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Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari
Dott.ssa Picucci Luciana




                 Psicometria
          Scale di Misura
    Distribuzione di Frequenza
   e Indici di Tendenza Centrale
Le Scale di misura
Definizione: Insieme delle diverse modalità che
  saranno adottate per descrivere le diverse
  manifestazioni della variabile

Perché è importante conoscerle?

Il tipo di scala adottata per misurare la variabile
    definisce le elaborazioni statistiche più o meno
    appropriate.
Le Scale di misura
La teoria della misurazione consente di distinguere
  tra quattro tipi di scale, che sono,dalla più
  semplice alla più complessa:
• Nominale
• Ordinale
• Intervallare
• Di rapporto
Scala Nominale
Consiste nel categorizzare le persone sulla base di una o più
    caratteristiche distintive.
Si tratta di etichette verbali e/o di numeri

Esempio: Indichi la sua posizione
1) Libero professionista
2) Impiegato pubblico
3) Inoccupato

Il valore 3 non significa che gli Inoccupati sono 3 volte quel qualcosa
    che i liberi professionisti sono. I numeri sono usati in questo caso
    solo come delle “etichette” degli attributi.

OPERAZIONE CONSENTITA : CALCOLO DELLE FREQUENZE
Scala Ordinale
In una scala ordinale, consente non solo di classificare le
   caratteristiche psicologiche, ma anche di attribuire loro un
   ordine

Esempio
GRADO DI ISTRUZIONE                   Le grandezze che intercorrono tra un
0 = scuola elementare;                livello e l’altro non sono omogenee
                                       Le distanze tra i livelli non sono
1 = scuola media inferiore;           interpretabili.
2 = scuola media superiore;           LA DISTANZA tra 0 e 1 è diversa da
                                      quella tra 3 e 4
3 = università;
4 = specializzazione post-laurea

OPERAZIONE CONSENTITA : CALCOLO DELLE FREQUENZE
Scale a intervalli
Le scale a intervalli consentono di formare delle graduatorie e
  si caratterizzano per il fatto che l’intervallo tra due posizioni
  successive resta costante per tutta l’estensione della scala.

Esempio : Temperatura 0° 10° 20° etc….

Stessa distanza tra le osservazioni
ma assenza di 0 assoluto; piuttosto 0 relativo (e.g. la
  temperatura 0 non corrisponde a assenza di temperatura)

OPERAZIONE CONSENTITA :Tutte le OPERAZIONI STATISTICHE e
  test parametrici (t test, Analisi della Varianza)
Scala di Rapporto
Se la scala consente di identificare anche una
  posizione corrispondente alla mancanza di
  misura, cioè a zero, si ha una scala di rapporti.

Esempio: Grandezze fisiche (e.g. velocità, peso,
  dove lo 0 è uno 0 assoluto, totale assenza di
  quella caratteristica)

Poco adatta a costrutti psicologici (e.g. Ansia)
RICAPITOLANDO
Statistica descrittiva
Insieme di strumenti che ci consente di
  rappresentare, sintetizzare ed interpretare il
  modo in cui un fenomeno si è manifestato in
  un campione osservato.

LA DISTRIBUZIONE DI FREQUENZE
Capire come si distribuiscono i dati, che forma
  assumono.
Esempio:
Numero di errori commessi ad un test di
Memoria Spaziale X = { 2, 1, 1, 1, 2, 2, 3, 3, 3, 4, 3, 4, 4, 5, 4, 4,
  5, 5, 6, 7, 5, 5, 6, 7, 8}

TABULARE I DATI
xi 1 2 3 4 5 6 7 8 (casi possibili)

fi 3 3 4 5 5 2 2 1 (frequenza assoluta nj)
• È spesso utile dividere ciascuna frequenza assoluta per il
    numero totale delle unità statistiche, n, ottenendo così le
    frequenze relative fi = ni/n. PROPORZIONI
• Le frequenze relative variano tra 0 e 1 ed il loro totale è 1.
    Moltiplicandole per 100 si ottengono le frequenze
    percentuali pi = fi·100.
• Frequenze Cumulate: Quante modalità sono superiori o
    inferiori ad un certo Xi
Rappresentazioni grafiche
• Grafico a torta (variabili qualitative)
• Grafico a Barre (variabili qualitative)
• Istogramma (variabili quantitative, continue &
  discrete)
• Poligono di frequenze (variabili quantitative
  continue)
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Istogramma con Variabili Continue
• L’istogramma può essere utilizzato per
  rappresentare la frequenza di variabili discrete e
  di variabili continue.

