2. Siamo tutti psicosomatici!
“Le palpitazioni e l'affanno del respiro
quando ci emozioniamo, il rossore
avvampante per la sorpresa e la
vergogna, lo sfinimento allo stomaco
quando siamo ansiosi, la sudorazione
dell'attesa, il mal di testa quando siamo
in tensione, i pruriti o gli eritemi alla
pelle, la percezione fìsica di minaccia
stanno a indicare che l'onda
psicosomatica accende un sismografo
capace di registrare increspature e
rugosità: messaggi in bottiglia affidati
alle correnti della vita”
Umberto Dinelli.
Siamo tutti psicosomatici?
Marsilio 2001
3. Le molecole delle emozioni
“…la felicità sia ciò che proviamo quando le componenti
biochimiche alla base delle emozioni, cioè i neuropeptidi e i loro
recettori, sono aperte e possono circolare liberamente nella rete
psicosomatica, integrando e coordinando sistemi, organi e cellule
in un movimento continuo e ritmico.
Spesso salute e felicità vanno di pari passo, e forse ciò avviene
perché la fisiologia e le emozioni sono inseparabili……
Solo quando i nostri sistemi organici sono intasati, bloccati e
sconvolti, sperimentiamo, i disturbi dell’umore che sfociano in
ultima analisi nell’infelicità”
Candance Pert Molecules of Emotion, 2000
Dr. Candace Pert is best known for her opiate receptor,
endorphin and peptide research showing that our brain,
glands, and immune system are in constant
communication through the "molecules of emotion."
4. I primi …..
All'epoca di Freud le persone soffrivano di un gran numero
di malattie per le quali la scienza non aveva rimedi: paralisi,
cecità, attacchi epilettici, perdita della memoria e perdita di
sensibilità in varie parti del corpo.
Secondo Freud tali sintomi altro non erano che
l'espressione corporea di esperienze infantili di dolore e di
paura, che la mente aveva rimosso.
Aiutando questi pazienti a ricordare e rivivere tali
esperienze negative, Freud riuscì a curare i loro sintomi
corporei e chiamò questo metodo psicoanalisi.
Sigmund Schlomo Freud
(Příbor, 1856 – Londra 1939)
5. Il ruolo dell’inconscio nel corpo
Il significato più antico e
ottimale del termine “inconscio”
è quello descrittivo; diciamo
inconscio un processo psichico
di cui dobbiamo presumere
l’esistenza perché la possiamo
dedurre, per esempio, dai suoi
effetti, ma del quale non
sappiamo niente... Per essere
più esatti modificheremo la
proposizione dicendo inconscio
un processo qualora dobbiamo
presumere che un tempo sia
stato attivo, nonostante che a
quel tempo non ne fossimo a
conoscenza.
Sigmund Freud, Introduzione alla
Psicoanalisi (nuova serie di lezioni),
1933 cap. 3 Freud Opere Boringhieri
…un complesso di processi, contenuti ed
impulsi che non affiorano alla coscienza
del soggetto e non sono quindi controllabili
razionalmente
6. I primi pensatori…..
Una volta che il paziente è
diventato consapevole di quello
che gli era accaduto da
bambino, non ha più bisogno di
esprimere questi ricordi
mediante sintomi corporei.
Per far emergere tali ricordi
dalla loro repressione Freud
utilizzava i sogni dei pazienti,
gli errori verbali (lapsus), le
associazioni libere, il transfert.
20 Maresfield
Gardens,
London
7. Il “primo” linguaggio del corpo
Reich introdusse nella
psicoanalisi anche
l'osservazione del corpo,
come l'espressione degli
occhi e del viso, la qualità
della voce e i vari tipi di
tensioni muscolari. Notò
una scissione fra le varie
espressioni del corpo.
Descrisse per primo quello
che noi oggi chiamiamo
linguaggio del corpo.
Wilhelm Reich
(Dobrzcynica, 1897 – Lewisburg, 1957)
8. L’orgone
Reich sperimentò come rilassare i
muscoli, cronicamente tesi,
mediante la pressione diretta su di
loro e scoprì che funzionava. In
questo modo il paziente poteva
entrare in contatto con emozioni
forti, e a lungo dimenticate, e con
ricordi dolorosi. L'unità di mente,
corpo ed emozioni divenne più
chiara.
Era come se avesse più energia. Era
proprio così e Reich la chiamo
energia "organismica" o "orgone".
9. Le posture e gli atteggiamenti ci parlano
(Alexander Lowen, 2003)
Lowen introdusse il concetto di
bioenergetica.
