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Libertà di manifestazione
del pensiero nell’era dei
social network
@brunosaetta
Some people’s idea of free speech is
that they are free to say what they
like, but if anyone says anything
back, that is outrage (Winston
Churchill).
L’idea di alcune persone della libertà di parola è
che sono liberi di dire quello che vogliono, ma
se qualcuno gli risponde, lo considerano
oltraggio
Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti
dell'uomo e delle libertà fondamentali
Articolo 10 - Libertà di espressione
“1. Ogni persona ha diritto alla libertà d'espressione. Tale diritto include la libertà d'opinione e la libertà di
ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità
pubbliche e senza considerazione di frontiera. Il presente articolo non impedisce agli Stati di sottoporre a
un regime di autorizzazione le imprese di radiodiffusione, di cinema o di televisione.
Le norme europee contengono delle obbligazioni positive per gli Stati (vedi anche CEDU: Remuszko v.
Poland). Questi ultimi non solo devono astenersi dall’interferire con la libertà di espressione dei cittadini,
ma hanno un obbligo di tutela della libertà di espressione anche nella sfera delle relazioni tra privati.
Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti
dell'uomo e delle libertà fondamentali (2)
2. L'esercizio di queste libertà, poiché comporta doveri e responsabilità, può essere sottoposto alle
formalità, condizioni, restrizioni o sanzioni che sono previste dalla legge e che costituiscono misure
necessarie, in una società democratica, per la sicurezza nazionale, per l'integrità territoriale o per la
pubblica sicurezza, per la difesa dell'ordine e per la prevenzione dei reati, per la protezione della salute o
della morale, per la protezione della reputazione o dei diritti altrui, per impedire la divulgazione di
informazioni riservate o per garantire l'autorità e l'imparzialità del potere giudiziario”.
Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino
Con l’art. 11 si definisce la libertà di manifestazione del pensiero come “uno dei diritti più preziosi
dell'uomo"; ogni cittadino può dunque parlare, scrivere, stampare liberamente, salvo a rispondere
dell’abuso di questa libertà nei casi determinati dalla Legge.
Risoluzione ONU del 2012
L13 – The Promotion, Protection and Enjoyment of Human Rights on the Internet (adopted by consensus on
by the Human Rights Council on Thursday, July 6, 2012)
- gli stessi diritti riconosciuti offline devono essere garantiti online
- Internet dovrebbe essere un importante strumento per l’esercizio di tali diritti
I diritti umani sono gli stessi, indipendentemente dal mezzoche si usa per esercitarli
Costituzione italiana (art. 21)
- “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensierocon la parola, lo scritto e ogni
altro mezzo di diffusione”
- “La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”
Critica verso verità prestabilite o garantite, a favore di un processo di discussione pubblica
La verità è un fiume e se le sue acque non fluiscono in perpetua continuità imputridiscono in uno stagno
melmoso di conformismo e tradizione (Milton)
Libertà di manifestazione del pensiero
- scommessa sull’uomo nuovo “illuminato”, un uomo capace non solo di produrre informazioni, ma
che siano utili al punto da dover essere condivise col resto della società, un uomo capace di
comprendere adeguatamente le informazioni che riceve e regolarsi di conseguenza;
- sposta il baricentro della società: se prima le “opinioni” che contavano per lo sviluppo e la crescita
della società erano solo quelle dell'élite dominante (politica, economica….), con la libertà di
manifestazione del pensiero le opinioni che contano diventano quelle di tutti;
- dimensione politica e antagonista (non ha senso tutelare le opinioni condivise nella società,
occorre invece porre in discussione le idee dominanti per far crescere la società);
- consente il controllo e la critica dell’operato dei governanti (principio personalista -art. 2 Cost.- è lo
Stato a servire il cittadino, non viceversa);
- ha dei confini (ciò che mira a cancellare la democrazia non è tutelabile).
I confini della libertà di espressione
1) Tribunale Chieti 29/1/2020: condanna Facebook per avere rimosso contenuti ritraenti Mussolini e foto
con didascalia “W Mussolini”. Il tribunale ritiene che non sia apologia fascista ma semplice espressione di
convinzioni;
2) Tribunale di Roma 5/12/2022: accoglie ricorso Facebook per la cancellazione del profilo di CasaPound (i
discorsi d’odio, in quanto idonei a negare il valore stesso della persona così come garantito agli artt. 2 e 3
Cost., non rientrano nell’ambito di tutela della libertà di manifestazione del pensiero, la quale non può
spingersi sino a negare i principi fondamentali e inviolabili dell’ordinamento costituzionale)
L’opinione è tutelata fin quando non si pone in serio contrasto con i principi democratici. Non c’è una
protezione di un presunto diritto alla menzogna (tranne per l’informazione professionale), questa non è
vietata in generale, ma lo è nel momento in cui urta contro i limiti costituzionalmente imposti dalla libertà
di espressione (P. Barile)
Due aspetti
Aspetto attivo (dimensione individuale) -> libertà di esprimere le proprie opinioni (è connaturata
all'individuo, non fa riferimento all’informazione professionale - stampa - ma solo a quella propria del
singolo)
Aspetto passivo (dimensione funzionale oggettiva)-> solo il cittadino correttamente informato può
esercitare la sovranità popolare (Cass. 16236/2010). Implica un flusso libero delle informazioni (la data
protection è un limite esterno alla libertà di espressione) e il pluralismo delle fonti di informazione (qui
entra l’informazione professionale che ha obblighi di rispetto della verità)
Sopprimere un discorso viola sia i diritti di chi parla che di chi ascolta (Frederick Douglass)
Democrazia è “partecipazione”
Libertà di espressione e vecchi media
Vecchi media (giornali e televisione):
- ad accesso controllato (editori) -> libertà ristretta alle elite
- comunicazione unidirezionale, da uno a molti -> fondamentalmente antidemocratici (necessità di
tutelare e imporre il pluralismo)
Gli editori, confondendo contenutoe contenitore, sostengono di difendere la libertà di espressione. Consentono il
controllo finale del flusso di informazioni da parte dei governi, in cambio gli editori vengono lasciati più o meno
liberi di utilizzare lo “strumento” a propri fini (in genere economici, qualche volta anche politici). Per le televisioni,
la concentrazione di potere è decisamente maggiore rispetto ai giornali.
