, ma hanno avuto un senso ben preciso nella mente
    dell'artista che non voleva solo soddisfare l’occhio ma anche parlare al cuore.
Dal resto sappiamo che le icone dipinte, dai
   monaci orientali erano iniziate e portate a
   compimento dopo lungo tempo passato
   in preghiera.
Queste righe vogliono essere semplici
   impressioni a caldo, raccolte anche dalle
   molte persone intervenute, che sono
   rimaste     entusiaste    dell'iniziativa   e
   aspettano le altre quattro visite, su
   altrettanti   capolavori,    che     saranno
   organizzate a partire dal prossimo
   gennaio.
Un’altra     considerazione       mi      veniva
   spontanea: che il successo di questo
   momento culturale, che abbiamo dovuto
   ripetere la sera del 18 novembre, per
   sopperire alle molte richieste che ci sono
   pervenute, mi rende ottimista: sono
   ancora tante le persone che aspirano a
   qualcosa di più alto delle banalità che la
   vita quotidiana ci propina in abbondanza
   e che, come diceva Dostoevsky, “la
   bellezza salverà il mondo”.
Mosaico absidale
   Al centro, su un fondo di tessere d’oro, è il Cristo
       pantokrator assiso su un grande trono gemmato.
       Ai suoi lati sono i martiri Gervasio e Protasio sui
       quali planano in volo gli arcangeli Michele e
       Gabriele recanti corone.
   Alla base del trono sono tre medaglioni con i busti
       dei santi Marcellina e Satiro, fratelli di Ambrogio
       e Candida. Ai lati del gruppo centrale due
       momenti narrativi, riquadrati da alte palme,
       raffigurano il miracolo dell’ubiquità di
       Sant’Ambrogio: mentre si addormenta dicendo
       Messa a Milano (a destra) contemporaneamente
       prende parte ai funerali di San Martino a Tours
       (a sinistra). Il grande sontuoso mosaico che
       riveste il catino absidale, così come appare oggi,
       è il risultato di numerosi interventi di restauro,
       primo tra tutti quello ottocentesco che ha
       comportato diversi rifacimenti e l’asportazione di
       alcune parti originali conservate ora in collezioni
       pubbliche. Gravemente danneggiato durante la
       II Guerra Mondiale, fu reintegrato nel
       dopoguerra e di nuovo restaurato nel 1997, in
       occasione del XVI centenario della morte di
       Ambrogio. 
I diversi rimaneggiamenti rendono molto difficile una precisa collocazione
    cronologica e stilistica dell’opera che si presenta tuttavia come un
    unicum, sola testimonianza superstite di questa tecnica della
    Lombardia Medioevale. Mentre il gruppo centrale del Cristo rivela una
    matrice tardo bizantina ed è databile agli inizi del Duecento, alla fine
    quindi dei grandi lavori di ricostruzione della Basilica in forme
    romaniche e dopo il grave dissesto del 1196, gli episodi laterali
    potrebbero addirittura essere sopravvivenza di età carolingia (prima
    metà del IX secolo) anche per la scelta iconografica che, come
    nell’altare d’oro di Volvino, tende a sottolineare il legame tra
    Sant’Ambrogio e San Martino, entrambi grandi oppositori dell’eresia
    ariana.
La decorazione interna dell’abside era completata nel Medioevo da
    preziose lastre ad intarsi marmorei e paste vitree raffiguranti i dodici
    agnelli (di cui si conservano alcuni frammenti) sormontate
    dall’affresco, tra le finestre, con i diciotto vescovi suffraganei di
    Milano.
Virtual Tour
Fine

Contenu connexe

Tendances

La cupola di S. Maria del Fiore del Brunelleschi
La cupola di S. Maria del Fiore del BrunelleschiLa cupola di S. Maria del Fiore del Brunelleschi
La cupola di S. Maria del Fiore del BrunelleschiClaudia Sacchi
 
La Riforma Protestante e la Controriforma
La Riforma Protestante e la ControriformaLa Riforma Protestante e la Controriforma
La Riforma Protestante e la Controriformaclasse3Achiavari
 
Pisa (rinaldi, anelli, alsini)corretto
Pisa (rinaldi, anelli, alsini)correttoPisa (rinaldi, anelli, alsini)corretto
Pisa (rinaldi, anelli, alsini)correttoalessandra cocchi
 
