1. Documentazione delle U.d.C. 241 e 249
“Luoghi naturali e rifiuti… fuori luogo”
“L’appuntalapis……consapevole”
Istituto scolastico
“Gamerra” Pisa
Destinatari:
Scuola Primaria “don L. Milani”
Classe 4^
1
Classe 4^
Ore dedicate al percorso: anno scolastico
2. I contenuti delle Unità di competenza “ luoghi naturali e… rifiuti fuori
luogo” e “L’appuntalapis consapevole” si sono sviluppati all’internoluogo” e “L’appuntalapis consapevole” si sono sviluppati all’interno
del piano triennale di lavoro denominato:
“Controcorrente: dalla foce dell’Arno alla sua sorgente”.
Le due insegnanti di classe I. Moretti e M. Lanciani, coadiuvate
dall’insegnante di sostegno L. Santoni, hanno ritenuto di costruire i
percorsi didattico-educativi delle discipline attraverso il comune
denominatore dell’educazione ambientale.
Nel piano di lavoro l’ambiente è stato osservato nei suoi aspetti
naturali, sociali, economici e culturali sia di ieri che di oggi.
L’obiettivo del progetto si riferisce all’acquisizione degli strumenti di
2
L’obiettivo del progetto si riferisce all’acquisizione degli strumenti di
base per la comprensione, sempre più profonda, della complessità
dell’ambiente e della sua trasformazione per arrivare così a prendere
coscienza della necessità della tutela e miglioramento.
3. Le finalità raggiunte attraverso il percorso dell’U.d C. sono state:
1. Saper vedere, conoscere, decifrare l’ambiente.
2. Saper difendere l’ambiente
3. Saper “inventare” l’ambiente.
“Saper vedere l’ambiente” come educazione non solo a registrare ciò che accade sotto i
nostri sensi ma a prestare attenzione al mondo concreto per costruire immagini mentali e
suscitare l’intuizione di un problema ( problem solving) e la sua risoluzione.
“Saper difendere l’ambiente” come educazione precoce alla salvaguardia e protezione del
proprio territorio naturale e sociale e costruzione della responsabilità sociale del bambino
contro il qualunquismo.
“Saper inventare l’ambiente” come educazione alla scoperta delle ricchezze dei paesaggi
naturali ed artificiali e alla loro reinterpretazione.
3
naturali ed artificiali e alla loro reinterpretazione.
4. Le attività realizzate hanno favorito, così come
raccomandato dalle Indicazioni Nazionali” e dalle linee-guida
dei “Laboratori del sapere scientifico” di cui la classe
usufruisce:
•l’esplorazione e la scoperta di nuove conoscenze.•l’esplorazione e la scoperta di nuove conoscenze.
•la comunicazione orale attraverso l’ascolto e la produzione
di discorsi e testi specifici.
•l’educazione al patrimonio culturale e alla cittadinanza attiva
•la costruzione di ragionamenti formulando ipotesi,
sostenendo le proprie idee, confrontandosi con gli altri.
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5. Una mattina in Bocca di Serchio
alla scoperta della foce del fiume e del suo territorio
Durante l’uscita si esplora un nuovo ambiente, per
la maggioranza delle bambine e dei bambini dellala maggioranza delle bambine e dei bambini della
classe 4^ è una nuova scoperta, è la loro prima
visita alla foce del Serchio.
La guida è il
signor
5
Micheletti,
migliarinese
e conoscitore
dell’ambiente
del parco.
6. Dal racconto delle bambine e dei bambini:
Osserviamo cosa c’è intorno: un fiume senza case sulle sponde, senza macchine cheOsserviamo cosa c’è intorno: un fiume senza case sulle sponde, senza macchine che
percorrono le sue rive, diverso da quello che siamo abituati a vedere quasi tutti i giorni,
un fiume abitato dagli uccelli …
6
la guida ci dice che vivono in questi ambienti
acquatici dove con il lungo becco e le lunghe zampe
cercano le loro prede nelle acque basse, sono una
garzetta e un airone cinerino.
7. Riprendiamo il nostro percorso, guardiamo cosa c’è nel laghetto vicino al mare. Micheletti
ci fa vedere le folaghe che stanno dove c’è l’acqua bassa e calma con molte piante
acquatiche e canne palustri. In questo ambiente possono trovare alghe, erbe, canne oacquatiche e canne palustri. In questo ambiente possono trovare alghe, erbe, canne o
molluschi, piccoli pesci, rane e insetti da mangiare, insomma è una specie onnivora. La
folaga costruisce il nido nei canneti dove depone da tre a dodici uova.
