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I PROGETTI AVVENIRISTICI
DI GOOGLE E UNO
SGUARDO SUL FUTURO
A cura di Martino Bufano
1
SOMMARIO
CAP.1 INTRODUZIONE…………………………………………………………………………….. pag.2
CAP.2 GOOGLE X……………………………………………………………………………………… pag.3
CAP.3 L’INGRESSO IN GOOGLE DI RAYMOND KURZWEIL………………………… pag.4
CAP.4 I PROGETTI TARGATI GOOGLE
4.1 DRONI E ROBOT………………………………………………………………………. pag.7
4.2 L’ACQUISIZIONE DELLA BOSTON DYNAMICS…………………………... pag.8
4.3 I PROGRESSI NEL CAMPO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE……. pag.9
4.4 IL PROGETTO CALICO………………………………………………………………. pag.10
4.5 LA CASA INTELLIGENTE……………………………………………………………. pag.12
CAP.5 PREVISIONI PER IL FUTURO…………………………………………………………… pag.13
CAP.6 CURIOSITA’: IL BUG Y2038…………………………………………………………….. pag.16
CREDITS……………………………………………………………………………………………………… pag.18
2
1. INTRODUZIONE
Sono trascorsi quasi 18 anni da quel 15 settembre del 1998 quando Larry Page e Sergey Brin, due
studenti dell’Università di Stanford, crearono il motore di ricerca che avrebbe rivoluzionato il
World Wide Web. La teoria assolutamente innovativa alla base del suo funzionamento e
ribattezzata con il nome di PageRank si concentrava sull’analisi matematica delle relazioni tra i siti
web: questo produsse risultati migliori nelle ricerche rispetto alle tecniche empiriche usate fino a
quel momento. Oggi la popolarità di Google è diventata talmente grande che nella lingua inglese è
stato addirittura coniato il termine “to google” (che vuol dire “fare una ricerca sul web”) che
tradotto in italiano diventa “googlare”.
In questi anni, il colosso di Mountain View, oltre a diventare il filtro per eccellenza delle ricerche
fatte sul web, è anche la piattaforma di riferimento per la condivisione di video con YouTube, lo
scambio di messaggi e la condivisione dei documenti grazie alla web mail Gmail; ha sviluppato un
browser molto performante come Chrome, è presente sui dispositivi mobili attraverso il sistema
operativo Android e possiede anche il suo social network Google+.
Tutto quello sopra descritto fa ormai riferimento al passato: per quanto concerne il futuro, il
colosso californiano sta lavorando “nelle segrete” degli avanzatissimi laboratori di Google X a dei
progetti davvero avveniristici, destinati a rivoluzionare non poco la nostra vita di ogni giorno. Ad
oggi il potere che Google ha di influenzare inconsciamente sia le scelte che il comportamento delle
persone è davvero molto forte e questo vuol dire avere pieno controllo delle menti umane, che
possono essere così indirizzate verso vie prestabilite. Google si appresta quindi a diventare
progressivamente l’assoluto padrone e burattinaio del mondo.
In questa breve relazione verranno analizzati nel dettaglio i principali progetti che Google lancerà
nei prossimi anni. Al termine seguiranno alcune riflessioni personali su quello che potrebbe essere
un possibile scenario futuro.
3
2. GOOGLE X
Google X è il termine coniato dal New York Times per identificare il “laboratorio segreto” di
Google presente in California. E’ una specie di "Area 51" in cui vengono sperimentate le idee più
azzardate con l’intento poi di dar vita ai dispositivi e ai servizi del futuro: in pratica è un’ enorme
fucina high-tech dove viene plasmato il futuro del mondo tecnologico.
A gestire le redini di tutto c'è Sergey Brin, ritenuto dagli esperti del settore il maggiore
responsabile di tutti i progetti del colosso di Mountain View: dal motore di ricerca, passando per il
client e-mail online (Gmail), fino alle automobili che si guidano da sole (Google Car).
Google è sempre alla perenne ricerca di novità da sviluppare e che le permettano di anticipare le
azioni dei propri competitor, in primis Apple che dopo la scomparsa di Steve Jobs, suo celebre
fondatore, ha collezionato una serie di insuccessi. Le soluzioni avanzate nel campo dell'Intelligenza
Artificiale (IA), dei robot e delle piattaforme innovative per l'intrattenimento potrebbero
rappresentare le nuove scommesse per l’immediato futuro.
