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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BARI ALDO MORO
Corso di formazione: “Valore nutrizionale e salutistico di prodotti agroalimentari”
       Dipartimento di Scienze Biomediche ed Oncologia Umana (DIMO)




              DIETA MEDITERRANEA
                       &
                    SALUTE



   Dott. Michele Zonno
Salute come esito dell’interazione di tre ordini di fattori:
 Fattori biologici
     • Età
     • Sesso
     • Etnia
     • Familiarità
     • Predisposizione Genetica
 Fattori comportamentali
     • Alimentazione
     • Esercizio fisico
     • Tabagismo
     • Potus
 Fattori ambientali e sociali
     • Condizioni familiari
     • Istruzione
     • Reddito
     • Occupazione
     • Alloggi
     • Trasporti
     • Qualità dei servizi
Alimentazione e nutrizione


Alimentazione: processo di assunzione degli alimenti da parte
   dell’organismo che precede la nutrizione vera e propria. Alimentarsi
   significa introdurre cibo che deve essere poi assimilato dall’apparato
   digerente. L’alimentazione può essere valutata sotto un profilo
   quantitativo e/o qualitativo.

Nutrizione: processo fisiologico mediante il quale l’alimento, una volta
  introdotto nell’organismo, libera attraverso la sua trasformazione (o
  metabolismo), le proprie potenzialità (plastiche, energetiche,
  protettive), consentendo all’organismo di utilizzarle. Il livello di
  nutrizione dipende sia dai principi nutritivi assimilati, che dall’attività
  metabolica dell’organismo.
Fattori che incidono sull’alimentazione
Bioma: il contesto ambientale, sulla base delle specifiche caratteristiche
morfologiche e climatiche che lo caratterizzano, garantisce solo la
presenza di determinati prodotti e non di altri. In relazione alle abitudini
alimentari, il rapporto dell’uomo con l’ambiente si traduce quindi nei
termini della pura disponibilità.

Bisogni fisiologici: per poter sopravvivere e godere di un buono stato di
salute, ciascun individuo deve necessariamente soddisfare in modo
adeguato i propri bisogni fisiologici, fra i quali rientrano anche quelli
alimentari. Questi sono comuni per tutti.

Contesto culturale: pur essendo tutti gli uomini accomunati dalle
medesime esigenze nutrizionali, i modi per farvi fronte sono molteplici. Le
scelte alimentari, infatti, possono variare in relazione a vari aspetti:
conoscenze      medico-nutrizionali, tecniche      per   la   produzione-
conservazione degli alimenti, differenti modalità di preparazione, tabù
religiosi, ecc.
Classificazione degli alimenti INRAN

• Gruppo I: Carni, pesci, uova.

• Gruppo II: Latte e derivati.

• Gruppo III: Cereali e tuberi.

• Gruppo IV: Legumi.

• Gruppo V: Grassi da condimento.

• Gruppo VI: Frutta e ortaggi fonti di vitamina A.

• Gruppo VII: Frutta e ortaggi fonti di vitamina C.
Gruppo I                Proteine di elevata qualità, ferro
                      CARNI, PESCI, UOVA      e alcune vitamine del gruppo B.


ALIMENTI PLASTICI     Gruppo II               Calcio, proteine di elevata
                      LATTE E DERIVATI        qualità, alcune vitamine del
                                              gruppo B e vitamine liposolubili.

                      Gruppo IV               Proteine di media qualità, ferro,
                      LEGUMI                  alcune vitamine del gruppo B.




                      GRUPPO III              Carboidrati, proteine di scarsa
                      CEREALI E TUBERI        qualità, fibra se integrali, alcune
ALIMENTI ENERGETICI                           vitamine idrosolubili.

                      GRUPPO V                Grassi e acido linoleico.
                      GRASSI DA CONDIMENTO


                      GRUPPO VI               Provitamina A (carotene), altre
                      ORTAGGI E FRUTTA        vitamine, Sali minerali, fibra.
ALIMENTI PROTETTIVI   (fonti di vitamina A)


                      GRUPPO VII              Vitamina C e altre vitamine, Sali
                      ORTAGGI E FRUTTA        minerali, fibra.
                      (fonti di vitamina C)
I nutrienti

• Macronutrienti: sono quei principi nutritivi di cui
  l’organismo necessita in grandi quantità (grammi al
  giorno). Fra questi vi sono l’acqua, i glucidi, i lipidi e le
  proteine.


• Micronutrienti: sono quelle sostanze di cui il corpo
  umano necessita in quantità minime (milligrammi al
  giorno). Rientrano fra i micronutrienti le vitamine e i sali
  minerali.
Caratteristiche di una dieta corretta

Perché una dieta possa definirsi corretta essa deve essere:
• equilibrata: rispettare le proporzioni fra i principi nutritivi
  energetici (10-15% proteine, 55-60% carboidrati, 25-30%
  grassi);
• bilanciata: essere in grado di soddisfare il fabbisogno
  energetico individuale;
• adeguata: essere in grado di fornire tutti i nutrienti energetici
  e non energetici, l’acqua e le fibre alimentari.