Riforma Protestante
Riforma ProtestanteRiforma Protestante
Riforma Protestantemiglius
 

Tendances (20)

Stile Gotico
Stile GoticoStile Gotico
Stile Gotico
 
Filippo Brunelleschi
Filippo BrunelleschiFilippo Brunelleschi
Filippo Brunelleschi
 
26. Architettura gotica - Caratteri generali
26. Architettura gotica - Caratteri generali26. Architettura gotica - Caratteri generali
26. Architettura gotica - Caratteri generali
 
10 arte gotica
10 arte gotica10 arte gotica
10 arte gotica
 
La cupola di S. Maria del Fiore del Brunelleschi
La cupola di S. Maria del Fiore del BrunelleschiLa cupola di S. Maria del Fiore del Brunelleschi
La cupola di S. Maria del Fiore del Brunelleschi
 
25. Architettura Romanica
25. Architettura Romanica25. Architettura Romanica
25. Architettura Romanica
 
Arte etrusca
Arte etrusca Arte etrusca
Arte etrusca
 
27. Architettura Gotica in Francia, Inghilterra e Italia
27. Architettura Gotica in Francia, Inghilterra e Italia27. Architettura Gotica in Francia, Inghilterra e Italia
27. Architettura Gotica in Francia, Inghilterra e Italia
 
La Riforma Protestante e la Controriforma
La Riforma Protestante e la ControriformaLa Riforma Protestante e la Controriforma
La Riforma Protestante e la Controriforma
 
Pisa (rinaldi, anelli, alsini)corretto
Pisa (rinaldi, anelli, alsini)correttoPisa (rinaldi, anelli, alsini)corretto
Pisa (rinaldi, anelli, alsini)corretto
 
Donatello
DonatelloDonatello
Donatello
 
Leon Battista Alberti
Leon Battista AlbertiLeon Battista Alberti
Leon Battista Alberti
 
Masaccio
MasaccioMasaccio
Masaccio
 
La poesia
La poesiaLa poesia
La poesia
 
LA MUSICA NEL MEDIOEVO
LA MUSICA NEL MEDIOEVOLA MUSICA NEL MEDIOEVO
LA MUSICA NEL MEDIOEVO
 
Riforma Protestante
Riforma ProtestanteRiforma Protestante
Riforma Protestante
 
Il Rinascimento
Il RinascimentoIl Rinascimento
Il Rinascimento
 
San Francesco D'Assisi
San Francesco D'AssisiSan Francesco D'Assisi
San Francesco D'Assisi
 
La Poesia Religiosa
La Poesia ReligiosaLa Poesia Religiosa
La Poesia Religiosa
 
Rinascimento
RinascimentoRinascimento
Rinascimento
 

En vedette

Geostoria dall impero romano a federico ii
Geostoria dall impero romano a federico iiGeostoria dall impero romano a federico ii
Geostoria dall impero romano a federico iiMaria pia Dell'Erba
 
Longobardi
LongobardiLongobardi
Longobardifarroni
 
I Longobardi
I LongobardiI Longobardi
I LongobardiC. B.
 
I Longobardi-Oreficeria, donne, alimentazione-by Lucia Gangale
I Longobardi-Oreficeria, donne, alimentazione-by Lucia GangaleI Longobardi-Oreficeria, donne, alimentazione-by Lucia Gangale
I Longobardi-Oreficeria, donne, alimentazione-by Lucia Gangalereportages1
 
Chiesa di San Michele
Chiesa di San MicheleChiesa di San Michele
Chiesa di San Michelewebicferno
 
Corso zanichelli arte longobartda in italia
Corso zanichelli arte longobartda in italiaCorso zanichelli arte longobartda in italia
Corso zanichelli arte longobartda in italiaFrancescaTolaini
 

En vedette (10)

I longobardi
I longobardiI longobardi
I longobardi
 
Geostoria dall impero romano a federico ii
Geostoria dall impero romano a federico iiGeostoria dall impero romano a federico ii
Geostoria dall impero romano a federico ii
 
Longobardi
LongobardiLongobardi
Longobardi
 
I Longobardi
I LongobardiI Longobardi
I Longobardi
 
Longobardi
LongobardiLongobardi
Longobardi
 
Figura umana nell'arte
Figura umana nell'arteFigura umana nell'arte
Figura umana nell'arte
 
