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1  sur  13
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nell’incertezza della nostra epoca.
Educare alla complessità
RI-PENSARE
AI BAMBINI
maggio 2
0
2
2
Poste
Italiane
S.p.A.
-
Spedizione
in
Abbonamento
Postale
-
D.L.
353/2003
(conv.
in
L.
27/02/2004
n.46)
art.
1
comma
1,
LO/MI
-
ISSN
2420-7829
-
all.
1
al
n.
2
2022
3
ZEROSEI up
3 I bambini al centro Paola Vassuri
4 Ripensare ai bambini. Un percorso articolato Aldo Garbarini
6 So-stare nell’incertezza: recuperare uno sguardo“acerbo”Sara Andreani, Martina
Battistella, Viviana Franco, Annalisa Gentili, Michela Lamincia, Alessia Macagno, Elisa Morini,
Nicole Pellegrino, coordinamento Moira Sannipoli
8 Il saluto del professor Patrizio Bianchi, Ministro dell’Istruzione
10 I bambini devono toccare con mano Giorgio Parisi
13 La salute, obiettivo comune Silvana Borsani
15 Napoli: La sfida. Costruire il sistema educativo integrato
16 Il sistema integrato di educazione e di istruzione zerosei è una sfida? Paola Vassuri
19 PNRR e LEP Risorse e prospettive per un sistema zerosei di qualità Elena Cappai
23 Pesaro: Il futuro dell’educazione tra incertezza e complessità
RI-PENSARE AI BAMBINI
DOSSIER
R
i-pensare ai bambini
nell’incertezza della
nostra epoca. Edu-
care alla complessità
è il percorso che il
GNNI ha intrapreso e che è sta-
to presentato nel numero pre-
cedente di Zeroseiup e nel sito:
www.ripensareaibambini.it.
Le parole della prima tappa del
convegno, svoltasi a Roma lo
scorso 19 marzo risuonano an-
cora vivide: abbiamo interpellato
una pluralità di voci competen-
ti per condividere una visione
dell’infanzia e una cultura edu-
cativa, molte sono state le aper-
ture e gli interrogativi posti.
Riflessioni di cui faremo tesoro
nei prossimi incontri che ci at-
tendono. Ci rincontreremo, in-
fatti, a Napoli il 21 maggio, per
un convegno intitolato La sfida.
Costruire il sistema educativo
integrato 06. Dialogando con
esperti, politici, testimoni cer-
cheremo di approfondire il tema
del sistema formativo integrato
di educazione e istruzione. Il no-
stro viaggio proseguirà verso Pe-
saro dal 30 settembre al 2 ottobre
per indagare e riflettere insieme
sul tema dell’educazione e della
professionalità educativa nel si-
stema zerosei.
Il XXII convegno nazionale,
attraversa diverse città per in-
contrare e portare contributi di
riflessioni da condividere nella
comunità culturale del GNNI,
allargata a tutti coloro che sono
interessati. Il convegno naziona-
le non vuole essere una somma
di iniziative ma un impegno per
tappe che si diffonde nei tanti
territori perché per l’educazione
occorre costruire un processo di
contaminazioni, di circolazione
di idee e di esperienze.
●
Il convegno diffuso nello spazio
e nel tempo, anche grazie alle
tante e continue connessioni,
riprese e sottolineature delle ri-
flessioni che via via gli incontri
amplieranno, ci permetterà di
costruire una narrazione am-
pia sul tema che il convegno
vuole mettere al centro: il posto
dell’infanzia e dell’educazione
nell’epoca della incertezza e della
complessità.
L’incontro coi territori (città, co-
Il filo rosso che lega le tappe del XXII Convegno
nazionale nel suo percorso lungo un intero
anno e che attraversa i territori della Penisola
è l’attenzione al bambino nella complessità
della società che viviamo dopo l’esperienza
drammatica della pandemia.
muni, comunità con tanti sog-
getti) costituisce parte integrante
dell’interesse generale che muo-
ve ogni tappa.
Interesse a conoscere dopo un
periodo pandemico dove molto
è rimasto sospeso, ma poiché
nulla resta immobile anche la
sospensione è cambiamento. Il
RI dell’immagine-logo del XXII
convegno sta proprio a indicare
che riprendere a rincontrarsi, a
riflettere, può assumere il sen-
so di ricostruire verso quell’o-
rizzonte di senso che sempre in
questo periodo, per tanti aspetti
eccezionale, i documenti mini-
steriali di indirizzo e orienta-
mento zerosei ci rivelano.
Quello che da anni avevamo au-
spicato lo ritroviamo nei docu-
menti che discendono dal decre-
to 65/2017, ma nulla è semplice!
Si apre una nuova fase di costru-
zione e ri-costruzione per dare
gambe a quanto disposto dal de-
creto: la costruzione del sistema
integrato 06 in tutto il territorio
nazionale.
I BAMBINI
AL CENTRO
PAOLA VASSURI, SEGRETERIA GNNI
SOMMARIO
MAGGIO 2022
Pexels.com
4 5
ZEROSEI up
È
iniziato il 19 marzo a
Roma il percorso del
XXII Convegno del
GNNI che proseguirà
a maggio a Napoli e a
fine settembre a Pesaro, per con-
cludersi nei primi mesi del 2023.
Proponiamo questa riflessione in
un anno in cui le linee pedagogi-
che per il sistema integrato zero-
sei e gli orientamenti pedagogici
per lo 0 3, insieme agli orienta-
menti nazionali per la scuola
dell’infanzia, determinano un
riferimento teorico nazionale
importante per i servizi. Rimar-
chiamo che il pensiero educativo
e pedagogico che si è concretiz-
zato nel nostro Paese costituisce
un patrimonio di grande valore
politico e culturale, frutto del la-
voro educativo con i bambini e
dell’impegno di tanti soggetti lo-
cali, a partire da quelli pubblici,
che non hanno mai rinunciato a
elaborare forti politiche educati-
ve. Non c’è dubbio che si debba
rivolgere una particolare atten-
zione al lavoro educativo di tante
figure che via via hanno costrui-
to le diverse ‘storie pedagogiche’
nei territori; lavoro e storie che
hanno contribuito alla scrittura
dei diritti dei nostri concittadi-
ni di età minore in una società
democratica. Stiamo attraver-
sando un momento difficile,
complesso, in cui sembra ancora
lontana la possibilità di tratteg-
giare i contorni di quel che sarà
nel prossimo futuro. Non è pur-
troppo solo la pandemia, è una
guerra che eravamo riusciti per
decenni ad allontanare dal terri-
torio europeo, ma anche sono le
guerre, le epidemie, le disparità
sovranazionali che ancora per-
mangono in questo mondo che
da ben altre interazioni dovreb-
be essere attraversato. Già Loris
Malaguzzi ci ricordava che “…
Le incertezze che abbiamo rela-
tive alla conoscenza della natu-
ra sono le stesse incertezze che
stanno dentro alla nostra stessa
natura della conoscenza” (1988).
Avevamo scritto in uno dei no-
stri incontri pubblici “Siamo e
Si ripresenta dopo quattro anni (per l’interruzione
imposta dalla pandemia alla naturale
sequenza biennale degli incontri) il tradizionale
appuntamento nazionale del GNNI. In apertura
della prima sessione del Convegno 2022 del
GNNI, il vicepresidente inquadra la proposta
di un Convegno diffuso nei territori e nel tempo
nel contesto dei problemi attuali dei servizi per
l’infanzia e dell’infanzia stessa.
vogliamo essere occasione di
incontro e discussione, di azione
sui territori, di diffusione della
cultura dei servizi di qualità per
l’infanzia, di promozione e azio-
ne politica per l’infanzia”. Val-
gono più che mai per l’oggi, ma
anche per il domani.
●
Vogliamo continuare ad essere
“cercatori del possibile”, di quel
possibile che precede il reale e lo
comprende come caso particola-
re e attuale (Ceruti, 1987) e che
possa permetterci di pensare a
utopie concrete, capaci di coniu-
gare il senso prospettico del pen-
siero educativo e pedagogico con
le decisioni politiche e di sistema
in grado di renderlo possibile.
Ribadiamo dunque che le azio-
ni normative e amministrative
devono sapere innescare pro-
cessi organizzativi e educativi
in grado di rendere esigibile per
ogni bambino il diritto sogget-
tivo all’educazione e al ricono-
scimento della propria unicità e
diversità. Ancor più oggi in cui
si pone come ineludibile il tema
dell’accessibilità, inclusività e
universalità del sistema 0 6.
Ci confrontiamo dunque con la
complessità cercando di cogliere
le connessioni, le relazioni, le ine-
vitabili ibridazioni tra le cose e i
fatti, convinti che se l’incertezza
sia una condizione dell’esistenza,
può comunque essere una lente
concettuale per rileggere e pro-
blematizzare i fenomeni. Per que-
sto, richiamiamo il senso di un
Ri-pensare ai bambini con la con-
sapevolezza che il non dare per
scontato nulla è già un impegno
di chi si occupa di educazione e
con l’auspicio che il Ri-pensare
insieme –come da oggi propo-
niamo a chi ci vuole seguire in
questo percorso- possa essere un
modo concreto per confrontarsi
con il cambiamento.
Dopo Roma a Napoli approfon-
diremo i temi della sfida nella
costruzione del sistema integra-
to e a Pesaro approfondiremo
proprio il tema di quale sia l’e-
ducazione possibile, chiedendo-
ci quali competenze educative
sono richieste agli adulti verso i
bambini, in realtà per imparare
RI-PENSARE AI BAMBINI
UN PERCORSO ARTICOLATO
ALDO GARBARINI*
* Vicepresidente del Gruppo
Nazionale Nidi e Infanzia
• Sabato 19 marzo ore 9,30 - 17,30 – Roma
Una pluralità di visioni per l’educazione del futuro
Il sistema dei servizi educativi in dialogo con uno
psicologo, uno scienziato, un fisico, un sociologo, un
artista, un medico.
• Sabato 21 maggio ore 9,30 -17,30 – Napoli
La sfida: Costruire il sistema educativo
integrato 06
Vedi programma a pagina 15.
• Venerdì 30 settembre - domenica 2 ottobre
Pesaro
Il futuro dell’educazione tra incertezza
e responsabilità
Vedi programma a pagina 23.
• Febbraio 2023
La comunità educante, i servizi integrati 06
e la città
Il lavoro educativo dei servizi e delle scuole dell’infanzia
come investimento per costruire la comunità educante.
La città e il territorio come luogo di incontro. Il
sistema educativo integrato 06 può dare risposta alla
complessità esistenziale dell’oggi?
Bambini e famiglie dentro e fuori dai servizi educativi
vivono l’esperienza di transizioni quotidiane fra nidi/
scuole e famiglie. Vi sono bambini che non godono di
queste transizioni ma vivono in altri luoghi. Quali?
Fare sistema non è costruire un dentro e un fuori.
Il sistema educativo che si costruisce è la rete nel
villaggio/città, è riferimento, è comunicazione, è
relazione considerando tutte le famiglie, tutti i bambini.
RI-PENSARE AI BAMBINI NELL’INCERTEZZA DELLA NOSTRA EPOCA: EDUCARE ALLA COMPLESSITÀ
Marzo 2022 - febbraio 2023 XXII Convegno del Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia
dall’infanzia a saper stare nell’in-
certezza con creatività. Conclu-
deremo nei primi mesi del pros-
simo anno interrogandoci sulla
comunità educante. Il Gruppo
nazionale nidi infanzia rinno-
va così la sua mission di studio,
confronto, riflessione in questa
fase di transizione.
Aldo Garbarini
Segui gli aggiornamenti del programma sul sito: www.ripensareaibambini.it
RI-PENSARE AI BAMBINI
DOSSIER
6 7
ZEROSEI up
VOCI DA ROMA
RI-PENSARE AI BAMBINI
DOSSIER
C
omplesso. Difficile.
Intenso. Sfiancante.
Così si può definire
il periodo che stia-
mo attraversando,
che ci fa perdere la bussola e
gli strumenti per orientarci. In
questo orizzonte nebuloso oc-
corre ri-pensare a come e a cosa
significa fare educazione, ricor-
dandosi di una bellezza che ol-
tre ad essere vissuta, deve essere
anche tangibile, ovvero deve po-
ter essere esperita, affinché ogni
bambino e ogni bambina ne
possa godere pienamente. Così,
ri-pensare ai bambini significa
nutrirsi di una complessità capa-
ce di farsi concretezza nell’incer-
tezza. In che modo?
Siamo relazioni, narrazioni che
si fanno trama e si fanno storia.
Relazione e narrazione sono due
concetti strettamente correlati.
Nel mezzo c’è una parola-ponte:
fiducia. La scelta di un adulto di
raccontarsi, ancor prima di rac-
contare e di farsi testimone di
una storia già accaduta e cono-
sciuta perché propria, può non
solo essere un dono in termini
di esperienza e scoperta per il/la
bambino/a, ma l’ascolto di quel
“c’ero una volta io” di quell’adul-
to pone sin da subito i due in una
reciproca relazione di fiducia.
Tale fiducia nasce soprattutto
dall’autorevolezza della testimo-
nianza.
Essere testimoni autorevoli per
educatori ed insegnanti è fon-
damentale. Ed è imprescindibile
per ogni figura implicata in un
processo educativo investire sul-
la relazione con ogni altro pro-
tagonista e in ogni contesto, in
virtù del fatto che ogni intorno
è anche interno. Si parte da noi,
non solo dalla propria formazio-
ne, dalle proprie scelte operative,
metodologiche e scientifiche, ma
anche dai nostri codici affettivi,
dalle nostre personalità che sono
in continua ri-scoperta quando
si incontrano con le altre. Vivia-
mo di risonanze interne chia-
mati da una Bellezza a cui tutti
Il Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia ha
affidato ad un gruppo di giovani studentesse
un compito di custodia rispetto ai temi toccati
nelle diverse tappe del Convegno diffuso. Qui di
seguito alcune tracce di futuro offerte dal loro
osservatorio dopo il seminario di Roma.
compartecipiamo e che ci invita
a coltivare l’empatia. Perciò, è
compito di qualsiasi figura edu-
cativa far sì che il/la bambino/a
si senta parte del tutto nel nostro
pianeta.
Dipendiamo dal sistema e ba-
rattiamo tutto per comodità,
sicurezza, velocità. Se, invece, si
provasse ad investire su autode-
terminazione, autorealizzazione
e autoregolazione dei bambini e
delle bambine cosa accadrebbe?
Se ci fermassimo ad ascoltare le
loro voci, le loro aspettative sul
mondo e i loro sogni, cosa acca-
drebbe? Se ci sforzassimo di farci
consapevoli dell’imprescindibili-
tà di metterci in discussione, di
negoziare più visioni collaboran-
do nell’interdisciplinarietà, della
certezza del non-sapere, del farci
carico della nostra responsabili-
tà che cresce di pari passo con il
sé personale e professionale, che
mondo potremmo tracciare? Se
imparassimo ad essere acerbi?
E come tutte le cose belle, ma
complesse, anche questo zero-
sei fa un po’ paura. Come si può
fare? Chi dobbiamo chiamare?
Cosa si può cambiare per soddi-
sfare i criteri richiesti? Come ri-
usciremo a farlo dopo questi due
anni che hanno stravolto tutto?
Non si può nascondere che que-
sto ambizioso progetto ha gene-
rato non poche preoccupazioni.
Ecco che allora ci serviva proprio
questo respiro, per liberare un
attimo la mente dalle inquietudi-
ni ed ascoltare le voci rassicuran-
ti dei relatori del Convegno che
si sono susseguite e che hanno
dato modo di riflettere su diver-
si spunti. Nella prima parte si è
parlato molto della complessità
come sinonimo di opportunità;
in un’epoca che ci aveva abituati
ad avere tutto sotto controllo e a
disprezzare l’incertezza, la pan-
demia ha rotto qualsiasi regola,
ha fatto tremare la terra sotto i
nostri piedi.
Eppure, forse inaspettatamente,
questa esperienza ci ha anche
insegnato che è proprio dietro
l’imprevisto che possono emer-
gere risorse nuove ed inaspet-
tate, che magari non si pensava
nemmeno di avere. E allora di-
venta davvero importante alle-
nare questa capacità, quella di
saper maneggiare l’imprevisto,
di riuscire a stare nel cambia-
mento, di poter collaborare con
più professioni che mettano in
continua discussione le proprie
opinioni, nel decostruire e rico-
struire nuovi obiettivi e signifi-
cati; un valore, quest’ultimo, che
dovrebbe essere imprescindibile
per qualsiasi cambiamento edi-
ficante. Nella complessità della
nostra società, poi, non si poteva
non parlare anche di disugua-
glianze. Ultima in Europa per
tasso di occupazione femminile,
l’Italia infatti frena la crescita di
metà della popolazione su cui
ancora grava la quasi totalità del-
la cura dell’infanzia. E questo in
concomitanza con investimenti
insufficienti per sostenere la ge-
nitorialità, che si riflette infatti in
un calo dei tassi di natalità senza
precedenti.
●
Ecco però che i servizi per l’in-
fanzia possono diventare un’op-
portunità di cambiamento: per
contrastare le disuguaglianze
sociali e di genere, per suppor-
tare le donne nella loro emanci-
pazione, per colmare le distanze
da chi arriva da altre realtà, per
disegnare una società. Ma quan-
do si parla di educazione, at-
tenzione, non lo si fa in termini
utilitaristici: educare non vuol
dire ripercorrere un sentiero già
predeterminato per raggiungere
un obiettivo chiaro e preciso. Al
contrario, educare oggi significa
avere la consapevolezza che gli
obiettivi cambiano nel tempo,
significa tracciare strade nuove e
concentrarsi sul come e perché il
bambino apprende le regole che
governano il mondo in quel mo-
mento, con la consapevolezza e
la flessibilità che domani queste
potranno cambiare. Nella secon-
da parte del convegno, invece,
sono state presentate delle speri-
mentazioni di nuovi Poli zerosei;
un format sicuramente utile per
rassicurare anche i più scettici
che “lo zerosei si può fare!”.
Proprio per questo il sistema in-
tegrato 0-6 può rappresentare un
desiderio di futuro, dando con-
SO-STARE
NELL’INCERTEZZA:
RECUPERARE UNO SGUARDO “ACERBO” *
* L’articolo presenta le riflessioni di
Sara Andreani, Martina Battistella,
Viviana Franco, Annalisa Gentili,
Michela Lamincia, Alessia Macagno,
Elisa Morini, Nicole Pellegrino.
Il gruppo è coordinato da Moira
Sannipoli della Segreteria del
Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia.
tinuità alle iniziative educative e
scolastiche. C’è bisogno di inno-
varci, vivendo questo momento
di crisi come un cambiamento,
riprogettando tutto ciò che fino
ad oggi è stato dato per scontato.
Sono tre i verbi principali di que-
sto cambiamento: disapprende-
re, sconfinare e trasgredire.
Dobbiamo, in primo luogo, stra-
volgere e ribaltare i nostri saperi,
non incatenandoci dentro delle
linee fisse, ma imparando ad es-
sere flessibili, aprendosi a quell’o-
rizzonte del possibile che viene
scritto dalle storie dei bambini e
delle bambine.
Dobbiamo spogliarci da tutte
quelle maglie rigide, che ci in-
chiodano, rispetto ai nostri com-
piti e alle nostre funzioni.
Infine, bisogna accettare di non
essere perfetti, di non poter co-
noscere sempre tutto e, accon-
tentandosi di sapere abbastanza,
trovare il coraggio di osare
Ed è quello che ci aspettiamo,
formazione e sperimentazione,
parole chiavi per adempiere a
quel ruolo che ci spetta con ri-
spetto, verso quel bambino che
rappresenta sì il presente ma so-
prattutto il futuro. Chiudiamo
con una frase che, durante quella
preziosissima giornata ci ha fatto
respirare profondamente e che
conserveremo nella nostra men-
te e nel nostro cuore: “avere uno
scatto per fare un balzo”. Di que-
sto sentiamo il desiderio.
8 9
ZEROSEI up
IL SALUTO DEL PROFESSOR
PATRIZIO BIANCHI
Ministro dell’Istruzione
VOCI DA ROMA
RI-PENSARE AI BAMBINI
DOSSIER
R
ingrazio molto il
Gruppo Nazionale
Nidi e Infanzia per
aver voluto orga-
nizzare questo con-
vegno su “Costruire il sistema
integrato zero sei nella comples-
sità dell’oggi”. è un tema impor-
tantissimo, questo del ripensare i
bambini in questa fase, ripensare
ai bambini e ripensare anche i
bambini. Si tratta del porre mol-
ta più attenzione ai nostri bam-
bini di tutto l’intero periodo 0-6,
ma ripensare anche i bambini,
cioè il ruolo che i bambini hanno
in questa nostra società.
Le cose che sono successe in
questi anni ci devono porre in
condizione di fare una profon-
da riflessione sul nostro ruolo
in questa società che ha ritro-
vato nella difficoltà la necessità,
il bisogno e l’urgenza di potere
ritrovare il senso della comunità.
In questa comunità, i bambini
devono avere non soltanto un
luogo, ma anche dei luoghi che
siano adatti a una crescita che
possa essere non soltanto felice,
ma anche sempre più strumen-
tata per affrontare la comples-
sità dell’oggi, una complessità
che nasce da lontano, ha radici
lontane. Una complessità che ha
fatto sì che sulle persone oggi e
sempre più sui bambini, con-
fluiscono quotidianamente una
quantità di pressioni, di stimoli,
a volte anche di tensioni che de-
vono essere affrontate.
Devono essere affrontate non
soltanto potendo contare sulle
proprie capacità, ma anche sulle
capacità della comunità in cui si
vive.