Variabile discreta: I valori assunti da una variabile
  discreta possono differire solo per un ammontare
  fisso- Es- N di figli, N di Errori ad un test
Variabile continua: I valori assunti da una variabile
  continua possono differire per una qualsiasi
  quantità arbitraria – Es- Km percorsi, Tempo etc
Per rappresentare una variabile continua: dividerla in classi i
valori assunti sono virtualmente infiniti
Es: Rilevazioni dei Km percorsi a piedi/macchina

Valori potrebbero essere numeri interi o anche decimali: 2KM;
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                                     L’istogramma di una variabile continua ha
                                     Base l’ampiezza della classe (ascissa)
                                     Altezza la densità di frequenza (ordinata)
                                     Area= Frequenza della classe

                                     Ampiezza= differenza degli estremi della
                                     classe
                                     Densità= Frequenza della classe/ampiezza

                                     L’istogramma di una variabile discreta ha
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                                     Altezza: la frequenza della rilevazione
Indici statistici di Tendenza
             Centrale

Si tratta di statistiche che consentono di
   rappresentare, con un unico valore, un insieme
   di misure.

• Moda
• Mediana
• Media (aritmetica)
Moda
Si definisce moda di un insieme di dati il valore o la classe a
   cui corrisponde la massima frequenza assoluta

• Distribuzione zeromodale: nessun valore ha una
  frequenza più elevata degli altri.
• Distribuzione unimodale: c’è un solo valore con una
  frequenza più elevata degli altri. Es. [2, 4, 1, 3, 7, 3, 5, 3]
• Distribuzione bimodale: ci sono due valori con una
  frequenza più elevata degli altri. Es. [7, 4, 7, 3, 7, 3, 5, 3]


Dato che la moda dipende soltanto dalla frequenza delle
osservazioni, è l’unica misura di tendenza centrale per dati in
  scala nominale.
Mediana
Se abbiamo un insieme didati ordinati,definiamo
  mediana il dato che occupa la posizione centrale
  nella distribuzione dei dati stessi

Quando n è dispari, la mediana corrisponde al
 punteggio dell’individuo numero (n + 1)/2.

Quando n è pari, la mediana corrisponde al valore
 intermedio tra il punteggio dell’individuo numero
 n /2 e il punteggio dell’individuo (n / 2) + 1.
Media (aritmetica)
Ricapitolando

• La moda, la mediana e la media sono dette misure di
  tendenza centrale, ossia sono considerate un indice della
  parte centrale della distribuzione; tali indici differiscono fra
  loro in vari modi e risultano appropriati in funzione delle
  diverse scale di misura:

• La moda è appropriata per la scala nominale,

• La mediana è appropriata per la scala ordinale,

• La media è appropriata per la scala ad intervalli
Esercizio
Distribuzioni
4 distribuzioni, 1 per ogni quadrante dell’aula