La Dieta Mediterranea risponde in pieno ai precedenti requisiti e
  in più è ottimale, in quanto la varietà e la qualità degli
  alimenti che la caratterizzano permette di assumere tutti i
  principi nutritivi senza il ricorso ad integratori alimentari.
Patologie alimentari
Malnutrizioni da carenza
Sono classificate sulla base del deficit nutrizionale in:
• Selettiva;
• Energetica;
• Proteica;
• Energetico-proteica;
• Globale.

Malnutrizioni da eccesso
Sono caratterizzate da una diffusa ipernutrizione e sono causa di:
• Obesità;
• Diabete;
• Aterosclerosi;
• Ipertensione;
• Malattia coronarica ;
• Malattie cronico-degenerative (cancro);
• Carie ed erosione dentale.
Piramide alimentare della Dieta Mediterranea
Benefici di salute della Dieta Mediterranea
•   Previene il fenomeno dell’obesità.

•   Previene le malattie cardiovascolari (soprattutto l'infarto e l'ictus).

•   Riduce notevolmente il rischio d’insorgenza di alcuni tipi di tumore.

•   Preserva le funzioni cerebrali.

•   Previene il rischio del diabete mellito.

•   Previene l’infertilità e la disfunzione erettile.

•   Previene il rischio di sviluppare asme e allergie nei bambini le cui
    madri l’abbiano adottata in gravidanza.

•   Favorisce la longevità.

•   Aiuta lo sviluppo dei soggetti in fase di crescita.
Principali ricerche sulla Dieta Mediterranea

• The Rockefeller Foundation’s Study (1948-1953).
• Framingham (1949-in corso).
• Seven Countries Study (1952-1977).
• EurATOM (1963-1965).
• MRFIT (1973-1989).
• MONICA (1981-1994).
• China Cornell-Oxford Project (China Study) (1983-1990).
• Hi-Hon San Study (1960-1965).
• Okinawa Centenarian Study (1975-in corso).
• Progetto Cuore (1998- in corso).
Prove d’efficacia della Dieta Mediterranea

• Prove basate sulla somiglianza con i modelli proposti in
  tutto il mondo.

• Prove basate sulle caratteristiche del modello alimentare
  mediterraneo.

• Prove derivanti da ricerche epidemiologiche.

• Prove derivanti da studi di intervento.
Dieta ideale
Dieta attuale
Ripartizione ottimale dei carboidrati
Nel corso della giornata la quota dei carboidrati (o glucidi) assunti
dovrebbe essere così ripartita:

•70-80% CARBOIDRATI COMPLESSI. Sono presenti nei cereali, ma
anche nei prodotti ortofrutticoli e nei latticini. Sono composti da lunghe
catene di monosaccaridi tenute insieme da una serie di legami
glicosidici.

•20-30% CARBOIDRATI SEMPLICI. Sono presenti nello zucchero
(saccarosio), nei dolci, nelle bevande zuccherate, in parte dei cereali
raffinati, nella frutta, nei prodotti caseari. Fra i carboidrati semplici
rientrano quelli formati da una singola molecola, nel qual caso sono
definiti monosaccaridi (glucosio, fruttosio, galattosio) e quelli formati
dalla combinazione di 2 molecole, i disaccaridi (saccarosio = glucosio +
fruttosio).
Cereali integrali e cereali raffinati

Una delle fonti principali di carboidrati è costituita dai cereali.
Questi possono essere di due tipi:

•Cereali integrali: conservano l’intero patrimonio nutritivo del
chicco il quale è composto dalla crusca e dal germe (fonti di
fibre, vitamine e minerali) e dall’endosperma (fonte di amido e
proteine).

•Cereali raffinati: attraverso la macinazione e la raffinazione
subiscono l’asportazione del germe e della crusca, perdendo
così tutte le sostanze nutritive in essi contenute. Successivi
processi comportano poi l’arricchimento del prodotto iniziale con
l’aggiunta di sale, zucchero e grassi.
Chicco di cereale
La fibra alimentare

Con il termine “fibra alimentare” si indica un insieme di
carboidrati (cellulosa, pectina, lignina, ecc.) che, pur non
essendo digeribili, né possedendo proprietà nutrizionali,
svolgono una serie di funzioni essenziali per l’organismo, in
quanto riducono il senso della fame, modulano le attività
intestinali (prevenendo, fra l’altro patologie come la stipsi o
la diverticolosi), riducono l’assorbimento di sostanze come
il glucosio e i grassi.
Il consumo di fibra rappresenta pertanto un valido supporto
nella prevenzione di patologie quali i tumori, il diabete ed i
disturbi cardiovascolari.
La fibra alimentare

La fibra alimentare può essere di due tipi:

• Fibra solubile: presente nella frutta e nei legumi. Ha la
  capacità di assorbire l’acqua trasformandosi in una
  sostanza gelatinosa che da un senso di sazietà e
  contrasta l’assorbimento del colesterolo e degli zuccheri;

• Fibra idrosolubile: è costituita prevalentemente dalla
  cellulosa presente nei cereali integrali e negli ortaggi ed
  è molto utile nel mantenimento delle corrette funzioni
  intestinali.
Dieta Mediterranea e radicali liberi

I radicali liberi sono delle molecole che vengono normalmente
prodotte dal nostro organismo come materia di scarto a seguito
dei vari processi metabolici che utilizzano l’ossigeno per
produrre energia (ossidazione).