Qui abbiamo affrontato questi
temi. Sono state affrontati in ma-
niera molto precisa da un grup-
po di lavoro guidato prima da
Giancarlo Cerini, a cui qui rivol-
giamo ancora il nostro ricordo,
e oggi da Susanna Mantovani,
gruppo di lavoro che ha pro-
dotto un documento di grande
forza proprio su come ripensare
ai bambini. è una linea in parti-
colare per lo zero tre, una linea
di riflessione sullo zero tre che
determina poi gli orientamen-
ti per poter sviluppare questo
comparto di attività educativa in
tutto il Paese. Su questo noi ab-
biamo svolto a Bologna di recen-
te con la commissaria europea
Gabrielli, una riflessione molto
importante che ci ha collocato
e ha collocato il nostro pensie-
ro in un ambito europeo che nel
suo insieme deve essere in grado
di strumentare di più il sistema
educativo integrato nei confronti
del mondo di oggi.
Non vi è dubbio che oggi il Paese
si vede in questo molto distante
nei suoi diversi territori. Abbia-
mo esperienze consolidate, forti
in una buona parte del paese.
Dall’altra parte, abbiamo, inve-
ce, situazioni che non sono in
grado o non hanno dimostrato
ancora una capacità progettuale
in grado di potere cogliere tutte
le opportunità che vengono of-
ferte. Questo, ancora una volta,
diventa un elemento che ci deve
portare a ragionare su come ri-
costruire una comunità naziona-
le a partire dal sistema educati-
vo e a partire proprio dallo zero
sei. Ed è su questo credo che il
convegno di oggi deve porre l’at-
tenzione, un’attenzione che deve
sicuramente partire da una plu-
ralità di visioni sull’educazione.
Il futuro deve sicuramente tene-
re conto delle tante esperienze
che partono e sono radicate nel
territorio, ma devono diventare
patrimonio nazionale.
C’è anche una riflessione che io
credo debba essere importante
per quanto riguarda il passag-
gio successivo. Primo, come si
ricostruisce un sistema integrato
effettivamente nazionale, con-
siderando che esistono diversi
attori istituzionali, non soltanto
lo Stato, ma anche le Regioni.
Per quanto riguarda la program-
mazione, sicuramente i Comuni.
Per quanto riguarda la gestione,
anche moltissimi soggetti parita-
ri e privati che sono in condizio-
ne di offrire un servizio. La se-
conda riflessione riguarda come
si può in questo momento, dare
continuità fra le attività formati-
ve del periodo 0-6 e quello della
scuola dell’obbligo.
Ma da ultimo formulo anche una
richiesta: che è quella del ragio-
nare su quali siano le potenziali-
tà di accoglienza del sistema zero
sei, soprattutto nei confronti di
tutti i bambini che, provenienti
da esperienze migratorie, devo-
no riuscire a trovare nel nostro
Paese quella accoglienza, direi
quell’ affetto di cui necessitano.
Sono problematiche importanti
e credo sicuramente che sarete
non soltanto in grado di affron-
tarle, ma anche di offrire a tutto
il Paese un pensiero che possa
essere di orientamento, come per
affrontare la complessità dell’og-
gi. E devo dire: è un oggi che apre
anche ad un futuro che richiede
molta riflessione e molto ripen-
samento.
Il Ministro
dell’Istruzione,
Professor
Patrizio Bianchi.
L’umanità si trova oggi di fronte a moltissime
sfide di grande rilievo, che investono tutti
i campi della vita: la salute di fronte alle
pandemie, l’inquinamento enorme, il
cambiamento climatico… Ma soprattutto le
diseguaglianze non solo tra i diversi Paesi, ma
nel nostro stesso Paese.
Molte risposte possono venirci dalla scienza.
Su questo dobbiamo investire sulle future
generazioni. Il bambino che è naturalmente
ricercatore e scienziato va incoraggiato nelle sue
scoperte e nel suo crescere. E questo da subito:
non abbiamo tempo da perdere.
I BAMBINI DEBBONO
TOCCARE CON MANO
GIORGIO PARISI*
U
na cosa che credo
sia sotto gli oc-
chi di tutti è che
l’umanità deve
affrontare enor-
mi sfide nel prossimo futuro.
Abbiamo già vissuto le sfide
degli ultimi due anni, sfortuna-
tamente sanitarie connesse alle
pandemie; considerando che le
* Fisico e accademico italiano, premio
Nobel per la fisica nel 2021 per i suoi
studi sui sistemi complessi
10 11
ZEROSEI up
VOCI DA ROMA
RI-PENSARE AI BAMBINI
DOSSIER
pandemie potranno anche esser-
ci un futuro, in quanto il sistema
fondamentale della grande co-
municazione che c’è nel pianeta
favorisce questo tipo di diffusio-
ne. Abbiamo però altre sfide che
sono ancora più pericolose.
Abbiamo di fronte a noi l’enorme
inquinamento che c’è nelle città,
certo non solo nelle città, che in-
fatti dalle città sta andando nelle
campagne. Pensate a tutta la Pia-
nura Padana estremamente in-
quinata. Abbiamo l’esaurimento
delle materie prime e il cambia-
mento climatico. Noi dobbiamo
assolutamente fare in modo che
questi problemi vengano risolti
e questo non potrà essere fatto.
senza grossi sforzi. Non parlo
solo di costi finanziari, non me
ne importa minimamente di
questi costi, nel senso invece che
dovremmo fare qualcosa che in
qualche modo possa cambiare il
nostro stile di vita.
●
Dovremmo rinunciare a qualco-
sa in maniera da poter affrontare
queste grosse difficoltà. È chiaro,
diciamo francamente, che finché
le nostre case avranno una tem-
peratura uguale l’estate e l’inver-
no, è difficile poi intervenire sul
cambiamento climatico. Tutto
questo implica una solidarietà
di tutto il mondo. Ma il mondo
può essere solidale solo e intan-
to se è in pace. Quindi la pace
è fondamentale per poter com-
battere queste sfide. Il secondo
presupposto è che deve essere in
qualche modo un mondo giusto
ed equo. Quindi la prima cosa
è combattere le diseguaglian-
ze, non solo tramite le alleanze
fra i vari stati, cosa che peraltro
sappiamo benissimo come siano
assolutamente importanti per-
ché è difficile mettere sul tavolo
delle trattative climatiche e avere
poi delle conclusioni differenti
sempre sostenuto Maria Mon-
tessori, che i bambini sono natu-
ralmente scienziati.
Che i bambini sono natural-
mente capaci di orientarsi nel
mondo e di dedurre quello delle
leggi che osservano. È dunque
fondamentale che questo perio-
do non venga sprecato. Tutta la
psicologia moderna sa bene che
i bambini che sono testimoni
imparano qualche cosa che non
la dimenticheranno più. Perché
poi, dopo un certo momento, di-
venta più difficile insegnare.
Quindi è fondamentale che non
venga sprecata questa possibilità
di insegnare le scienze ai bambi-
ni delle scuole dell’infanzia. Ov-
viamente questo non è facile.
Ci sono tutta una serie di rifles-
sioni fatte da Maria Montessori
e dall’Istituto Montessori, da
tantissimi pedagogisti, esiste
dunque una quantità enorme di
materiale.
Io non sono un pedagogista, ma
so bene che queste cose esisto-
no. Conosco per esempio mol-
to delle iniziative che sono state
fatte in Israele per insegnare ai
bambini delle scuole delle scuole
d’infanzia.
●
Ci saranno tante altre iniziative
di questo genere. E quello che
è fondamentale in tutte queste
iniziative è che i bambini, come
dice Maria Montessori, devono
entrare in un ambiente veramen-
te preparato con cura delle loro
insegnanti e in questo ambiente
devono avere tutto il loro tempo
per fare le loro esperienze. Per
toccare con le mani, riflettere,
cambiare e così via. Gli inse-
gnanti hanno un fondamentale
ruolo nel preparare l’ambiente
didattico. Poi i bambini devono
in qualche modo imparare da
soli. Ma questo non è solo per
bambini, vale anche per i ragazzi
per Stati come l’India e gli Stati
Uniti, ovvero una situazione in
cui uno consuma sette volte più
energia dell’altro. Non solo la
giustizia serve anche e proprio
il senso comune. Se non si ta-
gliano diseguaglianze non si può
ottenere una lotta forte contro il
cambiamento climatico.
Ma le diseguaglianze non sono
solo tra questo Paese e un altro
Paese, sono le diseguaglian-
ze nello stesso Paese che anche
dobbiamo combattere. Anche in
Italia e in tutti gli altri Paesi, in
maniera da avere una solidarietà
di tutta la popolazione sensibile
al cambiamento climatico. Un
proverbio -non mi ricordo più di
quale nazione- dice che chi ha la
pancia piena ha tanti problemi,
chi ha la pancia vuota ne ha uno
solo.
Quindi è fondamentale combat-
tere le diseguaglianze. E un mo-
tivo per cui lo dico, è perché la
scuola, in particolare la scuola
dell’infanzia, ma anche il percor-
so fra 0 e 6 anni è fondamentale
per combattere le diseguaglian-
ze. Dobbiamo fare in modo che
le nuove generazioni arrivino in
una situazione uguale fra di loro
e per questo la scuola pubblica
è fondamentale. Bisogna che in
qualche modo sia possibile che
non si lascino sacche dietro,
come possono essere quelle degli
immigrati che non rimarranno
da noi probabilmente per tutta
la loro vita, ma che intanto non
sono inseriti nelle scuole.
E l’altra cosa estremamente im-
portante nel tempo lungo è capire
che da queste sfide noi possiamo
uscirne in maniera ragionevole,
senza grossi danni, solo con l’aiu-
to della scienza. La scienza è fon-
damentale. La scienza, avete vi-
sto, è stata fondamentale per aver
sbloccato i vaccini. Perché hanno
ridotto enormemente le vittime
del contagio. Ed è fondamenta-
perché è pregiudiziale toccare le
cose con le mani grazie a un pro-
gramma di insegnamento della
scuola con le mani in pasta, toc-
cando in maniera tale da poter
imparare.
Dobbiamo fare tutto questo ve-
locemente perché non dobbia-
mo perdere le sfide che stanno
arrivando.
Sono sfide enormi; non dobbia-
mo perdere tempo e dobbiamo
farlo in maniera che tutti noi
cittadini si abbia gli strumenti
giusti per affrontare queste sfide.
E proprio per questo che ho già
parlato con il Sindaco, perché la
mia proposta è quella di inco-
minciare a riflettere il più velo-
cemente possibile su come speri-
mentare a Roma l’insegnamento
delle scienze nella scuola dell’in-
fanzia. Ovviamente io non sono
un pedagogista e non so come
fare; io sono uno scienziato,
però mi pare chiaro che sarebbe
fondamentale fare un gruppo di
lavoro fra pedagogisti, maestri
elementari, scienziati, cioè tutte
le persone di buona volontà che
possono muoversi in questa di-
le la scienza anche per andare
avanti. Se noi vogliamo rinun-
ciare all’uso del carbone e serve
l’uso dell’energia rinnovabile,
dobbiamo affidarci alle energie
rinnovabili. E quindi le celle fo-
tovoltaiche, i nuovi materiali, le
pile e così via. Tutto questo siste-
ma di accumulazione si basa sul-
la scienza e si basa sull’assenza di
tutte le innovazioni che noi non
abbiamo ancora, ma che sono
fondamentali, come per esempio
la produzione di carburanti di-
rettamente dalle alghe o in altri
modi in cui dir l’energia solare
può essere trasformata in carbu-
rante. Tutte queste cose sono fon-
damentali ed è fondamentale che
le nuove generazioni conoscano
la scienza. Apprezzino la scien-
za. Perché servirà per molte delle
cose su cui bisognerà decidere.
●
Le predizioni sono fondamentali
e sono da decenni che gli scien-
ziati le fanno e per tanti anni
sono stati inascoltati. E quindi è
fondamentale che nel futuro non
accada questo, anche se le previ-
sioni della scienza - ascoltate da
tutti gli scienziati - non sono co-
munque infallibili. Però la scien-
za è un sistema in cui si cerca di
ottenere delle predizioni oneste.
Prendere tutte le informazioni
anche se sbagliate, esaminarle,
metterle assieme in modo tale da
poter dire quello che scaturisce
dalle previsioni, anche con l’in-
certezza. Gli scienziati non han-
no la palla di cristallo, possono
fare quello che possono fare.
E il grosso del lavoro degli scien-
ziati è proprio quello di capire le
incertezze. Ed è fondamentale, a
questo punto, come dicevo, che
la nuova generazione incontri la
scienza fin dalle scuole dell’in-
fanzia, promuovendo con forza
un’educazione verso la scienza.
E questo è anche quello che ha
rezione. E cambiando cappello,
mi mette il cappello di vicepresi-
dente dell’Accademia dei Lincei
e vi assicuro che questo è un pro-
getto a cui noi teniamo tantissi-
mo: la possibilità, appunto, di
fare qualcosa in questa direzione
per l’insegnamento della scienza
nelle scuole.
L’Accademia dei Lincei è dispo-
nibile ad aiutare, per quanto è
possibile, per muoversi in questa
direzione. Ed è chiaro che tutto
queste iniziative devono essere
viste anche nell’ambito del co-
struendo Museo delle Scienze a
Roma, per cui dovranno esserci
in questo museo delle sezioni
dedicate ai bambini piccoli, in
maniera tale che fin da piccoli i
bambini possano essere portati
ai musei e possano avere qualco-
sa a loro dedicato. Questo è certo
un programma di lunghissima
scadenza, ma se non si incomin-
cia non si finirà mai.
Relazione presentata al
Convegno di Roma il 19 marzo,
testo non rivisto dall’autore.
I relatori di Roma.
12 13
ZEROSEI up
VOCI DA ROMA
RI-PENSARE AI BAMBINI
DOSSIER
D
opo due anni, fi-
nalmente riesco a
parlare in presenza
e non solo al video,
quindi per me è
davvero un’occasione ecceziona-
le. E poi ritorno un po’ a quella
che era la mia attività professio-
nale prima di diventare direttore
sanitario nel 2019. In realtà sono
un medico ginecologo, quindi ho
sempre seguito il percorso nell’a-
rea materno infantile per tanto
tempo. Il mondo dell’Educazione
è composta dalla parte educativa,
dal sociale e dal sanitario. A vol-
te sembrano mondi paralleli che
però hanno spesso e volentieri
intrecci e interferenze. Educazio-
ne e salute hanno obiettivi comu-
ni e in alcuni momenti linguaggi
assolutamente comuni e hanno
analisi sulle situazioni abbastan-
za simili, Succede però che s ri-
usciamo ad incontrarci solo in
alcuni momenti.
Credo che, invece, ci sia la neces-
sità, proprio anche dopo l’espe-
rienza del distanziamento e della
comunicazione ridotta al video,
di ripensare le politiche integrate
e provare assolutamente a inte-
grare sostanzialmente. Io lo dico
perché lo penso dalla parte della
salute. Dico e lo penso dalla parte
della salute: la salute che non è la
sanità. I servizi sanitari agiscono
su un ambito molto ridotto, al
massimo riescono a intervenire
sulla salute dei cittadini per un
25/30%. Tutto il resto della salute
è determinato da altri fattori: si-
stemi educativi, familiari, socia-
li, tutte le disuguaglianze. Sono
questi fattori che favoriscono o
meno la salute. Quindi le politi-
che della salute dovrebbero esse-
re politiche integrate che tengono
insieme tutto: l’organizzazione
della città, l’organizzazione del
lavoro, l’ambiente. E avere questa
visione complessiva dove tutto
deve lavorare per il benessere e la
La salute, in senso completo, di bambini e
bambine si gioca nei prima anni di vita, che
siano 1.000 o 2.000 i giorni critici per un
positivo sviluppo. L’accentuarsi dei problemi a
seguito anche della pandemia, rende urgente
intervenire a fronte di una progressione delle
situazioni di povertà. I sistemi sanitario, sociale
e educativo debbono intensificare e rendere
più incisiva la collaborazione per arrivare a
un sistema integrato coerente delle diverse
conoscenze e competenze.
salute dei cittadini, credo che sa-
rebbe assolutamente necessario
in modo particolare nella fascia
iniziale della vita. Sicuramente
sistema sanitario, educativo e
sociale devono lavorare in modo
integrato. E cosa conta? Cosa in
questo caso sullo zero sei?
Viene data grande enfasi al tema
degli investimenti nei primi anni
di vita, perché c’è un ritorno eco-
nomico. Allora però questa cosa
dovrebbe significare nelle scelte
politiche che se abbiamo pochi
soldi e siamo in momenti di cri-
si, dobbiamo investire proprio
dove questo investimento ottie-
ne i risultati maggiori. E questo
effettivamente si verifica nello
sviluppo, parlo dello sviluppo
precoce del bambino. Sappiamo
tutti che lo sviluppo cognitivo, fi-
sico, linguistico, motorio, sociale
ed emotivo del bambino avviene
nei primi anni di vita. Abbiamo
LA SALUTE,
OBIETTIVO COMUNE
SILVANA BORSARI*
* Medico, direttore sanitario dell’AUSL
di Modena, consulente della regione E-R
per i progetti di prevenzione e membro
del CTS presso l’IIS “Rilevazione dei
percorsi preventivi e assistenziali off erti
alla donna, alla coppia e ai genitori per
promuoverei primi 1.000 giorni di vita”.
delle immagini bellissime di au-
tostrade neuronali che sono pre-
senti in quel periodo della vita e
che non ci sono più dopo, cioè
poi si organizzano in modo di-
verso. È stata una scoperta fon-
damentale e che ci dice che se
dobbiamo investire, investire lì
è l’investimento migliore. Perché
questo periodo è il momento in
cui l’ambiente influisce di più sul
bambino. Questo è il motivo per
cui si parla in modo importante
dei primi 1.000 giorni della parte
sanitaria e anche sociale.
Si ragiona sui primi 1.000 gior-
ni che sono intesi dal momento
del concepimento ai due tre anni
del bambino, perché è quello il
momento su cui si può lavorare
di più, ma dobbiamo lavorare in
modo assolutamente integrato.
Se tutte le competenze si vengono
a costruire in modo significativo,
particolarmente nelle primissime
fasi della vita, allora i Nidi d’in-
fanzia e i programmi di supporto
e le competenze genitoriali sono
a questo punto fondamentali. E
questo modello integrato è quello
che io vorrei proporre al mondo
dell’educazione: una visione inte-
grata di relazione tra la parte sa-
nitaria che lavora sulla prevenzio-
ne o sui disagi, sulla prevenzione
delle condizioni che portano alle
malattie, sulle diseguaglianze
che abbiamo, (alcune condizio-
ni sono immodificabili, ma altre
possono essere rimosse).
●
E quali sono le condizioni? Il
tema è che per ridurre queste di-
seguaglianze, dobbiamo lavorare
bene con i futuri genitori, quindi
con i giovani adulti, dobbiamo
lavorare bene con le coppie, con
la donna all’inizio della gravidan-
za, durante tutta la gravidanza e il
parto, dopo il parto e i primi anni
del bambino.
Ma dovrebbe essere un conti-
nuum dove i servizi si integra-
no in modo importante e dove
l’obiettivo principale è dare
strumenti ai genitori per riu-
scire a rispondere ai bisogni dei
bambini. Si parla di genitorialità
responsive, cioè di capacità di
dare risposte a quelli che sono i
bisogni prioritari dei bambini. E
cos’è che minaccia questo svilup-
po precoce del bambino? Quali
sono le minacce più importanti?
Certamente, Le avete la povertà
estrema, come diceva benissi-
mo Linda Laura Sabbadini, l’in-
sicurezza, l’incertezza, le dise-
guaglianze di genere sono altri
elementi fondamentali che mi-
nacciano questo sviluppo infan-
tile precoce. Questo vale anche
per le violenze, soprattutto quelle
all’interno della casa domesti-
ca, la violenza a cui il bambino
assiste. Questi sono gli elementi
che provocano disagio e manca-
to sviluppo precoce del bambi-
no inadeguato. E poi i problemi
di salute mentale nei genitori.
Questo è un altro elemento im-
portante del quale tenere sempre
conto, perché sono determinanti
importanti di salute e di sviluppo
dei bambini. Dobbiamo riuscire
a lavorare insieme, per l’appunto,
insieme, facendo programmi nei
territori.
È ovvio che devono esserci le
politiche a livello alto, ma poi a
livello delle comunità, dei terri-
tori devono esserci momenti in
cui si fanno programmi insieme
e si lavora insieme, con compe-
tenze professionali assolutamen-
te diverse ma che devono essere
molto integrate. Perché? Perché
da una parte dobbiamo preveni-
re, appunto, diciamolo positiva-
mente, ma soprattutto dobbiamo
promuovere lo sviluppo buono
del bambino e della bambina e
contemporaneamente contrasta-
re, prevenire quelle che posso-
La sala
del Convegno
a Roma.
14 15
ZEROSEI up
Sede: FOQUS Via Portacarrese 69 a
Montecalvario (quartieri spagnoli)
La pandemia è l’imprevisto che ha
scardinato il noto, il consueto e lo scontato
rimettendo al centro i saperi e ciò che è
sconosciuto. Tutto questo richiede una
nuova consapevolezza etica e politica.
L’imprevisto e dunque l’incertezza, si
pongono al centro delle relazioni, in
particolare per le professionalità che
si occupano di educazione. Sembrano
ineludibili processi di trasformazione
ed evoluzione: non si esce dalla crisi
complessiva tornando a come si era prima.
