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Produzione di biocarburanti e
biofissazione di CO2 mediante
          microalghe


               Alessandro Concas
 CRS4 - Programma Bioingegneria - Settore Biomedicina
                  aconcas@crs4.it
Indice degli argomenti

• Problematiche di contesto
• «Baseline» del processo oggetto di indagine
• Principi generali della fotosintesi algale
• Analisi di massima del metabolismo lipidico
• Attività di ricerca per l’ingegnerizzazione
  delle alghe
• Controllo biosintetico
• Modellazione matematica e simulazione
• Risultati ottenuti: alcuni esempi
Le problematiche di contesto


Due problematiche principali che si intende
affrontare con la tecnologia di produzione
dei biocarburanti eTissutale è un campo CO2
        «L’Ingegneria di fissazione della
mediante micro-organismi fotosintetici :
 interdisciplinare della bioingegneria che applica
   diversi principi dell’ingegneria e delle scienze
 biologiche allo scopo di ripristinare, mantenere o
• Effetto Serra funzioni di tessuti o organi»
      migliorare e cambiamenti climatici
• Crisi energetica e individuazione fonti
  energetiche rinnovabili
L’effetto serra
L’effetto sull’incremento termico




La re-emissione dell’energia assorbita avviene in seguito al moto
vibrazionale sempre alla lunghezza d’onda infrarossa     accumulo
energia termica    incremento temperatura atmosfera
Gas serra antropogenici: origine




       «L’Ingegneria Tissutale è un campo
interdisciplinare della bioingegneria che applica
  diversi principi dell’ingegneria e delle scienze
biologiche allo scopo di ripristinare, mantenere o
     migliorare funzioni di tessuti o organi»
CO2 Vs Temperatura atmosferica


             400                                                             14,5

                                                                             14,4
             380            ppm
                            °
                            C                                                14,3

         «L’Ingegneria Tissutale è un campo
             360
                                           14,2

interdisciplinare della bioingegneria che applica
     340                                   14,1
  CO2, ppm




  diversi principi dell’ingegneria e delle 14,0
                                            scienze




                                                                                    T, °C
                                                                                    T, °C
     320
biologiche allo scopo di ripristinare, mantenere o
                                           13,9
     300
      migliorare funzioni di tessuti o organi»
                                           13,8

             280                                                             13,7

                                                                             13,6
             260
                                                                             13,5
               900 1000 1100 1200 1300 1400 1500 1600 1700 1800 1900 2000 2100

                                          Anno

                    Il principale gas serra è la CO2
Effetti a medio –lungo termine




Scioglimento           Desertificazione         Eventi estremi
ghiacciai

  Instabilità geopolitiche Tissutale è uncompetizione per
             «L’Ingegneria indotte dalla campo
  territori fertili e riduzione risorse agricole applica
     interdisciplinare della bioingegneria che
  Incrementoprincipi dell’ingegneria e delle scienze
       diversi dei flussi migratori
  Incremento patologie associate ad agenti virali e o
     biologiche allo scopo di ripristinare, mantenere
  batterici non consueti a determinateolatitudini
          migliorare funzioni di tessuti organi»
La crisi energetica




Domanda crescente anche a causa    Esaurimento dei giacimenti di combustibile fossile
   dei paesi in via di sviluppo.             e in particolare di petrolio ?

  Oggi la produzione è «anelastica», incapace cioè di seguire la
  crescita della domanda, e questo spinge i prezzi a oscillare in
                        modo selvaggio.
Petrolio importato in US


(% rispetto consumo in US)
Effetti della crisi energetica


» Insieme alla crisi finanziaria determina forte
  rallentamento delle principali economie;
» Instabilità geopolitiche (guerre, etc.) dovute alla
  diversa distribuzione dei giacimenti petroliferi
  nel mondo;
» Forte incremento generalizzato dei prezzi dei
  beni di consumo;
» L’oscillazione del prezzo del petrolio impedisce
  la pianificazione a lungo termina da parte dei
  governi mondiali;
» Rallentamento dello sviluppo economico.
Fonti energetiche per settore




  Il settore trasporti è quello che fa maggior ricorso al petrolio
(96%) è quello che maggiormente risente della crisi energetica
I settori più colpiti


» Il settore su cui maggiormente influisce la crisi
  energetica è quello dei trasporti anche perché è il
  settore che meno può far leva sulle energie rinnovabili
  classiche.
» L’idrogeno infatti non è un alternativa valida ai
  carburanti classici in quanto la sua produzione è a
  bilancio energetico negativo.
» L’utilizzo di mezzi di trasporto alimentati ad elettricità
  sposterebbe solo il problema e comunque la
  riconversione di tutto il parco macchine non appare
  ipotesi realisticamente realizzabile in tempi compatibili
  con l’urgenza imposta dalla crisi energetica
Fonti rinnovabili per settore
Road map Energia/ambiente EU




Entro il 2020 i biocarburanti dovranno rappresentare il 10%
       dei combustibili utilizzati nel settore trasporti
Biocarburanti


» Prodotti a partire da sorgenti biologiche e primariamente
  da piante attraverso processi di fotosintesi.
» La fotosintesi utilizza l’energia del sole per convertire la
  CO2 , l’acqua e altri nutrienti in carboidrati, lipidi e
  proteine.
» Dai lipidi si possono ottenere i biocarburanti attraverso
  opportuni processi di raffinazione
» I biocarburanti sono una fonte rinnovabile in quanto
  possono esser prodotti con continuità.
» La loro produzione/utilizzo è a bilancio di carbonio
  teoricamente nullo in quanto tutta la CO2 emessa dalla
  loro combustione viene utilizzata per la fotosintesi
Biocarburanti
Biocarburanti di 1°Generazione




» I biocarburanti di prima generazione sono generati da
  materie prime agroalimentari (mais, girasole, palma..).
» Sono piante da cui è estratto un olio utilizzato per
  produrre biodiesel attraverso transesterificazione
» Innescano problematica di natura «food for fuel»
» Richiedono enormi superfici agricole
» Presentano produttività basse
Biocarburanti di 2°Generazione




» I biocarburanti di 2° generazione sono generati da
  materie prime quali scarti ligneo-cellulosici, rifiuti,
  residui agricoli etc ma anche canna da zucchero
» La loro produzione avviene attraverso processi diversi:
  digestione      anaerobica;    pirolisi;  degradazione
  enzimatica; fermentazione alcolica etc.
» Forniscono biocarburanti non utilizzabili tal quali nel
  settore trasporti
» Presentano produttività basse;
Biocarburanti di 3°e 4°Generazione




» Sono organismi fotosintetici unicellulari: microalghe e cianobatteri;
» La loro produzione può avvenire senza sfruttare terreni agricoli in quanto
  prevedono l’uso di fotobioreattori ubicabili in zone aride e/o industriali
» Sono caratterizzate da produttività lipidiche molto alte;
» I biocarburanti di 4° generazione alghe modificate geneticamente
Biocarburanti di 3°e 4°Generazione




» Elevata produzione di lipidi;
» Elevata velocità di crescita;
» Crescita su supporto fluido all’interno di reattori e
  conseguente controllabilità delle condizioni di crescita;
Biocarburanti di 3°e 4°Generazione




» Oltre ad non necessitare di terreni agricole le microalghe
  sono caratterizzate da produttività in olio molto
  superiori a quelle delle coltivazioni a terra usate per i
  biocarburanti di 1° e 2° generazione.
Biocarburanti: confronti

Caratteristica                          MicroAlghe     Biocarb di 1° e 2°
                                                         generazione

Velocità di crescita                      Elevata            Bassa

Utilizzo superfici coltivabili              NO                 SI

Competitività Food-for-Fuel                 NO                 SI
Produttività annuale in olio per
                                        250-300 ton         3-5 ton
ettaro
Tempi di prima raccolta                 60-90 giorni      30-36 mesi

Produzione sotto-prodotti utili              SI               NO
Contenuti in olio                         Elevati            Medi

Possibilità di crescita in zone aride        Si               No
Possibilità di captazione diretta
                                             SI               NO
emissioni
Fotobioreattori - 1

• I fotobioreattori costituiscono le unità all’interno delle quali grazie
  all’energia luminosa, alla CO2 e ad altri micro e macro nutrienti
  presenti in fase liquida, si riescono a garantire i meccanismi
  fotosintetici che sono alla base della crescita e duplicazione delle
  microalghe.
• All’interno di queste unità la cellule possono quindi accrescersi e
  moltiplicarsi per mitosi producendo nuova biomassa ad elevato
  contenuto lipidico.
• Affinché al crescita delle microalghe sia garantita con una velocità
  sufficiente e, al fine di evitare fenomeni di inibizione del processo foto-
  sintetico, devono essere garantite delle condizioni operative che
  possono essere ottimizzate all’interno dei fotobioreattori.
• I fotobioreattori sono infatti degli impianti complessi nei quali grazie a
  opportuni sistemi di controllo è possibile monitorare e modificare i
  parametri operativi che influenzano il processo
Fotobioreattori-2

Parametri controllabili nei fotobioreattori

• Concentrazione di macro nutrienti (CO2, N, P etc.) ottimale
  mediante sistemi di dosaggio;
• Ottimizzazione del flusso fotonico (luce) fornito alle cellule;
• Garanzia degli opportuni regimi fluodinamici;
• Rimozione dell’ossigeno prodotto dalla fotosintesi
  (quest’ultimo infatti in elevate concentrazioni diventa tossico
  per le alghe)
• Modulazione del pH (le alghe infatti sopportano pH compresi
  nel range 5-9)
• Livelli di temperatura opportuni
Esempi di fotobioreattori-1




    Biocoil (fotobioreattore elicoidale)      Fotobioreattori tubolari a tubi orizzontali




Fotobioreattori con materiali a basso costo       Fotobioreattori tubolari a pannelli
Esempi di fotobioreattori-2
Ipotesi processo industriale




            Microalghe                         Jet- fuels
                               Bio-petrolio
                                                            Bio-diesel
Sole



             Fotosintesi in                                 Bio-diesel
             Fotobioreattori
CO2 da                           Trans-
emissioni                        esterificazione
Ipotesi processo industriale


                                                                Energia
                                                                elettrica
                                           Carbone                                                      Vendita quote non
                                                                                                        emesse
                                                                                                        al mercato europeo
                                                                                                        delle emissioni


                                                     Centrale                 Assorbimento
                                                     Termoelettrica                CO 2

                                                                                                                   Luce solare naturale
                                                                Acque                                              foto-sinteticamente attiva
                                                                reflue
                                                                            FOTOBIOREATTORI
                                                                              MICROALGHE



               Mercato dei carburanti
               per auto-trazione o                                              Biomassa
               aereo-propulsione

                                                         Bio-                                            Acqua
                                                        petrolio                Pressatura              depurata




                               Biodiesel                                         Pressato
                                                      Conversione
                                                                                  “Cake”
                                                      in biodiesel                                                    Vendita come materia prima
                                                                                                                      per l’industria farmaceutica,
                                                                                                                      alimentare, biomedicale

                                                              NO             Elevato contenuto           SI
Riutilizzo come combustibile                                                 vitamine, antiossidanti,
nella stessa                                                                 anti-tumorali?
centrale termoelettrica
Vision del processo industriale
Vantaggi del processo


» Il sequestro diretto della CO2 emessa da centrali a
  combustibile fossile consisterebbe uno sfruttamento
  sostenibile di queste risorse;
» La produzione di biocarburante sarebbe un ulteriore
  valore aggiunto;
» Dai residui di estrazione dell’olio dalle alghe si possono
  produrre composti ad elevato valore aggiunto
  (Antiossidanti, antimicrobici etc.) commercializzabili;
» Ulteriore effetto collaterale positivo sarebbe la
  possibilità di depurare acque inquinate.
Vantaggi del processo 2


» Il fatto che il processo sia molto promettente è
  testimoniato dai grandi investimenti da parte di governi e
  multinazionali del petrolio che vi vedono quindi una valida
  alternativa. Alcune di queste..