In quantità ridotte, aiutano a contrastare virus e batteri. Tuttavia
nel corso degli anni tendono ad accumularsi e, in tal modo,
iniziano a esercitare una funzione negativa nei confronti
dell’organismo, favorendo l’insorgenza di varie patologie e
l’invecchiamento dei tessuti (in pratica tendono ad attaccare la
stessa struttura del DNA).
Dieta Mediterranea e radicali liberi

Alcuni nutrienti, presenti in una certa quantità nella frutta e nella
verdura, posseggono delle proprietà antiossidanti che
contrastano i danni dei radicali liberi. I principali agenti
antiossidanti sono i pigmenti vegetali (polifenoli, bioflavonoidi), le
vitamine (C, E, provitamina A), i micronutrienti e gli enzimi
(selenio, rame, zinco, glutatione, melatonina, acido urico, ecc.).

Questi agenti antiossidanti, pur essendo contenuti in alimenti
differenti, spesso esercitano la loro funzione protettiva
interagendo fra loro. Ciò significa che, perché l’azione di
contrasto ai radicali liberi sia efficace, non solo va fatto un uso
quotidiano e abbondante di frutta e verdura, ma è necessario
anche variare quanto più possibile la tipologia dei prodotti
consumati.
I grassi

I GRASSI o LIPIDI assolvono alla funzione energetica, così
come le proteine o i carboidrati, ma a differenza di questi
ultimi l’energia fornita dai primi è molto più concentrata e
corrisponde a circa 9 kcal per grammo.

Il compito dei grassi è fondamentalmente, ma non solo,
quello di assurgere a principale riserva energetica del
corpo e la loro quantità in un individuo adulto dovrebbe
essere del 17% del totale. Percentuale che ovviamente è
variabile in relazione a fattori quali il sesso, l’età e la
costituzione dell’individuo stesso.
Composizione chimica dei grassi

Dal punto di vista chimico i grassi abitualmente
consumati sono costituiti dal


•90%: trigliceridi;


•10%: colesterolo, cere e fosfolipidi.
Tipologie di acidi grassi
Proprietà degli acidi grassi

• Gli acidi grassi saturi (SFA) comportano un sensibile
  aumento del colesterolo LDL e un lieve aumento del
  colesterolo HDL.

• Gli acidi grassi insaturi si distinguono in monoinsaturi
  (MUFA) o polinsaturi (PUFA) e comportano un
  sensibile aumento del colesterolo HDL e una riduzione
  del colesterolo LDL.
Colesterolo

Il colesterolo viene trasportato nel sangue attraverso due
tipologie di lipoproteine di trasporto:

•Low Density Lipoprotein o LDL (il cui colesterolo relativo
è anche detto “cattivo”): ha la funzione di trasportare nelle
cellule i grassi e la colesterina e tende ad accumularsi
nell’apparato cardiocircolatorio;

•High Density Lipoprotein o HDL: ha il compito di
trasportare il colesterolo dalle cellule al fegato da dove
viene poi eliminato grazie alla bile. Questo colesterolo, in
virtù del fatto che riduce il colesterolo LDL viene anche
etichettato come “buono”.
Olio d’oliva: composizione chimica

Dal punto di vista chimico l’olio d’oliva è costituito al
• 99% da frazione saponificabile (Trigliceridi)
• 1% da una frazione insaponificabile (componenti minori).

La frazione saponificabile è composta in prevalenza dall’acido grasso
  monoinsaturo detto oleico, da una quantità ridotta di acidi grassi saturi
  (palmitico e stearico) e da una discreta percentuale di acidi grassi
  polinsaturi e in particolare, di Omega 3 e Omega 6.


La frazione insaponificabile è costituita dai composti del carbonio, dalle
   cere, dagli alcoli, dagli steroli, dai pigmenti colorati, dalle vitamine
   liposolubili, dai polifenoli e dai composti aromatici.
Composizione in acidi grassi degli oli vegetali
Olio d’oliva: tipologie

•   Olio di oliva extra-vergine: di qualità superiore, viene realizzato
    direttamente dalle olive attraverso l’utilizzo esclusivo di procedimenti
    meccanici. Deve possedere un livello di acidità non superiore all’1%.

•   Olio vergine di oliva: anche in questo caso è ottenuto direttamente
    dalle olive attraverso procedimenti meccanici, ma il livello di acidità può
    arrivare fino e non oltre il 2%.

•   Olio di oliva: realizzato attraverso la miscela di oli di oliva vergini e oli di
    oliva raffinati. Il suo livello di acidità risulta superiore all’1.5%.