Restrizionedel discorsopubblico (finestra di Overton) ad argomenti “centristi”, perché l’impossibilità di “personalizzare” il
discorso, la necessità di rivolgersi contemporaneamente a tutti, costringeva a mantenersi in un ristretto ambito del discorso.
Un paio di giornali per città, tre o quattro canali televisivi, tutti centristi e rispettosi dell’autorità. Il “centrismo” era
necessario per soldi e consenso.
Finestra di Overton
La finestra di Overton (dal sociologo Overton) è un approccio per identificare le idee che definiscono lo spettro di accettabilità
delle politiche governative. I politici possono agire solo entro limiti accettabili. Lo spostamento della finestra di Overton implica
che i sostenitori di politiche fuori dalla finestra persuadano il pubblico ad espandere la finestra. I fautori delle politiche attuali, o
simili all'interno della finestra, cercano di convincere le persone che le politiche al di fuori di essa dovrebbero essere
considerate inaccettabili. Secondo Lehman, che ha coniato il termine, "L'idea sbagliata più comune è che i legislatori stessi si
occupino di spostare la finestra di Overton. Questo è assolutamente falso. I legislatori sono in realtà nel business di rilevare
dove si trova la finestra, e poi spostarsi verso essere in accordo con esso” (Wikipedia)
Libertà di espressione e nuovi media
Nuovi media (Internet, social media):
- saltail livellodi intermediazione (accesso libero, costi bassi, esperienza frictionless) -> libertà potenzialmente
esercitabile da tutti
- si elimina la scarsità delleinformazioni (le notizie sono una merce abbondante) e quindi si democratizza anche
l’aspetto passivo (diritto di ricevere informazioni);
- si consente la ricerca delle informazioni facilitando l’accesso;
- si aprono spazi di discussione da parte degli “esperti” di una materia;
- si alimenta la concorrenza -> eterogeneità dei contenuti;
- basse barriere all’impegno civico e forte sostegno alla creazione e condivisione di proprie creazioni.
Il meccanismo di condivisione dei social media porta all’esposizionea notizienoncercatee quindi anchenon
coerenti con le propriepredilezioni ideologiche. In tal modo la struttura specifica dei social media forma una sorta
di argine alla formazione di bolle ideologiche.
I nuovi media hanno inquinato
il dibattito pubblico?
Dall’illusione alla disillusione
Se prima i nuovi media erano stati indicati come medicina per la disaffezione democratica, poi qualcosa è
cambiato, è subentrata la disillusione perché non sono state mantenute le promesse di liberazione dal
sistema o perché la crisi dei media ha destabilizzato le politiche tradizionali.
Quando la rete è diventata la sede del dibattito pubblico (aprendo gli spazi anche alle voci prima assenti o
marginali) l’opinione pubblica vicina al mainstream ha accusato i nuovi media
Cass Sunstein -> cascate sociali (amplificazione di voci e dicerie), polarizzazione (prevalenza delle voci
radicali), bolle filtro.
Pessimismo informativo
Nelle piazze dove si esprimeva la partecipazione politica e sociale e la propaganda ideologica non vi
erano stati emotivi coinvolgenti?
Coi vecchi media era davvero garantito il trionfo della razionalità dell’elettore?
Occorre davvero proteggere il cittadino(e la democrazia) dall’eccesso di libertà di
informazione?
Problemi dell’uso improprio della libertà di
espressione
- hate speech;
- disinformazione (fake news), anche politica (propaganda);
- reati (ma ci sono le relative norme).
Tutte le fonti concorrono alla pari, quindi il potere si sposta dall’offerta alla domanda. Per attrarre lettori
occorre rendere i contenuti virali, occorre attirare l’attenzione del pubblico. Il contenuto urlato funziona
meglio!
Tecnologie digitali e democrazia
1) la disintermediazione avrebbe prodotto un generale deterioramento del dibattito pubblico
mediante la parcellizzazione e la polarizzazione dell’opinione pubblica -> emersione di posizioni
estreme ostili alla dialettica democratica;
2) impatto delle tecnologie digitali sulla rappresentanza politica -> apertura di spazi per riformulare i
paradigmi tradizionali della democrazia di mandato (emersione della democrazia diretta);
3) natura giuridica dei soggetti gestori della piattaforme digitali.
TOS social media
In genere i social vietano:
- contenuti di terrorismo e estremismo violento, sfruttamento sessualeminorile, abusi e molestie,
esaltazione della violenza, incitamento all’odio, prmozione della violenza, minacce sulla base della
razza o l’etnia, il genere o l’identità di genere, autolesionismo e suicidio, promozione di beni illeciti
o contraffatti.