La Exxon Mobil ha investito 600 milioni di dollari e ingaggiato Craig Venter, il
“creatore” della prima cellula con un DNA artificiale per metter a punto microalghe
geneticamente modificate che consentano l’applicazione su scala industriale di un
processo economicamente competitivo con i carburanti di origine fossile.
Le criticità del processo


» Produttività lipidiche alte ma ancora non sufficienti a
  garantire la competitività dei biocarburanti con i carburanti
  di origine fossile;
» Processo non ottimizzato in termini di configurazioni
  reattoristiche e parametri operativi;
» Costi di produzione ancora alti per garantire economicità



Rispetto a tali criticità il mondo scientifico si sta muovendo in
diverse direzioni…
Aspetti scientifici aperti


» Modificazione genetica dei ceppi algali al fine di ottenere
  una elevata velocità di crescita (maggiore efficienza
  fotosintetica) degli organismi accoppiata con una elevata
  produzione di lipidi ;
» Sviluppo di modelli matematici per l’ottimizzazione delle
  configurazioni reattoristiche e dei parametri operativi
  (distribuzione flusso fotonico, micro e macro elementi
  necessari ad indirizzare il metabolismo cellulare verso
  produzione lipidi; ottimizzazione delle condizioni di
  trasferimento gas liquido della CO2 etc.)
» Individuazione di mezzi di coltura e materiali a basso costo;
» Sviluppo nuove tecnologie di estrazione lipidica;
La cellula algale microscala




Cellula algale
                                                CLOROPLASTO
I fenomeni che avvengono nel cloroplasto



 Light
                                       NADP+
                            Tylacoid
                                        ADP
                                        + P
                                            i

                                                RuBP      3-Phosphoglycerate

Light
Reactions:                                       Calvin
Photosystem II                                   Cycle
Electron transport chain
                                        ATP               G3P
Photosystem I
Electron transport chain                                        Starch
                                       NADPH                    (storage)

         Chloroplast




                       O2                          Sucrose (export)
Le reazioni nel tilacoide


STROMA
(low H+ concentration)                                    Cytochrome
                          Photosystem II                                  Photosystem I
                                                          complex
                                              4 H+                  Light                            NADP+
                 Light                                                                               reductase
                                                                                               Fd                   3
                                                                                                                         NADP+ + H+

                                                     Pq                                                          NADPH


                                    e–                                  Pc
                               e–                          2
                         H2O
THYLAKOID SPACE                 1    1/
                                          2   O2
(high H+ concentration)                   +2 H+                4 H+


                                                                                                                             To
                                                                                                                             Calvin
                                                                                                                             Cycle



                                     Thylakoid
                                     membrane                          ATP
                                                                       synthase
STROMA
                                                                                  ADP
(low H+ concentration)
                                                                                  +                 ATP
                                                                                    Pi
                                                                                          H+
Trasporto stato eccitato al centro di reazione


            Primary
            acceptor
                       2
              e–




                   P680

1 Light



                                                               chlorophyll b
                                                                          chlorophyll a
                           Pigment
                           molecules

          Photosystem II
          (PS II)



I Pigmenti (clorofille, carotenoidi, luteina,licopene) sono molecole che assorbono
l’energia a certe lunghezze d’onda e consentono il trasporto dello stato eccitato
fino centro di reazione del fotosistema II per risonanza molecolare. Essi
costituiscono il cosiddetto complesso “Antenna”
Perdita energia nel trasferimento fotonico




Nel trasferimento dello stato eccitato attraverso le molecole che costituiscono
l’antenna si ha perdita di energia.
Le più recenti attività sono volte a individuare le modifiche genetiche che
consentono la riduzione del numero molecole che costituisono l’antenna con
conseguente aumento dell’efficienza fotosintetica
Fotone, lisi H2O, liberazione elettrone

                      Primary
                      acceptor
                             2
            H2O         e–
     2 H+
      +
1/    O2    3
   2
                e–
                 e–
                          P680

  1 Light




                                    Pigment
                                    molecules

                 Photosystem II
                 (PS II)
                                                        ν
                                                2H2O + hν       2H+ + O2 + 2e-

       Il fotone passando attraverso il complesso antenna raggiunge il centro di
       reazione dove avviene la fotoprotolisi dell’acqua che libera due elettroni i quali
       cominciano a essere trasportati attraverso una catena di altri pigmenti.
Catena di trasporto elettronico


                      Primary                        4
                      acceptor
                                    Pq
                             2
            H2O         e–                 Cytochrome
     H+
     2
                                           complex
      +
1/    O2    3
   2
                                                         Pc
                e–
                 e–
                          P680                   5

  1 Light

                                            ATP



                                     Pigment
                                     molecules

                 Photosystem II
                 (PS II)



    Il chinone riceve gli elettroni e pompa protoni H+ dallo stroma (liquido in qui è immerso il
    tilacoide) trasfromandosi in idrochinone. Poi migra di nuovo dentro il tilacoide e rilascia
    protoni H+ ritrasformandosi in chinone mentre trasferisce elettroni al citocromo b6f che a
    sua volta continua il trasporto elettronico trasferendoli alla plastocianina (PC)
Produzione ATP

Gli H+ liberati nel tilacoide sono poi utilizzati dall’enzima ATP-sintasi per produrre
ATP che andrà al ciclo di Calvin
Traserimento al fotosistema I




L’elettrone arriva al fotosistema I dove nel frattempo un altro fotone ha
determinato la liberazione di un nuovo elettrone e l’ulteriore eccitazione del primo
Produzione NADPH

Il fotosistema I è simile al II con centro di reazione costituito da una molecola di
chlorofilla P700. Le proteine periferiche sono invece di tipo Fe-S, flavoproteine e
includono associazioni con la proteina solubile Ferredossina




                                             A. Amunts, O. Drory and N. Nelson Nature 447, 58-63 (2007)


Le proteine periferiche trasferiscono elettroni al NADP+ che viene convertito a
NADPH dall’enzima NADP-reduttase. Gli ioni H+ necessari a tale conversione
provengono dalla fotofosforilazione dell’ATP. Questa reazione avviene nella fase
luminosa
Le reazioni nel tilacoide


STROMA
(low H+ concentration)                                    Cytochrome
                          Photosystem II                                  Photosystem I
                                                          complex
                                              4 H+                  Light                            NADP+
                 Light                                                                               reductase
                                                                                               Fd                   3
                                                                                                                         NADP+ + H+

                                                     Pq                                                          NADPH


                                    e–                                  Pc
                               e–                          2
                         H2O
THYLAKOID SPACE                 1    1/
                                          2   O2
(high H+ concentration)                   +2 H+                4 H+


                                                                                                                             To
                                                                                                                             Calvin
                                                                                                                             Cycle



                                     Thylakoid
                                     membrane                          ATP
                                                                       synthase
STROMA
                                                                                  ADP
(low H+ concentration)
                                                                                  +                 ATP
                                                                                    Pi
                                                                                          H+
Limiti della fotosintesi naturale




• Nel trasferimento dello stato eccitato attraverso le molecole che
  costituiscono le antenne dei fotosistemi si ha perdita di energia per
  raffreddamento non fotochimico.
• Questo determina l’incapacità delle alghe di sfruttare appieno la
  radiazione solare che assorbono perchè il numero di fotoni che arriva
  nell’unità di tempo è superiore a quello che i fotosistemi riescono a
  utilizzare per convertirli in elettroni.
Fotonibizione


» Se la radiazione supera certi valori i fotoni che non riescono ad essere
  utilizzati dal sistema reattivo possono addirittura danneggiare la cellula
  (fotossidazione dei fotosistemi). Si parla in tal caso di fotonibizione.
Nuove sfide della scienza per migliorare
                     la fotosintesi naturale

» Maggiore è il numero di molecole di pigmenti che cosituisce l’antenna
  dei fotosistemi e maggiore è la perdita di energia e minore l’efficienza
  fotosintetica.
» Per consentire un migliore sfruttamento della radiazione solare e
  incrementare così l’efficienza fotosintetica delle microalghe alcuni
  ricercatori hanno modificato geneticamente le cellule in modo tale
  che venisse ridotto il numero di molecole che costituiscono il
  fotosistema (Melis et al., 2009).
» Questo è stato ottenuto regolando l’espressione del gene CAO e Lhcb
  responsabili del numero di pigmenti che cosituiscono l’antenna.
» Pur non essendo ancora stato valutato sperimentalmente sembra che
  tale modifica possa determinare un incremento dell’efficienza
  fotosintetica di 2 – 3 volte determinando una maggiore produttività
  delle alghe. Questi studi sono attualmente in corso!
Il ciclo di calvin

                                                          CO2
                                                  Input   ATP
                                                          NADPH




                                                           CALVIN
                                                           CYCLE




                                                   Output: G3P



• L’energia dei fotoni è quindi convertita in energia chimica attraverso la
  produzione di due molecole ad elevato contenuto energetico ATP e
  NADPH.
• Queste due molecole fuoriescoo dal tilacoide per poi essere utilizzate nel
  ciclo di calvin per «organicare» la CO2. Questo ha luogo nei plastidi
  (cloroplasti) della cellula
Il ciclo di Calvin: biofissazione CO2
                                                           CO2




La bio-fissazione della CO2 inizia con una reazione col ribulosio bifosfato catalizzata
dall’enzima Rubisco (la proteina più diffusa nella terra). La risultante struttura a sei
atomi di carbonio viene immediatamente idrolizzata a due molecole di fosfoglicerato
(G3P) a tre atomi di carbonio ciascuna.
Dal ciclo di Calvin alla sintesi dei lipidi
             Microalgal metabolic pathways that can be leveraged for biofuel production.