•   Olio di sansa di olive: olio ottenuto dalla lavorazione del prodotto
    residuo al processo di estrazione dell’olio d’oliva, mischiato, a sua volta,
    con l’olio ottenuto dalle olive. Deve possedere un’acidità non superiore
    all’1%.
Funzioni dell’olio extravergine d’oliva

•   Funzione energizzante.
•   Prevenzione delle patologie cardiovascolari.
•   Protezione da alcune forme di tumori
•   Rallentamento del processo di invecchiamento cellulare.
•   Azione antiossidante.
•   Diminuzione della glicemia.
•   Stimolazione del reflusso della bile
•   ...
Grassi da condimento
FREQUENZA DI CONSUMO OTTIMALE   TIPOLOGIA DI GRASSO


CONSUMO QUOTIDIANO              •Olio di oliva
                                •Olio di girasole
                                •Olio di mais
                                •Olio di vinaccioli
                                •Olio di semi vari
                                •Olio di soia

CONSUMO MODERATO                •Burro
(2 – 3 volte a settimana)       •Maionese
CONSUMO OCCASIONALE             •Grassi fritti
(1 volta a settimana)           •Lardo
                                •Bacon
                                •Pancetta
                                •Strutto
                                •Sego
Punto di fumo

Ogni olio o grasso, quando viene sottoposto a temperature
molto elevate (punto di fumo) tende a decomporsi e, in tal
modo, dà luogo alla formazione dell’Acroleina, una
sostanza tossica e cancerogena.

Il punto di fumo varia in relazione allo specifico tipo di olio
e/o grasso a cui si fa riferimento. Nel caso dell’olio d’oliva il
punto di fumo è di 180 gradi. Vi sono altre sostanze come
l’olio di arachidi o il lardo il cui punto di fumo si attesta su
temperature decisamente più elevate: 200 e 192. Al
contrario, nel caso del burro, questo è persino al di sotto
dei 100 gradi.
Fattori che condizionano il dispendio energetico

 Il dispendio energetico quotidiano che l’organismo umano deve
 sostenere per la propria sopravvivenza può essere ripartito in
 questo modo:

 •70% per il metabolismo basale;

 •15% per la termogenesi;

 •15% per l’attività fisica.
Metabolismo basale

Il metabolismo basale indica la quantità di energia consumata da un
soggetto sveglio, ma a riposo, a distanza di 12 ore dal pasto, con una
temperatura corporea normale e in un ambiente termicamente
confortevole, in assenza di qualsiasi forma di stress.

Il consumo energetico per il metabolismo basale varia in relazione a
fattori quale l’età, il sesso, l’altezza e la massa magra corporea. La
funzionalità del metabolismo basale è legata fondamentalmente alla
costituzione genetica ed è la componente meno variabile del dispendio
energetico.
Termogenesi

La termogenesi è il processo attraverso il quale l’organismo brucia le
calorie introdotte per trasformarle in energia al fine di regolare e
mantenere costante la propria temperatura. Il progressivo diffondersi
dei sistemi di riscaldamento e climatizzazione ha fatto si che gli
individui consumino sempre meno calorie per assolvere a questa
funzione e ciò ha ovviamente portato ad un incremento del peso
corporeo nella popolazione.

La termogenesi ha, inoltre, la funzione di regolare l’introito calorico in
relazione al dispendio energetico, così da garantire una sorta di
equilibrio. All’aumentare della temperatura corporea aumenta anche il
metabolismo basale (nella proporzione del 13% ogni grado al di sopra
dei 37°C).
Attività fisica

Il consumo energetico legato all’attività fisica è quello che
maggiormente differisce da individuo a individuo: sebbene, infatti, si
attesti intorno al 15% in media, di fatto, varia in relazione a quelli che
sono i singoli stili di vita e può oscillare fra un 5% ed un 25%. Questo
significa che a parità di età, peso, altezza e sesso, un soggetto
sedentario consuma molte meno calorie rispetto a chi svolge
regolarmente attività fisica e/o un lavoro manuale (incide invece il peso
corporeo).
Attività fisica: insieme dei movimenti che ciascun individuo compie
nell’arco della propria vita. Ciascuno di questi movimenti, in virtù del suo
livello d’intensità, comporta una spesa energetica più o meno elevata.

Esercizio fisico: intenzionalità, organizzazione e ripetizione dell’attività
fisica finalizzate all’attività sportiva. Quest’ultima è da intendersi, invece,
come un attributo o abilità.

Forma fisica: risultato dell’interazione di un insieme di componenti legate
allo stato di salute (resistenza cardiorespiratoria, composizione corporea,
resistenza muscolare, forza muscolare, flessibilità) e un insieme di
compenti legate alle abilità (agilità, equilibrio, coordinazione, velocità,
potenza, tempi di reazione).

Stile di vita attivo: modello di esistenza improntato al movimento e alla
dinamicità. Si tratta di un concetto variabile, ma i più autorevoli studi
scientifici in materia sembrano suggerire come bastino appena 30 minuti di
attività fisica al giorno di moderata intensità per trarre benefici a livello di
salute.
Benefici di salute di uno stile di vita attivo
• Previene il sovrappeso e l’obesità.
• Protegge e migliora la salute del sistema cardiocircolatorio.
• Riduce il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.
• Previene o riduce l’ipertensione.
• Previene o riduce l’osteoporosi.
• Riduce il rischio d’insorgenza del tumore del colon.
• Contribuisce alla salute dell’apparato muscolare e scheletrico.
• Aiuta, dal punto di vista psicologico, a ridurre i sintomi di ansia,
  stress e depressione.
• Aiuta a prevenire, soprattutto fra i più giovani, tutta una serie di
  comportamenti a rischio che hanno ripercussioni negative sulla
  salute (fumo, alcolismo, stupefacenti, diete scorrette, ecc.).
Il cibo sia la tua medicina
e la tua medicina sia il cibo
     Ippocrate, V-IV sec. a.C.