Hate speech
Definizione:
- Fomentare, promuovere o incoraggiare la denigrazione,
l’odio o la diffamazione nei confronti di una persona o di un
gruppo, nonché sottoporre a soprusi, insulti, stereotipi
negativi, stigmatizzazione o minacce una persona o un
gruppo sulla base della “razza”, del colore della pelle,
dell’ascendenza, dell’origine nazionale o etnica, dell’età,
dell’handicap, della lingua, della religione o delle
convinzioni, del sesso, del genere, dell’identità di genere,
dell’orientamento sessuale e di altre caratteristiche o stato
personale (Raccomandazione n. 15/2015 della
commissione europea)
Occorre indagare a fondo i problemi
L’hate speech è spesso uno strumento utilizzato
dal gruppo dominante per reprimere la dissidenza
e imporre la propria visione del mondo (durante
l’apartheid in Sud Africa, le leggi sull’hate speech
erano usate per criminalizzare le critiche verso la
supremazia bianca).
I politici usano hate speech e fake news, salvo poi
autoassolversi con la complicità dei vecchi media. Eurodeputato ungherese suggerisce di usare una frontiera con
teste di maiale infilzate su bastoni per dissuadere i migranti islamici
Hate speech
Il problema non è la libertà di
espressione, ma i limiti della
libertà di espressione
Disinformazione (fake news)
Disinformazione non intenzionale (misinformation): recepimento acritico di informazioni veicolate dai
media, senza particolari approfondimenti. Da parte sua il media, il giornale, la televisione, può essere
indotto a pubblicare notizie non vere o solo parzialmente vere semplicemente per errore, per l’assenza di
tempo per approfondire e verificare le fonti.
Soluzione -> sistemi di fact-checking e media literacy (educazione ai media).
Disinformazione intenzionale (disinformation o malinformation): dipende da un interesse specifico
dell'agente (economico, politico, ecc…)
Soluzione -> demonetizzazione.
Propaganda
Propaganda esterna: disinformazione proveniente da agenti esterni ( altri Stati) con lo scopo di
destabilizzare uno Stato al fine di indebolirlo e porlo alla mercé dell’agente.
Soluzione: essendo palesemente ostile (mira a modificare i valori dei target di riferimento), è piuttosto
facile da contrastare con fact-checking e media literacy. Il problema si pone nel caso in cui alcuni media
(es. giornali o televisioni) sposino (per motivi ideologici o economici) le tesi dell’agente e diffondano in
maniera acritica i suoi punti di vista. Tali tesi, infatti, nello Stato target, vengono viste e recepite come
fossero proprio del media (es. canale Tv) che le fa proprie e le diffonde (spesso utilizzando degli “esperti”
di comodo per “vestire” l’opinione e darle credibilità), rendendo decisamente più difficile il contrasto. In
tali casi l’approccio dovrebbe essere sistemico e non ha molto senso che sia limitato all’ambiente digitale.
Propaganda (2)
Propaganda interna: è la forma più pericolosa realizzabile, tipica degli Stati autoritari (Russia) e si esplica
tramite un controllo sui media interni, fino a chiudere i media indipendenti, e talvolta anche con un
controllo sull’ecosistema digitale. In Cina i servizi digitali stranieri in genere non sono ammessi o sono
limitati (es. Facebook, Twitter), e sono sostituiti da servizi controllati dallo Stato (WeChat).
E’ totalizzante, in grado di modificare il modo di pensare dei cittadini e quindi spingerli a fare cose che
normalmente non farebbero, ed è in grado di strutturare una realtà epistemologica diversa (es. in Russia
ha consentito in decenni di preparare i cittadini all’invasione dell’Ucraina convincendoli della necessità di
una guerra e dello sterminio del popolo ucraino, allo stesso modo Trump ha potuto creare una realtà
alternativa fatta di menzogne e teorie del complotto sempre più assurde).
Information disorder
I Greci inventando la democrazia si resero conto del pericolo della capacità argomentativa (oggi:
persuasori occulti che abusano della libertà): infatti Platone fa dire a Aristotele che “è dunque
possibile dire con il discorso le cose che sono e quelle che non sono”.
- Cicerone usò la disinformazione per sabotare l’accordo tra Antonio e Bruto (guerra civile
43 a.C.)
- Stalin manipolò il testamento di Lenin per giustificare l’ascesa al potere
- campagna contro Dino Boffo ad opera de “Il Giornale”
- campagna di Canale 5 sui calzini del giudice Mesiano
Nessuno ha mai dubitato del fatto che verità e politica siano in rapporti piuttosto cattivi l’una con
l’altra e nessuno ha mai annoverato la sincerità tra le virtù politiche (Hannah Arendt, Verità e
Politica, 1995)
Internet e disinformazione
- Internet democratizza la libertà di espressione
- molti gruppi non si riconoscono nei media
tradizionali (es. alt-right)
- gruppi che prima non avevano accesso ai media
tradizionali usano Internet
- i media tradizionali (in crisi) si rivolgono ad
Internet per le informazioni e le amplificano
- i gruppi “manipolano” i media tradizionali
ottenendo maggiore attenzione (fake news) ->
si apre la finestra di Overton
Una fake news grande come un… autobus!
La maggior parte della disinformazione ottiene un
effetto solo quando è “convalidata” da una fonte di
notizie mainstream (Yochai Benkler, Network
Propaganda: Manipulation, Disinformation e
Radicalization in American Politics)
Nulla è vero, tutto è possibile
Lo scopo non è tanto convincere le persone, quanto piuttosto dimostrare che non si può credere in nulla,
per cui tutto va messo in discussione (Kate Starbird). È la medesima tattica utilizzata da Trump negli Usa
per arrivare alla Casa Bianca.