4
3. L’INGRESSO IN GOOGLE DI RAYMOND KURZWEIL
Il punto di svolta per i progetti di casa Google si è registrato a fine 2012, quando il colosso
californiano ha annunciato che il famoso futurista, inventore, imprenditore e scrittore Raymond
Kurzweil sarebbe entrato a far parte del suo team per ricoprire il ruolo di Director of Engineering,
occupandosi direttamente dei nuovi progetti relativi all’apprendimento delle macchine e
all’elaborazione del linguaggio.
Classe 1948, Raymond Kurzweil è stato uno dei pionieri dei sistemi OCR (Riconoscimento Ottico
dei Caratteri), ma si è occupato anche di sintesi vocale e Intelligenza Artificiale.
La sua è una figura davvero autorevole quando si parla di guardare al futuro: nei suoi libri, infatti,
ha spesso fatto riferimento a tecnologie del futuro che oggi sono diventate una realtà. Grazie al
suo contributo e alle sue geniali intuizione, ben presto potrebbero arrivare sul mercato i prodotti
che sono attualmente in sviluppo nel famoso laboratorio Google X.
Il suo approdo è stato sicuramente sponsorizzato da Sergey Brin e Larry Page che hanno sempre
manifestato interesse per le tecnologie futuristiche, una delle quali è nota come singolarità
tecnologica: un punto nel corso dell’evoluzione di una civiltà in cui gli esseri umani e le macchine
saranno sincronizzati per spingere l’innovazione ad un ritmo senza precedenti. Questo argomento
è stato trattato da Kurzweil nei saggi “The Law of Accelerating Returns (2001)” e “The Singularity
Is Near (2005)” e secondo i suoi calcoli entro 20 anni l’Intelligenza Artificiale sarà del tutto simile a
quella umana.
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In passato, il futurista statunitense aveva predetto alcune delle tecnologie più sbalorditive
sviluppate da Google, come gli smartphone in grado di rispondere alle domande degli utenti
(sviluppati poi sia con tecnologia iOS che Android) e le automobili con guida automatica (le
famose Google Car) che nei prossimi anni saranno sicuramente molto diffuse in: California,
Nevada, Hawaii, Florida, Arizona e Oklahoma (dato che in questi stati sono già state introdotte le
leggi che ne permettono la circolazione su strada).
Kurzweil, fondatore tra l’altro della Singularity University insieme a Google e NASA, afferma che
l'umanità utilizzerà la tecnologia per raggiungere l'immortalità entro i prossimi 20 anni e già pensa
ad un possibile un cervello in “cloud”. Effettivamente 20 anni possono sembrare pochi per sperare
di poter raggiungere dei risultati simili, però visti i notevoli passi avanti fatti in questi anni dai
colossi dell’hi-tech e il loro crescente interessamento verso il settore medico, ci sono tutte le
premesse possibili per fare in modo che uno scenario simile diventi realtà.
I principali progetti a cui Kurzweil sta direttamente lavorando sono:
1. la miniaturizzazione delle componenti tecnologiche, in modo da poter immettere dei veri e
propri nano-robot all’interno del corpo umano. Trasportati dal sangue all’interno dell’apparato
circolatorio, questi saranno capaci di innalzare le difese immunitarie dell’organismo e
migliorare la qualità della vita. Alcuni di essi potranno agire direttamente sul cervello, in
particolare nella nano corteccia e facilitare il processo intellettivo grazie all’interazione con le
piattaforme cloud. Rimanendo in quest’ottica si pensa anche ad una possibile cura per il morbo
di Parkinson: i pazienti che ne soffrono potrebbero scaricare un software che agirebbe
direttamente sul loro cervello.
2. lo sviluppo di sistemi hardware in grado di riprodurre le azioni e il pensiero degli esseri
umani: una struttura quindi che non sia solo il risultato di calcoli e dell’assemblaggio di circuiti
informatici ma che abbia anche una coscienza propria.
Questi temi sono oggetti d’interesse della cosiddetta scienza olistica, sfociata poi nello studio
delle reti neurali e dell’Intelligenza Artificiale e oggi definita “scienza olistica computerizzata”.