I Longobardi-Oreficeria, donne, alimentazione-by Lucia Gangale
I Longobardi-Oreficeria, donne, alimentazione-by Lucia GangaleI Longobardi-Oreficeria, donne, alimentazione-by Lucia Gangale
I Longobardi-Oreficeria, donne, alimentazione-by Lucia Gangale
 
Longobardi
LongobardiLongobardi
Longobardi
 
Chiesa di San Michele
Chiesa di San MicheleChiesa di San Michele
Chiesa di San Michele
 
Corso zanichelli arte longobartda in italia
Corso zanichelli arte longobartda in italiaCorso zanichelli arte longobartda in italia
Corso zanichelli arte longobartda in italia
 

Similaire à Basilica di Sant'Ambrogio

Il duomo di amalfi esterni e cripta
Il duomo di amalfi esterni e criptaIl duomo di amalfi esterni e cripta
Il duomo di amalfi esterni e criptaMy own sweet home
 
Progetto Trinacria
Progetto TrinacriaProgetto Trinacria
Progetto Trinacriapgava
 
Gita in umbria
Gita in umbriaGita in umbria
Gita in umbriagirovago
 
visita a Castel S'Angelo e San Pietro
visita a Castel S'Angelo e San Pietrovisita a Castel S'Angelo e San Pietro
visita a Castel S'Angelo e San Pietrofms
 
Mappa Degli Insediamenti.Ppt
Mappa Degli Insediamenti.PptMappa Degli Insediamenti.Ppt
Mappa Degli Insediamenti.Pptviviana berardi
 
Sergio Rebora, "L'oratorio di San Lorenzo a Cantalupo. Note artistiche"
Sergio Rebora, "L'oratorio di San Lorenzo a Cantalupo. Note artistiche"Sergio Rebora, "L'oratorio di San Lorenzo a Cantalupo. Note artistiche"
Sergio Rebora, "L'oratorio di San Lorenzo a Cantalupo. Note artistiche"officinadellostorico
 
Il duomo di amalfi il chiostro e il tesoro
Il duomo di amalfi il chiostro e il tesoroIl duomo di amalfi il chiostro e il tesoro
Il duomo di amalfi il chiostro e il tesoroMy own sweet home
 
C:\Fakepath\Monastero Dei Benedettini
C:\Fakepath\Monastero Dei BenedettiniC:\Fakepath\Monastero Dei Benedettini
C:\Fakepath\Monastero Dei Benedettinisalvo94
 
Gita in umbria
Gita in umbriaGita in umbria
Gita in umbriagirovago
 
S. maria
S. mariaS. maria
S. mariaktema52
 
Basilica di s . biagio a maratea
Basilica di s . biagio a marateaBasilica di s . biagio a maratea
Basilica di s . biagio a marateaMy own sweet home
 
Gita in umbria
Gita in umbriaGita in umbria
Gita in umbriagirovago
 
Gita pisa fusai cappietti
Gita pisa fusai cappiettiGita pisa fusai cappietti
Gita pisa fusai cappiettiIC_Civitella
 

Similaire à Basilica di Sant'Ambrogio (20)

Il duomo di amalfi esterni e cripta
Il duomo di amalfi esterni e criptaIl duomo di amalfi esterni e cripta
Il duomo di amalfi esterni e cripta
 
Santa Felicita
Santa FelicitaSanta Felicita
Santa Felicita
 
Il duomo di amalfi interni
Il duomo di amalfi interniIl duomo di amalfi interni
Il duomo di amalfi interni
 
Progetto Trinacria
Progetto TrinacriaProgetto Trinacria
Progetto Trinacria
 
Gita in umbria
Gita in umbriaGita in umbria
Gita in umbria
 
visita a Castel S'Angelo e San Pietro
visita a Castel S'Angelo e San Pietrovisita a Castel S'Angelo e San Pietro
visita a Castel S'Angelo e San Pietro
 
Mappa Degli Insediamenti.Ppt
Mappa Degli Insediamenti.PptMappa Degli Insediamenti.Ppt
Mappa Degli Insediamenti.Ppt
 
Piazza San Marco
Piazza San MarcoPiazza San Marco
Piazza San Marco
 
Sergio Rebora, "L'oratorio di San Lorenzo a Cantalupo. Note artistiche"
Sergio Rebora, "L'oratorio di San Lorenzo a Cantalupo. Note artistiche"Sergio Rebora, "L'oratorio di San Lorenzo a Cantalupo. Note artistiche"
Sergio Rebora, "L'oratorio di San Lorenzo a Cantalupo. Note artistiche"
 