Radakovits R et al. Eukaryotic Cell 2010;9:486-501
Biosintesi lipidica
Simplified overview of the metabolites and representative pathways in microalgal lipid
biosynthesis shown in black and enzymes shown in red.

ER, endoplasmatic reticulum
ACCase, acetyl-CoA carboxylase;
ACP, acyl carrier protein;
CoA, coenzyme A;
DAGAT, diacylglycerol acyltransferase;
DHAP, dihydroxyacetone phosphate;
ENR, enoyl-ACP reductase;
FAT, fatty acyl-ACP thioesterase;
G3PDH, gycerol-3-phosphate dehydrogenase;
GPAT, glycerol-3-phosphate acyltransferase;
HD, 3-hydroxyacyl-ACP dehydratase;
KAR, 3-ketoacyl-ACP reductase;
KAS, 3-ketoacyl-ACP synthase;
LPAAT, lyso-phosphatidic acid acyltransferase;
LPAT, lyso-phosphatidylcholine acyltransferase;
MAT, malonyl-CoA:ACP transacylase;
PDH, pyruvate dehydrogenase complex;
TAG, triacylglycerols




Radakovits R et al. Eukaryotic Cell 2010;9:486-501
Aumento della sintesi lipidica:
                            modificazione genetica
Gli obiettivi sono quelli di individuare i geni responsabili della sintesi degli enzimi
coinvolti nella biosintesi dei lipidi e indurne la sovvraespressione mediante tecniche
di ingegneria genetica. Alcuni studi sono stati effettuati su altre piante e possono
fornire importanti informazioni anche per le alghe.

E’ stato sovra-espresso l’enzima ACCase
nella diatomea C. cryptica e N. Saprophila
con scarsi risultati sulla sintesi lipidica
totale (Dunhaway et al., 1993)
Anche la sovraespressione dell’enzima
KAS in piante quali arabidopsis, spinaci
etc. non ha determinato la maggior
produzione di lipidi (Dehesh et al., 2001)
La sovra-espressione del DAGAT in
arabidospis ha invece determinato
l’incremento della sintesi lipidica anche
del 70% (Jako et al., 2001)
In altre piante la sovra espressione dell’enzima
G3DPH ha determinato un forte incremento della
lipogenesi (Zheng et al., 2008)
Difficoltà nella modificazione genetica

Le principali difficoltà nella modifica genetica delle alghe rivolta
all’’incremento della sintesi lipidica sono:

• Codifica del DNA avvenuta solo per poche cellule algali.
• Sopressione degli enzimi coinvolti in attività metaboliche
  competitive con la sintesi lipidica. Es. nei mitocondri avviene l’utilizzo
  dei lipidi per produrre energia (la soppressione di questi meccanismi
  potrebbe incrementare l’accumulo lipidico).
• Indurre trasformazioni genetiche permanenti nelle alghe. Sembra
  infatti che la maggiorparte delle alghe infatti sia dotata di un
  meccanismo innato di soppressione di DNA esogeni. Per cui la
  modifica esterna non risulta permamente
• L’individuazione dei fattori di trascrizione coinvolti nella sintesi
  lipidica nelle alghe sono ancora ignoti; è una attività di ricerca
  appena iniziata ma appare estremamente promettente visti alcuni
  risultati preliminari ottenuti da alcuno gurppi di ricerca (Grotewold,
  2008)
Controllo biosintetico

Un metodo più semplice per incrementare la sintesi lipidica è quello di
agire dall’esterno della cellula inducendo fattori di stress ambientale o
deprivazione o incremento di specifici nutrienti che influiscono sulla
sintesi lipidica.


Limitazione da N            Limitazione da P           Eccessi di Fe

 N viene usato per la
                                                          Il ferro sembra
 sintesi degli enzimi e            La ridotta
                                                        avere una azione
     delle strutture           disponibilità di P
                                                           sui pathways
  cellulari essenziali.       sembra indurre la
                                                          metabolici che
 La maggiorparte del              rottura dei
                                                         sottendono alla
   C è utilizzato per           fosfolipidi e la
                                                               sintesi e
 produrre carboidrati        formazione di lipidi
                                                        all’accumulo dei
 e lipidi piuttosto che              neutri
                                                             lipidi neutri
        proteine
Controllo biosintetico

Altri parametri su cui si può agire dall’estreno della cellula




                              Salinità e metalli
  Flusso luminoso
                                   pesanti
                                                          Fase cellulare

  Esistono dei range di          Anche salinità e             Il contenuto
  radiazione luminosa            metalli pesanti               lipidico dlle
  che massimizzano la             come Cd sono                   cellule è
                                                            maggionre nella
  produzione lipidica.         fattori di stress che
                                                               loro fase di
  Anche il fotoperiodo               possono                      crescita
   (ore luce/ore buio)             influenzare il            esponenziale
      influisce sulla             metabolismo               piuttosto che in
          crescita                    lipidico              quella stazionari
Controllo biosintetico
Controllo biosintetico: Svantaggi

Purtroppo ad un incremento del contenuto lipidico le condizioni di stress
inducono spesso una riduzione della velocità di crescita delle alghe per cui
la produttività lipidica rimane costante o addirittura diminuisce.
Per poter sfruttare questi metodi e garantire contemporaneamente una
elevata velocità di crescita è quindi necessario individuare configurazioni
reattoristiche a più stadi


  Stadio 1                      Stadio 2                Stadio 3

      • Crescita con                • Deprivazione          • Estrazione
        elevate                       N e accumulo            lipidi
        velocità                      lipidi


Per implementare tali tecniche è necessario un controllo di dettaglio di
tutte le variabili che influenzano il processo di crescita e accumulo dei
lipidi all’interno dei fotobioreattori. Questo può avvenire grazie
oppportuni modelli matematici.
Utilità dei modelli matematici


• Attualmente nella letteratura scientifica esistono
  pochissimi modelli matematici relativi alla crescita di
  microalghe all’interno dei fotobioreattori.
• Questa carenza è una delle principali cause della
  scarsa scalabilità dei risultati ottenuti in laboratorio.
• Per garantire la controllabilità e l’ottimizzazione dei
  processi su scala industriale è necessario quindi
  comprendere «quantitativamente» i fenomeni che
  avvengono ed essere così in grado dio controllarli.
• Questo è il principale obiettivo dei modelli sviluppati
  al CRS4.
Modellazione matematica-1


La modellazione matematica e la simulazione
computazionale hanno lo scopo di:

• Comprendere i fenomeni alla base dei risultati
  sperimentali
• Riduzione dei costi della sperimentazione e
  pianificare nuovi esperimenti
• Progettare i sistemi di coltivazione
• Ottimizzazione delle condizioni operative
• Individuazione di nuove soluzioni tecnologiche
Modellazione matematica-2

I modelli matematici e i codici di calcolo sviluppati dal
Programma di Bioingegneria del CRS4 sono basati
principalmente su:

• Principi di conservazione della massa (specie coinvolte, CO2,
  micro e macro nutrienti)
• Bilanci radiativi (Distribuzione del flusso luminoso nel mezzo
  di coltura)
• Bilanci di popolazione (sulle cellule)

-   I bilanci descrivono l’evoluzione temporale/spaziale delle specie coinvolte
    in termini di concentrazione, numero e dimensione delle cellule (massa /
    dimensione caratteristica / diametro).
-   I bilanci contengono termini diffusionali, reattivi (consumo nutrienti,
    CO2,), crescita e divisione cellulare, flusso luminoso
Modellazione matematica-3


• Dal punto di vista matematico i modelli si traducono in
  sistemi di equazioni alle derivate parziali (PDEs) o
  integro-differenziali
• Sono definiti gli algoritmi numerici per la loro risoluzione
• Le equazioni del modello sono implementate in un
  codice di calcolo scritto in linguaggio FORTRAN
• Un singolo run di calcolo, in base alla complessità, può
  richiedere pochi minuti o parecchie ore.
• Il modello viene validato mediante confronto diretto con
  i dati sperimentali disponibili.
• Si verificano quindi le caratteristiche predittive del
  modello.
Modellazione matematica-4


• Dati sperimentali produzione e formattazione
• Risultati in input al codice di simulazione

• Codice soluzione PDEs (metodi Adams Moulton/Gear)
• Risultati in input al codice di ottimizzazione

• Codice ottimizzazione
• Risultati valori parametri in input ai run predittivi

• Valori dei parametri in input al codice per la predizione
• Verifica capacità predittiva su nuovi dati sperimentali
Esempi di applicazione I


Produzione di lipidi da microalghe coltivate con CO2
pura in reattori semicontinui

Coltivazioni in sistema dinamico (fotobioreattore
semicontinuo con agitazione meccanica); Microalga
strain: Chlorella vulgaris; flusso luminoso 100 µE m-2 s-1;
soluzione di nutrienti Kd3; CO2 pura (100 %v/v) diffusa
nella soluzione a 40 ml min-1.
Esempi di applicazione I



                                   Lamps
Lamps
Principali fenomeni da simulare



                Diffusione in fase liquida CO2                    Diffusione luce nel mezzo
 CO2                                                              e captazione da parte pigmenti
 gas                                                              Fotosintesi

                                                          Cellula
                                                          Algale
                                                           con
                                                           olio                        Cellula
                                                                                       Algale
                                                                                      con olio
Speciazione
Micro e macro
elementi


                                                        Cellula
                                                        Algale
                                                         con
                                                         olio                         Cellula
                                                                                      Algale
                                                                                       con
                                                                                       olio

                                                 Bulk liquido
Modello matematico

Calcolo della speciazione in funzione del pH (incognito)
                                            2
                                           CH + CCtot ,l
CCO2 ( aq ) =
                CH + + K C CH + + K1C K C CH + + K 2 C K1C K C
                 2          2


                                                2
                                               CH + CCtot ,l
CH 2CO3 = K C
                      CH + + K C CH + + K1C K C CH + + K 2C K1C K C
                       2          2



                                                      CH + CCtot ,l
CHCO − = K1C K C
          3
                         C   2
                             H+
                                  + KC C      2
                                              H+
                                                   + K1C K C CH + + K 2C K1C K C

                                                               CCtot ,l
CCO2− = K 2C K1C K C
      3
                               CH + + K C CH + + K1C K C CH + + K 2C K1C K C
                                2          2


