È stata presentata il 25 settembre 2012 all’Istituto I.C. Pareto di Milano la prima Campagna informativa “Noi e il nostro futuro. Diabete: cos’è e cosa fare”, promossa dalla Campagna Buon Compenso del Diabete – BCD e realizzata in collaborazione con Giunti Progetti Educativi. Un momento importante di confronto sull’importanza della prevenzione e della cura del diabete, che ha riunito 140 studenti delle scuole secondarie, rappresentanti delle principali società scientifiche impegnate nella lotta alla patologia e rappresentanti delle Istituzioni locali.
3. Questo libro racconta la storia di Marco, un ragazzo di tredici anni che va a scuola, ama
giocare a pallone con gli amici, adora lo sport e i libri fantasy. Insomma, un ragazzo come
tanti. Come te e i tuoi amici. Un ragazzo che un giorno scopre di avere una malattia non
frequente alla sua età: il diabete. Una malattia che tu e i tuoi amici probabilmente avrete
sentito nominare centinaia di volte, al telegiornale, alla radio o dagli adulti; una parola
che avrete letto sui libri, sui giornali e su Internet. Una malattia che però quasi nessuno
conosce veramente, soprattutto nella forma che colpisce i bambini e i ragazzi.
Ora è arrivato il momento di parlarne. Perché? Semplice, perché il diabete è una malattia
molto seria e sta diventando un’emergenza in tutto il mondo. Ma soprattutto perché
parlarne e imparare a conoscerla è il modo migliore per combatterla e superare i pregiudizi
che ancora l’accompagnano.
Prima di cominciare, però, un’ultima annotazione. Questo libro non è rivolto solo a chi
soffre di diabete, perché racconta anche altro. Parla di paura, di come affrontarla e gestirla.
Parla di prevenzione, d’informazione, di condivisione e accettazione.
4. Lo conoscete Marco? È quel ragazzo della III B con i capelli
scuri che vive nella palazzina verde in fondo alla strada.
Probabilmente l’avete visto uscire di casa la mattina
per andare a scuola, insieme alla madre e
alla sorellina. Oppure di pomeriggio, dopo i
compiti, quando corre al campo di atletica
per gli allenamenti.
Avete indovinato, Marco è uno sportivo.
Un velocista, si dice. E tra un mese lo
aspetta un’importante gara regionale.
Cos’altro piace a Marco? Be’, tante cose,
come a tutti… Ama giocare a calcio
con gli amici e ha una passione per
i romanzi fantasy, quelli con draghi
e cavalieri. Insomma, Marco è
proprio un tipo in gamba.
Anche se…
5. Da un po’ di tempo le cose non vanno bene. E Marco non è più quello di prima, sereno e
pieno di energia.
Tutto è cominciato un mese fa con un gran febbrone che l’ha lasciato a pezzi. E da quel
giorno le cose sono andate sempre peggio. Agli allenamenti, lui che è sempre una scheggia,
fa una gran fatica a stare dietro agli altri. E dire che, nonostante mangi di continuo,
ha perso molto peso! Sabato scorso, ai giardini, se n’è andato
dopo pochi minuti con la scusa di dover fare da babysitter
alla sorella. In classe poi fa fatica a concentrarsi, sembra
distratto, quasi svogliato.
E non è finita qui! La cosa peggiore è che Marco
è diventato intrattabile. Con gli amici. Col suo
allenatore. Perfino con la sua famiglia.
L’altro giorno poi, a scuola, è accaduto un fatto
veramente curioso. Marco ha chiesto di poter andare
in bagno. «Ok», ha detto il professor Galassi. Dopo poco,
Marco ha chiesto di nuovo se poteva andare in bagno.
«Ancora? D’accordo…», Galassi è un tipo comprensivo.
Ma il colmo si è raggiunto quando Marco ha chiesto per
la terza volta di uscire, accompagnato dalle risatine di
alcuni compagni di classe. Quando poi è rientrato in
6. classe, il professore ha commentato che proprio da lui, così diligente e affidabile, non si
sarebbe mai aspettato simili sotterfugi per non farsi interrogare.
La stessa cosa accade a casa. «Quanto bevi? Per forza poi vai sempre in bagno!», gli dice
la madre. «Ti senti bene?», gli chiede il padre. «Oh, certo…», risponde Marco, ma è una
bugia. E i genitori sono molto preoccupati, perché quello non è il loro Marco, così stanco,
dimagrito, irritabile. Pensano che possa avere qualche problema a scuola, con la squadra
di atletica o peggio… Hanno provato a fargli qualche domanda, ma lui niente! Marco non
vuole parlare.
Il motivo è semplice. Marco non vuole parlare perché ha paura. Di cosa? Di tante cose, che
domande! Mica si ha paura di una cosa sola. Per esempio, Marco ha paura di essere malato,
di non poter più andare al campo ad allenarsi, di dover saltare la gara, di non potere più
andare ai giardini a divertirsi con gli amici. Ha paura di dover fare delle punture, di dover
prendere medicine disgustose. Ha paura di ciò che potrebbe dire il medico. Perché Marco
ha capito che qualcosa non va, ma non sa di cosa si tratta. E tutto ciò che è sconosciuto,
si sa, fa paura da morire.
Finché una notte – sono quasi le tre – malgrado la terribile stanchezza Marco non riesce
a dormire. Si alza continuamente per andare al bagno a urinare o in cucina a bere. A volte
gli scappa così forte che rischia di bagnare il letto… Pensa che imbarazzo se accadesse!
7. Marco quella notte capisce che non è più possibile andare avanti così: deve parlarne con i
suoi genitori. E così, la mattina successiva, “vuota il sacco”, e si sente finalmente liberato,
più leggero, perché parlare dei propri problemi serve a vederli un po’ meno… problematici!
I genitori chiamano subito il medico e da lì a poco sono già nel suo ambulatorio.
«Marco, è importante che mi racconti tutto», dice il medico. E lui racconta che da alcune
settimane si sente stanco, che ha perso quasi quattro chili, che ha molta fame e una gran
sete, che fa fatica a fare i compiti, a concentrarsi, che continua ad andare in bagno a
urinare. E sì, lo ammette, risponde male a tutti. Ma solo perché non si sente bene.
«Dobbiamo fare le analisi delle urine» dice il medico. «Grazie a questa striscia reattiva
potremmo avere subito una risposta, se tu potessi…»
«Be’, non credo che avrò problemi a fare un po’ di pipì!» risponde Marco sorridendo.
Ma i genitori sono seri. «Dottore, cosa pensa che abbia Marco?» chiede il papà.
«Una sete intensa, la continua necessità di urinare, una perdita di peso pur mangiando
abbondantemente e una profonda stanchezza sono i segni caratteristici con cui si presenta
il diabete, in particolare la forma che si sviluppa in bambini e ragazzi, definita diabete
mellito di tipo 1. Se nelle urine di Marco ci sarà lo zucchero, ne avremo conferma» E la
conferma arriva: è diabete, una piccola parola – tre sillabe – che cambierà la vita di Marco.
E di tutta la sua famiglia. Anche se loro, in questo momento, non lo sanno. Una parola
che hanno sentito tante volte, ma di cui in realtà non sanno niente.
8. I genitori di Marco sono interdetti. «Marco è giovane», esclama la madre, «Perché dovrebbe
avere il diabete come gli adulti?»
«Ha sempre fatto una vita sana» continua il padre, «Fa molto sport…»
Il dottore spiega che il diabete di tipo 1, quello di Marco, è diverso dal diabete degli adulti
(che invece è di tipo 2): cambiano le cause e anche le cure.
«Ma cos’è il diabete?» chiede Marco spaventato. Sicuramente non è una cosa bella, se lo
fa stare male. Di certo, una malattia. Ma “brutta” quanto? E soprattutto, cosa dovrà fare?