Nelle posture e nell’atteggiamento che
assume ogni suo gesto il corpo parla un
linguaggio che anticipa e trascende
l’espressione verbale.
Non è la mente che va in collera né il
corpo che colpisce: è l’individuo, nella
sua unità, che si esprime.
Una persona il cui flusso energetico
è bloccato, ha perso una parte della
sua vitalità e della sua personalità
11. Visione olistica
La Medicina Psicosomatica
non si propone come nuova branca
della medicina quanto come un
approccio olistico al malato nei
suoi aspetti fisici e psichici
In quest’ottica ogni patologia presenta allo stesso
tempo aspetti psicologici e organici che devono
necessariamente essere presi in considerazione, sia
ai fini diagnostici che terapeutici, e che comportano
inevitabilmente ripercussioni sul contesto familiare,
lavorativo e sociale del paziente.
12. …e superamento della Visione
olistica
La Medicina Psicosomatica si
riferisce ad una particolare area
della psichiatria in cui i
professionisti del settore
possiedono una particolare
esperienza nella diagnosi e nel
trattamento dei disturbi
psichiatrici e capacità di gestire
i pazienti afflitti da complesse
patologie organiche (Gitlin et al.
2004).
13. La Medicina
Psicosomatica nel 2000
diventa la più nuova
delle sub specialità della
psichiatria formalmente
approvata dalla
American Board of
Medical Specialities,
2000
Il National Institute of
Mental Health fa una sua
priorità la crescita della
psichiatria di
consultazione-
collegamento, attraverso
contributi economici per lo
sviluppo di programmi di
ricerca.
14. Gerald Edelman
Premio Nobel
Medicina, 1972
“Questa integrazione dell’attività psichica
con l’attività somatica è non solo
"possibile", ma "necessaria" ai fini
dell’adattamento ai suoi ambienti (esterno
e interno); ne è prova l’esistenza delle
malattie e dei disturbi psico-somatici, vale
a dire di conseguenze di conflitti (non-
integrazione? incoerenza?
incompatibilità?) che possono intervenire
tra la componente psichica e la
componente somatica dello stesso
soggetto”.
15. Le radici del dualismo
Psiche/soma
Mente/corpo
Razionalità/ emozione
Medicina/ Psichiatria
L’integrazione
16. L’integrazione
L’integrazione degli interventi appare
importante fin dall’inizio ponendosi come
modalità trasversale per migliorare la gestione
della patologia organica in tutte le sue fasi
Organizzazione dei servizi di CLP (Counseling
Liaison Psychiatry)
Integrazione intervento specialistico
psicologico/psichiatrico nella gestione delle
patologie complesse (neoplasie, trapianti, IMA,
demenza)
Obiettivo: maggiore efficacia delle terapie in
atto e della qualità della vita dei pazienti
17. L’Approccio multiassiale
La patologia psichica
La struttura di personalità
Le condizioni fisiche del
soggetto
Gli eventi della vita
La funzionalità globale del
soggetto
18. La maggior parte dei clinici
in ambito psichiatrico ritiene
che la somatizzazione sia
parte integrante di diversi
disturbi mentali o una
manifestazione alternativa
dei disturbi d’ansia e
depressivi o dei disturbi di
personalità.
21. Un nuovo approccio
nel DSM-V ?
L’attuale classificazione dei disturbi somatoformi richiede una
modificazione. Gli autori sono a favore di una radicale abolizione
di questa classificazione. Le attuali diagnosi potrebbero essere
ridistribuite in altri gruppi e i disturbi definiti soltanto nei
sintomi somatici potrebbero essere collocati nella asse III delle
“sindromi e dei sintomi somatici funzionali”. Dovrebbe essere
effettuato un più maggiore uso “dei fattori psicologici che
colpiscono le condizioni mediche”
Gli autori promuovono una classificazione dei disturbi somatici
nel DSM-V che sia compatibile con quella utilizzata nella
medicina generale e che possa offrire nuove opportunità alla
ricerca dell’eziologia che del trattamento dei sintomi per una
migliore integrazione della psichiatria alla pratica medica
generale.
Mayou et al., Am J Psychiatry 2005
22. Quale futuro?
I disturbi somatoformi hanno
occupato un posto importante
nella storia della psichiatria.
La loro classificazione è stata
oggetto di continue valutazioni e
modifiche.
Continua attualmente il tentativo di
ridefinizione di tali disturbi,
probabilmente l’orientamento futuro
sarà quello di includere questi disturbi in
altre categorie psichiatriche