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La viabilità!
Storia degli Insediamenti !
Enrica Salvatori - a.a. 2013-2014 - Pisa
Continuità / Discontinuità
In passato il raccordo tra preistoria, antichità e medioevo è stato individuato, in
Lunigiana e nella Liguria di Levante, in due importanti strutture: le strade e le
pievi. 

In sostanza da un lato si datavano alcuni percorsi appenninici all’età del
Bronzo e si presumeva la loro persistenza, pressoché stabile, in età antica e poi
nel tempo fino alla creazione delle carrozzabili per veicoli a motore; 

dall’altro lato si riteneva l’ambito di pertinenza della pieve come erede prima
del vicus ligure e poi del pagus romano. 

Oggi per entrambe le questioni il discorso si è fatto molto più sfumato e denso
di punti critici.
Continuità / Discontinuità
!
Le strade sono indubbiamente strutture di lunga durata e i Romani hanno
spesso utilizzato i percorsi protostorici per ricostruire o riadattare le proprie
strade
Tuttavia questo fenomeno non è stato una costante e non è provato che la
presenza di una pieve, se attestata nel pieno medioevo, provi automaticamente il
passaggio presso la struttura stessa di un percorso antichissimo.
!
Anche quando la direttrice è attestata, si ha l’impressione che più che stabili
assi di percorrenza si trattasse - nel Medioevo - di una rete di mulattiere e
sentieri di diversa rilevanza, per lo più noti agli abitanti e ai signori locali e
ricchi di diramazioni e di percorsi alternativi, su cui non è assolutamente
corretto proporre alcuna ipotesi di continuità d’uso per un periodo così ampio
come quello che separa la preistoria al medioevo.
Via Aemilia Scauri
Strada fatta costruire dal censore Marco Emilio Scauro nel 109 a.C. (dopo la
deduzione della colonia di Luni 177 a.C.)
!
Secondo Strabone la via raggiungeva Vada Sabatia (Vado Ligure SV)partendo
da Luna (Luni). Non costituiva la prosecuzione della Via Aurelia, che si fermava
a Pisa, ma integrava i collegamenti viari terrestri tra Roma e le Gallie verso la
Liguria di levante e di ponente.
!
Riguardo al percorso tra Luni e Genova si hanno solo alcuni punti di passaggio
obbligato in ambito montano, ma non esistono (a parte nelle stesse Luni e
Genova), tracce di strade carreggiabili databili all’età romana: di conseguenza è
estremamente probabile che il percorso fosse costituito quasi esclusivamente da
mulattiere, che non hanno lasciato tracce facilmente identificabili e ancor meno
databili.
Via Clodia Nova
183 a.C. fatta dal console M. Claudio Marcello, partiva da
Lucca, risaliva la media e alta valle del Serchio, fino a Piazza
al Serchio, da dove proseguiva verso nord e verso Luni,
valicando probabilmente il passo di Tea.!
Dalla toponomastica attuale si riconosce solo il primo tratto
dalla porta settentrionale di Lucca in direzione di: Sesto
Moriano (sextum), Valdottavo (octavum) e Diecimo (decimum).
Via Scauri/Aurelia 2
56 a.C. il figlio del censore Marco Emilio Scauro (anch'egli di
nome Marco Emilio Scauro), pretore, creò il collegamento tra
Lucca e Luni, che collegava Lucca a Camaiore (Campus
Major) via Ripafratta e a Massa, seguendo un percorso
collinare. !
Chiamata spesso per errore Via Scauri o Via Aurelia
Tabula Peutingeriana
copia del XII-XIII secolo di un'antica carta romana che
mostrava le vie militari dell’Impero!
probabilmente basata sulla carta del mondo preparata da
Marco Vipsanio Agrippa (64 a.C. - 12 a.C.), forse finalizzata
ad illustrare la rete viaria pubblica dotata di stazioni di posta,
riordinata da Augusto e dopo la sua morte incisa nel marmo e
posta sotto la Porticus Vipsaniæ, lungo la Via Flaminia.
Tabula Peutingeriana
Pars IV!
Segmentum IV;
Rappresentazione
delle zone
Apuane; indicate
le colonie di Pisa,
Lucca, Luni; il
tratto Pisa-Luni
non è ancora
collegato.!
www.hs-augsburg.de/~harsch/Chronologia/Lspost03/Tabula/tab_pe04.html
Dubbi
Fossis Papirianis: ablativo di stazionamento, zona non facilmente valicabile,
probabilmente perché paludosa; zona Versilia-lago di Massaciuccoli!