Quali medicine dovrà prendere?
«Questa malattia viene perché il tuo corpo, in particolare il tuo pancreas, non produce più
in quantità sufficiente una sostanza che si chiama insulina» dice il dottore. «Per curarla
dovrai quindi imparare a prendere l’insulina dall’esterno e a seguire alcune regole… Ma
niente paura, Marco! Ti spiegheranno tutto al Centro di diabetologia pediatrica, dove
andrai subito con i tuoi genitori».
«Subito?» chiede Marco spaventato, mentre il dottore telefona al Centro per prendere
accordi.
Durante il tragitto in macchina, i genitori di Marco non fanno che telefonare a parenti
e amici. Si parla solo e soltanto di questo diabete e ognuno dice la sua. E Marco? Lui
ascolta, in silenzio. Sente parlare di zuccheri nel sangue, iniezioni e svenimenti, diete e
divieti. Ed è sempre più spaventato. Perché vedere i suoi genitori in quello stato lo spaventa
ancora di più. E poi è triste, perché questa malattia “sconosciuta” gli sta già rovinando la
9. vita. ‘Perché è capitato proprio a me?’ si chiede con rabbia. Di una cosa però è sicuro: ha
bisogno di aiuto. E sentendo i suoi genitori che discutono, capisce che anche loro hanno
bisogno di aiuto.
10. noi e il nostro futurodiabete
VIVERE
col diabete
È inutile nasconderlo: il diabete – il cui nome
completo è “diabete mellito” – è una malattia
cronica, da cui cioè non si può mai guarire del Un nome,
tutto. In poche parole: chi si ammala di diabete, “diabete”…
lo avrà per tutta la vita. Attenzione però: leggen- Proviene dal greco antico e significa “passare
do questo libro scopriremo anche che, grazie a attraverso”. Si riferisce all’eccessiva quantità
una giusta cura e seguendo buone abitudini, è di pipì, uno dei sintomi più evidenti, che scom-
possibile tenerlo sotto controllo e vivere bene. pare quando s’iniziano le cure.
10 è il problema?
Qual
La mancanza di insulina. L’insulina proviene dalle “isole di
Langerhans”, che si trovano nel pancreas, ed è una sostanza (or-
mone) che si occupa degli zuccheri. Sì, perché il diabete compare
quando gli zuccheri assunti con il cibo o le bibite non vengono
11. diabetecos’è, cosa fare
Un cognome, “mellito”…
Proviene dal latino e si riferisce al “miele”,
perché la pipì di chi soffre di questa malattia
contiene tanti zuccheri, proprio come il miele.
Un programma!
“Disordine metabolico”: significa che nelle per-
sone con diabete non funzionano tutte quelle
reazioni chimiche che trasformano il cibo inge-
rito in energia per il corpo.
Segna ogni volta la risposta che ritieni giusta: le soluzioni sono a pagina 63.
trasformati e usati nel modo corretto dal nostro corpo.
QUIZ
DIA-QUIZ
Una malattia è cronica quando…
Quando cioè l’insulina, che dovrebbe occuparsi di loro,
A ci accompagna tutta la vita.
è assente o è presente in quantità troppo piccole per
B colpisce soprattutto bambini.
utilizzare gli zuccheri al meglio.
C se ne parla abitualmente sui giornali.
12. noi e il nostro futurodiabete
ZUCCHERO Sì,
ZUCCHERO NO
Gli zuccheri – o meglio, le molecole di glucosio
che da essi derivano – sono fondamentali per
il nostro organismo. Sono infatti le molecole Grazie
di glucosio a nutrire le cellule del nostro cor- all’insulina
po, compreso il cervello, e a farle funzionare Tutto questo – consentire alle cellule di usa-
al meglio. re gli zuccheri – avviene, come detto, grazie
all’insulina.
12
Questione di livelli
La quantità degli zuccheri che abbiamo nel sangue – cioè la glice-
mia – non è sempre la stessa nell’arco della giornata. È più bassa se
siamo lontani dai pasti e aumenta quando mangiamo. Normalmente,
a digiuno, è inferiore a 110 mg per decilitro di sangue. Se invece è
13. diabetecos’è, cosa fare
Qualche volta però…
… l’insulina non funziona come dovrebbe.
Talvolta manca, oppure è poca e non riesce a
fare il suo lavoro. E allora il meccanismo s’in-
ceppa. E gli zuccheri?
A spasso
nel sangue
È lì che rimangono e si accumulano gli zucche-
ri se non riescono a raggiungere le cellule, il
fegato e i muscoli. Ecco allora che compare
il diabete.
maggiore, c’è qualcosa che
QUIZ
dia-QUIZ
L’insulina è prodotta…
non va. Nei bambini anche
A nei muscoli.
valori superiori a 100 mg/dl
B nel fegato.
meritano attenzione.
C nel pancreas.
14. noi e il nostro futurodiabete
DIABETE
DI TIPO 1
Il diabete di tipo 1 colpisce di solito bam-
bini e giovani. La sua causa è la mancanza
di insulina, e quindi l’unica cura possibile è
rappresentata dalle iniezioni giornaliere di Il sistema immunitario
questo ormone. Ha il compito di difendere l’organismo da agenti
esterni dannosi. Una sua anomalia, però, può
portarlo ad attaccare i nemici sbagliati.
14 accade tutto questo?
Perché
Nessuno conosce la causa del diabete di tipo 1, anche perché pro-
babilmente le cause sono varie, tra cui quella che i medici chiamano
“predisposizione genetica”: significa che una persona nasce “predi-
sposta” ad ammalarsi, ha cioè fin dalla nascita questa caratteristica
15. diabetecos’è, cosa fare
Scambio di nemici
Nel caso del diabete di tipo 1, il sistema immu-
nitario attacca per sbaglio le cellule del pan-
creas che producono l’insulina: le beta cellule.
Un bel guaio
Senza insulina, l’organismo non riesce a gestire
gli zuccheri che, invece di nutrire le cellule e
immagazzinarsi al posto giusto, si accumulano
nel sangue.
nel sistema immunitario che, a un
QUIZ
DIA-QUIZ
Senza insulina, gli zuccheri…
certo punto della vita, può sviluppa-
A si accumulano nel sangue.
re la malattia.
B si accumulano nel pancreas.
C vengono eliminati.
16. noi e il nostro futurodiabete
Come si presenta
IL TIPO 1?
Ecco i campanelli d’allarme, cioè i sintomi più
caratteristici, che possono comparire da soli
o insieme, con maggiore o minore intensità: Pipì a fiumi (poliuria):
gli zuccheri accumulati nel sangue arrivano fino
ai reni; qui, per essere eliminati, provocano un
aumento notevole dell’urina. E così si è costretti
ad andare in bagno con maggiore frequenza.
Fame da lupi (polifagia):
16 gli zuccheri arrivano nel sangue ma, per man-
canza di insulina, non vengono usati dalle cel-
lule che – “affamate” – mandano un segnale al
cervello. Questo, credendo che il problema sia
la mancanza di cibo, stimola l’appetito.
17. diabetecos’è, cosa fare
Bere come un cammello (polidipsia): magro come un’acciuga
facendo più pipì del solito, si avverte spesso (dimagrimento eccessivo):
la gola secca e uno stimolo sempre più grande L’organismo, non potendo usare gli zuccheri, uti-
di bere acqua. lizza tutti i grassi e le proteine a sua disposizione.
Il risultato è una perdita di peso.
Stanchezza intensa (astenia):
QUIZ
dia-QUIZ
I sintomi del diabete possono…
non potendo utilizzare gli zuccheri a causa del-
A essere riconosciuti solo dai medici.
la mancanza di insulina, l’organismo si sente
B comparire da soli o associati.
sempre più debole e senza forze.
C comparire in ordine alfabetico.