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  • 1. UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BARI ALDO MORO Corso di formazione: “Valore nutrizionale e salutistico di prodotti agroalimentari” Dipartimento di Scienze Biomediche ed Oncologia Umana (DIMO) DIETA MEDITERRANEA & SALUTE Dott. Michele Zonno
  • 2. Salute come esito dell’interazione di tre ordini di fattori: Fattori biologici • Età • Sesso • Etnia • Familiarità • Predisposizione Genetica Fattori comportamentali • Alimentazione • Esercizio fisico • Tabagismo • Potus Fattori ambientali e sociali • Condizioni familiari • Istruzione • Reddito • Occupazione • Alloggi • Trasporti • Qualità dei servizi
  • 3. Alimentazione e nutrizione Alimentazione: processo di assunzione degli alimenti da parte dell’organismo che precede la nutrizione vera e propria. Alimentarsi significa introdurre cibo che deve essere poi assimilato dall’apparato digerente. L’alimentazione può essere valutata sotto un profilo quantitativo e/o qualitativo. Nutrizione: processo fisiologico mediante il quale l’alimento, una volta introdotto nell’organismo, libera attraverso la sua trasformazione (o metabolismo), le proprie potenzialità (plastiche, energetiche, protettive), consentendo all’organismo di utilizzarle. Il livello di nutrizione dipende sia dai principi nutritivi assimilati, che dall’attività metabolica dell’organismo.
  • 4. Fattori che incidono sull’alimentazione Bioma: il contesto ambientale, sulla base delle specifiche caratteristiche morfologiche e climatiche che lo caratterizzano, garantisce solo la presenza di determinati prodotti e non di altri. In relazione alle abitudini alimentari, il rapporto dell’uomo con l’ambiente si traduce quindi nei termini della pura disponibilità. Bisogni fisiologici: per poter sopravvivere e godere di un buono stato di salute, ciascun individuo deve necessariamente soddisfare in modo adeguato i propri bisogni fisiologici, fra i quali rientrano anche quelli alimentari. Questi sono comuni per tutti. Contesto culturale: pur essendo tutti gli uomini accomunati dalle medesime esigenze nutrizionali, i modi per farvi fronte sono molteplici. Le scelte alimentari, infatti, possono variare in relazione a vari aspetti: conoscenze medico-nutrizionali, tecniche per la produzione- conservazione degli alimenti, differenti modalità di preparazione, tabù religiosi, ecc.
  • 5. Classificazione degli alimenti INRAN • Gruppo I: Carni, pesci, uova. • Gruppo II: Latte e derivati. • Gruppo III: Cereali e tuberi. • Gruppo IV: Legumi. • Gruppo V: Grassi da condimento. • Gruppo VI: Frutta e ortaggi fonti di vitamina A. • Gruppo VII: Frutta e ortaggi fonti di vitamina C.
  • 6. Gruppo I Proteine di elevata qualità, ferro CARNI, PESCI, UOVA e alcune vitamine del gruppo B. ALIMENTI PLASTICI Gruppo II Calcio, proteine di elevata LATTE E DERIVATI qualità, alcune vitamine del gruppo B e vitamine liposolubili. Gruppo IV Proteine di media qualità, ferro, LEGUMI alcune vitamine del gruppo B. GRUPPO III Carboidrati, proteine di scarsa CEREALI E TUBERI qualità, fibra se integrali, alcune ALIMENTI ENERGETICI vitamine idrosolubili. GRUPPO V Grassi e acido linoleico. GRASSI DA CONDIMENTO GRUPPO VI Provitamina A (carotene), altre ORTAGGI E FRUTTA vitamine, Sali minerali, fibra. ALIMENTI PROTETTIVI (fonti di vitamina A) GRUPPO VII Vitamina C e altre vitamine, Sali ORTAGGI E FRUTTA minerali, fibra. (fonti di vitamina C)
  • 7. I nutrienti • Macronutrienti: sono quei principi nutritivi di cui l’organismo necessita in grandi quantità (grammi al giorno). Fra questi vi sono l’acqua, i glucidi, i lipidi e le proteine. • Micronutrienti: sono quelle sostanze di cui il corpo umano necessita in quantità minime (milligrammi al giorno). Rientrano fra i micronutrienti le vitamine e i sali minerali.
  • 8. Caratteristiche di una dieta corretta Perché una dieta possa definirsi corretta essa deve essere: • equilibrata: rispettare le proporzioni fra i principi nutritivi energetici (10-15% proteine, 55-60% carboidrati, 25-30% grassi); • bilanciata: essere in grado di soddisfare il fabbisogno energetico individuale; • adeguata: essere in grado di fornire tutti i nutrienti energetici e non energetici, l’acqua e le fibre alimentari. La Dieta Mediterranea risponde in pieno ai precedenti requisiti e in più è ottimale, in quanto la varietà e la qualità degli alimenti che la caratterizzano permette di assumere tutti i principi nutritivi senza il ricorso ad integratori alimentari.
