Studio di fattibilità per un progetto di riassettto territoriale delle aree periurbane della bassa Valmarecchia al fine di definire il recupero ambientale delle cave In.Cal System e Adria Scavi nel fiume Marecchia
Recupero ambientale delle cave In.Cal System e Adria Scavi
1.
2. LE MOTIVAZIONI DELLO STUDIO
Lo studio denominato “Riassetto territoriale delle aree periurbane della bassa
Valmarecchia al fine di definire il recupero ambientale delle cave In.Cal. Sistem e
Adriascavi nel Fiume Marecchia” è redatto ai sensi dell’Art. 49 della L.R. 20/2000), con gli
scopi dettagliatamente predefiniti all’interno del “Programma di lavoro”, in attuazione della
convenzione sottoscritta in data 16 aprile 2003 tra Regione Emilia-Romagna, Comune di
Rimini e Comune di Santarcangelo di Romagna.
L’obiettivo strategico del programma di lavoro
Nel contesto dell’asta fluviale del Marecchia nonché del sistema di comunicazione dei
territori comunali interessati, il progetto di qualificazione naturalistico-ambientale delle
aree di ex cava si inserisce in un sistema più generale di recupero di aree marginali fino
ad ora poco considerate rientranti nell’ ambito di riferimento del Fiume Marecchia dalla
foce fino al limite più interno in località Ponte Verucchio. Queste aree fino ad ora sono
state caratterizzate da interventi disomogenei ed episodici realizzati da molteplici soggetti
pubblici e privati (la regolarizzazione dell’alveo da parte dell’ex Genio Civile, la
realizzazione di un ponte in legno ciclopedonale in Comune di Rimini, una pista ciclabile
lungo l’argine destro del Fiume, l’attività di rimboschimento delle aree golenali da parte
del Comune di Rimini e della Provincia, creazione da parte di privati di un’area per
aeromodellismo in località Vergiano, di un tiravolo in località Spadarolo, campo da golf in
località Villa Verucchio, ecc…). In tal senso il progetto assumerà il ruolo di un quadro di
riferimento per la definizione di un programma di azione integrata per la riqualificazione
complessiva del sistema territoriale di riferimento del basso corso del Fiume Marecchia
impostato secondo criteri di sostenibilità ambientale, qualità del paesaggio e integrazione
territoriale.
L’obiettivo operativo del programma di lavoro
Recupero ambientale dell’ex cava In.Cal. Sistem (in Comune di Rimini) e dell’adiacente
cava Adriascavi (in Comune di Santarcangelo di Romagna) in una zona adiacente alla
sponda destra del Fiume Marecchia in Loc. S. Martino dei Mulini al fine di realizzare un
ambito sia naturalistico che per la promozione e l’educazione ambientale e, nella parte
interessata dalla cava Adriascavi, anche eventualmente per attività sportive e ricreative.
Tale obiettivo potrà essere raggiunto individuando anche più ipotesi e modelli di
intervento alternativi entro cui le Amministrazioni potranno valutare e scegliere la
soluzione più consona a realizzare in una concreta sostenibilità ambientale, una
sistemazione economicamente produttiva e in equilibrio con il contesto in cui si colloca.
1
3. LA FASE DI ANALISI PROPEDEUTICA ALLA REDAZIONE
DELLO STUDIO
LE PREVISIONI DEL PTCP
(PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE)
Il sistema della pianificazione provinciale (PTCP) ha teso a declinare ed attuare gli
indirizzi e le direttive degli strumenti di pianificazione regionale (PTR e PTPR)
privilegiando, in relazione alle politiche di tutela e valorizzazione degli ambiti territoriali di
maggior pregio ambientale, un articolato sistema di programmazione e progettazione
mirata e consapevole, rappresentata nella fattispecie dalle “Aree PAN”, piuttosto che
l’adozione di strumenti cogenti di pianificazione ambientale. Tale politica, se si presta
maggiormente ad una gestione dinamica del territorio e ad un dialogo con le articolazioni
sociali, necessita di una strumentazione adeguata, per conoscenza del territorio e dei
fenomeni in atto e per capacità di valutazione del peso degli interventi, che possa
consentire un governo del territorio basato sulla salvaguardia delle risorse naturali e
paesaggistiche, su un corretto uso del suolo e delle risorse, sulle definizioni di usi che
non compromettano le possibilità delle generazioni future di usufruire delle risorse
territoriali ancora presenti, ma che anzi tendano a ricostituire quei valori ambientali e
paesaggistici che l’azione antropica ha in qualche modo intaccato o eroso.