Calcolare

Moda
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  • 1. Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari Dott.ssa Picucci Luciana Psicometria Scale di Misura Distribuzione di Frequenza e Indici di Tendenza Centrale
  • 2. Le Scale di misura Definizione: Insieme delle diverse modalità che saranno adottate per descrivere le diverse manifestazioni della variabile Perché è importante conoscerle? Il tipo di scala adottata per misurare la variabile definisce le elaborazioni statistiche più o meno appropriate.
  • 3. Le Scale di misura La teoria della misurazione consente di distinguere tra quattro tipi di scale, che sono,dalla più semplice alla più complessa: • Nominale • Ordinale • Intervallare • Di rapporto
  • 4. Scala Nominale Consiste nel categorizzare le persone sulla base di una o più caratteristiche distintive. Si tratta di etichette verbali e/o di numeri Esempio: Indichi la sua posizione 1) Libero professionista 2) Impiegato pubblico 3) Inoccupato Il valore 3 non significa che gli Inoccupati sono 3 volte quel qualcosa che i liberi professionisti sono. I numeri sono usati in questo caso solo come delle “etichette” degli attributi. OPERAZIONE CONSENTITA : CALCOLO DELLE FREQUENZE
  • 5. Scala Ordinale In una scala ordinale, consente non solo di classificare le caratteristiche psicologiche, ma anche di attribuire loro un ordine Esempio GRADO DI ISTRUZIONE Le grandezze che intercorrono tra un 0 = scuola elementare; livello e l’altro non sono omogenee Le distanze tra i livelli non sono 1 = scuola media inferiore; interpretabili. 2 = scuola media superiore; LA DISTANZA tra 0 e 1 è diversa da quella tra 3 e 4 3 = università; 4 = specializzazione post-laurea OPERAZIONE CONSENTITA : CALCOLO DELLE FREQUENZE
  • 6. Scale a intervalli Le scale a intervalli consentono di formare delle graduatorie e si caratterizzano per il fatto che l’intervallo tra due posizioni successive resta costante per tutta l’estensione della scala. Esempio : Temperatura 0° 10° 20° etc…. Stessa distanza tra le osservazioni ma assenza di 0 assoluto; piuttosto 0 relativo (e.g. la temperatura 0 non corrisponde a assenza di temperatura) OPERAZIONE CONSENTITA :Tutte le OPERAZIONI STATISTICHE e test parametrici (t test, Analisi della Varianza)
  • 7. Scala di Rapporto Se la scala consente di identificare anche una posizione corrispondente alla mancanza di misura, cioè a zero, si ha una scala di rapporti. Esempio: Grandezze fisiche (e.g. velocità, peso, dove lo 0 è uno 0 assoluto, totale assenza di quella caratteristica) Poco adatta a costrutti psicologici (e.g. Ansia)
  • 9.
  • 10. Statistica descrittiva Insieme di strumenti che ci consente di rappresentare, sintetizzare ed interpretare il modo in cui un fenomeno si è manifestato in un campione osservato. LA DISTRIBUZIONE DI FREQUENZE Capire come si distribuiscono i dati, che forma assumono.
  • 11. Esempio: Numero di errori commessi ad un test di Memoria Spaziale X = { 2, 1, 1, 1, 2, 2, 3, 3, 3, 4, 3, 4, 4, 5, 4, 4, 5, 5, 6, 7, 5, 5, 6, 7, 8} TABULARE I DATI xi 1 2 3 4 5 6 7 8 (casi possibili) fi 3 3 4 5 5 2 2 1 (frequenza assoluta nj) • È spesso utile dividere ciascuna frequenza assoluta per il numero totale delle unità statistiche, n, ottenendo così le frequenze relative fi = ni/n. PROPORZIONI • Le frequenze relative variano tra 0 e 1 ed il loro totale è 1. Moltiplicandole per 100 si ottengono le frequenze percentuali pi = fi·100. • Frequenze Cumulate: Quante modalità sono superiori o inferiori ad un certo Xi
  • 12.
  • 13. Rappresentazioni grafiche • Grafico a torta (variabili qualitative) • Grafico a Barre (variabili qualitative) • Istogramma (variabili quantitative, continue & discrete) • Poligono di frequenze (variabili quantitative continue) • Ogiva (Distribuzioni cumulate)
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  • 17. Approfondimento Istogramma con Variabili Continue • L’istogramma può essere utilizzato per rappresentare la frequenza di variabili discrete e di variabili continue. Variabile discreta: I valori assunti da una variabile discreta possono differire solo per un ammontare fisso- Es- N di figli, N di Errori ad un test Variabile continua: I valori assunti da una variabile continua possono differire per una qualsiasi quantità arbitraria – Es- Km percorsi, Tempo etc
  • 18. Per rappresentare una variabile continua: dividerla in classi i valori assunti sono virtualmente infiniti Es: Rilevazioni dei Km percorsi a piedi/macchina Valori potrebbero essere numeri interi o anche decimali: 2KM; 8,5 KM; 8,2 KM 30 KM, 43,4KM etc L’istogramma di una variabile continua ha Base l’ampiezza della classe (ascissa) Altezza la densità di frequenza (ordinata) Area= Frequenza della classe Ampiezza= differenza degli estremi della classe Densità= Frequenza della classe/ampiezza L’istogramma di una variabile discreta ha Base: convenzionale Altezza: la frequenza della rilevazione
  • 19. Indici statistici di Tendenza Centrale Si tratta di statistiche che consentono di rappresentare, con un unico valore, un insieme di misure. • Moda • Mediana • Media (aritmetica)
  • 20. Moda Si definisce moda di un insieme di dati il valore o la classe a cui corrisponde la massima frequenza assoluta • Distribuzione zeromodale: nessun valore ha una frequenza più elevata degli altri. • Distribuzione unimodale: c’è un solo valore con una frequenza più elevata degli altri. Es. [2, 4, 1, 3, 7, 3, 5, 3] • Distribuzione bimodale: ci sono due valori con una frequenza più elevata degli altri. Es. [7, 4, 7, 3, 7, 3, 5, 3] Dato che la moda dipende soltanto dalla frequenza delle osservazioni, è l’unica misura di tendenza centrale per dati in scala nominale.
  • 21. Mediana Se abbiamo un insieme didati ordinati,definiamo mediana il dato che occupa la posizione centrale nella distribuzione dei dati stessi Quando n è dispari, la mediana corrisponde al punteggio dell’individuo numero (n + 1)/2. Quando n è pari, la mediana corrisponde al valore intermedio tra il punteggio dell’individuo numero n /2 e il punteggio dell’individuo (n / 2) + 1.
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  • 24. Ricapitolando • La moda, la mediana e la media sono dette misure di tendenza centrale, ossia sono considerate un indice della parte centrale della distribuzione; tali indici differiscono fra loro in vari modi e risultano appropriati in funzione delle diverse scale di misura: • La moda è appropriata per la scala nominale, • La mediana è appropriata per la scala ordinale, • La media è appropriata per la scala ad intervalli
  • 25. Esercizio Distribuzioni 4 distribuzioni, 1 per ogni quadrante dell’aula Calcolare Moda Mediana Media