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Corso di Psicodinamica di gruppo
                      Prof. Claudio Neri
                            09/02/2012




PRIVATO SOCIALE
                   Dott.ssa F. Costigliola
                   Dott.ssa M. Rossetti
SINONIMI

   Terzo Settore
 Azione Volontaria

   Terzo Sistema

  Economia Civile

 Terza Dimensione

 Settore No Profit
DEFINIZIONE
Complesso di istituzioni che, all’interno del sistema
economico, si collocano tra lo stato e il mercato ma
non sono riconducibili né all’uno né all’altro.
Si tratta di soggetti organizzativi di natura privata
ma volti alla produzione di beni e servizi a
destinazione pubblica o collettiva.
Le organizzazioni del Terzo Settore forniscono al
benessere della società un contributo non
inferiore, anche se di natura diversa, da quello di
Stato e Mercato.
REQUISITI

 Costituzione  formale
 Natura giuridica privata

 Divieto di distribuzione dei profitti

 Autogoverno

 Volontariato
DEFINIZIONE DELL’ORDINE DEGLI
          PSICOLOGI DEL LAZIO
Il Terzo Settore comprende tutti quegli interventi in cui la professionalità
psicologica viene richiesta:
- da un committente pubblico
- al di fuori del rapporto di lavoro organico
- per finalità sociali e socio-sanitarie
- in aree primariamente ad interesse pubblico, storicamente presidiate
dallo Stato Sociale
- sotto il controllo diretto o indiretto della pubblica amministrazione

Questa definizione prescinde dall’esistenza di una struttura organizzativa
ed inserisce in questo settore anche le attività professionali svolte dagli
psicologi in rapporto diretto con enti locali, su progetti limitati alle finalità
sociali e socio-Sanitarie.
TIPOLOGIE DI SERVIZI

         Gruppidi auto mutuo aiuto
              Case famiglia
           Ambulatori sociali
           Cooperative sociali
       Associazioni di volontariato
  ONG (Organizzazione non governativa )
ONLUS (Organizzazione non lucrativa di utilità
                  sociale)
MOVIMENTO ANTIPSICHIATRICO

    Manicomi                                  →                                     Servizi
  Obbligatorietà                              →                                Consenso
     Ricovero                                 →                        Presa in carica
Visite Specialistiche → Relazione Terapeutica
     Bisogni                                  →                                      Diritti
         I dipartimenti di salute mentale come contesti istituzionali e nuove organizzazioni della cura (Boccara, 2011).
TIPOLOGIE DI SERVIZI

         Gruppidi auto mutuo aiuto
              Case famiglia
           Ambulatori sociali
           Cooperative sociali
       Associazioni di volontariato
  ONG (Organizzazione non governativa )
ONLUS (Organizzazione non lucrativa di utilità
                  sociale)
GRUPPI DI AUTO MUTUO AIUTO
Sono delle reti sociali artificiali create allo scopo di produrre
aiuto e sostegno reciproco tra individui che condividono gli
stessi problemi (di ordine personale, comportamentale,
familiare, sociale, medico, etc .).
Sono costituiti da un numero limitato di persone o famiglie e vi
si accede per libera scelta
Non offrono terapie nel senso tradizionale del termine ma
permettono l’attuazione di un cambiamento attraverso la
condivisione di esperienze di vita comuni.

I valori alla base del gruppo sono: LEGAME, FIDUCIA, RISPETTO.
CASE FAMIGLIA
Comunità residenziali di tipo familiare.
Sono delle normali abitazioni in cui operatori specializzati
coordinano le attività e la vita delle persone che ne fanno
parte e che collaborano nella gestione della casa.
Il fine è l'accoglienza di minori, disabili, anziani, persone
affette da AIDS, persone con problematiche psico-sociali
La richiesta di ospitalità in una casa famiglia deve essere
inoltrata ai servizi sociali del proprio Comune, che valuta la
situazione personale e che, se necessario, può coprire i costi
della retta in modo parziale o totale.
CASE FAMIGLIA PER I MINORI
Mettono in atto interventi socio-assistenziali ed educativi integrativi
o sostitutivi della famiglia.
I tratti di maggiore affinità con la famiglia sono i seguenti:
• Presenza di figure parentali (materna e paterna) che eleggono le
  persone accolte a loro famiglia, facendone la propria casa a tutti
  gli effetti.
• Presenza di un numero ridotto di residenti per garantire che i
  rapporti interpersonali siano quelli di una famiglia.
• La casa deve avere le caratteristiche architettoniche di una
  comune abitazione familiare, compatibilmente con le norme
  eventualmente stabilite dalle autorità sanitarie.
• La casa deve essere radicata nel territorio, deve cioè usufruire dei
  servizi locali (negozi, luoghi di svago, istruzione) e partecipare alla
  vita sociale della zona.
AMBULATORIO SOCIALE