7
8. Dopo aver percorso l’ultimo tratto del fiume facciamo la sosta vicino alle canne.
Le canne sono state usate
anche per fare le canne da
pesca, i calami (strumenti
per scrivere), i bastoni da
passeggio e per produrre
la carta. I fusti duri
vengono utilizzati per fare
alcuni strumenti musicali a
fiato come il clarinetto e il
8
La nostra guida ci
racconta che da
bambino, insieme ai
suoi amici, costruiva
con le foglie della
canna delle barchette,
ce lo fa vedere e noi
impariamo a farle.
fiato come il clarinetto e il
sassofono e sono 5000
anni che sono utilizzati per
costruire i flauti, come
facevano gli etruschi. Poi
abbiamo trovato che con la
sua cellulosa si crea un gas
che può essere bruciato
come una specie di
benzina.
9. Le canne sono forti e resistenti; in classe ci documentiamo e scopriamo che anche gli
antichi egizi la usavano ma per avvolgerci i corpi dei morti. Poi scopriamo che contengono
la silice, ci chiediamo:
“Che cosa è la silice?”
Scopriamo che laScopriamo che la silicesilice si trovasi trova in natura sotto forma di quarzo, ametista, sabbiain natura sotto forma di quarzo, ametista, sabbia
Queste alghe sono fatte di una sola cellula e leQueste alghe sono fatte di una sola cellula e le
loro antenate sono comparse circa 150 milioni diloro antenate sono comparse circa 150 milioni di
anni fa; quando muoiono si depositano sui fondalianni fa; quando muoiono si depositano sui fondali
dei mari formando come degli strati di farinadei mari formando come degli strati di farina
Scopriamo che laScopriamo che la silicesilice si trovasi trova in natura sotto forma di quarzo, ametista, sabbiain natura sotto forma di quarzo, ametista, sabbia
che sono delle pietre o minerali; sappiamo anche che con la sabbia che contieneche sono delle pietre o minerali; sappiamo anche che con la sabbia che contiene
la silice si fabbrica il vetro. Invece non sapevamo che la silice si trova anche inla silice si fabbrica il vetro. Invece non sapevamo che la silice si trova anche in
piccole alghe chiamate diatomee; sono così piccole che non si vedono mapiccole alghe chiamate diatomee; sono così piccole che non si vedono ma
fotografate al microscopio sono come delle scatoline a forma di triangoli o cerchi.fotografate al microscopio sono come delle scatoline a forma di triangoli o cerchi.
9
anni fa; quando muoiono si depositano sui fondalianni fa; quando muoiono si depositano sui fondali
dei mari formando come degli strati di farinadei mari formando come degli strati di farina
fossile. Lafossile. La polvere dipolvere di silicesilice che si ottiene dopoche si ottiene dopo
aver pulito i gusci delle diatomee, viene utilizzataaver pulito i gusci delle diatomee, viene utilizzata
per fare il dentifricio! Si usa anche per le piccoleper fare il dentifricio! Si usa anche per le piccole
ferite e le fa guarire prima e, se si perdono iferite e le fa guarire prima e, se si perdono i
capelli o non ci crescono le unghie, può essere checapelli o non ci crescono le unghie, può essere che
ci manca la silice.ci manca la silice.
10. Il nostro
accompagnatore ci fa
osservare una nuova
pianta, è bella, con dei
Andando avanti,
incontriamo un
pescatore che ha appena
pescato un grossopianta, è bella, con dei
fiori bianchi, ci sembra
una palma. Si chiama
yucca, non è nata in
questo territorio ma ci
si è adattata molto
bene tanto che è
diventata infestante e
soffoca molte specie
che, invece, sono del
posto: per questo le
pescato un grosso
pesce, ci sembra un bel
bestione! Si chiama
pesce-serra. La nostra
guida ci dice che anche
questo appartiene ad un
specie aliena perché
viene da un altro mare.
Spiega che pesci o
piante di mare che non
appartengono alle specie
10
posto: per questo le
guardie del parco la
tengono sotto
controllo,
distruggendola quando
cresce troppo. Si dice
che è una pianta aliena
cioè arrivata da un
luogo fuori dal
Mediterraneo.
appartengono alle specie
del Mediterraneo si sono
ben adattate e crescono
e si riproducono troppo
perché trovano l’acqua
calda come quella degli
ambienti da dove
provengono, prima
l’acqua era meno calda.
11. Alcuni pesci come il serra diventano
predatori, eliminano i pesci meno forti
che sono sempre vissuti in questiche sono sempre vissuti in questi
ambienti. Se, per esempio, i pesci che
vengono mangiati dai predatori sono
pesci erbivori che mangiano le alghe
queste, senza di loro, aumentano di
numero, diventano troppe e occupano
tutto lo spazio anche di altre specie come
quello dei coralli o delle spugne che
piano piano muoiono.
Tutto l’equilibrio della catena alimentare
Esempio di catena alimentare del
fiume dove tutto funziona!
