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Coworking e Identità
professionale:
uno studio etnografico
Tesi magistrale di Eduardo Calvanese
Corso di Psicologia delle Organizzazioni e del Marketing, 2016
Relatore: professor Giuseppe Scaratti
Correlatrice: dott.ssa Silvia Ivaldi
Contestualizzazione ricerca
1° fase di ricerca
• Novembre 2013 – luglio 2015
• Esplorare il fenomeno del coworking dal
punto di vista dei manager degli spazi
• Italia
• Interviste videoregistrate, Questionari,
Analisi comunicazione online (Lombardia)
2° fase di ricerca
• Ottobre 2015 – maggio 2016
• Esplorare il fenomeno del coworking dal
punto di vista dei coworker
• Milano
• Etnografia, Interviste, Focus group
Finalità
Esplorativa
Approccio
Grounded
Il presente contributo si colloca in una più ampia ricerca condotta dall’Università Cattolica del
Sacro Cuore sul fenomeno del coworking in Italia.
Conferenze
Osservazioni
e Interviste
spazi di
coworking di
Milano
Studio di
caso
Piano C
Visiting a
Bradford
Identità
professionale
Introduzione – Il coworking
Le caratteristiche che storicamente lo hanno distinto da altri
ambienti di lavoro (Waters-Lynch et al. 2016):
• Estetica degli spazi
• Accento posto sulle
interazioni tra i suoi
membri (Collaborazione)
• Profilo dei suoi utenti
(Giovani, creativi,
knowledge workers)
Nasce tra il 2005 e il 2006 da iniziative con finalità diverse
(«spiral muse», «jellies», «the hub»).
Nel 2016 a lavorare in uno di questi spazi nel mondo sono
stati in 835.000 (Deskmag).
Costo medio 250-300 euro al mese (pacchetti ad ore).
A Milano sono 54 gli spazi riconosciuti dal Comune e dalla
Camera di Commercio (incentivi economici).
Le differenze tra le attività svolte all’interno di questi
spazi è notevole (target, vision, business paralleli,
ambienti fisici e servizi).
Requisiti minimi
(Comune di Milano):
• Postazioni lavorative
(minimo 10)
• Wifi
• Spazi comuni e servizi
(sale riunioni, aree di
ristoro, stampanti)
• Promuova eventi
(conferenze, workshops
e attività formative)
Premessa teorica – I lavoratori della conoscenza
Gli utenti degli spazi di coworking
Chi sono:
Si tratta di una categoria
professionale ampia
(professional, tecnici,
imprenditori, scienziati etc.) il
cui lavoro comporta
l’integrazione di conoscenze
disciplinari, dati e di altre
competenze (leadership,
project management etc.) al
fine di produrre conoscenza
di maggior valore.
Sul posto di lavoro
cercano:
• Riconoscimento del valore
aggiunto fornito dai
lavoratori della conoscenza.
• Alta autonomia e assenza di
supervisione diretta
• Risorse adeguate a svolgere
la propria attività
• Ambiente di lavoro che sia
accogliente e sia stimolante.
• Opportunità di
apprendimento, crescita
professionale e di carriera.
Nello spazio di
coworking:
Si, il valore di questa
categoria professionale è
celebrato (Gandini, 2015).
Si, non presenta una
gerarchia interna.
Dipende dall’azione del
management di ogni
spazio
Premessa teorica – Il coworking
Letteratura
Spinuzzi (2012)
Aspettative sull’interazioni
con gli altri («buon vicinato»
o «partnership»).
-concezione dell’altro-
Classificare gli spazi di
coworking sulla base delle
dinamiche sociali osservate.
-modelli-
Capdevilla (2013)
Collaborazione può
verificarsi a più livelli (livello
individuale, diadico,
comunitario) ognuno dei
quali porta al
raggiungimento di risultati
diversi (riduzione dei costi,
scambio di conoscenze,
creazione comunità).
-livelli di relazione-
-collaborazione orientata a-
Parrino (2013)
Le relazioni non sorgono
spontaneamente, ma sono
promosse dagli strumenti e
dalle piattaforme
organizzative.
-strumenti facilitanti-
Premessa teorica – Identità Professionale
Sistema complesso
• Processo (piuttosto che uno
stato di cose)
• Componenti interdipendenti
(sistema di relazioni)
• Dipende dal contesto
(promuove discorsi sociali,
basi di identificazione
alternative)
• Individuo ha un ruolo attivo
(agisce sulle diverse
componenti per stabilire o
ristabilire un equilibrio)
Butera e Di Guardo (2010)
Piano C – Scheda di presentazione
Piano C si rivolge principalmente a donne e genitori.
