2. Media: plurale del latino medium (“mezzo”,
“strumento”);
◦ Il termine si affaccia negli studi sulla comunicazione
a partire dalla prima metà del XX sec.
◦ La specificazione “mass media” (Blumer, 1939)
entra nel vocabolario italiano solo negli anni „60,
con un certo ritardo rispetto al mondo
anglosassone.
3. Ogni comunicazione è veicolata da un mezzo
tecnico con un differente impatto delle
tecnologie in termini di
◦ fissazione e immagazzinamento dell'informazione;
◦ riproduzione dell'informazione (produzione di una
forma simbolica in più copie, chiave di volta della
commercializzazione);
◦ distanziazione spazio-temporale (separazione delle
forme simboliche dai contesti sociali della loro
produzione);
◦ apprendimento degli attori sociali (capacità,
conoscenze e competenze per la codifica e
decodifica).
4. La comunicazione “di massa” nasce con la stampa
popolare e i primi media elettrici:
1833: nascita della penny press negli USA;
con il telegrafo, per la prima volta nella storia
dell‟uomo - a parte poche eccezioni (ad es., lanterne
semaforiche) - è possibile la separazione tra
informazione e supporto fisico (primo messaggio
transoceanico nel 1866);
lo sviluppo delle telecomunicazioni (=“comunicazioni
a distanza”) continua nell‟800 con il telefono (Bell,
1876) e, nei primi del „900, con la radio.
5. “La produzione istituzionalizzata e la diffusione
generalizzata di merci simboliche attraverso la
fissazione e la trasmissione di informazioni e
contenuti simbolici” (Thompson, 1995), grazie a:
1. mezzi tecnici e istituzionali di produzione e
diffusione (innovazioni tecnologiche e industria
mediale);
2. commercializzazione delle forme simboliche;
3. separazione strutturale fra produzione e ricezione;
4. estensione dell‟accessibilità delle forme simboliche
nel tempo e nello spazio;
5. circolazione pubblica di forme simboliche mediate
(comunicazione “da uno a molti”).
6. Dal greco “maza”, che indica l‟impasto del pane
(“massein” = “impastare”), è una definizione che:
◦ coglie solo in parte la realtà della comunicazione
mediata, in cui - con poche eccezioni – è “generalizzato”
l‟accesso potenziale, più che la diffusione effettiva di
gran parte dei prodotti mediali;
◦ presuppone storicamente l‟idea di un pubblico passivo e
indifferenziato, richiamandosi alle teorie critiche sulla
società e cultura di massa;
◦ sottolinea la discontinuità rispetto alle forme di
comunicazione tradizionali (faccia a faccia), ma è oggi
incalzata dalla nuova comunicazione digitale all‟insegna
della personalizzazione.
7. Progressiva scoperta della ricezione come attività:
“normale” e di routine, radicata cioè nei tempi e negli
spazi della vita quotidiana;
socialmente situata, che trae cioè il proprio
significato dai contesti – oltre che testi – implicati;
esperta, basata cioè sull‟apprendimento, attraverso
l‟accumulazione di esperienze e conoscenze;
ermeneutica, che implica cioè un‟appropriazione
simbolica da parte dei riceventi, funzionale
all‟autocomprensione e alla comprensione degli altri.
8. La comunicazione è, dunque, un processo attivo di
costruzione sociale di realtà e conoscenza:
comunicazione come azione sociale che
comporta la produzione, trasmissione e ricezione
di forme simboliche (teoria degli “atti linguistici”
di Austin, 1962);
comunicazione come potere simbolico
(Bourdieu, 1982): capacità di intervenire sul corso
degli eventi e di influenzare le azioni altrui
attraverso forme simboliche, in vista dei propri
obiettivi.
9. Nella storia della modernità, il “potere
simbolico“ dei media:
è andato via via rafforzandosi;
è andato a intrecciarsi e sovrapporsi sempre
più ad altre forme di potere
(economico, politico e coercitivo).
10. Forme di potere Risorse Istituzioni
paradigmatiche
Potere Economico Risorse materiali e Istituzioni economiche
finanziarie (mercato)
Potere Politico Autorità Istituzioni politiche
(Stato)
Potere Coercitivo Forza fisica e armi Istituzioni coercitive
(apparato militare)
Potere Simbolico Strumenti per Istituzioni culturali
l‟informazione e la (chiese, scuole e
comunicazione università. Industria
dei media, ecc…)
11. I media non sono strumenti per la
persuasione di massa;
Essi sono ambienti all‟interno dei quali
l‟individuo può reperire risorse (informazioni,
valori e norme);
Media come ambienti di socializzazione.
12. Ogni uno di noi costruisce e ricostruisce le proprie
immagini del mondo usando i materiali che abbiamo
a disposizione, alcuni li reperiamo dall‟esperienza
diretta che facciamo del mondo, altri dall‟esperienza
mediata.
Ai nostri occhi quelle immagini sono il mondo
(interpretazione della realtà).
Quando interagiamo con altre persone, le nostre
immagini vengono continuamente rinegoziate,
aggiornate, aggiustate, alcune parti sono più stabili e
difficili da modificare (senso comune).
13. I media segmentano la realtà, ne evidenziano
alcune parti, ed eventualmente le
naturalizzano;
Questa “naturalizzazione” consiste nel
sovresporre il segmento sino a renderlo parte
del SENSO COMUNE;
Il “senso comune” rappresenta – ciò che io so
e che tutti gli altri sanno – le concezioni
maggiormente utilizzate.
14. Sguardo del soggetto su ambiti
MEDIA molto più estesi, esterni alla sua
esperienza diretta
Esperienza unicamente mediata su
un numero di ambiti sempre
crescente
1. Siamo portati a ritenere vero solo ciò che ci risulta visibile;
2. Dissequestro dell‟esperienza: entrare in contatto con esperienze
esclusivamente per via mediata.
15. 900 come secolo nel quale la comunicazione
audiovisiva assume ruolo centrale nella vita di
tutti, andando a condizionare
◦ Gusti;
◦ Mentalità;
◦ Educazione;
◦ Comportamenti.
Cinema, Radio, TV, Web
Avvicinamento dei luoghi della comunicazione.
16. Prima forma di comunicazione massmediale
fondata sulle immagini (epoca post-
alfabetica);
Spettacolo pubblico e modalità di fruizione;
Prima forma di interattività (quasi-interazione
mediata: unidirezionale).
17. Supporto di trasmissione immateriale
Trasmissione in diretta (novità)
◦ La guerra dei due mondi – Orson Welles
◦ Rivoluzione sociale di notevole portata (raggiunge
le fasce sociali più basse, non richiede
alfabetizzazione) se consentisse a chiunque di
produrre contenuti.
18. Caratteristiche del cinema e della radio
(completezza comunicativa);
Diretta ed eventi televisivi;
Dalla televisione generalista alla televisione
personalizzata (modello tematico, pay per
view, video on demand).
TV digitale
19. Pubblicazione di video (live o on-demand);
Videoblog, streaming, screencast, repository
video… TV alla portata di tutti;
Social media;
Nascita dei cosiddetti “teleputer” (George Gilder in
Dopo la televisione).