11
Tutto l’equilibrio della catena alimentare
si rompe.
La parola alieno ci fa venire in mente gli extraterrestri, creature molto diverseLa parola alieno ci fa venire in mente gli extraterrestri, creature molto diverse
da quelle che vivono sulla terra, quello che abbiamo incontrato è invece soloda quelle che vivono sulla terra, quello che abbiamo incontrato è invece solo
un povero pesce che ha sbagliato casa anche se quella nuova gli va bene!un povero pesce che ha sbagliato casa anche se quella nuova gli va bene!
12. Per fortuna incontriamo un
secondo pescatore che ha
preso un polpo, sappiamo
che il polpo è una specie
del Mediterraneo che è la
Un ecosistema ricostruito: lo stagno
della scuola
Il nostro stagno
del Mediterraneo che è la
sua casa. Lo abbiamo
incontrato anche nella
vasca dell’acquario di
Livorno dove cambiava
colore se veniva
disturbato! Il polpo vive nei
fondali bassi ; mangia i
crostacei e riesce a
rompere i gusci delle
vongole.
Invece se l’acqua è
inquinata può essere
anche meno scura, ma
può contenere le sostanze
che i contadini danno ai
campi per far crescere di
più le piante. Queste
sostanze sono ad. es.
l’azoto che deve essere
preso dalle piante ma se è
tanto lo prendono anche le
piccole alghe che
Questa è invece una
trompiglia ormai morta;
l’acqua dove galleggia
non ci sembra proprio
pulita e abbiamo pensato
12
piccole alghe che
diventano troppe e i pesci
non le possono mangiare
tutte e così le alghe levano
l’ossigeno all’acqua e
questo fa morire i pesci;
ancora una volta si rompe
tutto l’equilibrio che c’è
nel mare o nei posti dove
c’è l’acqua.
che la sua morte
dipendesse da questo
fatto. Ma mettendo nel
nostro stagno di scuola
le piante palustri,
insieme all’estero di “un
orto a scuola”abbiamo
scoperto che se l’acqua
sembra poco pulita può
dipendere dal suo fondo
un po’ fangoso.
13. Finalmente
siamo alla foce
del Serchio, quidel Serchio, qui
l’acqua del
fiume incontra
quella del mare
ed è pulita. Tra
poco ci aspetta
una bella
merenda e un
bel bagno!
13
Camminiamo sulla spiaggia per arrivare all’oasi, mentre andiamo
troviamo piccole piantine che vivono sulla spiaggia: sono le
piante pioniere, ci vengono in mente gli uomini che andavano al
Polo Nord senza attrezzature. In classe approfondiamo
l’argomento e scopriamo che sono piante che riescono a vivere
sulla sabbia vicino al mare ed alcune proteggono, con le loro
lunghe radici, le dune che proteggono a loro volta la vegetazione
più distante. Loro vanno protette dalle costruzioni e dalle ruspe.
14. Mentre camminiamo troviamo anche molti rifiuti, mescolati ai residui di alberi, rocce e conchiglie
trasportati e lavorati dall’acqua, dall’aria e dal sole. In mezzo ai resti organici marroncini e grigi, gli
Luoghi naturali e rifiuti …fuori luogo!
trasportati e lavorati dall’acqua, dall’aria e dal sole. In mezzo ai resti organici marroncini e grigi, gli
scarti artificiali si vedono subito per i loro colori attraenti. Sono quasi tutti imballaggi: bottiglie di
plastica, di vetro, contenitori di tetrapak, lattine di alluminio…
14
15. 15
Troviamo anche una palla ormai indurita dal
sole, con cui si potrebbe ancora giocare.
Ma è brutto vedere tutta questa sporcizia!
Decidiamo di raccogliere quello che si può
e di portarlo a scuola.
16. Ciao a tutti
dal Parco Naturale
di Migliarino !!!
Al lavoro !
di Migliarino !!! In classe ripensiamo
all’esperienza fatta: ci siamo
divertiti e stancati. Abbiamo
osservato da vicino un
ambiente nuovo dove piante
ed animali possono vivere
bene insieme nell’acqua o
nella terra o sulla sabbia in
spazi più o meno grandi;
ma abbiamo anche capito che, a causa delle
temperature più alte dell’aria e dell’acqua, della
16
La nostra gita è finita, torniamo a
scuola.
temperature più alte dell’aria e dell’acqua, della
pioggia che certe volte cade forte e per tanti giorni,
alcuni animali e alcune piante non hanno più la casa
adatta e, altre specie, venendo da altri ambienti
prendono il loro posto, così i primi rischiano di
scomparire per sempre. E poi abbiamo visto quanto
anche noi esseri umani, con i nostri comportamenti e
con gli scarti dei nostri consumi, possiamo
modificare l’ambiente…
Allora, cosa si può fare?