Principali articoli riguardanti l’area studio
Art.21 - Invasi ed alvei di laghi, bacini e corsi d’acqual’articolo si applica ad una porzione
estremamente limitata all’interno dell’alveo fluviale;
Art. 22 - Zone di tutela dei caratteri ambientali di laghi, bacini
l’articolo si applica alla parte maggiore dell’ambito progettuale, e ricomprende entrambi i
cavi risultanti a seguito delle operazione di escavazione;
Art.33 - Progetti di recupero e promozione agricola/produttiva ed ambientale
l’articolo riguarda specificamente il progetto PR6 - bacini idrici del Marecchia: lago
Santarini, lago azzurro, lago Incal System.
I progetti riguardanti l’area studio
(Pr2) CORRIDOIO ECOLOGICO TRASVERSALE DELLA COLLINA
LOCALIZZAZIONE: Cfr. TP1 e P2
OBIETTIVI: Valorizzazione dei beni minori di tessuto della rete ecologica – direttrice di
aggregazione di progetti legati al settore agricolo e dell’ambiente
SOGGETTI COINVOLTI: Provincia, Comuni interessati, Ass. Amb., Ass. di Categ.
MODALITA’ D’ATTUAZIONE: Accordo di Programma
(Pr6) BACINI IDRICI DEL MARECCHIA
LOCALIZZAZIONE: Cfr. TP1 + planimetria 1:25.000 allegata
OBIETTIVI: Tutela fauna caratteristica e habitat specifico – Agricoltura a basso impatto
ambientale
SOGGETTI COINVOLTI: Provincia, Comuni di Rimini e Santarcangelo, Ass.
ambientaliste
MODALITA’ D’ATTUAZIONE: Accordo di Programma
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7. PROGETTI AREE PAN VALLE MARECCHIA
Sport e tempo libero
N°intervento: 16
Organismo promotore: Comune di Santarcangelo
Titolo del progetto: Attività sportive e ricreative
N°intervento: 18
Organismo promotore: Comune di Rimini
Titolo del progetto: Recupero ambientale e storico testimoniale dell'area dei bacini
lacustri in località San Martino dei Mulini
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11. Il PRG DI RIMINI
Il vigente PRG di Rimini prevede per la ex cava INCAL SISTEM, inserita all’interno della
“Zona agricola per la salvaguardia paesistica e ambientale”, il solo mantenimento delle
attività agricole esistenti, ed il recupero dei manufatti edilizi esistenti con modalità di
intervento prescritte fino alla ristrutturazione edilizia. Per le aree limitrofe, poste all’interno
del “Parco del Marecchia”, è prescritta la redazione di un piano urbanistico preventivo di
iniziativa pubblica. Sembra quindi di poter affermare che qualsiasi attività prevedibile
all’interno dell’ambito progettuale in Comune di Rimini debba considerare la necessità di
una variante al PRG e/o della approvazione di un piano urbanistico preventivo di
iniziativa pubblica che possa consentire attività diverse da quella agricola.
La presenza di un elettrodotto da 380 Kv che attraversa l’estremità nord-orientale
dell’ambito progettuale limiterà inevitabilmente le attività ipotizzaibili all’interno della
“fascia di rispetto”, ai sensi della L.R. 30/2000.
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12. Il PRG DI SANTARCANGELO
Le previsioni del PRG del Comune di Santarcangelo di Romagna, nella versione vigente,
classificano le aree interne all’ambito progettuale nelle Zone agricole E.2, nelle quali sono
consentite tutte le attività esistenti, con l’applicazione di una normativa piuttosto
articolata. Considerato che le aree Adria Scavi sono state interessate da una specifica
previsione in variante al PRG, in conformità con il PAE adottato, si ritiene utile riferirsi a
tale più recente previsione in regime di salvaguardia.
Le funzioni consentite nelle aree di cava, a seguito del completamento dell’attività
estrattiva, sono le seguenti: attività ricettive, bar e ristoranti, impianti sportivi, verde
attrezzato, impianti sportivi, parcheggi.
E’ previsto il mantenimento delle superfici dei manufatti esistenti, anche a seguito di
demolizione e ricostruzione.
Non sembrerebbe espressamente prevista la funzione di gestione dell’ex bacino di cava
a fini di stoccaggio di risorsa idrica.
Anche qui è da segnalare la presenza di due elettrodotti, uno da 132 Kv, uno da 220 Kv,
per i quali valgono limitazioni alle attività, all’interno delle rispettive fasce di rispetto, ai
sensi della già citata L.R. 30/2000.
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13. LA SALVAGUARDIA DEL CONOIDE DEL MARECCHIA
L’area delle ex cave si viene a trovare in corrispondenza della zona a più alta
vulnerabilità dell’intero conoide. In particolare si può notare come la zona di
amalgamazione delle ghiaie rappresenta la zona di alimentazione delle falde profonde ed
è quindi particolarmente vulnerabile per la possibilità che un inquinante possa
diffondersi in profondità.
La necessità di salvaguardia dell’inestimabile risorsa idrica determina modalità di tutela
della conoide:
• la limitazione delle attività antropiche consentibili, al fine di prevenire possibili
inquinamenti dovuti all’utilizzo dei bacini, attraverso una gestione con accesso
regolamentato.