!
Ad Taberna Frigida: nel 1950 rinvenimento, nell’area antistante l’attuale chiesa,
di tre selciati romani sovrapposti, fondazioni murarie e frammenti di lapidi
romane e medioevali. L’ospedale medievale serviva di appoggio all’unico
ponte che attraversava il fiume Frigido è ricordato per la prima volta nel 1191!
!
Boron: luogo ignoto, per alcuni il Passo del Bracco!
!
Foro Clodi: da non confondersi con Forum Clodii (lago di Bracciano); da alcuni
identificato con Fivizzano
Ad Taberna Frigida
Fossis Papirianis
Luni
Foro Clodi?
Fonti successive
!
Cosmographia dell’anonimo Ravennate, fonte di età bizantina (VII sec.)
Ripresa dalla Geographia di Guido (da Pisa) nel XII secolo.
!
Registrano registra le modifiche alla rete romana nella tarda antichità
!
Nella Geographia di Guido la sequenza è le seguente: Pisa, Fossis Paparianis,
Tuberna Frigida, Lune, Pulion (Pullion), Vigola (Bigola), Rubra, Cornelia
(Cornelium), Cebula, Munecia (Vulnecia), Boron, Rexum (Bexum), Turres, Statine
(Stacile), Appennina.
!
!
J. Schnetz, Itineraria Romana, Volumen Alterum, Ravennatis Cosmographia et Guidonis Geographica, Leipzig 1940
Molte incertezze
Lune (Luni)
Pullion
Bibola —> Bibola
Rubra —-> Terrarossa?
Cornelia —> Cornia (Zignago) ?
Cebula —> Ceula-Levanto?
Vulnecia
Boron
Bexum
Turres —>Torresana, Borgo Val di Taro?
Stacile
Apennina —> Passo delle Cento Croci ?
La Francigena
Detta Francigena, Francisca, Francesca o Romea
Un fascio di vie che conducevano dall'Europa centrale (Francia) a Roma
Fine X: Sigerico, arcivescovo di Canterbury, di ritorno da Roma dove ha
ricevuto il Pallio descrive le 79 tappe del suo itinerario di ritorno: XXVI Luca;
XXVII Campmaior; XXVIII Luna; XXIX Scte Stephane; XXX Aguilla;
XXXI Puntremel; XXXII Scte Benedicte (Montelungo);
1152-1153 Itinerario di Nikulás da Munkathvera dall’Islanda alla Terra Santa:
poi viene Luni [..] e a Luni ci si collega con gli itinerari dalla Spagna e di
Santiago di Compostella [..] Cè una giornata di cammino da Luni a Lucca
!
Fidenza
Borgo Val di Taro
Crucis markaðr (?)
Frackaskáli (?)
Pontremoli
Mariogilldi (?)
Santo Stefano di Magra
Marioborg (?)
Luni
Kjóformunt (?)
Lucca
Caratteristiche
Prime attestazioni in un contesto di pellegrinaggio!
ma anche in un periodo storico di rinascita dei mercati, delle
città, dei circuiti di scambio marittimi e terrestri!
Fascio di percorsi diversi che però in Lunigiana si restringe in
un asse principale con diverse vie minori che dai crinali si
congiungono al fondovalle!
Poli: Passo della Cisa/Monte Bardone; Pontremoli; Aulla;
Santo Stefano; Sarzana / Luni
Il Labirinto di Pontremoli
(XII?)
Lastra di arenaria di
circa 83x60
cm., labirinto
sovrastato da due
figure umane a
cavallo non speculari,
quella di destra ha
infatti un
prolungamento
trapezoidale sotto la
pancia del cavallo, e
un’entità
apparentemente
alata dietro le spalle.
A sinistra del
labirinto c’è un
Ouroboro, a destra
c’è invece una forma
indistinta. In basso,
una scritta recita “Sic
currite ut
comprehendatis”
(Paolo, prima lettera
ai Corinzi) probabile
aggiunta posteriore
come IHS, nel
centro del labirinto
stesso.
Tracce
Ospedali!
Chiese e monasteri!
Attestazioni dirette nei documenti: diplomi (Federico I e
Federico II), trattati, cronache!