17. Indagine sui rifiuti
Siamo partite/i da tutto quello che abbiamo
portato in classe: una gran quantità di rifiuti!
Abbiamo scoperto che sulla spiaggia in un
1 palla sgonfia di plastica
1 contenitore di plastica del budino alla crema
2 contenitori di tetrapak del tè e del succo
7 bottiglie di plastica
1 tanica di plastica di olio per barche
2 vasetti di plastica per piante
3 bicchieri di plastica
1 contenitore di plastica per lo shampoo
1 bottiglina di plastica del succo alla fragola
1 pezzo di rete di plastica
Abbiamo scoperto che sulla spiaggia in un
piccolo spazio di pochi metri quadrati c’erano:
17
1 pezzo di rete di plastica
1 suola di scarpa
2 lattine (birra e Coca-Cola)
1 contenitore di lacca per capelli
1 sacchino di alluminio leggero per le patatine
fogli vari e pezzi di carta del giornale
1 tubetto di plastica per il dentifricio
1 accendino
pezzi di ferro e di polistirolo
1 contenitore di plastica per le uova
18. Un gruppo si è divertito a riciclarli costruendo la 1. “bambola riciclona”,
mentre gli altri gruppi con i loro lavori hanno voluto denunciare il
problema dell’inquinamento. Così abbiamo costruito 2. “godzilla”, 3.“il
mondo sommerso dai rifiuti” 4. “una città di rifiuti” 5.“lo squalo
inquinato”
Pop-art
3.
Abbiamo toccato,
manipolato, annusato,
osservato e giocato
1.
2.
3.
4.
18
osservato e giocato
con i rifiuti della
spiaggia. Poi alla
maniera dei grandi
artisti della pop-art li
abbiamo trasformati
in opere d’arte.
2.
5.
19. Poi ci siamo chiesti “da dove
vengono i rifiuti?” La risposta
Beach litter
che ci siamo dati, confermata
poi dalle esperte di
“Legambiente”, è che per la
maggior parte arrivano alla
foce e quindi vanno in mare
con la corrente del fiume;
molti di questi contenitori sono
leggeri e facilmente
trasportabili dall’acqua e poi le
onde li portano sulla riva, dove
possono formare anche delle
19
possono formare anche delle
“montagne di rifiuti!”
Non tutti sono però
indistruttibili, la buccia di
banana vicino alle zampe del
gabbiano, è biodegradabile,
anche se è meglio non vederla
sulla spiaggia.
20. Che confusione!!!Che confusione!!!
A scuolaA scuola avevamo già iavevamo già i contenitori percontenitori per fare la raccolta differenziata e separare i materiali difare la raccolta differenziata e separare i materiali diA scuolaA scuola avevamo già iavevamo già i contenitori percontenitori per fare la raccolta differenziata e separare i materiali difare la raccolta differenziata e separare i materiali di
scarto mascarto ma, quando, quando lele esperte di Legambiente hanno ispezionato i nostri contenitoriesperte di Legambiente hanno ispezionato i nostri contenitori hannohanno
trovato:trovato:
… carte e torsolo… carte e torsolo
di mela nel cestinodi mela nel cestino
della raccoltadella raccolta
indifferenziata,indifferenziata,
scatoline discatoline di
tetrapak etetrapak e
bottigliette dibottigliette di
20
bottigliette dibottigliette di
plastica nelplastica nel
contenitore dellacontenitore della
carta!carta!
E sul pavimentoE sul pavimento
appuntatura diappuntatura di
matita.matita.
Che figura !!!Che figura !!!
21. Per fortuna non ci hanno dato un brutto voto
anzi ci hanno insegnato un gioco nuovo: quello
Riciclo e RiusoRiciclo e Riuso
anzi ci hanno insegnato un gioco nuovo: quello
di riusare alcuni scarti per costruire cose nuove.
Poi con pazienza ci hanno anche spiegato che
non basta togliere i rifiuti da dove sono rimasti,
ma bisogna imparare a riconoscere di cosa sono
fatti e dove vanno messi.
Una bottiglia di plastica impiega circa 100 anni a
smaltirsi e se ci ha disturbato vedere tutta la
plastica a Bocca di Serchio abbandonata in
mezzo alla spiaggia, dobbiamo sapere che
differenziando possiamo fare in modo che dalla
plastica usata si ottengano nuovi oggetti; in
questo modo non dovendo fare bottiglie nuove,
21
questo modo non dovendo fare bottiglie nuove,
si usa meno plastica, quindi meno energia per
far andare le macchine per produrle quindi
meno petrolio per avere la benzina per le
macchine, meno macchine producono meno
inquinamento dell’aria e meno calore che,
ricoprendo la terra, fa cambiare le abitudini di
quelle piante e animali che vengono chiamati
alieni e che ci dispiace che vengano considerati
un po’ come dei mostri!