• l’impermeabilizzazione dei bacini di cava, al fine di escludere ogni possibile
inquinamento dato dalle attività antropiche ivi esercitate; tale possibile intervento
influenza in modo significativo i processi di ricarica delle falde, non risulta
reversibile e deve approfondito con estrema attenzione
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14. Analisi ambientale del Territorio Provinciale ai fini della
caratterizzazione per la gestione faunistica
L’analisi è stata effettuata come indagine originale per il Piano Faunistico Venatorio della
Provincia di Rimini (Provincia di Rimini, L. Casini red. 2001). I risultati hanno fornito un
quadro d’insieme delle tipologie ambientali esistenti sul territorio con particolare riguardo
alle modalità di distribuzione spaziale e una mappa della distribuzione del valore
naturalistico complessivo assai utile per classificare le sottoaree della provincia tramite
una scala di “valore di naturalità”.
Dall’esame della carta si evince che nelle aree oggetto d’intervento siano stati rilevati i
più alti valori di naturalità.
Carta del Valore Naturalistico Complessivo (VNC)
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15. Il bacino Adria scavi – Gennaio
Il bacino Adria scavi - Aprile
Il bacino Incal System- Gennaio
Il bacino Incal System Aprile
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16. Il canale dei mulini in ingresso al bacino Incal System in gennaio e in aprile 2004
Chiaro in alveo presso Adria scavi
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17. L’area archeologica presso le cave e le tracce archeologiche sul greto
del Marecchia
All’interno del perimetro della cava Incal System è presente un complesso storico di
interesse archeologico, il cosiddetto complesso rustico di “Cava Sarzana”, costituito sia
da strutture abitative, sia da una necropoli legata all’insediamento.
Si tratta di strutture di epoca imperiale romana, riferibili probabilmente ad una “mansio” o
“statio” a servizio dei viaggiatori che transitavano sulla prossima strada “marecchiese”,
che all’epoca collegava già, seppur con un tracciato diverso dall’attuale, il centro urbano
di Ariminum con l’entroterra ed il versante tirrenico dell’appennino, le quali sono già state
oggetto di due campagne di scavi e di rilievi.
Vi è altresì la presenza di una necropoli di epoca longobarda (VII e VIII sec.) presente al
di sopra di parte delle strutture di epoca romana.
Nel greto del Marecchia, sempre all’altezza della cava Incal System, sono state
recentemente ritrovate altre strutture di epoca romana, fra le quali spicca un pozzo.
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18. Un progetto sostenibile per la bassa Valmarecchia
Linee di gestione naturalistica auspicabili
• Inserimento dei due bacini all’interno dell’adiacente area SIC (Sito di importanza
per la Comunità Europea)
• Maggiore compatibilità dell’ipotesi cassa di espansione con le esigenze
naturalistiche
• Corretta regimazione delle acque
• Bacini mai pieni, mai vuoti, con acque del giusto livello nelle diverse fasi stagionali
in relazione alle esigenze della fauna acquatica
Gruppi di specie che beneficerebbero di corretti interventi di gestione
- Uccelli propriamente acquatici:
o Podicipedidi nidificanti e svernanti
o Anatidi nidificanti, svernanti e in migrazione
o Rallidi nidificanti e svernanti
o Caradridi nidificanti e in migrazione
o Ardeidi nidificanti
- Specie fossorie legate all’ambiente acquatico:
o Gruccione (Merops apiaster)
o Martin pescatore (Alcedo atthis)
o Topino (Riparia riparia)
Gli aironi nidificanti nell’area
Garzetta (Egretta garzetta) Nitticora (Nictycorax nictycorax)
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19. INTERVENTI PROPOSTI PER LA GESTIONE NATURALISTICA
Bacino Adria Scavi
Obiettivo primario: incrementare quantitativamente e qualitativamente la colonia di
Ardeidi, anche con l’attrazione di nuove specie di aironi coloniali.
Depressioni boscate a monte e a valle del piazzale dell'ex frantoio
Obiettivo: realizzazione di zone umide del tipo “bosco allagato”.
Bacino Incal System
Obiettivo primario: realizzazione di una “zona umida”con acque libere e con acque basse
marginali (bosco allagato).
Bacini quot;minoriquot; adiacenti la pista ciclabile
Obiettivo primario: Incremento delle opportunità di nidificazione di alcune specie di
Podicipedidi, Anatidi, Rallidi Caradridi e Passeriformi. Incremento delle potenzialità come
bacini di sosta per molte specie di Caradridi migratori.
I bacini in oggetto svolgono anche la funzione di aree di riproduzione per le popolazioni di
diverse specie di anfibi (Rospo comune, Rospo smeraldino. Raganella, Rana verde,
Tritone comune e Tritone crestato).
Strutture per la fruizione naturalistico-ricreativa e didattica
Edifici con funzioni di centro visita, punti di osservazione, schermature, bacheche in
legno e pannelli esplicativi.