18. noi e il nostro futurodiabete
DIABETE
DI TIPO 2
È la forma più frequente: quasi il 90% dei casi!
Di solito colpisce persone con più di 40 anni e
problemi di sovrappeso. Tuttavia, da qualche
anno, si fa sempre di più la diagnosi di questa Uno ci nasce!
forma in persone giovani. La causa del tipo La causa è di solito genetica: nel senso che chi
2 non è la mancanza assoluta d’insulina, ma ha dei nonni, un papà o una mamma che hanno
l’incapacità dell’organismo di usarla nel modo diabete mellito di tipo 2, se non manterrà abitu-
giusto. Per questo, diversamente dal tipo 1, la dini di vita corrette, avrà moltissime probabilità
terapia insulinica non è sempre necessaria. di sviluppare questo tipo di diabete.
18 il risultato!
Ecco
Non riuscendo a utilizzare l’insulina nel modo corretto, per predisposi-
zione genetica, e non seguendo le regole per un corretto e sano stile di
vita, può quindi svilupparsi il diabete di tipo 2.
19. diabetecos’è, cosa fare
Benessere
e stile di vita Cattive abitudini
Le sane abitudini di vita rappresentano la “medi- Al contrario, giocano un ruolo negativo: la man-
cina” migliore per proteggersi da questa malattia. canza di attività fisica; un’alimentazione squili-
Quali sono? Un’attività fisica regolare; un’alimen- brata, ricca di grassi e zuccheri; il sovrappeso
tazione equilibrata, ricca di frutta, verdura e cibi o l’obesità.
freschi; mantenere un peso corporeo normale.
QUIZ
DIA-QUIZ
Una delle cause del diabete di tipo 2 è…
A l’assenza di insulina nel sangue.
B il sovrappeso.
C un’alimentazione equilibrata ricca di frutta.
20. noi e il nostro futurodiabete
Riconoscere
il diabete di tipo 2
Il numero di persone affette da diabete, in
Italia e nel mondo, è veramente enorme. Ma
i dati non corrispondono alla realtà, perché Campanelli
questo tipo di diabete, il diabete di tipo 2, è d’allarme
una malattia che inizia silenziosamente e non Di solito i primi sintomi sono molto lievi, ma ci
sempre è facile riconoscerlo, così molte per- sono. Perciò, se si è un “soggetto a rischio”,
sone non sanno di esserne affette. cioè in sovrappeso, sedentario e con altri fa-
miliari che hanno già il diabete, sarà opportuno
controllare periodicamente la glicemia.
20 prima possibile!
Il
Intervenire tempestivamente è fondamentale perché, se non curato
adeguatamente, il diabete può provocare danni a molti organi, primi
tra tutti al cuore e ai vasi sanguigni.
21. diabetecos’è, cosa fare
Parole,
parole Un aiuto fondamentale
Mai come in questo caso parlare è importan- Il medico non solo ci aiuta a interpretare i sin-
te! Riconoscere una malattia in tempo, aiuta a tomi del diabete, ma può prescriverci esami
curarla meglio. E non ci fa sentire soli davanti specifici per riconoscerlo subito e darci buoni
a un problema. consigli per prevenirlo.
QUIZ
DIA-QUIZ
Riconoscere i sintomi di una malattia…
A è importante per curarla subito.
B è impossibile.
C è inutile, perché il diabete si cura quando
è ben manifesto.
22. noi e il nostro futurodiabete
NUMERI Problema da ricchi?
Il dato più grave è che il diabete si diffonde
DA CAPOGIRO! sempre più non solo nei paesi cosiddetti «ric-
Il diabete è una delle malattie più diffuse al chi», ma in tutti i paesi del mondo.
mondo: oltre 280 milioni di persone, di cui 3
milioni solo in Italia dove ogni anno si amma-
lano circa 200.000 persone… Insomma, una
vera calamità! Il più diffuso è quello di tipo 2,
una forma molto frequente tra gli adulti, ma
che da qualche anno sta interessando anche
bambini obesi. Paese che vai…
Anche nei paesi in via di sviluppo, le persone
stanno acquisendo le cattive abitudini del mon-
do occidentale. E i casi di diabete aumentano…
Benessere
Negli ultimi decenni, lo sviluppo economico e
tecnologico ha portato maggiori rischi per la sa-
lute con abitudini di vita scorrette e poco sane.
23. diabetecos’è, cosa fare
L’SOS dell’ONU
Il diabete sta diventando una vera e propria dicembre 2006, è intervenuta direttamente l’Or-
emergenza. Una malattia che colpisce a ogni ganizzazione delle Nazioni Unite che ha ricono-
età, con gravi conseguenze non solo sulla salu- sciuto il diabete come malattia grave e costosa,
te delle persone, ma anche sulla spesa pubblica che si riflette negativamente sulle famiglie e la
sanitaria dei paesi di tutto il mondo. E la situa- società, invitando tutti i paesi a intervenire con
zione è destinata a peggiorare! Per questo, il 20 iniziative d’informazione e prevenzione.
Riguarda anche i bambini?
Sì, possono averlo quei bambini che fanno poca attività fisica,
che trascorrono molto tempo davanti alla tv e al computer, e
che hanno un’alimentazione povera in frutta e verdura ma ricca
in cibi grassi e conservanti.
24. Finalmente Marco e i suoi genitori arrivano al centro.
Ad attenderli trovano un medico e un’infermiera.
«Ciao Marco» dice l’infermiera con fare rassicurante.
«Mi chiamo Livia e insieme al dottor Grimaldi faremo
in modo che ti senta meglio al più presto».
Il medico spiega che la prima cosa da fare è confermare
la diagnosi con esami più approfonditi e valutare il suo
stato di salute. «Per farlo, però, è necessario che voi e
Marco rimaniate in ospedale qualche giorno»
«Volete ricoverare Marco? È proprio necessario?»
chiede il padre.
Il medico spiega che è importante far ripartire
nell’organismo di Marco tutti quei meccanismi
che si sono “inceppati” per la mancanza d’insulina,
che ha provocato un aumento degli zuccheri nel
sangue (glicemia) e una perdita di acqua e sali. Oltre
alle analisi, quindi, Marco dovrà recuperare l’acqua
e i sali persi, e soprattutto iniziare a prendere la
25. giusta quantità d’insulina per riportare la glicemia a valori più bassi. All’inizio sarà
indispensabile somministrargli tutto per via venosa, con le fleboclisi, e questo potrà
essere fatto solo in ospedale. Intanto Livia ha preparato l’occorrente e spiega tutto ciò
che dovranno fare. Marco però è spaventato e preoccupato:
prelievi, cannule, flebo… «Forse sarebbe stato meglio
non dire niente!» pensa tra sé.
In camera, Marco incontra
un ragazzo della sua età, si
chiama Lorenzo. «Anche tu
sei qui per il diabete?».
«Non lo so…» risponde
Marco frastornato. «Tutti
sembrano sicuri di sì»
«Non preoccuparti,
all’inizio non è facile,
lo so perché ci sono
pa s s at o a nch ’ io,
ma i dottori sono
bravi e le infermiere
simpatiche… e poi qui
26. si mangia anche bene!» ‘Si mangia bene?’ pensa Marco. Allora tutte quelle cose che ha
sentito dire ai genitori quando erano in auto mentre parlavano al telefono…
Intanto, in corridoio, i genitori di Marco hanno conosciuto la madre di Lorenzo.
«Mio figlio non faceva altro che bere e andare in bagno. Era sempre stanco…»
«Per noi è uno shock!» dice la madre di Marco. «Non sapevamo niente di questo diabete,
nei bambini poi… e chi se l’aspettava?»