È diretto a individui, coppie o famiglie di
tutte le età, credo, nazionalità, classe sociale
con      difficoltà    di      varia     natura
(psicologiche, sanitarie, etc.) che non
riescono a trovare risposta né nel pubblico
né nel privato.
(Ambulatorio sociale di psicoterapia Don Calabria).
COOPERATIVE SOCIALI
Perseguono l'interesse generale della comunità alla promozione e
integrazione sociale dei cittadini attraverso:
   la gestione di servizi socio-sanitari ed educativi (tipo A) (Magliana 80);
   lo svolgimento di attività diverse (agricole, industriali, commerciali o di
  servizi) finalizzate all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate
  (tipo B) (ITAS Garibaldi).

I servizi offerti sono vari:
  alloggio minori; informazione/orientamento; aggregazione giovanile;
  servizi di animazione territoriali; comunità terapeutiche per soggetti
  tossicodipendenti; comunità/alloggio/centri diurni per handicap fisici e
  psichici; assistenza domiciliare; centri diurni per anziani; recupero di
  persone svantaggiate; case di riposo; inserimento lavorativo.
RUOLO DELLO PSICOLOGO
   Servizi di welfare d'accesso (per esempio i centri di prima accoglienza, di informazione, i servizi
sociali all'interno delle amministrazioni comunali e delle Asl):
         • presa in carico, redazione della cartella clinica, rilevazione di ogni elemento di carattere
         psicosociale e sanitario utile per la definizione del programma di trattamento individuale;
         • ascolto, orientamento, chiarificazione, sostegno e assistenza nel progetto di recupero.

   Strutture residenziali e semiresidenziali:
         • programmazione, organizzazione e svolgimento di tutte le attività che si effettuano all'interno
         della struttura residenziale;
         • valutazione dei bisogni psichici ed emotivi della persona e del suo contesto per favorire il
         processo di comunicazione fra il paziente e gli operatori della struttura.
         • assicura una presenza programmata nella struttura.

   Osservatori regionali:
         •concorre all'analisi delle problematiche psicosociali e alla programmazione e progettazione di
         specifici interventi.
   Servizi domiciliari:
         •sostegno psicologico e consulenza agli operatori nell'ambito dell'attuazione dei piani di
         intervento.
RISCHI DEL MESTIERE
Il problema del ruolo dello psicologo nel terzo settore deriva dalla
peculiarità del contesto:

  incertezza del ruolo, che spesso è squalificato e messo ai
margini oppure soppiantato da altre figure professionali (in molte
situazioni confina con l’assistente sociale e con l’educatore).
 connotazione volontaristica del servizio che non permette il
riconoscimento del valore aggiunto costituito dalla professionalità
tecnica dello psicologo.
 limitatezza dei fondi che non garantisce un’adeguata
remunerazione e una prospettiva di crescita professionale
creando un senso di precarietà.
LAVORARE PER IMITAZIONE
Il problema del ruolo dello psicologo nel terzo settore deriva dalla
peculiarità del contesto:

  “ha funzionato con me e con quello prima di me e funzionerà anche con te”.
Senza mentalizzazione (applicare al contesto le conoscenze acquisite
durante gli studi) il rischio è di lavorare per imitazione, cercando di
assumere, contemporaneamente, l’identità del leader e della comunità. La
pericolosità dell’imitazione senza un approfondimento è di dimenticare
l’essere umano che si ha davanti, la sua storia, le sue emozioni, le sue
fragilità
Per relazionarsi con l’utente che arriva al servizio e imparare a mantenere
la distanza emotiva e a gestire il proprio ruolo sono fondamentali la pratica
e il tirocinio.
MENTALIZZAZIONE
Per mentalizzare lo psicologo dovrebbe:
   chiedersi cosa farebbe in una determinata
  circostanza e perché l’operatore di riferimento si è
  comportato in quel modo;
   mettere in contatto le due risposte;
   confrontarsi e porre domande all’operatore.