                                             3
                                            CH + CPtot ,l
CH 3 PO4 =
                CH + + K1P CH + + K1P K 2 P CH + + K 3 P K 2 P K1P
                 3          2




                                                    2
                                                   CH + CPtot ,l
CH       −    = K1P
     2 PO4
                      CH + + K1P CH + + K1P K 2 P CH + + K 3 P K 2 P K1P
                       3          2




                                                           CH + CPtot ,l
CHPO 2− = K1P K 2 P
          4
                           C   3
                               H+
                                      + K1P C    2
                                                 H+
                                                      + K1P K 2 P CH + + K 3 P K 2 P K1P


                                                                  CPtot ,l
CPO3− = K1P K 2 P K 3 P
      4
                                  C   3
                                      H+
                                           + K1P C    2
                                                      H+
                                                            + K1P K 2 P CH + + K 3 P K 2 P K1P


…………………
Modello matematico-2

 Soluzione pH mediante condizione di elettroneutralità
         N cat                                                    N an
C H + ,l + ∑ χ i ⋅ C χ + = COH − ,l + ∑ α k ⋅ C                                             +
                                                                                           αk
                            i   i   ,l                                                 k        ,l
          i =1                                                    k =1




 Calcolo del flusso luminoso medio distribuito nel mezzo di coltura
                                                 π
           2 ⋅ I0                                                                                        
                                                         cos (φ ) ⋅ e
                                             ∫
                                                                         2⋅r ⋅τ a ⋅ X ⋅cos(φ )
I av =                1 −                                                                           ⋅ dφ 
                                                     2

       r ⋅τ a ⋅ X ⋅ π                                                                                    
                      
                                                 0
                                                                                                          



 Cinetica di crescita algale (considerata anche fotoinibizione)
                                                         n
                                        I 
                                                                                           Ns

                                                                                       ∏κ
                                                     I                                                   Cwtot ,l
µ X = µ max ⋅ f ( pH ) ⋅          ⋅ 1 −   ⋅
                           n    n
                         I K + I  I max                                                  w =1        w, S   + Cwtot ,l

                      (                  )
                                             2
                     − pH − pH opt
                           2σ 2
                 e
f ( pH ) =
                          2πσ 2
Modello matematico-3
Bilanci di materia in fase gas per CO2 e O2
                     = Q gfeed CCO2 ,g − Q g CCO2 ,g − VR k leff 2 a v (CCO2 ,l − H CO2 CCO2 ,g )
 d (Vg CCO2 g )                  feed
                                                              ,CO
        dt


                                                                                  (             )
 d (Vg CO2 g )
                    = Qgfeed CO2 , g − Qg CO2 , g − VR kl0,O2 av CO2 ,l − H CO2 CO2 , g
                               feed

       dt

Bilanci di materia in fase liquida per i nutrienti
                                           (                                      )
d (VlCC TOT ,l )
                     = VR kleff 2 av CCO2 ,l − H CO2 CCO2 , g − YCTOT µ X VlC X
                             ,CO
       dt


                                     (                                 )
d (VlCO2 ,l )
                   = VR kleff 2 av CO2 ,l − H O2 CO2 , g + YO2 µ X VlC X
                           ,O
       dt

Bilancio di materia per la biomassa algale
d (VlC X )
           = ( µ X − µC ) ⋅ C X ⋅ Vl
    dt

Variazioni portate
dV     a V k ( C − H C ) ⋅ MW
            Nl
                       eff

    =∑
                   v R l ,i       i ,l            i    i, g        i
   l
                                                                                  i = CO2 ,O2
 dt         i =1 ρ                       l ,i

                                            Ng l

                                           ∑ a V k (C                         − H iC j ,g )
        dVg                       RT
Qg =               =Q   g
                         feed
                                −    ⋅                      eff
                                                        v R l, j       j ,l
            dt                     P            j =1
Algoritmo risolutivo

                                                t=0
          C0tot, N0tot, P0tot, .. etc.,
          CO20, O20, N20                    Initial concentrations of total of
                                                     Initial concentration
                                                                                                   t = t+∆T
                                                      total species
                                            species in liquid and gas
                                            phase,C0tot, N0tot, P0tot,.. etc,
                                                      incident photon flux                        Actual values of
                                            biomass concentration, etc..                          Ctot, Ntot, Ptot, .. etc.,
                                                                                                  CO2, O2, N2




                                                                                        X, Iav



                   Speciation as a function of
                                                                         Evaluation of average light
                    pH (unknown) through
                                                                        intensity within the medium
                    equations in Appendix I

HCO3-=fC(pH,Ctot,KC,i)
…
NO32-= fN(pH,Ntot,KN,i)
..
PO43-= fP(pH,Ptot,KP,i)
....
                                                           pH           Solving ODEs for material
                  Solving pH through electro-
                                                                         balances evaluation of
                      neutrality condition
                                                                              actual values
Risultati fitting parametri


                                   0,6                                                       8,0

                                              Experimental Data                                        Experimental data
                                              Model fitting                                            Model fitting
                                   0,5                                                       7,5
Microalgae concentration, (g L )
-1




                                   0,4                                                       7,0



                                   0,3                                                       6,5




                                                                                        pH
                                   0,2                                                       6,0



                                   0,1                                                       5,5



                                   0,0                                                       5,0
                                         0   500000   1000000       1500000   2000000              0     500000    1000000    1500000   2000000
                                                        Time, (s)                                                 Time, (s)


                                     Si ottengono i valori di due parametri del modello da utilizzare nelle
                                     prove di predizione
Risultati: predizione

                                   0,6
                                                                                             7,4

                                             Experimental Data                               7,2         Experimental data
                                   0,5       Model prediction                                            Model prediction
                                                                                             7,0
Microalgae concentration, (g L )
-1




                                                                                             6,8
                                   0,4
                                                                                             6,6

                                                                                             6,4
                                   0,3




                                                                                        pH
                                                                                             6,2

                                                                                             6,0
                                   0,2                                                       5,8

                                                                                             5,6

                                   0,1                                                       5,4

                                                                                             5,2

                                   0,0                                                       5,0
                                         0   500000   1000000       1500000   2000000              0   500000    1000000    1500000   2000000
                                                        Time, (s)                                               Time, (s)



                                     Il modello consente poi di estrapolare l’evoluzione di una serie di
                                     variabili di processo (CO2 in uscita, O2 sviluppato, concentrazione dei
                                     macronutrienti etc.) che non si mostrano per brevità
Risultati con sistemi simili

Buoni risultati sono stati ottenuti anche con sistemi simili che utilizzano
un’altra alga «Nannochloris Eucariotum»
Utilità dei risultati in termini industriali

Le ricadute sulla possibile ottimizzazione della tecnologia ottenibili con
la modellistica sono le seguenti

• Si può capire quale sarà il comportamento di un reattore «più
  grande» operante su scala industriale;
• Si può stabilire quale è la concentrazione dei nutrienti nel mezzo di
  coltura per cui si massimizza la produttività di biomassa;
• Si può stabilire dopo quali tempi è possibile prelevare la biomassa dal
  reattore;
• Si possono stabilire i flussi luminosi ottimali utilizzando ad esempio
  schermi che impediscano i fenomeni di fotoinibizione;
• Etc..

In definitiva si può progettare l’impianto su scala industriale sulla base
dei risultati ottenuti su scala di laboratorio. Ossia si può effettuare lo
«scale-up» !
Utilità dei risultati in termini scientifici

Le ricadute sugli aspetti scientifici sono i seguenti

• Si arriva ad una comprensione «intima» del comportamento del
  sistema e dei fenomeni che lo regolano;
• Sulla base di tale comprensione si possono individuare a priori nuove
  configurazioni sperimentali che potrebbero dar vita a nuovi e
  interessanti risultati;
• Si può stabilire invece quali configurazioni non darebbero vita a
  buoni risultati evitando sperimentazioni particolarmente costose e
  dispendiose;
• Etc..

In definitiva si può pianficiare attività sperimentale innovativa mirata
evitando un approccio euristico l’impianto su scala industriale sulla
base dei risultati ottenuti su scala di laboratorio. Ossia si può effettuare
lo «scale-up» !
Esempi di applicazione II


Produzione di lipidi da microalghe coltivate con CO2
pura in reattori tubolari elicoidali a riciclo con analisi
dell’effetto delle dimensioni delle cellula

Microalga strain: Spirulina platensis;
Sistema simulato

Fotobioreattore BIOCOIL




                  z=0




                              z=L
Fenomeni simulati


• Effetto della variazione del flusso luminoso incidente
• Effetto delle dimensioni della cellula algale (Bilancio di
  popolazione) sulla capacità di diffusione dei nutrienti
  e di penetrazione della luce
• Effetto della concentrazione di nitrati e fosfati
• Effetto dell’inibizione da accumulo di O2 disciolto e del
  degasaggio
• Effetto della configurazione tubolare del reattore e dei
  parametri fluodinamici (velocità del fluido e
  dispersione)
Modello matematico-1
Bilancio di materia dei principali nutrienti
                                                                        ∞
∂C j                    ∂C j               ∂ 2C j
                                                                        ∫ ζ ( m, z, I , C , C ) ⋅ψ (m, z) ⋅ dm
                                                              1
        = −vz ⋅                 + ED ⋅               −                                                                  j = 1,..2; 1 = NO3− ; 2 = H 2 PO4
                                                                                                                                                        −

 ∂t                       ∂z                ∂z   2                            m           j   O2
                                                           yX / j       0


C j = C0
       j
                                                                                         @          t = 0 , ∀z ∈ [0, L ] for j = 1,2

                                                ∂C j
vzC j                = v zC j            − ED                                            @          ∀t > 0 , z = 0 for j = 1,2
        z = 0−                  z = 0+           ∂z       z = 0+


∂C j
                 =0                                                                      @          ∀t > 0 , z = L for j = 1, 2
 ∂z     z=L




Bilancio di materia dei principali cataboliti O2
∂CO2                      ∂CO2               ∂ 2CO2                           ∞

                                                                              ∫ ζ ( m, z, I , C , C ) ⋅ψ (m, z ) ⋅ dm
                                                                        1
         = −vz ⋅                    + ED ⋅                 +                                                                j = 1,..2; 1 = NO3− ; 2 = H 2 PO4
                                                                                                                                                            −

 ∂t                        ∂z                   ∂z   2                            m           j    O2
                                                                   y X / O2   0


CO2 = CO2
       0
                                                                                         @          t = 0 , ∀z ∈ [0, L ]

                                                 ∂CO2
vzCO2                = vzCO2              − ED                                           @          ∀t > 0 , z = 0
                                                     ∂z
                 −
         z =0                     z =0+                             +
                                                             z =0