In questa giornata di convegno i soggetti
responsabili si incontrano e si confrontano
intorno alla sfida che il decreto 65/2017 e i
successivi documenti di indirizzo pongono
ai comuni, alle regioni, alle autonomie
scolastiche in tutto il territorio nazionale. Il
confronto proseguirà nelle quattro stanze
con esperti per mettere a fuoco i temi
relativi: al rapporto fra risorse, obiettivi e
valori (stanza 1); alle strategie che possono
essere più favorevoli per costruire il sistema
integrato 06 (stanza 2); alle condizioni
necessarie all’integrazione fra gestioni
pubbliche, paritarie e private accreditate
per servizi e scuole professionali di qualità
(stanza 3); al contributo che deriva dai
documenti guida e indirizzo per la continuità
del percorso educativo 06 (stanza 4).
Ore 8,30 accoglienza
Ore 9.15 – 13.30
Mattinata in plenaria
Chair: Rachele Furfaro, referente Gruppo
territoriale Campania
Saluti istituzionali:
Maria Filipponi, Assessora all’Istruzione
Comune di Napoli
9,45- Relazioni di apertura:
Antonia Labonia, Presidente GNNI Perché
a Napoli
Carlo Borgomeo, Presidente Fondazione
per il Sud
On. Le Paolo Siani, Vicepresidente della
Commissione bicamerale Infanzia e
Adolescenza, L’infanzia al centro della
politica
Aldo Fortunati, Direttore dell’Area
infanzia e adolescenza dell’Istituto degli
Innocenti di Firenze Educazione Zerosei:
diritti, qualità e accessibilità nel sistema
integrato
10,45-Gli attori del sistema integrato 0/6
Coordina: Francesca Puglisi
Maria Filipponi, Assessora all’Istruzione
Comune di Napoli. Il ruolo del Comune
Ettore Acerra, Direttore Ufficio Scolastico
regione Campania. Il ruolo del Ministero
Istruzione nelle sue articolazioni.
Andrea Morniroli, Rete EducAzioni,
Cooperativa sociale Dedalus. Il contributo
del terzo settore.
Lucia Fortini, Assessora all’Istruzione
Regione Campania. Funzioni e ruoli
regionali (è stata invitata)
Luca Vecchi, Presidente Anci Emilia-
Romagna con incarico sullo 0/6. Le
politiche dei Comuni per lo zerosei.
12.15-13.30- Quali politiche per il
futuro dell’educazione?
Gaetano Manfredi, Sindaco di Napoli.
On.le Mara Carfagna, Ministro per il Sud
e la coesione territoriale
Armida Filippelli, Assessora alla
Formazione Regione Campania.
Ore 14.30 – 17.30
Stanze di discussione e lavoro di
gruppo.
Stanza 1: Il PNRR e i LEP per costruire
il sistema educativo integrato: risorse,
obiettivi e valori per progettare il
futuro.
Relatori:
Aldo Garbarini, Vicepresidente GNNI
Emmanuele Pavolini, Professore
associato di Sociologia dei processi
economici e del lavoro Università degli
Studi di Macerata
Testimoni privilegiati:
Anna Perani, Dirigente di settore
dipartimento Istruzione, formazione e
Pari Opportunità delegata da assessora e
vicepresidente regione Calabria
Marzia Sica, Responsabile Obiettivo
Persone Fondazione Compagnia di San
Paolo
Stanza 2: L’approccio integrato come
sfida strategica per il sistema del
welfare. Quali strategie favoriscono
la costruzione del sistema educativo
integrato?
Relatrice:
Eleonora Mattia, Presidente IX
Commissione - Lavoro, formazione,
politiche giovanili, pari opportunità,
istruzione, diritto allo studio regione
Lazio
Testimoni privilegiati:
Guglielmo Rispoli, psicopedagogista,
tutore dell’infanzia e dell’adolescenza,
già Dirigente Scolastico dell’I.C. Massimo
Troisi San Giorgio a Cremano
Andrea Mori, Direttore Area Culturale
Coop. Sociale Progetto Città di Bari
Esperienze dalle scuole della città di
Napoli
Stanza 3: Verso una gestione integrata
dei servizi educativi e scolastici. Quali
le condizioni fondamentali per una
qualificata integrazione nel sistema?
Relatrice:
Rosa Seccia, MIUR Dirigente scolastica
dell’I.C. Madre Claudia Russo -
Solimena di Napoli, componente della
Commissione nazionale zerosei
Testimoni privilegiati:
Sura Spagnoli, Cooperativa Sociale L’Arca
Legacoop Toscana
Noemi Ranieri, Coordinamento Nazionale
Scuola dell’Infanzia
Esperienze scuole città di Napoli
Stanza 4: La continuità del percorso
educativo 06. Quali contributi derivano
dalle Linee pedagogiche per il sistema
integrato 06, dagli Orientamenti
nazionali dei servizi educativi, dalle
Indicazioni nazionali del curricolo?
Relatrice:
Sandra Benedetti, Pedagogista già
dirigente Regione Emilia-Romagna
Testimoni privilegiati:
ElioRaviolo, già dirigente Scolastico presso
l’Istituto Comprensivo di Carcare (SV)
Lorenza Ferrai, Pedagogista responsabile
del Settore Ricerca, Formazione e Servizi
pedagogici della FISM di Trento
Laura Donà, Dirigente tecnico Ufficio
Scolastico Regionale Veneto
Esperienze dalle scuole della città di
Napoli
LA SFIDA. COSTRUIRE IL SISTEMA EDUCATIVO INTEGRATO 06
Seminario in presenza e online
VERSO NAPOLI
SABATO 21-05-2002 - SECONDA SESSIONE – NAPOLI
Informazioni e iscrizioni: www.ripensareaibambini.it
VOCI DA ROMA
RI-PENSARE AI BAMBINI
DOSSIER
no essere invece gli elementi di
estrema difficoltà.
Il periodo di pandemia, da cui
speriamo di uscire, con la pover-
tà e l’incertezza che ha procurato,
ha determinato maggiore pover-
tà, maggiori incertezze, maggiori
diseguaglianze nei servizi sanita-
ri. Il problema? Noi abbiamo un
aumento di utenti alla neuropsi-
chiatria infantile. Abbiamo tanti
disturbi del comportamento ali-
mentare che sono aumentati in
modo significativo in questi due
anni. Quindi, insisto, come sani-
tà abbiamo la consapevolezza che
da soli non riusciamo a far fron-
te a queste complessità e a que-
ste problematiche. Però è vero
che abbiamo molte conoscenze,
abbiamo molti studi, molte evi-
denze. Io credo che quello che è
necessario adesso in parte lo co-
nosciamo, lo conosciamo anche
abbastanza bene. E come dice-
vamo prima, anche da un po’ di
anni. Non è che scopriamo ades-
so alcune cose? Magari sì, ma
altre invece le sappiamo da anni
e ora credo sia ora di provare a
metterle in pratica e cominciare
a fare accordi concreti.
In particolare, ragionando sui
primi 1.000 giorni, quello che
dobbiamo scoprire può essere la
comunità educante e il villaggio
appunto, di cui si parlava anche
prima. È una cosa che appunto è
da tempo che ci stiamo dicendo,
ma l’abbiamo persa completa-
mente. Quindi da questo punto
di vista forse questi shock ci fan-
no riprendere e ci fanno ripen-
sare il nostro modo di lavorare.
Credo che nei piani che stiamo
facendo adesso, come il Piano sa-
nitario sociale regionale, il tema
che attraversa tutti gli obiettivi
siano le diseguaglianze.
Però sono consapevole che nel
momento in cui ragioniamo solo
tra sociale e sanitario e non sono
tutte le politiche che si concen-
trano sul tema della salute, siamo
parziali, non riusciamo a ottene-
re dei risultati come dovremmo
ottenere. Il bambino vive in una
società in continuo mutamento,
quindi le cose che possiamo dare
non sono delle cose stabili, ma
delle cose che dovrebbero riusci-
re a dargli la capacità di stare nel
cambiamento, di essere in rela-
zione con le persone, col mondo
che è in continuo cambiamento.
Le parole chiave per me sono
emozioni, relazioni, sperimen-
tazioni. Il tema è quello del pro-
muovere l’autostima.
●
Tenendo conto appunto delle
diseguaglianze, dobbiamo dare
una parte a tutti, che è universa-
le, che è lo stesso tema della no-
stra prevenzione, nel senso che
c’è una prevenzione primaria che
facciamo su tutta la popolazione.
E poi c’è una parte selettiva sul-
le persone più a rischio: a questa
parte dobbiamo dare qualcosa in
più e qui dobbiamo sempre stare
attentissimi. Lo dico anche come
sanità, perché a volte anche noi
creiamo diseguaglianze nei no-
stri servizi, e tantissime perché
in realtà dando tutto uguali a
tutti, noi non veniamo incontro
ai bisogni delle persone che noi
assistiamo, che voi educate per-
ché creiamo noi stessi disegua-
glianze.
Quindi questa grande attenzione
universale, selettiva e su indica-
zione su situazioni specifiche,
fare dei piani assolutamente spe-
cifici per dare a quei bambini, a
quelle famiglie e a quei genitori.
L’altra cosa è proprio tener con-
to dei genitori delle famiglie. La
prima comunità educante è la
famiglia e io credo che crei an-
che uguaglianza, ma è anche una
grande opportunità. È una gran-
de risorsa e ce ne stiamo accor-
gendo anche noi nella sanità che
abbiamo sempre più bisogno, per
esempio dei card che soprattutto
nelle patologie croniche, ci aiu-
tano tantissimo nei percorsi. E
noi dobbiamo sostenere, aiutare
i chirurghi e credo voi dobbiate
insieme a noi sostenere e aiuta-
re i genitori ad essere capaci di
avere conoscenze e possibilità di
aiutare i loro bambini nel miglior
modo possibile.
Questo è l’altra cosa. Auspiche-
rei moltissimo, oltre alla condi-
visione di piani di attività anche
individuando indicatori, riuscire
a fare formazione congiunta. Io
credo che tra i professionisti, ap-
punto, della sanità, del sociale e
educativi, su alcune tematiche in
parte lo stiamo già facendo. Sto
pensando alla prevenzione del
maltrattamento e abuso, ma sto
pensando ad altri interventi che
debbono essere fatti però molto
di più in modo più strutturato e
con dei programmi di lavoro, con
degli obiettivi comuni che vanno
individuati nelle comunità.
A livello locale non possiamo. Ci
sono sicuramente degli obietti-
vi generali, ma ogni comunità,
ogni realtà, ha componenti di
diseguaglianze o di opportunità
completamente diverse. Io la-
voro in un’azienda sanitaria di
circa 700.000 abitanti: abbiamo
sette distretti, sono sette real-
tà completamente diverse, pur
avendo un’omogeneità di attività.
In realtà ogni realtà ha delle spe-
cificità, delle caratteristiche, con
dei bisogni molto, molto diversi.
Io credo che sia così anche per
la parte educativa. Credo che ci
sia tantissimo lavoro da fare e io
sono fortemente motivata a pen-
sare che lavorare su questa fascia
zero sei anni sia un investimento
fondamentale.
Relazione presentata al Convegno
di Roma il 19 marzo, testo non
rivisto dall’autore.
16 17
ZEROSEI up
VERSO NAPOLI
RI-PENSARE AI BAMBINI
DOSSIER
La sfida
Soffermiamoci innanzitutto sulla
parola sfida. Ogni volta che in-
traprendiamo un percorso verso
mete non pienamente conosciute
e con mezzi da definire possiamo
dire che ci impegniamo in una
sfida perché molto deve essere
conosciuto e possiamo ipotizzare
già che occorrono cambiamenti
sul piano di realtà (amministrati-
va, organizzativa, politica, cultu-
rale, educativa, sociale), dovendo
innanzitutto identificare il pa-
trimonio che può costituire una
leva, e tutti coloro che sono attori
importanti per ruolo e funzioni,
cocostruttori e partner dentro la
sfida. Il concetto di sfida con-
tiene almeno due aspetti: quel-
lo del provocare un processo di
cambiamento- trasformazione e
quello del raggiungere una meta.
In entrambi i casi occorre co-
struire sapendo che l’esperienza
attiva scoperte, imprevisti, e fe-
nomeni che appartengono alla
complessità. Da questo punto
di vista la sfida è un concetto di
grande speranza, di fiducia nella
costruzione e nella potenza delle
relazioni interistituzionali e nelle
collaborazioni professionali, se
attivate positivamente.
Per educare occorre
un villaggio:
cosa significa oggi?
A Roma il 19 marzo i concetto
di integrazione professionale e
di interdisciplinarità sono stati
espressi da tutti gli esperti, ed
è emerso che vi è un sostanzia-
le bisogno di politiche integra-
te che esprimano la volontà di
contaminazione e di condivi-
sione fra campi differenti, ma
con medesimi interessi verso
l’infanzia. Un esempio chiaro è
stato espresso a proposito della
salute per la quale solo il 25 %
è dovuto all’intervento sanitario
di prevenzione e cura. Al resto
concorrono le qualità dei con-
testi culturali, sociali, educativi,
ambientali, economici e uno dei
fattori che incide maggiormente
in negativo e in forma trasversale
è dato dalle molteplici disegua-
Il percorso per rendere attuale il diritto
all’educazione fin dalla nascita di tutti i
bambini e le bambine parte da molto lontano
e non è certo ancora concluso. Sono in gioco
molteplici aspetti: normativi, economici,
organizzativi. Molteplici sono anche i soggetti
implicati: Ministero, Regioni, Comuni,
Università… Ma la questione più rilevante
è quella di ordine culturale e su questa
dobbiamo impegnarci a fondo.
glianze. La complessità sembra
oggi manifestarsi con tutta la sua
evidenza in occasione dei bandi
del PNRR per progettare edifici
scolastici per servizi educativi
e scuole dell’infanzia: in primo
luogo, il nostro paese si compo-
ne di territori con storie molto
differenti sui temi della scuo-
la e dell’educazione e dei diritti
dell’infanzia; in secondo luogo,
l’Italia è fatta di una miriade di
piccoli comuni, meravigliosi
come borghi, ma poco sostenibi-
li se pensati singolarmente verso
un sistema di servizi educativi e
scolastici; in terzo luogo la de-
mografia ci rivela la sensibile di-
minuzione delle nascite che non
può non essere considerata in
relazione agli stili di vita, e a ciò
che condiziona (anche negativa-
mente) la vita delle giovani gene-
razioni del presente. Oggi anche
in quei territori, dove l’esperien-
IL SISTEMA INTEGRATO
DI EDUCAZIONE E DI ISTRUZIONE ZEROSEI È UNA SFIDA?
PAOLA VASSURI - SEGRETERIA GNNI
za dei servizi per l’infanzia ha
costruito un patrimonio sociale
e pedagogico che alimenta la po-
litica da parecchi anni, l’orizzon-
te sembra non essere raggiunto.
L’obiettivo per i servizi educativi
per la prima infanzia del 33 % di
corrispondenza della popolazio-
ne dei primi mille giorni di vita
in alcuni territori è ampiamente
superato, ma si è ancora lontani
dal poter offrire a tutti bambini e
alle loro famiglie pari opportuni-
tà nel diritto a frequentare servi-
zi educativi di qualità. La norma
pone il tema delle pari opportu-
nità e dunque il tema dei livelli
di prestazione (LEP) che la Co-
stituzione prevede, col decreto
65/2017 diventa una condizione
fondamentale da definire e arti-
colare. Si è all’inizio del percorso
e allo stesso tempo non basta più
pensare al 33% se non come tap-
pa intermedia e obiettivo di una
strategia graduale.
Da questo sguardo, da questa vi-
sione di ciò che ci caratterizza in
prevalenza con diverse combina-
zioni a seconda dei territori oc-
corre intraprendere la sfida con
fiducia e creatività. E non solo,
anche come capacità di solida-
rietà e scambio di esperienze,
conoscenze e strategie gestionali
fra territori regionali e fra comu-
ni in modalità associata (l’artico-
lo 4/65 fa riferimento anche alla
forma associata). Solo chi intra-
prende insieme ad altri il percor-
so trova nuove strade.
In attesa di incontrarci
a Napoli, soffermiamoci
sul decreto 65/2017:
verso una cultura
dell’infanzia con
medesimi obiettivi?
Il decreto 65/2017 con l’artico-
lo 1 Principi e finalità apre ad
una visione dei bambini e delle
bambine di grande promessa
verso l’infanzia, che riportiamo
perché in poche frasi chiare con-
tiene principi su cui soffermarsi :
Alle bambine e ai bambini, dalla
nascita fino ai sei anni, per svi-
luppare potenzialità di relazione,
autonomia, creatività, apprendi-
mento, in un adeguato contesto
affettivo, ludico e cognitivo, sono
garantite pari opportunità di edu-
cazione e di istruzione, di cura, di
relazione e di gioco, superando
disuguaglianze e barriere terri-
toriali, economi- che, etniche e
culturali.
Questo capoverso non è banaliz-
zabile e non può essere dato per
scontato, non è da leggere -emo-
zionarsi e andare oltre, chiede di
sostare con un certo impegno
etico e politico verso l’infanzia,
quella parte della società mi-
gliore perché è insieme presente
e futuro. Qui per le bambine e i
bambini dei primi 2000 giorni di
vita si afferma il diritto all’edu-
cazione attraverso contesti qua-
lificati, attenti ai temi delle pari
opportunità e a ciò che alimenta
le disuguaglianze. Le linee peda-
gogiche (di cui all’art.5 decreto
65 /2017) danno conto di questi
concetti.
Auspichiamo che il XXII con-
vegno possa portare un piccolo
contributo culturale a interro-
garsi soffermandoci su quelle
parti di principio per non darle
per scontate per realizzare servi-
zi educativi, scuole dell’infanzia,
poli per l’infanzia. A Napoli il
21 maggio è una opportunità di
studio per approfondire insieme
tanti contenuti di prospettiva.
Ma cos’è un sistema integrato di
educazione e istruzione zerosei?
Innanzitutto, riprendiamo gli
obiettivi che vengono descritti
nell’art.1: promuove la continu-
ità del percorso educativo e sco-
lastico…; concorre a ridurre gli
svantaggi culturali, sociali e rela-
zionali e favorisce l’inclusione...;
accoglie le bambine e i bambini
con disabilità certificata ai sen-
si della legge 5 febbraio 1992, n.
104…; rispetta e accoglie le di-
versità ai sensi dell’artico lo 3 del-
la Costituzione della Repubblica
italiana; sostiene la primaria
funzione educativa delle fami-
glie…; favorisce la conciliazione
tra i tempi e le tipologie di lavoro
dei genitori e la cura delle bam-
bine e dei bambini, con partico-
lare attenzione alle famiglie mo-
noparentali; promuove la qualità
dell’offerta educativa avvalendosi
di personale educativo e docente
con qualificazione universitaria
e attraverso la formazione conti-
nua in servizio …. .
18 19
ZEROSEI up
VERSO NAPOLI
RI-PENSARE AI BAMBINI
DOSSIER
Il terreno comune è la volontà
di esserci, ma anche di mettere
a disposizione il proprio sguar-
do e le riflessioni su ciò che si
conosce per indagare quello che
non si conosce o non si conosce
abbastanza. Non solo soci del
Gruppo, ma anche tante persone
che seguono con interesse. L’au-
spicio di associarsi al Gruppo va
praticato per liberare il contribu-
to politico di tanti, costruendo
attraverso la partecipazione, il
confronto e il mettere insieme
riferimenti, concetti, esperien-
ze. Ogni volta che ci si accinge a
Alcune evidenze: l’educazione nei
servizi educativi zerotre e delle
scuole dell’infanzia tresei assume
il profilo dei diritti ed esplicita
funzioni che superano il tema
classico dell’assistenza che an-
cora pervade quella visione dei
bambini come oggetti di cure in
assenza dei genitori e dei servizi
come accessori per le famiglie in
stato di bisogno. L’educazione de-
scritta con le parole dell’articolo 1
è quella dimensione democratica
sociale la cui qualità dona alla cit-
tà, al borgo e alla comunità pos-
sibilità di sviluppo e ai bambini il
diritto di cittadinanza, alle fami-
glie la rete sociale per arricchirsi
culturalmente. Anche questo pas-
saggio culturale merita molta at-
tenzione fra le donne e gli uomini
adulti nelle diverse funzioni di
politici, amministratori, dirigen-
ti, insegnanti, educatrici, genitori.
Davvero è un passaggio condivi-
so? Possiamo pensare che questo
quadro a cui si ispira la norma
ci appartiene in modo diffuso?
Le Linee pedagogiche zerosei e gli
Orientamenti nazionali dei servizi
educativi per l’infanzia (art.5/65)
danno ampiamente conto di que-
ste qualità del sistema integrato.
A questi documenti si rimanda la
lettura e lo studio.
Il sistema integrato
di educazione e di
istruzione dalla nascita
fino ai sei anni:
tra insidie e soglie
da attraversare
L’articolo 2 del decreto 65/2017
occupandosi dell’Organizza-
zione del Sistema integrato di
educazione e istruzione indi-
confrontarsi intorno all’educare
si parla anche di cultura dell’in-
fanzia e di cultura educativa. La
parola cultura ci indica la pro-
pensione in un certo ambito pro-
fessionale e sociale a trasformare
l’esperienza in conoscenza, in
sapere e saper fare condivisibile
da tutti coloro che vi partecipa-
no. Rovesciando questo concet-
to cultura è tutto quanto serve a
livello morale e intellettuale per
essere consapevoli del ruolo e
delle funzioni che competono
nella società: patrimonio delle
cognizioni e delle esperienze ac-
vidua i componenti del siste-
ma integrato in relazione agli
obiettivi dell’art.1 e art.4: Nella
loro autonomia e specificità i ser-
vizi educativi per l’infanzia e le
scuole dell’infanzia costituiscono,
ciascuno in base alle proprie ca-
ratteristiche funzionali, la sede
primaria dei processi di cura,
educazione ed istruzione per la
completa attuazione delle finali-
tà previste all’articolo 1. Il Siste-
ma integrato di educazione e di
istruzione accoglie le bambine e i
bambini in base all’età ed è costi-
tuito dai servizi educativi per l’in-
fanzia e dalle scuole dell’infanzia
statali e paritarie.
