1. Mesa Elena biennio Grafica&Comunicazione CONSUMO LIQUIDO
Per questo progetto ho deciso di analizzare il fenomeno del collezionismo.
“Il collezionismo è un hobby che consiste nella raccolta di oggetti di una particolare categoria.
Queste collezioni sono spesso molto ben organizzate, catalogate ed attrattivamente esposte”.
Trovo che questa definizione fornita da wikipedia sia abbastanza limitata, poichè la pratica del
collezionismo è per alcuni non solo una passione ma anche una fonte di guadagno.
(come si può ben capire dall’articolo che ho riportato)
Nel mio elaborato, ho deciso di prendere in considerazione il collezionismo come forma di vanto
/investimento e non come un semplice passatempo.
Ma cosa succede se prendiamo il fenomeno collezionismo e applichiamo i quesiti posti
per lo svolgimento di questo lavoro?
-Valutazione dell’individuo in base alle sue abilità di consumo
Inutile dire che il collezionismo è una pratica di nicchia e spesso la serietà di un collezionista è
data dal numero di “pezzi” rari o unici dei quali dispone o ai quali ambisce.
2. -Assenza responsabilità nei confronti di chiunque tranne che di sé
La pratica del collezionismo come soddisfazione personale e soggettiva, poichè
l’ oggetto/valore collezionato muta da persona a persona.
Un valore soggettivo che però diviene oggettivo durante la compravendita.
-Sparizione di coercizioni sociali e visione mercificata dei rapporti umani
Spesso la compravendita degli oggetti da collezione non viene tramite via diretta ma attreverso
l’utilizzo di Internet.
Uno dei canali più utilizzati è EBay.
Nel sito Ebay è presente una pagina intera dedicata al collezionismo di ogni tipo, ritengo sia
interessante confrontare le risposte precedentemente date con quelle applicate al fenomeno col-
lezionismo su Ebay.
-Valutazione dell’individuo in base alle sue abilità di consumo
Attraverso il profilo dell’utente si possono valutare gli interessi, gli hobby e i probabili acquisti.
3. -Assenza responsabilità nei confronti di chiunque tranne che di sé
L’utente può decidere se vendere/acquistare- acquistare-vendere e può decidere se comportarsi
in maniera corretta o no vendendo prodotti in buone condizioni o no, ovviamente per evitare un
comportamente scorretto è stato introdotto il feedback che però riporta alla visione
mercificata dei rapporti umani
-Sparizione di coercizioni sociali e visione mer-
cificata dei rapporti umani
L’aquirente può decidere se acquistare un de-
terminato prodotto valutando il numero di
feedback e di commenti positivi nella pagina
del venditore.
Anche la compravendita diretta durante i
convegni è una chiara dimostrazione di come
vengano mercificati i rapporti umani, poi-
chè nonostante il tentativo di dialogo o di
collaborazione/”amicizia” lo scopo è quello di
tenere buoni rapporti con un futuro ed even-
tuale cliente.
4. Dopo aver analizzato il fenomeno collezionismo in senso generico, ho ritenuto opportuno applicare i quesiti
posti a degli articoli di giornale che ho trovato nel web.
Nell’articolo di M. Straziota viene evidenziato come il collezionismo sia una pratica BEN DEFINITA E
LIMITATA, in quanto richiede passione, investimenti e pazienza per la ricerca dei pezzi definiti “unici”.
-Valutazione dell’individuo in base alle sue abilità di consumo
Nell’articolo di L. Quadarella vengono descritte le varie fasi / azioni durante i convegni internazionali nei quali
i collezionisti si incontrano per comprare/vendere o mostrare i pezzi della loro collezione.
Dal mio punto di vista la valutazione che viene effettuata ha due aspetti:
- di colui che mostra: che valuta la capacità d’acquisto e scarta a priori i clienti che non hanno “abbastanza
soldi” per acquistare.