L’idea è di instillare il dubbio a più livelli, diffondendo tante versioni della “verità” al punto che non ci sia
più possibilità di distinguerle, così non c’è nemmeno più necessità di smentire quella verità che superi la
cortina di fumo. Così ché le persone si sentano smarrite, perse nell’oscurità. In assenza di qualsiasi
certezza non gli resterà altro che lasciarsi guidare dall’“uomo forte”, il leader autoritario che le conduce
fuori dell’oscurità.
Se tutto è vero è veroanche cheniente è vero (Platone)
Il relativismo culturalista che parifica ogni
voce rischia di minare le ragioni della
convivenza democratica quando diventa
paradigma nichilistico
Carlo Magnani, Finché ci sono fake news c’è speranza
Norme europee
Codice Europeo contro la disinformazione: impegno volontario.
DSA (Digital Services Act): regolamentazione delle procedure e non del discorso (cioè i contenuti);
misure di limitazione del rischio sistemico delle piattaforme del web (es. impatto della moderazione dei
contenuti, dei sistemi di raccomandazione, della pubblicità programmata, e così via); obbligo di inserire i
Diritti fondamentali nei TOS.
Ricreare il livello di intermediazione “editoriale” per recuperare il controllo del flusso di informazioni
(modificare Internet in una grande Tv):
- ridurre il numero delle piattaforme (barriere all’ingresso del mercato: filtraggio, press publisher rights)
- imporre regolamentazioni (anche soft law, codici di condotta)
- introduzione di oneri amministrativi a carico degli intermediari della comunicazione (netzDG tedesca)
Non si tratta di punire, quanto piuttosto di creare una sorta di "ordine pubblico virtuale", quindi non è
importante la regolamentazione di un singolo comportamento (e quindi la tutela di un cittadino leso da
quel comportamento), quanto la realizzazione della governance della manifestazione del pensiero.
Regolamentazione attuale
Problemi dell’attuale regolamentazione
- Accordi a portechiusetra governi (Commissione europea) e aziende, oppure solo tra aziende (codici di condotta)
senza la partecipazione dei cittadini (associazioni di rappresentanza)
- Delega alleaziende che può portare ad una compressione dei diritti dei cittadini o anche a violazioni della normativa
anticoncorrenziale (rimozione di contenuti di concorrenti)
- Inesistenzao inefficacia di strumenti di impugnazione delle decisioni aziendali
- Inesistenzadi definizionicerte delle categorie di contenuti da rimuovere (es. terrorismo, hate speech), così un aiuto
umanitario in territorio di guerra può essere considerato atto di terrorismo e rimosso
- Possibile cancellazionedi elementi di indagine
- Promozione della contronarrazioni, lasciando alle aziende un vero e proprio potere editoriale di modificare il flusso
delle notizie
- Eliminazione di occasionidi discussionee crescitasociale
- L’impressione è che alla Commissione europea non interessi cosa si rimuove ma solo quanto si rimuove
- Possibile criminalizzazionedeldissensopolitico quale discorso d’odio
- Imponendo obblighi legali si rischia che l’applicazionesia estesa a tutti i contenuti“incerti”
- rafforzamento della posizionedominante delle piattaforme
Internet come spazio unico e indivisibile
- spazio economico
- spazio sociale
- spazio politico
- spazio simbolico che permette nuove forme di rappresentazione del sé, incide sull’identità e
consente nuove forme di espressione
Occorrono regole di compatibilità che impediscano, ad esempio, alla dinamica economica che prende sempre più
forza nella rete di oscurare, non voglio dire di cancellare, le potenzialità di Internet come grande spazio pubblico
di confronto e di discussione (Stefano Rodotà, 1998)
Problemi dell’ecosistema digitale
- Declino dell’affidabilità delle informazioni (modello di business pubblicitario)
- -> Indebolimento delle istituzioni democratiche
- --> Fino a possibili minacce all’integrità dello stesso sistema elettorale (alterazione delle
informazioni che raggiungono il pubblico, fino a realtà diverse)
- Distorsione del mercato dovuta all’aumento del comportamento monopolistico
L’assenza di un quadro regolatorio adeguato fa nascere e prosperare
pure logiche di mercato (vedi televisione)
Il filtraggio serve?
La cancellazione di un contenuto (es. hate speech) non risolve il problema se alla base vi è un malcontento,
una discriminazione sociale. L’autore semplicemente trasferirà il suo malcontento altrove, nel mondo
reale, casomai in famiglia. Si nasconde un problema (cosa spendibile in campagna politica), ma senza
risolverlo (casomai per crearne un altro).
L’impressione, quindi, è che la politica si occupi del problema solo superficialmente, senza una reale
comprensione non solo delle peculiarità del mezzo (Internet), ma anche delle cause sottostanti il
problema stesso.
Soluzioni?
- Evitare gli approcci solamente legislativi, che spesso comportano sanzioni sproporzionate e un
impatto negativo sulla libertà di espressione.
- Evitare di lasciare alle piattaforme l’autoregolamentazione dell’ecosistema digitale.
- Ripristinare la fiducia degli utenti tramite trasparenza e responsabilità.
- Realizzare una regolamentazione efficace ma flessibile e adattabile alle realtà specifiche (es.
minoranze).
- Garantire che la moderazione sia fatta sulla base degli standard internazionali in materia di diritti
umani (piuttosto che in base ad esigenze economiche).
- alimentare il pluralismo in rete.