∂CO2
                     =0                                                                  @          ∀t > 0 , z = L
 ∂z     z=L
Modello matematico-2
Bilancio di popolazione delle cellule
                                                                                             CO2        
 ζ m ( m, z , I , C j , CO ) =  µ max ⋅
                                                      In    2
                                                                  Cj
                                                           ⋅∏                           ⋅ 1 −        − µc  ⋅ m
                             2
                                                 I K + I j =1 K j + C j
                                                    n    n                                 CO ,max 
                                                                                                          
                                                                                              2         

    ∂ψ ∂ (ζ m ⋅ψ )
                                                                         ∞
                           ∂ψ        ∂ 2ψ
        +          = −vz ⋅    + E D ⋅ 2 + Γ(m, z, I , C j , CO2 ) ⋅ψ − 2 ∫ψ ⋅ Γ(m ', z, I , C j , CO2 ) ⋅ p (m, m ') ⋅ dm '
     ∂t    ∂m              ∂z        ∂z                                  m

 ψ ( m, z , t ) = ψ 0 ( m, z ,0)                                                     @          t = 0 , ∀z ∈ [0, L ]

                                               ∂ψ
 v z ⋅ψ            = vz ⋅ψ            − ED ⋅                                         @          ∀t > 0 , z = 0
          z = 0−             z = 0+
                                               ∂z      z =0   +



    ∂ψ
               =0                                                                    @          ∀t > 0 , z = L
    ∂z   z=L


                                                                                            − ( m − µo )
                                                                                                           2
                                                                                    1
                                                                                        exp
                                                                                                 2σ 2
     (
Γ m, z, I , C j , CO
                        2
                            ) = ζ ( m, z , I , C , C ) ⋅
                                      m                 j         O2          m
                                                                                  2πσ 2
                                                                                   1        − ( m ' − µo )
                                                                                                           2

                                                                         1− ∫           exp                  ⋅ dm '
                                                                              0   2πσ 2          2σ 2
                                               q −1                    q −1
                  1      1 m                           m
p ( m, m ') =                                         1 − 
              β ( q, q ) m '  m ' 
                             
                                   
                                                       m'
m'

∫ p ( m, m ' ) ⋅ dm ' = 1
0

                   ∞
X ( t , z ) = ∫ψ ( m, z ) ⋅ m ⋅ dm
                   0
-3
                               Biomass concentration, g m




                         100
                                                                 6000




                                          1000
              0,
                00
                                                                        0




          5,
            76
              x1
                0    3
                                                                        4




          1,
            15
              x1
                0    4
                                                                        8




          1,
            73
              x1
                0    4
                                                                        12




          2,
            30
              x1
                0    4
                                                                        16




          2,
            88
              x1
                0    4
                                                                        20




          3,
            46
              x1
                0    4
                                                                             Time, days
                                                                        24




Time, s
          4,
            03
              x1
                0    4
                                                                        28




          4,
                                                                                          Predizione completa dati sperimentali




            61
              x1
                0    4
                                                                        32




          5,
            18
              x1
                0    4
                                                                        36




          5,
            76
                                                                                                                                  Risultati modellistici




              x1
                0    4
                                                                        40




          6,
            34
              x1
                0    4
                                                                        44
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Seminario Alessandro Concas, 29-03-2012