Fruizione naturalistica e educazione ambientale
• Realizzazione di centro visita con mostra permanente sull’ecologia delle zone umide
(Cà Morri)
• Individuazione di percorso naturalistico ad anello attorno ai bacini di ex cava
(definizione dei punti di interesse botanici e faunistici)
• Gestione del centro e dei percorsi ad opera del CEA (Centro Educazione
Ambientale) del Comune di Rimini e/o altri CEA operanti sul territorio
• Inserimento del CEA nella rete provinciale dei centri accreditati dalla Regione Emilia
Romagna
• Servizi di Educazione Ambientale alle scuole del territorio provinciale
RECUPERO E VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO EDILIZIO
TESTIMONIALE LIMITROFO AI BACINI
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20. L’OBIETTIVO STRATEGICO DELLO STUDIO
Il sistema della pianificazione provinciale (PTCP) ha teso ad attuare gli indirizzi e le
direttive degli strumenti di pianificazione regionale (PTR e PTPR) privilegiando, in
relazione alle politiche di tutela e valorizzazione degli ambiti territoriali di maggior pregio
ambientale, un articolato sistema di programmazione e progettazione mirata e
consapevole, rappresentata nella fattispecie dalle “Aree PAN”, piuttosto che l’istituzione
dei Parchi Regionali.
Tale politica, se si presta maggiormente ad una gestione dinamica del territorio e ad un
dialogo con le articolazioni sociali, necessita di una conoscenza del territorio e dei
fenomeni in atto e di una capacità di valutazione degli effetti degli interventi, che possa
consentire un governo del territorio basato sulla salvaguardia delle risorse naturali e
paesaggistiche, su un corretto uso del suolo e delle risorse, sulla definizioni di usi che
non compromettano le possibilità delle generazioni future di usufruire delle risorse
territoriali ancora presenti, ma che anzi tendano a ricostituire quei valori ambientali e
paesaggistici che l’azione dell’uomo ha già in qualche modo intaccato o eroso.
Il sistema della pianificazione provinciale (PTCP) ha teso ad attuare gli indirizzi e le
direttive degli strumenti di pianificazione regionale (PTR e PTPR) privilegiando, in
relazione alle politiche di tutela e valorizzazione degli ambiti territoriali di maggior pregio
ambientale, un articolato sistema di programmazione e progettazione mirata e
consapevole, rappresentata nella fattispecie dalle “Aree PAN”, piuttosto che l’istituzione
dei Parchi Regionali.
Tale politica, se si presta maggiormente ad una gestione dinamica del territorio e ad un
dialogo con le articolazioni sociali, necessita di una conoscenza del territorio e dei
fenomeni in atto e di una capacità di valutazione degli effetti degli interventi, che possa
consentire un governo del territorio basato sulla salvaguardia delle risorse naturali e
paesaggistiche, su un corretto uso del suolo e delle risorse, sulla definizioni di usi che
non compromettano le possibilità delle generazioni future di usufruire delle risorse
territoriali ancora presenti, ma che anzi tendano a ricostituire quei valori ambientali e
paesaggistici che l’azione dell’uomo ha già in qualche modo intaccato o eroso.
LE UNITÀ DI PAESAGGIO
A partire dal Piano Territoriale Paesistico Regionale, la definizione delle unità di
paesaggio ha rappresentato uno degli stumenti utili ad “individuare l’originalità del
paesaggio emiliano-romagnolo, di precisarne gli elementi caratterizzanti”
Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale specifica che “Le Unità di paesaggio
costituiscono ambiti privilegiati di concertazione per la gestione di politiche territoriali
intercomunali volte alla valorizzazione e alla messa a sistema delle risorse paesistiche
(naturalistiche – ambientali e storico – culturali) locali per il perseguimento della
diversificazione e della riqualificazione dell’offerta di fruizione del territorio.”.