-di colui che compra: che valuta la “validità” di un oggetto in base alla sua quota di mercato o della sua rarità
che come riflesso provocherà una valutazione del venditore stesso.
Colui che mostra la propria collezione verrà giudicato consono o no allo staus del compratore in base agli og-
getti posseduti.
-Assenza responsabilità nei confronti di chiunque tranne che di sé
I convegni internazionali non comportano nessun dovere d’acquisto possono essere semplicemente un punto
di ritrovo dove condividere la propria passione per il collezionismo.
Solitamente questi convegni sono preparati ad accogliere moltissime persone che vogliono semplicemente
vendere/comprare o curiosare.
-Sparizione di coercizioni sociali e visione mercificata dei rapporti umani
Come detto in precedenza il compratore che è intenzionato all’acquisto farà la sua valutazione non solo sull’og-
getto ma anche su colui che mostra.
Il collezionista interessato alle 50.000 Bernini I tipo serie XE ovviamente avrà un potere d’acquisto maggiore ed
andrà alla ricerca di “collezionisti venditori” di un certo calibro.
Gli altri probabilmente non verranno valutati.
5. La numismatica è un investimento?
di MICHELE STRAZIOTA
Qualche tempo fa mentre sfogliavo una rivista economica, mi ha colpito un articolo che stilava una classifica
su come far fruttare i propri risparmi investendo in alcuni beni rifugio. Al primo posto svettava l’investimento
in arte, al secondo posto quello di porcellane cinesi e al terzo! il collezionismo numismatico, mentre l’oro era
relegato addirittura al sesto posto!
Anni addietro la numismatica ha vissuto momenti in cui le quotazioni stagnanti lasciavano gli addetti del
settore e gli appassionati in un misto di scetticismo e di sfiducia. Quell’articolo ha così destato il mio interesse,
tanto che mi sono posto l’interrogativo se fosse giusta per un collezionista che ricerca un proprio appagamento
estetico-culturale, la pretesa di ottenere anche una soddisfazione speculativa, nel vedere la propria collezione
divenire nel tempo un piccolo tesoro che acquisisca sempre più valore.
Personalmente trovo giustificata una aspettativa del genere, perché una collezione va considerata come un bene
in cui sono racchiusi anni di studi, di confronti, di approfondimenti, di spese e quindi di notevoli sacrifici. Inol-
tre il collezionista è anche un lungimirante talent-scout che spesso colleziona pezzi inediti o poco conosciuti o
beni che al momento non sono valorizzati appieno per svariati motivi quali la mancanza di approfondimento
in merito, le valutazioni superficiali, ecc.
Un appassionato quindi spesso sfida le leggi di mercato spendendo somme consistenti anche per esemplari
poco ricercati in un dato momento, come sono state negli anni passati le monete medioevali, le monete del
Regno di Napoli e la cartamoneta italiana. In pratica l’amore che il numismatico riversa nella propria collezione
alla fine produce una gratificazione, un premio che compensa tutto l’impegno dinamico, mentale e finanziario
sostenuto per anni.
Quindi la risposta se sia o meno lecito considerare una collezione anche una forma di investimento, è senz’altro
affermativa e come ho potuto affermare anche nel mio intervento alla trasmissione televisiva Unomattina, il 17
giugno scorso, l’investimento è una parte connaturata in qualche maniera nel campo della numismatica e pare
che questi ultimi tempi i collezionisti e gli amatori più intelligenti siano stati premiati proprio su questo aspetto.
Infatti l’avvento dell’euro è stato in questo lungo periodo di pace sociale un evento epocale tale da sconvolgere
gli avvenimenti dell’Europa e del mondo intero. In passato, eventi come il crollo di una dinastia, lo scoppio di
una guerra, o come il passaggio dal Regno alla Repubblica nel nostro Paese, lasciavano una forte traccia nella
storia e nell’economia e conseguentemente nella numismatica. In una Europa dove da oltre mezzo secolo (for-
tunatamente) non accadono sconvolgimenti del genere, solo questa rivoluzione monetaria poteva dare nuovi
stimoli, nuovi corsi e nostalgici amori nel campo della numismatica, apportando una serie di cambiamenti che
hanno stimolato nuovamente la ricerca e la passione per le cose passate e in qualche modo perdute.