Per facilitare il processo di mentalizzazione è
importante il monitoraggio.
MONITORAGGIO
Nei servizi del terzo settore il monitoraggio dello psicologo avviene in tre
momenti distinti:

•   Autovisione: è costituita da un momento di riflessione che permette
    allo psicologo di guardare retrospettivamente come è andato un
    intervento consentendogli di elaborare le emozioni suscitate dal caso.
    Viene condotta alla fine di un incontro, di un colloquio o di una terapia;
•    Intervisione: confronto con il resto dell’équipe, ad esempio con gli
    operatori con cui si è attuato uno specifico intervento;
•   Supervisione: permette di fare un lavoro per monitorare come
    l’operatore si rapporta con i colleghi durante un loro intervento e come
    si rapporta con gli utenti. Consente, inoltre, una riflessione sulle
    emozioni che sono state scatenate in una situazione particolare. La
    supervisione è l’aspetto più importante di un équipe che lavora per
    strada o in un’unità terapeutica.
DON CALABRIA
                       Emarginiamo l’emarginazione
L’Istituto Don Calabria è un Ente Ecclesiastico civilmente riconosciuto,
impegnato in Italia e all‘estero con programmi riabilitativi, formativi ed
assistenziali rivolti agli “ultimi”, che nelle realtà specifiche locali hanno come
protagonisti i minori, le persone disabili, i detenuti, le persone bisognose di
cure mediche.
L'Istituto Don Calabria, è presente a Roma da settanta anni nella borgata di
Primavalle.
Dopo la Legge 180/78 (la legge Basaglia), la Casa dell‘Opera don Calabria a
Roma comincia ad ospitare nella sua struttura gli ex pazienti dell'Ospedale
psichiatrico Santa Maria della Pietà.
Allo stato attuale dei fatti, all’interno dell’Istituto Don Calabria di Roma sono
presenti servizi e progetti a scopo riabilitativo, assistenziale e ricreativo, diurni
e residenziali accreditati e convenzionati con le istituzioni, che si rivolgono a
persone con problemi di salute mentale e alle loro famiglie.
DON CALABRIA
                          Ambulatorio Sociale
Si propone come una realtà privato sociale:
         Solidale,
        Accessibile,
        Sostenibile,
        Competente.


L'Ambulatorio inoltre si vede costantemente impegnato anche sui versanti di:
         Formazione,
         Ricerca in psicoterapia,
         Sensibilizzazione e promozione di temi inerenti alla salute mentale e
        alla disabilità.

Nonostante si trovi in una struttura religiosa, il servizio di psicoterapia è
assolutamente laico ed è portato avanti esclusivamente da professionisti.
DON CALABRIA
                           Ambiti di intervento
• Incontri con persone afflitte da problemi psicologici o relazionali
• Incontri di coppia per problemi relazionali in qualsiasi fase del ciclo vitali
• Sostegno alla funzione genitoriale in casi di conflittualità coniugale inconciliabile
• Incontri per promuovere una genitorialità consapevole in coppie in attesa di un
figlio
• Incontri sulla conflittualità intergenerazionale
• Incontri sulle problematiche delle coppie adottive ed affidatarie
• Incontri con genitori e fratelli di persone con disabilità e disturbi psichici
• Incontri con persone con difficoltà a sostenere malattie organiche gravi, croniche
o comunque stressanti, e con i loro familiari
• Incontri per il sostegno della qualità della vita nella terza età
MAGLIANA 80
La cooperativa sociale (tipo A) Magliana ’80 è nata nel 1980 per
rispondere alle situazioni di disagio e tossicodipendenza che all’epoca
andavano emergendo come le più gravi e rischiose per le fasce giovanili
del nostro territorio.
Oggi la Cooperativa sociale Magliana ’80 ha per oggetto sociale lo
svolgimento in collaborazione con Enti pubblici e privati di attività
inerenti la salvaguardia e la cura della salute nonché la lotta contro i
fenomeni dell’esclusione sociale, con particolare attenzione alle
problematiche quali tossicodipendenze, lotta alla tratta, migrazione e
povertà.
Il modo di lavorare è frutto dell’integrazione fra componenti del
volontariato e operatori professionali che formano un’équipe
multidisciplinare. Genitori, cittadini e parti sociali sono il sostegno e
l’integrazione per progetti tecnici portati avanti da ex-
tossicodipendenti, ex-detenuti, psicologi e medici.
MAGLIANA 80
Le attività svolte sono:
• conduzione e gestione di servizi riguardanti l’accoglienza di
   persone tossicodipendenti, di persone vittime di tratta, migranti;
• consulenze e progettazioni di servizi nel campo della tutela della
   salute e per l’inclusione sociale;
• promozione e gestione di attività di carattere sociale e culturale
   volte alla sensibilizzazione della popolazione generale rispetto alle
   problematiche suddette;
• progettazione di attività per l’inserimento di giovani in Servizio
   Civile Volontario;
• studi, ricerche scientifiche e progettazione per conto di Enti
   pubblici a carattere comunale, regionale e nazionale;
MAGLIANA 80
I servizi offerti sono quindi eterogenei e comprendono:

   Centri di Accoglienza per Tossicodipendenti (3 Diurni, 1 Notturno)
   Area Prevenzione giovani e riduzione del danno (4 UDS)
   Lotta alla tratta
   Migranti
   Ricerca e formazione
   Volontariato

I progetti attivi attualmente sono due:

   Progetto per l’Avvio al lavoro di stranieri Neocomunitari (PANE)
   Sportello Bussola del Migrante
MAGLIANA 80
I gruppi terapeutici all’interno delle comunità residenziali o
diurne, dove i soggetti vivono in relazione tra loro, sono
gruppi di confronto che non superano le 15 persone.
Gli psicologi sono entrati a lavorare nelle comunità dopo
gli anni ’90: in precedenza i gruppi venivano condotti da
operatori ex-tossicodipendenti che avevano seguito uno
specifico training formativo.

Si possono individuare tre tipologie di gruppi di confronto,
qualitativamente diverse, che si susseguono nel tempo in
un percorso di crescita.
MAGLIANA 80
  Gruppi comportamentali
Prima di effettuare gruppi terapeutici veri e propri, alcune comunità sono solite
proporre all’utenza la partecipazione a “gruppi di incontro sui comportamenti”: gruppi
brevi effettuati con una frequenza di due volte al giorno, ogni mattina e sera, con
l’obiettivo di riflettere sui comportamenti tenuti durante la giornata.

 Gruppi dinamici
In questi gruppi una persona può esternare le emozioni che prova nei confronti di
un’altra in presenza di quest’ultima, facendo riferimento a una situazione vissuta
insieme. Questi gruppi sono difficili da condurre poiché può succedere che gli utenti si
sfoghino senza comprendere realmente il loro stato emotivo, ma sono necessari per
permettere una maggiore conoscenza di se stessi e il passaggio ad un nuovo livello di
crescita.

 Gruppi statici
Gruppi in cui ci si confronta sulla propria storia personale e in cui si ha la possibilità di
descrivere i propri livelli emotivi. Tra questi troviamo il gruppo con psicodramma
(Moreno) e il gruppo NIP (nuove identità personali) (Casriel)
ITAS GARIBALDI
All’interno dell’ ITAS Garibaldi di Roma, è stata creata una cooperativa sociale di tipo B
finalizzata all’inserimento lavorativo dei ragazzi con disabilità che frequentano l’ITAS stesso.
Tale cooperativa ha dato vita a diversi progetti:
      L’orto capovolto

      La terra che cura, la cura della terra, l’orto dei semplici

      La trattoria sociale “Articolo 14”.



I macro obiettivi riguardano:
- valorizzare le specificità di ogni individuo, sostenerne i deficit, correggerne gli eccessi ed
     apprezzarne le “diverse abilità”;
- valorizzare l’importanza del sostegno scolastico e particolarmente dell’integrazione in
     generale;
- sviluppare percorsi di inserimento scolastico e professionale, attraverso la discussione e
     determinazione di un progetto di vita condiviso da famiglia, istituzioni e territorio;
- garantire ai ragazzi diversamente abili ed alle loro famiglie i diritti alla crescita, allo studio
     e al lavoro, in proporzione alle effettive potenzialità di ognuno.
ITAS GARIBALDI
                           Laboratori integrati

Con l’obiettivo di perseguire le finalità del progetto sopra citato e creare un nuovo
tipo di didattica, sono stati avviati quattro “laboratori integrati” trasversali alle
lezioni normali: abilità sociali, grafica, orto, cucina.
La selezione dei ragazzi disabili per ogni laboratorio è stata effettuata tenendo
conto sia di quelle che erano le loro preferenze ed attitudini, sia del tipo e del
livello della loro disabilità valutata all’inizio dell’anno accademico.
I quattro laboratori condividevano gli stessi macro obiettivi: miglioramento delle
abilità sociali, integrazione, avviamento professionale. I micro obiettivi invece
erano specifici per ogni laboratorio e stilati in base alle competenze di ogni
ragazzo disabile.
Corso di Psicodinamica di gruppo
                     Prof. Claudio Neri
                           06/02/2012