Sta a noi decidere se questoprocesso di regolamentazione,ormai indifferibile, debba essere un processo
da realizzarsi nelle chiuse stanze del potere oppure se debba diventare un processo corale e realmente
partecipato
Approfondimenti
- Zeno-Zancovich, La libertà di espressione (Il Mulino, 2004);
- Magnani, Finché ci sono fake news c’è speranza (Rubettino, 2021)
- Paglieri, La disinformazione felice (Il Mulino, 2020)

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  • 1. Libertà di manifestazione del pensiero nell’era dei social network @brunosaetta
  • 2. Some people’s idea of free speech is that they are free to say what they like, but if anyone says anything back, that is outrage (Winston Churchill). L’idea di alcune persone della libertà di parola è che sono liberi di dire quello che vogliono, ma se qualcuno gli risponde, lo considerano oltraggio
  • 3. Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali Articolo 10 - Libertà di espressione “1. Ogni persona ha diritto alla libertà d'espressione. Tale diritto include la libertà d'opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza considerazione di frontiera. Il presente articolo non impedisce agli Stati di sottoporre a un regime di autorizzazione le imprese di radiodiffusione, di cinema o di televisione. Le norme europee contengono delle obbligazioni positive per gli Stati (vedi anche CEDU: Remuszko v. Poland). Questi ultimi non solo devono astenersi dall’interferire con la libertà di espressione dei cittadini, ma hanno un obbligo di tutela della libertà di espressione anche nella sfera delle relazioni tra privati.
  • 4. Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (2) 2. L'esercizio di queste libertà, poiché comporta doveri e responsabilità, può essere sottoposto alle formalità, condizioni, restrizioni o sanzioni che sono previste dalla legge e che costituiscono misure necessarie, in una società democratica, per la sicurezza nazionale, per l'integrità territoriale o per la pubblica sicurezza, per la difesa dell'ordine e per la prevenzione dei reati, per la protezione della salute o della morale, per la protezione della reputazione o dei diritti altrui, per impedire la divulgazione di informazioni riservate o per garantire l'autorità e l'imparzialità del potere giudiziario”.
  • 5. Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino Con l’art. 11 si definisce la libertà di manifestazione del pensiero come “uno dei diritti più preziosi dell'uomo"; ogni cittadino può dunque parlare, scrivere, stampare liberamente, salvo a rispondere dell’abuso di questa libertà nei casi determinati dalla Legge.
  • 6. Risoluzione ONU del 2012 L13 – The Promotion, Protection and Enjoyment of Human Rights on the Internet (adopted by consensus on by the Human Rights Council on Thursday, July 6, 2012) - gli stessi diritti riconosciuti offline devono essere garantiti online - Internet dovrebbe essere un importante strumento per l’esercizio di tali diritti I diritti umani sono gli stessi, indipendentemente dal mezzoche si usa per esercitarli
  • 7. Costituzione italiana (art. 21) - “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensierocon la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” - “La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure” Critica verso verità prestabilite o garantite, a favore di un processo di discussione pubblica La verità è un fiume e se le sue acque non fluiscono in perpetua continuità imputridiscono in uno stagno melmoso di conformismo e tradizione (Milton)
  • 8. Libertà di manifestazione del pensiero - scommessa sull’uomo nuovo “illuminato”, un uomo capace non solo di produrre informazioni, ma che siano utili al punto da dover essere condivise col resto della società, un uomo capace di comprendere adeguatamente le informazioni che riceve e regolarsi di conseguenza; - sposta il baricentro della società: se prima le “opinioni” che contavano per lo sviluppo e la crescita della società erano solo quelle dell'élite dominante (politica, economica….), con la libertà di manifestazione del pensiero le opinioni che contano diventano quelle di tutti; - dimensione politica e antagonista (non ha senso tutelare le opinioni condivise nella società, occorre invece porre in discussione le idee dominanti per far crescere la società); - consente il controllo e la critica dell’operato dei governanti (principio personalista -art. 2 Cost.- è lo Stato a servire il cittadino, non viceversa); - ha dei confini (ciò che mira a cancellare la democrazia non è tutelabile).
  • 9. I confini della libertà di espressione 1) Tribunale Chieti 29/1/2020: condanna Facebook per avere rimosso contenuti ritraenti Mussolini e foto con didascalia “W Mussolini”. Il tribunale ritiene che non sia apologia fascista ma semplice espressione di convinzioni; 2) Tribunale di Roma 5/12/2022: accoglie ricorso Facebook per la cancellazione del profilo di CasaPound (i discorsi d’odio, in quanto idonei a negare il valore stesso della persona così come garantito agli artt. 2 e 3 Cost., non rientrano nell’ambito di tutela della libertà di manifestazione del pensiero, la quale non può spingersi sino a negare i principi fondamentali e inviolabili dell’ordinamento costituzionale) L’opinione è tutelata fin quando non si pone in serio contrasto con i principi democratici. Non c’è una protezione di un presunto diritto alla menzogna (tranne per l’informazione professionale), questa non è vietata in generale, ma lo è nel momento in cui urta contro i limiti costituzionalmente imposti dalla libertà di espressione (P. Barile)
  • 10. Due aspetti Aspetto attivo (dimensione individuale) -> libertà di esprimere le proprie opinioni (è connaturata all'individuo, non fa riferimento all’informazione professionale - stampa - ma solo a quella propria del singolo) Aspetto passivo (dimensione funzionale oggettiva)-> solo il cittadino correttamente informato può esercitare la sovranità popolare (Cass. 16236/2010). Implica un flusso libero delle informazioni (la data protection è un limite esterno alla libertà di espressione) e il pluralismo delle fonti di informazione (qui entra l’informazione professionale che ha obblighi di rispetto della verità) Sopprimere un discorso viola sia i diritti di chi parla che di chi ascolta (Frederick Douglass) Democrazia è “partecipazione”
  • 11. Libertà di espressione e vecchi media Vecchi media (giornali e televisione): - ad accesso controllato (editori) -> libertà ristretta alle elite - comunicazione unidirezionale, da uno a molti -> fondamentalmente antidemocratici (necessità di tutelare e imporre il pluralismo) Gli editori, confondendo contenutoe contenitore, sostengono di difendere la libertà di espressione. Consentono il controllo finale del flusso di informazioni da parte dei governi, in cambio gli editori vengono lasciati più o meno liberi di utilizzare lo “strumento” a propri fini (in genere economici, qualche volta anche politici). Per le televisioni, la concentrazione di potere è decisamente maggiore rispetto ai giornali. Restrizionedel discorsopubblico (finestra di Overton) ad argomenti “centristi”, perché l’impossibilità di “personalizzare” il discorso, la necessità di rivolgersi contemporaneamente a tutti, costringeva a mantenersi in un ristretto ambito del discorso. Un paio di giornali per città, tre o quattro canali televisivi, tutti centristi e rispettosi dell’autorità. Il “centrismo” era necessario per soldi e consenso.