Pedaggi
Federico I
L'imperatore è a Pontremoli nel 1160, programma un trasferimento da
Parma a Sarzana nella primavera del 1164 e attraversa il passo, anche se con
difficoltà, nel settembre 1167.
Presenza estremamente gravida di conseguenze per tutte le potenze locali
che qui avevano un controllo diretto sulla Francigena: il vescovo di Luni, i
signori Malaspina e da Vezzano, i comuni di Pontremoli e Sarzana ricevono
concessioni e conferme di grande portata, mai prima registrate nella storia
della regione.
Tra 1154 e 1185, infatti, è concentrata la maggior parte dei diplomi
imperiali relativi alla Lunigiana, 8 contro i 13 complessivi emanati tra l’inizio
del secolo XI e la metà del Duecento
Federico I
1° febbraio del 1167 Federico concede ai pontremolesi le regalie per il
territorio che circondava l'abitato e soprattutto la riscossione del pedaggio. In
cambio l'imperatore richiede il pagamento periodico di 50 lire, da sostituirsi
esclusivamente per l'anno in corso con la fornitura di cento uomini per quattro
mesi, in sostegno alla sua spedizione romana.
Chiaro il tentativo di spostare, su un fronte favorevole all'impero, un
comune che è invece alleato da sempre con l'ostile Piacenza,
Sette mesi più tardi quando, con un esercito decimato dalla febbre, deve
passare la Cisa, e si trova il passo sbarrato proprio dai Pontremolesi.
Avvicinandosi alla località che si chiama Pontremoli e avendo disposto di transitare per
il suo suburbio, i Pontremolesi non gli permisero assolutamente di passare per la loro terra.
L'imperatore, non potendo passare di lì contro la loro volontà a causa della morfologia dei
luoghi e perché i suoi erano pochi, rasati e infermi, essendo già transitato da questa parte
del castello che si chiama Malnido (Villafranca), volse verso il mare, affrettando il viaggio
per la terra del marchese Opizzo Malaspina, sotto la guida del marchese stesso (De rebus
Laudensibus)
Federico I e il vescovo
1162: disegno di creare un comitatus di Luni
1183 elevazione a comes del prelato lunense
Federico gli conferisce e gli conferma il comitatum lunensem cum omni
integritate honoris sui, il ripatico dei porti di Luni e di Ameglia e il pedaggio
sulla via Francigena secundum quod habere consuevit.
1185 conferma: et nominatim civitatem Lunensem cum fossati et suburbiis et
suburbanis suis, cum ripa et theloneo atque mercato, banno et pedagio, iusticia atque
guidatico a Lavello et per totam terram et episcopatui eidem et ecclesie attinentem, et
plateam que est inter murum civitatis et mare, et edificium quod circulum vocatur
atque arenam.
Il dato relativo al pedaggio e al guidatico è inserito in un discorso
prettamente urbano. La frase per totam terram et episcopatui eidem et ecclesie
attinentem non si riferisce all'intera diocesi-contea, ma al distretto della pieve
urbana e ai vari possedimenti e diritti acquisiti fino ad allora dal vescovo, dentro
o fuori l'ambito diocesano.
Altri pedaggi
1163 i Sarzanesi ottengono l’esenzione dal pagamento del ripatico, che
spetta al prelato lunense;
1164 Opizzo Malaspina riceve la conferma di tutti i suoi possedimenti
tra cui il pedaggio che riscuote presso Villafranca;
1167 Pontremoli conquista le regalie e il pedaggio entro il suo distretto;
1175 Guglielmo Bianco dei signori di Vezzano ottiene il diritto di
esigere un pedaggio di 12 denari imperiali per soma e 6 per fardello nel
borgo di S. Stefano o in qualunque altro punto da Sarzana a S. Stefano a
sua scelta.