La madre di Lorenzo cerca di rassicurarli. «Vi assicuro che Lorenzo quand’è arrivato
qui stava male come Marco, eppure è stato bene dopo solo tre giorni…»
Marco intanto si sente stanco, ha molta sete e una gran nausea. È contento di veder
tornare Livia per poter cominciare a fare tutte quelle cose di cui gli ha parlato e mettersi
a letto. Livia gli dice che i risultati saranno pronti subito. E intanto, per farlo star meglio,
inizia una flebo. Poco dopo compare il dottor Grimaldi: le analisi hanno confermato
il diabete. Spiega che per molte ore dovrà fare la flebo con acqua, sali e insulina, e non
potrà mangiare. Non appena starà meglio, potrà fare l’insulina sottocute e riprendere
a mangiare regolarmente.
I genitori di Marco sono spaesati. «Dottore, perché è successo tutto questo? Di chi è la
colpa?» chiede la madre.
«Il sistema immunitario, che ci protegge dalle malattie, fa confusione e scambia le
27. cellule del pancreas, quelle che producono l’insulina, per virus o batteri, e così le uccide.
Per questo, la poca insulina prodotta non riesce a fare diminuire gli zuccheri, che
aumentano sempre più nel sangue. Questo aumento è chiamato iperglicemia. Perché
Marco stia bene, dobbiamo somministrargli l’insulina dall’esterno con le punture,
perché senza insulina non si può vivere».
E in un batter d’occhio viene sommerso da tante domande, dubbi che stanno tormentando
Marco e i suoi genitori, e a cui il medico risponde subito.
«Sì, è vero, dal diabete per ora non si guarisce, ma non dovete preoccuparvi perché si
può curare benissimo…»
«Il diabete non è un virus, non è contagioso…»
«Vostro figlio non va protetto o isolato, il diabete non rende diversi! Marco è un ragazzo
come tutti gli altri, ha solo bisogno di essere curato…»
«È vero, bisogna controllare la glicemia nel sangue, ma oggi esistono dei kit fa-da-te
facili da usare…»
«Siringhe? No, oggi ci sono in commercio degli strumenti molto semplici e sicuri per
iniettarsi l’insulina, si chiamano penne… imparerà subito, vedrete!»
«Si possono mangiare anche dolci e cioccolata, basta stare attenti alle quantità…
Prosciutto e salame? Sì, anche quelli, ma con moderazione… L’importante è seguire
un’alimentazione sana ed equilibrata, mangiare un po’ di tutto, in particolare verdure,
e non esagerare con dolci, bibite zuccherate e alimenti grassi, come dovrebbero fare
28. tutti i ragazzi, anche quelli che non soffrono di diabete». «Sì, quando sarà grande potrà
prendere la patente»
L’ultima risposta è tutta per Marco: «Sport? Certo che puoi! Pensa che ci sono campioni
olimpici che hanno il diabete e che sono saliti ugualmente sul podio più alto! E poi stare
con gli amici è meglio che starsene da soli, non è vero?» aggiunge il medico facendogli
l’occhiolino. In quel momento, Marco si sente meglio. Più sicuro.
Nei giorni successivi Marco e i suoi genitori s’impegnano a capire il funzionamento
del kit per misurarsi i livelli di glucosio nel sangue (glicemia), di glucosio (glicosuria) e
acetone (acetonuria) nelle urine e l’utilizzo delle penne per iniettarsi l’insulina.
Ora si sentono più tranquilli. Stanno cominciando a capire che talvolta tutto sembra
difficile perché non si conosce il “nemico” da combattere. E allora si deve lottare non
solo contro una malattia, ma anche contro la paura, i pregiudizi.
Marco sa che non sarà sempre facile. Sa che dovrà tenere sotto controllo la malattia,
controllare la glicemia, prendere l’insulina più volte al giorno e «aggiustare la terapia»,
come gli dice il medico.
Ma sa anche che presto potrà riprendersi la sua vita, che tra pochi giorni tornerà a scuola,
che potrà di nuovo giocare con gli amici e che tornerà a correre sulla pista di atletica.
Insomma, il diabete adesso fa meno paura, perché non è più un mostro misterioso.
Così, nel giro di pochi giorni, Marco lascia il centro di diabetologia pediatrica e torna
29. a casa. Anche se non lo ha chiesto, il medico gli ha detto che potrà avere una ragazza,
mettere su famiglia e avere figli. Insomma, potrà avere una vita normale sotto tutti i
punti di vista! E Marco prova già a immaginarla...
30. noi e il nostro futurodiabete
INDAGINI
PRELIMINARI
La persona con diabete non ha un percorso
semplice. La buona notizia, però, è che non
si fa da soli, ma con l’aiuto di genitori, medici
specialisti e persone che hanno la stessa pa-
tologia. Il primo passo è andare dal dottore a
raccontare i sintomi e se in famiglia vi sono Zucchero nel sangue
casi simili. Sarà poi lui a decidere se c’è un Nel caso del diabete di tipo 1 di solito è suffi-
rischio concreto, e quindi se si devono fare ciente una glicemia, perché è talmente elevata
esami di sangue e urine per controllare se che non lascia dubbi. Nel caso del diabete di
c’è la presenza di glucosio. tipo 2, invece, la glicemia va fatta a digiuno e
dopo i pasti, ed è spesso necessario eseguire
un test da carico orale di glucosio.
31. 31 pipì!
Nella
Ecco un altro esame importante! Le urine infatti normal-
QUIZ
DIA-QUIZ
La glicemia…
mente non contengono glucosio, e una sua presenza può
far scattare l’allarme. È un esame semplice, che può es- A misura il livello di glucosio nel sangue.
sere fatto con delle striscioline reattive che s’immergono B è un esame delle urine.
nella pipì e in due muniti ci dicono se c’è zucchero nelle C è un tratto di strada pericoloso.
urine (glicosuria). Qualsiasi medico può farlo nel proprio
ambulatorio. Con la stessa strisciolina si vede anche se
nelle urine sono presenti corpi chetonici (chetonuria).
32. noi e il nostro futurodiabete
BEN V EN U TI
AL CENTRO ricerca
dell’equilibrio
Se le analisi confermano il diabete o una situa- Tutto sarà più semplice se la corretta tecnica
zione a rischio, il medico indirizza subito il sog- di iniezione dell’insulina e le regole da seguire
getto in un Centro di diabetologia. Per i ragazzi ci verranno apprese nelle sedi stabilite. Di solito,
sono i Centri di diabetologia pediatrica. In caso col tipo 2 il ricovero non è necessario.
di diabete di tipo 1, è quasi sempre necessario
il ricovero per effettuare analisi, controllare lo
stato di salute, dare l’insulina che serve e, na-
turalmente, insegnare al ragazzo e ai suoi geni-
tori a vivere bene anche in presenza di questa
malattia cronica. Primo passo
È sempre lo stesso: fare le analisi del sangue,
perché dicono in maniera chiara se quei sintomi
sono dovuti al diabete. Quando poi i sintomi du-
rano da qualche settimana, è anche necessario
fornire liquidi all’organismo mediante una flebo.
33. diabetecos’è, cosa fare
Aggiustiamo
la mira
Nel diabete di tipo 1, non è facile trovare la
giusta dose d’insulina fin dall’inizio. Per questo
è importante che il pediatra diabetologo faccia
dei controlli regolari, per verificare che tutto più radi – servono anche alla persona che ha il
proceda bene e, se necessario, perfezionare la diabete per imparare a gestire al meglio la sua
cura. Questi incontri – che col tempo si fanno cura e sentirsi sempre più autonomo e sicuro.
Un terremoto
A questo assomigliano i primi giorni dopo la
QUIZ
DIA-QUIZ
Nei Centri di diabetologia ci sono…
scoperta della patologia. Ma non dimentichia-
mo mai che sono i più difficili e che stiamo A solo infermieri.
B farmacisti e cuochi.
“correndo” verso la cura.
C medici, infermieri, dietisti, psicologi
specializzati.