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21. MODELLO METODOLOGICO
PERIMETRAZIONE AMBITO DI STUDIO
ANALISI ANALISI ANALISI ANALISI
GEOMORFOLOGICA E BIOLOGICA STORICO VISUALE
IDROGEOLOGICA ANTROPICA
MORFOLOGIA DEL VALORE USO SUOLO: • emergenze visive
TERRITORIO: NATURALISTICO • bacini visuali
• corsi d’acqua • emergenze storiche: • punti di vista e coni
− alveo fluviale • aspetti faunistici −centri urbani storici visuali
− tratto canalizzato • aspetti floristici −manufatti isolati • livelli visuali
− alveo abbandonato • assetto territoriale:
• zone umide − territorio urbanizzato
− bacini di ex cava e urbanizzabile
− specchi d'acqua ex − territorio agricolo
cava − infrastrutture
• pianura fluviale
infravalliva
• versanti collinari
(formazioni marine)
• crinale morfologico
IDROGEOLOGIA:
• zone di ricarica e di
vulnerabilità della falda
t di tt t
SUB-UNITA’ DI PAESAGGIO
STUDIO DI
INDICATORI DI SOSTENIBILITA’
SOSTENIBILITA’
AMBIENTALI E PAESAGGISTICI
Ambiti di valore Emergenze Ambiti di media Ambiti di Elementi di Invarianti
da paesaggistiche e alta riqualificazione degrado territoriali e
salvaguardare da vulnerabilità paesaggistica paesaggistico paesaggistiche
salvaguardare idrogeologica
INDIRIZZI STRATEGICI
INDIRIZZI OPERATIVI
(solo per ambito progettuale)
CARTOGRAFIA E
RELAZIONE DI PROGETTO
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22. LE SUB-UNITA’ DI PAESAGGIO
Descrizione e Indirizzi
strategici
Dal lavoro di messa a sistema
delle analisi tematiche, sono
emerse le Sub-Unità di
Paesaggio che compongono il
paesaggio della bassa
Valmarecchia, sono state
riconosciute le invarianti
territoriali (le parti del territorio
da salvaguardare), e si sono
potuti delimitare gli ambiti di
interesse di particolare
interesse.
Per ogni Sub-Unità di
Paesaggio sono stati definiti gli
indirizzi da porre all’attenzione
delle Amministrazioni
Comunali nella redazione degli
strumenti urbanistici comunali,
e da seguire nella
progettazione di interventi di
recupero, riqualificazione,
insediamento di attività.
La tavola di progetto delle sub
Unità di Paesaggio
21
23. LE ALTERNATIVE DI PROGETTO/SCENARIO
Nel corso della redazione dello studio si sono esaminate le diverse possibilità di utilizzo
dei bacini di ex cava e delle aree limitrofe, e si sono valutate le alternative d’uso che
consentissero di coniugare le destinazioni d’uso prospettate con la salvaguardia
dell’ambiente, del paesaggio, del territorio.
Sono quindi state valutate e messe a confronto due ipotesi di progetto: Ipotesi 1 e Ipotesi
2
LE POSSIBILITA’ D’USO DEL BACINO EX INCAL SISTEM
• Realizzazione di una “zona umida”, possibilmente con assetti idrici diversificati rispetto
al limitrofo bacino Adria Scavi, in modo da incrementare la diversità tipologica e quindi
a incrementare quali-quantitativamente sia la vegetazione palustre e acquatica, sia la
popolazione faunistica;
• Realizzazione del “Centro di informazione e didattica ambientale del Fiume
Marecchia”;
• Salvaguardia e valorizzazione delle aree e dei reperti archeologici;
• Recupero dei volumi edificati allo scopo di adibirli al Centro di didattica ambientale e
ai relativi servizi;
• Utilizzo del bacino quale invaso per lo stoccaggio di risorsa idrica proveniente dal
fiume Marecchia e/o dal Canale Emiliano Romagnolo, a fini irrigui e/o acquedottistici e
di ravvenamento della falda;
• Realizzazione di una cassa di espansione del fiume Marecchia che utilizzi il bacino
esistente, all’interno di un sistema integrato di aree esondabili e bacini idrici.
LE POSSIBILITA’ D’USO DEL BACINO EX ADRIA SCAVI
• Completamento della attività estrattiva, conformemente al PAE adottato e
acquisizione delle aree e dei bacini al demanio comunale o, in subordine, utilizzo
convenzionato da parte della proprietà per gli usi definiti dalla Pubblica
Amministrazione e per la tutela/gestione dell’ambito territoriale e delle attività ivi
previste.
• Recupero dei volumi edificati (anche attraverso l’eventuale demolizione e
ricostruzione) allo scopo di adibirli a uffici e a servizi.
• Pratica di attività legate alla pesca sportiva (la variante al PRG adottata prevede
“Attività ricettive, bar e ristoranti, impianti sportivi, verde attrezzato, impianti sportivi,
parcheggi”).
• Mantenimento e potenziamento di una “zona umida”, anche attraverso interventi sulla
vegetazione, con finalità di incrementare la colonia di Ardeidi, di attirare nuove specie
di aironi ed altre specie acquatiche, e con finalità di tutela e di osservazione
naturalistica.
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24. • Utilizzo del bacino quale invaso per lo stoccaggio di risorsa idrica proveniente dal
fiume Marecchia e/o dal Canale Emiliano Romagnolo, a fini irrigui e/o acquedottistici e
di ravvenamento della falda;
• Realizzazione di una cassa di espansione del fiume Marecchia che utilizzi il bacino
esistente, all’interno di un sistema integrato di aree esondabili e bacini idrici.
IPOTESI 1 (USI NATURALISTICI - CASSA DI ESPANSIONE)
• Conservazione e incremento delle specie floro-faunistiche attraverso la creazione di
una zona umida all’interno di un habitat differenziato.