Altre “potenze” interessate: Genova, Lucca, Pisa
Dalla “rapina” alle “volte”
1167 Annales Placentini Gibellini, Federico I torna a nord e passa in Lunigiana
chiedendo aiuto a Obizzo Malaspina
Interea descendit super eos (l’esercito di Federico) pluvia que appellatur bazobo
mense Augusti. Unde magna copia exercitus imperatoris infirmata obiit. Imperator
autem cum illis qui supervixerunt motis castris per Tusciam et montaneas Placentie
cum marchione Malaspina Papiam accessit. Cum autem imperator per montaneas
marchionis transierat videndo eas tam aspera et erectas, dixit ipsi marchioni, quomodo
vivebat in illis partibus ubi nil fertilitatis esse videbatur. Marchio autem respondit ei,
quod vivebat et se fovebat de voltis
Dalla “rapina” alle “volte”
Pertz: ipotesi voltis = raptibus, radice comune a quella del francese voleur, ladro
Volpe: signori lunigianesi, «tutti quanti, grandi e mezzani, usi alla rapina, come
all’esercizio di un diritto, certo come a mezzo di vita»
Formentini: voltis = volte mercantili, magazzini
Salvatori: voltis da vultaticum o volutaticum, una tassa che originariamente veniva
richiesta ai carri di passaggio sulla vie pubbliche e che in questo contesto viene da
Opizzo utilizzata come sinonimo di “pedaggio”
Oggetti di privilegio, compravendita, prestito, scambio:
le tasse sul transito delle mercanzie, raccolte in numerosi punti della
ragnatela stradale lunigianese, sono indubbiamente uno dei motori economici
più importanti e ambiti della zona.
Luoghi della politica
Il controllo di una via di comunicazione significa anche avere la possibilità
di disturbare i traffici e quindi di operare un ricatto, economico o politico.
1132, Lotario III ca Lucca: Ordiniamo inoltre che i mercanti che percorrono
la strada da Luni a Lucca non possano essere impediti da alcuno o condotti verso
altra destinazione o distratti dal tragitto, ma che debbano arrivare fino a Lucca in
sicurezza e senza impedimento alcuno
1153, trattato tra Genova e Pontremoli. Genova si impegna a preservare la
sicurezza delle comunicazioni tra la costa e la cittadina appenninica
costringendo alcuni domini della Liguria orientale a giurare il rispetto dei
viandanti.
1162 L’imperatore Federico Barbarossa chiede un analogo impegno al
vescovo di Luni, al marchese Obizzo Malaspina e ai conti di Lavagna nei
confronti dei Pisani, a cui assicura la tutela delle persone e delle mercanzie in
transito nei rispettivi distretti.
Politica ed economia
Le forze signorili lunigianesi così come i borghi e le quasi città e infine il
vescovo appaiono tutti fortemente impegnati a ottenere un controllo delle vie
di comunicazione, che si traduce
nell’esazione dei dazi
nell’esercizio della violenza/ordine
ricatto/ritorsione;
blocco
esercizio della giustizia (vescovo)
Strade e castelli
1197 Bernardino di Guido da Erberia, futuro podestà dei Bianchi, giura al
vescovo di Luni Gualtiero di non violare più la strada e di non farla violare da
persona soggetta, né offendere alcun chierico o converso o pellegrino o
mercante, nell’avere e nella persona.
Nel medesimo atto Bernardino promette anche di non impedire al prelato
di elevare castelli e rocche da Carrara in su e dai monti al mare.
!
Quale relazione tra l’incastellamento e il controllo della strada?
Bibliografia
Tiziano Mannoni, ‘Insediamenti e viabilità tra Magra e Vara in base ai dati archeologici’, Quaderni del
centro studi lunensi, II (1977), pp. 35–42.!
Fabio Baroni, ‘Viabilità di montagna e politica stradale nel medioevo in Lunigiana, Garfagnana e
Appennino emiliano’, in ‘Viabilità di montagna e politica stradale nel medioevo in Lunigiana,
Garfagnana e Appennino emiliano’, L’abbazia di Linari tra Lunigiana ed Emilia. Atti del convegno
(Felina, 2000) pp. 13–21.!
Enrica Salvatori, ‘La Francigena nella Lunigiana medievale: una strada da percorrere?’, in Roberto
Greci, ed., Studi sull’Emilia occidentale nel Medioevo (CLUEB: Bologna, 2001) pp. 177–203.!
Enrica Salvatori, ‘Presenze ospedaliere in Lunigiana’, in ‘Presenze ospedaliere in Lunigiana’, Riviera di
Levante tra Emilia e Toscana: un crocevia per l’ordine di San Giovanni. Atti del convegno (Istituto
Internazionale di Studi Liguri: Genova, 2001) pp. 189–222.!
