2. Negli ultimi 5 anni possiamo dire che il web sia letteralmente cambiato, la
condivisione di contenuti e l'esplosione del mobile sono oggi i principali driver
della crescita nel numero di visite (e quindi di ricerche) online.
Da sempre siti web e applicazioni che registravano un alto numero di utenti e un
traffico elevato in termini di GB utilizzati sono stati orientati su soluzioni di
server dedicati, veri e propri server fisici attivati in data center e totalmente
dedicati al cliente.
Questa soluzione ha consentito a milioni di siti web di poter realizzare nel tempo
vere e
proprie infrastrutture, composte da più server, per sostenere un
volume di traffico sempre maggiore.
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3. I server dedicati, infatti, sono rimasti ancora oggi la soluzione preferita da parte
delle aziende e dei professionisti che devono provvedere all'hosting di più siti web
all'interno di un solo account, aiutando web agency e software house a creare un
vero e proprio mercato della rivendita delle soluzioni hosting.
La virtualizzazione ha favorito ulteriormente questo aspetto consentendo ai
clienti di partizionare le macchine fisiche in più server virtuali e aumentare così le
possibilità offerte dai server dedicati: questo passo è stato consentito anche
dall'aumentare dei GHZ di potenza dei processori, del numero di core e dei GB di
RAM inclusi in ciascuna offerta.
Ad oggi un server Quad-Core con processore Xeon e 16 GB di RAM può benissimo
ospitare più macchine virtuali, con sistemi operativi e applicazioni diversi al loro
interno.
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4. Il cloud computing, in questo
passaggio
evolutivo,
ha
introdotto poche novità dal
punto di vista tecnologico ma
ha cambiato totalmente
il modo in cui vengono gestite
grandi
infrastrutture
online, eliminando la necessità
di investire in hardware per
supportare la crescita di un
progetto,
guadagnando
del tutto flessibilità al crescere
o diminuire del numero di
utenti a cui vengono forniti i
servizi.
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5. Quando scegliere il cloud computing?
Quando i server dedicati?
Vediamo quali sono le ragioni per considerare il cloud computing come strumento
dove migrare i propri siti e applicazioni e quando, invece, i server dedicati rimangono
ancora la scelta ottimale.
Seppure il cloud computing abbia avuto una notevole esplosione in termini di
marketing, il numero di server dedicati venduti dagli hosting provider non ha subito
cali. Quello che spesso è cambiato è la modalità di utilizzo delle macchine fisiche e
così la tipologia di infrastrutture che vengono progettate.
Quando parliamo di cloud computing si fa riferimento alla tipologia Infrastructure as a
Service, ovvero a cloud server che forniscono completa libertà di utilizzo del
sistema, con accesso root e risorse dedicate. E’ utile anche definire quali siano le
caratteristiche base che devono comporre un’infrastruttura cloud IaaS.
Vediamole insieme.
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6. In primis, il modello di pagamento delle risorse è pay-per-use, con tariffe per ora.
A questo si affianca la possibilità di aumentare e diminuire le risorse in tempo reale
con l'aggiunta di più core CPU o GB di RAM e la facoltà di avviare cloud server in
tempo reale, utilizzandoli solamente per il tempo necessario e poi eliminandoli. Infine,
è fornito l’accesso tramite API, strumento che consente di interfacciare la gestione
dell‘infrastruttura cloud direttamente all'interno del vostro software.
Server dedicato, storage e potenza, quando conviene
A causa di campagne di marketing spesso errate, le persone tendono a pensare che il
cloud computing possa consentire loro di risparmiare rispetto alle classiche soluzioni
di hosting dedicato, come server dedicati e colocation.
Questo non è del tutto vero: le infrastrutture di cloud computing, infatti, hanno tra i
loro vantaggi principali la flessibilità e la scalabilità, mentre il costo è spesso
superiore ad una singola macchina dedicata, a parità di risorse allocate:
i due strumenti hanno un obiettivo differente.
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7. Quando un server può essere ancora la scelta migliore?
•
storage: in questo caso il server dedicato può essere la soluzione
ottimale, a patto di avere chiari i limiti in termini di backup e sicurezza dei
Richiesta di
dati. Gli attuali server dedicati hanno dischi da 500 GB fino a 2 TB e la possibilità di
inserire più dischi in ogni server. Questo significa che un costo contenuto si
possono ottenere sistemi con 2 o 3 TB di spazio disco in configurazione RAID1.
Difficilmente è possibile fare lo stesso all'interno di un cloud server, ad un costo
mensile paragonabile a quello di un server dedicato.
• Potenza computazionale: gli attuali processori hanno dai 4 ai 6 core disponibili
per singola socket, il che significa poter arrivare ad una potenza computazionale
elevate, dedicata al 100%. Possiamo dire lo stesso in termini di RAM, lo standard è
oggi di 8 o 16 GB per singola macchina. Se abbiamo applicazioni con consumo
intensivo di CPU e nessuna necessità di cambiare questo trend scalando verso il
basso o verso l'alto, il server dedicato rimane attualmente la soluzione più
economica.
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8. Un server dedicato non offre ovviamente la possibilità di controllare le risorse
in maniera flessibile, tramite API o pannelli di controllo automatizzati, e così non
permette di aumentare le risorse della macchina in tempo reale.
Vi sono ancora oggi numerosi business che non richiedono queste feature, a partire da
quei siti web che non necessitano di un uptime al 100% e non hanno una crescita
tale da non poter attendere l'upgrade delle risorse fisiche: in tutti questi casi il server
dedicato continua ad essere un ottimo compromesso tra qualità e risparmio, un modo
per accedere a risorse dedicate e al contempo avere un canone fisso mensile.
Il cloud computing introduce invece una serie di strumenti aggiuntivi che cambiano
anche le modalità di utilizzo delle piattaforme e il loro stesso design: un caso evidente
in cui il server dedicato risulta essere limitativo è quello delle applicazioni web che
crescono in maniera esponenziale.
In questo caso avere un server dedicato vuol dire porre dei limiti alla crescita e non
poter aggiungere risorse in tempo reale.
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