• Salvaguardia della conoide e ravvenamento della falda.
• Utilizzo del complesso delle aree e bacini di cava esistenti quale cassa di espansione
del fiume Marecchia, in un sistema più esteso dei soli bacini in oggetto (2 milioni di mc
di volume d’invaso disponibili).
• Fruizione regolamentata dei visitatori, selezione degli usi a funzioni di osservazione
naturalistica e di educazione ambientale.
Tale ipotesi non risulta compatibile con l’uso delle cave quale bacini di stoccaggio a
fini idropotabili e/o irrigui.
L’aumento del livello dell’acqua nell’invaso porterebbe ad una modifica dell’assetto
vegetazionale e quindi dell’habitat delle specie faunistiche insediate, rendendo
sostanzialmente inutile la realizzazione di una zona umida.
• Previsione di un limitato livello della tavola d’acqua, seppur diversificato
nell’articolazione dei diversi bacini e sub-bacini.
• Assetto dei livelli idrici e la gestione delle due “Zone umide” attuato attraverso una
condotta alimentata dal canale dei Mulini e mediante alimentazione da falda freatica.
Nel bacino Adria Scavi l’assetto finale sarebbe costituito, nella porzione più a valle del
bacino principale, dal mantenimento e miglioramento della vegetazione arborea e
arbustiva e dalla conservazione dell’ambiente umido, idoneo all’insediamento della
garzaia e di altre specie di uccelli acquatici e dalla realizzazione di quinte verdi e di punti
di osservazione naturalistica.
Nel bacino Incal Sistem il mantenimento di un livello basso e controllato dei livelli idrici
consentirebbe lo sviluppo di un assetto vegetazionale e faunistico di notevole interesse
per la conservazione della biodiversità; dovrà inoltre essere garantita la conservazione
dei reperti archeologici presenti e la loro fruizione.
Gli edifici presenti potrebbero essere recuperati, e attrezzati quali “Centro di
informazione e didattica ambientale del Fiume Marecchia”, e per servizi gestionali.
Potrebbe così realizzarsi un importante polo per la conservazione ambientale,
l’osservazione naturalistica, la didattica ambientale, la fruizione per il tempo libero. L’area
potrebbe rappresentare un elemento importante della rete ecologica provinciale,
23
25. contribuendo a valorizzare i futuri assetti ambientali della Valmarecchia, nella prospettiva
dello sviluppo sostenibile della Provincia di Rimini.
IPOTESI 2 (USI IDROPOTABILI E/O IRRIGUI)
La seconda alternativa è costituita dall’uso delle cave quale bacini di stoccaggio a fini
idropotabili e/o irrigui, in connessione con il progetto di estensione del Canale Emiliano
Romagnolo nella Provincia di Rimini con la conseguente impermeabilizzazione degli
stessi bacini.
La possibilità di utilizzo diacronico dei volumi di stoccaggio disponibili e la realizzazione
della cassa di espansione del fiume Marecchia porterebbe ad avere i bacini ai livelli
minimi nella stagione a rischio esondazione (da novembre ad aprile), mentre da maggio
si potrebbero riempire gli invasi, fino a raggiungere il livello di massima capacità pari a
poco più di 2 milioni di mc (da giugno ad agosto), in modo da fronteggiare eventuali crisi
idriche.
Tale soluzione di assetto diversificato dei livelli idrici asservirebbe l’utilizzo dei due bacini
alle funzioni di infrastruttura idraulica, in quanto non consentirebbe dal punto di vista degli
assetti naturalistici né la creazione, né la conservazione di un assetto vegetazionale e
faunistico stabile e gestibile, ma un habitat continuamente modificato in rapporto alle
stagioni e ai livelli idrici.
Pare quindi di poter escludere questo assetto legato al duplice utilizzo alternato, quale
bacino di stoccaggio idrico e cassa di espansione del Marecchia.
Nel caso in cui, invece, si escludesse ogni utilizzo dei bacini quale cassa d’espansione
del fiume, potrebbe essere ipotizzato un assetto delle aree e dei bacini meno qualificato
dal punto di vista naturalistico rispetto alla prima ipotesi.
L’impermeabilizzazione del fondo e delle sponde dei bacini comprometterebbe in questa
area l’importante funzione di alimentazione della falda) con continua alimentazione degli
stessi da parte del canale dei Mulini o della condotta proveniente dal Canale Emiliano
Romagnolo.
Verrebbe consentita la pratica di attività ricreative, pur garantendo la salvaguardia della
qualità della risorsa idrica sottostante.
Dal punto di vista degli assetti vegetazionali e faunistici, la soluzione sarebbe più
limitativa, in quanto si verrebbe a creare un’ambiente sostanzialmente lacustre, quindi
meno ricco di tutte le diversità biologiche ipotizzabili in un’ambiente fortemente
diversificato come quello previsto nella prima ipotesi, e quindi meno interessante dal
punto di vista della ricerca, della documentazione, dell’osservazione naturalistica e della
didattica ambientale.