34. noi e il nostro futurodiabete
LA CURA
DEL TIPO 1
L’unica attualmente possibile è l’insulina, che Prima del pasto
però non può essere presa per bocca – sarebbe È importante misurare la glicemia per capire
distrutta dai succhi gastrici – ma va iniettata quanta insulina si deve fare.
per via sottocutanea (cioè tra pelle e muscolo)
3-4 volte al giorno. Le “parti” scelte – dette È ora!
anche “siti di iniezione” – sono di solito pancia, Controlli e iniezioni devono essere fatti in più
coscia, braccia e glutei. I preparati d’insulina orari, anche fuori casa. Per questo è importante
attualmente utilizzati sono sintetizzati in labo- ricordarsi di portare con sé il kit fai-da-te (glu-
ratorio e possono essere ad azione istantanea cometro e pungidito) e l’insulina.
(funzionano quasi subito, ma il loro effetto è
breve) o a lungo termine (sono più lenti a en- Al fresco
trare in circolo, ma durano di più). Il medico L’insulina in uso, sia in penna che in cartucce,
stabilisce, in base all’età e alle esigenze del può essere tenuta a temperatura ambiente per
bambino/ragazzo, le insuline da usare. un mese. L’insulina di riserva dev’essere con-
servata in frigo a 4-8 gradi.
35. 35 siringa al microinfusore
Dalla
Le “classiche” siringhe sono state per molto tempo
QUIZ
DIA-QUIZ
L’insulina per la cura può essere…
l’unico modo per iniettarsi l’insulina. Oggi sul mercato
ci sono anche le cosiddette “penne” ricaricabili e le pre- A di origine sintetica.
riempite che utilizzano aghi molto sottili, praticamente B minerale.
indolori. Esiste poi il microinfusore, uno strumento alta- C vegetale.
mente sofisticato, in pratica un computer in miniatura,
che è in grado di iniettare sottocute la quantità d’insu-
lina che occorre, secondo le indicazioni che vengono
impostate nella sua memoria. Ha le dimensioni di un
cellulare ed è collegato al corpo tramite una picco-
lissima cannula inserita sottocute perlopiù all’altezza
dell’addome e dei glutei.
36. noi e il nostro futurodiabete
LA CURA
DEL TIPO 2
Diversamente dal diabete di tipo 1, per curare il
tipo 2 si usano di solito farmaci assumibili per
bocca, ad esempio farmaci che aiutano la pro-
duzione dell’insulina oppure i cosiddetti “insuli- E i controlli?
no-sensibilizzatori”, utili a sensibilizzare – cioè, Anche in questo caso è necessario effettuare
migliorare – l’azione dell’insulina o quelli che un controllo periodico della glicemia, grazie ai
modulano l’assorbimento degli zuccheri. Dopo kit fai-da-te. Così come sono necessari perio-
qualche tempo, però, anche nel diabete di tipo dici controlli clinici.
2 può essere necessario utilizzare l’insulina.
SUBDOLO E IN CRESCITA
Il diabete di tipo 2 è considerato dalla maggior
parte della gente il meno «pericoloso», una
specie di forma «più lieve». Questo perché
spesso non è curato con iniezioni d’insulina.
37. 37 tutti lo sanno
Non
In realtà il numero delle persone che soffre di diabete è
QUIZ
DIA-QUIZ
I farmaci per il diabete di tipo 2…
in costante crescita. Non solo, ma la cosa più allarman-
te è che molti non sanno di averlo e altri non si curano A tengono lontane le persone con diabete.
in modo adeguato continuando a seguire uno stile di B sono utili perché fanno dimagrire.
vita sbagliato e andando così incontro a problemi e C possono essere presi per bocca.
complicazioni gravi.
38. noi e il nostro futurodiabete
TUTTO
Obiettivo:
migliorare
Gli incontri periodici con il diabetologo servono
sotto controllo a stabilire se la quantità d’insulina è corretta e
Il diabete, ormai è chiaro, è una malattia da come bisogna adattarla ai pasti e alle situazioni
non sottovalutare. Col tempo la persona con della giornata, a valutare le abitudini alimentari,
diabete diventa sempre più indipendente, ma a gestire l’attività fisica, a chiarire dubbi sulla
le visite periodiche dal medico e le analisi com- terapia, a rendere il ragazzo e la sua famiglia
plete del sangue rimangono fondamentali. partecipi delle nuove scoperte.
... e rendere responsabile
Il fine è far rimanere le glicemie nel limite
desiderato più a lungo possibile, evitando le
ipoglicemie (abbassamenti troppo elevati del
Il fine ultimo livello di zuccheri nel sangue) e permettendo
Il fine ultimo della cura è mantenere il livello al ragazzo di svolgere tutte le sue attività; ma
glicemico il più possibile vicino alla norma, assi- è fondamentale anche rendere il ragazzo sem-
curare uno sviluppo psicofisico normale, evitare pre più responsabile della cura, rispettando le
le complicazioni legate al cattivo controllo del sue tappe di crescita e accompagnandolo in un
diabete e avere una buona qualità di vita. percorso di autonomia consapevole.
39. 39 in codice: HbA1c
Nome
Conosciuto anche come «emoglobina glicata», è un esa-
QUIZ
DIA-QUIZ
L’emoglobina è…
me veramente speciale perché, rispetto a un normale
controllo del sangue, permette di vedere l’andamento A una proteina dei globuli rossi.
medio degli zuccheri dei 2-3 mesi precedenti. B un pallone a forma di mappamondo.
C una proteina dei globuli gialli.
come funziona?
L’«emoglobina» – una proteina dei globuli rossi – più sta
a contatto con gli zuccheri e più tende ad “addolcirsi” (a
essere «glicata»). Quindi, più zuccheri ci sono nel sangue,
più l’emoglobina risulterà glicata. Questo esame – da
ripetere ogni tre mesi – serve a capire se la cura è ade-
guata. L’emoglobina glicata non si può misurare a casa
come la glicemia.
40. noi e il nostro futurodiabete
DA CONTROLLATI
a CONTROLLORI
Ecco un passo fondamentale: l’auto-controllo,
perché permette alla persona con diabete di
misurarsi da solo la glicemia più volte al giorno –
prima e dopo i pasti, prima e dopo l’attività fisica,
prima di dormire… – e di regolare la quantità
d’insulina da iniettare. Attenzione però: auto- Comodamente a casa
controllo non significa curarsi da sé. E gli incontri Oggi in commercio esistono vari modi per con-
con l’équipe del Centro di diabetologia pediatrica trollarsi la glicemia da soli: sono piccoli kit fai-
aiuteranno a comprendere e dare risposte a tutte da-te acquistabili in farmacia, con glucometro,
le necessità del ragazzo e della famiglia. aghi, pungi-dito, strisce reattive.
40 aiuto importante
Un
L’auto-monitoraggio grazie ai kit fai-da-te è fondamentale per chi ha il diabete di tipo 1, perché dice
il livello degli zuccheri nel sangue e, conseguentemente, è un elemento fondamentale per decidere
la quantità di insulina di cui ha bisogno l’organismo. È un importante supporto anche per chi soffre di
diabete di tipo 2, per capire se la cura intrapresa va bene; ma è necessario farlo meno frequentemen-
41. diabetecos’è, cosa fare
Una goccia di sangue
È quella che, dopo essersi punti un dito, va mes-
sa sulla striscia reattiva. E il glucometro, su cui
è inserita la striscia reattiva, darà automatica- Un diario
mente il valore della glicemia. Più facile di così! È un utile “strumento” per annotare i valori
della glicemia, le dosi d’insulina o altri eventi
importanti; permette di ragionare con calma
sull’andamento del diabete, confrontando i da-
ti di periodi diversi. Oggi esistono anche diari
elettronici che permettono di trasferire i dati
dei valori glicemici dal glucometro, via web o
tramite smartphone, al diabetologo.
te. Ma non dimentichiamo che per “auto-controllo”, oltre
QUIZ
DIA-QUIZ
Il pungi-dito…
a saper misurare la glicemia, s’intende anche la capacità
A serve a misurare gli zuccheri.
di mantenere l’equilibrio glicemico nel sangue, cioè saper
B serve a far uscire una goccia di sangue.
prendere di volta in volta la giusta quantità di insulina.