22. Ma non siamo così poco rispettosi dell’ambiente! Già
dalla prima a scuola siamo abituati a buttare le bucce
spezzettate delle banane e di tutta la frutta in una
Rifiuti biodegradabili…
spezzettate delle banane e di tutta la frutta in una
compostiera, mentre in un altro contenitore chiuso gli
scarti si trasformano in terriccio.
Per sapere se il contenuto nella compostiera chiusa è
pronto per essere usato nel nostro orto, abbiamo
chiesto aiuto al biologo Sparvoli che, con un termometro
ha misurato la temperatura interna della campana.
Come mai ha fatto questo?
Dunque: all’inizio la campana del compost era piena di
scarti, poi la quantità è diminuita perché i
macrorganismi e i microrganismi hanno fatto il loro
lavoro.
Tra i micro ci sono i batteri che noi non abbiamo visto
per le loro minime dimensioni ma che si sono nutriti dei
rifiuti e hanno utilizzato l’ossigeno, così facendo hanno
22
rifiuti e hanno utilizzato l’ossigeno, così facendo hanno
fatto da decompositori: hanno smontato, come nella
Lego, tutti i mattoncini di cui sono fatti i cibi ( le
sostanze zuccherine della frutta) per recuperare quello
che a loro serve per vivere e hanno ridotto i nostri scarti
nelle sostanze che servono anche alle piante per vivere:
il fosforo, il potassio, l’azoto. Misurare la temperatura è
servito a vedere se avevano finito di lavorare, infatti se
siamo intorno alla temperatura dell’aria va bene, il
compost è pronto come terra buona per l’orto.
23. Tornando ai rifiuti portati a scuola, ci siamo detti che
…e indistruttibili !
Tornando ai rifiuti portati a scuola, ci siamo detti che
non sono biodegradabili e allora che ne facciamo?
Ora abbiamo capito che è bene metterli nei contenitori
della raccolta differenziata: quello della carta, del
multimateriale, dell’indifferenziato. Così abbiamo
classificato gli oggetti in base al materiale di cui erano
fatti e nominato le caratteristiche, ma non ci siamo
fermate/i qui e ci siamo chiesti:
Da dove vengono la plastica, i metalli e il vetro con cui
sono fatti anche certi imballaggi?
Abbiamo scoperto che la plastica si fa con il petrolio.
Noi sapevamo che con il petrolio si fa la benzina, e la
benzina ci serve:
per le nostre macchine
per i motorini e le moto grandi
per far andare, nelle fabbriche, tutti i motori delle
macchine che producono oggetti di ogni genere: di
ferro, di alluminio, di vetro, di plastica, di rame….
per gli aerei
23
ferro, di alluminio, di vetro, di plastica, di rame….
per gli aerei
per i trattori nei campi
per le barche che hanno il motore, non quelle antiche
che andavano solo con le vele
per i motoscafi
insomma per far andare tutti i motori e tutto…..quindi il
petrolio è importante.
Abbiamo scoperto, leggendo la tabella del RIFIUTARIO
per assegnare la ricerca su come si fabbricano alcuni
oggetti di uso quotidiano, che con la plastica si fanno
anche le calze di nylon (rifiuto non recuperabile)
abbiamo cercato la loro storia e abbiamo saputo che:
24. Le calze sono fatte con il petrolio ( materia
prima), il quale viene portato nella fabbrica
per essere scomposto in particelle piccole
poi ricomposte e, con il calore fortissimo,
trasformato in bave che poi formano il filo;
il filo deve poi essere sottoposto a tanti altriil filo deve poi essere sottoposto a tanti altri
processi prima di diventare calza. E’ un
processo lungo che richiede tanta energia
che serve a far muovere le macchine per
fare tutte le lavorazioni che trasformano il
petrolio in un filo lungo, elastico,
resistente, colorato, più o meno sottile, più
o meno trasparente.
24
25. Ma cosa è il petrolio?
Abbiamo scoperto che il petrolio si è
formato nelle profondità della terraformato nelle profondità della terra
dove, per milioni di anni la forte
pressione delle rocce ha trasformato
le antiche foreste fatte di immensi e
strani alberi che ora non esistono
più, in un liquido oleoso e che
puzza: è il petrolio. Lo chiamano
anche l’oro nero perché ci si fanno
moltissime cose, lo conoscevano
anche i Babilonesi, con l’asfalto che
25
anche i Babilonesi, con l’asfalto che
viene dal petrolio ci costruirono la
città di Ur.
26. Per conoscerle siamo andati al Museo di Storia Naturale di
Calci dove è stata ricostruita la storia dei Monti Pisani.