  • 9. Patologie alimentari Malnutrizioni da carenza Sono classificate sulla base del deficit nutrizionale in: • Selettiva; • Energetica; • Proteica; • Energetico-proteica; • Globale. Malnutrizioni da eccesso Sono caratterizzate da una diffusa ipernutrizione e sono causa di: • Obesità; • Diabete; • Aterosclerosi; • Ipertensione; • Malattia coronarica ; • Malattie cronico-degenerative (cancro); • Carie ed erosione dentale.
  • 10. Piramide alimentare della Dieta Mediterranea
  • 11. Benefici di salute della Dieta Mediterranea • Previene il fenomeno dell’obesità. • Previene le malattie cardiovascolari (soprattutto l'infarto e l'ictus). • Riduce notevolmente il rischio d’insorgenza di alcuni tipi di tumore. • Preserva le funzioni cerebrali. • Previene il rischio del diabete mellito. • Previene l’infertilità e la disfunzione erettile. • Previene il rischio di sviluppare asme e allergie nei bambini le cui madri l’abbiano adottata in gravidanza. • Favorisce la longevità. • Aiuta lo sviluppo dei soggetti in fase di crescita.
  • 12. Principali ricerche sulla Dieta Mediterranea • The Rockefeller Foundation’s Study (1948-1953). • Framingham (1949-in corso). • Seven Countries Study (1952-1977). • EurATOM (1963-1965). • MRFIT (1973-1989). • MONICA (1981-1994). • China Cornell-Oxford Project (China Study) (1983-1990). • Hi-Hon San Study (1960-1965). • Okinawa Centenarian Study (1975-in corso). • Progetto Cuore (1998- in corso).
  • 13. Prove d’efficacia della Dieta Mediterranea • Prove basate sulla somiglianza con i modelli proposti in tutto il mondo. • Prove basate sulle caratteristiche del modello alimentare mediterraneo. • Prove derivanti da ricerche epidemiologiche. • Prove derivanti da studi di intervento.
  • 16. Ripartizione ottimale dei carboidrati Nel corso della giornata la quota dei carboidrati (o glucidi) assunti dovrebbe essere così ripartita: •70-80% CARBOIDRATI COMPLESSI. Sono presenti nei cereali, ma anche nei prodotti ortofrutticoli e nei latticini. Sono composti da lunghe catene di monosaccaridi tenute insieme da una serie di legami glicosidici. •20-30% CARBOIDRATI SEMPLICI. Sono presenti nello zucchero (saccarosio), nei dolci, nelle bevande zuccherate, in parte dei cereali raffinati, nella frutta, nei prodotti caseari. Fra i carboidrati semplici rientrano quelli formati da una singola molecola, nel qual caso sono definiti monosaccaridi (glucosio, fruttosio, galattosio) e quelli formati dalla combinazione di 2 molecole, i disaccaridi (saccarosio = glucosio + fruttosio).
  • 17. Cereali integrali e cereali raffinati Una delle fonti principali di carboidrati è costituita dai cereali. Questi possono essere di due tipi: •Cereali integrali: conservano l’intero patrimonio nutritivo del chicco il quale è composto dalla crusca e dal germe (fonti di fibre, vitamine e minerali) e dall’endosperma (fonte di amido e proteine). •Cereali raffinati: attraverso la macinazione e la raffinazione subiscono l’asportazione del germe e della crusca, perdendo così tutte le sostanze nutritive in essi contenute. Successivi processi comportano poi l’arricchimento del prodotto iniziale con l’aggiunta di sale, zucchero e grassi.
  • 19. La fibra alimentare Con il termine “fibra alimentare” si indica un insieme di carboidrati (cellulosa, pectina, lignina, ecc.) che, pur non essendo digeribili, né possedendo proprietà nutrizionali, svolgono una serie di funzioni essenziali per l’organismo, in quanto riducono il senso della fame, modulano le attività intestinali (prevenendo, fra l’altro patologie come la stipsi o la diverticolosi), riducono l’assorbimento di sostanze come il glucosio e i grassi. Il consumo di fibra rappresenta pertanto un valido supporto nella prevenzione di patologie quali i tumori, il diabete ed i disturbi cardiovascolari.
  • 20. La fibra alimentare La fibra alimentare può essere di due tipi: • Fibra solubile: presente nella frutta e nei legumi. Ha la capacità di assorbire l’acqua trasformandosi in una sostanza gelatinosa che da un senso di sazietà e contrasta l’assorbimento del colesterolo e degli zuccheri; • Fibra idrosolubile: è costituita prevalentemente dalla cellulosa presente nei cereali integrali e negli ortaggi ed è molto utile nel mantenimento delle corrette funzioni intestinali.
  • 21. Dieta Mediterranea e radicali liberi I radicali liberi sono delle molecole che vengono normalmente prodotte dal nostro organismo come materia di scarto a seguito dei vari processi metabolici che utilizzano l’ossigeno per produrre energia (ossidazione). In quantità ridotte, aiutano a contrastare virus e batteri. Tuttavia nel corso degli anni tendono ad accumularsi e, in tal modo, iniziano a esercitare una funzione negativa nei confronti dell’organismo, favorendo l’insorgenza di varie patologie e l’invecchiamento dei tessuti (in pratica tendono ad attaccare la stessa struttura del DNA).