C è una pianta natalizia.
42. noi e il nostro futurodiabete
ATTENZIONE
alle complicazioni
Che sia di tipo 1 o 2, trascurare il diabete signi- Problemi
fica andare incontro a gravi problemi! Perché cardiovascolari
gli zuccheri, se si trovano in quantità elevata Il dato più grave è che il diabete si diffonde
nel sangue, possono portare a seri problemi sempre più non solo nei paesi cosiddetti «ric-
di circolazione e compromettere il giusto fun- chi», ma in tutti i paesi del mondo.
zionamento dei vasi sanguigni. Ecco i problemi
più significativi.
Gambe
Reni e piedi
La grande quantità di zuccheri presente nelle Sono una parte molto delicata e una cattiva
urine, col tempo, può danneggiare la micro- circolazione può portare a crampi, dolori, per-
circolazione dei reni e compromettere la loro dita della sensibilità e ulcere.
funzione (nefropatia).
43. diabetecos’è, cosa fare
Sistema nervoso periferico
I problemi alla circolazione possono danneg-
Vista giare anche le fibre nervose, portando a intor-
I piccoli capillari che nutrono la retina negli occhi, pidimenti, dolori, diminuzione della sensibilità
quando la circolazione non funziona, riducono e ulcere (neuropatia).
l’afflusso di sangue provocando la retinopatia. I
controlli oculistici permettono di riconoscerla ai
primi stadi e, se necessario, impedirne il peggio-
ramento mediante il trattamento laser.
sotto controllo
Oggi sappiamo che il buon controllo dei valori
glicemici è il modo più efficace per evitare che
queste complicanze si sviluppino. Ma qualora si
presentassero, esistono molti modi per tenerle
sotto controllo.
44. Sono passati alcuni giorni da quando Marco è uscito dal centro di
diabetologia pediatrica e ha cominciato, con l’aiuto dei genitori, a
riorganizzare il suo tempo tenendo conto delle nuove necessità. E
come gli aveva detto il dottor Grimaldi il giorno delle dimissioni,
non è stato poi così difficile: «È come se tu dovessi cambiare stile di
vita», spiegandogli che per vivere bene col diabete bastano piccoli
accorgimenti. «Si tratta di buone abitudini, da mettere in pratica
ogni giorno»: misurarsi la glicemia, iniettarsi la giusta dose
d’insulina, seguire una corretta alimentazione, fare attività
sportiva e annotare tutto su un diario. Anche Lorenzo, il
ragazzo incontrato al centro, gli ha detto le stesse cose:
«Non sono regole difficili… alcuni giochi di ruolo sono
molto più complicati!»
Adesso Marco sta bene. Sembra lontano anche il
timore che il diabete potesse togliergli la libertà
di vivere come i suoi amici. Sa però che deve essere
tenuto sempre sotto controllo. E i genitori e la sorella,
45. per sostenerlo, hanno deciso di
seguire a tavola le stesse “regole”,
mangiando agli stessi orari e
seg uendo un’a limentazione
corretta e bilanciata. E così
hanno imparato che i dolci,
le merend ine, le beva nde
zuccherate, gli insaccati e
le patatine devono essere
consumati con moderazione
per non diventare dannosi.
E questo vale per tutti, non
solo per chi ha il diabete!
Intanto, si avvicina il giorno
del rientro a scuola. Marco
sa che i suoi genitori hanno
parlato con i professori e
che hanno dato loro un
foglio di istruzioni su come
comportarsi nel caso lui non
46. stia bene. Sa anche che tutti non vedono l’ora di riabbracciarlo. Questo però non lo
tranquillizza. Perché, anche se è felice di rivederli, ha un po’ paura che gli altri lo guardino
con occhi diversi, proprio perché non sanno niente di questa malattia.
S’intende, Marco non è diverso! È lo stesso di sempre! Rispetto a prima deve solo prendere
l’insulina, e questo non può certo cambiare una persona. «Ma gli altri lo capiranno?»
si chiede. «Vorrei tanto poter parlare con Livia e il dottor Grimaldi…» e in quell’istante
si ricorda che al centro un dottore, con cui s’incontrava ogni mattina, gli ha parlato di
questa paura: la paura di sentirsi diversi, di non sentirsi pronti per affrontare la vita di
tutti i giorni, di non sentirsi all’altezza. Una paura che lui in quel momento, concentrato
com’era sulla cura, non ha capito.
Marco ne parla con sua madre – adesso ha imparato che “parlare” è importante. Lei lo
rassicura, ma quella paura che sente in fondo al cuore non sembra andarsene. Finché
arriva il giorno del rientro a scuola. Quella mattina, Marco entra dal portone principale
e, procedendo spedito lungo il corridoio, va subito in classe a sedersi al suo banco. Sa che i
suoi compagni lo stanno guardano. Sa anche che gli vogliono bene e che lui non ha niente
di cui vergognarsi. Allora perché si sente così imbarazzato?
Poi, d’improvviso, il suo sguardo incontra quello di Bea, una sua amica. «Sei qui…» gli
dice sorridendo. Qualcuno gli dà una pacca sulla spalla. «Bentornato!» è Andrea, il suo
47. compagno di banco. Finché tutti si stringono intorno a lui per salutarlo. A Marco vengono
le lacrime agli occhi, anche se fa di tutto per nasconderle. Mentre un mucchio di domande
lo sommerge.
«Come stai adesso?»
«Perché non ci hai detto niente? Potevamo aiutarti!»
«Lo sai che anche mio padre ha il diabete?»
«Bel modo di saltare il compito di matematica!»
Marco è felice di riabbracciare i suoi compagni. Ma sa che non sarà sempre così facile;
nella vita incontrerà alcuni che lo eviteranno per paura e ignoranza.
«Basta, fatelo respirare!» è la voce del professore. Tutti corrono al proprio posto. «Sono
contento tu sia tornato oggi» continua il prof dandogli una pacca sulla spalla. «perché,
guarda caso, ho intenzione di parlare di una malattia molto diffusa in tutto il mondo,
che però non tutti conoscono e che invece è bene saper affrontare senza paure e senza
pregiudizi… il diabete! E forse tu puoi dirci la tua!»
Quel pomeriggio Marco torna al campo di atletica. Va subito a cambiarsi negli spogliatoi,
saluta tutti i suoi amici e poi entra in pista: è così eccitato, non gli sembra vero poter
tornare così presto a correre.
«Finalmente sei qui!» è l’allenatore, che gli compare alle spalle e gli stringe la mano.
«Siamo stati in ansia, soprattutto all’inizio...».
48. «Il brutto di una malattia» risponde Marco «è quando non sai quello che ti aspetta,
quando non sai quello che potrai o non potrai fare… Io ho avuto paura di perdere tutto
questo, di non poter più fare sport, di non poter più correre! E invece lo sai che mi hanno
raccontato al centro dove sono stato ricoverato? Che ci sono tanti atleti…».
«Sì, lo so!» lo interrompe ridendo l’allenatore. «Ci sono tanti atleti bravissimi che hanno
il diabete! Forse non lo sai, ma anch’io ho parlato con i medici del centro, sono stati i tuoi
genitori a mettermi in contatto con loro. Mi hanno dato un foglio su cui c’è scritto tutto.
E so che anche tu hai avuto delle istruzioni precise…».
Marco allarga le braccia e inspira profondamente. «Tornare qui è stato come vincere una
gara difficilissima!».