Questo articolo è davvero sfi-
dante: il sistema diventa tale se
identifica le sue componenti e
le pone in una rete di relazioni
sistematica. Anche gli art.5, 6 e
7 occupandosi dei ruoli e delle
funzioni dello Stato, delle Re-
gioni, degli Enti locali, aprono
a numerosi interrogativi poiché
le funzioni gestionali delle dif-
ferenti istituzioni verso i servizi
e le scuole dell’infanzia sono di
diverso tipo. A titolo di esem-
pio: i comuni hanno funzioni sia
di gestione diretta che indiretta
di servizi educativi e di scuole
dell’infanzia paritarie oltre che di
governance sulle funzioni del di-
ritto allo studio, dei servizi socia-
li e dell’accesso ai servizi, mentre
le autonomie scolastiche statali
gestiscono scuole dell’infanzia
e tuttalpiù sezioni primavera in
forma comprensiva ai livelli sco-
lastici di base 3-14 anni: come
rendere possibile la collaborazio-
ne e la continuità zerosei fra ge-
stioni con ambiti differenti?
Appare evidente come per fare
quisite tramite lo studio, in un
determinato ambito del sapere.
Se i ruoli e le funzioni sono dati,
la cultura si costruisce poco alla
volta in un processo di trasfor-
mazione fra esperienza e pen-
siero grazie alla riflessione e al
confronto. Dunque, perché vi sia
cultura occorre che vi sia incon-
tro, riferimento, condivisione e
circolazione di idee da più punti
vista. Cultura trova nella parteci-
pazione alla comunità un terre-
no fertile per la sua costruzione.
E con questa riflessione un invito
ad esserci.
sistema occorra progettare il
contesto di relazioni in modo
da rendere funzionante la rete,
gli scambi, le condivisioni di
un patrimonio comune, man-
tenendo creatività e originalità.
Innanzitutto, emerge un viatico
importante a tutti i servizi edu-
cativi e alle scuole dell’infanzia
come sede primaria dei processi
di cura, educazione e istruzio-
ne. Ritroviamo nei documenti
di indirizzo approfondimenti e
orientamenti dedicati a questo
che attua un certo cambiamento
di paradigma nel mondo scola-
stico. Sorgono spontanee alcune
domande: come favorire questa
importante costrutto - cura ed
educazione - per le professiona-
lità dedicate all’educare? Come
favorire la partecipazione dei
servizi e delle scuole dell’infan-
zia gestiti da tanti soggetti sta-
tali, comunali, privati, del terzo
settore? Quali strutture, quali ac-
cordi sono necessari per evitare
ridondanze e nello stesso tempo
costruire una governance dotata
di una intenzionalità persisten-
te? Il coordinamento pedago-
gico territoriale (art.6 lettera c)
con quali figure si caratterizza e
con quali profili considerando i
diversi soggetti statali, comunali,
privati? A Napoli inizieremo a
confrontarci a partire da alcuni
di questi interrogativi? E che il
viaggio abbia inizio!
Perché iscriversi
al GNNI: una questione
culturale?
Il GNNI è una grande comu-
nità di persone impegnate nel
mondo educativo con differenti
esperienze e ruoli svolti in tutto
il territorio nazionale, uniti dal-
la volontà di capire l’impegno
educativo e di alimentare quel-
la cultura politica che proviene
dalle tante storie pedagogiche.
La realizzazione del diritto
all’educazione richiede un inderogabile
impegno etico e politico verso l’infanzia.
Quali le risposte alla necessità della presenza di
una rete pervasiva di servizi educativi e scuole
dell’infanzia sul territorio nazionale? Attraverso
quali mezzi è pensata una azione istituzionale che
tenga in considerazione le differenze territoriali,
economiche e strutturali presenti nel nostro paese?
Le azioni contenute nel PNRR e la definizione dei
LEP sono l’attuale strada intrapresa nella direzione
di una risposta a queste istanze.
PNRR E LEP
RISORSE E PROSPETTIVE PER UN SISTEMA ZEROSEI DI QUALITÀ
ELENA CAPPAI*
Introduzione
La centralità strategica del si-
stema integrato zerosei è stata
ampiamente argomentata all’in-
terno delle norme e dei docu-
menti programmatici ministe-
riali (https://www.istruzione.it/
sistema-integrato-06/ ).
Le direzioni di sviluppo, tan-
to nella riflessione pedagogica,
quanto nelle scelte politiche, si
orientano nel sostenere un pre-
coce investimento sull’educazio-
ne, ciò nella convinzione che si
tratti di interventi strategici, vol-
* Dirigente Tecnico presso l’Ufficio
Scolastico Regionale per il Piemonte.
20 21
ZEROSEI up
obiettivo dal Consiglio Europeo
di Barcellona del 20023
. Il legi-
slatore aveva previsto una prima
risposta a detti obiettivi già nel
Decreto Legislativo 65/20174
,
integrando de facto una indica-
zione europea nella normativa
nazionale. Recita infatti l’art.
4 comma 1 lettera a del Dlgs
65/2017: “il progressivo consoli-
damento, ampliamento, nonché
l’accessibilità dei servizi educativi
per l’infanzia, anche attraverso
un loro riequilibrio territoriale,
con l’obiettivo tendenziale di rag-
giungere almeno il 33 per cento di
copertura della popolazione sotto
i tre anni di età a livello nazio-
nale”. Una affermazione fonda-
mentale, alla quale la Legge di
Bilancio 30 dicembre 2021 forni-
sce una risposta concreta ed una
precisa direzione attuativa.
A proposito di LEP
Proviamo a soffermarci sul si-
gnificato dei LEP. Con questo
acronimo sono indicati i “livelli
essenziali delle prestazioni”, che
riguardano i servizi e le presta-
zioni che lo Stato deve garantire
uniformemente su tutto il terri-
torio nazionale, per consentire il
pieno rispetto dei diritti sociali e
civili di tutti i cittadini italiani.
L’implicito è la necessità della de-
finizione dello standard di riferi-
mento per prestazioni e servizi
che sia in grado di dare risposte
coerenti, adeguate e comparabili
a tutti i cittadini, prescindendo
dal loro luogo di residenza. Il
percorso di definizione dei LEP
presuppone, infatti, una previa
azione capillare di analisi dell’esi-
stente: occorre costruire, selezio-
nare ed implementare indicatori
che siano in grado di identificare
3 https://www.consilium.europa.eu/
media/20936/71065.pdf
4 https://www.gazzettaufficiale.it/eli/
id/2017/05/16/17G00073/sg
attraverso quali prestazioni sia
garantibile l’accesso dei cittadini
ai servizi nel rispetto dei dirit-
ti civili e sociali. Si tratta di un
processo che comporta una serie
di passaggi non banali:
1. mappatura dei servizi erogati
sul territorio da ciascun ente;
2. identificazione dei servizi in
cui è necessaria la determinazio-
ne dei Lep;
3. valutazione dei livelli di spesa
e dei servizi erogati per i settori
interessati dai Lep;
4. determinazione dei costi e dei
fabbisogni standard, in modo da
stabilire se le risorse a disposi-
zione dell’ente sono sufficienti
per erogare il servizio in que-
stione. In caso contrario, per
calcolare a quanto ammontino le
risorse aggiuntive.
Operata questa analisi5
, lo Sta-
to, competente ex lege, è tenuto a
procedere all’erogazione agli Enti
Localidellerisorsenecessarieper
poter garantire il raggiungimen-
to degli standard individuati, ca-
librando l’erogazione in ragione
delle specifiche necessità. In base
alle risorse stanziate è richiesto
che i comuni «in forma singola
o associata, garantiscono, secon-
do una progressione differenziata
per fascia demografica tenendo
anche conto, ove istituibile, del
bacino territoriale di appartenen-
za, il raggiungimento del livello
essenziale della prestazione attra-
verso obiettivi di servizio annua-
li».6
La specificità degli obiettivi
di servizio7
attribuiti consente
5 https://www.senato.it/service/PDF/
PDFServer/BGT/01069685.pdf
6 Legge di Bilancio 30 dicembre 2021
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/
id/2021/12/31/21G00256/sg
7 https://www.gazzettaufficiale.it/
do/atto/serie_generale/caricaPdf?c-
dimg=21A0517300100010110001&-
dgu=2021-09-01&art.dataPubbli-
cazioneGazzetta=2021-09-01&art.
codiceRedazionale=21A05173&art.
num=1&art.tiposerie=SG
una dimensione di implementa-
zione scalare delle prestazioni e
dei servizi, finalizzata ad una re-
ale comparabilità nella direzione
del raggiungimento dello stan-
dard stabilito dal già citato Dlgs.
65/2017. La definizione dei LEP
per i servizi educativi, infatti, so-
stiene concretamente lo sviluppo
di tutto il sistema 0-6, in quanto
mira esplicitamente alla fattiva
riduzione del divario esistente
fra i territori ed alla garanzia di
pari trattamento per i bambini e
le bambine di tutto il territorio
italiano.
Il ruolo del PNRR
Il Piano Nazionale di Ripresa e
Resilienza (PNRR)8
implemen-
ta l’utilizzo dei fondi europei
assegnati all’Italia nell’ambito
del programma Next Genera-
tion EU. All’interno delle azio-
ni previste, un focus specifico
è riservato all’asse strategico
dell’inclusione sociale: “Garan-
tire una piena inclusione sociale
è fondamentale per migliorare la
coesione territoriale, aiutare la
crescita dell’economia e superare
diseguaglianze profonde spesso
accentuate dalla pandemia. Le tre
priorità principali sono la parità
di genere, la protezione e la valo-
rizzazione dei giovani e il supera-
mento dei divari territoriali” 9
. Il
riferimento esplicito alle azioni
previste per l’implementazione
del sistema educativo zerosei si
ritrova nella Missione 4 – Istru-
zione e ricerca.
La Missione 4 mira a rafforzare
le condizioni per lo sviluppo di
una economia ad alta intensità
di conoscenza, di competitività
e di resilienza, partendo dall’a-
nalisi delle criticità che vengono
8 https://www.governo.it/sites/governo.
it/files/PNRR.pdf
9 ibidem
VERSO NAPOLI
RI-PENSARE AI BAMBINI
DOSSIER
ti a produrre effetti positivi sui
risultati negli apprendimenti, sul
contrasto all’insuccesso scolasti-
co ed alle condizioni di povertà
materiale o educativa dei bambi-
ni. Il rafforzamento dei percorsi
educativi e didattici rivolti alla
fascia di età della primissima in-
fanzia può a pieno diritto essere
considerato indice qualificante
del livello di inclusione e coesio-
ne sociale di una collettività, an-
che per l’impatto che essi hanno
sulla conciliazione delle esigen-
ze di organizzazione familiare
e lavorativa, riservando ai più
piccoli la miglior cura educativa
disponibile.
Il compianto Giancarlo Cerini,
in un documento risalente al
2020, prima ancora della presen-
tazione delle Linee Pedagogiche
per il sistema integrato 0-6, così
delineava le prospettive di in-
tervento: “Il benchmark europeo
del 33% o la soglia del 40% come
auspicato da più studiosi e orga-
nizzazioni rappresenta un ambi-
zioso, ma realistico, obiettivo che
si potrebbe raggiungere attraverso
un consistente investimento strut-
turale pluriennale, a partire dalle
aree in cui i servizi non sono pre-
senti in maniera adeguata” .1
Quali le risposte alla necessità
della presenza di una rete perva-
siva di servizi educativi e scuole
dell’infanzia sul territorio nazio-
nale? Attraverso quali mezzi è
pensata una azione istituzionale
che tenga in considerazione le
differenze territoriali, economi-
che e strutturali presenti nel no-
stro paese?
Le azioni contenute nel PNRR e
la definizione dei LEP sono l’at-
tuale strada intrapresa nella di-
rezione di una risposta a queste
istanze.
Elementi normativi
L’affermazione della necessità di
garantire una omogeneità nell’e-
rogazione di servizi a livello na-
zionale è già presente nell’art.
117 della Costituzione Italiana,
così come modificato dalla rifor-
ma costituzionale del 2001. Alla
lettera m) del secondo comma
1 Giancarlo Cerini, “Atlante delle
riforme (im)possibili”, Tecnodid, 2021
pag.115-123
è indicata la funzione esclusiva
dello Stato nella «determinazione
dei livelli essenziali delle presta-
zioni concernenti i diritti civili e
sociali che devono essere garantiti
su tutto il territorio nazionale»,
con lo scopo di consentire che su
tutto il territorio, a prescindere
dalla divisione in Regioni, ven-
gano garantiti standard minimi
di certi servizi.
Recentemente, la Legge di Bilan-
cio 30 dicembre 2021, n. 2342
,
pubblicata in Gazzetta Ufficiale
n. 310, risponde al dettato costi-
tuzionale attraverso un esplicito
riferimento a Livelli Essenziali
delle Prestazioni (LEP) per i nidi
d’infanzia, intervenendo così
concretamente a fornire stru-
menti per una diffusione capilla-
re dei servizi sul territorio nazio-
nale. In particolare, è stabilito il
livello minimo di posti negli asili
nido che tutti i Comuni dovran-
no garantire e assicurare, senza
alcuna eccezione da Nord a Sud:
33 posti ogni cento bambini re-
sidenti: quel 33% indicato come
2 https://www.gazzettaufficiale.it/eli/
id/2021/12/31/21G00256/sg
22 23
ZEROSEI up
RI-PENSARE AI BAMBINI
DOSSIER
Sede: Comune di Pesaro Teatro Rossini- Teatro
Sperimentale
In questa epoca segnata dall’imprevisto la riflessione e il
confronto sui fenomeni sociali, culturali, economici che
attraversano i mondi delle famiglie, dei bambini, degli
educatori sono azioni necessarie e doverose. C’è “un nuovo” da
comprendere nella sua complessità, che ci riguarda proprio a
partire dalla dimensione educativa. Si dice spesso ‘tornare alla
normalità’, ma questo sarebbe un obiettivo effimero. Occorre
prepararsi per costruire una nuova transizione verso scenari e
orizzonti che possano accogliere e cogliere le novità a partire
dal patrimonio educativo sperimentato nei 50 anni di storia dei
servizi per l’infanzia.
L’incertezza è una condizione dell’esistenza, appartiene ad
ogni epoca e dunque anche alla nostra con particolarità e
caratterizzazioni tipiche. Sarà la lente concettuale per rileggere e
problematizzare i fenomeni che ci segnano e ci coinvolgono nel
presente. È un concetto sfidante, che ci interpella ogni volta che
occorre ristrutturare, capire, conoscere e scoprire.
L’incertezza è anche il frutto di una disposizione a riflettere su
ciò che sta accadendo. D’altra parte, il lavoro educativo opera
da sempre nella quotidianità dentro l’incertezza. L’incontro
quotidiano con i bambini richiede apertura e predisposizione
ad accogliere. Esso pone al centro del lavoro educativo la
continua ricerca di metodologie necessarie a costruire contesti
educativi inclusivi e favorevoli per ogni bambina e bambino.
L’osservazione, la scoperta, lo stupore non sono forse le
componenti di una mente professionale appassionata e aperta
ad accogliere? Il pensiero creativo non è forse la dimensione più
importante per affrontare la complessità in educazione?
VENERDì 30 SETTEMBRE
• dalle 14.00 alle 15.00 accoglienza e registrazioni in
presenza e accesso da remoto
• dalle 15,00 alle 15.30: apertura convegno e saluti
Istituzionali
15.30 Plenaria con esperti.
Quali competenze educative per crescere nell’incertezza?
Intervengono:
Roberto Poli, filoso della complessità Università di Trento
Francesco Liuzzi, Psico-sociologo Università di Bari
Claudia Giudici, garante infanzia regione Emilia-Romagna
Roberto Frabetti, autore, attore, regista e conduttore di
laboratori teatrali della cooperativa La Baracca -Testoni
Ragazzi
SABATO 01 OTTOBRE
Costruire la continuità educativa 06: quali soglie di
incertezza e complessità da attraversare oggi?
• dalle 9,00 alle 12,00:
4 Seminari su alcune soglie di incertezza del lavoro
educativo attuale
Stanza 1 Prima soglia: MASCHILE/FEMMINILE/*: dilemmi,
dubbi e possibilità nel lavoro educativo
Stanza 2 Seconda soglia: PERSONALE/SOCIALE/
PROFESSIONALE. La relazione educativa tra individuo, gruppo
e comunità
Stanza 3 Terza soglia: VIVENTE/DIGITALE/IBRIDO. Ha ancora
senso la distinzione tra naturale e artificiale per l’educazione
dei bambini?
Stanza 4 Quarata soglia: Fragilità/ Sensibilità / Possibilità:
quali declinazioni di resilienza in educazione?
• 13,00 – 15,00 visita nei servizi di Pesaro su prenotazione
SABATO POMERIGGIO
15,30 - 18,00
Plenaria: ricerca, fiducia e creatività per educare alla
complessità
Con Raffaele Mantegazza, professore di pedagogia
interculturale, si parlerà di ricerca con valenza di riflessione
e quindi di formazione e verranno presentate ricerche
significative per il rapporto fra la ricerca, la formazione e il
lavoro educativo.
DOMENICA 02 OTTOBRE
MATTINA 9.30-12.00 PLENARIA
Chiusura del convegno
Interventi:
• Da Roma a Pesaro. Elaborazione osservazioni di giovani
Pensatori Custodi sul XXII convegno nazionale
• Garante infanzia nazionale
• Ministero dell’Istruzione
• Tavola rotonda: I documenti italiani (0/6 Linee, Orientamenti
e Indicazioni) in dialogo con l’Europa
• Per i prossimi 40 anni: confronto sulle politiche per l’infanzia
con esponenti politico nazionali.
RI-PENSARE AI BAMBINI NELL’INCERTEZZA DELLA NOSTRA EPOCA
Il futuro dell’educazione tra incertezza e complessità
TERZA SESSIONE- Programma Pesaro
VENERDÌ 30 SETTEMBRE - SABATO 01 OTTOBRE - DOMENICA 02 OTTOBRE
rilevate nel sistema generale di
istruzione e formazione. In par-
ticolare, il Piano sottolinea, rela-
tivamente alle tematiche oggetto
del presente approfondimento,
la presenza di carenze strutturali
nell’offerta di servizi di educa-
zione e istruzione primarie e, dal
punto di vista dei livelli di ap-
prendimento, la presenza di Gap
nelle competenze di base, alto
tasso di abbandono scolastico e
divari territoriali.
Relativamente al primo punto,
il documento rileva la necessità
di un duplice approccio10
: l’im-
plementazione di servizi ed in-
frastrutture atti a consentire la
fruibilità dei servizi educativi e
di istruzione nella fascia 0-6 anni
nei diversi territori e un approc-
cio di generale intervento sulle
condizioni di occupazione, in
particolar modo femminile, che
si riflette sulla domanda di acces-
so ai suddetti servizi. Le misure
del PNRR agiscono sul primo
versante rimandando ad altre for-
me di politiche nazionali11
l’inter-
10 La carenza di servizi educativi per
l’infanzia, unita all’iniqua ripartizione
dei carichi di lavoro familiare, condi-
ziona negativamente l’offerta di lavoro
femminile e riduce il tasso di partecipa-
zione delle donne al mercato del lavoro.
A loro volta, tali fattori deprimono la
domanda apparente di servizi educativi
per l’infanzia, generando un equilibrio
socialmente inefficiente, dove alla bassa
offerta di servizi educativi per l’infanzia
corrisponde una ridotta domanda
apparente, soprattutto al Sud. Per uscire
da questa situazione è quindi neces-
sario agire sia dal lato dell’offerta di
infrastrutture e servizi sia dal lato della
domanda.” https://www.governo.it/sites/
governo.it/files/PNRR.pdf pag. 171
Family Act https://famiglia.governo.
it/it/politiche-e-attivita/analisi-e-valu-
tazione/politiche-interventi-progetti/
riforma-delle-politiche-della-fami-
glia-family-act/cosa-prevede-il-dise-
gno-di-legge-family-act/
11 Family Act https://famiglia.governo.
it/it/politiche-e-attivita/analisi-e-valu-
tazione/politiche-interventi-progetti/
riforma-delle-politiche-della-fami-
vento sul secondo aspetto.
Fra gli assi portanti che sosten-
gono la Missione “Istruzione e
ricerca”, si possono evidenziare
in particolare:
• Miglioramento qualitativo e
ampliamento quantitativo dei
servizi di istruzione e formazione
• Ampliamento delle competen-
ze e potenziamento delle infra-
strutture scolastiche.
Più nel dettaglio, gli obiettivi
vengono perseguiti attraverso
un piano denominato “Poten-
ziamento dell’offerta dei servizi
di istruzione: dagli asili nido
all’Università” volto a realizzare
gli investimenti materiali ed im-
materiali necessari a colmare o a
ridurre in misura significativa in
tutti i gradi di istruzione le caren-
ze strutturali 12
.
La specifica missione M4C1
(Potenziamento dell’offerta dei
servizi di istruzione: dagli asili
nido all’Università) prevede tra
gli obiettivi generali l’aumento
significativo dell’offerta di po-
sti negli asili nido e nelle scuole
dell’infanzia. Detta azione, che
prevede lo stanziamento di 4,6
Mld di Euro, persegue la costru-
zione, riqualificazione e messa in
sicurezza degli asili e delle scuole
dell’infanzia al fine di migliorare
l’offerta educativa sin dalla pri-
ma infanzia e offrire un concreto
glia-family-act/cosa-prevede-il-dise-
gno-di-legge-family-act/
12 Ibidem, pag. 173
aiuto alle famiglie, incoraggiando
la partecipazione delle donne al
mercato del lavoro e la concilia-
zione tra vita familiare e profes-
sionale. La misura consentirà la
creazione di circa 228.000 posti.
