Le slides di Alberto F. De Toni di presentazione del libro:
Antropocene e le sfide del XXI secolo
Per una società solidale e sostenibile
di Alberto Felice De Toni, Gilberto Marzano e Angelo Vianello
pubblicato nel 2022 per Meltemi Editore
Antropocene e le sfide del XXI sec. - Al Complexity Literacy Meeting 2022 le slides del libro presentato da Alberto F. De Toni
1. Alberto F. De Toni
Università degli Studi di Udine
Complexity Literacy Meeting 2022
IX Edizione
Hotel Terme Helvetia, Abano Terme (PD)
3 Settembre 2022
Antropocene e le
sfide del XXI secolo
Per una società solidale e sostenibile
3. Antropocene e le sfide del XXI Secolo
3
2022
Alberto F. De Toni,
professore di Ingegneria
Economico-Gestionale
all’Università di Udine.
Angelo Vianello, professore emerito di
Biochimica Vegetale dell’Università di Udine.
Gilberto Marzano, direttore
del Laboratory of Pedago-
gical Technologies alla
Rezekne Academy of
Technologies in Lettonia.
5. Eugene F. Stoermer
7
Eugene F. Stoermer fu il
primo a coniare e usare
informalmente il termine
Antropocene nei primi
anni '80 per riferirsi
all'impatto delle attività
umane sul pianeta.
https://it.wikipedia.org/wiki/Eugene_F._Stoermer
Eugene F. Stoermer
(1934 – 2012) è stato un
biologo statunitense.
6. Il termine si diffonde grazie a Paul J. Crutzen
8
Il termine Antropocene fu
poi ufficialmente proposto
congiuntamente da Eugene
F. Stoermer e dal Premio
Nobel per la Chimica Paul J.
Crutzen nell'anno 2000 per
identificare concretamente
una nuova epoca geologica
caratterizzata dall'influenza
delle attività umane
sull'atmosfera.
Paul Jozef Crutzen (1933 –
2021) è stato un meteorologo,
ingegnere e accademico
olandese, vincitore, insieme a
Frank Sherwood Rowland e
Mario Molina, del Premio Nobel
per la chimica nel 1995 per «gli
studi sulla chimica della
atmosfera, in particolare
riguardo alla formazione e la
decomposizione dell'ozono»
27. La grande accelerazione. Una storia ambientale dell'Antropocene
dopo il 1945
46
2018
John Robert McNeill
(1954) è uno storico
ambientale americano
e professore alla
Georgetown
University Peter Engelke è Senior
Fellow presso lo
Strategic Foresight
Initiative dell'Atlantic
Council, Washington
(D.C.) e Visiting Fellow
dell'Environmental
Security Program del
Stimson Center
28. Elementi chiave della grande accelerazione
47
1. lo sfruttamento delle risorse naturali
come se fossero infinite
2. il consolidamento di un sistema
energetico basato su combustibili fossili
3. la crescita demografica
4. l’espansione delle città
5. la nascita di una cultura ambientale
29. Popolazione nel mondo
48
La popolazione mondiale:
• nel 1900 1,5 miliardi
• nel 1950 2,5 miliardi
• nel 2020 7,8 miliardi
• nel 2050 si stima quasi 10 miliardi
Ovvero dal 1950 ad oggi - negli ultimi
70 anni - il numero di persone è più
che triplicato
32. • Biodiversità: aumento di 2°C
• Inondazioni: saliranno al 170%
• Perderemo:
▪ 16% di piante
▪ 18% di insetti
▪ 8% di vertebrati
• Popolazione umana esposta: 2 miliardi
(28%)
The Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) is
the United Nations body for assessing the science related
to climate change.
Scenari catastrofici (IPCC)
35. EOD - Earth Overshoot Day
55
• nel 1970 l’EOD è stato il 29 dicembre
• nel 1980 il 4 novembre
• nel 1990 l’11 ottobre
• nel 2000 il 23 settembre
• nel 2010 il 7 agosto
• nel 2019 il 29 luglio
• nel 2020 «grazie» al Covid il 22 agosto.
Era da 15 anni che l’Earth Overshoot Day
non si registrava così tardi: nel 2005
cadde il 25 agosto
• nel 2022 il 28 luglio
37. Il paradosso della bontà
57
2019
Richard Walter Wrangham
(1948) è un antropologo e
primatologo inglese.
La sua ricerca riguarda il
comportamento delle scimmie,
l'evoluzione umana e la
violenza.
38. La strana relazione tra convivenza e violenza
58
«Tra le grandi bizzarrie dell’umanità c’è l’ampiezza dello
spettro morale: dalla perfidia più indicibile alla generosità più
commovente»
La domanda che pone Wrangham è di quelle eterne: l’uomo è
buono o cattivo? Ha ragione Rousseau col suo «buon
selvaggio» oppure Hobbes e il suo «homo homini lupus»?