Ma come erano le antiche foreste?
Calci dove è stata ricostruita la storia dei Monti Pisani.
26
Eccoci all’interno della Certosa che
ospita il Museo
E ora eccoci con un tuffo nel passato lontanissimo, 300
milioni di anni fa, in un periodo chiamato dai geologi
Carbonifero poiché le rocce formatesi in quel periodo di
tempo contengono i maggiori giacimenti di carbone
fossile della terra.
28. Sotto il nostro territorio però non
c’è tanto petrolio e allora lo
dobbiamo comprare da quei
paesi che ce l’hanno come i paesi
dobbiamo comprare da quei
paesi che ce l’hanno come i paesi
Arabi.
Il petrolio costa molto, ma lo
compriamo lo stesso perché ci
dobbiamo fare anche la benzina
e, come abbiamo detto, con la
benzina la plastica e con la
plastica cose di ogni genere.
Ci sono oggetti di plastica duri,
trasparenti, morbidi, colorati,
leggeri, pesanti, tutti però
indistruttibili.
Sappiamo dalla storia antica che
28
Sappiamo dalla storia antica che
in Mesopotamia o in Egitto
usavano le fibre naturali per fare
gli oggetti, poi ci siamo chiesti:
ma quando la plastica non c’era
ancora, circa 100 anni fa, come li
costruivano?
Strumenti quotidiani dei popoli
antichi
29. AL MUSEO DEI PESCATORI
Siamo andati al Museo dei pescatori a Migliarino dove, attraverso
l’esposizione degli oggetti e la lettura e il racconto delle storie, si ricostruiscel’esposizione degli oggetti e la lettura e il racconto delle storie, si ricostruisce
la vita dei pescatori, delle loro famiglie e degli oggetti che venivano usati
durante il secolo scorso: tutti utensili e strumenti fatti a mano.
Abbiamo scoperto
che le barche a
remi con il fondo
piatto erano fatte
tutte con il legno e
Sul
barchino
in 23 !
29
tutte con il legno e
servivano per
trasportare non
solo le persone, ma
anche i materiali e
le cose; venivano
anche trainate dai
cavalli dalle due
rive o dalle
persone.
Erano un mezzo di trasporto come oggi
i camion ma l’energia la prendevano
dai barcaioli che remavano, mentre i
camion la prendono dalla benzina.
30. Utensili fatti a mano
Con il falasco, che è una specie di canna palustre come quella che abbiamo trovato sulle rive del Serchio, ci
impagliavano le sedie e i fiaschi del vino e ci facevano tanti oggetti di uso quotidiano come contenitori e
imballaggi.imballaggi.
Siamo agli inizi del 1900; le donne del lago di
Massaciuccoli tagliano il falasco delle rive lo caricano
sui barconi per poi venderlo agli impagliatori di
fiaschi e sedie.
30
In Sardegna con il falasco venivano
costruite anche le imbarcazioni,
come quelle degli antichi Egizi; per
migliaia di anni si usavano le stesse
materie!.
31. Tutti gli strumenti di pesca erano fatti con
materiali naturali; abbiamo conosciuto
anche alcune vecchie tecniche e
Con il
battibelllo
venivano
pescate leanche alcune vecchie tecniche e
fotografato il pescatore che usa il giacchio
come ci aveva fatto vedere Giuliano Meini
al museo.
pescate le
anguille, ci
rimanevano
intrappolate.
Anche le
fascine
servivano per
la loro pesca,
erano rametti
di vite legati e
messi sul
fondo del
fiume. Le
bilance le
abbiamo viste
31
abbiamo viste
sulla riva del
Serchio.
Un pescatore con il giacchio
32. E anche le boe che segnalavano le reti in mare erano fatte di canne
Oggi sono di plastica e di
polistirolo che è leggero e
galleggia
La ricostruzione delle sponde del fiume con le sue piante ci ricorda il nostro stagnoLa ricostruzione delle sponde del fiume con le sue piante ci ricorda il nostro stagno
32
La ricostruzione delle sponde del fiume con le sue piante ci ricorda il nostro stagnoLa ricostruzione delle sponde del fiume con le sue piante ci ricorda il nostro stagno
33. Allora, da quanto abbiamo visto, sentito, toccato,
abbiamo potuto conoscere i cambiamenti che ci sono
stati in questi ultimi 100 anni circa, ma noi non
possiamo tornare indietro a quando non c’era la plastica
e allora?
Dobbiamo conoscere per capire e così siamo andati
avanti. Tra gli imballaggi della spiaggia, c’erano le lattineavanti. Tra gli imballaggi della spiaggia, c’erano le lattine
fatte di alluminio che è un metallo. Abbiamo indagato
sul mondo dei metalli, partendo da ciò che per noi sono
e discutendo sulle loro caratteristiche; dai metalli siamo
arrivati ai minerali, scoprendo che è da questi che si
estraggono i primi, poi abbiamo preparato una mappa.