L’intervento verrà gestito dal Mi-
nistero dell’Istruzione, in collabo-
razione con il Dipartimento delle
Politiche per la Famiglia della
Presidenza del Consiglio dei Mi-
nistri e il Ministero dell’interno, e
verrà realizzato mediante il coin-
volgimento diretto dei Comuni
che accederanno alle procedure
selettive e condurranno la fase
della realizzazione e gestione del-
le opere. 13
L’intervento si colloca piena-
mente nella già citata cornice
diretta a coprire il 33% di coper-
tura della popolazione infantile
e persegue la finalità esplicita di
colmare, almeno in parte, le di-
stanze tra i territori nella diffu-
sione di asili nido e servizi prima
infanzia, nell’ottica di riequili-
brare il sistema territoriale come
suggerito dal D.Lgs. n.65/.
Si tratta in sintesi, di un investi-
mento concreto sulla prima in-
fanzia, sui primi 1000 giorni di
vita, volto ad ottenere un ritorno
in termini educativi, e favorire
una maggiore equità di genere
nell’occupazione, colmare divari
territoriali e socioeconomici che
incidono fortemente nelle fami-
glie e nella comunità.
13 Ibidem, pag. 177
VERSO NAPOLI
Informazioni e iscrizioni: www.ripensareaibambini.it
Servizi educativi di qualità:
caratteristiche per lo sviluppo
06UP898
ISBN 978-88-99338-98-5
Formato volume: 17 x 24
Pagine 124
Stampa a colori
Prezzo di copertina:
euro 20,00
a cura di Aldo Garbarini e Ferruccio Cremaschi
a cura di Aldo Garbarini e Ferruccio Cremaschi
Il Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia, continuando nella sua storica vocazione di promuovere azioni
e pensieri nell’ambito del sistema 0 6 anni, ha avviato alcuni momenti di riflessione per conoscere
in quali situazioni si trovino i servizi educativi e quali possano essere le condizioni per potenziarne
l’offerta. I contributi qui presenti di esperti e rappresentanti sia del settore pubblico che privato
(intervenuti ai seminari“Quali risorse per l’educazione dell’Infanzia”del 24 ottobre e“Quali
condizioni per la sopravvivenza di servizi educativi di qualità”del 14 novembre, tutti nel 2020)
aiutano a comprendere quali risorse – umane, economiche, strumentali – e quali
dimensioni di sistema siano oggi necessarie per superare i ritardi ancora presenti nella progettazione
integrata. Con questo volume, ripercorrendo analoghe esperienze avviate negli anni passati, si apre
la“Collana Quaderni del GNNI”in collaborazione con l’editore Zeroseiup.
L’intento è quello di rendere fruibile in modo diffuso quel contesto di confronti, approfondimenti,
suggestioni ma anche dichiarazioni e assunzione di posizioni che il Gruppo Nazionale ha sempre
promosso ed espresso negli ormai oltre quarant’anni dalla sua costituzione, sempre a difesa dei
diritti delle bambine e dei bambini, con la necessaria e dovuta attenzione per le famiglie e per tutte e
tutti coloro che nel sistema integrato 0-6 anni operano e interagiscono.
Per maggiori informazioni e acquisti: zeroseiup.eu/shop

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Dossier ripensare ai bambini

  • 1. nell’incertezza della nostra epoca. Educare alla complessità RI-PENSARE AI BAMBINI maggio 2 0 2 2 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1 comma 1, LO/MI - ISSN 2420-7829 - all. 1 al n. 2 2022
  • 2. 3 ZEROSEI up 3 I bambini al centro Paola Vassuri 4 Ripensare ai bambini. Un percorso articolato Aldo Garbarini 6 So-stare nell’incertezza: recuperare uno sguardo“acerbo”Sara Andreani, Martina Battistella, Viviana Franco, Annalisa Gentili, Michela Lamincia, Alessia Macagno, Elisa Morini, Nicole Pellegrino, coordinamento Moira Sannipoli 8 Il saluto del professor Patrizio Bianchi, Ministro dell’Istruzione 10 I bambini devono toccare con mano Giorgio Parisi 13 La salute, obiettivo comune Silvana Borsani 15 Napoli: La sfida. Costruire il sistema educativo integrato 16 Il sistema integrato di educazione e di istruzione zerosei è una sfida? Paola Vassuri 19 PNRR e LEP Risorse e prospettive per un sistema zerosei di qualità Elena Cappai 23 Pesaro: Il futuro dell’educazione tra incertezza e complessità RI-PENSARE AI BAMBINI DOSSIER R i-pensare ai bambini nell’incertezza della nostra epoca. Edu- care alla complessità è il percorso che il GNNI ha intrapreso e che è sta- to presentato nel numero pre- cedente di Zeroseiup e nel sito: www.ripensareaibambini.it. Le parole della prima tappa del convegno, svoltasi a Roma lo scorso 19 marzo risuonano an- cora vivide: abbiamo interpellato una pluralità di voci competen- ti per condividere una visione dell’infanzia e una cultura edu- cativa, molte sono state le aper- ture e gli interrogativi posti. Riflessioni di cui faremo tesoro nei prossimi incontri che ci at- tendono. Ci rincontreremo, in- fatti, a Napoli il 21 maggio, per un convegno intitolato La sfida. Costruire il sistema educativo integrato 06. Dialogando con esperti, politici, testimoni cer- cheremo di approfondire il tema del sistema formativo integrato di educazione e istruzione. Il no- stro viaggio proseguirà verso Pe- saro dal 30 settembre al 2 ottobre per indagare e riflettere insieme sul tema dell’educazione e della professionalità educativa nel si- stema zerosei. Il XXII convegno nazionale, attraversa diverse città per in- contrare e portare contributi di riflessioni da condividere nella comunità culturale del GNNI, allargata a tutti coloro che sono interessati. Il convegno naziona- le non vuole essere una somma di iniziative ma un impegno per tappe che si diffonde nei tanti territori perché per l’educazione occorre costruire un processo di contaminazioni, di circolazione di idee e di esperienze. ● Il convegno diffuso nello spazio e nel tempo, anche grazie alle tante e continue connessioni, riprese e sottolineature delle ri- flessioni che via via gli incontri amplieranno, ci permetterà di costruire una narrazione am- pia sul tema che il convegno vuole mettere al centro: il posto dell’infanzia e dell’educazione nell’epoca della incertezza e della complessità. L’incontro coi territori (città, co- Il filo rosso che lega le tappe del XXII Convegno nazionale nel suo percorso lungo un intero anno e che attraversa i territori della Penisola è l’attenzione al bambino nella complessità della società che viviamo dopo l’esperienza drammatica della pandemia. muni, comunità con tanti sog- getti) costituisce parte integrante dell’interesse generale che muo- ve ogni tappa. Interesse a conoscere dopo un periodo pandemico dove molto è rimasto sospeso, ma poiché nulla resta immobile anche la sospensione è cambiamento. Il RI dell’immagine-logo del XXII convegno sta proprio a indicare che riprendere a rincontrarsi, a riflettere, può assumere il sen- so di ricostruire verso quell’o- rizzonte di senso che sempre in questo periodo, per tanti aspetti eccezionale, i documenti mini- steriali di indirizzo e orienta- mento zerosei ci rivelano. Quello che da anni avevamo au- spicato lo ritroviamo nei docu- menti che discendono dal decre- to 65/2017, ma nulla è semplice! Si apre una nuova fase di costru- zione e ri-costruzione per dare gambe a quanto disposto dal de- creto: la costruzione del sistema integrato 06 in tutto il territorio nazionale. I BAMBINI AL CENTRO PAOLA VASSURI, SEGRETERIA GNNI SOMMARIO MAGGIO 2022 Pexels.com
  • 3. 4 5 ZEROSEI up È iniziato il 19 marzo a Roma il percorso del XXII Convegno del GNNI che proseguirà a maggio a Napoli e a fine settembre a Pesaro, per con- cludersi nei primi mesi del 2023. Proponiamo questa riflessione in un anno in cui le linee pedagogi- che per il sistema integrato zero- sei e gli orientamenti pedagogici per lo 0 3, insieme agli orienta- menti nazionali per la scuola dell’infanzia, determinano un riferimento teorico nazionale importante per i servizi. Rimar- chiamo che il pensiero educativo e pedagogico che si è concretiz- zato nel nostro Paese costituisce un patrimonio di grande valore politico e culturale, frutto del la- voro educativo con i bambini e dell’impegno di tanti soggetti lo- cali, a partire da quelli pubblici, che non hanno mai rinunciato a elaborare forti politiche educati- ve. Non c’è dubbio che si debba rivolgere una particolare atten- zione al lavoro educativo di tante figure che via via hanno costrui- to le diverse ‘storie pedagogiche’ nei territori; lavoro e storie che hanno contribuito alla scrittura dei diritti dei nostri concittadi- ni di età minore in una società democratica. Stiamo attraver- sando un momento difficile, complesso, in cui sembra ancora lontana la possibilità di tratteg- giare i contorni di quel che sarà nel prossimo futuro. Non è pur- troppo solo la pandemia, è una guerra che eravamo riusciti per decenni ad allontanare dal terri- torio europeo, ma anche sono le guerre, le epidemie, le disparità sovranazionali che ancora per- mangono in questo mondo che da ben altre interazioni dovreb- be essere attraversato. Già Loris Malaguzzi ci ricordava che “… Le incertezze che abbiamo rela- tive alla conoscenza della natu- ra sono le stesse incertezze che stanno dentro alla nostra stessa natura della conoscenza” (1988). Avevamo scritto in uno dei no- stri incontri pubblici “Siamo e Si ripresenta dopo quattro anni (per l’interruzione imposta dalla pandemia alla naturale sequenza biennale degli incontri) il tradizionale appuntamento nazionale del GNNI. In apertura della prima sessione del Convegno 2022 del GNNI, il vicepresidente inquadra la proposta di un Convegno diffuso nei territori e nel tempo nel contesto dei problemi attuali dei servizi per l’infanzia e dell’infanzia stessa. vogliamo essere occasione di incontro e discussione, di azione sui territori, di diffusione della cultura dei servizi di qualità per l’infanzia, di promozione e azio- ne politica per l’infanzia”. Val- gono più che mai per l’oggi, ma anche per il domani. ● Vogliamo continuare ad essere “cercatori del possibile”, di quel possibile che precede il reale e lo comprende come caso particola- re e attuale (Ceruti, 1987) e che possa permetterci di pensare a utopie concrete, capaci di coniu- gare il senso prospettico del pen- siero educativo e pedagogico con le decisioni politiche e di sistema in grado di renderlo possibile. Ribadiamo dunque che le azio- ni normative e amministrative devono sapere innescare pro- cessi organizzativi e educativi in grado di rendere esigibile per ogni bambino il diritto sogget- tivo all’educazione e al ricono- scimento della propria unicità e diversità. Ancor più oggi in cui si pone come ineludibile il tema dell’accessibilità, inclusività e universalità del sistema 0 6. Ci confrontiamo dunque con la complessità cercando di cogliere le connessioni, le relazioni, le ine- vitabili ibridazioni tra le cose e i fatti, convinti che se l’incertezza sia una condizione dell’esistenza, può comunque essere una lente concettuale per rileggere e pro- blematizzare i fenomeni. Per que- sto, richiamiamo il senso di un Ri-pensare ai bambini con la con- sapevolezza che il non dare per scontato nulla è già un impegno di chi si occupa di educazione e con l’auspicio che il Ri-pensare insieme –come da oggi propo- niamo a chi ci vuole seguire in questo percorso- possa essere un modo concreto per confrontarsi con il cambiamento. Dopo Roma a Napoli approfon- diremo i temi della sfida nella costruzione del sistema integra- to e a Pesaro approfondiremo proprio il tema di quale sia l’e- ducazione possibile, chiedendo- ci quali competenze educative sono richieste agli adulti verso i bambini, in realtà per imparare RI-PENSARE AI BAMBINI UN PERCORSO ARTICOLATO ALDO GARBARINI* * Vicepresidente del Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia • Sabato 19 marzo ore 9,30 - 17,30 – Roma Una pluralità di visioni per l’educazione del futuro Il sistema dei servizi educativi in dialogo con uno psicologo, uno scienziato, un fisico, un sociologo, un artista, un medico. • Sabato 21 maggio ore 9,30 -17,30 – Napoli La sfida: Costruire il sistema educativo integrato 06 Vedi programma a pagina 15. • Venerdì 30 settembre - domenica 2 ottobre Pesaro Il futuro dell’educazione tra incertezza e responsabilità Vedi programma a pagina 23. • Febbraio 2023 La comunità educante, i servizi integrati 06 e la città Il lavoro educativo dei servizi e delle scuole dell’infanzia come investimento per costruire la comunità educante. La città e il territorio come luogo di incontro. Il sistema educativo integrato 06 può dare risposta alla complessità esistenziale dell’oggi? Bambini e famiglie dentro e fuori dai servizi educativi vivono l’esperienza di transizioni quotidiane fra nidi/ scuole e famiglie. Vi sono bambini che non godono di queste transizioni ma vivono in altri luoghi. Quali? Fare sistema non è costruire un dentro e un fuori. Il sistema educativo che si costruisce è la rete nel villaggio/città, è riferimento, è comunicazione, è relazione considerando tutte le famiglie, tutti i bambini. RI-PENSARE AI BAMBINI NELL’INCERTEZZA DELLA NOSTRA EPOCA: EDUCARE ALLA COMPLESSITÀ Marzo 2022 - febbraio 2023 XXII Convegno del Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia dall’infanzia a saper stare nell’in- certezza con creatività. Conclu- deremo nei primi mesi del pros- simo anno interrogandoci sulla comunità educante. Il Gruppo nazionale nidi infanzia rinno- va così la sua mission di studio, confronto, riflessione in questa fase di transizione. Aldo Garbarini Segui gli aggiornamenti del programma sul sito: www.ripensareaibambini.it RI-PENSARE AI BAMBINI DOSSIER
  • 4. 6 7 ZEROSEI up VOCI DA ROMA RI-PENSARE AI BAMBINI DOSSIER C omplesso. Difficile. Intenso. Sfiancante. Così si può definire il periodo che stia- mo attraversando, che ci fa perdere la bussola e gli strumenti per orientarci. In questo orizzonte nebuloso oc- corre ri-pensare a come e a cosa significa fare educazione, ricor- dandosi di una bellezza che ol- tre ad essere vissuta, deve essere anche tangibile, ovvero deve po- ter essere esperita, affinché ogni bambino e ogni bambina ne possa godere pienamente. Così, ri-pensare ai bambini significa nutrirsi di una complessità capa- ce di farsi concretezza nell’incer- tezza. In che modo? Siamo relazioni, narrazioni che si fanno trama e si fanno storia. Relazione e narrazione sono due concetti strettamente correlati. Nel mezzo c’è una parola-ponte: fiducia. La scelta di un adulto di raccontarsi, ancor prima di rac- contare e di farsi testimone di una storia già accaduta e cono- sciuta perché propria, può non solo essere un dono in termini di esperienza e scoperta per il/la bambino/a, ma l’ascolto di quel “c’ero una volta io” di quell’adul- to pone sin da subito i due in una reciproca relazione di fiducia. Tale fiducia nasce soprattutto dall’autorevolezza della testimo- nianza. Essere testimoni autorevoli per educatori ed insegnanti è fon- damentale. Ed è imprescindibile per ogni figura implicata in un processo educativo investire sul- la relazione con ogni altro pro- tagonista e in ogni contesto, in virtù del fatto che ogni intorno è anche interno. Si parte da noi, non solo dalla propria formazio- ne, dalle proprie scelte operative, metodologiche e scientifiche, ma anche dai nostri codici affettivi, dalle nostre personalità che sono in continua ri-scoperta quando si incontrano con le altre. Vivia- mo di risonanze interne chia- mati da una Bellezza a cui tutti Il Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia ha affidato ad un gruppo di giovani studentesse un compito di custodia rispetto ai temi toccati nelle diverse tappe del Convegno diffuso. Qui di seguito alcune tracce di futuro offerte dal loro osservatorio dopo il seminario di Roma. compartecipiamo e che ci invita a coltivare l’empatia. Perciò, è compito di qualsiasi figura edu- cativa far sì che il/la bambino/a si senta parte del tutto nel nostro pianeta. Dipendiamo dal sistema e ba- rattiamo tutto per comodità, sicurezza, velocità. Se, invece, si provasse ad investire su autode- terminazione, autorealizzazione e autoregolazione dei bambini e delle bambine cosa accadrebbe? Se ci fermassimo ad ascoltare le loro voci, le loro aspettative sul mondo e i loro sogni, cosa acca- drebbe? Se ci sforzassimo di farci consapevoli dell’imprescindibili- tà di metterci in discussione, di negoziare più visioni collaboran- do nell’interdisciplinarietà, della certezza del non-sapere, del farci carico della nostra responsabili- tà che cresce di pari passo con il sé personale e professionale, che mondo potremmo tracciare? Se imparassimo ad essere acerbi? E come tutte le cose belle, ma complesse, anche questo zero- sei fa un po’ paura. Come si può fare? Chi dobbiamo chiamare? Cosa si può cambiare per soddi- sfare i criteri richiesti? Come ri- usciremo a farlo dopo questi due anni che hanno stravolto tutto? Non si può nascondere che que- sto ambizioso progetto ha gene- rato non poche preoccupazioni. Ecco che allora ci serviva proprio questo respiro, per liberare un attimo la mente dalle inquietudi- ni ed ascoltare le voci rassicuran- ti dei relatori del Convegno che si sono susseguite e che hanno dato modo di riflettere su diver- si spunti. Nella prima parte si è parlato molto della complessità come sinonimo di opportunità; in un’epoca che ci aveva abituati ad avere tutto sotto controllo e a disprezzare l’incertezza, la pan- demia ha rotto qualsiasi regola, ha fatto tremare la terra sotto i nostri piedi. Eppure, forse inaspettatamente, questa esperienza ci ha anche insegnato che è proprio dietro l’imprevisto che possono emer- gere risorse nuove ed inaspet- tate, che magari non si pensava nemmeno di avere. E allora di- venta davvero importante alle- nare questa capacità, quella di saper maneggiare l’imprevisto, di riuscire a stare nel cambia- mento, di poter collaborare con più professioni che mettano in continua discussione le proprie opinioni, nel decostruire e rico- struire nuovi obiettivi e signifi- cati; un valore, quest’ultimo, che dovrebbe essere imprescindibile per qualsiasi cambiamento edi- ficante. Nella complessità della nostra società, poi, non si poteva non parlare anche di disugua- glianze. Ultima in Europa per tasso di occupazione femminile, l’Italia infatti frena la crescita di metà della popolazione su cui ancora grava la quasi totalità del- la cura dell’infanzia. E questo in concomitanza con investimenti insufficienti per sostenere la ge- nitorialità, che si riflette infatti in un calo dei tassi di natalità senza precedenti. ● Ecco però che i servizi per l’in- fanzia possono diventare un’op- portunità di cambiamento: per contrastare le disuguaglianze sociali e di genere, per suppor- tare le donne nella loro emanci- pazione, per colmare le distanze da chi arriva da altre realtà, per disegnare una società. Ma quan- do si parla di educazione, at- tenzione, non lo si fa in termini utilitaristici: educare non vuol dire ripercorrere un sentiero già predeterminato per raggiungere un obiettivo chiaro e preciso. Al contrario, educare oggi significa avere la consapevolezza che gli obiettivi cambiano nel tempo, significa tracciare strade nuove e concentrarsi sul come e perché il bambino apprende le regole che governano il mondo in quel mo- mento, con la consapevolezza e la flessibilità che domani queste potranno cambiare. Nella secon- da parte del convegno, invece, sono state presentate delle speri- mentazioni di nuovi Poli zerosei; un format sicuramente utile per rassicurare anche i più scettici che “lo zerosei si può fare!”. Proprio per questo il sistema in- tegrato 0-6 può rappresentare un desiderio di futuro, dando con- SO-STARE NELL’INCERTEZZA: RECUPERARE UNO SGUARDO “ACERBO” * * L’articolo presenta le riflessioni di Sara Andreani, Martina Battistella, Viviana Franco, Annalisa Gentili, Michela Lamincia, Alessia Macagno, Elisa Morini, Nicole Pellegrino. Il gruppo è coordinato da Moira Sannipoli della Segreteria del Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia. tinuità alle iniziative educative e scolastiche. C’è bisogno di inno- varci, vivendo questo momento di crisi come un cambiamento, riprogettando tutto ciò che fino ad oggi è stato dato per scontato. Sono tre i verbi principali di que- sto cambiamento: disapprende- re, sconfinare e trasgredire. Dobbiamo, in primo luogo, stra- volgere e ribaltare i nostri saperi, non incatenandoci dentro delle linee fisse, ma imparando ad es- sere flessibili, aprendosi a quell’o- rizzonte del possibile che viene scritto dalle storie dei bambini e delle bambine. Dobbiamo spogliarci da tutte quelle maglie rigide, che ci in- chiodano, rispetto ai nostri com- piti e alle nostre funzioni. Infine, bisogna accettare di non essere perfetti, di non poter co- noscere sempre tutto e, accon- tentandosi di sapere abbastanza, trovare il coraggio di osare Ed è quello che ci aspettiamo, formazione e sperimentazione, parole chiavi per adempiere a quel ruolo che ci spetta con ri- spetto, verso quel bambino che rappresenta sì il presente ma so- prattutto il futuro. Chiudiamo con una frase che, durante quella preziosissima giornata ci ha fatto respirare profondamente e che conserveremo nella nostra men- te e nel nostro cuore: “avere uno scatto per fare un balzo”. Di que- sto sentiamo il desiderio.