Il duomo di amalfi il chiostro e il tesoro
Il duomo di amalfi il chiostro e il tesoroIl duomo di amalfi il chiostro e il tesoro
Il duomo di amalfi il chiostro e il tesoro
 
C:\Fakepath\Monastero Dei Benedettini
C:\Fakepath\Monastero Dei BenedettiniC:\Fakepath\Monastero Dei Benedettini
C:\Fakepath\Monastero Dei Benedettini
 
Archeologia17 10-11
Archeologia17 10-11Archeologia17 10-11
Archeologia17 10-11
 
Chiesa di s. marta a napoli
Chiesa di s. marta a napoliChiesa di s. marta a napoli
Chiesa di s. marta a napoli
 
Gita in umbria
Gita in umbriaGita in umbria
Gita in umbria
 
S. maria
S. mariaS. maria
S. maria
 
Noto
NotoNoto
Noto
 
Basilica di s . biagio a maratea
Basilica di s . biagio a marateaBasilica di s . biagio a maratea
Basilica di s . biagio a maratea
 
Umbria
UmbriaUmbria
Umbria
 
Gita in umbria
Gita in umbriaGita in umbria
Gita in umbria
 
Gita pisa fusai cappietti
Gita pisa fusai cappiettiGita pisa fusai cappietti
Gita pisa fusai cappietti
 

Plus de Liceo Scientifico Charles Darwin (20)

Metafisica
MetafisicaMetafisica
Metafisica
 
L'età di Pericle e di Fidia
L'età di Pericle e di FidiaL'età di Pericle e di Fidia
L'età di Pericle e di Fidia
 
Silvestro Lega
Silvestro LegaSilvestro Lega
Silvestro Lega
 
Grecia Classica
Grecia ClassicaGrecia Classica
Grecia Classica
 
Giulio Romano
Giulio RomanoGiulio Romano
Giulio Romano
 
Giorgio De Chirico
Giorgio De ChiricoGiorgio De Chirico
Giorgio De Chirico
 
Marc Chagall
Marc ChagallMarc Chagall
Marc Chagall
 
Barocco
BaroccoBarocco
Barocco
 
Architettura Fascista
Architettura FascistaArchitettura Fascista
Architettura Fascista
 
Architettura del Ferro
Architettura del FerroArchitettura del Ferro
Architettura del Ferro
 
Altri Impressionisti
Altri ImpressionistiAltri Impressionisti
Altri Impressionisti
 
Viollet le-Duc
Viollet le-DucViollet le-Duc
Viollet le-Duc
 
Oscar-Claude Monet
Oscar-Claude MonetOscar-Claude Monet
Oscar-Claude Monet
 
Paul Gauguin
Paul GauguinPaul Gauguin
Paul Gauguin
 
Edgar Degas
Edgar DegasEdgar Degas
Edgar Degas
 
Georges-Pierre Seurat
Georges-Pierre SeuratGeorges-Pierre Seurat
Georges-Pierre Seurat
 
Architettura Fascista
Architettura FascistaArchitettura Fascista
Architettura Fascista
 