La stessa presenza di rilevanti attività ricreative e di pesca turistica potrebbe costituire un
notevole fattore di perturbazione delle comunità animali, in grado di influenzare la stessa
presenza e insediamento dei popolamenti e degli uccelli acquatici.
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26. IL PROGETTO PER IL RECUPERO AMBIENTALE DELLE CAVE
LA SCELTA DELL’IPOTESI DI RIFERIMENTO
Le aree di ex cava considerate, la Incal System e la Adria Scavi, insistono su un ambito
particolarmente delicato per quanto attiene alla fragilità del sistema idrogeologico e
rappresentano già un micro-ecosistema ecologico, con confini definiti, una sua precisa
dinamica nel corso dell’anno, sulla quale si è instaurato un equilibrio ecologico.
Tale prima motivazione ha naturalmente portato a considerare corretta una destinazione
delle aree e dei bacini che contribuisse a rafforzare l’equilibrio già raggiunto, a
consolidare l’ecosistema definito, a rafforzare le difese del sistema ambientale ed
idrogeologico, una destinazione che consentisse una gestione integrata dell’ambito
progettuale, all’interno di un solo progetto.
I due progetti contenuti nell’accordo quadro sulle Aree Pan, sulle cui premesse si sono
articolate le ipotesi progettuali, prevedono due interventi legati allo “Sport e tempo libero”,
uno indirizzato ad “Attività sportive e ricreative”, l’altro già ben definito nel “ Recupero
ambientale e storico testimoniale dell’area dei bacini lacustri in località San Martino dei
Mulini”.
Anche a seguito dell’iniziativa di partecipazione svoltasi presso il “Dancing tre Stelle”, che
ha definito prioritario sull’area l’uso naturalistico, oltrechè dalle valutazioni compiute dal
nel corso del lavoro, dalle indicazioni ricevute dagli enti committenti il lavoro, dai precisi
indirizzi contenuti nel “Programma di lavoro”, si è ritenuto di privilegiare una destinazione
d’uso che prevedesse il “Recupero ambientale”, legato alle attività di educazione
ambientale ed alla conservazione e fruizione dei giacimenti archeologici presenti,
ampiamente descritte nelle relazioni settoriali.
La scelta è in piena sintonia con l’esigenza prospettata dall’Autorità di Bacino del
Marecchia e del Conca di rendere possibile la realizzazione di una cassa d’espansione
del fiume Marecchia, alla cui definizione si contribuisce con il presente studio.
Centro di Educazione Ambientale della Bassa Valmarecchia
Le caratteristiche paesaggistiche, ambientali ed ecologiche dell’area oggetto di studio si
prestano ottimamente come area naturalistica su cui incentrare una sistematica attività di
Educazione Ambientale.
L’area formata dai bacini di cava In. cal System – Adriascavi potrebbe costituire, con la
parte di patrimonio naturale e le sue strutture ricettive, il più importante elemento del
sistema.
L'attività che l'Amministrazione comunale promuove ed organizza per le scuole del
territorio, necessità, infatti, sempre più di luoghi alternativi all'aula scolastica, ove
affrontare con materiali e sussidi didattici lo studio e l'approfondimento delle tematiche
relative all'ambiente.
Il Centro si pone quindi, nel panorama dei Centri provinciali, come luogo deputato alla
didattica ambientale con funzioni di:
a) laboratorio naturalistico particolarmente incentrato sull’ecologia fluviale e delle zone
umide
b) aula didattica decentrata convenzionata con il sistema scolastico
c) ambiente naturale con percorsi didattico-naturalistici.
LA COMPATIBILITÀ AMBIENTALE, ECONOMICA, SOCIALE
Le diverse alternative di progetto sono state valutate anche attraverso la redazione di una
matrice che ha verificato e misurato gli impatti delle trasformazioni del territorio rese
possibili dalle ipotesi di progetto
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27. Gli impatti sono stati valutati sia sul versante ambientale, sia su quello economico, sia su
quello sociale.