  • 5. 8 9 ZEROSEI up IL SALUTO DEL PROFESSOR PATRIZIO BIANCHI Ministro dell’Istruzione VOCI DA ROMA RI-PENSARE AI BAMBINI DOSSIER R ingrazio molto il Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia per aver voluto orga- nizzare questo con- vegno su “Costruire il sistema integrato zero sei nella comples- sità dell’oggi”. è un tema impor- tantissimo, questo del ripensare i bambini in questa fase, ripensare ai bambini e ripensare anche i bambini. Si tratta del porre mol- ta più attenzione ai nostri bam- bini di tutto l’intero periodo 0-6, ma ripensare anche i bambini, cioè il ruolo che i bambini hanno in questa nostra società. Le cose che sono successe in questi anni ci devono porre in condizione di fare una profon- da riflessione sul nostro ruolo in questa società che ha ritro- vato nella difficoltà la necessità, il bisogno e l’urgenza di potere ritrovare il senso della comunità. In questa comunità, i bambini devono avere non soltanto un luogo, ma anche dei luoghi che siano adatti a una crescita che possa essere non soltanto felice, ma anche sempre più strumen- tata per affrontare la comples- sità dell’oggi, una complessità che nasce da lontano, ha radici lontane. Una complessità che ha fatto sì che sulle persone oggi e sempre più sui bambini, con- fluiscono quotidianamente una quantità di pressioni, di stimoli, a volte anche di tensioni che de- vono essere affrontate. Devono essere affrontate non soltanto potendo contare sulle proprie capacità, ma anche sulle capacità della comunità in cui si vive. Qui abbiamo affrontato questi temi. Sono state affrontati in ma- niera molto precisa da un grup- po di lavoro guidato prima da Giancarlo Cerini, a cui qui rivol- giamo ancora il nostro ricordo, e oggi da Susanna Mantovani, gruppo di lavoro che ha pro- dotto un documento di grande forza proprio su come ripensare ai bambini. è una linea in parti- colare per lo zero tre, una linea di riflessione sullo zero tre che determina poi gli orientamen- ti per poter sviluppare questo comparto di attività educativa in tutto il Paese. Su questo noi ab- biamo svolto a Bologna di recen- te con la commissaria europea Gabrielli, una riflessione molto importante che ci ha collocato e ha collocato il nostro pensie- ro in un ambito europeo che nel suo insieme deve essere in grado di strumentare di più il sistema educativo integrato nei confronti del mondo di oggi. Non vi è dubbio che oggi il Paese si vede in questo molto distante nei suoi diversi territori. Abbia- mo esperienze consolidate, forti in una buona parte del paese. Dall’altra parte, abbiamo, inve- ce, situazioni che non sono in grado o non hanno dimostrato ancora una capacità progettuale in grado di potere cogliere tutte le opportunità che vengono of- ferte. Questo, ancora una volta, diventa un elemento che ci deve portare a ragionare su come ri- costruire una comunità naziona- le a partire dal sistema educati- vo e a partire proprio dallo zero sei. Ed è su questo credo che il convegno di oggi deve porre l’at- tenzione, un’attenzione che deve sicuramente partire da una plu- ralità di visioni sull’educazione. Il futuro deve sicuramente tene- re conto delle tante esperienze che partono e sono radicate nel territorio, ma devono diventare patrimonio nazionale. C’è anche una riflessione che io credo debba essere importante per quanto riguarda il passag- gio successivo. Primo, come si ricostruisce un sistema integrato effettivamente nazionale, con- siderando che esistono diversi attori istituzionali, non soltanto lo Stato, ma anche le Regioni. Per quanto riguarda la program- mazione, sicuramente i Comuni. Per quanto riguarda la gestione, anche moltissimi soggetti parita- ri e privati che sono in condizio- ne di offrire un servizio. La se- conda riflessione riguarda come si può in questo momento, dare continuità fra le attività formati- ve del periodo 0-6 e quello della scuola dell’obbligo. Ma da ultimo formulo anche una richiesta: che è quella del ragio- nare su quali siano le potenziali- tà di accoglienza del sistema zero sei, soprattutto nei confronti di tutti i bambini che, provenienti da esperienze migratorie, devo- no riuscire a trovare nel nostro Paese quella accoglienza, direi quell’ affetto di cui necessitano. Sono problematiche importanti e credo sicuramente che sarete non soltanto in grado di affron- tarle, ma anche di offrire a tutto il Paese un pensiero che possa essere di orientamento, come per affrontare la complessità dell’og- gi. E devo dire: è un oggi che apre anche ad un futuro che richiede molta riflessione e molto ripen- samento. Il Ministro dell’Istruzione, Professor Patrizio Bianchi. L’umanità si trova oggi di fronte a moltissime sfide di grande rilievo, che investono tutti i campi della vita: la salute di fronte alle pandemie, l’inquinamento enorme, il cambiamento climatico… Ma soprattutto le diseguaglianze non solo tra i diversi Paesi, ma nel nostro stesso Paese. Molte risposte possono venirci dalla scienza. Su questo dobbiamo investire sulle future generazioni. Il bambino che è naturalmente ricercatore e scienziato va incoraggiato nelle sue scoperte e nel suo crescere. E questo da subito: non abbiamo tempo da perdere. I BAMBINI DEBBONO TOCCARE CON MANO GIORGIO PARISI* U na cosa che credo sia sotto gli oc- chi di tutti è che l’umanità deve affrontare enor- mi sfide nel prossimo futuro. Abbiamo già vissuto le sfide degli ultimi due anni, sfortuna- tamente sanitarie connesse alle pandemie; considerando che le * Fisico e accademico italiano, premio Nobel per la fisica nel 2021 per i suoi studi sui sistemi complessi
  • 6. 10 11 ZEROSEI up VOCI DA ROMA RI-PENSARE AI BAMBINI DOSSIER pandemie potranno anche esser- ci un futuro, in quanto il sistema fondamentale della grande co- municazione che c’è nel pianeta favorisce questo tipo di diffusio- ne. Abbiamo però altre sfide che sono ancora più pericolose. Abbiamo di fronte a noi l’enorme inquinamento che c’è nelle città, certo non solo nelle città, che in- fatti dalle città sta andando nelle campagne. Pensate a tutta la Pia- nura Padana estremamente in- quinata. Abbiamo l’esaurimento delle materie prime e il cambia- mento climatico. Noi dobbiamo assolutamente fare in modo che questi problemi vengano risolti e questo non potrà essere fatto. senza grossi sforzi. Non parlo solo di costi finanziari, non me ne importa minimamente di questi costi, nel senso invece che dovremmo fare qualcosa che in qualche modo possa cambiare il nostro stile di vita. ● Dovremmo rinunciare a qualco- sa in maniera da poter affrontare queste grosse difficoltà. È chiaro, diciamo francamente, che finché le nostre case avranno una tem- peratura uguale l’estate e l’inver- no, è difficile poi intervenire sul cambiamento climatico. Tutto questo implica una solidarietà di tutto il mondo. Ma il mondo può essere solidale solo e intan- to se è in pace. Quindi la pace è fondamentale per poter com- battere queste sfide. Il secondo presupposto è che deve essere in qualche modo un mondo giusto ed equo. Quindi la prima cosa è combattere le diseguaglian- ze, non solo tramite le alleanze fra i vari stati, cosa che peraltro sappiamo benissimo come siano assolutamente importanti per- ché è difficile mettere sul tavolo delle trattative climatiche e avere poi delle conclusioni differenti sempre sostenuto Maria Mon- tessori, che i bambini sono natu- ralmente scienziati. Che i bambini sono natural- mente capaci di orientarsi nel mondo e di dedurre quello delle leggi che osservano. È dunque fondamentale che questo perio- do non venga sprecato. Tutta la psicologia moderna sa bene che i bambini che sono testimoni imparano qualche cosa che non la dimenticheranno più. Perché poi, dopo un certo momento, di- venta più difficile insegnare. Quindi è fondamentale che non venga sprecata questa possibilità di insegnare le scienze ai bambi- ni delle scuole dell’infanzia. Ov- viamente questo non è facile. Ci sono tutta una serie di rifles- sioni fatte da Maria Montessori e dall’Istituto Montessori, da tantissimi pedagogisti, esiste dunque una quantità enorme di materiale. Io non sono un pedagogista, ma so bene che queste cose esisto- no. Conosco per esempio mol- to delle iniziative che sono state fatte in Israele per insegnare ai bambini delle scuole delle scuole d’infanzia. ● Ci saranno tante altre iniziative di questo genere. E quello che è fondamentale in tutte queste iniziative è che i bambini, come dice Maria Montessori, devono entrare in un ambiente veramen- te preparato con cura delle loro insegnanti e in questo ambiente devono avere tutto il loro tempo per fare le loro esperienze. Per toccare con le mani, riflettere, cambiare e così via. Gli inse- gnanti hanno un fondamentale ruolo nel preparare l’ambiente didattico. Poi i bambini devono in qualche modo imparare da soli. Ma questo non è solo per bambini, vale anche per i ragazzi per Stati come l’India e gli Stati Uniti, ovvero una situazione in cui uno consuma sette volte più energia dell’altro. Non solo la giustizia serve anche e proprio il senso comune. Se non si ta- gliano diseguaglianze non si può ottenere una lotta forte contro il cambiamento climatico. Ma le diseguaglianze non sono solo tra questo Paese e un altro Paese, sono le diseguaglian- ze nello stesso Paese che anche dobbiamo combattere. Anche in Italia e in tutti gli altri Paesi, in maniera da avere una solidarietà di tutta la popolazione sensibile al cambiamento climatico. Un proverbio -non mi ricordo più di quale nazione- dice che chi ha la pancia piena ha tanti problemi, chi ha la pancia vuota ne ha uno solo. Quindi è fondamentale combat- tere le diseguaglianze. E un mo- tivo per cui lo dico, è perché la scuola, in particolare la scuola dell’infanzia, ma anche il percor- so fra 0 e 6 anni è fondamentale per combattere le diseguaglian- ze. Dobbiamo fare in modo che le nuove generazioni arrivino in una situazione uguale fra di loro e per questo la scuola pubblica è fondamentale. Bisogna che in qualche modo sia possibile che non si lascino sacche dietro, come possono essere quelle degli immigrati che non rimarranno da noi probabilmente per tutta la loro vita, ma che intanto non sono inseriti nelle scuole. E l’altra cosa estremamente im- portante nel tempo lungo è capire che da queste sfide noi possiamo uscirne in maniera ragionevole, senza grossi danni, solo con l’aiu- to della scienza. La scienza è fon- damentale. La scienza, avete vi- sto, è stata fondamentale per aver sbloccato i vaccini. Perché hanno ridotto enormemente le vittime del contagio. Ed è fondamenta- perché è pregiudiziale toccare le cose con le mani grazie a un pro- gramma di insegnamento della scuola con le mani in pasta, toc- cando in maniera tale da poter imparare. Dobbiamo fare tutto questo ve- locemente perché non dobbia- mo perdere le sfide che stanno arrivando. Sono sfide enormi; non dobbia- mo perdere tempo e dobbiamo farlo in maniera che tutti noi cittadini si abbia gli strumenti giusti per affrontare queste sfide. E proprio per questo che ho già parlato con il Sindaco, perché la mia proposta è quella di inco- minciare a riflettere il più velo- cemente possibile su come speri- mentare a Roma l’insegnamento delle scienze nella scuola dell’in- fanzia. Ovviamente io non sono un pedagogista e non so come fare; io sono uno scienziato, però mi pare chiaro che sarebbe fondamentale fare un gruppo di lavoro fra pedagogisti, maestri elementari, scienziati, cioè tutte le persone di buona volontà che possono muoversi in questa di- le la scienza anche per andare avanti. Se noi vogliamo rinun- ciare all’uso del carbone e serve l’uso dell’energia rinnovabile, dobbiamo affidarci alle energie rinnovabili. E quindi le celle fo- tovoltaiche, i nuovi materiali, le pile e così via. Tutto questo siste- ma di accumulazione si basa sul- la scienza e si basa sull’assenza di tutte le innovazioni che noi non abbiamo ancora, ma che sono fondamentali, come per esempio la produzione di carburanti di- rettamente dalle alghe o in altri modi in cui dir l’energia solare può essere trasformata in carbu- rante. Tutte queste cose sono fon- damentali ed è fondamentale che le nuove generazioni conoscano la scienza. Apprezzino la scien- za. Perché servirà per molte delle cose su cui bisognerà decidere. ● Le predizioni sono fondamentali e sono da decenni che gli scien- ziati le fanno e per tanti anni sono stati inascoltati. E quindi è fondamentale che nel futuro non accada questo, anche se le previ- sioni della scienza - ascoltate da tutti gli scienziati - non sono co- munque infallibili. Però la scien- za è un sistema in cui si cerca di ottenere delle predizioni oneste. Prendere tutte le informazioni anche se sbagliate, esaminarle, metterle assieme in modo tale da poter dire quello che scaturisce dalle previsioni, anche con l’in- certezza. Gli scienziati non han- no la palla di cristallo, possono fare quello che possono fare. E il grosso del lavoro degli scien- ziati è proprio quello di capire le incertezze. Ed è fondamentale, a questo punto, come dicevo, che la nuova generazione incontri la scienza fin dalle scuole dell’in- fanzia, promuovendo con forza un’educazione verso la scienza. E questo è anche quello che ha rezione. E cambiando cappello, mi mette il cappello di vicepresi- dente dell’Accademia dei Lincei e vi assicuro che questo è un pro- getto a cui noi teniamo tantissi- mo: la possibilità, appunto, di fare qualcosa in questa direzione per l’insegnamento della scienza nelle scuole. L’Accademia dei Lincei è dispo- nibile ad aiutare, per quanto è possibile, per muoversi in questa direzione. Ed è chiaro che tutto queste iniziative devono essere viste anche nell’ambito del co- struendo Museo delle Scienze a Roma, per cui dovranno esserci in questo museo delle sezioni dedicate ai bambini piccoli, in maniera tale che fin da piccoli i bambini possano essere portati ai musei e possano avere qualco- sa a loro dedicato. Questo è certo un programma di lunghissima scadenza, ma se non si incomin- cia non si finirà mai. Relazione presentata al Convegno di Roma il 19 marzo, testo non rivisto dall’autore. I relatori di Roma.
  • 7. 12 13 ZEROSEI up VOCI DA ROMA RI-PENSARE AI BAMBINI DOSSIER D opo due anni, fi- nalmente riesco a parlare in presenza e non solo al video, quindi per me è davvero un’occasione ecceziona- le. E poi ritorno un po’ a quella che era la mia attività professio- nale prima di diventare direttore sanitario nel 2019. In realtà sono un medico ginecologo, quindi ho sempre seguito il percorso nell’a- rea materno infantile per tanto tempo. Il mondo dell’Educazione è composta dalla parte educativa, dal sociale e dal sanitario. A vol- te sembrano mondi paralleli che però hanno spesso e volentieri intrecci e interferenze. Educazio- ne e salute hanno obiettivi comu- ni e in alcuni momenti linguaggi assolutamente comuni e hanno analisi sulle situazioni abbastan- za simili, Succede però che s ri- usciamo ad incontrarci solo in alcuni momenti. Credo che, invece, ci sia la neces- sità, proprio anche dopo l’espe- rienza del distanziamento e della comunicazione ridotta al video, di ripensare le politiche integrate e provare assolutamente a inte- grare sostanzialmente. Io lo dico perché lo penso dalla parte della salute. Dico e lo penso dalla parte della salute: la salute che non è la sanità. I servizi sanitari agiscono su un ambito molto ridotto, al massimo riescono a intervenire sulla salute dei cittadini per un 25/30%. Tutto il resto della salute è determinato da altri fattori: si- stemi educativi, familiari, socia- li, tutte le disuguaglianze. Sono questi fattori che favoriscono o meno la salute. Quindi le politi- che della salute dovrebbero esse- re politiche integrate che tengono insieme tutto: l’organizzazione della città, l’organizzazione del lavoro, l’ambiente. E avere questa visione complessiva dove tutto deve lavorare per il benessere e la La salute, in senso completo, di bambini e bambine si gioca nei prima anni di vita, che siano 1.000 o 2.000 i giorni critici per un positivo sviluppo. L’accentuarsi dei problemi a seguito anche della pandemia, rende urgente intervenire a fronte di una progressione delle situazioni di povertà. I sistemi sanitario, sociale e educativo debbono intensificare e rendere più incisiva la collaborazione per arrivare a un sistema integrato coerente delle diverse conoscenze e competenze. salute dei cittadini, credo che sa- rebbe assolutamente necessario in modo particolare nella fascia iniziale della vita. Sicuramente sistema sanitario, educativo e sociale devono lavorare in modo integrato. E cosa conta? Cosa in questo caso sullo zero sei? Viene data grande enfasi al tema degli investimenti nei primi anni di vita, perché c’è un ritorno eco- nomico. Allora però questa cosa dovrebbe significare nelle scelte politiche che se abbiamo pochi soldi e siamo in momenti di cri- si, dobbiamo investire proprio dove questo investimento ottie- ne i risultati maggiori. E questo effettivamente si verifica nello sviluppo, parlo dello sviluppo precoce del bambino. Sappiamo tutti che lo sviluppo cognitivo, fi- sico, linguistico, motorio, sociale ed emotivo del bambino avviene nei primi anni di vita. Abbiamo LA SALUTE, OBIETTIVO COMUNE SILVANA BORSARI* * Medico, direttore sanitario dell’AUSL di Modena, consulente della regione E-R per i progetti di prevenzione e membro del CTS presso l’IIS “Rilevazione dei percorsi preventivi e assistenziali off erti alla donna, alla coppia e ai genitori per promuoverei primi 1.000 giorni di vita”. delle immagini bellissime di au- tostrade neuronali che sono pre- senti in quel periodo della vita e che non ci sono più dopo, cioè poi si organizzano in modo di- verso. È stata una scoperta fon- damentale e che ci dice che se dobbiamo investire, investire lì è l’investimento migliore. Perché questo periodo è il momento in cui l’ambiente influisce di più sul bambino. Questo è il motivo per cui si parla in modo importante dei primi 1.000 giorni della parte sanitaria e anche sociale. Si ragiona sui primi 1.000 gior- ni che sono intesi dal momento del concepimento ai due tre anni del bambino, perché è quello il momento su cui si può lavorare di più, ma dobbiamo lavorare in modo assolutamente integrato. Se tutte le competenze si vengono a costruire in modo significativo, particolarmente nelle primissime fasi della vita, allora i Nidi d’in- fanzia e i programmi di supporto e le competenze genitoriali sono a questo punto fondamentali. E questo modello integrato è quello che io vorrei proporre al mondo dell’educazione: una visione inte- grata di relazione tra la parte sa- nitaria che lavora sulla prevenzio- ne o sui disagi, sulla prevenzione delle condizioni che portano alle malattie, sulle diseguaglianze che abbiamo, (alcune condizio- ni sono immodificabili, ma altre possono essere rimosse). ● E quali sono le condizioni? Il tema è che per ridurre queste di- seguaglianze, dobbiamo lavorare bene con i futuri genitori, quindi con i giovani adulti, dobbiamo lavorare bene con le coppie, con la donna all’inizio della gravidan- za, durante tutta la gravidanza e il parto, dopo il parto e i primi anni del bambino. Ma dovrebbe essere un conti- nuum dove i servizi si integra- no in modo importante e dove l’obiettivo principale è dare strumenti ai genitori per riu- scire a rispondere ai bisogni dei bambini. Si parla di genitorialità responsive, cioè di capacità di dare risposte a quelli che sono i bisogni prioritari dei bambini. E cos’è che minaccia questo svilup- po precoce del bambino? Quali sono le minacce più importanti? Certamente, Le avete la povertà estrema, come diceva benissi- mo Linda Laura Sabbadini, l’in- sicurezza, l’incertezza, le dise- guaglianze di genere sono altri elementi fondamentali che mi- nacciano questo sviluppo infan- tile precoce. Questo vale anche per le violenze, soprattutto quelle all’interno della casa domesti- ca, la violenza a cui il bambino assiste. Questi sono gli elementi che provocano disagio e manca- to sviluppo precoce del bambi- no inadeguato. E poi i problemi di salute mentale nei genitori. Questo è un altro elemento im- portante del quale tenere sempre conto, perché sono determinanti importanti di salute e di sviluppo dei bambini. Dobbiamo riuscire a lavorare insieme, per l’appunto, insieme, facendo programmi nei territori. È ovvio che devono esserci le politiche a livello alto, ma poi a livello delle comunità, dei terri- tori devono esserci momenti in cui si fanno programmi insieme e si lavora insieme, con compe- tenze professionali assolutamen- te diverse ma che devono essere molto integrate. Perché? Perché da una parte dobbiamo preveni- re, appunto, diciamolo positiva- mente, ma soprattutto dobbiamo promuovere lo sviluppo buono del bambino e della bambina e contemporaneamente contrasta- re, prevenire quelle che posso- La sala del Convegno a Roma.