Da poco più di un anno difatti, stiamo assistendo ad incredibili rialzi delle quotazioni riguardanti il settore del-
la cartamoneta (non solo italiana) delle monete della Repubblica e del Regno e non ultima, la neonata passione
per l’euro.
Molti si chiedono fino a quanto queste quotazioni possano salire. Io ritengo che quello che è avvenuto fino ad
ora sia già un risultato di tutto rispetto. Ad esempio tutte le quotazioni della cartamoneta italiana sono rad-
doppiate e alcuni pezzi hanno visto rialzi ancor più consistenti. Tra le “blue-chips” in vetta a questa classifica,
troviamo le 20.000 Tiziano che hanno raggiunto, in FDS, un valore di oltre trenta volte superiore al nominale e
le introvabili 50.000 Bernini I tipo serie XE, la più quotata di tutte le serie sostitutive, che vale circa cento volte
il suo valore facciale.
Nell’ambito delle monete, le serie in euro di San Marino e del Vaticano hanno raggiunto immediatamente
quotazioni impensabili, fino a venti o trenta volte il prezzo di emissione, non trascurando neanche le serie Re-
pubblica 1946-1947 e le monete del Regno di Vittorio Emanuele III che si sono ancora una volta affermate con
quotazioni ragguardevoli e solide.
6. Ricordo con soddisfazione quando tempo addietro confidando a qualche collega che l’avvento dell’euro avreb-
be certamente causato una vera e propria escalation nelle quotazioni, oppure addirittura quando fin dal ‘91
affermavo che la banconota di Tiziano, all’epoca trattata quasi al facciale, avrebbe avuto un grosso incremento
nel corso degli anni, qualcuno mostrava scetticismo o sorrideva dubbioso.
L’articolo che poneva l’investimento numismatico ai primi posti della classifica non era quindi un’assurdità;
certamente si tratta un investimento atipico, con forti rischi, che segue andamenti impensabili ma che può
dare gratificazioni tali da superare notevolmente le misere percentuali di altri beni rifugio, inclusi quelli più
tradizionali come immobili e titoli. Non è però un investimento per tutti. In questo campo più di altri, sono
necessari oltre ai “capitali”, la passione, l’intuito, l’intelligenza e l’amore per questi piccoli oggetti che tanto
ostinatamente noi numismatici continuiamo a ricercare, aiutando a conservare e a trasmettere arte, estetica e
storia - quindi cultura - di cui in un mondo così arido di valori, c’è sempre più bisogno.
In Germania, a caccia dei “due buoi”...
di LUCA QUADARELLA
“La Parigi, Maastricht, Chicago, Colonia, sono solo alcuni tra i più importanti convegni mondiali dedicati
esclusivamente alla cartamoneta. Chi tra di noi appassionati del settore, complice anche la difficoltà attuale a
reperire i pezzi più interessanti, non ha sognato almeno una volta di partecipare ad uno di questi importanti
convegni internazionali. A tale richiamo non ho saputo resistere neanche io e, dopo un’attenta valutazione la
scelta è caduta su Colonia.