  • 12. Finestra di Overton La finestra di Overton (dal sociologo Overton) è un approccio per identificare le idee che definiscono lo spettro di accettabilità delle politiche governative. I politici possono agire solo entro limiti accettabili. Lo spostamento della finestra di Overton implica che i sostenitori di politiche fuori dalla finestra persuadano il pubblico ad espandere la finestra. I fautori delle politiche attuali, o simili all'interno della finestra, cercano di convincere le persone che le politiche al di fuori di essa dovrebbero essere considerate inaccettabili. Secondo Lehman, che ha coniato il termine, "L'idea sbagliata più comune è che i legislatori stessi si occupino di spostare la finestra di Overton. Questo è assolutamente falso. I legislatori sono in realtà nel business di rilevare dove si trova la finestra, e poi spostarsi verso essere in accordo con esso” (Wikipedia)
  • 13. Libertà di espressione e nuovi media Nuovi media (Internet, social media): - saltail livellodi intermediazione (accesso libero, costi bassi, esperienza frictionless) -> libertà potenzialmente esercitabile da tutti - si elimina la scarsità delleinformazioni (le notizie sono una merce abbondante) e quindi si democratizza anche l’aspetto passivo (diritto di ricevere informazioni); - si consente la ricerca delle informazioni facilitando l’accesso; - si aprono spazi di discussione da parte degli “esperti” di una materia; - si alimenta la concorrenza -> eterogeneità dei contenuti; - basse barriere all’impegno civico e forte sostegno alla creazione e condivisione di proprie creazioni. Il meccanismo di condivisione dei social media porta all’esposizionea notizienoncercatee quindi anchenon coerenti con le propriepredilezioni ideologiche. In tal modo la struttura specifica dei social media forma una sorta di argine alla formazione di bolle ideologiche.
  • 14. I nuovi media hanno inquinato il dibattito pubblico?
  • 15. Dall’illusione alla disillusione Se prima i nuovi media erano stati indicati come medicina per la disaffezione democratica, poi qualcosa è cambiato, è subentrata la disillusione perché non sono state mantenute le promesse di liberazione dal sistema o perché la crisi dei media ha destabilizzato le politiche tradizionali. Quando la rete è diventata la sede del dibattito pubblico (aprendo gli spazi anche alle voci prima assenti o marginali) l’opinione pubblica vicina al mainstream ha accusato i nuovi media Cass Sunstein -> cascate sociali (amplificazione di voci e dicerie), polarizzazione (prevalenza delle voci radicali), bolle filtro.
  • 16. Pessimismo informativo Nelle piazze dove si esprimeva la partecipazione politica e sociale e la propaganda ideologica non vi erano stati emotivi coinvolgenti? Coi vecchi media era davvero garantito il trionfo della razionalità dell’elettore? Occorre davvero proteggere il cittadino(e la democrazia) dall’eccesso di libertà di informazione?
  • 17. Problemi dell’uso improprio della libertà di espressione - hate speech; - disinformazione (fake news), anche politica (propaganda); - reati (ma ci sono le relative norme). Tutte le fonti concorrono alla pari, quindi il potere si sposta dall’offerta alla domanda. Per attrarre lettori occorre rendere i contenuti virali, occorre attirare l’attenzione del pubblico. Il contenuto urlato funziona meglio!
  • 18. Tecnologie digitali e democrazia 1) la disintermediazione avrebbe prodotto un generale deterioramento del dibattito pubblico mediante la parcellizzazione e la polarizzazione dell’opinione pubblica -> emersione di posizioni estreme ostili alla dialettica democratica; 2) impatto delle tecnologie digitali sulla rappresentanza politica -> apertura di spazi per riformulare i paradigmi tradizionali della democrazia di mandato (emersione della democrazia diretta); 3) natura giuridica dei soggetti gestori della piattaforme digitali.
  • 19. TOS social media In genere i social vietano: - contenuti di terrorismo e estremismo violento, sfruttamento sessualeminorile, abusi e molestie, esaltazione della violenza, incitamento all’odio, prmozione della violenza, minacce sulla base della razza o l’etnia, il genere o l’identità di genere, autolesionismo e suicidio, promozione di beni illeciti o contraffatti.