Si impegna a promuovere l’occupazione femminile e la conciliazione di
genitorialità e lavoro.
Piano C
Cobaby
Altri servizi
Aree
comuni
WorkHer
Spazio di
lavoro
Sala
conferenze
(corsi,
eventi)
“Dimostrare che un nuovo modo di lavorare è possibile e
che la felicità e la produttività non sono un gioco a somma
zero”. – Riccarda Zezza
Piano C – Metodologia
Da ottobre 2015 a marzo 2016 ho condotto una serie di osservazioni e di interviste etnografiche.
Interviste allo STAFF Interviste ai COWORKER
RUOLI Donne Uomini PROFESSIONE Donne Uomini
Socio fondatore 1 Libero professionista 1
Community manager 1 Dipendente d’azienda 1
Project manager 2 Consulente 1
Project director 1 Dipendente a progetto 1
Collaboratore 1
Totale 5 1 Totale 3 1
Osservazioni Sessioni
Spazio di coworking e
aree comuni
20
Conversazioni N° Contatti
Coworker 10
Staff 6
Membri di start-up 3
Ufficio privato 2
Sessioni di 4 ore, in diversi momenti della settimana (totale di 80 ore).
La traccia delle interviste è stata progressivamente riorientata durante il lavoro, per verificare le teorie
emergenti e rispondere a quesiti sorti durante il processo di ricerca.
Piano C – Risultati
Bisogni coworker e funzione assolta da ambienti e servizi
Bisogni Ambienti e servizi
Produttività Lo «spazio di coworking vero e proprio» è un ambiente
dedicato alla concentrazione e alla produttività, dove i
coworker lavorano in parallelo mentre i figli sono a scuola.
Socialità La cucina è l’ambiente privilegiato per entrare in contatto con
altre donne e condividere le proprie esperienze personali e
professionali e occasionalmente anche per chiedere loro
consiglio.
Crescita
professionale
I corsi, gli eventi e la piattaforma workher consentono alle
coworker di comunicare i propri interessi, confrontarsi con
altri, apprendere nuove competenze e di rimanere aggiornate
professionalmente.
Conciliazione di
genitorialità e
lavoro
La presenza del cobaby (peculiare di Piano C) consente alle
mamme e ai papà di lavorare, potendo però passare anche
dei momenti con i propri figli e sapere di averli vicini.
In linea con i bisogni
espressi dai lavoratori
della conoscenza
Specifico dei
genitori lavoratori
Piano C – Risultati
Interazioni tra coworker
Criticità:
• Distanza
professionale tra
membri
• Cultura lavoratore
autonomo
Schema originale, 2016
Piano C – Risultati
Investimento sulla propria identità professionale a 360°
Spazio
riconosciuto
quale «luogo
di lavoro»
Svolge una duplice azione di legittimazione
dello status di lavoratore (a livello sociale e
individuale es. neo-lavoratore da remoto)
L’assenza di
un ruolo
ascritto
Consente loro di regolare i rapporti tra
ruolo e persona (investendo ora sull’uno ora
sull’altro es. maternità).
Il gruppo
Corsi di
formazione
Consentono loro di gestire il proprio sviluppo
professionale in prima persona.
Cultura di
Piano C
Valorizza le appartenenze multiple
dei suoi utenti (donna – genitore –
lavoratore).
Funzione di rinforzo identitario
(storytelling, feedback, supporto,
esempio).
Conclusione
• Gli spazi di coworking incontrano molti dei bisogni espressi dai lavoratori
della conoscenza.
• Grazie al complesso sistema di ambienti, servizi, strumenti organizzativi,
comunicazioni e artefatti che Piano C ha sviluppato ed il target al quale si
rivolge è più facile che si instaurino alcune tipologie di relazioni rispetto
ad altre.
• Gli elementi presenti in Piano C possono favorire processi di costruzione, il
mantenimento, il rafforzamento o la ridefinizione dell’identità
professionale.