Le pietre e le rocce
contengono la storia della
Terra, dai tempi preistorici
33
Terra, dai tempi preistorici
gli uomini hanno sempre
avuto uno stretto legame
con le pietre, da quando
venivano lavorate per
ricavarne utensili e armi a
quando venivano bruciate
per estrarre il metallo.
34. I metalli
Abbiamo osservato alcuni
metalli più da vicino;metalli più da vicino;
avevamo a disposizione dei
pezzetti di rame, di piombo,
di stagno,
di alluminio.
Abbiamo individuato le
caratteristiche che ce li
fanno riconoscere e
distinguere dagli altri
materiali: in particolare la
lucentezza e la resistenza.
Abbiamo
verificato
anche la
Tra i metalli si è fuso lo
stagno e dopo anche il
piombo, mentre l’alluminio
e il rame non fondono a
34
anche la
caratteristica
della
malleabilità, la
capacità di
fusione e di
tenere il calore
riscaldandoli in
un contenitore
su un
fornellino.
e il rame non fondono a
quelle temperature ci
vogliono più alte. Il rame
mantiene il calore per più
tempo. I metalli che si sono
fusi si potevano modellare
con facilità e, tolti dal
calore, tornavano allo stato
solido. Con una lega di
stagno e piombo abbiamo
forgiato un anello!
35. Poi ci siamo chiesti: “come si fa a togliere il metallo
dalle rocce? Ora sappiamo che prima bisogna
cavarlo dalle miniere, poi i minerali vanno separati,
poi va estratto dal suo minerale, poi c’è tutto il
Lavorazione del minerale
Ma da quanto tempo l’uomo conosce i metalli?
Dalla storia dell’uomo abbiamo conosciuto che il
passaggio dalla lavorazione della pietra a quello
delle metalli è stato lento e a tappe; non tutti gli
poi va estratto dal suo minerale, poi c’è tutto il
processo di lavorazione che abbiamo rappresentato;
ci siamo accorti di quanto sia un lavoro lungo,
complesso e che richiede tanta energia.
La storia dei metalli
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delle metalli è stato lento e a tappe; non tutti gli
uomini sono arrivati agli stessi risultati
contemporaneamente; tra i primi c’è stato il
popolo dei sumeri, quelli della scrittura, che
intorno al 2300 a.C. lavoravano il rame e lo stagno
mescolati come abbiamo fatto noi in classe, poi gli
Ittiti hanno portato il ferro, un metallo più
resistente e duro ma difficile da fondere; il sistema
che avevano inventato per fonderlo era un vero
segreto.
36. Qualcuno di noi ha poi chiesto: “Ma in Italia, gli
Gita al parco archeo-minerario del Temperino
Qualcuno di noi ha poi chiesto: “Ma in Italia, gli
uomini antichi, lo conoscevano il ferro?”
Ricercando notizie per rispondere abbiamo saputo
che già gli Etruschi prendevano il ferro dalle
miniere dell’isola d’Elba e il rame da Campiglia. E
alla domanda.” Ma come sono fatte queste
miniere?” abbiamo pensato che sarebbe stato bello
andare a visitarle e così è stato:
Nel parco archeo-minerario della Val di Cornia a
Campiglia Marittima abbiamo visitato una miniera
dove dal tempo degli etruschi e poi con i romani ,
poi nel MedioEvo e fino al 1950 circa si sono
estratti i minerali per prendere il ferro, il rame, il
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estratti i minerali per prendere il ferro, il rame, il
piombo, lo zinco.
Abbiamo saputo del duro lavoro dei minatori, della
fatica che facevano e dei rischi per la loro vita; la
guida ci ha raccontato che nei tempi antichi gli
uomini scendevano con le corde e le scalette nelle
lunghe gallerie, con le lucerne a olio per vedere e
scavavano con i mazzuoli e gli scalpelli, nei tempi
moderni scendevano con gli ascensori e i buchi li
facevano con il martello peneumatico, ma tutto era
molto pericoloso e molti ci sono morti!
37. Il bene comune
La lettera diceva:
Cari bambini
siamo molto felici del SENZA ZAINO e cisiamo molto felici del SENZA ZAINO e ci
piace collaborare con voi per farlo
funzionare. Tra le altre cose siamo noi che
acquistiamo i vostri materiali di lavoro. Ma i
soldi non sono infiniti e bisogna spenderli
bene. Per esempio quelli spesi a novembre
per 60 lapis sono davvero troppi ! E’
arrivato il momento di chiedere anche a voi
di assumervi alcune responsabilità: abbiate
CURA dei vostri materiali, che sono
PREZIOSI! E’ vero, NON E’ FACILE !