  • 20. Hate speech Definizione: - Fomentare, promuovere o incoraggiare la denigrazione, l’odio o la diffamazione nei confronti di una persona o di un gruppo, nonché sottoporre a soprusi, insulti, stereotipi negativi, stigmatizzazione o minacce una persona o un gruppo sulla base della “razza”, del colore della pelle, dell’ascendenza, dell’origine nazionale o etnica, dell’età, dell’handicap, della lingua, della religione o delle convinzioni, del sesso, del genere, dell’identità di genere, dell’orientamento sessuale e di altre caratteristiche o stato personale (Raccomandazione n. 15/2015 della commissione europea)
  • 21. Occorre indagare a fondo i problemi L’hate speech è spesso uno strumento utilizzato dal gruppo dominante per reprimere la dissidenza e imporre la propria visione del mondo (durante l’apartheid in Sud Africa, le leggi sull’hate speech erano usate per criminalizzare le critiche verso la supremazia bianca). I politici usano hate speech e fake news, salvo poi autoassolversi con la complicità dei vecchi media. Eurodeputato ungherese suggerisce di usare una frontiera con teste di maiale infilzate su bastoni per dissuadere i migranti islamici
  • 23. Il problema non è la libertà di espressione, ma i limiti della libertà di espressione
  • 24. Disinformazione (fake news) Disinformazione non intenzionale (misinformation): recepimento acritico di informazioni veicolate dai media, senza particolari approfondimenti. Da parte sua il media, il giornale, la televisione, può essere indotto a pubblicare notizie non vere o solo parzialmente vere semplicemente per errore, per l’assenza di tempo per approfondire e verificare le fonti. Soluzione -> sistemi di fact-checking e media literacy (educazione ai media). Disinformazione intenzionale (disinformation o malinformation): dipende da un interesse specifico dell'agente (economico, politico, ecc…) Soluzione -> demonetizzazione.
  • 25. Propaganda Propaganda esterna: disinformazione proveniente da agenti esterni ( altri Stati) con lo scopo di destabilizzare uno Stato al fine di indebolirlo e porlo alla mercé dell’agente. Soluzione: essendo palesemente ostile (mira a modificare i valori dei target di riferimento), è piuttosto facile da contrastare con fact-checking e media literacy. Il problema si pone nel caso in cui alcuni media (es. giornali o televisioni) sposino (per motivi ideologici o economici) le tesi dell’agente e diffondano in maniera acritica i suoi punti di vista. Tali tesi, infatti, nello Stato target, vengono viste e recepite come fossero proprio del media (es. canale Tv) che le fa proprie e le diffonde (spesso utilizzando degli “esperti” di comodo per “vestire” l’opinione e darle credibilità), rendendo decisamente più difficile il contrasto. In tali casi l’approccio dovrebbe essere sistemico e non ha molto senso che sia limitato all’ambiente digitale.
  • 26. Propaganda (2) Propaganda interna: è la forma più pericolosa realizzabile, tipica degli Stati autoritari (Russia) e si esplica tramite un controllo sui media interni, fino a chiudere i media indipendenti, e talvolta anche con un controllo sull’ecosistema digitale. In Cina i servizi digitali stranieri in genere non sono ammessi o sono limitati (es. Facebook, Twitter), e sono sostituiti da servizi controllati dallo Stato (WeChat). E’ totalizzante, in grado di modificare il modo di pensare dei cittadini e quindi spingerli a fare cose che normalmente non farebbero, ed è in grado di strutturare una realtà epistemologica diversa (es. in Russia ha consentito in decenni di preparare i cittadini all’invasione dell’Ucraina convincendoli della necessità di una guerra e dello sterminio del popolo ucraino, allo stesso modo Trump ha potuto creare una realtà alternativa fatta di menzogne e teorie del complotto sempre più assurde).
  • 27. Information disorder I Greci inventando la democrazia si resero conto del pericolo della capacità argomentativa (oggi: persuasori occulti che abusano della libertà): infatti Platone fa dire a Aristotele che “è dunque possibile dire con il discorso le cose che sono e quelle che non sono”. - Cicerone usò la disinformazione per sabotare l’accordo tra Antonio e Bruto (guerra civile 43 a.C.) - Stalin manipolò il testamento di Lenin per giustificare l’ascesa al potere - campagna contro Dino Boffo ad opera de “Il Giornale” - campagna di Canale 5 sui calzini del giudice Mesiano Nessuno ha mai dubitato del fatto che verità e politica siano in rapporti piuttosto cattivi l’una con l’altra e nessuno ha mai annoverato la sincerità tra le virtù politiche (Hannah Arendt, Verità e Politica, 1995)
  • 28. Internet e disinformazione - Internet democratizza la libertà di espressione - molti gruppi non si riconoscono nei media tradizionali (es. alt-right) - gruppi che prima non avevano accesso ai media tradizionali usano Internet - i media tradizionali (in crisi) si rivolgono ad Internet per le informazioni e le amplificano - i gruppi “manipolano” i media tradizionali ottenendo maggiore attenzione (fake news) -> si apre la finestra di Overton
  • 29. Una fake news grande come un… autobus! La maggior parte della disinformazione ottiene un effetto solo quando è “convalidata” da una fonte di notizie mainstream (Yochai Benkler, Network Propaganda: Manipulation, Disinformation e Radicalization in American Politics)
  • 30. Nulla è vero, tutto è possibile Lo scopo non è tanto convincere le persone, quanto piuttosto dimostrare che non si può credere in nulla, per cui tutto va messo in discussione (Kate Starbird). È la medesima tattica utilizzata da Trump negli Usa per arrivare alla Casa Bianca. L’idea è di instillare il dubbio a più livelli, diffondendo tante versioni della “verità” al punto che non ci sia più possibilità di distinguerle, così non c’è nemmeno più necessità di smentire quella verità che superi la cortina di fumo. Così ché le persone si sentano smarrite, perse nell’oscurità. In assenza di qualsiasi certezza non gli resterà altro che lasciarsi guidare dall’“uomo forte”, il leader autoritario che le conduce fuori dell’oscurità. Se tutto è vero è veroanche cheniente è vero (Platone)
  • 31. Il relativismo culturalista che parifica ogni voce rischia di minare le ragioni della convivenza democratica quando diventa paradigma nichilistico Carlo Magnani, Finché ci sono fake news c’è speranza
  • 32. Norme europee Codice Europeo contro la disinformazione: impegno volontario. DSA (Digital Services Act): regolamentazione delle procedure e non del discorso (cioè i contenuti); misure di limitazione del rischio sistemico delle piattaforme del web (es. impatto della moderazione dei contenuti, dei sistemi di raccomandazione, della pubblicità programmata, e così via); obbligo di inserire i Diritti fondamentali nei TOS.