“Per entrare, rientrare o reinventarsi nel mondo del lavoro, la volontà
è importante ma purtroppo raramente basta.” – Riccarda Zezza
Grazie per l’attenzione
eduardo.calvanese@unicatt.it

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Coworking e Identità professionale - Risultati tesi magistrale (Etnografia); Eduardo Calvanese 2016

  • 1. Coworking e Identità professionale: uno studio etnografico Tesi magistrale di Eduardo Calvanese Corso di Psicologia delle Organizzazioni e del Marketing, 2016 Relatore: professor Giuseppe Scaratti Correlatrice: dott.ssa Silvia Ivaldi
  • 2. Contestualizzazione ricerca 1° fase di ricerca • Novembre 2013 – luglio 2015 • Esplorare il fenomeno del coworking dal punto di vista dei manager degli spazi • Italia • Interviste videoregistrate, Questionari, Analisi comunicazione online (Lombardia) 2° fase di ricerca • Ottobre 2015 – maggio 2016 • Esplorare il fenomeno del coworking dal punto di vista dei coworker • Milano • Etnografia, Interviste, Focus group Finalità Esplorativa Approccio Grounded Il presente contributo si colloca in una più ampia ricerca condotta dall’Università Cattolica del Sacro Cuore sul fenomeno del coworking in Italia. Conferenze Osservazioni e Interviste spazi di coworking di Milano Studio di caso Piano C Visiting a Bradford Identità professionale
  • 3. Introduzione – Il coworking Le caratteristiche che storicamente lo hanno distinto da altri ambienti di lavoro (Waters-Lynch et al. 2016): • Estetica degli spazi • Accento posto sulle interazioni tra i suoi membri (Collaborazione) • Profilo dei suoi utenti (Giovani, creativi, knowledge workers) Nasce tra il 2005 e il 2006 da iniziative con finalità diverse («spiral muse», «jellies», «the hub»). Nel 2016 a lavorare in uno di questi spazi nel mondo sono stati in 835.000 (Deskmag). Costo medio 250-300 euro al mese (pacchetti ad ore). A Milano sono 54 gli spazi riconosciuti dal Comune e dalla Camera di Commercio (incentivi economici). Le differenze tra le attività svolte all’interno di questi spazi è notevole (target, vision, business paralleli, ambienti fisici e servizi). Requisiti minimi (Comune di Milano): • Postazioni lavorative (minimo 10) • Wifi • Spazi comuni e servizi (sale riunioni, aree di ristoro, stampanti) • Promuova eventi (conferenze, workshops e attività formative)
  • 4. Premessa teorica – I lavoratori della conoscenza Gli utenti degli spazi di coworking Chi sono: Si tratta di una categoria professionale ampia (professional, tecnici, imprenditori, scienziati etc.) il cui lavoro comporta l’integrazione di conoscenze disciplinari, dati e di altre competenze (leadership, project management etc.) al fine di produrre conoscenza di maggior valore. Sul posto di lavoro cercano: • Riconoscimento del valore aggiunto fornito dai lavoratori della conoscenza. • Alta autonomia e assenza di supervisione diretta • Risorse adeguate a svolgere la propria attività • Ambiente di lavoro che sia accogliente e sia stimolante. • Opportunità di apprendimento, crescita professionale e di carriera. Nello spazio di coworking: Si, il valore di questa categoria professionale è celebrato (Gandini, 2015). Si, non presenta una gerarchia interna. Dipende dall’azione del management di ogni spazio
  • 5. Premessa teorica – Il coworking Letteratura Spinuzzi (2012) Aspettative sull’interazioni con gli altri («buon vicinato» o «partnership»). -concezione dell’altro- Classificare gli spazi di coworking sulla base delle dinamiche sociali osservate. -modelli- Capdevilla (2013) Collaborazione può verificarsi a più livelli (livello individuale, diadico, comunitario) ognuno dei quali porta al raggiungimento di risultati diversi (riduzione dei costi, scambio di conoscenze, creazione comunità). -livelli di relazione- -collaborazione orientata a- Parrino (2013) Le relazioni non sorgono spontaneamente, ma sono promosse dagli strumenti e dalle piattaforme organizzative. -strumenti facilitanti-
  • 6. Premessa teorica – Identità Professionale Sistema complesso • Processo (piuttosto che uno stato di cose) • Componenti interdipendenti (sistema di relazioni) • Dipende dal contesto (promuove discorsi sociali, basi di identificazione alternative) • Individuo ha un ruolo attivo (agisce sulle diverse componenti per stabilire o ristabilire un equilibrio) Butera e Di Guardo (2010)