Enrica Salvatori, ‘Tra malandrini e caravanserragli: l’economia della Lunigiana medievale alla luce di
alcune recenti pubblicazioni’, Bollettino Storico Pisano, LXX (2001), pp. 311–322.

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La viabilità nella Lunigiana medievale

  • 1. La viabilità! Storia degli Insediamenti ! Enrica Salvatori - a.a. 2013-2014 - Pisa
  • 2. Continuità / Discontinuità In passato il raccordo tra preistoria, antichità e medioevo è stato individuato, in Lunigiana e nella Liguria di Levante, in due importanti strutture: le strade e le pievi. 
 In sostanza da un lato si datavano alcuni percorsi appenninici all’età del Bronzo e si presumeva la loro persistenza, pressoché stabile, in età antica e poi nel tempo fino alla creazione delle carrozzabili per veicoli a motore; 
 dall’altro lato si riteneva l’ambito di pertinenza della pieve come erede prima del vicus ligure e poi del pagus romano. 
 Oggi per entrambe le questioni il discorso si è fatto molto più sfumato e denso di punti critici.
  • 3. Continuità / Discontinuità ! Le strade sono indubbiamente strutture di lunga durata e i Romani hanno spesso utilizzato i percorsi protostorici per ricostruire o riadattare le proprie strade Tuttavia questo fenomeno non è stato una costante e non è provato che la presenza di una pieve, se attestata nel pieno medioevo, provi automaticamente il passaggio presso la struttura stessa di un percorso antichissimo. ! Anche quando la direttrice è attestata, si ha l’impressione che più che stabili assi di percorrenza si trattasse - nel Medioevo - di una rete di mulattiere e sentieri di diversa rilevanza, per lo più noti agli abitanti e ai signori locali e ricchi di diramazioni e di percorsi alternativi, su cui non è assolutamente corretto proporre alcuna ipotesi di continuità d’uso per un periodo così ampio come quello che separa la preistoria al medioevo.
  • 4. Via Aemilia Scauri Strada fatta costruire dal censore Marco Emilio Scauro nel 109 a.C. (dopo la deduzione della colonia di Luni 177 a.C.) ! Secondo Strabone la via raggiungeva Vada Sabatia (Vado Ligure SV)partendo da Luna (Luni). Non costituiva la prosecuzione della Via Aurelia, che si fermava a Pisa, ma integrava i collegamenti viari terrestri tra Roma e le Gallie verso la Liguria di levante e di ponente. ! Riguardo al percorso tra Luni e Genova si hanno solo alcuni punti di passaggio obbligato in ambito montano, ma non esistono (a parte nelle stesse Luni e Genova), tracce di strade carreggiabili databili all’età romana: di conseguenza è estremamente probabile che il percorso fosse costituito quasi esclusivamente da mulattiere, che non hanno lasciato tracce facilmente identificabili e ancor meno databili.
  • 5. Via Clodia Nova 183 a.C. fatta dal console M. Claudio Marcello, partiva da Lucca, risaliva la media e alta valle del Serchio, fino a Piazza al Serchio, da dove proseguiva verso nord e verso Luni, valicando probabilmente il passo di Tea.! Dalla toponomastica attuale si riconosce solo il primo tratto dalla porta settentrionale di Lucca in direzione di: Sesto Moriano (sextum), Valdottavo (octavum) e Diecimo (decimum).
  • 6. Via Scauri/Aurelia 2 56 a.C. il figlio del censore Marco Emilio Scauro (anch'egli di nome Marco Emilio Scauro), pretore, creò il collegamento tra Lucca e Luni, che collegava Lucca a Camaiore (Campus Major) via Ripafratta e a Massa, seguendo un percorso collinare. ! Chiamata spesso per errore Via Scauri o Via Aurelia
  • 7. Tabula Peutingeriana copia del XII-XIII secolo di un'antica carta romana che mostrava le vie militari dell’Impero! probabilmente basata sulla carta del mondo preparata da Marco Vipsanio Agrippa (64 a.C. - 12 a.C.), forse finalizzata ad illustrare la rete viaria pubblica dotata di stazioni di posta, riordinata da Augusto e dopo la sua morte incisa nel marmo e posta sotto la Porticus Vipsaniæ, lungo la Via Flaminia.