Ci dice Wrangham: «la combinazione di bene e male
nell’uomo non è un prodotto della modernità». A giudicare
dal comportamento dei cacciatori-raccoglitori, le persone
condividono il cibo, si distribuiscono i compiti e aiutano i
bisognosi da centinaia di migliaia di anni, ma le incursioni, il
dominio sessuale, le torture e le esecuzioni sono all’ordine
del giorno anche all’epoca.
39. Aggressività reattiva
62
Secondo Wrangham, Homo Sapiens manifesta, fin
dalla sua apparizione, un’«aggressività reattiva»,
cioè una violenza impulsiva, a caldo, che lo acco-
muna a tutti gli altri animali.
Questa aggressività appare legata a circuiti neurali
della corteccia prefrontale, controllati dalla
serotonina, i cui bassi livelli favoriscono reazioni
violente. L’attività di questo neurotrasmettitore
dipende, a sua volta, dal livello di specifici
recettori, ed è regolata da ormoni steroidei quali il
testosterone e il cortisolo.
40. Aggressività proattiva
63
L’«aggressività proattiva», ossia intenzionale,
premeditata, a freddo, appare invece esclusiva del
genere Homo, perché non è stata osservata in altre
specie animali.
È un’aggressività che ci ha indotto ad assumere
atteggiamenti violenti verso i nostri simili.
Con la comparsa del pensiero cognitivo si è
manifestata l’aggressività proattiva, che si è così
affiancata a quella reattiva: l’uomo si è allontanato
da una «anonima natura».
41. Auto-domesticazione
64
Dmitrij Beljaev ha dimostrato che
le volpi argentate potevano essere
selezionate favorendone la docilità
a scapito dell’aggressività, un
fenomeno che denominò
«sindrome da domesticazione».
Dmitrij K. Beljaev
(1917-1985) genetista
e zoologo sovietico
42. Effetti della auto-domesticazione
65
Questa sindrome è
diffusa in diverse specie
animali, uomo compreso.
Dal lupo al cane
L’auto-domesticazione agisce sugli stessi
meccanismi neurali coinvolti nell’aggressività
reattiva, situati nella corteccia pre-frontale.
Comporta una riduzione dell’aggressività reattiva,
mentre non modifica l’aggressività proattiva.
43. L’aggressività proattiva è tipica della specie
69
Caino e Abele: il primo esempio di deliberato
omicidio, ossia di aggressività proattiva (Genesi).
Dal gesto di Caino emerge, in linea con Wrangham,
che «La violenza umana non sorge da una
regressione dell’uomo all’animale».
È, dunque, una peculiarità della nostra specie.
45. Il Club di Roma
76
Aurelio Peccei (1908 – 1984), è
stato un imprenditore italiano.
Fu manager alla FIAT, nel 1964
passò alla Olivetti, dove fu
Amministratore Delegato. Nel
1968 fondò insieme ad altri il
Club di Roma.
.
46. I limiti dello sviluppo (1972)
77
1972
Il Rapporto sui limiti dello
sviluppo (dal libro The Limits to
Growth), commissionato al MIT
dal Club di Roma, fu pubblicato
nel 1972 da Donella Meadows,
Dennis Meadows, Jørgen
Randers e William W. Behrens III.
Il rapporto, basato sulla
simulazione al computer, predice
le conseguenze della continua
crescita della popolazione
sull'ecosistema terrestre e sulla
stessa sopravvivenza della
specie umana.
48. La visione illuminata del capitalismo di Henry Ford
«La mia ambizione è di
assumere ancora più uomini;
per diffondere i benefici di
questo sistema industriale al
maggior numero possibile di
persone, per aiutarle a
costruire le loro vite e le loro
case. Per fare questo, stiamo
reinvestendo la maggior parte
dei nostri profitti nell’azienda»
(1919)
Henry Ford (1863 - 1947)
Imprenditore statunitense.
Fu uno dei fondatori della
Ford Motor Company
3
49. La decisione di Ford, il ricorso e la sentenza
La corte Suprema del Michigan diede torto a Ford:
“Un’impresa è organizzata ed è finalizzata in primis al
profitto degli azionisti. La discrezione dei manager si
esercita nella scelta dei mezzi per ottenere quel fine e non si
estende al cambiamento di quel fine stesso, alla riduzione
dei profitti, o alla non distribuzione dei profitti tra gli
azionisti al fine di devolverli per altri scopi.” 82
Nel 1919 Ford decise di ridurre la distribuzione degli utili
della Corporation, per diminuire il prezzo delle automobili
e per assumere più dipendenti pagandoli meglio.
Gli azionisti di minoranza, i fratelli John
Francis Dodge (1864 - 1920) e Horace Elgin
Dodge (1868 - 1920) citarono Ford in giudizio.
50. Friedman rigetta la responsabilità sociale d’impresa
Milton Friedman
(1912-2006)
Nobel per
l’economia
nel 1976
83
New York Times Magazine 13-9-1970
«The social responsability of business is to
increase its profit»
L’impresa nasce per fare profitti. Con il
pagamento delle tasse l’impresa contribuisce a
fornire allo Stato i mezzi per provvedere al
bene comune.