Dal punto di vista numismatico indubbiamente un convegno internazionale è un paradiso per il collezionista
di cartamoneta estera, mentre le speranze del collezionista di cartamoneta italiana (come me) sono alimentate
dal fatto che i prezzi del catalogo World Paper Money su cui dovrebbero basarsi i dealer internazionali sono
oramai di gran lunga inferiori rispetto ai nostri cataloghi nazionali. Rispetto ai convegni di casa nostra dove
la stragrande maggioranza degli operatori del settore è nazionale, la differenza che balza subito agli occhi è la
presenza di commercianti provenienti da tutto il mondo, evidenza del fatto che la cartamoneta mondiale in
Europa ha un mercato decisamente più florido rispetto al nostro dove viene trattato prevalentemente materiale
locale. E’ possibile incontrare di persona oltre agli operatori locali anche alcuni commercianti che operano su
ebay come Ian Gradon, Philip Phipps o Alex Abezgauz oppure importanti commercianti d’oltreoceano come
Ian Marshall e Lee Gordon o addirittura dealer provenienti da Cina, Brasile o Emirati Arabi, oltre naturalmente
7. a quelli Europei inclusi i nostri Walter Nasi e Frank Spinelli. I commercianti più importanti offrono un vasto
campionario di banconote di tutto il mondo, suddivise per ordine alfabetico, ma sono presenti anche tavoli che
vendono esclusivamente mazzette di banconote a basso costo.
All’arrivo al Senats Hotel situato di fronte alla splendida cattedrale gotica le mie aspettative erano elevate e
immediatamente mi sono tuffato sui tavoli degli espositori, sognando di pescare in mezzo ai raccoglitori e alle
classiche cassette di legno qualche 5000 lire “repubbliche marinare” o qualche liretta di Umberto o addirittura
il mitico 50 lire “due buoi”, ma la realtà ha ben presto sostituito il lato onirico.
Dopo ore di rastrellamento, oltre alle solite banconote degli anni 80/90 e alle immancabili 5 e 10 lire del 44, il
massimo che sono riuscito a trovare sono state un paio di lirette della Banca nazionale nel regno, qualche pezzo
della Cassa veneta dei prestiti e alcuni Reichsmark di occupazione tedesca relativi alla seconda guerra mon-
diale. Piuttosto deluso allora ho cercato di capire le ragioni di questa debacle, scambiando qualche chiacchiera
con Walter Nasi e con l’amico spagnolo Jose che avevo già conosciuto a Verona perché aveva il tavolo accanto al
mio. L’analisi che è emersa è stata interessante e ha confermato quelli che erano i miei sospetti sulla situazione
internazionale, ovvero che in Europa non esiste più materiale italiano in circolazione e addirittura comincia ad
essere difficile il reperimento anche nel continente americano.
Tutto ciò è determinato dal rastrellamento effettuato in questi ultimi anni sia dai nostri dealer che da quelli in-
ternazionali che evidentemente non ci hanno messo molto tempo a capire che un buon pezzo italiano acquista-
to ai prezzi del World Paper Money poteva essere piazzato al doppio o al triplo del prezzo pagato. Oltretutto il
collezionista di cartamoneta italiana deve anche tenere presente che solitamente questi convegni internazionali
sono preceduti da una giornata dedicata esclusivamente ai commercianti e che difficilmente quei pochi pezzi
che eventualmente dovessero essere presenti potrebbero sfuggire alle amorevoli attenzioni dei nostri impor-
tanti operatori sicuramente presenti al convegno.
E’ stato comunque un bilancio positivo il mio, non sono riuscito a reperire tutto il materiale che speravo di
trovare, ma ho fatto una esperienza nuova e ho avuto l’opportunità di visitare una città incantevole con duemila
anni di storia. Il consiglio dunque che mi sento di poter dare è di considerare il convegno come l’opportunità
per trascorrere un piacevole weekend all’estero, magari insieme alla famiglia, poi qualcosa di interessante dal
punto di vista numismatico si trova sempre, basta saper cercare e avere un pizzico di fortuna.
link: http://www.youtube.com/watch?v=aA5ztSasZR4&list=UUcpEXz-6QTpyeneZpZdNrnA&i
ndex=9&feature=plcp
link: http://www.youtube.com/watch?v=7bTI13NirY8&list=UUcpEXz-6QTpyeneZpZdNrnA&i
ndex=8&feature=plcp
link: http://www.banconote.it/newsed.php?news=87