  • 8. Tabula Peutingeriana Pars IV! Segmentum IV; Rappresentazione delle zone Apuane; indicate le colonie di Pisa, Lucca, Luni; il tratto Pisa-Luni non è ancora collegato.! www.hs-augsburg.de/~harsch/Chronologia/Lspost03/Tabula/tab_pe04.html
  • 9. Dubbi Fossis Papirianis: ablativo di stazionamento, zona non facilmente valicabile, probabilmente perché paludosa; zona Versilia-lago di Massaciuccoli! ! Ad Taberna Frigida: nel 1950 rinvenimento, nell’area antistante l’attuale chiesa, di tre selciati romani sovrapposti, fondazioni murarie e frammenti di lapidi romane e medioevali. L’ospedale medievale serviva di appoggio all’unico ponte che attraversava il fiume Frigido è ricordato per la prima volta nel 1191! ! Boron: luogo ignoto, per alcuni il Passo del Bracco! ! Foro Clodi: da non confondersi con Forum Clodii (lago di Bracciano); da alcuni identificato con Fivizzano
  • 10. Ad Taberna Frigida Fossis Papirianis Luni Foro Clodi?
  • 11. Fonti successive ! Cosmographia dell’anonimo Ravennate, fonte di età bizantina (VII sec.) Ripresa dalla Geographia di Guido (da Pisa) nel XII secolo. ! Registrano registra le modifiche alla rete romana nella tarda antichità ! Nella Geographia di Guido la sequenza è le seguente: Pisa, Fossis Paparianis, Tuberna Frigida, Lune, Pulion (Pullion), Vigola (Bigola), Rubra, Cornelia (Cornelium), Cebula, Munecia (Vulnecia), Boron, Rexum (Bexum), Turres, Statine (Stacile), Appennina. ! ! J. Schnetz, Itineraria Romana, Volumen Alterum, Ravennatis Cosmographia et Guidonis Geographica, Leipzig 1940
  • 12. Molte incertezze Lune (Luni) Pullion Bibola —> Bibola Rubra —-> Terrarossa? Cornelia —> Cornia (Zignago) ? Cebula —> Ceula-Levanto? Vulnecia Boron Bexum Turres —>Torresana, Borgo Val di Taro? Stacile Apennina —> Passo delle Cento Croci ?
  • 13. La Francigena Detta Francigena, Francisca, Francesca o Romea Un fascio di vie che conducevano dall'Europa centrale (Francia) a Roma Fine X: Sigerico, arcivescovo di Canterbury, di ritorno da Roma dove ha ricevuto il Pallio descrive le 79 tappe del suo itinerario di ritorno: XXVI Luca; XXVII Campmaior; XXVIII Luna; XXIX Scte Stephane; XXX Aguilla; XXXI Puntremel; XXXII Scte Benedicte (Montelungo); 1152-1153 Itinerario di Nikulás da Munkathvera dall’Islanda alla Terra Santa: poi viene Luni [..] e a Luni ci si collega con gli itinerari dalla Spagna e di Santiago di Compostella [..] Cè una giornata di cammino da Luni a Lucca
  • 14. ! Fidenza Borgo Val di Taro Crucis markaðr (?) Frackaskáli (?) Pontremoli Mariogilldi (?) Santo Stefano di Magra Marioborg (?) Luni Kjóformunt (?) Lucca
  • 15. Caratteristiche Prime attestazioni in un contesto di pellegrinaggio! ma anche in un periodo storico di rinascita dei mercati, delle città, dei circuiti di scambio marittimi e terrestri! Fascio di percorsi diversi che però in Lunigiana si restringe in un asse principale con diverse vie minori che dai crinali si congiungono al fondovalle! Poli: Passo della Cisa/Monte Bardone; Pontremoli; Aulla; Santo Stefano; Sarzana / Luni
  • 16. Il Labirinto di Pontremoli (XII?) Lastra di arenaria di circa 83x60 cm., labirinto sovrastato da due figure umane a cavallo non speculari, quella di destra ha infatti un prolungamento trapezoidale sotto la pancia del cavallo, e un’entità apparentemente alata dietro le spalle. A sinistra del labirinto c’è un Ouroboro, a destra c’è invece una forma indistinta. In basso, una scritta recita “Sic currite ut comprehendatis” (Paolo, prima lettera ai Corinzi) probabile aggiunta posteriore come IHS, nel centro del labirinto stesso.