I manager sono agenti per conto terzi e
dipendenti dei proprietari-azionisti, e che
devono agire nell’interesse esclusivo di questi
ultimi. Utilizzare il denaro degli azionisti per
risolvere problemi sociali significa fare della
beneficenza con i soldi degli altri.
51. John Elkington (1949)
sociologo
ed economista inglese
The Triple Bottom Line
Cannibals with Forks: The Triple
Bottom Line of 21st Century Business,
1997, New Society Publishers.
84
52. Maryland Benefit Corporation Act
Nella logica della Triple Bottom
Line, nel 2006 nasce negli Stati
Uniti il movimento delle Benefit
Corporation (B Corp).
Nel 2010 nel Maryland - con il
Benefit Corporation Act - e poi
in altri 35 stati USA viene
introdotta la normativa che
istituisce e regola le Benefit
Corporation, inserendo negli
statuti societari anche finalità
sociali e ambientali. 85
53. Le B-Corp In Italia dal 2016
La normativa si diffonde
anche in Europa.
L’Italia è il primo paese ad
introdurla con la legge di
stabilità del 2016 (n. 208
del 28 dicembre 2015).
86
58. La sostenibilità non costa (2021)
93
2021 Alberto F. De Toni
Cinzia Battistella
Nadia Preghenella
59. Il concetto di modello di business sostenibile
94
Business
Model
Business
Model
Sostenibile
Coinvolgimento
proattivo di stakeholder
Soluzioni per la
sostenibilità
Valore sostenibile
Prospettiva
di lungo termine
Fonte: Geissdoerfer, M., Morioka, S. N., de Carvalho, M. M., & Evans, S. (2018). Business models and supply chains for the
circular economy. Journal of Cleaner Production, 190, 712-721.
61. I costi della qualità
Philip B. Crosby (1926-2001),
definito da Time Magazine
«The leading evangelist of
quality», è stato una leggenda
nell’ambito della qualità.
1986
62. Parafrando Philip. B. Crosby
La sostenibilità non costa.
Gestire la sostenibilità come
fonte di profitto.
63. I costi della qualità
104
Ernesto Illy risonosce un
«premium price» ai
produttori di caffè che
non mescolano i chicchi
buoni con quelli cattivi.
Ernesto Illy sostiene che:
«La qualità ha un prezzo
e un consumatore certi».
Ernesto Illy (1925 – 2008).
Entrato nel 1947 nella
piccola azienda di famiglia,
farà diventare la illycaffè il
leader mondiale del caffè
espresso per qualità e
reputazione.
66. Antropocene e le sfide del XXI Secolo
203
2022
Per perseguire la
sostenibilità serve:
1. una cultura della
complessità;
2. un’etica della
solidarietà;
3. un’azione diffusa
auto-organizzata.
68. Paradosso come caratteristica della complessità
205
Fonte: A.F. De Toni, Meta Management, Friuli Business, Giugno 2017
Azione
Scelta Sintesi Coesistenza
Logica
More-Than
Due elementi
iniziali
Stato
Finale
Both-And
Un elemento
di sintesi
Either-Or
Uno dei due
elementi
iniziali
Alternativa tra
Opposti
Confronto tra
Opposti
Compresenza di
Opposti
Stato Inziale
A
B
B
A
A
B
C
Dilemma
Dialettica
Paradosso
73. Pensiero e azione
217
Pensiero ed azione è
stata una rivista edita tra
il 1858 e il 1860, diretta
da Giuseppe Mazzini.
Mazzini la fondò a
Londra.
Il pensiero senza l’azione
è vano. L’azione senza il
pensiero è cieca.
74. Friedman ha una visione centralizzata (lo Stato)
dell’azione di risposta alla sostenibilità
Milton Friedman
(1912-2006)
Nobel per
l’economia
nel 1976
218
New York Times Magazine 13-9-
1970
«The social responsability of
business is to increase its profit»
L’impresa nasce per fare profitti.
Con il pagamento delle tasse
l’impresa contribuisce a fornire
allo Stato i mezzi per provvedere
al bene comune.
75. L’auto-organizzazione descrive le azioni diffuse emergenti dal basso
Dedicato …
… Agli uomini e
alle donne
che accolgono
l’emergenza del
divenire.
219
2011
77. Ford ha avuto ragione dopo oltre 90 anni
222
Nel 1919 Henry Ford aveva visto giusto.
Ma ci sono voluti 91 anni negli Stati Uniti e 97 anni
in Europa per dargli ragione.
Il futuro è delle imprese generative di valore nelle
sue tre dimensioni: economico, sociale ed
ambientale.
Il passato è delle imprese estrattive di valore
economico a danno di valore sociale ed ambientale.
Si scrive B Corp e si legge imprese del futuro.