PRIVATO SOCIALE
                   Dott.ssa F. Costigliola
                   Dott.ssa M. Rossetti

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20120209 marzia e_federica_privato_sociale

  • 1. Corso di Psicodinamica di gruppo Prof. Claudio Neri 09/02/2012 PRIVATO SOCIALE Dott.ssa F. Costigliola Dott.ssa M. Rossetti
  • 2. SINONIMI  Terzo Settore  Azione Volontaria  Terzo Sistema  Economia Civile  Terza Dimensione  Settore No Profit
  • 3. DEFINIZIONE Complesso di istituzioni che, all’interno del sistema economico, si collocano tra lo stato e il mercato ma non sono riconducibili né all’uno né all’altro. Si tratta di soggetti organizzativi di natura privata ma volti alla produzione di beni e servizi a destinazione pubblica o collettiva. Le organizzazioni del Terzo Settore forniscono al benessere della società un contributo non inferiore, anche se di natura diversa, da quello di Stato e Mercato.
  • 4. REQUISITI  Costituzione formale  Natura giuridica privata  Divieto di distribuzione dei profitti  Autogoverno  Volontariato
  • 5. DEFINIZIONE DELL’ORDINE DEGLI PSICOLOGI DEL LAZIO Il Terzo Settore comprende tutti quegli interventi in cui la professionalità psicologica viene richiesta: - da un committente pubblico - al di fuori del rapporto di lavoro organico - per finalità sociali e socio-sanitarie - in aree primariamente ad interesse pubblico, storicamente presidiate dallo Stato Sociale - sotto il controllo diretto o indiretto della pubblica amministrazione Questa definizione prescinde dall’esistenza di una struttura organizzativa ed inserisce in questo settore anche le attività professionali svolte dagli psicologi in rapporto diretto con enti locali, su progetti limitati alle finalità sociali e socio-Sanitarie.
  • 6. TIPOLOGIE DI SERVIZI Gruppidi auto mutuo aiuto Case famiglia Ambulatori sociali Cooperative sociali Associazioni di volontariato ONG (Organizzazione non governativa ) ONLUS (Organizzazione non lucrativa di utilità sociale)
  • 7. MOVIMENTO ANTIPSICHIATRICO Manicomi → Servizi Obbligatorietà → Consenso Ricovero → Presa in carica Visite Specialistiche → Relazione Terapeutica Bisogni → Diritti I dipartimenti di salute mentale come contesti istituzionali e nuove organizzazioni della cura (Boccara, 2011).
  • 8. TIPOLOGIE DI SERVIZI Gruppidi auto mutuo aiuto Case famiglia Ambulatori sociali Cooperative sociali Associazioni di volontariato ONG (Organizzazione non governativa ) ONLUS (Organizzazione non lucrativa di utilità sociale)
  • 9. GRUPPI DI AUTO MUTUO AIUTO Sono delle reti sociali artificiali create allo scopo di produrre aiuto e sostegno reciproco tra individui che condividono gli stessi problemi (di ordine personale, comportamentale, familiare, sociale, medico, etc .). Sono costituiti da un numero limitato di persone o famiglie e vi si accede per libera scelta Non offrono terapie nel senso tradizionale del termine ma permettono l’attuazione di un cambiamento attraverso la condivisione di esperienze di vita comuni. I valori alla base del gruppo sono: LEGAME, FIDUCIA, RISPETTO.
  • 10. CASE FAMIGLIA Comunità residenziali di tipo familiare. Sono delle normali abitazioni in cui operatori specializzati coordinano le attività e la vita delle persone che ne fanno parte e che collaborano nella gestione della casa. Il fine è l'accoglienza di minori, disabili, anziani, persone affette da AIDS, persone con problematiche psico-sociali La richiesta di ospitalità in una casa famiglia deve essere inoltrata ai servizi sociali del proprio Comune, che valuta la situazione personale e che, se necessario, può coprire i costi della retta in modo parziale o totale.
  • 11. CASE FAMIGLIA PER I MINORI Mettono in atto interventi socio-assistenziali ed educativi integrativi o sostitutivi della famiglia. I tratti di maggiore affinità con la famiglia sono i seguenti: • Presenza di figure parentali (materna e paterna) che eleggono le persone accolte a loro famiglia, facendone la propria casa a tutti gli effetti. • Presenza di un numero ridotto di residenti per garantire che i rapporti interpersonali siano quelli di una famiglia. • La casa deve avere le caratteristiche architettoniche di una comune abitazione familiare, compatibilmente con le norme eventualmente stabilite dalle autorità sanitarie. • La casa deve essere radicata nel territorio, deve cioè usufruire dei servizi locali (negozi, luoghi di svago, istruzione) e partecipare alla vita sociale della zona.