  • 17. Tracce Ospedali! Chiese e monasteri! Attestazioni dirette nei documenti: diplomi (Federico I e Federico II), trattati, cronache! Pedaggi
  • 18. Federico I L'imperatore è a Pontremoli nel 1160, programma un trasferimento da Parma a Sarzana nella primavera del 1164 e attraversa il passo, anche se con difficoltà, nel settembre 1167. Presenza estremamente gravida di conseguenze per tutte le potenze locali che qui avevano un controllo diretto sulla Francigena: il vescovo di Luni, i signori Malaspina e da Vezzano, i comuni di Pontremoli e Sarzana ricevono concessioni e conferme di grande portata, mai prima registrate nella storia della regione. Tra 1154 e 1185, infatti, è concentrata la maggior parte dei diplomi imperiali relativi alla Lunigiana, 8 contro i 13 complessivi emanati tra l’inizio del secolo XI e la metà del Duecento
  • 19. Federico I 1° febbraio del 1167 Federico concede ai pontremolesi le regalie per il territorio che circondava l'abitato e soprattutto la riscossione del pedaggio. In cambio l'imperatore richiede il pagamento periodico di 50 lire, da sostituirsi esclusivamente per l'anno in corso con la fornitura di cento uomini per quattro mesi, in sostegno alla sua spedizione romana. Chiaro il tentativo di spostare, su un fronte favorevole all'impero, un comune che è invece alleato da sempre con l'ostile Piacenza, Sette mesi più tardi quando, con un esercito decimato dalla febbre, deve passare la Cisa, e si trova il passo sbarrato proprio dai Pontremolesi. Avvicinandosi alla località che si chiama Pontremoli e avendo disposto di transitare per il suo suburbio, i Pontremolesi non gli permisero assolutamente di passare per la loro terra. L'imperatore, non potendo passare di lì contro la loro volontà a causa della morfologia dei luoghi e perché i suoi erano pochi, rasati e infermi, essendo già transitato da questa parte del castello che si chiama Malnido (Villafranca), volse verso il mare, affrettando il viaggio per la terra del marchese Opizzo Malaspina, sotto la guida del marchese stesso (De rebus Laudensibus)
  • 20. Federico I e il vescovo 1162: disegno di creare un comitatus di Luni 1183 elevazione a comes del prelato lunense Federico gli conferisce e gli conferma il comitatum lunensem cum omni integritate honoris sui, il ripatico dei porti di Luni e di Ameglia e il pedaggio sulla via Francigena secundum quod habere consuevit. 1185 conferma: et nominatim civitatem Lunensem cum fossati et suburbiis et suburbanis suis, cum ripa et theloneo atque mercato, banno et pedagio, iusticia atque guidatico a Lavello et per totam terram et episcopatui eidem et ecclesie attinentem, et plateam que est inter murum civitatis et mare, et edificium quod circulum vocatur atque arenam. Il dato relativo al pedaggio e al guidatico è inserito in un discorso prettamente urbano. La frase per totam terram et episcopatui eidem et ecclesie attinentem non si riferisce all'intera diocesi-contea, ma al distretto della pieve urbana e ai vari possedimenti e diritti acquisiti fino ad allora dal vescovo, dentro o fuori l'ambito diocesano.
  • 21. Altri pedaggi 1163 i Sarzanesi ottengono l’esenzione dal pagamento del ripatico, che spetta al prelato lunense; 1164 Opizzo Malaspina riceve la conferma di tutti i suoi possedimenti tra cui il pedaggio che riscuote presso Villafranca; 1167 Pontremoli conquista le regalie e il pedaggio entro il suo distretto; 1175 Guglielmo Bianco dei signori di Vezzano ottiene il diritto di esigere un pedaggio di 12 denari imperiali per soma e 6 per fardello nel borgo di S. Stefano o in qualunque altro punto da Sarzana a S. Stefano a sua scelta. Altre “potenze” interessate: Genova, Lucca, Pisa
  • 22. Dalla “rapina” alle “volte” 1167 Annales Placentini Gibellini, Federico I torna a nord e passa in Lunigiana chiedendo aiuto a Obizzo Malaspina Interea descendit super eos (l’esercito di Federico) pluvia que appellatur bazobo mense Augusti. Unde magna copia exercitus imperatoris infirmata obiit. Imperator autem cum illis qui supervixerunt motis castris per Tusciam et montaneas Placentie cum marchione Malaspina Papiam accessit. Cum autem imperator per montaneas marchionis transierat videndo eas tam aspera et erectas, dixit ipsi marchioni, quomodo vivebat in illis partibus ubi nil fertilitatis esse videbatur. Marchio autem respondit ei, quod vivebat et se fovebat de voltis
  • 23. Dalla “rapina” alle “volte” Pertz: ipotesi voltis = raptibus, radice comune a quella del francese voleur, ladro Volpe: signori lunigianesi, «tutti quanti, grandi e mezzani, usi alla rapina, come all’esercizio di un diritto, certo come a mezzo di vita» Formentini: voltis = volte mercantili, magazzini Salvatori: voltis da vultaticum o volutaticum, una tassa che originariamente veniva richiesta ai carri di passaggio sulla vie pubbliche e che in questo contesto viene da Opizzo utilizzata come sinonimo di “pedaggio” Oggetti di privilegio, compravendita, prestito, scambio: le tasse sul transito delle mercanzie, raccolte in numerosi punti della ragnatela stradale lunigianese, sono indubbiamente uno dei motori economici più importanti e ambiti della zona.
