L’obesità è stata definita dall’OMS come malattia multifattoriale e riconosciuta come epidemia globale (globesity).
Vari fattori incidono su questa condizione morfologica e sul suo stato iniziale: il sovrappeso.
Pressioni ambientali, fattori di rischio personali, sociali e familiari, relazionali e comportamentali, genetici e biologici, possono concorrere alla genesi del sovrappeso e dell’obesità.
La seguente tesi si propone di analizzare tutti i differenti fattori coinvolti al fine di convergere in una più ampia prospettiva che tenga conto dell’importanza non solo degli aspetti psicologici ma anche di quelli relazionali, socio-ambientali e organici.
Ipotesi d'intervento preventivo sul sovrappeso e sull'obesita' in una prospettiva psico-socio-biologica - claudio lombardo
1. Corso di Laurea in Discipline Psicosociali
Psicobiologia del comportamento umano
IPOTESI D’ INTERVENTO PREVENTIVO
SUL SOVRAPPESO E SULL’OBESITA’
IN UNA PROSPETTIVA PSICO-SOCIO-BIOLOGICA
Candidato
Claudio Angelo Lombardo
Relatrice
Prof.ssa Elsa Addessi
Correlatrice
Dr.ssa Chiara Mastropasqua
2. CHE COS’È L’OBESITÀ?
L’obesità è considerata e descritta clinicamente come una condizione
somatica, definita, su base morfologica, come un eccesso di massa
grassa (Cuzzolaro, 2002).
Le definizioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
sono:
> sovrappeso = IMC da uguale o superiore a 25 fino a 29,99
> obesità = IMC uguale o superiore a 30.
4. DATI EPIDEMIOLOGICI
STIMA Organizzazione Mondiale Sanità (OMS) in riferimento al 2008 :
• 1,5 miliardi di individui nel mondo in sovrappeso
• 200 milioni di uomini e 300 milioni di donne erano obese.
Tali stime secondo l’OMS sono destinate a crescere di anno in anno.
In Italia:
• Il sovrappeso riguarda il 42,5% degli uomini
• Gli obesi rappresentano invece il 10,5%
• Nelle donne il sovrappeso è meno presente (26,6%)
• Ma il tasso obese di rimane alto (9,1%)
La Società Italiana dell’Obesità (S.I.O.) afferma che nel 2025 il tasso di
obesità fra gli adulti arriverà al 14%.
L’OMS : LA PIÙ GRAVE EMERGENZA SANITARIA
DEL VENTUNESIMO SECOLO !
5. OBESITA’ E PATOLOGIE (in crescita)
Da studi empirici risulta che:
> Le persone obese riportano maggiori compromissioni e limitazioni
fisiche rispetto agli individui normopeso (Doll, Petersen, Brown, 2000; Fine,
Jennifer et al., 1999; James et al. 2004)
Le persone obese in cerca di un trattamento per la riduzione del peso
percepiscono livelli di compromissione fisica significativamente
maggiori rispetto ai soggetti obesi che non stanno cercando di
perdere peso (Fontaine et al., 2000)
Gli individui obesi percepiscono significative riduzioni del
funzionamento psicosociale, del benessere psicologico e, in
generale, della salute mentale (Fontaine, Barofsky, 2001; Kushner, Foster, 2000;
Wadden et Stunkard, 1985)
6. • Il dato più allarmante ci proviene da alcuni studi di follow-up
a lungo termine sul trattamento dell’obesità che indicano
come il 90-95% di coloro che perdono peso lo riacquistano
entro pochi anni (Garner, Wooley, 1991) a volte con gli interessi
(Sarlio-Lahteenkorva et al., 2000)
•La sola restrizione calorica può essere in grado di peggiorare la
condizione del paziente obeso in quanto i livelli di ormoni dello
stress potrebbero gravare sul suo stato psicopatologico (Lattimore,
Maxwell, 2004), qualora fosse presente
OBESITA’ E PATOLOGIE (in crescita)
8. ABITUDINI MENTALI
• Secondo le condizioni diagnostiche dell’asse I (disturbi clinici,
caratterizzati dalla proprietà di essere temporanei o comunque
non strutturali), e disturbi in asse II, (disturbi di personalità e
ritardo mentale) del DSM-IV rientrano i comportamenti
dannosi per la salute e, l’obesità, può essere definita una
condizione somatica profondamente influenzata da
comportamenti inadeguati (Cuzzolaro, 1993)
• Williams James affermò che la più grande scoperta della mia
generazione è che gli esseri umani possono cambiare le loro
vite cambiando le loro abitudini mentali
9. SOCIALI E AMBIENTALI
•L’“Ambiente obesogeno”
• L’obesità è prevalente nelle
nazioni con economie di mercato
stabili (Seidell, 1997).