Modigliani
ModiglianiModigliani
Modigliani
 
Metafisica
MetafisicaMetafisica
Metafisica
 
De Chirico
De ChiricoDe Chirico
De Chirico
 

Basilica di Sant'Ambrogio

  • 1. Basilica di Sant’Ambrogio Un lavoro di: Un lavoro di: Alex Vanni Grifalconi Andrea Provenzano Luca Gentile
  • 2. Menù Prima pagina Virtual Tour La storia Prima pagina La struttura originaria Il presbiterio Portico del Bramante Affreschi medioevali Cappella della natività
  • 3. La storia È una delle chiese più antiche di Milano e storicamente uno fra gli edifici medioevali più notevoli della Lombardia. Iniziata nel 379, fu costruita in piccole proporzioni a tre navate senza transetto. Nel 386 fu consacrata da Sant'Ambrogio il quale, alla sua morte avvenuta nel 397, vi fu sepolto vicino ai corpi di San Gervasio e San Protasio. Nel 789 accanto alla chiesa fu costruito il monastero dei Monaci Benedettini e nel IX secolo fu eretto il campanile di destra, molto semplice, detto dei monaci. Le absidi e il presbiterio furono costruiti nel X secolo mentre nel XII secolo furono costruite le navate, il tiburio, l'atrio e il campanile di sinistra detto dei Canonici, di stile Romanico- Lombardo,
  • 4. spartito da lesene e cornici di archetti pensili (fu completato nel 1889 con la costruzione della loggia trifora).. Alla fine del XV secolo il cardinale Ascanio Sforza incaricò il Bramante di costruire i chiostri e il portico della Canonica. Nei secoli seguenti avvennero altri mutamenti, ma nel 1857 l'arciduca Massimiliano d'Austria ordinò di riportare la basilica alla primitiva semplicità, dopo le deturpazioni avvenute nell'epoca barocca, facendole assumere l'aspetto attuale. Danneggiata dai bombardamenti del 1943, venne ripristinata dall'architetto Ferdinando Reggiori. L'atrio a portico rettangolare che precede la chiesa sostituisce quello originario ispirato dall'arcivescovo Ansperto il quale resse la chiesa milanese dall'868 all'881.
  • 5. Fu modificato nelle forme attuali nella prima metà del XII secolo. I capitelli dei pilastri del robusto porticato sono adorni di decorazioni vegetali, animali simbolici e figure mostruose. Ai muri, sotto il portico che cinge su tre lati e si chiude nel fondo alla facciata della chiesa, sono allineate lapidi tombali, bassorilievi e il sarcofago dell'arcivescovo Ansperto. La facciata, fiancheggiata dai due campanili, è composta di due logge sovrapposte delle quali quella superiore ha cinque arcate degradanti e in basso è il nartece ove si aprono i tre portali. I due portali laterali, con possenti architravi, recano raffigurazioni tratte dai bestiari medioevali; il mediano è fiancheggiato da colonnine con architrave. Le originarie imposte lignee intagliate con Scene della vita di David e Saul risalgono al IV e VII secolo, ma furono quasi completamente rifatte nel XVIII secolo; i frammenti sono conservati nel Museo della basilica I due battenti di bronzo sono dell'XI-XII secolo. A sinistra del portale, marmoreo Sepolcro di Pier Candido Decembrio umanista (m. 1477), opera diTommaso Cazzaniga.
  • 6. La struttura originaria La Basilica Martyrum fu fondata nell'ambito del cimitero ad Martyres non lontano da porta Vercellina e, secondo le intenzioni di Ambrogio, avrebbe dovuto accogliere le sue spoglie. Sappiamo da una sua lettera alla sorella Marcellina che la folla gli impose di consacrare la chiesa con la presenza di reliquie: fu così che i resti dei santi Gervasio e Protasio, rinvenuti miracolosamente poco dopo presso la basilica dei santi Nabore e Felice, furono deposti sotto l'altare nel 386. Dopo i secolari rifacimenti poco è sopravvissuto in alzato delle murature originarie ed è di conseguenza impossibile restituire un'immagine particolareggiata dell'edificio paleocristiano. L'edificio avrebbe avuto un impianto a tre navate: una maggiore conclusa da un abside, affiancata da due navate minori.
  • 7. Il rinvenimento nel secolo scorso delle fondazioni, distribuite sui due lati, di quattordici colonne complessivamente, ha consentito di proporre una ricostruzione in base alla quale le navate erano separate da due file di tredici colonne per lato, sulle quali si impostavano quattordici archi, in corrispondenza dei quali si aprivano plausibilmente le finestre sia della navata centrale (più alta) sia di quelle laterali. La navata maggiore si concludeva con un arco di trionfo impostato su due semicolonne. L'abside della primitiva basilica è stata riproposta in pianta dalla critica con andamento ad arco ribassato, ridotta quindi rispetto all'attuale sistemazione. Per quanto riguarda il sistema di coperture si è in genere concordi nell'immaginare una capriata lignea a un unico spiovente per le navate laterali più basse e a doppio spiovente per la navata centrale più alta.