  • 24. Luoghi della politica Il controllo di una via di comunicazione significa anche avere la possibilità di disturbare i traffici e quindi di operare un ricatto, economico o politico. 1132, Lotario III ca Lucca: Ordiniamo inoltre che i mercanti che percorrono la strada da Luni a Lucca non possano essere impediti da alcuno o condotti verso altra destinazione o distratti dal tragitto, ma che debbano arrivare fino a Lucca in sicurezza e senza impedimento alcuno 1153, trattato tra Genova e Pontremoli. Genova si impegna a preservare la sicurezza delle comunicazioni tra la costa e la cittadina appenninica costringendo alcuni domini della Liguria orientale a giurare il rispetto dei viandanti. 1162 L’imperatore Federico Barbarossa chiede un analogo impegno al vescovo di Luni, al marchese Obizzo Malaspina e ai conti di Lavagna nei confronti dei Pisani, a cui assicura la tutela delle persone e delle mercanzie in transito nei rispettivi distretti.
  • 25. Politica ed economia Le forze signorili lunigianesi così come i borghi e le quasi città e infine il vescovo appaiono tutti fortemente impegnati a ottenere un controllo delle vie di comunicazione, che si traduce nell’esazione dei dazi nell’esercizio della violenza/ordine ricatto/ritorsione; blocco esercizio della giustizia (vescovo)
  • 26. Strade e castelli 1197 Bernardino di Guido da Erberia, futuro podestà dei Bianchi, giura al vescovo di Luni Gualtiero di non violare più la strada e di non farla violare da persona soggetta, né offendere alcun chierico o converso o pellegrino o mercante, nell’avere e nella persona. Nel medesimo atto Bernardino promette anche di non impedire al prelato di elevare castelli e rocche da Carrara in su e dai monti al mare. ! Quale relazione tra l’incastellamento e il controllo della strada?
  • 27. Bibliografia Tiziano Mannoni, ‘Insediamenti e viabilità tra Magra e Vara in base ai dati archeologici’, Quaderni del centro studi lunensi, II (1977), pp. 35–42.! Fabio Baroni, ‘Viabilità di montagna e politica stradale nel medioevo in Lunigiana, Garfagnana e Appennino emiliano’, in ‘Viabilità di montagna e politica stradale nel medioevo in Lunigiana, Garfagnana e Appennino emiliano’, L’abbazia di Linari tra Lunigiana ed Emilia. Atti del convegno (Felina, 2000) pp. 13–21.! Enrica Salvatori, ‘La Francigena nella Lunigiana medievale: una strada da percorrere?’, in Roberto Greci, ed., Studi sull’Emilia occidentale nel Medioevo (CLUEB: Bologna, 2001) pp. 177–203.! Enrica Salvatori, ‘Presenze ospedaliere in Lunigiana’, in ‘Presenze ospedaliere in Lunigiana’, Riviera di Levante tra Emilia e Toscana: un crocevia per l’ordine di San Giovanni. Atti del convegno (Istituto Internazionale di Studi Liguri: Genova, 2001) pp. 189–222.! Enrica Salvatori, ‘Tra malandrini e caravanserragli: l’economia della Lunigiana medievale alla luce di alcune recenti pubblicazioni’, Bollettino Storico Pisano, LXX (2001), pp. 311–322.