«A proposito di gare, ti ricordi che tra poco ci saranno i campionati regionali…»
Prima di cominciare l’allenamento, Marco si misura la glicemia e mangia la sua merenda,
pronto finalmente a cominciare. E così nelle settimane successive Marco impara a regolarsi
tra insulina e zuccheri per ottenere i risultati migliori.
E arriva il giorno della gara. Marco e gli altri atleti sono sulla linea di partenza, i piedi sui
blocchi. Sulle gradinate, ci sono i suoi genitori, Bea e gli altri suoi amici, Lorenzo e – con
sua grande sorpresa – anche il dottor Grimaldi e Livia. Ma adesso non c’è tempo!
«Pronti!» rimbomba una voce.
49. Gli atleti si acquattano come gatti pronti a scattare. Lo sguardo di Marco si muove dalle
gradinate alla corsia vuota davanti a sé. Poi uno sparo e la gara comincia…
50. noi e il nostro futurodiabete
Un nuovo
stile di vita
Come già sai, il diabete – anche se può essere
curato al meglio – è una condizione che ci accom-
pagna tutta la vita. E come avviene con tutte le
malattie croniche, è importante non solo curarlo Lavoro di squadra
con i farmaci ma anche imparare a conviverci. Per riuscire a tenere il diabete sotto controllo,
Certo, all’inizio potrà sembrare difficile, anche la persona con diabete ha bisogno del supporto
perché bisogna usare alcuni strumenti. Ma poi, e dell’aiuto di medici specialistici, del medico di
con l’aiuto di medici e infermieri, dietisti e psi- famiglia, dei familiari… ma piano piano dovrà
cologi, tutto diventerà semplice. imparare a gestire la cura da solo.
50
51. diabetecos’è, cosa fare
La regola n. 1
Sicuramente è: «Imparare ad affrontare il dia-
bete nel migliore dei modi». Il modo con cui
si affronta una malattia, infatti, influisce sulla
qualità della vita.
Un unico obiettivo
In questo lavoro, anche se l’obiettivo è unico,
ognuno è chiamato a fare la sua parte. Per que-
sto è importante creare un continuo scambio
di opinioni.
QUIZ
DIA-QUIZ
Per curare il diabete c’è bisogno…
A di un lavoro di squadra.
B solo dei farmaci.
C di niente.
52. noi e il nostro futurodiabete
ECCO a voi... Infermiere
L’EQUIPE!
Oltre al medico diabetologo, che coordina il
È una figura chiave, soprat-
tutto nell’insegnare alla per-
sona con diabete le attività
lavoro di tutti, per tenere sotto controllo il dia- pratiche quotidiane più importanti, come misu-
bete c’è bisogno di altre figure che lavorino rarsi gli zuccheri nel sangue o iniettarsi l’insuli-
insieme a lui. Ecco le più importanti. na. Ed è sempre lui a seguire i ragazzi durante
le visite al Centro di diabetologia pediatrica
facendo analisi e prelievi.
Psicologo
Ha un ruolo importante per-
ché il ragazzo e i suoi fami- Familiari
liari accettino nel migliore In questa squadra non
dei modi la malattia. La sua possono naturalmente
presenza, però, è fondamentale non solo all’i- mancare i genitori, le per-
nizio, al momento della “scoperta”, ma anche sone che normalmente si
successivamente. prendono cura del ragazzo. Anche i fratelli e le
sorelle possono essere alleati importanti.
53. diabetecos’è, cosa fare
Dietista Pediatra di famiglia
È il professionista che si Solitamente è lui a rico-
occupa dell’alimentazione e noscere i primi sintomi e a
che ci spiega la composizio- mandare il ragazzo al Centro
ne dei cibi, quelli che è bene di diabetologia pediatrica. Il suo ruolo però
mangiare spesso, quelli da assumere con mo- continua anche dopo: aiuta il ragazzo a tene-
derazione e l’effetto che hanno sulla glicemia. re quotidianamente il diabete sotto controllo,
gli prescrive le terapie opportune in caso di
malattie, lo consiglia e lo aiuta ad affrontare i
Associazioni problemi di tutti i giorni, lo segue nella crescita.
Un grande aiuto può veni-
re anche dalle associazioni
di volontariato, che oltre a Altri aiuti importanti
dare sostegno alle famiglie Dell’équipe fanno parte an-
possono promuovere iniziative importanti: ri- che altri medici, che si incon-
unioni di aggiornamento, soggiorni educativi, treranno raramente ma che
consulenza sulle normative, collegamento con sanno già quali controlli dovranno essere fatti:
le istituzioni ecc. il cardiologo, il neurologo, l’oculista ecc.
54. noi e il nostro futurodiabete
DA NON è vietato praticare sport?
Falso! In passato si diceva
credere!
così, ma la ricerca ha poi
scoperto che lo sport non
Ed eccoci arrivati al «sentito dire» o «letto su porta danni all’organismo.
internet», cioè tutti quei falsi miti che accom- Anzi, è un aiuto per mante-
pagnano il diabete e che, per ignoranza e paura, nere il fisico in esercizio e un modo straordi-
talvolta hanno la meglio sulle verità scientifiche. nario per stare con gli altri. È sufficiente avere
Per questo è importante parlare con un medico. qualche accortezza, carboidrati sempre a dispo-
Ecco alcuni dei miti più famosi da sfatare, a cui sizione e imparare a conoscere le reazioni del
rispondere sempre con un… falso! nostro organismo all’attività sportiva.
Sono vietati dolci e insaccati? obiettivo: campioni!
Anche questo – meno male… Con i consigli del medico, se si ha volontà e
– è falso! Non esistono ali- talento, si possono ottenere grandi risultati in
menti proibiti, ma solo alimenti qualsiasi sport. Anzi, la persona con diabete
da assumere con attenzione, motivata e allenata conosce meglio degli altri
imparando a valutarne gli effetti sulla glicemia il funzionamento della sua “macchina”.
e sull’organismo in generale. Anche qui, basta
parlarne con il medico.
55. diabetecos’è, cosa fare
Chi ha il diabete è contagioso? Chi ha il diabete non può mangiare
Falso! Diciamo la verità, tutto zuccheri?
ciò che non si conosce fa un Falso! È vero che il proble-
po’ paura. Ma ora che hai let- ma è l’accumulo di zuccheri
to questo libro, hai imparato nel sangue, ma questo non
che il diabete non si trasmette da una persona significa che non si deb-
all’altra come un virus o altri microrganismi. bano più mangiare dolci o frutta zuccherata.
L’importante è che vengano assunti all’interno
di una dieta equilibrata – che tutti dovrebbero
seguire – e che la loro quantità venga consi-
derata in base alla dose di insulina.
UNA COSA DA RICORDARE
Insomma, i falsi miti sul diabete sono tanti. Qui abbiamo parlato di alcuni di quelli
che possono interessare un ragazzo della tua età. Ma fra tutti, è importante ricordarne
un altro, che non riguarda direttamente i ragazzi ma i loro genitori. Eccolo qua:
Chi ha il diabete dev’essere protetto? No, va solo aiutato a vivere bene.