  • 8. 14 15 ZEROSEI up Sede: FOQUS Via Portacarrese 69 a Montecalvario (quartieri spagnoli) La pandemia è l’imprevisto che ha scardinato il noto, il consueto e lo scontato rimettendo al centro i saperi e ciò che è sconosciuto. Tutto questo richiede una nuova consapevolezza etica e politica. L’imprevisto e dunque l’incertezza, si pongono al centro delle relazioni, in particolare per le professionalità che si occupano di educazione. Sembrano ineludibili processi di trasformazione ed evoluzione: non si esce dalla crisi complessiva tornando a come si era prima. In questa giornata di convegno i soggetti responsabili si incontrano e si confrontano intorno alla sfida che il decreto 65/2017 e i successivi documenti di indirizzo pongono ai comuni, alle regioni, alle autonomie scolastiche in tutto il territorio nazionale. Il confronto proseguirà nelle quattro stanze con esperti per mettere a fuoco i temi relativi: al rapporto fra risorse, obiettivi e valori (stanza 1); alle strategie che possono essere più favorevoli per costruire il sistema integrato 06 (stanza 2); alle condizioni necessarie all’integrazione fra gestioni pubbliche, paritarie e private accreditate per servizi e scuole professionali di qualità (stanza 3); al contributo che deriva dai documenti guida e indirizzo per la continuità del percorso educativo 06 (stanza 4). Ore 8,30 accoglienza Ore 9.15 – 13.30 Mattinata in plenaria Chair: Rachele Furfaro, referente Gruppo territoriale Campania Saluti istituzionali: Maria Filipponi, Assessora all’Istruzione Comune di Napoli 9,45- Relazioni di apertura: Antonia Labonia, Presidente GNNI Perché a Napoli Carlo Borgomeo, Presidente Fondazione per il Sud On. Le Paolo Siani, Vicepresidente della Commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza, L’infanzia al centro della politica Aldo Fortunati, Direttore dell’Area infanzia e adolescenza dell’Istituto degli Innocenti di Firenze Educazione Zerosei: diritti, qualità e accessibilità nel sistema integrato 10,45-Gli attori del sistema integrato 0/6 Coordina: Francesca Puglisi Maria Filipponi, Assessora all’Istruzione Comune di Napoli. Il ruolo del Comune Ettore Acerra, Direttore Ufficio Scolastico regione Campania. Il ruolo del Ministero Istruzione nelle sue articolazioni. Andrea Morniroli, Rete EducAzioni, Cooperativa sociale Dedalus. Il contributo del terzo settore. Lucia Fortini, Assessora all’Istruzione Regione Campania. Funzioni e ruoli regionali (è stata invitata) Luca Vecchi, Presidente Anci Emilia- Romagna con incarico sullo 0/6. Le politiche dei Comuni per lo zerosei. 12.15-13.30- Quali politiche per il futuro dell’educazione? Gaetano Manfredi, Sindaco di Napoli. On.le Mara Carfagna, Ministro per il Sud e la coesione territoriale Armida Filippelli, Assessora alla Formazione Regione Campania. Ore 14.30 – 17.30 Stanze di discussione e lavoro di gruppo. Stanza 1: Il PNRR e i LEP per costruire il sistema educativo integrato: risorse, obiettivi e valori per progettare il futuro. Relatori: Aldo Garbarini, Vicepresidente GNNI Emmanuele Pavolini, Professore associato di Sociologia dei processi economici e del lavoro Università degli Studi di Macerata Testimoni privilegiati: Anna Perani, Dirigente di settore dipartimento Istruzione, formazione e Pari Opportunità delegata da assessora e vicepresidente regione Calabria Marzia Sica, Responsabile Obiettivo Persone Fondazione Compagnia di San Paolo Stanza 2: L’approccio integrato come sfida strategica per il sistema del welfare. Quali strategie favoriscono la costruzione del sistema educativo integrato? Relatrice: Eleonora Mattia, Presidente IX Commissione - Lavoro, formazione, politiche giovanili, pari opportunità, istruzione, diritto allo studio regione Lazio Testimoni privilegiati: Guglielmo Rispoli, psicopedagogista, tutore dell’infanzia e dell’adolescenza, già Dirigente Scolastico dell’I.C. Massimo Troisi San Giorgio a Cremano Andrea Mori, Direttore Area Culturale Coop. Sociale Progetto Città di Bari Esperienze dalle scuole della città di Napoli Stanza 3: Verso una gestione integrata dei servizi educativi e scolastici. Quali le condizioni fondamentali per una qualificata integrazione nel sistema? Relatrice: Rosa Seccia, MIUR Dirigente scolastica dell’I.C. Madre Claudia Russo - Solimena di Napoli, componente della Commissione nazionale zerosei Testimoni privilegiati: Sura Spagnoli, Cooperativa Sociale L’Arca Legacoop Toscana Noemi Ranieri, Coordinamento Nazionale Scuola dell’Infanzia Esperienze scuole città di Napoli Stanza 4: La continuità del percorso educativo 06. Quali contributi derivano dalle Linee pedagogiche per il sistema integrato 06, dagli Orientamenti nazionali dei servizi educativi, dalle Indicazioni nazionali del curricolo? Relatrice: Sandra Benedetti, Pedagogista già dirigente Regione Emilia-Romagna Testimoni privilegiati: ElioRaviolo, già dirigente Scolastico presso l’Istituto Comprensivo di Carcare (SV) Lorenza Ferrai, Pedagogista responsabile del Settore Ricerca, Formazione e Servizi pedagogici della FISM di Trento Laura Donà, Dirigente tecnico Ufficio Scolastico Regionale Veneto Esperienze dalle scuole della città di Napoli LA SFIDA. COSTRUIRE IL SISTEMA EDUCATIVO INTEGRATO 06 Seminario in presenza e online VERSO NAPOLI SABATO 21-05-2002 - SECONDA SESSIONE – NAPOLI Informazioni e iscrizioni: www.ripensareaibambini.it VOCI DA ROMA RI-PENSARE AI BAMBINI DOSSIER no essere invece gli elementi di estrema difficoltà. Il periodo di pandemia, da cui speriamo di uscire, con la pover- tà e l’incertezza che ha procurato, ha determinato maggiore pover- tà, maggiori incertezze, maggiori diseguaglianze nei servizi sanita- ri. Il problema? Noi abbiamo un aumento di utenti alla neuropsi- chiatria infantile. Abbiamo tanti disturbi del comportamento ali- mentare che sono aumentati in modo significativo in questi due anni. Quindi, insisto, come sani- tà abbiamo la consapevolezza che da soli non riusciamo a far fron- te a queste complessità e a que- ste problematiche. Però è vero che abbiamo molte conoscenze, abbiamo molti studi, molte evi- denze. Io credo che quello che è necessario adesso in parte lo co- nosciamo, lo conosciamo anche abbastanza bene. E come dice- vamo prima, anche da un po’ di anni. Non è che scopriamo ades- so alcune cose? Magari sì, ma altre invece le sappiamo da anni e ora credo sia ora di provare a metterle in pratica e cominciare a fare accordi concreti. In particolare, ragionando sui primi 1.000 giorni, quello che dobbiamo scoprire può essere la comunità educante e il villaggio appunto, di cui si parlava anche prima. È una cosa che appunto è da tempo che ci stiamo dicendo, ma l’abbiamo persa completa- mente. Quindi da questo punto di vista forse questi shock ci fan- no riprendere e ci fanno ripen- sare il nostro modo di lavorare. Credo che nei piani che stiamo facendo adesso, come il Piano sa- nitario sociale regionale, il tema che attraversa tutti gli obiettivi siano le diseguaglianze. Però sono consapevole che nel momento in cui ragioniamo solo tra sociale e sanitario e non sono tutte le politiche che si concen- trano sul tema della salute, siamo parziali, non riusciamo a ottene- re dei risultati come dovremmo ottenere. Il bambino vive in una società in continuo mutamento, quindi le cose che possiamo dare non sono delle cose stabili, ma delle cose che dovrebbero riusci- re a dargli la capacità di stare nel cambiamento, di essere in rela- zione con le persone, col mondo che è in continuo cambiamento. Le parole chiave per me sono emozioni, relazioni, sperimen- tazioni. Il tema è quello del pro- muovere l’autostima. ● Tenendo conto appunto delle diseguaglianze, dobbiamo dare una parte a tutti, che è universa- le, che è lo stesso tema della no- stra prevenzione, nel senso che c’è una prevenzione primaria che facciamo su tutta la popolazione. E poi c’è una parte selettiva sul- le persone più a rischio: a questa parte dobbiamo dare qualcosa in più e qui dobbiamo sempre stare attentissimi. Lo dico anche come sanità, perché a volte anche noi creiamo diseguaglianze nei no- stri servizi, e tantissime perché in realtà dando tutto uguali a tutti, noi non veniamo incontro ai bisogni delle persone che noi assistiamo, che voi educate per- ché creiamo noi stessi disegua- glianze. Quindi questa grande attenzione universale, selettiva e su indica- zione su situazioni specifiche, fare dei piani assolutamente spe- cifici per dare a quei bambini, a quelle famiglie e a quei genitori. L’altra cosa è proprio tener con- to dei genitori delle famiglie. La prima comunità educante è la famiglia e io credo che crei an- che uguaglianza, ma è anche una grande opportunità. È una gran- de risorsa e ce ne stiamo accor- gendo anche noi nella sanità che abbiamo sempre più bisogno, per esempio dei card che soprattutto nelle patologie croniche, ci aiu- tano tantissimo nei percorsi. E noi dobbiamo sostenere, aiutare i chirurghi e credo voi dobbiate insieme a noi sostenere e aiuta- re i genitori ad essere capaci di avere conoscenze e possibilità di aiutare i loro bambini nel miglior modo possibile. Questo è l’altra cosa. Auspiche- rei moltissimo, oltre alla condi- visione di piani di attività anche individuando indicatori, riuscire a fare formazione congiunta. Io credo che tra i professionisti, ap- punto, della sanità, del sociale e educativi, su alcune tematiche in parte lo stiamo già facendo. Sto pensando alla prevenzione del maltrattamento e abuso, ma sto pensando ad altri interventi che debbono essere fatti però molto di più in modo più strutturato e con dei programmi di lavoro, con degli obiettivi comuni che vanno individuati nelle comunità. A livello locale non possiamo. Ci sono sicuramente degli obietti- vi generali, ma ogni comunità, ogni realtà, ha componenti di diseguaglianze o di opportunità completamente diverse. Io la- voro in un’azienda sanitaria di circa 700.000 abitanti: abbiamo sette distretti, sono sette real- tà completamente diverse, pur avendo un’omogeneità di attività. In realtà ogni realtà ha delle spe- cificità, delle caratteristiche, con dei bisogni molto, molto diversi. Io credo che sia così anche per la parte educativa. Credo che ci sia tantissimo lavoro da fare e io sono fortemente motivata a pen- sare che lavorare su questa fascia zero sei anni sia un investimento fondamentale. Relazione presentata al Convegno di Roma il 19 marzo, testo non rivisto dall’autore.
  • 9. 16 17 ZEROSEI up VERSO NAPOLI RI-PENSARE AI BAMBINI DOSSIER La sfida Soffermiamoci innanzitutto sulla parola sfida. Ogni volta che in- traprendiamo un percorso verso mete non pienamente conosciute e con mezzi da definire possiamo dire che ci impegniamo in una sfida perché molto deve essere conosciuto e possiamo ipotizzare già che occorrono cambiamenti sul piano di realtà (amministrati- va, organizzativa, politica, cultu- rale, educativa, sociale), dovendo innanzitutto identificare il pa- trimonio che può costituire una leva, e tutti coloro che sono attori importanti per ruolo e funzioni, cocostruttori e partner dentro la sfida. Il concetto di sfida con- tiene almeno due aspetti: quel- lo del provocare un processo di cambiamento- trasformazione e quello del raggiungere una meta. In entrambi i casi occorre co- struire sapendo che l’esperienza attiva scoperte, imprevisti, e fe- nomeni che appartengono alla complessità. Da questo punto di vista la sfida è un concetto di grande speranza, di fiducia nella costruzione e nella potenza delle relazioni interistituzionali e nelle collaborazioni professionali, se attivate positivamente. Per educare occorre un villaggio: cosa significa oggi? A Roma il 19 marzo i concetto di integrazione professionale e di interdisciplinarità sono stati espressi da tutti gli esperti, ed è emerso che vi è un sostanzia- le bisogno di politiche integra- te che esprimano la volontà di contaminazione e di condivi- sione fra campi differenti, ma con medesimi interessi verso l’infanzia. Un esempio chiaro è stato espresso a proposito della salute per la quale solo il 25 % è dovuto all’intervento sanitario di prevenzione e cura. Al resto concorrono le qualità dei con- testi culturali, sociali, educativi, ambientali, economici e uno dei fattori che incide maggiormente in negativo e in forma trasversale è dato dalle molteplici disegua- Il percorso per rendere attuale il diritto all’educazione fin dalla nascita di tutti i bambini e le bambine parte da molto lontano e non è certo ancora concluso. Sono in gioco molteplici aspetti: normativi, economici, organizzativi. Molteplici sono anche i soggetti implicati: Ministero, Regioni, Comuni, Università… Ma la questione più rilevante è quella di ordine culturale e su questa dobbiamo impegnarci a fondo. glianze. La complessità sembra oggi manifestarsi con tutta la sua evidenza in occasione dei bandi del PNRR per progettare edifici scolastici per servizi educativi e scuole dell’infanzia: in primo luogo, il nostro paese si compo- ne di territori con storie molto differenti sui temi della scuo- la e dell’educazione e dei diritti dell’infanzia; in secondo luogo, l’Italia è fatta di una miriade di piccoli comuni, meravigliosi come borghi, ma poco sostenibi- li se pensati singolarmente verso un sistema di servizi educativi e scolastici; in terzo luogo la de- mografia ci rivela la sensibile di- minuzione delle nascite che non può non essere considerata in relazione agli stili di vita, e a ciò che condiziona (anche negativa- mente) la vita delle giovani gene- razioni del presente. Oggi anche in quei territori, dove l’esperien- IL SISTEMA INTEGRATO DI EDUCAZIONE E DI ISTRUZIONE ZEROSEI È UNA SFIDA? PAOLA VASSURI - SEGRETERIA GNNI za dei servizi per l’infanzia ha costruito un patrimonio sociale e pedagogico che alimenta la po- litica da parecchi anni, l’orizzon- te sembra non essere raggiunto. L’obiettivo per i servizi educativi per la prima infanzia del 33 % di corrispondenza della popolazio- ne dei primi mille giorni di vita in alcuni territori è ampiamente superato, ma si è ancora lontani dal poter offrire a tutti bambini e alle loro famiglie pari opportuni- tà nel diritto a frequentare servi- zi educativi di qualità. La norma pone il tema delle pari opportu- nità e dunque il tema dei livelli di prestazione (LEP) che la Co- stituzione prevede, col decreto 65/2017 diventa una condizione fondamentale da definire e arti- colare. Si è all’inizio del percorso e allo stesso tempo non basta più pensare al 33% se non come tap- pa intermedia e obiettivo di una strategia graduale. Da questo sguardo, da questa vi- sione di ciò che ci caratterizza in prevalenza con diverse combina- zioni a seconda dei territori oc- corre intraprendere la sfida con fiducia e creatività. E non solo, anche come capacità di solida- rietà e scambio di esperienze, conoscenze e strategie gestionali fra territori regionali e fra comu- ni in modalità associata (l’artico- lo 4/65 fa riferimento anche alla forma associata). Solo chi intra- prende insieme ad altri il percor- so trova nuove strade. In attesa di incontrarci a Napoli, soffermiamoci sul decreto 65/2017: verso una cultura dell’infanzia con medesimi obiettivi? Il decreto 65/2017 con l’artico- lo 1 Principi e finalità apre ad una visione dei bambini e delle bambine di grande promessa verso l’infanzia, che riportiamo perché in poche frasi chiare con- tiene principi su cui soffermarsi : Alle bambine e ai bambini, dalla nascita fino ai sei anni, per svi- luppare potenzialità di relazione, autonomia, creatività, apprendi- mento, in un adeguato contesto affettivo, ludico e cognitivo, sono garantite pari opportunità di edu- cazione e di istruzione, di cura, di relazione e di gioco, superando disuguaglianze e barriere terri- toriali, economi- che, etniche e culturali. Questo capoverso non è banaliz- zabile e non può essere dato per scontato, non è da leggere -emo- zionarsi e andare oltre, chiede di sostare con un certo impegno etico e politico verso l’infanzia, quella parte della società mi- gliore perché è insieme presente e futuro. Qui per le bambine e i bambini dei primi 2000 giorni di vita si afferma il diritto all’edu- cazione attraverso contesti qua- lificati, attenti ai temi delle pari opportunità e a ciò che alimenta le disuguaglianze. Le linee peda- gogiche (di cui all’art.5 decreto 65 /2017) danno conto di questi concetti. Auspichiamo che il XXII con- vegno possa portare un piccolo contributo culturale a interro- garsi soffermandoci su quelle parti di principio per non darle per scontate per realizzare servi- zi educativi, scuole dell’infanzia, poli per l’infanzia. A Napoli il 21 maggio è una opportunità di studio per approfondire insieme tanti contenuti di prospettiva. Ma cos’è un sistema integrato di educazione e istruzione zerosei? Innanzitutto, riprendiamo gli obiettivi che vengono descritti nell’art.1: promuove la continu- ità del percorso educativo e sco- lastico…; concorre a ridurre gli svantaggi culturali, sociali e rela- zionali e favorisce l’inclusione...; accoglie le bambine e i bambini con disabilità certificata ai sen- si della legge 5 febbraio 1992, n. 104…; rispetta e accoglie le di- versità ai sensi dell’artico lo 3 del- la Costituzione della Repubblica italiana; sostiene la primaria funzione educativa delle fami- glie…; favorisce la conciliazione tra i tempi e le tipologie di lavoro dei genitori e la cura delle bam- bine e dei bambini, con partico- lare attenzione alle famiglie mo- noparentali; promuove la qualità dell’offerta educativa avvalendosi di personale educativo e docente con qualificazione universitaria e attraverso la formazione conti- nua in servizio …. .
  • 10. 18 19 ZEROSEI up VERSO NAPOLI RI-PENSARE AI BAMBINI DOSSIER Il terreno comune è la volontà di esserci, ma anche di mettere a disposizione il proprio sguar- do e le riflessioni su ciò che si conosce per indagare quello che non si conosce o non si conosce abbastanza. Non solo soci del Gruppo, ma anche tante persone che seguono con interesse. L’au- spicio di associarsi al Gruppo va praticato per liberare il contribu- to politico di tanti, costruendo attraverso la partecipazione, il confronto e il mettere insieme riferimenti, concetti, esperien- ze. Ogni volta che ci si accinge a Alcune evidenze: l’educazione nei servizi educativi zerotre e delle scuole dell’infanzia tresei assume il profilo dei diritti ed esplicita funzioni che superano il tema classico dell’assistenza che an- cora pervade quella visione dei bambini come oggetti di cure in assenza dei genitori e dei servizi come accessori per le famiglie in stato di bisogno. L’educazione de- scritta con le parole dell’articolo 1 è quella dimensione democratica sociale la cui qualità dona alla cit- tà, al borgo e alla comunità pos- sibilità di sviluppo e ai bambini il diritto di cittadinanza, alle fami- glie la rete sociale per arricchirsi culturalmente. Anche questo pas- saggio culturale merita molta at- tenzione fra le donne e gli uomini adulti nelle diverse funzioni di politici, amministratori, dirigen- ti, insegnanti, educatrici, genitori. Davvero è un passaggio condivi- so? Possiamo pensare che questo quadro a cui si ispira la norma ci appartiene in modo diffuso? Le Linee pedagogiche zerosei e gli Orientamenti nazionali dei servizi educativi per l’infanzia (art.5/65) danno ampiamente conto di que- ste qualità del sistema integrato. A questi documenti si rimanda la lettura e lo studio. Il sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino ai sei anni: tra insidie e soglie da attraversare L’articolo 2 del decreto 65/2017 occupandosi dell’Organizza- zione del Sistema integrato di educazione e istruzione indi- confrontarsi intorno all’educare si parla anche di cultura dell’in- fanzia e di cultura educativa. La parola cultura ci indica la pro- pensione in un certo ambito pro- fessionale e sociale a trasformare l’esperienza in conoscenza, in sapere e saper fare condivisibile da tutti coloro che vi partecipa- no. Rovesciando questo concet- to cultura è tutto quanto serve a livello morale e intellettuale per essere consapevoli del ruolo e delle funzioni che competono nella società: patrimonio delle cognizioni e delle esperienze ac- vidua i componenti del siste- ma integrato in relazione agli obiettivi dell’art.1 e art.4: Nella loro autonomia e specificità i ser- vizi educativi per l’infanzia e le scuole dell’infanzia costituiscono, ciascuno in base alle proprie ca- ratteristiche funzionali, la sede primaria dei processi di cura, educazione ed istruzione per la completa attuazione delle finali- tà previste all’articolo 1. Il Siste- ma integrato di educazione e di istruzione accoglie le bambine e i bambini in base all’età ed è costi- tuito dai servizi educativi per l’in- fanzia e dalle scuole dell’infanzia statali e paritarie. Questo articolo è davvero sfi- dante: il sistema diventa tale se identifica le sue componenti e le pone in una rete di relazioni sistematica. Anche gli art.5, 6 e 7 occupandosi dei ruoli e delle funzioni dello Stato, delle Re- gioni, degli Enti locali, aprono a numerosi interrogativi poiché le funzioni gestionali delle dif- ferenti istituzioni verso i servizi e le scuole dell’infanzia sono di diverso tipo. A titolo di esem- pio: i comuni hanno funzioni sia di gestione diretta che indiretta di servizi educativi e di scuole dell’infanzia paritarie oltre che di governance sulle funzioni del di- ritto allo studio, dei servizi socia- li e dell’accesso ai servizi, mentre le autonomie scolastiche statali gestiscono scuole dell’infanzia e tuttalpiù sezioni primavera in forma comprensiva ai livelli sco- lastici di base 3-14 anni: come rendere possibile la collaborazio- ne e la continuità zerosei fra ge- stioni con ambiti differenti? Appare evidente come per fare quisite tramite lo studio, in un determinato ambito del sapere. Se i ruoli e le funzioni sono dati, la cultura si costruisce poco alla volta in un processo di trasfor- mazione fra esperienza e pen- siero grazie alla riflessione e al confronto. Dunque, perché vi sia cultura occorre che vi sia incon- tro, riferimento, condivisione e circolazione di idee da più punti vista. Cultura trova nella parteci- pazione alla comunità un terre- no fertile per la sua costruzione. E con questa riflessione un invito ad esserci. sistema occorra progettare il contesto di relazioni in modo da rendere funzionante la rete, gli scambi, le condivisioni di un patrimonio comune, man- tenendo creatività e originalità. Innanzitutto, emerge un viatico importante a tutti i servizi edu- cativi e alle scuole dell’infanzia come sede primaria dei processi di cura, educazione e istruzio- ne. Ritroviamo nei documenti di indirizzo approfondimenti e orientamenti dedicati a questo che attua un certo cambiamento di paradigma nel mondo scola- stico. Sorgono spontanee alcune domande: come favorire questa importante costrutto - cura ed educazione - per le professiona- lità dedicate all’educare? Come favorire la partecipazione dei servizi e delle scuole dell’infan- zia gestiti da tanti soggetti sta- tali, comunali, privati, del terzo settore? Quali strutture, quali ac- cordi sono necessari per evitare ridondanze e nello stesso tempo costruire una governance dotata di una intenzionalità persisten- te? Il coordinamento pedago- gico territoriale (art.6 lettera c) con quali figure si caratterizza e con quali profili considerando i diversi soggetti statali, comunali, privati? A Napoli inizieremo a confrontarci a partire da alcuni di questi interrogativi? E che il viaggio abbia inizio! Perché iscriversi al GNNI: una questione culturale? Il GNNI è una grande comu- nità di persone impegnate nel mondo educativo con differenti esperienze e ruoli svolti in tutto il territorio nazionale, uniti dal- la volontà di capire l’impegno educativo e di alimentare quel- la cultura politica che proviene dalle tante storie pedagogiche. La realizzazione del diritto all’educazione richiede un inderogabile impegno etico e politico verso l’infanzia. Quali le risposte alla necessità della presenza di una rete pervasiva di servizi educativi e scuole dell’infanzia sul territorio nazionale? Attraverso quali mezzi è pensata una azione istituzionale che tenga in considerazione le differenze territoriali, economiche e strutturali presenti nel nostro paese? Le azioni contenute nel PNRR e la definizione dei LEP sono l’attuale strada intrapresa nella direzione di una risposta a queste istanze. PNRR E LEP RISORSE E PROSPETTIVE PER UN SISTEMA ZEROSEI DI QUALITÀ ELENA CAPPAI* Introduzione La centralità strategica del si- stema integrato zerosei è stata ampiamente argomentata all’in- terno delle norme e dei docu- menti programmatici ministe- riali (https://www.istruzione.it/ sistema-integrato-06/ ). Le direzioni di sviluppo, tan- to nella riflessione pedagogica, quanto nelle scelte politiche, si orientano nel sostenere un pre- coce investimento sull’educazio- ne, ciò nella convinzione che si tratti di interventi strategici, vol- * Dirigente Tecnico presso l’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte.