  • 22. Dieta Mediterranea e radicali liberi Alcuni nutrienti, presenti in una certa quantità nella frutta e nella verdura, posseggono delle proprietà antiossidanti che contrastano i danni dei radicali liberi. I principali agenti antiossidanti sono i pigmenti vegetali (polifenoli, bioflavonoidi), le vitamine (C, E, provitamina A), i micronutrienti e gli enzimi (selenio, rame, zinco, glutatione, melatonina, acido urico, ecc.). Questi agenti antiossidanti, pur essendo contenuti in alimenti differenti, spesso esercitano la loro funzione protettiva interagendo fra loro. Ciò significa che, perché l’azione di contrasto ai radicali liberi sia efficace, non solo va fatto un uso quotidiano e abbondante di frutta e verdura, ma è necessario anche variare quanto più possibile la tipologia dei prodotti consumati.
  • 23. I grassi I GRASSI o LIPIDI assolvono alla funzione energetica, così come le proteine o i carboidrati, ma a differenza di questi ultimi l’energia fornita dai primi è molto più concentrata e corrisponde a circa 9 kcal per grammo. Il compito dei grassi è fondamentalmente, ma non solo, quello di assurgere a principale riserva energetica del corpo e la loro quantità in un individuo adulto dovrebbe essere del 17% del totale. Percentuale che ovviamente è variabile in relazione a fattori quali il sesso, l’età e la costituzione dell’individuo stesso.
  • 24. Composizione chimica dei grassi Dal punto di vista chimico i grassi abitualmente consumati sono costituiti dal •90%: trigliceridi; •10%: colesterolo, cere e fosfolipidi.
  • 26. Proprietà degli acidi grassi • Gli acidi grassi saturi (SFA) comportano un sensibile aumento del colesterolo LDL e un lieve aumento del colesterolo HDL. • Gli acidi grassi insaturi si distinguono in monoinsaturi (MUFA) o polinsaturi (PUFA) e comportano un sensibile aumento del colesterolo HDL e una riduzione del colesterolo LDL.
  • 27. Colesterolo Il colesterolo viene trasportato nel sangue attraverso due tipologie di lipoproteine di trasporto: •Low Density Lipoprotein o LDL (il cui colesterolo relativo è anche detto “cattivo”): ha la funzione di trasportare nelle cellule i grassi e la colesterina e tende ad accumularsi nell’apparato cardiocircolatorio; •High Density Lipoprotein o HDL: ha il compito di trasportare il colesterolo dalle cellule al fegato da dove viene poi eliminato grazie alla bile. Questo colesterolo, in virtù del fatto che riduce il colesterolo LDL viene anche etichettato come “buono”.
  • 28. Olio d’oliva: composizione chimica Dal punto di vista chimico l’olio d’oliva è costituito al • 99% da frazione saponificabile (Trigliceridi) • 1% da una frazione insaponificabile (componenti minori). La frazione saponificabile è composta in prevalenza dall’acido grasso monoinsaturo detto oleico, da una quantità ridotta di acidi grassi saturi (palmitico e stearico) e da una discreta percentuale di acidi grassi polinsaturi e in particolare, di Omega 3 e Omega 6. La frazione insaponificabile è costituita dai composti del carbonio, dalle cere, dagli alcoli, dagli steroli, dai pigmenti colorati, dalle vitamine liposolubili, dai polifenoli e dai composti aromatici.
  • 29. Composizione in acidi grassi degli oli vegetali
  • 30. Olio d’oliva: tipologie • Olio di oliva extra-vergine: di qualità superiore, viene realizzato direttamente dalle olive attraverso l’utilizzo esclusivo di procedimenti meccanici. Deve possedere un livello di acidità non superiore all’1%. • Olio vergine di oliva: anche in questo caso è ottenuto direttamente dalle olive attraverso procedimenti meccanici, ma il livello di acidità può arrivare fino e non oltre il 2%. • Olio di oliva: realizzato attraverso la miscela di oli di oliva vergini e oli di oliva raffinati. Il suo livello di acidità risulta superiore all’1.5%. • Olio di sansa di olive: olio ottenuto dalla lavorazione del prodotto residuo al processo di estrazione dell’olio d’oliva, mischiato, a sua volta, con l’olio ottenuto dalle olive. Deve possedere un’acidità non superiore all’1%.
  • 31. Funzioni dell’olio extravergine d’oliva • Funzione energizzante. • Prevenzione delle patologie cardiovascolari. • Protezione da alcune forme di tumori • Rallentamento del processo di invecchiamento cellulare. • Azione antiossidante. • Diminuzione della glicemia. • Stimolazione del reflusso della bile • ...
  • 32. Grassi da condimento FREQUENZA DI CONSUMO OTTIMALE TIPOLOGIA DI GRASSO CONSUMO QUOTIDIANO •Olio di oliva •Olio di girasole •Olio di mais •Olio di vinaccioli •Olio di semi vari •Olio di soia CONSUMO MODERATO •Burro (2 – 3 volte a settimana) •Maionese CONSUMO OCCASIONALE •Grassi fritti (1 volta a settimana) •Lardo •Bacon •Pancetta •Strutto •Sego