  • 7. Piano C – Scheda di presentazione Piano C si rivolge principalmente a donne e genitori. Si impegna a promuovere l’occupazione femminile e la conciliazione di genitorialità e lavoro. Piano C Cobaby Altri servizi Aree comuni WorkHer Spazio di lavoro Sala conferenze (corsi, eventi) “Dimostrare che un nuovo modo di lavorare è possibile e che la felicità e la produttività non sono un gioco a somma zero”. – Riccarda Zezza
  • 8. Piano C – Metodologia Da ottobre 2015 a marzo 2016 ho condotto una serie di osservazioni e di interviste etnografiche. Interviste allo STAFF Interviste ai COWORKER RUOLI Donne Uomini PROFESSIONE Donne Uomini Socio fondatore 1 Libero professionista 1 Community manager 1 Dipendente d’azienda 1 Project manager 2 Consulente 1 Project director 1 Dipendente a progetto 1 Collaboratore 1 Totale 5 1 Totale 3 1 Osservazioni Sessioni Spazio di coworking e aree comuni 20 Conversazioni N° Contatti Coworker 10 Staff 6 Membri di start-up 3 Ufficio privato 2 Sessioni di 4 ore, in diversi momenti della settimana (totale di 80 ore). La traccia delle interviste è stata progressivamente riorientata durante il lavoro, per verificare le teorie emergenti e rispondere a quesiti sorti durante il processo di ricerca.
  • 9. Piano C – Risultati Bisogni coworker e funzione assolta da ambienti e servizi Bisogni Ambienti e servizi Produttività Lo «spazio di coworking vero e proprio» è un ambiente dedicato alla concentrazione e alla produttività, dove i coworker lavorano in parallelo mentre i figli sono a scuola. Socialità La cucina è l’ambiente privilegiato per entrare in contatto con altre donne e condividere le proprie esperienze personali e professionali e occasionalmente anche per chiedere loro consiglio. Crescita professionale I corsi, gli eventi e la piattaforma workher consentono alle coworker di comunicare i propri interessi, confrontarsi con altri, apprendere nuove competenze e di rimanere aggiornate professionalmente. Conciliazione di genitorialità e lavoro La presenza del cobaby (peculiare di Piano C) consente alle mamme e ai papà di lavorare, potendo però passare anche dei momenti con i propri figli e sapere di averli vicini. In linea con i bisogni espressi dai lavoratori della conoscenza Specifico dei genitori lavoratori
  • 10. Piano C – Risultati Interazioni tra coworker Criticità: • Distanza professionale tra membri • Cultura lavoratore autonomo Schema originale, 2016
  • 11. Piano C – Risultati Investimento sulla propria identità professionale a 360° Spazio riconosciuto quale «luogo di lavoro» Svolge una duplice azione di legittimazione dello status di lavoratore (a livello sociale e individuale es. neo-lavoratore da remoto) L’assenza di un ruolo ascritto Consente loro di regolare i rapporti tra ruolo e persona (investendo ora sull’uno ora sull’altro es. maternità). Il gruppo Corsi di formazione Consentono loro di gestire il proprio sviluppo professionale in prima persona. Cultura di Piano C Valorizza le appartenenze multiple dei suoi utenti (donna – genitore – lavoratore). Funzione di rinforzo identitario (storytelling, feedback, supporto, esempio).
  • 12. Conclusione • Gli spazi di coworking incontrano molti dei bisogni espressi dai lavoratori della conoscenza. • Grazie al complesso sistema di ambienti, servizi, strumenti organizzativi, comunicazioni e artefatti che Piano C ha sviluppato ed il target al quale si rivolge è più facile che si instaurino alcune tipologie di relazioni rispetto ad altre. • Gli elementi presenti in Piano C possono favorire processi di costruzione, il mantenimento, il rafforzamento o la ridefinizione dell’identità professionale.
  • 13. “Per entrare, rientrare o reinventarsi nel mondo del lavoro, la volontà è importante ma purtroppo raramente basta.” – Riccarda Zezza Grazie per l’attenzione eduardo.calvanese@unicatt.it

Notes de l'éditeur

  1. Queste differenze ci hanno portato a chiederci se fosse possibile classificare questi spazi
  2. Queste differenze ci hanno portato a chiederci se fosse possibile classificare questi spazi
  3. Queste differenze ci hanno portato a chiederci se fosse possibile classificare questi spazi
  4. Esempio del car sharing come servizio in cui l’altro è anonimo