  • 1. Produzione di biocarburanti e biofissazione di CO2 mediante microalghe Alessandro Concas CRS4 - Programma Bioingegneria - Settore Biomedicina aconcas@crs4.it
  • 2. Indice degli argomenti • Problematiche di contesto • «Baseline» del processo oggetto di indagine • Principi generali della fotosintesi algale • Analisi di massima del metabolismo lipidico • Attività di ricerca per l’ingegnerizzazione delle alghe • Controllo biosintetico • Modellazione matematica e simulazione • Risultati ottenuti: alcuni esempi
  • 3. Le problematiche di contesto Due problematiche principali che si intende affrontare con la tecnologia di produzione dei biocarburanti eTissutale è un campo CO2 «L’Ingegneria di fissazione della mediante micro-organismi fotosintetici : interdisciplinare della bioingegneria che applica diversi principi dell’ingegneria e delle scienze biologiche allo scopo di ripristinare, mantenere o • Effetto Serra funzioni di tessuti o organi» migliorare e cambiamenti climatici • Crisi energetica e individuazione fonti energetiche rinnovabili
  • 5. L’effetto sull’incremento termico La re-emissione dell’energia assorbita avviene in seguito al moto vibrazionale sempre alla lunghezza d’onda infrarossa accumulo energia termica incremento temperatura atmosfera
  • 6. Gas serra antropogenici: origine «L’Ingegneria Tissutale è un campo interdisciplinare della bioingegneria che applica diversi principi dell’ingegneria e delle scienze biologiche allo scopo di ripristinare, mantenere o migliorare funzioni di tessuti o organi»
  • 7. CO2 Vs Temperatura atmosferica 400 14,5 14,4 380 ppm ° C 14,3 «L’Ingegneria Tissutale è un campo 360 14,2 interdisciplinare della bioingegneria che applica 340 14,1 CO2, ppm diversi principi dell’ingegneria e delle 14,0 scienze T, °C T, °C 320 biologiche allo scopo di ripristinare, mantenere o 13,9 300 migliorare funzioni di tessuti o organi» 13,8 280 13,7 13,6 260 13,5 900 1000 1100 1200 1300 1400 1500 1600 1700 1800 1900 2000 2100 Anno Il principale gas serra è la CO2
  • 8. Effetti a medio –lungo termine Scioglimento Desertificazione Eventi estremi ghiacciai Instabilità geopolitiche Tissutale è uncompetizione per «L’Ingegneria indotte dalla campo territori fertili e riduzione risorse agricole applica interdisciplinare della bioingegneria che Incrementoprincipi dell’ingegneria e delle scienze diversi dei flussi migratori Incremento patologie associate ad agenti virali e o biologiche allo scopo di ripristinare, mantenere batterici non consueti a determinateolatitudini migliorare funzioni di tessuti organi»
  • 9. La crisi energetica Domanda crescente anche a causa Esaurimento dei giacimenti di combustibile fossile dei paesi in via di sviluppo. e in particolare di petrolio ? Oggi la produzione è «anelastica», incapace cioè di seguire la crescita della domanda, e questo spinge i prezzi a oscillare in modo selvaggio.
  • 10. Petrolio importato in US (% rispetto consumo in US)
  • 11. Effetti della crisi energetica » Insieme alla crisi finanziaria determina forte rallentamento delle principali economie; » Instabilità geopolitiche (guerre, etc.) dovute alla diversa distribuzione dei giacimenti petroliferi nel mondo; » Forte incremento generalizzato dei prezzi dei beni di consumo; » L’oscillazione del prezzo del petrolio impedisce la pianificazione a lungo termina da parte dei governi mondiali; » Rallentamento dello sviluppo economico.
  • 12. Fonti energetiche per settore Il settore trasporti è quello che fa maggior ricorso al petrolio (96%) è quello che maggiormente risente della crisi energetica
  • 13. I settori più colpiti » Il settore su cui maggiormente influisce la crisi energetica è quello dei trasporti anche perché è il settore che meno può far leva sulle energie rinnovabili classiche. » L’idrogeno infatti non è un alternativa valida ai carburanti classici in quanto la sua produzione è a bilancio energetico negativo. » L’utilizzo di mezzi di trasporto alimentati ad elettricità sposterebbe solo il problema e comunque la riconversione di tutto il parco macchine non appare ipotesi realisticamente realizzabile in tempi compatibili con l’urgenza imposta dalla crisi energetica
  • 15. Road map Energia/ambiente EU Entro il 2020 i biocarburanti dovranno rappresentare il 10% dei combustibili utilizzati nel settore trasporti
  • 16. Biocarburanti » Prodotti a partire da sorgenti biologiche e primariamente da piante attraverso processi di fotosintesi. » La fotosintesi utilizza l’energia del sole per convertire la CO2 , l’acqua e altri nutrienti in carboidrati, lipidi e proteine. » Dai lipidi si possono ottenere i biocarburanti attraverso opportuni processi di raffinazione » I biocarburanti sono una fonte rinnovabile in quanto possono esser prodotti con continuità. » La loro produzione/utilizzo è a bilancio di carbonio teoricamente nullo in quanto tutta la CO2 emessa dalla loro combustione viene utilizzata per la fotosintesi
  • 18. Biocarburanti di 1°Generazione » I biocarburanti di prima generazione sono generati da materie prime agroalimentari (mais, girasole, palma..). » Sono piante da cui è estratto un olio utilizzato per produrre biodiesel attraverso transesterificazione » Innescano problematica di natura «food for fuel» » Richiedono enormi superfici agricole » Presentano produttività basse
  • 19. Biocarburanti di 2°Generazione » I biocarburanti di 2° generazione sono generati da materie prime quali scarti ligneo-cellulosici, rifiuti, residui agricoli etc ma anche canna da zucchero » La loro produzione avviene attraverso processi diversi: digestione anaerobica; pirolisi; degradazione enzimatica; fermentazione alcolica etc. » Forniscono biocarburanti non utilizzabili tal quali nel settore trasporti » Presentano produttività basse;
  • 20. Biocarburanti di 3°e 4°Generazione » Sono organismi fotosintetici unicellulari: microalghe e cianobatteri; » La loro produzione può avvenire senza sfruttare terreni agricoli in quanto prevedono l’uso di fotobioreattori ubicabili in zone aride e/o industriali » Sono caratterizzate da produttività lipidiche molto alte; » I biocarburanti di 4° generazione alghe modificate geneticamente
  • 21. Biocarburanti di 3°e 4°Generazione » Elevata produzione di lipidi; » Elevata velocità di crescita; » Crescita su supporto fluido all’interno di reattori e conseguente controllabilità delle condizioni di crescita;
  • 22. Biocarburanti di 3°e 4°Generazione » Oltre ad non necessitare di terreni agricole le microalghe sono caratterizzate da produttività in olio molto superiori a quelle delle coltivazioni a terra usate per i biocarburanti di 1° e 2° generazione.
  • 23. Biocarburanti: confronti Caratteristica MicroAlghe Biocarb di 1° e 2° generazione Velocità di crescita Elevata Bassa Utilizzo superfici coltivabili NO SI Competitività Food-for-Fuel NO SI Produttività annuale in olio per 250-300 ton 3-5 ton ettaro Tempi di prima raccolta 60-90 giorni 30-36 mesi Produzione sotto-prodotti utili SI NO Contenuti in olio Elevati Medi Possibilità di crescita in zone aride Si No Possibilità di captazione diretta SI NO emissioni
  • 24. Fotobioreattori - 1 • I fotobioreattori costituiscono le unità all’interno delle quali grazie all’energia luminosa, alla CO2 e ad altri micro e macro nutrienti presenti in fase liquida, si riescono a garantire i meccanismi fotosintetici che sono alla base della crescita e duplicazione delle microalghe. • All’interno di queste unità la cellule possono quindi accrescersi e moltiplicarsi per mitosi producendo nuova biomassa ad elevato contenuto lipidico. • Affinché al crescita delle microalghe sia garantita con una velocità sufficiente e, al fine di evitare fenomeni di inibizione del processo foto- sintetico, devono essere garantite delle condizioni operative che possono essere ottimizzate all’interno dei fotobioreattori. • I fotobioreattori sono infatti degli impianti complessi nei quali grazie a opportuni sistemi di controllo è possibile monitorare e modificare i parametri operativi che influenzano il processo
  • 25. Fotobioreattori-2 Parametri controllabili nei fotobioreattori • Concentrazione di macro nutrienti (CO2, N, P etc.) ottimale mediante sistemi di dosaggio; • Ottimizzazione del flusso fotonico (luce) fornito alle cellule; • Garanzia degli opportuni regimi fluodinamici; • Rimozione dell’ossigeno prodotto dalla fotosintesi (quest’ultimo infatti in elevate concentrazioni diventa tossico per le alghe) • Modulazione del pH (le alghe infatti sopportano pH compresi nel range 5-9) • Livelli di temperatura opportuni
  • 26. Esempi di fotobioreattori-1 Biocoil (fotobioreattore elicoidale) Fotobioreattori tubolari a tubi orizzontali Fotobioreattori con materiali a basso costo Fotobioreattori tubolari a pannelli
  • 28. Ipotesi processo industriale Microalghe Jet- fuels Bio-petrolio Bio-diesel Sole Fotosintesi in Bio-diesel Fotobioreattori CO2 da Trans- emissioni esterificazione
  • 29. Ipotesi processo industriale Energia elettrica Carbone Vendita quote non emesse al mercato europeo delle emissioni Centrale Assorbimento Termoelettrica CO 2 Luce solare naturale Acque foto-sinteticamente attiva reflue FOTOBIOREATTORI MICROALGHE Mercato dei carburanti per auto-trazione o Biomassa aereo-propulsione Bio- Acqua petrolio Pressatura depurata Biodiesel Pressato Conversione “Cake” in biodiesel Vendita come materia prima per l’industria farmaceutica, alimentare, biomedicale NO Elevato contenuto SI Riutilizzo come combustibile vitamine, antiossidanti, nella stessa anti-tumorali? centrale termoelettrica
  • 30. Vision del processo industriale
  • 31. Vantaggi del processo » Il sequestro diretto della CO2 emessa da centrali a combustibile fossile consisterebbe uno sfruttamento sostenibile di queste risorse; » La produzione di biocarburante sarebbe un ulteriore valore aggiunto; » Dai residui di estrazione dell’olio dalle alghe si possono produrre composti ad elevato valore aggiunto (Antiossidanti, antimicrobici etc.) commercializzabili; » Ulteriore effetto collaterale positivo sarebbe la possibilità di depurare acque inquinate.
  • 32. Vantaggi del processo 2 » Il fatto che il processo sia molto promettente è testimoniato dai grandi investimenti da parte di governi e multinazionali del petrolio che vi vedono quindi una valida alternativa. Alcune di queste.. La Exxon Mobil ha investito 600 milioni di dollari e ingaggiato Craig Venter, il “creatore” della prima cellula con un DNA artificiale per metter a punto microalghe geneticamente modificate che consentano l’applicazione su scala industriale di un processo economicamente competitivo con i carburanti di origine fossile.
  • 33. Le criticità del processo » Produttività lipidiche alte ma ancora non sufficienti a garantire la competitività dei biocarburanti con i carburanti di origine fossile; » Processo non ottimizzato in termini di configurazioni reattoristiche e parametri operativi; » Costi di produzione ancora alti per garantire economicità Rispetto a tali criticità il mondo scientifico si sta muovendo in diverse direzioni…