  • 33. Punto di fumo Ogni olio o grasso, quando viene sottoposto a temperature molto elevate (punto di fumo) tende a decomporsi e, in tal modo, dà luogo alla formazione dell’Acroleina, una sostanza tossica e cancerogena. Il punto di fumo varia in relazione allo specifico tipo di olio e/o grasso a cui si fa riferimento. Nel caso dell’olio d’oliva il punto di fumo è di 180 gradi. Vi sono altre sostanze come l’olio di arachidi o il lardo il cui punto di fumo si attesta su temperature decisamente più elevate: 200 e 192. Al contrario, nel caso del burro, questo è persino al di sotto dei 100 gradi.
  • 34. Fattori che condizionano il dispendio energetico Il dispendio energetico quotidiano che l’organismo umano deve sostenere per la propria sopravvivenza può essere ripartito in questo modo: •70% per il metabolismo basale; •15% per la termogenesi; •15% per l’attività fisica.
  • 35. Metabolismo basale Il metabolismo basale indica la quantità di energia consumata da un soggetto sveglio, ma a riposo, a distanza di 12 ore dal pasto, con una temperatura corporea normale e in un ambiente termicamente confortevole, in assenza di qualsiasi forma di stress. Il consumo energetico per il metabolismo basale varia in relazione a fattori quale l’età, il sesso, l’altezza e la massa magra corporea. La funzionalità del metabolismo basale è legata fondamentalmente alla costituzione genetica ed è la componente meno variabile del dispendio energetico.
  • 36. Termogenesi La termogenesi è il processo attraverso il quale l’organismo brucia le calorie introdotte per trasformarle in energia al fine di regolare e mantenere costante la propria temperatura. Il progressivo diffondersi dei sistemi di riscaldamento e climatizzazione ha fatto si che gli individui consumino sempre meno calorie per assolvere a questa funzione e ciò ha ovviamente portato ad un incremento del peso corporeo nella popolazione. La termogenesi ha, inoltre, la funzione di regolare l’introito calorico in relazione al dispendio energetico, così da garantire una sorta di equilibrio. All’aumentare della temperatura corporea aumenta anche il metabolismo basale (nella proporzione del 13% ogni grado al di sopra dei 37°C).
  • 37. Attività fisica Il consumo energetico legato all’attività fisica è quello che maggiormente differisce da individuo a individuo: sebbene, infatti, si attesti intorno al 15% in media, di fatto, varia in relazione a quelli che sono i singoli stili di vita e può oscillare fra un 5% ed un 25%. Questo significa che a parità di età, peso, altezza e sesso, un soggetto sedentario consuma molte meno calorie rispetto a chi svolge regolarmente attività fisica e/o un lavoro manuale (incide invece il peso corporeo).
  • 38. Attività fisica: insieme dei movimenti che ciascun individuo compie nell’arco della propria vita. Ciascuno di questi movimenti, in virtù del suo livello d’intensità, comporta una spesa energetica più o meno elevata. Esercizio fisico: intenzionalità, organizzazione e ripetizione dell’attività fisica finalizzate all’attività sportiva. Quest’ultima è da intendersi, invece, come un attributo o abilità. Forma fisica: risultato dell’interazione di un insieme di componenti legate allo stato di salute (resistenza cardiorespiratoria, composizione corporea, resistenza muscolare, forza muscolare, flessibilità) e un insieme di compenti legate alle abilità (agilità, equilibrio, coordinazione, velocità, potenza, tempi di reazione). Stile di vita attivo: modello di esistenza improntato al movimento e alla dinamicità. Si tratta di un concetto variabile, ma i più autorevoli studi scientifici in materia sembrano suggerire come bastino appena 30 minuti di attività fisica al giorno di moderata intensità per trarre benefici a livello di salute.
  • 39. Benefici di salute di uno stile di vita attivo • Previene il sovrappeso e l’obesità. • Protegge e migliora la salute del sistema cardiocircolatorio. • Riduce il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. • Previene o riduce l’ipertensione. • Previene o riduce l’osteoporosi. • Riduce il rischio d’insorgenza del tumore del colon. • Contribuisce alla salute dell’apparato muscolare e scheletrico. • Aiuta, dal punto di vista psicologico, a ridurre i sintomi di ansia, stress e depressione. • Aiuta a prevenire, soprattutto fra i più giovani, tutta una serie di comportamenti a rischio che hanno ripercussioni negative sulla salute (fumo, alcolismo, stupefacenti, diete scorrette, ecc.).
  • 40. Il cibo sia la tua medicina e la tua medicina sia il cibo Ippocrate, V-IV sec. a.C.