  • 11. 20 21 ZEROSEI up obiettivo dal Consiglio Europeo di Barcellona del 20023 . Il legi- slatore aveva previsto una prima risposta a detti obiettivi già nel Decreto Legislativo 65/20174 , integrando de facto una indica- zione europea nella normativa nazionale. Recita infatti l’art. 4 comma 1 lettera a del Dlgs 65/2017: “il progressivo consoli- damento, ampliamento, nonché l’accessibilità dei servizi educativi per l’infanzia, anche attraverso un loro riequilibrio territoriale, con l’obiettivo tendenziale di rag- giungere almeno il 33 per cento di copertura della popolazione sotto i tre anni di età a livello nazio- nale”. Una affermazione fonda- mentale, alla quale la Legge di Bilancio 30 dicembre 2021 forni- sce una risposta concreta ed una precisa direzione attuativa. A proposito di LEP Proviamo a soffermarci sul si- gnificato dei LEP. Con questo acronimo sono indicati i “livelli essenziali delle prestazioni”, che riguardano i servizi e le presta- zioni che lo Stato deve garantire uniformemente su tutto il terri- torio nazionale, per consentire il pieno rispetto dei diritti sociali e civili di tutti i cittadini italiani. L’implicito è la necessità della de- finizione dello standard di riferi- mento per prestazioni e servizi che sia in grado di dare risposte coerenti, adeguate e comparabili a tutti i cittadini, prescindendo dal loro luogo di residenza. Il percorso di definizione dei LEP presuppone, infatti, una previa azione capillare di analisi dell’esi- stente: occorre costruire, selezio- nare ed implementare indicatori che siano in grado di identificare 3 https://www.consilium.europa.eu/ media/20936/71065.pdf 4 https://www.gazzettaufficiale.it/eli/ id/2017/05/16/17G00073/sg attraverso quali prestazioni sia garantibile l’accesso dei cittadini ai servizi nel rispetto dei dirit- ti civili e sociali. Si tratta di un processo che comporta una serie di passaggi non banali: 1. mappatura dei servizi erogati sul territorio da ciascun ente; 2. identificazione dei servizi in cui è necessaria la determinazio- ne dei Lep; 3. valutazione dei livelli di spesa e dei servizi erogati per i settori interessati dai Lep; 4. determinazione dei costi e dei fabbisogni standard, in modo da stabilire se le risorse a disposi- zione dell’ente sono sufficienti per erogare il servizio in que- stione. In caso contrario, per calcolare a quanto ammontino le risorse aggiuntive. Operata questa analisi5 , lo Sta- to, competente ex lege, è tenuto a procedere all’erogazione agli Enti Localidellerisorsenecessarieper poter garantire il raggiungimen- to degli standard individuati, ca- librando l’erogazione in ragione delle specifiche necessità. In base alle risorse stanziate è richiesto che i comuni «in forma singola o associata, garantiscono, secon- do una progressione differenziata per fascia demografica tenendo anche conto, ove istituibile, del bacino territoriale di appartenen- za, il raggiungimento del livello essenziale della prestazione attra- verso obiettivi di servizio annua- li».6 La specificità degli obiettivi di servizio7 attribuiti consente 5 https://www.senato.it/service/PDF/ PDFServer/BGT/01069685.pdf 6 Legge di Bilancio 30 dicembre 2021 https://www.gazzettaufficiale.it/eli/ id/2021/12/31/21G00256/sg 7 https://www.gazzettaufficiale.it/ do/atto/serie_generale/caricaPdf?c- dimg=21A0517300100010110001&- dgu=2021-09-01&art.dataPubbli- cazioneGazzetta=2021-09-01&art. codiceRedazionale=21A05173&art. num=1&art.tiposerie=SG una dimensione di implementa- zione scalare delle prestazioni e dei servizi, finalizzata ad una re- ale comparabilità nella direzione del raggiungimento dello stan- dard stabilito dal già citato Dlgs. 65/2017. La definizione dei LEP per i servizi educativi, infatti, so- stiene concretamente lo sviluppo di tutto il sistema 0-6, in quanto mira esplicitamente alla fattiva riduzione del divario esistente fra i territori ed alla garanzia di pari trattamento per i bambini e le bambine di tutto il territorio italiano. Il ruolo del PNRR Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)8 implemen- ta l’utilizzo dei fondi europei assegnati all’Italia nell’ambito del programma Next Genera- tion EU. All’interno delle azio- ni previste, un focus specifico è riservato all’asse strategico dell’inclusione sociale: “Garan- tire una piena inclusione sociale è fondamentale per migliorare la coesione territoriale, aiutare la crescita dell’economia e superare diseguaglianze profonde spesso accentuate dalla pandemia. Le tre priorità principali sono la parità di genere, la protezione e la valo- rizzazione dei giovani e il supera- mento dei divari territoriali” 9 . Il riferimento esplicito alle azioni previste per l’implementazione del sistema educativo zerosei si ritrova nella Missione 4 – Istru- zione e ricerca. La Missione 4 mira a rafforzare le condizioni per lo sviluppo di una economia ad alta intensità di conoscenza, di competitività e di resilienza, partendo dall’a- nalisi delle criticità che vengono 8 https://www.governo.it/sites/governo. it/files/PNRR.pdf 9 ibidem VERSO NAPOLI RI-PENSARE AI BAMBINI DOSSIER ti a produrre effetti positivi sui risultati negli apprendimenti, sul contrasto all’insuccesso scolasti- co ed alle condizioni di povertà materiale o educativa dei bambi- ni. Il rafforzamento dei percorsi educativi e didattici rivolti alla fascia di età della primissima in- fanzia può a pieno diritto essere considerato indice qualificante del livello di inclusione e coesio- ne sociale di una collettività, an- che per l’impatto che essi hanno sulla conciliazione delle esigen- ze di organizzazione familiare e lavorativa, riservando ai più piccoli la miglior cura educativa disponibile. Il compianto Giancarlo Cerini, in un documento risalente al 2020, prima ancora della presen- tazione delle Linee Pedagogiche per il sistema integrato 0-6, così delineava le prospettive di in- tervento: “Il benchmark europeo del 33% o la soglia del 40% come auspicato da più studiosi e orga- nizzazioni rappresenta un ambi- zioso, ma realistico, obiettivo che si potrebbe raggiungere attraverso un consistente investimento strut- turale pluriennale, a partire dalle aree in cui i servizi non sono pre- senti in maniera adeguata” .1 Quali le risposte alla necessità della presenza di una rete perva- siva di servizi educativi e scuole dell’infanzia sul territorio nazio- nale? Attraverso quali mezzi è pensata una azione istituzionale che tenga in considerazione le differenze territoriali, economi- che e strutturali presenti nel no- stro paese? Le azioni contenute nel PNRR e la definizione dei LEP sono l’at- tuale strada intrapresa nella di- rezione di una risposta a queste istanze. Elementi normativi L’affermazione della necessità di garantire una omogeneità nell’e- rogazione di servizi a livello na- zionale è già presente nell’art. 117 della Costituzione Italiana, così come modificato dalla rifor- ma costituzionale del 2001. Alla lettera m) del secondo comma 1 Giancarlo Cerini, “Atlante delle riforme (im)possibili”, Tecnodid, 2021 pag.115-123 è indicata la funzione esclusiva dello Stato nella «determinazione dei livelli essenziali delle presta- zioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale», con lo scopo di consentire che su tutto il territorio, a prescindere dalla divisione in Regioni, ven- gano garantiti standard minimi di certi servizi. Recentemente, la Legge di Bilan- cio 30 dicembre 2021, n. 2342 , pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 310, risponde al dettato costi- tuzionale attraverso un esplicito riferimento a Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) per i nidi d’infanzia, intervenendo così concretamente a fornire stru- menti per una diffusione capilla- re dei servizi sul territorio nazio- nale. In particolare, è stabilito il livello minimo di posti negli asili nido che tutti i Comuni dovran- no garantire e assicurare, senza alcuna eccezione da Nord a Sud: 33 posti ogni cento bambini re- sidenti: quel 33% indicato come 2 https://www.gazzettaufficiale.it/eli/ id/2021/12/31/21G00256/sg
  • 12. 22 23 ZEROSEI up RI-PENSARE AI BAMBINI DOSSIER Sede: Comune di Pesaro Teatro Rossini- Teatro Sperimentale In questa epoca segnata dall’imprevisto la riflessione e il confronto sui fenomeni sociali, culturali, economici che attraversano i mondi delle famiglie, dei bambini, degli educatori sono azioni necessarie e doverose. C’è “un nuovo” da comprendere nella sua complessità, che ci riguarda proprio a partire dalla dimensione educativa. Si dice spesso ‘tornare alla normalità’, ma questo sarebbe un obiettivo effimero. Occorre prepararsi per costruire una nuova transizione verso scenari e orizzonti che possano accogliere e cogliere le novità a partire dal patrimonio educativo sperimentato nei 50 anni di storia dei servizi per l’infanzia. L’incertezza è una condizione dell’esistenza, appartiene ad ogni epoca e dunque anche alla nostra con particolarità e caratterizzazioni tipiche. Sarà la lente concettuale per rileggere e problematizzare i fenomeni che ci segnano e ci coinvolgono nel presente. È un concetto sfidante, che ci interpella ogni volta che occorre ristrutturare, capire, conoscere e scoprire. L’incertezza è anche il frutto di una disposizione a riflettere su ciò che sta accadendo. D’altra parte, il lavoro educativo opera da sempre nella quotidianità dentro l’incertezza. L’incontro quotidiano con i bambini richiede apertura e predisposizione ad accogliere. Esso pone al centro del lavoro educativo la continua ricerca di metodologie necessarie a costruire contesti educativi inclusivi e favorevoli per ogni bambina e bambino. L’osservazione, la scoperta, lo stupore non sono forse le componenti di una mente professionale appassionata e aperta ad accogliere? Il pensiero creativo non è forse la dimensione più importante per affrontare la complessità in educazione? VENERDì 30 SETTEMBRE • dalle 14.00 alle 15.00 accoglienza e registrazioni in presenza e accesso da remoto • dalle 15,00 alle 15.30: apertura convegno e saluti Istituzionali 15.30 Plenaria con esperti. Quali competenze educative per crescere nell’incertezza? Intervengono: Roberto Poli, filoso della complessità Università di Trento Francesco Liuzzi, Psico-sociologo Università di Bari Claudia Giudici, garante infanzia regione Emilia-Romagna Roberto Frabetti, autore, attore, regista e conduttore di laboratori teatrali della cooperativa La Baracca -Testoni Ragazzi SABATO 01 OTTOBRE Costruire la continuità educativa 06: quali soglie di incertezza e complessità da attraversare oggi? • dalle 9,00 alle 12,00: 4 Seminari su alcune soglie di incertezza del lavoro educativo attuale Stanza 1 Prima soglia: MASCHILE/FEMMINILE/*: dilemmi, dubbi e possibilità nel lavoro educativo Stanza 2 Seconda soglia: PERSONALE/SOCIALE/ PROFESSIONALE. La relazione educativa tra individuo, gruppo e comunità Stanza 3 Terza soglia: VIVENTE/DIGITALE/IBRIDO. Ha ancora senso la distinzione tra naturale e artificiale per l’educazione dei bambini? Stanza 4 Quarata soglia: Fragilità/ Sensibilità / Possibilità: quali declinazioni di resilienza in educazione? • 13,00 – 15,00 visita nei servizi di Pesaro su prenotazione SABATO POMERIGGIO 15,30 - 18,00 Plenaria: ricerca, fiducia e creatività per educare alla complessità Con Raffaele Mantegazza, professore di pedagogia interculturale, si parlerà di ricerca con valenza di riflessione e quindi di formazione e verranno presentate ricerche significative per il rapporto fra la ricerca, la formazione e il lavoro educativo. DOMENICA 02 OTTOBRE MATTINA 9.30-12.00 PLENARIA Chiusura del convegno Interventi: • Da Roma a Pesaro. Elaborazione osservazioni di giovani Pensatori Custodi sul XXII convegno nazionale • Garante infanzia nazionale • Ministero dell’Istruzione • Tavola rotonda: I documenti italiani (0/6 Linee, Orientamenti e Indicazioni) in dialogo con l’Europa • Per i prossimi 40 anni: confronto sulle politiche per l’infanzia con esponenti politico nazionali. RI-PENSARE AI BAMBINI NELL’INCERTEZZA DELLA NOSTRA EPOCA Il futuro dell’educazione tra incertezza e complessità TERZA SESSIONE- Programma Pesaro VENERDÌ 30 SETTEMBRE - SABATO 01 OTTOBRE - DOMENICA 02 OTTOBRE rilevate nel sistema generale di istruzione e formazione. In par- ticolare, il Piano sottolinea, rela- tivamente alle tematiche oggetto del presente approfondimento, la presenza di carenze strutturali nell’offerta di servizi di educa- zione e istruzione primarie e, dal punto di vista dei livelli di ap- prendimento, la presenza di Gap nelle competenze di base, alto tasso di abbandono scolastico e divari territoriali. Relativamente al primo punto, il documento rileva la necessità di un duplice approccio10 : l’im- plementazione di servizi ed in- frastrutture atti a consentire la fruibilità dei servizi educativi e di istruzione nella fascia 0-6 anni nei diversi territori e un approc- cio di generale intervento sulle condizioni di occupazione, in particolar modo femminile, che si riflette sulla domanda di acces- so ai suddetti servizi. Le misure del PNRR agiscono sul primo versante rimandando ad altre for- me di politiche nazionali11 l’inter- 10 La carenza di servizi educativi per l’infanzia, unita all’iniqua ripartizione dei carichi di lavoro familiare, condi- ziona negativamente l’offerta di lavoro femminile e riduce il tasso di partecipa- zione delle donne al mercato del lavoro. A loro volta, tali fattori deprimono la domanda apparente di servizi educativi per l’infanzia, generando un equilibrio socialmente inefficiente, dove alla bassa offerta di servizi educativi per l’infanzia corrisponde una ridotta domanda apparente, soprattutto al Sud. Per uscire da questa situazione è quindi neces- sario agire sia dal lato dell’offerta di infrastrutture e servizi sia dal lato della domanda.” https://www.governo.it/sites/ governo.it/files/PNRR.pdf pag. 171 Family Act https://famiglia.governo. it/it/politiche-e-attivita/analisi-e-valu- tazione/politiche-interventi-progetti/ riforma-delle-politiche-della-fami- glia-family-act/cosa-prevede-il-dise- gno-di-legge-family-act/ 11 Family Act https://famiglia.governo. it/it/politiche-e-attivita/analisi-e-valu- tazione/politiche-interventi-progetti/ riforma-delle-politiche-della-fami- vento sul secondo aspetto. Fra gli assi portanti che sosten- gono la Missione “Istruzione e ricerca”, si possono evidenziare in particolare: • Miglioramento qualitativo e ampliamento quantitativo dei servizi di istruzione e formazione • Ampliamento delle competen- ze e potenziamento delle infra- strutture scolastiche. Più nel dettaglio, gli obiettivi vengono perseguiti attraverso un piano denominato “Poten- ziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido all’Università” volto a realizzare gli investimenti materiali ed im- materiali necessari a colmare o a ridurre in misura significativa in tutti i gradi di istruzione le caren- ze strutturali 12 . La specifica missione M4C1 (Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido all’Università) prevede tra gli obiettivi generali l’aumento significativo dell’offerta di po- sti negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia. Detta azione, che prevede lo stanziamento di 4,6 Mld di Euro, persegue la costru- zione, riqualificazione e messa in sicurezza degli asili e delle scuole dell’infanzia al fine di migliorare l’offerta educativa sin dalla pri- ma infanzia e offrire un concreto glia-family-act/cosa-prevede-il-dise- gno-di-legge-family-act/ 12 Ibidem, pag. 173 aiuto alle famiglie, incoraggiando la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e la concilia- zione tra vita familiare e profes- sionale. La misura consentirà la creazione di circa 228.000 posti. L’intervento verrà gestito dal Mi- nistero dell’Istruzione, in collabo- razione con il Dipartimento delle Politiche per la Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Mi- nistri e il Ministero dell’interno, e verrà realizzato mediante il coin- volgimento diretto dei Comuni che accederanno alle procedure selettive e condurranno la fase della realizzazione e gestione del- le opere. 13 L’intervento si colloca piena- mente nella già citata cornice diretta a coprire il 33% di coper- tura della popolazione infantile e persegue la finalità esplicita di colmare, almeno in parte, le di- stanze tra i territori nella diffu- sione di asili nido e servizi prima infanzia, nell’ottica di riequili- brare il sistema territoriale come suggerito dal D.Lgs. n.65/. Si tratta in sintesi, di un investi- mento concreto sulla prima in- fanzia, sui primi 1000 giorni di vita, volto ad ottenere un ritorno in termini educativi, e favorire una maggiore equità di genere nell’occupazione, colmare divari territoriali e socioeconomici che incidono fortemente nelle fami- glie e nella comunità. 13 Ibidem, pag. 177 VERSO NAPOLI Informazioni e iscrizioni: www.ripensareaibambini.it
  • 13. Servizi educativi di qualità: caratteristiche per lo sviluppo 06UP898 ISBN 978-88-99338-98-5 Formato volume: 17 x 24 Pagine 124 Stampa a colori Prezzo di copertina: euro 20,00 a cura di Aldo Garbarini e Ferruccio Cremaschi a cura di Aldo Garbarini e Ferruccio Cremaschi Il Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia, continuando nella sua storica vocazione di promuovere azioni e pensieri nell’ambito del sistema 0 6 anni, ha avviato alcuni momenti di riflessione per conoscere in quali situazioni si trovino i servizi educativi e quali possano essere le condizioni per potenziarne l’offerta. I contributi qui presenti di esperti e rappresentanti sia del settore pubblico che privato (intervenuti ai seminari“Quali risorse per l’educazione dell’Infanzia”del 24 ottobre e“Quali condizioni per la sopravvivenza di servizi educativi di qualità”del 14 novembre, tutti nel 2020) aiutano a comprendere quali risorse – umane, economiche, strumentali – e quali dimensioni di sistema siano oggi necessarie per superare i ritardi ancora presenti nella progettazione integrata. Con questo volume, ripercorrendo analoghe esperienze avviate negli anni passati, si apre la“Collana Quaderni del GNNI”in collaborazione con l’editore Zeroseiup. L’intento è quello di rendere fruibile in modo diffuso quel contesto di confronti, approfondimenti, suggestioni ma anche dichiarazioni e assunzione di posizioni che il Gruppo Nazionale ha sempre promosso ed espresso negli ormai oltre quarant’anni dalla sua costituzione, sempre a difesa dei diritti delle bambine e dei bambini, con la necessaria e dovuta attenzione per le famiglie e per tutte e tutti coloro che nel sistema integrato 0-6 anni operano e interagiscono. Per maggiori informazioni e acquisti: zeroseiup.eu/shop