  • 12. AMBULATORIO SOCIALE È diretto a individui, coppie o famiglie di tutte le età, credo, nazionalità, classe sociale con difficoltà di varia natura (psicologiche, sanitarie, etc.) che non riescono a trovare risposta né nel pubblico né nel privato. (Ambulatorio sociale di psicoterapia Don Calabria).
  • 13. COOPERATIVE SOCIALI Perseguono l'interesse generale della comunità alla promozione e integrazione sociale dei cittadini attraverso:  la gestione di servizi socio-sanitari ed educativi (tipo A) (Magliana 80);  lo svolgimento di attività diverse (agricole, industriali, commerciali o di servizi) finalizzate all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate (tipo B) (ITAS Garibaldi). I servizi offerti sono vari: alloggio minori; informazione/orientamento; aggregazione giovanile; servizi di animazione territoriali; comunità terapeutiche per soggetti tossicodipendenti; comunità/alloggio/centri diurni per handicap fisici e psichici; assistenza domiciliare; centri diurni per anziani; recupero di persone svantaggiate; case di riposo; inserimento lavorativo.
  • 14. RUOLO DELLO PSICOLOGO  Servizi di welfare d'accesso (per esempio i centri di prima accoglienza, di informazione, i servizi sociali all'interno delle amministrazioni comunali e delle Asl): • presa in carico, redazione della cartella clinica, rilevazione di ogni elemento di carattere psicosociale e sanitario utile per la definizione del programma di trattamento individuale; • ascolto, orientamento, chiarificazione, sostegno e assistenza nel progetto di recupero.  Strutture residenziali e semiresidenziali: • programmazione, organizzazione e svolgimento di tutte le attività che si effettuano all'interno della struttura residenziale; • valutazione dei bisogni psichici ed emotivi della persona e del suo contesto per favorire il processo di comunicazione fra il paziente e gli operatori della struttura. • assicura una presenza programmata nella struttura.  Osservatori regionali: •concorre all'analisi delle problematiche psicosociali e alla programmazione e progettazione di specifici interventi.  Servizi domiciliari: •sostegno psicologico e consulenza agli operatori nell'ambito dell'attuazione dei piani di intervento.
  • 15. RISCHI DEL MESTIERE Il problema del ruolo dello psicologo nel terzo settore deriva dalla peculiarità del contesto:  incertezza del ruolo, che spesso è squalificato e messo ai margini oppure soppiantato da altre figure professionali (in molte situazioni confina con l’assistente sociale e con l’educatore).  connotazione volontaristica del servizio che non permette il riconoscimento del valore aggiunto costituito dalla professionalità tecnica dello psicologo.  limitatezza dei fondi che non garantisce un’adeguata remunerazione e una prospettiva di crescita professionale creando un senso di precarietà.
  • 16. LAVORARE PER IMITAZIONE Il problema del ruolo dello psicologo nel terzo settore deriva dalla peculiarità del contesto: “ha funzionato con me e con quello prima di me e funzionerà anche con te”. Senza mentalizzazione (applicare al contesto le conoscenze acquisite durante gli studi) il rischio è di lavorare per imitazione, cercando di assumere, contemporaneamente, l’identità del leader e della comunità. La pericolosità dell’imitazione senza un approfondimento è di dimenticare l’essere umano che si ha davanti, la sua storia, le sue emozioni, le sue fragilità Per relazionarsi con l’utente che arriva al servizio e imparare a mantenere la distanza emotiva e a gestire il proprio ruolo sono fondamentali la pratica e il tirocinio.
  • 17. MENTALIZZAZIONE Per mentalizzare lo psicologo dovrebbe:  chiedersi cosa farebbe in una determinata circostanza e perché l’operatore di riferimento si è comportato in quel modo;  mettere in contatto le due risposte;  confrontarsi e porre domande all’operatore. Per facilitare il processo di mentalizzazione è importante il monitoraggio.
