1. AL PRESIDENTE DELL’EPAP DOTT. ARCANGELO PIRRELLO
AL VICE PRESIDENTE DELL’EPAP DOTT. ORONZO MILILLO
OGGETTO: APPELLO ALLE VOSTRE DIMISSIONI
DOTTORI PIRRELLO E MILILLO,
Guardiamo agli eventi di questi giorni, cioè al caos elettorale ingenerato da una serie di circostanze non
chiare, come il coronamento in negativo di 5 anni del vostro sodalizio amministrativo. Fatto talmente
inquietante da far prospettare al Consiglio Nazionale dei Geologi una possibile richiesta di
commissariamento “ad acta” dell’Epap (vd sito Consiglio Nazionale Geologi) per lo svolgimento delle
elezioni. Evidentemente, non siete ritenuti in grado di offrire sufficienti garanzie per assolvere ad una
procedura fondamentale quale quella di un processo elettorale.
Abbiamo, vanamente, sperato in un guizzo da parte Vostra, suggerito dalla presa d’atto del fallimento in
una questione così ordinaria e “normale” quale è lo svolgimento delle elezioni, e nel consequenziale gesto
di mettervi finalmente da parte.
A partire dall’elezione alla presidenza, momento in cui si è creato il vostro connubio, sentiamo di avere il
diritto di attribuirvi tutte le decisioni che il CDA ha preso: vi siete arroccati all’interno del CDA stesso,
umiliando la minoranza che vi consigliava ragionevolezza ed è stata portata ad un tale livello di
esasperazione da chiedere le dimissioni del Presidente (vd mozione di sfiducia con richiesta dimissioni
Presidente a firma dei Consiglieri CdA Gaudio e Russo del 09.10.2014), tutto ciò accompagnato da una
determinazione a seguire le vostre finalità che è sconfinata nell’ostinazione e che leggiamo come il
tentativo, che confidiamo vada completamente a vuoto, di sopravvivere al vertice dell’Ente, contro tutto e
malgrado tutto.
Anche l'atto di sfiducia espresso dal CIG (delibera n. 16/2014 del 30.10.2014) è stato trattato con
sufficienza istituzionale, con distacco irritante, come un lieve disturbo momentaneo da spazzare via come
gesto inconsistente, come se non fosse pervenuto a Voi dall'organo politico dell'ente che argomentava e
puntualizzava le motivazioni della sfiducia manifestata.
Anche in questo caso l'irritualità ed il pressapochismo non hanno lasciato spazio al dovere istituzionale di
seria riflessione e confronto su quanto esposto e richiesto.
D'altronde, che il vostro sodalizio fosse arrivato già al capolinea, e che all’interno dell’Ente foste diventati
una minoranza, si era già palesato nella bocciatura da parte del CIG dell’assestamento del bilancio di
previsione 2014 (delibera CIG n. 18/2014 del 20.11.2014) e del rinvio del bilancio di previsione 2015 al CdA
2. (delibera CIG n. 19/2014 del 21.11.2014); sul bilancio di previsione 2015 solo tre membri del CIG avevano
votato a favore. Anche a livello del CdA la minoranza aveva votato contro al bilancio di previsione 2015 (vd.
Delibera CdA n. 100/2014 del 09.10.2014) ed all’assestamento del bilancio di previsione 2014 (vd. Delibera
n. 112/2014 del 30.10.2014).
Attorno alla vostra rocca amministrativa avete scavato profondi fossati rispetto agli altri organi dell’Ente,
avete scansato, ogni qualvolta ne avete avuto il pretesto, qualsiasi occasione di confronto e condivisione,
culminata nelle sparute e disorganiche sedute della statutaria riunione interorgani, convocata appena tre
volte su dieci dovute, e che avete vissuto con estremo fastidio.
Così avete ignorato la maggior parte degli indirizzi del CIG e gli impulsi dei CCD, trasformando la funzione
del CDA in organo a sé stante, autoreferenziale e scollegato dagli altri organi e, soprattutto, dagli iscritti.
In questo quinquennio di presidenza autocratica non siete neppure riusciti a stabilire il minimo contatto
con i vari Parlamenti e Governi succedutisi, per acuirne la sensibilità verso una previdenza così discriminata
come la nostra e che prefigura ai nostri iscritti scenari di assoluta indigenza alla fine della carriera
lavorativa.
Avete inteso l’assistenza agli iscritti solo in termini di provvedimenti “a pioggia” senza un minimo di
strategia, mai conseguenti ad un’azione di confronto tra gli organi dell’Ente e pertanto mai maturati in
provvedimenti concreti, efficaci o comunque sufficienti.
Se avete perseguito, con quest’operazione elettorale, l'obiettivo di trasformare l’Epap in uno zimbello tra
tutti gli enti previdenziali, se avete voluto allontanare, forse definitivamente, gli iscritti dottori agronomi e
dottori forestali dall’Ente, forse…..ci siete riusciti.
Ma se il vostro scopo è stato quello di far sì che gli iscritti dottori agronomi e dottori forestali, presi dallo
scoramento e dalla frustrazione, non vadano a ritirare le famigerate password o le distruggano per
legittima protesta nei confronti della vostra improvvisazione e incompetenza, siamo certi che questo non
accadrà.
Probabilmente, per voi, qualche decina di migliaia di euro per riavviare le elezioni a giugno, non sono
niente.
Allora andate a spiegarlo agli iscritti….troverete adeguate risposte!
Tutto ciò premesso, visto, ricordato e constatato, i sottoscritti consiglieri Rita BEGA, Daniele BERARDO,
Roberto GAUDIO, Saverio LASTRUCCI, Stefano POETA, Gianfranco SOTGIU, Giuseppe STEFANELLI e Giorgio
ULIANA, appartenenti a vari organi dell’Epap,
3. RICHIEDONO A VOI
Arcangelo PIRRELLO, Presidente di Epap, e Oronzo Milillo, Vice - Presidente di EPAP, di prendere atto delle
gravi, insostenibili difficoltà amministrative , gestionali e di immagine in cui avete scaraventato l’Ente e di
trarne le logiche e dovute conseguenze negli esclusivi interessi dell’Ente stesso, rassegnando
immediatamente le dimissioni.