  • 33. Ricreare il livello di intermediazione “editoriale” per recuperare il controllo del flusso di informazioni (modificare Internet in una grande Tv): - ridurre il numero delle piattaforme (barriere all’ingresso del mercato: filtraggio, press publisher rights) - imporre regolamentazioni (anche soft law, codici di condotta) - introduzione di oneri amministrativi a carico degli intermediari della comunicazione (netzDG tedesca) Non si tratta di punire, quanto piuttosto di creare una sorta di "ordine pubblico virtuale", quindi non è importante la regolamentazione di un singolo comportamento (e quindi la tutela di un cittadino leso da quel comportamento), quanto la realizzazione della governance della manifestazione del pensiero. Regolamentazione attuale
  • 34. Problemi dell’attuale regolamentazione - Accordi a portechiusetra governi (Commissione europea) e aziende, oppure solo tra aziende (codici di condotta) senza la partecipazione dei cittadini (associazioni di rappresentanza) - Delega alleaziende che può portare ad una compressione dei diritti dei cittadini o anche a violazioni della normativa anticoncorrenziale (rimozione di contenuti di concorrenti) - Inesistenzao inefficacia di strumenti di impugnazione delle decisioni aziendali - Inesistenzadi definizionicerte delle categorie di contenuti da rimuovere (es. terrorismo, hate speech), così un aiuto umanitario in territorio di guerra può essere considerato atto di terrorismo e rimosso - Possibile cancellazionedi elementi di indagine - Promozione della contronarrazioni, lasciando alle aziende un vero e proprio potere editoriale di modificare il flusso delle notizie - Eliminazione di occasionidi discussionee crescitasociale - L’impressione è che alla Commissione europea non interessi cosa si rimuove ma solo quanto si rimuove - Possibile criminalizzazionedeldissensopolitico quale discorso d’odio - Imponendo obblighi legali si rischia che l’applicazionesia estesa a tutti i contenuti“incerti” - rafforzamento della posizionedominante delle piattaforme
  • 35. Internet come spazio unico e indivisibile - spazio economico - spazio sociale - spazio politico - spazio simbolico che permette nuove forme di rappresentazione del sé, incide sull’identità e consente nuove forme di espressione Occorrono regole di compatibilità che impediscano, ad esempio, alla dinamica economica che prende sempre più forza nella rete di oscurare, non voglio dire di cancellare, le potenzialità di Internet come grande spazio pubblico di confronto e di discussione (Stefano Rodotà, 1998)
  • 36. Problemi dell’ecosistema digitale - Declino dell’affidabilità delle informazioni (modello di business pubblicitario) - -> Indebolimento delle istituzioni democratiche - --> Fino a possibili minacce all’integrità dello stesso sistema elettorale (alterazione delle informazioni che raggiungono il pubblico, fino a realtà diverse) - Distorsione del mercato dovuta all’aumento del comportamento monopolistico L’assenza di un quadro regolatorio adeguato fa nascere e prosperare pure logiche di mercato (vedi televisione)
  • 37. Il filtraggio serve? La cancellazione di un contenuto (es. hate speech) non risolve il problema se alla base vi è un malcontento, una discriminazione sociale. L’autore semplicemente trasferirà il suo malcontento altrove, nel mondo reale, casomai in famiglia. Si nasconde un problema (cosa spendibile in campagna politica), ma senza risolverlo (casomai per crearne un altro). L’impressione, quindi, è che la politica si occupi del problema solo superficialmente, senza una reale comprensione non solo delle peculiarità del mezzo (Internet), ma anche delle cause sottostanti il problema stesso.
  • 38. Soluzioni? - Evitare gli approcci solamente legislativi, che spesso comportano sanzioni sproporzionate e un impatto negativo sulla libertà di espressione. - Evitare di lasciare alle piattaforme l’autoregolamentazione dell’ecosistema digitale. - Ripristinare la fiducia degli utenti tramite trasparenza e responsabilità. - Realizzare una regolamentazione efficace ma flessibile e adattabile alle realtà specifiche (es. minoranze). - Garantire che la moderazione sia fatta sulla base degli standard internazionali in materia di diritti umani (piuttosto che in base ad esigenze economiche). - alimentare il pluralismo in rete. Sta a noi decidere se questoprocesso di regolamentazione,ormai indifferibile, debba essere un processo da realizzarsi nelle chiuse stanze del potere oppure se debba diventare un processo corale e realmente partecipato
  • 39. Approfondimenti - Zeno-Zancovich, La libertà di espressione (Il Mulino, 2004); - Magnani, Finché ci sono fake news c’è speranza (Rubettino, 2021) - Paglieri, La disinformazione felice (Il Mulino, 2020)