  • 18. MONITORAGGIO Nei servizi del terzo settore il monitoraggio dello psicologo avviene in tre momenti distinti: • Autovisione: è costituita da un momento di riflessione che permette allo psicologo di guardare retrospettivamente come è andato un intervento consentendogli di elaborare le emozioni suscitate dal caso. Viene condotta alla fine di un incontro, di un colloquio o di una terapia; • Intervisione: confronto con il resto dell’équipe, ad esempio con gli operatori con cui si è attuato uno specifico intervento; • Supervisione: permette di fare un lavoro per monitorare come l’operatore si rapporta con i colleghi durante un loro intervento e come si rapporta con gli utenti. Consente, inoltre, una riflessione sulle emozioni che sono state scatenate in una situazione particolare. La supervisione è l’aspetto più importante di un équipe che lavora per strada o in un’unità terapeutica.
  • 19. DON CALABRIA Emarginiamo l’emarginazione L’Istituto Don Calabria è un Ente Ecclesiastico civilmente riconosciuto, impegnato in Italia e all‘estero con programmi riabilitativi, formativi ed assistenziali rivolti agli “ultimi”, che nelle realtà specifiche locali hanno come protagonisti i minori, le persone disabili, i detenuti, le persone bisognose di cure mediche. L'Istituto Don Calabria, è presente a Roma da settanta anni nella borgata di Primavalle. Dopo la Legge 180/78 (la legge Basaglia), la Casa dell‘Opera don Calabria a Roma comincia ad ospitare nella sua struttura gli ex pazienti dell'Ospedale psichiatrico Santa Maria della Pietà. Allo stato attuale dei fatti, all’interno dell’Istituto Don Calabria di Roma sono presenti servizi e progetti a scopo riabilitativo, assistenziale e ricreativo, diurni e residenziali accreditati e convenzionati con le istituzioni, che si rivolgono a persone con problemi di salute mentale e alle loro famiglie.
  • 20. DON CALABRIA Ambulatorio Sociale Si propone come una realtà privato sociale:  Solidale, Accessibile, Sostenibile, Competente. L'Ambulatorio inoltre si vede costantemente impegnato anche sui versanti di:  Formazione,  Ricerca in psicoterapia,  Sensibilizzazione e promozione di temi inerenti alla salute mentale e alla disabilità. Nonostante si trovi in una struttura religiosa, il servizio di psicoterapia è assolutamente laico ed è portato avanti esclusivamente da professionisti.
  • 21. DON CALABRIA Ambiti di intervento • Incontri con persone afflitte da problemi psicologici o relazionali • Incontri di coppia per problemi relazionali in qualsiasi fase del ciclo vitali • Sostegno alla funzione genitoriale in casi di conflittualità coniugale inconciliabile • Incontri per promuovere una genitorialità consapevole in coppie in attesa di un figlio • Incontri sulla conflittualità intergenerazionale • Incontri sulle problematiche delle coppie adottive ed affidatarie • Incontri con genitori e fratelli di persone con disabilità e disturbi psichici • Incontri con persone con difficoltà a sostenere malattie organiche gravi, croniche o comunque stressanti, e con i loro familiari • Incontri per il sostegno della qualità della vita nella terza età
  • 22. MAGLIANA 80 La cooperativa sociale (tipo A) Magliana ’80 è nata nel 1980 per rispondere alle situazioni di disagio e tossicodipendenza che all’epoca andavano emergendo come le più gravi e rischiose per le fasce giovanili del nostro territorio. Oggi la Cooperativa sociale Magliana ’80 ha per oggetto sociale lo svolgimento in collaborazione con Enti pubblici e privati di attività inerenti la salvaguardia e la cura della salute nonché la lotta contro i fenomeni dell’esclusione sociale, con particolare attenzione alle problematiche quali tossicodipendenze, lotta alla tratta, migrazione e povertà. Il modo di lavorare è frutto dell’integrazione fra componenti del volontariato e operatori professionali che formano un’équipe multidisciplinare. Genitori, cittadini e parti sociali sono il sostegno e l’integrazione per progetti tecnici portati avanti da ex- tossicodipendenti, ex-detenuti, psicologi e medici.