Svolgere un INCARICO per prendersi cura
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Svolgere un INCARICO per prendersi cura
di ciò che ci circonda, è faticoso: vuol dire
fare una cosa per gli altri, non per avere
qualcosa in cambio, ma perché E’ GIUSTO
così. Però vi assicuriamo che essere
affidabili è anche il modo migliore per
CRESCERE. Non è vero che IL BENE
COMUNE non è di nessuno: è di tutti!
I vostri babbi e le vostre mamme, con
affetto!
In questo percorso ci è capitato spesso di parlare di
lavoro, di fatica e di energia; anche i nostri genitori ci
hanno fatto riflettere su questo. Durante l’anno, ci
hanno inviato una lettera sulla necessità di non
sprecare. La nostra scuola infatti ha un progetto che si
chiama “Senza Zaino”: uno dei motivi che hanno spinto
i maestri e i genitori a partecipare al progetto è stato il
fatto di condividere i materiali che usiamo tutti i giorni:
quaderni, matite, penne, gomme per non sprecarli ma,
durante l’anno maestri e genitori sono accorti che,
nonostante tutto, il nostro spreco era tanto.
38. Ma davvero una matita è così preziosa ?
…per rispondere a questa domanda abbiamo ricostruito e messo in scena la sua storia, a partire dalle
origini della scrittura. Il nostro spettacolo teatrale si è intitolato: UN TESORO DI…MATITA !origini della scrittura. Il nostro spettacolo teatrale si è intitolato: UN TESORO DI…MATITA !
Tra le altre cose racconta che:
La produzione industriale di matite
inizia nel 1770. Il processo
comincia con l’inserimento di
un’anima di grafite tra due fogli di
legno di cedro, poi incollati
insieme. Presto la produzione di
lapis aumenta in tutto il mondo.
Per far funzionare la catena di
montaggio, oltre a queste materie
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montaggio, oltre a queste materie
prime, occorrono anche grandi
quantità di energia e di forza-
lavoro, necessarie a far marciare
correttamente le macchine 24 ore
su 24: operai e operaie non si
fermano mai. Catena di montaggio della matita
39. L’appuntalapis… consapevole !!!
Insomma una matita, anche se
è
così piccola e semplice, è
davvero qualcosa di prezioso,
perché incorpora in sé lo sforzo
e il contributo di persone, di
cose e di una gran quantità di
energia.
Anche noi perciò dobbiamo
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Anche noi perciò dobbiamo
sentirci responsabili verso il
pianeta, l’unico che abbiamo, e
impegnarci
a non sprecare le risorse e a
impiegare come si deve i beni
di consumo, dal lapis a tutto ciò
che usiamo per vivere.
40. Risultati ottenuti in relazione agli apprendimenti degli alunni
I contenuti delle due unità di competenza “Luoghi naturali e
rifiuti…fuori luogo” e “L’appuntalapis consapevole” hanno
caratterizzato il lavoro svolto durante tutto l’anno. I materiali
prodotti sono stati: tabelle, foto, relazioni, commenti critici su
video e mostre, appunti e sintesi di informazioni tratte davideo e mostre, appunti e sintesi di informazioni tratte da
materiali cartacei e on-line, mappe concettuali, testi, schemi,
installazioni artistiche, grafici, presentazioni delle fasi del
percorso attraverso sequenze di slides e uno spettacolo
teatrale. Favorite/i anche dal coinvolgimento emotivo nato dalla
conoscenza della storia della fatica del genere umano
nell’adattarsi alla vita sulla Terra (che purtroppo porta talvolta
alla distruzione dell’ambiente)… le alunne e gli alunni hanno
acquisito competenze disciplinari plurime. Hanno imparato a
individuare un problema, porsi domande, attivarsi in una
ricerca, formulare ipotesi e verificarle, sperimentare, indagare
secondo procedure adeguate per trovare informazioni e
soluzioni, utilizzare criticamente fonti, documenti e reperti. Ma il
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soluzioni, utilizzare criticamente fonti, documenti e reperti. Ma il
risultato più rilevante è stato avere cominciato a modificare i
propri comportamenti quotidiani, a partire dalla vita della
classe, verso una maggiore consapevolezza dei limiti
dell’ecosistema. Molti alunni ora fanno più attenzione al
contenitore dove mettere i propri rifiuti giornalieri e tengono in
ordine con maggior cura i materiali comuni limitando al
massimo gli sprechi. La conoscenza e lo studio degli oggetti e
dei materiali è servita a sviluppare e consolidare comportamenti
più responsabili ed ecologici. La bibliografia e i materiali consultati
sono a disposizione presso l’archivio della scuola “Don Milani”.
“One child, one teacher, one
pen, one book can change
the world”_ Malala