  • 34. Aspetti scientifici aperti » Modificazione genetica dei ceppi algali al fine di ottenere una elevata velocità di crescita (maggiore efficienza fotosintetica) degli organismi accoppiata con una elevata produzione di lipidi ; » Sviluppo di modelli matematici per l’ottimizzazione delle configurazioni reattoristiche e dei parametri operativi (distribuzione flusso fotonico, micro e macro elementi necessari ad indirizzare il metabolismo cellulare verso produzione lipidi; ottimizzazione delle condizioni di trasferimento gas liquido della CO2 etc.) » Individuazione di mezzi di coltura e materiali a basso costo; » Sviluppo nuove tecnologie di estrazione lipidica;
  • 35. La cellula algale microscala Cellula algale CLOROPLASTO
  • 36. I fenomeni che avvengono nel cloroplasto Light NADP+ Tylacoid ADP + P i RuBP 3-Phosphoglycerate Light Reactions: Calvin Photosystem II Cycle Electron transport chain ATP G3P Photosystem I Electron transport chain Starch NADPH (storage) Chloroplast O2 Sucrose (export)
  • 37. Le reazioni nel tilacoide STROMA (low H+ concentration) Cytochrome Photosystem II Photosystem I complex 4 H+ Light NADP+ Light reductase Fd 3 NADP+ + H+ Pq NADPH e– Pc e– 2 H2O THYLAKOID SPACE 1 1/ 2 O2 (high H+ concentration) +2 H+ 4 H+ To Calvin Cycle Thylakoid membrane ATP synthase STROMA ADP (low H+ concentration) + ATP Pi H+
  • 38. Trasporto stato eccitato al centro di reazione Primary acceptor 2 e– P680 1 Light chlorophyll b chlorophyll a Pigment molecules Photosystem II (PS II) I Pigmenti (clorofille, carotenoidi, luteina,licopene) sono molecole che assorbono l’energia a certe lunghezze d’onda e consentono il trasporto dello stato eccitato fino centro di reazione del fotosistema II per risonanza molecolare. Essi costituiscono il cosiddetto complesso “Antenna”
  • 39. Perdita energia nel trasferimento fotonico Nel trasferimento dello stato eccitato attraverso le molecole che costituiscono l’antenna si ha perdita di energia. Le più recenti attività sono volte a individuare le modifiche genetiche che consentono la riduzione del numero molecole che costituisono l’antenna con conseguente aumento dell’efficienza fotosintetica
  • 40. Fotone, lisi H2O, liberazione elettrone Primary acceptor 2 H2O e– 2 H+ + 1/ O2 3 2 e– e– P680 1 Light Pigment molecules Photosystem II (PS II) ν 2H2O + hν 2H+ + O2 + 2e- Il fotone passando attraverso il complesso antenna raggiunge il centro di reazione dove avviene la fotoprotolisi dell’acqua che libera due elettroni i quali cominciano a essere trasportati attraverso una catena di altri pigmenti.
  • 41. Catena di trasporto elettronico Primary 4 acceptor Pq 2 H2O e– Cytochrome H+ 2 complex + 1/ O2 3 2 Pc e– e– P680 5 1 Light ATP Pigment molecules Photosystem II (PS II) Il chinone riceve gli elettroni e pompa protoni H+ dallo stroma (liquido in qui è immerso il tilacoide) trasfromandosi in idrochinone. Poi migra di nuovo dentro il tilacoide e rilascia protoni H+ ritrasformandosi in chinone mentre trasferisce elettroni al citocromo b6f che a sua volta continua il trasporto elettronico trasferendoli alla plastocianina (PC)
  • 42. Produzione ATP Gli H+ liberati nel tilacoide sono poi utilizzati dall’enzima ATP-sintasi per produrre ATP che andrà al ciclo di Calvin
  • 43. Traserimento al fotosistema I L’elettrone arriva al fotosistema I dove nel frattempo un altro fotone ha determinato la liberazione di un nuovo elettrone e l’ulteriore eccitazione del primo
  • 44. Produzione NADPH Il fotosistema I è simile al II con centro di reazione costituito da una molecola di chlorofilla P700. Le proteine periferiche sono invece di tipo Fe-S, flavoproteine e includono associazioni con la proteina solubile Ferredossina A. Amunts, O. Drory and N. Nelson Nature 447, 58-63 (2007) Le proteine periferiche trasferiscono elettroni al NADP+ che viene convertito a NADPH dall’enzima NADP-reduttase. Gli ioni H+ necessari a tale conversione provengono dalla fotofosforilazione dell’ATP. Questa reazione avviene nella fase luminosa
  • 45. Le reazioni nel tilacoide STROMA (low H+ concentration) Cytochrome Photosystem II Photosystem I complex 4 H+ Light NADP+ Light reductase Fd 3 NADP+ + H+ Pq NADPH e– Pc e– 2 H2O THYLAKOID SPACE 1 1/ 2 O2 (high H+ concentration) +2 H+ 4 H+ To Calvin Cycle Thylakoid membrane ATP synthase STROMA ADP (low H+ concentration) + ATP Pi H+
  • 46. Limiti della fotosintesi naturale • Nel trasferimento dello stato eccitato attraverso le molecole che costituiscono le antenne dei fotosistemi si ha perdita di energia per raffreddamento non fotochimico. • Questo determina l’incapacità delle alghe di sfruttare appieno la radiazione solare che assorbono perchè il numero di fotoni che arriva nell’unità di tempo è superiore a quello che i fotosistemi riescono a utilizzare per convertirli in elettroni.
  • 47. Fotonibizione » Se la radiazione supera certi valori i fotoni che non riescono ad essere utilizzati dal sistema reattivo possono addirittura danneggiare la cellula (fotossidazione dei fotosistemi). Si parla in tal caso di fotonibizione.
  • 48. Nuove sfide della scienza per migliorare la fotosintesi naturale » Maggiore è il numero di molecole di pigmenti che cosituisce l’antenna dei fotosistemi e maggiore è la perdita di energia e minore l’efficienza fotosintetica. » Per consentire un migliore sfruttamento della radiazione solare e incrementare così l’efficienza fotosintetica delle microalghe alcuni ricercatori hanno modificato geneticamente le cellule in modo tale che venisse ridotto il numero di molecole che costituiscono il fotosistema (Melis et al., 2009). » Questo è stato ottenuto regolando l’espressione del gene CAO e Lhcb responsabili del numero di pigmenti che cosituiscono l’antenna. » Pur non essendo ancora stato valutato sperimentalmente sembra che tale modifica possa determinare un incremento dell’efficienza fotosintetica di 2 – 3 volte determinando una maggiore produttività delle alghe. Questi studi sono attualmente in corso!
  • 49. Il ciclo di calvin CO2 Input ATP NADPH CALVIN CYCLE Output: G3P • L’energia dei fotoni è quindi convertita in energia chimica attraverso la produzione di due molecole ad elevato contenuto energetico ATP e NADPH. • Queste due molecole fuoriescoo dal tilacoide per poi essere utilizzate nel ciclo di calvin per «organicare» la CO2. Questo ha luogo nei plastidi (cloroplasti) della cellula
  • 50. Il ciclo di Calvin: biofissazione CO2 CO2 La bio-fissazione della CO2 inizia con una reazione col ribulosio bifosfato catalizzata dall’enzima Rubisco (la proteina più diffusa nella terra). La risultante struttura a sei atomi di carbonio viene immediatamente idrolizzata a due molecole di fosfoglicerato (G3P) a tre atomi di carbonio ciascuna.
  • 51. Dal ciclo di Calvin alla sintesi dei lipidi Microalgal metabolic pathways that can be leveraged for biofuel production. Radakovits R et al. Eukaryotic Cell 2010;9:486-501
  • 52. Biosintesi lipidica Simplified overview of the metabolites and representative pathways in microalgal lipid biosynthesis shown in black and enzymes shown in red. ER, endoplasmatic reticulum ACCase, acetyl-CoA carboxylase; ACP, acyl carrier protein; CoA, coenzyme A; DAGAT, diacylglycerol acyltransferase; DHAP, dihydroxyacetone phosphate; ENR, enoyl-ACP reductase; FAT, fatty acyl-ACP thioesterase; G3PDH, gycerol-3-phosphate dehydrogenase; GPAT, glycerol-3-phosphate acyltransferase; HD, 3-hydroxyacyl-ACP dehydratase; KAR, 3-ketoacyl-ACP reductase; KAS, 3-ketoacyl-ACP synthase; LPAAT, lyso-phosphatidic acid acyltransferase; LPAT, lyso-phosphatidylcholine acyltransferase; MAT, malonyl-CoA:ACP transacylase; PDH, pyruvate dehydrogenase complex; TAG, triacylglycerols Radakovits R et al. Eukaryotic Cell 2010;9:486-501
  • 53. Aumento della sintesi lipidica: modificazione genetica Gli obiettivi sono quelli di individuare i geni responsabili della sintesi degli enzimi coinvolti nella biosintesi dei lipidi e indurne la sovvraespressione mediante tecniche di ingegneria genetica. Alcuni studi sono stati effettuati su altre piante e possono fornire importanti informazioni anche per le alghe. E’ stato sovra-espresso l’enzima ACCase nella diatomea C. cryptica e N. Saprophila con scarsi risultati sulla sintesi lipidica totale (Dunhaway et al., 1993) Anche la sovraespressione dell’enzima KAS in piante quali arabidopsis, spinaci etc. non ha determinato la maggior produzione di lipidi (Dehesh et al., 2001) La sovra-espressione del DAGAT in arabidospis ha invece determinato l’incremento della sintesi lipidica anche del 70% (Jako et al., 2001) In altre piante la sovra espressione dell’enzima G3DPH ha determinato un forte incremento della lipogenesi (Zheng et al., 2008)
  • 54. Difficoltà nella modificazione genetica Le principali difficoltà nella modifica genetica delle alghe rivolta all’’incremento della sintesi lipidica sono: • Codifica del DNA avvenuta solo per poche cellule algali. • Sopressione degli enzimi coinvolti in attività metaboliche competitive con la sintesi lipidica. Es. nei mitocondri avviene l’utilizzo dei lipidi per produrre energia (la soppressione di questi meccanismi potrebbe incrementare l’accumulo lipidico). • Indurre trasformazioni genetiche permanenti nelle alghe. Sembra infatti che la maggiorparte delle alghe infatti sia dotata di un meccanismo innato di soppressione di DNA esogeni. Per cui la modifica esterna non risulta permamente • L’individuazione dei fattori di trascrizione coinvolti nella sintesi lipidica nelle alghe sono ancora ignoti; è una attività di ricerca appena iniziata ma appare estremamente promettente visti alcuni risultati preliminari ottenuti da alcuno gurppi di ricerca (Grotewold, 2008)
  • 55. Controllo biosintetico Un metodo più semplice per incrementare la sintesi lipidica è quello di agire dall’esterno della cellula inducendo fattori di stress ambientale o deprivazione o incremento di specifici nutrienti che influiscono sulla sintesi lipidica. Limitazione da N Limitazione da P Eccessi di Fe N viene usato per la Il ferro sembra sintesi degli enzimi e La ridotta avere una azione delle strutture disponibilità di P sui pathways cellulari essenziali. sembra indurre la metabolici che La maggiorparte del rottura dei sottendono alla C è utilizzato per fosfolipidi e la sintesi e produrre carboidrati formazione di lipidi all’accumulo dei e lipidi piuttosto che neutri lipidi neutri proteine
  • 56. Controllo biosintetico Altri parametri su cui si può agire dall’estreno della cellula Salinità e metalli Flusso luminoso pesanti Fase cellulare Esistono dei range di Anche salinità e Il contenuto radiazione luminosa metalli pesanti lipidico dlle che massimizzano la come Cd sono cellule è maggionre nella produzione lipidica. fattori di stress che loro fase di Anche il fotoperiodo possono crescita (ore luce/ore buio) influenzare il esponenziale influisce sulla metabolismo piuttosto che in crescita lipidico quella stazionari
  • 58. Controllo biosintetico: Svantaggi Purtroppo ad un incremento del contenuto lipidico le condizioni di stress inducono spesso una riduzione della velocità di crescita delle alghe per cui la produttività lipidica rimane costante o addirittura diminuisce. Per poter sfruttare questi metodi e garantire contemporaneamente una elevata velocità di crescita è quindi necessario individuare configurazioni reattoristiche a più stadi Stadio 1 Stadio 2 Stadio 3 • Crescita con • Deprivazione • Estrazione elevate N e accumulo lipidi velocità lipidi Per implementare tali tecniche è necessario un controllo di dettaglio di tutte le variabili che influenzano il processo di crescita e accumulo dei lipidi all’interno dei fotobioreattori. Questo può avvenire grazie oppportuni modelli matematici.