  • 23. MAGLIANA 80 Le attività svolte sono: • conduzione e gestione di servizi riguardanti l’accoglienza di persone tossicodipendenti, di persone vittime di tratta, migranti; • consulenze e progettazioni di servizi nel campo della tutela della salute e per l’inclusione sociale; • promozione e gestione di attività di carattere sociale e culturale volte alla sensibilizzazione della popolazione generale rispetto alle problematiche suddette; • progettazione di attività per l’inserimento di giovani in Servizio Civile Volontario; • studi, ricerche scientifiche e progettazione per conto di Enti pubblici a carattere comunale, regionale e nazionale;
  • 24. MAGLIANA 80 I servizi offerti sono quindi eterogenei e comprendono:  Centri di Accoglienza per Tossicodipendenti (3 Diurni, 1 Notturno)  Area Prevenzione giovani e riduzione del danno (4 UDS)  Lotta alla tratta  Migranti  Ricerca e formazione  Volontariato I progetti attivi attualmente sono due:  Progetto per l’Avvio al lavoro di stranieri Neocomunitari (PANE)  Sportello Bussola del Migrante
  • 25. MAGLIANA 80 I gruppi terapeutici all’interno delle comunità residenziali o diurne, dove i soggetti vivono in relazione tra loro, sono gruppi di confronto che non superano le 15 persone. Gli psicologi sono entrati a lavorare nelle comunità dopo gli anni ’90: in precedenza i gruppi venivano condotti da operatori ex-tossicodipendenti che avevano seguito uno specifico training formativo. Si possono individuare tre tipologie di gruppi di confronto, qualitativamente diverse, che si susseguono nel tempo in un percorso di crescita.
  • 26. MAGLIANA 80  Gruppi comportamentali Prima di effettuare gruppi terapeutici veri e propri, alcune comunità sono solite proporre all’utenza la partecipazione a “gruppi di incontro sui comportamenti”: gruppi brevi effettuati con una frequenza di due volte al giorno, ogni mattina e sera, con l’obiettivo di riflettere sui comportamenti tenuti durante la giornata.  Gruppi dinamici In questi gruppi una persona può esternare le emozioni che prova nei confronti di un’altra in presenza di quest’ultima, facendo riferimento a una situazione vissuta insieme. Questi gruppi sono difficili da condurre poiché può succedere che gli utenti si sfoghino senza comprendere realmente il loro stato emotivo, ma sono necessari per permettere una maggiore conoscenza di se stessi e il passaggio ad un nuovo livello di crescita.  Gruppi statici Gruppi in cui ci si confronta sulla propria storia personale e in cui si ha la possibilità di descrivere i propri livelli emotivi. Tra questi troviamo il gruppo con psicodramma (Moreno) e il gruppo NIP (nuove identità personali) (Casriel)
  • 27. ITAS GARIBALDI All’interno dell’ ITAS Garibaldi di Roma, è stata creata una cooperativa sociale di tipo B finalizzata all’inserimento lavorativo dei ragazzi con disabilità che frequentano l’ITAS stesso. Tale cooperativa ha dato vita a diversi progetti: L’orto capovolto La terra che cura, la cura della terra, l’orto dei semplici La trattoria sociale “Articolo 14”. I macro obiettivi riguardano: - valorizzare le specificità di ogni individuo, sostenerne i deficit, correggerne gli eccessi ed apprezzarne le “diverse abilità”; - valorizzare l’importanza del sostegno scolastico e particolarmente dell’integrazione in generale; - sviluppare percorsi di inserimento scolastico e professionale, attraverso la discussione e determinazione di un progetto di vita condiviso da famiglia, istituzioni e territorio; - garantire ai ragazzi diversamente abili ed alle loro famiglie i diritti alla crescita, allo studio e al lavoro, in proporzione alle effettive potenzialità di ognuno.
  • 28. ITAS GARIBALDI Laboratori integrati Con l’obiettivo di perseguire le finalità del progetto sopra citato e creare un nuovo tipo di didattica, sono stati avviati quattro “laboratori integrati” trasversali alle lezioni normali: abilità sociali, grafica, orto, cucina. La selezione dei ragazzi disabili per ogni laboratorio è stata effettuata tenendo conto sia di quelle che erano le loro preferenze ed attitudini, sia del tipo e del livello della loro disabilità valutata all’inizio dell’anno accademico. I quattro laboratori condividevano gli stessi macro obiettivi: miglioramento delle abilità sociali, integrazione, avviamento professionale. I micro obiettivi invece erano specifici per ogni laboratorio e stilati in base alle competenze di ogni ragazzo disabile.
  • 29. Corso di Psicodinamica di gruppo Prof. Claudio Neri 06/02/2012 PRIVATO SOCIALE Dott.ssa F. Costigliola Dott.ssa M. Rossetti