GENETICI E
BIOLOGICI
• Obesità materna
(Strauss, 1999)
• Leptina
• Neuropeptide Y
•Ormoni dello stress
(cortisolo)
FATTORI DI RISCHIO PERSONALI
E COMPORTAMENTALI
a) bassa autostima; b) insoddisfazione corporea;
c) difficoltà nella gestione delle emozioni; d)
perfezionismo; e) bassa autoefficacia; f)
instabilità affettiva (Sirigatti, 2009); g) abitudini
e preferenze alimentari (food preference); h)
scarsa attività motoria (Iaia, 2009); ecc.
RELAZIONALI E
FAMILIARI
La famiglia può
influenzare atteggiamenti,
credenze
sull’alimentazione nonché
sulla percezione del
proprio aspetto esteriore.
Correlazione tra auto-
immagine e influenza
familiare (Schwartz,
Phares, Tantleff-
Dunn,Thompson, 1999).
Riequilibrare
l’attività
serotoninergica
alterata (Manuk,
et al., 2005).
I DCA possono quindi
essere considerati come
soluzioni auto
terapeutiche atte ad
arginare l’angoscia
(Bruck, 1997).
10. EMOZIONI
•Il 60-90% degli eccessi alimentari avvengono
come conseguenza di stati emotivo-affettivi
negativi (Kolotkin et al, e Ganley).
• Emotional eating.
• Sobal et al., come conseguenza di stati emotivi
positivi.
PERSONALITA’, AUTOIMMAGINE E
AUTOSTIMA
Disturbi di personalità bordeline e incremento
BMI (Sansone et al., 2001). Gli adolescenti obesi
hanno problemi di autostima e di depressione
principalmente in relazione ad una negativa
immagine del corpo (Mond et al., 2011).
SESSUALITA’ E SOVRAPPESO
Aumenta, in relazione all’aumento
dell’IMC, anche la problematicità
relativa alle aree che riguardano
l’interazione di coppia, i rapporti
sessuali, l’erotismo immaginativo e i
ruoli di coppia (Ackard et al., 1999;
Friedman et al., 1999; Boyes et al.,
2007; Quirk, 2009; Pinehiro et al.,
2010; Markey et al., 2001; Jeansen et
al., 2007; Brody, 2003).
INFLUENZE SOCIO-
ECONOMICHE
Correlazione negativa
altamente significativa tra
SSE nell’infanzia e obesità
in età adulta (Charney et al.
1976; De Spiegelaere et al.,
1998).
ABITUDINI
COMPORTAMENTALI
L’alimentazione viene considerata
una funzione corporea non innata ma
che contiene degli elementi di
apprendimento e di cui ci si può
servire per ottemperare a bisogni non
legati alla nutrizione (Bruch, Hebb).
MODELLAMENTO
I figli tendono ad imitare le
pratiche dietetiche dei
genitori ed anche gli
atteggiamenti e i
comportamenti legati ai
disordini alimentari
(Cutting et al., 1999).
12. STRATEGIE D’INTERVENTO
• La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) mira ad identificare le
credenze disfunzionali, considerate alla base di determinati disturbi e
comportamenti, con lo scopo ultimo di sperimentare un cambiamento
cognitivo-emotivo e comportamentale, attraverso la modificazione di tali
pensieri disfunzionali in altri più funzionali.
• Nel trattamento dell’obesità infantile la TCC si pone l’obiettivo di
modificare i processi cognitivi, emotivi, relazionali ed ambientali che
condizionano il comportamento alimentare e le abitudini di
sedentarietà.
• La terapia non è focalizzata alla riduzione del peso corporeo ma alla
modifica dello stile di vita attuabile attraverso il raggiungimento di piccoli
obiettivi graduali, sia nell’ambito dell’alimentazione sia dell’attività fisica.
13. CONCLUSIONI
Legge di Muir: quando si cerca di isolare qualcosa si scopre che
aveva addentellati in tutto l’universo.
(A. Bloch, 1980)
• Il tasso di obesità non è esclusivamente ascrivibile a
caratteristiche o comportamenti individuali, ma è correlato
ampiamente al contesto ambientale, economico e
socioculturale (Monteiro et al. 2004).
• E’ quindi opportuna una maggior sensibilizzazione –
soprattutto da parte dei professionisti del settore – sulle
possibili cause del sovrappeso e dell’obesità al fine di poter
intervenire nella loro valutazione mediante una prospettiva
psico-socio-biologia.
14. IPOTESI D’ INTERVENTO PREVENTIVO SUL SOVRAPPESO E
SULL’OBESITA’ IN UNA PROSPETTIVA PSICO-SOCIO-
BIOLOGICA
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
Candidato
Claudio Angelo Lombardo
Relatrice
Prof.ssa Elsa Addessi
Correlatrice
Dr.ssa Chiara Mastropasqua