  • 8. Il presbiterio  Grande interesse è stato rivolto durante gli  scavi ottocenteschi all'area presbiteriale,  dove Ambrogio aveva deposto le reliquie  dei santi Gervaso e Protaso e predisposto  la propria sepoltura. Nonostante nelle  successive fasi sia cambiato l'intero assetto  del presbiterio e del coro e occultato il  livello pavimentale originario, è stato  possibile ricostruire le successive fasi di  sistemazione delle tombe: in origine  deposti in due loculi paralleli, orientati  sull'asse est-ovest, al di sotto dell'altare,  protetto da un muretto di recinzione, i resti  di Ambrogio, Gervaso e Protaso, per  iniziativa di Angilberto II (824-859),  furono trasferiti in un sarcofago di porfido  collocato al di sopra dei due loculi in senso  nord-sud, sotto il celeberrimo altare d'oro  di Vuolvino. 
  • 9. La cripta medioevale, rifatta nel XVIII secolo,  ha definitivamente alterato la percezione  della zona presbiteriale.  Dell'arredo paleocristiano interno sono  sopravvissuti una transenna marmorea con  chrismon, rinvenuta sul sarcofago  contenente Ambrogio, Gervasio e Protasio,  le colonne porfiretiche del ciborio, il  sarcofago nella navata centrale (detto di  Stilicone e reggente il pulpito) e il portale in  legno con storie di Davide dell'ingresso alla  basilica. 
  • 10. Portico del Bramante L’elegante porticato in cotto che si apre all’esterno della Basilica, lungo il lato sinistro, doveva far parte della nuova canonica, progettata alla fine del XV secolo dal grande architetto Donato Bramante (1444-1514) per incarico del Duca di Milano Ludovico Maria Sforza, detto Il Moro.  Il monumentale edificio, mai portato a termine, era destinato ai Canonici Regolari, la comunità religiosa che fin dal VII secolo condivideva le funzioni liturgiche della Basilica insieme ai Monaci, prima Benedettini e poi, dal 1497, Cistercensi. 
  • 11. Questi risiedevano nel Monastero costruito alla destra della Chiesa Ambrosiana e i cui chiostri rinascimentali, oggi parte dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, offrono anch’essi un’altra preziosa testimonianza dell’attività del Bramante a Milano. L’attuale sistemazione del portico segnato al centro da un grande arco che fungeva da ingresso monumentale alla Basilica per il Duca e la sua corte, è dovuta ai lavori di ricomposizione eseguiti dall’architetto Ferdinando Reggiori, tra il 1946 e il 1949, dopo i danni causati dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
  • 12. Affreschi medioevali La parte absidale, unica zona superstite della fase alto medioevale della Basilica, conserva traccia della decorazione pittorica più antica, realizzata a partire dalla II metà del X secolo. Sul sottarco che introduce alla navata sinistra, due tondi con i busti di un Santo Vescovo e di un giovane Santo (X secolo). La composizione, di grande eleganza, nella quale si alternano personaggi e motivi geometrici e vegetali stilizzati, riflette il gusto proprio dell’arte di età ottoniana. Nel sottarco del presbiterio resta, invece, un frammento con scena di pesca e animali fantastici databile al XIII secolo.
  • 13. Cappella della natività Di fondazione tardo quattrocentesca, anticamente dedicata al Salvatore e più tardi a San Gerolamo e alla Natività, aveva come pala d’altare l’Adorazione dei pastori di Camillo Mandriani, detto il Duchino (1562 circa – 1618), attualmente conservata nella Sala Capitolare. Ho partecipato l’11 novembre 2005 sera alla visita guidata sui temi della Natività in Basilica, che abbiamo organizzato come Commissione Cultura e che ha avuto la sponsorizzazione della Banca San Paolo IMI. Il percorso è stato fatto seguendo un criterio cronologico di opere dal IV secolo al XVII secolo: dall’altare d’oro al sarcofago di Silicone, alle opere della navata di destra (detta dei monaci) per finire nella Sala Capitolare ad ammirare la natività di Camillo Mandriano detto il Duchino. Dalla competenza e dall'entusiasmo del prof.Andrea Spiriti ho riportato un vero godimento spirituale oltre che estetico. Non avrei mai supposto che le opere d'arte che la nostra Basilica propone ai visitatori che non si fermino al primo colpo d'occhio potessero essere così ricche di suggestioni anche nei particolari che sfuggono anche a chi vi si reca quotidianamente. 