La matrice sugli impatti
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28. LA PROPOSTA DI PROGETTO DI RIFERIMENTO
Il progetto proposto prevede una serie di interventi finalizzati a definire i nuovi assetti
delle due ex cave e delle aree limitrofe, è illustrato nella Tav.P.04 in scala 1:2000 – Area
d’intervento, Progetto, e comprende:
• il punto di accesso dei visitatori su
via Savina (dove ha inizio il
percorso didattico);
• le destinazioni d’uso degli edifici
da recuperare, Cà Morri a funzione
di centro di educazione
ambientale, Cà Carlotti ad uso
foresteria, l’ex frantoio quale
osservatorio;
• il nuovo manufatto edilizio da
realizzare sul piazzale Adria Scavi
in sostituzione dei fabbricati
esistenti, da destinare a centro di
informazione ed accoglienza, a
punto di ristoro;
• la localizzazione del parcheggio a
servizio dell’ambito, posto in
prossimità del punto di accesso
visitatori;
• l’articolazione ed il tracciato del
percorso naturalistico e didattico;
• le opere di modifica delle sponde
dei bacini necessarie alla messa in
sicurezza dei versanti, all’assetto e
fruizione naturalistica dei bacini,
alla messa in sicurezza del sito
archeologico;
• le opere di mantenimento,
consolidamento, nuovo impianto di
essenze vegetali, finalizzate alla
schermatura dei bacini ed alla loro
delimitazione;
• la realizzazione dei punti di
osservazione naturalistica;
• alcuni interventi idraulici funzionali
alla gestione naturalistica dei
bacini, che prevedono il
collegamento dei bacini minori con
il Bacino Adria Scavi;
• le fasce di rispetto degli
elettrodotti.
Il percorso didattico botanico
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29. La tavola di progetto della sistemazione delle ex cave
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30. INTERVENTI RELATIVI AL PATRIMONIO EDILIZIO
Area Adria scavi
Lo studio di fattibilità prevede la demolizione dei fabbricati esistenti del frantoio in ragione
sia della scarsa qualità edilizia che, per molti di loro, della impossibilità di una loro
riconversione funzionale in rapporto alle nuove funzioni indicate dal presente studio.
Nel piazzale dove sono localizzate gli attuali manufatti del frantoio e in vicinanza della
strada comunale Savina viene prevista la costruzione di un nuovo fabbricato di piccole
dimensioni (monopiano 150 mq) con funzioni di ingresso e punto informativo del centro di
osservazione naturalistica, nonché area di ristoro attrezzata a servizio anche del percorso
ciclopedonale “costa-entroterra”; in corrispondenza della strada comunale Savina sono
previsti due piccoli parcheggi per auto.
Area Incal System
Viene previsto il recupero funzionale dei
due edifici più significativi presenti
nell’area, Casa Morri e Casa Carlotti, di
origine ottocentesca, come si evince dalla
lettura delle carte IGM del 1894 e 1948,
per le finalità del Centro di Educazione
Ambientale della Bassa Valmarecchia.
Entrambi gli edifici, secondo una
preliminare valutazione, richiedono
significativi interventi di ricostruzione e
adeguamento strutturali, impiantistici, di
Casa Morri organizzazione interna, di finiture, di
demolizione di superfetazioni incongrue,
secondo le modalità del restauro e
risanamento conservativo, al fine di poter essere utilizzati per i nuovi usi.
Casa Morri attraverso la riorganizzazione degli spazi interni e la conservazione delle
caratteristiche tipologiche e strutturali originarie, potrà essere utilizzata al piano terra
come area espositiva sulla vegetazione e
sulla fauna degli ambiti fluviali e delle
zone umide, come erbario, biblioteca,
videoteca e cd-teca. Nel piano primo
potranno essere localizzate l’aula
didattica e la sala per conferenze, lezioni,
riunioni.
Casa Carlotti, che presenta pregevoli
strutture murarie miste in pietra e laterizio,
potrà essere adibita a foresteria al fine di
prevedere iniziative e corsi che si
sviluppano nell’arco di più giornate e per
Casa Carlotti ospitare nell’area un’intera classe di
ragazzi e gli insegnanti accompagnatori.
Potranno essere predisposte, con contenuti interventi di
riadeguamento distributivo, camere con letti a castello e singoli, servizi igienici ed una
cucina e sala pranzo al piano terra.
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31. Stima dei costi degli interventi di progetto
Cod. Descrizione Importo
Progr. (€)
1.1 TOTALE OPERE EDILIZIE 1.096.812,00
1.2 TOTALE OPERE STRADALI, IDRAULICHE E DI RISAGOMATURA DEL TERRENO 508.885,00
1.3 TOTALE SCHERMI, QUINTE ARBUSTIVE, PUNTI DI OSSERVAZIONE NATURALISTICI,
268.275,00
TABELLE DI SEGNALAZIONE
1.4 TOTALE OPERE CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL CENTRO DI EDUCAZIONE
1.873.972,00
AMBIENTALE DELLA BASSA VALMARECCHIA
1.5 SOMME A DISPOSIZIONE
1.5.1 I.V.A. SU OPERE IN APPALTO 374.794,40
1.5.2 IMPREVISTI 93.698,60
SPESE TECNICHE (COMPRESA ONERI PREVIDENZA E
1.5.3 338.439,34
I.V.A.)
1.6 TOTALE OPERE CENTRO DI EDUCAZIONE AMBIENTALE DELLA BASSA VALMARECCHIA
2.212.411,34
(INCLUSE SOMME A DISPOSIZIONE)
2. UTILIZZO DELLE CAVE COME CASSE DI LAMINAZIONE (INCLUSE SOMME A DISPOSIZIONE) 5.000.000,00
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