56. noi e il nostro futurodiabete
Alimentazione e pasti bilanciati Carboidrati e zuccheri
Mangiare cibi sani e in modo equilibrato fa I carboidrati o zuccheri sono i nutrimenti prin-
bene a tutti. Ma chi ha il diabete deve fare at- cipali di numerosi alimenti del mondo vegetale.
tenzione all’alimentazione in modo particolare. Tutti i carboidrati, dopo che li abbiamo mangia-
Questo non significa fare rinunce o abolire certi ti, vengono digeriti e trasformati in glucosio
cibi, ma seguire alcune semplici regole: assu- che passa nel sangue e fa aumentare la gli-
mere una giusta quantità di calorie al giorno cemia. La scritta «carboidrati di cui zuccheri»
per non perdere o prendere sulle etichette vuol dire che
troppo peso; assumere con non tutti i carboidrati sono
equilibrio zuccheri e grassi; uguali ma hanno una strut-
mangiare a ogni pasto fibre tura diversa.
e cereali.
semplici e complessi
una per tutti I carboidrati con struttura semplice, chiamati
In gran parte l’alimentazione coincide con le comunemente zuccheri, hanno un gusto dol-
raccomandazioni che i pediatri fanno a tutti ce, sono contenuti nello zucchero comune,
i ragazzi, con o senza diabete; quindi si può caramelle, succhi di frutta, marmellate, miele;
condividere con la famiglia. Non ha senso as- vengono trasformati subito in glucosio, saziano
sumere alimenti “per diabetici”. Naturalmente poco e fanno aumentare la glicemia rapidamen-
la dieta va stabilita con i medici. te. I carboidrati con struttura più complessa,
57. diabetecos’è, cosa fare
invece, sono contenuti nei cereali (grano, riso, Basta la pratica
mais ecc.), legumi (ceci, fagioli, lenticchie ecc.) Questi calcoli possono sembra-
e patate; vengono trasformati più lentamente re difficili, ma col tempo tutto
in glucosio, saziano di più e fanno aumentare diventerà più semplice. E potre-
la glicemia in maniera più graduale. mo mangiare fuori casa senza problemi.
Questione di conti Gli elementi utili
Per stabilire la dose d’insulina giornaliera, Tutti devono seguire un’alimentazione sana ed
possiamo tener conto della quantità e del tipo equilibrata. E questo è ancora più importante
di carboidrati assunti con l’ali- per chi ha il diabete. Importanti sono i car-
mentazione conoscendo il loro boidrati/zuccheri (come pasta, pane, cereali
effetto sulla glicemia. integrati, patate) che sono la benzina dell’or-
ganismo, così come le fibre (frutta, verdure e
Più libertà! ortaggi) che lo aiutano a gestire gli zuccheri
Questo ci permette di prendere la giusta quan- in eccesso, le proteine (legumi, carne, uova,
tità d’insulina e, allo stesso tempo, decidere latte e derivati) e i grassi (come olio e burro),
i cambiamenti opportuni se una vera miniera di energia. Insomma, nella
si è fatto qualche “strappo” dieta di chi ha il diabete
alle regole. non deve mancare niente!
58. noi e il nostro futurodiabete
pronti,attenti...
V IA !
Ed eccoci al grande “amore” di Marco: lo sport.
La sedentarietà è un nemico dell’organismo, e
questa regola vale anche per chi ha il diabete. E Fa bene
se per la salute può bastare la “comune” cam- al fisico e…
minata, sono sempre più i ragazzi con diabete Lo sport, si sa, è importante per stare in forma
che s’impegnano in attività sportive arrivando e sentirsi meglio. Aiuta a mantenere in buono
a risultati che non hanno niente da invidiare a stato gli organi e i muscoli, oltre che costante
chi non ha questa patologia. E sfatando così un il peso corporeo.
altro falso mito!
58 di sport
Voglia
È inutile negarlo: il senso di benessere che
ci dà lo sport è veramente unico. Per quanto
riguarda la scelta, chi ha il diabete può prati-
care lo sport che più gli piace: dall’atletica al
59. diabetecos’è, cosa fare
… alla mente!
L’attività sportiva ci spinge a stare con gli altri,
a stringere nuove amicizie, ci dà fiducia e ci
aiuta a tirare fuori il meglio di noi stessi met-
tendoci alla prova.
Sport?
Anche agonistico
E se l’agonismo comporta più stress fisico e
mentale, nessun problema! Basta avere qual-
che precauzione in più e adattare la terapia e
l’alimentazione agli sforzi.
nuoto, dal ciclismo alla scherma, e naturalmente gli sport
QUIZ
DIA-QUIZ
Chi ha il diabete…
di squadra. Basta parlarne con il diabetologo e imparare le
A non può fare sport di squadra.
dovute accortezze, misurandosi la glicemia prima e dopo lo
B può fare lo sport che preferisce.
sforzo, calibrando l’alimentazione e la quantità d’insulina.
C perde sempre.
60. noi e il nostro futurodiabete
Vecchia malattia,
nuovi orizzonti!
Il diabete è una malattia vecchia quanto l’uo-
mo. Ancora, purtroppo, non esiste una cura
definitiva, un farmaco capace di guarire chi
ce l’ha. Tuttavia la ricerca scientifica e il Talvolta però avviene che…
continuo lavoro dei medici, degli scienziati e … chi ha il diabete si ritrovi a lottare non solo
delle associazioni ha fatto sì che oggi chi ha contro una malattia, ma contro i pregiudizi e le
il diabete possa avere una vita assolutamen- paure di chi gli sta intorno, amici, adulti, vicini.
te “normale” sotto tutti i punti di vista. E la
ricerca, naturalmente, continua…
60
Parlatene, parlatene
L’ignoranza, il non conoscere e il non voler cono-
scere sono alla base dei più grandi disastri della
storia dell’umanità: guerre, razzismo, discrimina-
zione… E questo vale anche quando parliamo di
61. diabetecos’è, cosa fare
Paura e altri disastri
Questo non aiuta un ragazzo a stare bene. Così
chi ha il diabete tenderà a isolarsi, a non parla-
re, a sentirsi diverso.
Di chi è la colpa?
La colpa di tutto questo, però, non è del dia-
bete. Il diabete è solo una malattia, che si può
gestire benissimo. La colpa è dell’ignoranza.
malattie, quando parliamo di diabete, una patologia che
QUIZ
DIA-QUIZ
Conoscere una malattia…
colpisce tantissime persone. Propri come è accaduto a
A non serve a niente.
Marco, che ha trovato grazie a se stesso e all’aiuto degli
B aiuta a tenerla sotto controllo.
altri il modo per riprendersi la propria vita.
C fa ammalare di più.
62. LE arrivato fin qui, forse ciò che è accaduto a Marco ti interessa davvero. Ma per scoprire
SOLUZIONI DEL DIA-QUIZ
Se sei
qual è il tuo livello di conoscenza sul diabete, controlla nella pagina accanto le soluzioni ai quiz e
assegnarti un punto per ogni risposta corretta. Poi fai la somma e leggi il tuo profilo.
DA 0 A 4 DA 5 A 8
La tua conoscenza sul diabete e sulla medicina in La tua conoscenza sul diabete è piuttosto buona
generale è molto scarsa, forse perché hai sempre e l’argomento ti interessa, anche se non l’hai mai
pensato che la cosa non ti riguardasse da vicino. approfondito. Un consiglio: coltiva questo tuo inte-
Ma se sei giunto fin qua, vuol dire che qualcosa ti resse e vedrai che, leggendo e parlandone, ti farà
ha incuriosito. Un consiglio: continua a informarti... scoprire cose sempre più interessanti.
63. 63 soluzioni dei quiz
Le
pag. 11 A pag. 17 B pag. 31 A pag. 37 C pag. 51 A
pag. 13 C pag. 19 A pag. 33 C pag. 39 A pag. 59 B
pag. 15 A pag. 21 A pag. 35 A pag. 41 B pag. 61 B
DA 9 A 12 DA 13 A 15
Complimenti, le tue conoscenze sul diabete e sul Che dire? La tua conoscenza sul diabete e la tua
corpo umano sono buone! Sai che molte persone sensibilità sono veramente straordinarie! Un consi-
ci convivono e sicuramente, se ti dovesse capitare glio: forse lo sai già, ma esistono molte associazioni
l’occasione, sapresti come aiutarle. Un consiglio: non di volontariato che hanno bisogno di persone come
fermarti, perché l’obiettivo è migliorarsi sempre più. te. E chissà, forse un giorno diventerà un lavoro!