  • 14. Seguendo l'itinerario, dall'altare d'oro al sarcofago di Stilicone, ai vari affreschi e tavole pensavo che è pur vero che, al di là dell'appagamento visivo c'è un invito alla contemplazione dei misteri di Cristo. Non per niente queste opere di pittori, scultori, incisori, che arricchiscono le nostre cattedrali venivano definite "Bibbia dei poveri". Il tema della natività del Signore è presente in numerose opere della nostra Basilica e anche questa è stata una scoperta. Il prof. Spiriti ce le ha fatte gustare in tutti i minimi particolari, illustrandoci i vari simbolismi, in un excursus nei vari episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento. Chi avrebbe pensato che il Gesù Bambino raffigurato nel sarcofago di Stilicone, in uno dei primi presepi, conosciuti potesse, con quelle fasce nelle quali è avvolto, richiamare le bende lasciate nel sepolcro dopo la Resurrezione e che l'asino e il bue più che scaldare,nel loro atteggiamento adorassero il Bambino; che la mela offerta al Bambino nella natività di Gaudenzio Ferrari riportasse alla colpa originale e, ancora, che l’ agnello .sgozzato che un pastore reca al presepio raffigurato del quadro del. Duchino facesse pensare all'Agnello immolato, ma,trionfatore dell'Apocalisse: E poi l'acqua, il ponte, le torri della pala del Figino e molte altre allegorie presenti nelle opere, e tipiche delle varie. epoche, non sono messe lì a caso, ma hanno avuto un senso ben preciso nella mente dell'artista che non voleva solo soddisfare l’occhio ma anche parlare al cuore.
  • 15. Dal resto sappiamo che le icone dipinte, dai monaci orientali erano iniziate e portate a compimento dopo lungo tempo passato in preghiera. Queste righe vogliono essere semplici impressioni a caldo, raccolte anche dalle molte persone intervenute, che sono rimaste entusiaste dell'iniziativa e aspettano le altre quattro visite, su altrettanti capolavori, che saranno organizzate a partire dal prossimo gennaio. Un’altra considerazione mi veniva spontanea: che il successo di questo momento culturale, che abbiamo dovuto ripetere la sera del 18 novembre, per sopperire alle molte richieste che ci sono pervenute, mi rende ottimista: sono ancora tante le persone che aspirano a qualcosa di più alto delle banalità che la vita quotidiana ci propina in abbondanza e che, come diceva Dostoevsky, “la bellezza salverà il mondo”.
  • 16. Mosaico absidale Al centro, su un fondo di tessere d’oro, è il Cristo pantokrator assiso su un grande trono gemmato. Ai suoi lati sono i martiri Gervasio e Protasio sui quali planano in volo gli arcangeli Michele e Gabriele recanti corone. Alla base del trono sono tre medaglioni con i busti dei santi Marcellina e Satiro, fratelli di Ambrogio e Candida. Ai lati del gruppo centrale due momenti narrativi, riquadrati da alte palme, raffigurano il miracolo dell’ubiquità di Sant’Ambrogio: mentre si addormenta dicendo Messa a Milano (a destra) contemporaneamente prende parte ai funerali di San Martino a Tours (a sinistra). Il grande sontuoso mosaico che riveste il catino absidale, così come appare oggi, è il risultato di numerosi interventi di restauro, primo tra tutti quello ottocentesco che ha comportato diversi rifacimenti e l’asportazione di alcune parti originali conservate ora in collezioni pubbliche. Gravemente danneggiato durante la II Guerra Mondiale, fu reintegrato nel dopoguerra e di nuovo restaurato nel 1997, in occasione del XVI centenario della morte di Ambrogio. 
  • 17. I diversi rimaneggiamenti rendono molto difficile una precisa collocazione cronologica e stilistica dell’opera che si presenta tuttavia come un unicum, sola testimonianza superstite di questa tecnica della Lombardia Medioevale. Mentre il gruppo centrale del Cristo rivela una matrice tardo bizantina ed è databile agli inizi del Duecento, alla fine quindi dei grandi lavori di ricostruzione della Basilica in forme romaniche e dopo il grave dissesto del 1196, gli episodi laterali potrebbero addirittura essere sopravvivenza di età carolingia (prima metà del IX secolo) anche per la scelta iconografica che, come nell’altare d’oro di Volvino, tende a sottolineare il legame tra Sant’Ambrogio e San Martino, entrambi grandi oppositori dell’eresia ariana. La decorazione interna dell’abside era completata nel Medioevo da preziose lastre ad intarsi marmorei e paste vitree raffiguranti i dodici agnelli (di cui si conservano alcuni frammenti) sormontate dall’affresco, tra le finestre, con i diciotto vescovi suffraganei di Milano.
  • 19. Fine