2. Santa Maria di Piedigrotta: una semplice ricchezza Immersa nel traffico della vicina Piazza Sannazzaro e vicina all'ingresso della caotica galleria di Fuorigrotta, si ergesilenziosa e dimessa la chiesa di Santa Maria di Piedigrotta. La facciata è cadenzata da pilastri con capitelli articolati e termina con un timpano triangolare. L'interno, a croce latina,non è molto armonico a causa delle molteplici rielaborazioni che ha subito nel corso del tempo. Sull'altare maggiore si trova la statua lignea della Madonna di Piedigrotta, scolpita tra il 1130 e il 1330 da un artista sconosciuto molto influenzato dallo stile dello scultore senese Tino di Camaino. Nella seconda cappella a destra è possibile apprezzare la famosa tavola che ritrae la Piet à tra la Madonna del latte e Sant'Antonio da Padova, della met à del XV secolo, di impronta tipicamente fiamminga. Tra i dipinti interessanti segnaliamo la Madonna di Piedigrotta con i santi Gennaro, Biagio e Ubaldo e il Cristo risorto che appare alla Vergine, capolavori di Fabrizio Santafede della fine del XVI secolo, lo Sposalizio della Vergine, ad opera di Paolo Domenico Finoglia, la Morte di Sant'Agostino, di Giuseppe Mancinelli nel 1859 e i bellissimi affreschi eseguiti da Belisario Corenzio nella cappella di San Lazzaro. Nel 1453 la chiesa venne concessa da Alfonso d'Aragona ai canonici lateranensi. Nel 1560 cominciò la riedificazione della chiesa: la pianta fu stravolta e l'ingresso venne dislocato nella nuova facciata rivolta verso la citt à . L'interno della struttura venne restaurato di nuovo tra il 1809 e il 1824 e la volta fu ridipinta da Gaetano Gigante con Storie della vita di Ges ù e di Maria e Figure allegoriche. In questo stesso periodo vennero anche effettuati gli stucchi della navata e gli arredi lignei della sacrestia. L'ultimo intervento di costruzione della chiesa avvenne nel 1853 quando Ferdinando II di Borbone fece innalzare l'odierna facciata commissionando il progetto all'architetto Errico Alvino. Il centro della festa di Piedigrotta La chiesa, da principio dedicata alla Nativit à di Maria, fu costruita nel 1352 sull'area di una gi à esistente cappella edificata dai pescatori di Mergellina. In epoca angioina, grazie alla considerevole diffusione del culto mariano, la chiesa di Santa Maria di Piedigrotta divenne il fulcro di una rinomata festa popolare, celebrata l'8 settembre. Piedigrotta è sempre stata la festa pi ù amata dai napoletani: ha origini antichissime, risalenti ai ai baccanali erotici che si celebravano nella vicina Cripta Neapolitana intorno al simulacro del dio Priapo. Con il cristianesimo la cappella pagana fu sostituita dalla Chiesa di Piedigrotta dove fu posta la statua della Vergine che, secondo la leggenda, fu trovata seguendo le indicazioni che la Madonna aveva dato in sogno a tre differenti persone, l ’ 8 settembre del 1353. Da quel momento la Chiesa di Piedigrotta divenne il centro di una festa amata da popolo e nobili: Angioini, Aragonesi, ma soprattutto i Borboni, fecero della "Parata di Piedigrotta" un momento di festa, ideale per far dimenticare ai napoletani tutti i guai e la povert à . Per nove sabati gruppi di devoti arrivavano a Napoli in pellegrinaggio per chiedere miracoli o ringraziare la Madonna. Si pregava, si mangiava, si cantava, si ballava prima dell'arrivo dell'inverno. Nel 1835 Piedigrotta diventò una festa dedicata alla musica; da qui le canzoni napoletane iniziarono a farsi conoscere nel mondo. “ Io te voglio bbene assaje ” e “ Fenesta vascia", “ Michelemm à” è “ ‘ O Sole mio ” sono state cantate durante Piedigrotta. Dopo una lenta decadenza, da alcuni anni la tradizione della festa di Piedigrotta è ricominciata, anche se è lontana dagli antichi fasti. Le tombe di Virgilio e Leopardi Proprio vicino alla Chiesa di Piedigrotta si trova, un po' nascosto, il parco ospita le tombe di Virgilio e Leopardi. Quest'area è pervasa da un'atmosfera solenne sospesa nel tempo grazie alla presenza del Sepolcro di Virgilio che spicca su un alto banco di tufo e che assomiglia ai monumenti funerari romani della zona campana. La camera funeraria che si trova al suo interno, possiede dieci nicchie ed è coperta da volta a botte con tre piccole aperture da cui filtra la luce. In verit à si tratta di un colombario romano di una sconosciuta famiglia di epoca augustea, ma la leggendaria tradizione racconta che qui siano custodite le spoglie mortali di Virgilio, che per molto tempo abitò a Napoli. A destra della tomba è posizionato l'ingresso della Crypta Neapolitana, l'antica grotta desiderata da Virgilio ed edificata probabilmente da Cocceius alla fine dell'et à repubblicana per facilitare la comunicazione tra Napoli e Pozzuoli. La grotta, lunga 705 metri e attualmente inaccessibile a causa dei frequenti restauri ed ampliamenti, ha perso il suo aspetto autentico. All'interno vi sono custoditi affreschi trecenteschi e frammenti dell'antico tempietto di Santa Maria dell'Idra. Di sicuro incrementa il fascino del luogo la tomba di Giacomo Leopardi, sistemata nella seconda rampa del parco negli anni Trenta. Il monumento custodisce gelosamente le spoglie del malinconico poeta di Recanati, che in precedenza erano conservate nel pronao della chiesa di San Vitale a Fuorigrotta.
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48. Abbiamo visitato insieme un altro gioiello. Visto la morfologia esterna devo lottare per spiegare che la Chiesa in questione è Medioevale ovviamente un po’ rivisitata nei secoli e dalle dominazioni subite.Per chi non mi crede c’è Internet. A presto Antonio [email_address]