  • 59. Utilità dei modelli matematici • Attualmente nella letteratura scientifica esistono pochissimi modelli matematici relativi alla crescita di microalghe all’interno dei fotobioreattori. • Questa carenza è una delle principali cause della scarsa scalabilità dei risultati ottenuti in laboratorio. • Per garantire la controllabilità e l’ottimizzazione dei processi su scala industriale è necessario quindi comprendere «quantitativamente» i fenomeni che avvengono ed essere così in grado dio controllarli. • Questo è il principale obiettivo dei modelli sviluppati al CRS4.
  • 60. Modellazione matematica-1 La modellazione matematica e la simulazione computazionale hanno lo scopo di: • Comprendere i fenomeni alla base dei risultati sperimentali • Riduzione dei costi della sperimentazione e pianificare nuovi esperimenti • Progettare i sistemi di coltivazione • Ottimizzazione delle condizioni operative • Individuazione di nuove soluzioni tecnologiche
  • 61. Modellazione matematica-2 I modelli matematici e i codici di calcolo sviluppati dal Programma di Bioingegneria del CRS4 sono basati principalmente su: • Principi di conservazione della massa (specie coinvolte, CO2, micro e macro nutrienti) • Bilanci radiativi (Distribuzione del flusso luminoso nel mezzo di coltura) • Bilanci di popolazione (sulle cellule) - I bilanci descrivono l’evoluzione temporale/spaziale delle specie coinvolte in termini di concentrazione, numero e dimensione delle cellule (massa / dimensione caratteristica / diametro). - I bilanci contengono termini diffusionali, reattivi (consumo nutrienti, CO2,), crescita e divisione cellulare, flusso luminoso
  • 62. Modellazione matematica-3 • Dal punto di vista matematico i modelli si traducono in sistemi di equazioni alle derivate parziali (PDEs) o integro-differenziali • Sono definiti gli algoritmi numerici per la loro risoluzione • Le equazioni del modello sono implementate in un codice di calcolo scritto in linguaggio FORTRAN • Un singolo run di calcolo, in base alla complessità, può richiedere pochi minuti o parecchie ore. • Il modello viene validato mediante confronto diretto con i dati sperimentali disponibili. • Si verificano quindi le caratteristiche predittive del modello.
  • 63. Modellazione matematica-4 • Dati sperimentali produzione e formattazione • Risultati in input al codice di simulazione • Codice soluzione PDEs (metodi Adams Moulton/Gear) • Risultati in input al codice di ottimizzazione • Codice ottimizzazione • Risultati valori parametri in input ai run predittivi • Valori dei parametri in input al codice per la predizione • Verifica capacità predittiva su nuovi dati sperimentali
  • 64. Esempi di applicazione I Produzione di lipidi da microalghe coltivate con CO2 pura in reattori semicontinui Coltivazioni in sistema dinamico (fotobioreattore semicontinuo con agitazione meccanica); Microalga strain: Chlorella vulgaris; flusso luminoso 100 µE m-2 s-1; soluzione di nutrienti Kd3; CO2 pura (100 %v/v) diffusa nella soluzione a 40 ml min-1.
  • 65. Esempi di applicazione I Lamps Lamps
  • 66. Principali fenomeni da simulare Diffusione in fase liquida CO2 Diffusione luce nel mezzo CO2 e captazione da parte pigmenti gas Fotosintesi Cellula Algale con olio Cellula Algale con olio Speciazione Micro e macro elementi Cellula Algale con olio Cellula Algale con olio Bulk liquido
  • 67. Modello matematico Calcolo della speciazione in funzione del pH (incognito) 2 CH + CCtot ,l CCO2 ( aq ) = CH + + K C CH + + K1C K C CH + + K 2 C K1C K C 2 2 2 CH + CCtot ,l CH 2CO3 = K C CH + + K C CH + + K1C K C CH + + K 2C K1C K C 2 2 CH + CCtot ,l CHCO − = K1C K C 3 C 2 H+ + KC C 2 H+ + K1C K C CH + + K 2C K1C K C CCtot ,l CCO2− = K 2C K1C K C 3 CH + + K C CH + + K1C K C CH + + K 2C K1C K C 2 2 3 CH + CPtot ,l CH 3 PO4 = CH + + K1P CH + + K1P K 2 P CH + + K 3 P K 2 P K1P 3 2 2 CH + CPtot ,l CH − = K1P 2 PO4 CH + + K1P CH + + K1P K 2 P CH + + K 3 P K 2 P K1P 3 2 CH + CPtot ,l CHPO 2− = K1P K 2 P 4 C 3 H+ + K1P C 2 H+ + K1P K 2 P CH + + K 3 P K 2 P K1P CPtot ,l CPO3− = K1P K 2 P K 3 P 4 C 3 H+ + K1P C 2 H+ + K1P K 2 P CH + + K 3 P K 2 P K1P …………………
  • 68. Modello matematico-2 Soluzione pH mediante condizione di elettroneutralità N cat N an C H + ,l + ∑ χ i ⋅ C χ + = COH − ,l + ∑ α k ⋅ C + αk i i ,l k ,l i =1 k =1 Calcolo del flusso luminoso medio distribuito nel mezzo di coltura π 2 ⋅ I0   cos (φ ) ⋅ e ∫ 2⋅r ⋅τ a ⋅ X ⋅cos(φ ) I av = 1 − ⋅ dφ  2 r ⋅τ a ⋅ X ⋅ π    0  Cinetica di crescita algale (considerata anche fotoinibizione) n  I  Ns ∏κ I Cwtot ,l µ X = µ max ⋅ f ( pH ) ⋅ ⋅ 1 − ⋅ n n I K + I  I max  w =1 w, S + Cwtot ,l ( ) 2 − pH − pH opt 2σ 2 e f ( pH ) = 2πσ 2
  • 69. Modello matematico-3 Bilanci di materia in fase gas per CO2 e O2 = Q gfeed CCO2 ,g − Q g CCO2 ,g − VR k leff 2 a v (CCO2 ,l − H CO2 CCO2 ,g ) d (Vg CCO2 g ) feed ,CO dt ( ) d (Vg CO2 g ) = Qgfeed CO2 , g − Qg CO2 , g − VR kl0,O2 av CO2 ,l − H CO2 CO2 , g feed dt Bilanci di materia in fase liquida per i nutrienti ( ) d (VlCC TOT ,l ) = VR kleff 2 av CCO2 ,l − H CO2 CCO2 , g − YCTOT µ X VlC X ,CO dt ( ) d (VlCO2 ,l ) = VR kleff 2 av CO2 ,l − H O2 CO2 , g + YO2 µ X VlC X ,O dt Bilancio di materia per la biomassa algale d (VlC X ) = ( µ X − µC ) ⋅ C X ⋅ Vl dt Variazioni portate dV a V k ( C − H C ) ⋅ MW Nl eff =∑ v R l ,i i ,l i i, g i l i = CO2 ,O2 dt i =1 ρ l ,i Ng l ∑ a V k (C − H iC j ,g ) dVg RT Qg = =Q g feed − ⋅ eff v R l, j j ,l dt P j =1
  • 70. Algoritmo risolutivo t=0 C0tot, N0tot, P0tot, .. etc., CO20, O20, N20 Initial concentrations of total of Initial concentration t = t+∆T total species species in liquid and gas phase,C0tot, N0tot, P0tot,.. etc, incident photon flux Actual values of biomass concentration, etc.. Ctot, Ntot, Ptot, .. etc., CO2, O2, N2 X, Iav Speciation as a function of Evaluation of average light pH (unknown) through intensity within the medium equations in Appendix I HCO3-=fC(pH,Ctot,KC,i) … NO32-= fN(pH,Ntot,KN,i) .. PO43-= fP(pH,Ptot,KP,i) .... pH Solving ODEs for material Solving pH through electro- balances evaluation of neutrality condition actual values
  • 71. Risultati fitting parametri 0,6 8,0 Experimental Data Experimental data Model fitting Model fitting 0,5 7,5 Microalgae concentration, (g L ) -1 0,4 7,0 0,3 6,5 pH 0,2 6,0 0,1 5,5 0,0 5,0 0 500000 1000000 1500000 2000000 0 500000 1000000 1500000 2000000 Time, (s) Time, (s) Si ottengono i valori di due parametri del modello da utilizzare nelle prove di predizione
  • 72. Risultati: predizione 0,6 7,4 Experimental Data 7,2 Experimental data 0,5 Model prediction Model prediction 7,0 Microalgae concentration, (g L ) -1 6,8 0,4 6,6 6,4 0,3 pH 6,2 6,0 0,2 5,8 5,6 0,1 5,4 5,2 0,0 5,0 0 500000 1000000 1500000 2000000 0 500000 1000000 1500000 2000000 Time, (s) Time, (s) Il modello consente poi di estrapolare l’evoluzione di una serie di variabili di processo (CO2 in uscita, O2 sviluppato, concentrazione dei macronutrienti etc.) che non si mostrano per brevità
  • 73. Risultati con sistemi simili Buoni risultati sono stati ottenuti anche con sistemi simili che utilizzano un’altra alga «Nannochloris Eucariotum»
  • 74. Utilità dei risultati in termini industriali Le ricadute sulla possibile ottimizzazione della tecnologia ottenibili con la modellistica sono le seguenti • Si può capire quale sarà il comportamento di un reattore «più grande» operante su scala industriale; • Si può stabilire quale è la concentrazione dei nutrienti nel mezzo di coltura per cui si massimizza la produttività di biomassa; • Si può stabilire dopo quali tempi è possibile prelevare la biomassa dal reattore; • Si possono stabilire i flussi luminosi ottimali utilizzando ad esempio schermi che impediscano i fenomeni di fotoinibizione; • Etc.. In definitiva si può progettare l’impianto su scala industriale sulla base dei risultati ottenuti su scala di laboratorio. Ossia si può effettuare lo «scale-up» !
  • 75. Utilità dei risultati in termini scientifici Le ricadute sugli aspetti scientifici sono i seguenti • Si arriva ad una comprensione «intima» del comportamento del sistema e dei fenomeni che lo regolano; • Sulla base di tale comprensione si possono individuare a priori nuove configurazioni sperimentali che potrebbero dar vita a nuovi e interessanti risultati; • Si può stabilire invece quali configurazioni non darebbero vita a buoni risultati evitando sperimentazioni particolarmente costose e dispendiose; • Etc.. In definitiva si può pianficiare attività sperimentale innovativa mirata evitando un approccio euristico l’impianto su scala industriale sulla base dei risultati ottenuti su scala di laboratorio. Ossia si può effettuare lo «scale-up» !
  • 76. Esempi di applicazione II Produzione di lipidi da microalghe coltivate con CO2 pura in reattori tubolari elicoidali a riciclo con analisi dell’effetto delle dimensioni delle cellula Microalga strain: Spirulina platensis;
  • 78. Fenomeni simulati • Effetto della variazione del flusso luminoso incidente • Effetto delle dimensioni della cellula algale (Bilancio di popolazione) sulla capacità di diffusione dei nutrienti e di penetrazione della luce • Effetto della concentrazione di nitrati e fosfati • Effetto dell’inibizione da accumulo di O2 disciolto e del degasaggio • Effetto della configurazione tubolare del reattore e dei parametri fluodinamici (velocità del fluido e dispersione)
  • 79. Modello matematico-1 Bilancio di materia dei principali nutrienti ∞ ∂C j ∂C j ∂ 2C j ∫ ζ ( m, z, I , C , C ) ⋅ψ (m, z) ⋅ dm 1 = −vz ⋅ + ED ⋅ − j = 1,..2; 1 = NO3− ; 2 = H 2 PO4 − ∂t ∂z ∂z 2 m j O2 yX / j 0 C j = C0 j @ t = 0 , ∀z ∈ [0, L ] for j = 1,2 ∂C j vzC j = v zC j − ED @ ∀t > 0 , z = 0 for j = 1,2 z = 0− z = 0+ ∂z z = 0+ ∂C j =0 @ ∀t > 0 , z = L for j = 1, 2 ∂z z=L Bilancio di materia dei principali cataboliti O2 ∂CO2 ∂CO2 ∂ 2CO2 ∞ ∫ ζ ( m, z, I , C , C ) ⋅ψ (m, z ) ⋅ dm 1 = −vz ⋅ + ED ⋅ + j = 1,..2; 1 = NO3− ; 2 = H 2 PO4 − ∂t ∂z ∂z 2 m j O2 y X / O2 0 CO2 = CO2 0 @ t = 0 , ∀z ∈ [0, L ] ∂CO2 vzCO2 = vzCO2 − ED @ ∀t > 0 , z = 0 ∂z − z =0 z =0+ + z =0 ∂CO2 =0 @ ∀t > 0 , z = L ∂z z=L
  • 80. Modello matematico-2 Bilancio di popolazione delle cellule   CO2   ζ m ( m, z , I , C j , CO ) =  µ max ⋅ In 2 Cj ⋅∏ ⋅ 1 − − µc  ⋅ m 2  I K + I j =1 K j + C j n n  CO ,max      2   ∂ψ ∂ (ζ m ⋅ψ ) ∞ ∂ψ ∂ 2ψ + = −vz ⋅ + E D ⋅ 2 + Γ(m, z, I , C j , CO2 ) ⋅ψ − 2 ∫ψ ⋅ Γ(m ', z, I , C j , CO2 ) ⋅ p (m, m ') ⋅ dm ' ∂t ∂m ∂z ∂z m ψ ( m, z , t ) = ψ 0 ( m, z ,0) @ t = 0 , ∀z ∈ [0, L ] ∂ψ v z ⋅ψ = vz ⋅ψ − ED ⋅ @ ∀t > 0 , z = 0 z = 0− z = 0+ ∂z z =0 + ∂ψ =0 @ ∀t > 0 , z = L ∂z z=L − ( m − µo ) 2 1 exp 2σ 2 ( Γ m, z, I , C j , CO 2 ) = ζ ( m, z , I , C , C ) ⋅ m j O2 m 2πσ 2 1 − ( m ' − µo ) 2 1− ∫ exp ⋅ dm ' 0 2πσ 2 2σ 2 q −1 q −1 1 1 m  m p ( m, m ') = 1 −  β ( q, q ) m '  m '     m' m' ∫ p ( m, m ' ) ⋅ dm ' = 1 0 ∞ X ( t , z ) = ∫ψ ( m, z ) ⋅ m ⋅ dm 0
  • 81. -3 Biomass concentration, g m 100 6000 1000 0, 00 0 5, 76 x1 0 3 4 1, 15 x1 0 4 8 1, 73 x1 0 4 12 2, 30 x1 0 4 16 2, 88 x1 0 4 20 3, 46 x1 0 4 Time, days 24 Time, s 4, 03 x1 0 4 28 4, Predizione completa dati sperimentali 61 x1 0 4 32 5, 18 x1 0 4 36 5, 76 Risultati modellistici x1 0 4 40 6, 34 x1 0 4 44