Sempre su quest’ottica, si punta a sviluppare dei motori di ricerca che ragionino in modo più
simili agli umani e quindi in grado di: rispondere a domande lunghe e complesse, capire il
significato dei documenti che stanno cercando e proporre solo le informazioni utili agli utenti.
In questo modo l’interazione diventerà più intima e completa e già si pensa a legami di amicizia
virtuali con i sistemi di Intelligenza Artificiale.
Kurzweil è un visionario che parla di progetti tanto innovativi da sembrare quasi fantascientifici in
un’azienda che oggi mobilità gran parte delle informazioni circolanti sul Web attraverso il proprio
motore di ricerca. Le ambizioni e le competenze di menti come la sua rappresentano alcuni dei
pilastri sui quali Google costruirà i suoi prossimi progetti. Per capire se tutto questo è destinato a
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concretizzarsi bisogna però attendere qualche decennio, ma di certo qualcosa si sta già muovendo
in questa direzione. Non è possibile prevedere se i risultati del lavoro di Kurzweil saranno visibili
nei prodotti consumer che arrivano sul mercato nei prossimi anni, ma certamente molte cose
considerate ora fantascienza diventeranno realtà.
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4. I PROGETTI TARGATI GOOGLE
4.1 DRONI E ROBOT
A fine 2013, Amazon annunciò l’avveniristico progetto di Prime Air, che puntava a distribuire i
pacchi delle ordinazione dei clienti attraverso droni ultra efficienti alimentati da otto motori
(denominati “Octocoper”). Appresa la notizia, Google corse subito ai ripari affermando di voler
produrre robot capaci di svolgere lavori manuali e affidò questo ambizioso progetto nelle mani di
Andy Rubin, il padre del sistema operativo Android. Lo scenario che si prospetta per il futuro vede
una sempre più crescente "robotizzazione del lavoro": i Google Robots si occuperanno di
eliminare gradualmente la forza lavoro umana in alcuni ambienti produttivi (come ad esempio la
logistica interna, la catena di montaggio e l’assembramento) mentre i droni, come quelli proposti
da Amazon, consegneranno porta a porta gli acquisti (anche quelli più comuni come ad esempio gli
alimenti) fatti dai clienti sull’e-commerce Google Shopping.
Per poter realizzare tutto questo, Google è andata sul sicuro acquistando sette startup
specializzate in robotica e Intelligenza Artificiale:
 la giapponese Schaft;
 la Meka e la Redwood Robotics che da tempo lavorano alla realizzazione di un robot
umanoide;
 la Industrial Perception che ha dei trascorsi nello sviluppo di bracci robotici per il carico e
lo scarico dei veicoli di trasporto;
 la Bot & Dolly che produce sistemi di videoripresa robotizzati;
 Autofuss che è specializzata in advertising;
 Holomni, società di design specializzata in ruote hi-tech.
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4.2 L’ACQUISIZIONE DELLA BOSTON DYNAMICS
Prima di mettere in piedi un’importante sezione dedicata allo sviluppo di robot umanoidi, dal
quartier generale di Mountain View hanno pensato bene di piazzare il classico colpo da novanta
per sbaragliare la concorrenza, rilevando la Boston Dynamics.
Questa è un’importante società specializzata nella creazione di robot militari avanzatissimi ed è
anche uno dei principali fornitori di tecnologia robotica del Pentagono. Nata nel 1992 su iniziativa
di un professore del MIT di Boston, la Boston Dynamics si è da sempre distinta nel panorama hi-
tech per la stretta collaborazione con la DARPA (agenzia governativa del Dipartimento della Difesa
degli Stati Uniti incaricata dello sviluppo di nuove tecnologie per uso militare), a cui è tutt’ora
legata da contratti che Google ha già dichiarato che rispetterà.
Negli ultimi anni, la Boston Dynamics ha regalato dei veri e propri gioielli nel campo della robotica
militare come:
 Cheetah, un robot che corre su quattro zampe e raggiunge i 47 Km/h (per intenderci è più
veloce del campione giamaicano Usain Bolt). Verrà utilizzato per aiutare le truppe in
guerra. (https://www.youtube.com/watch?v=chPanW0QWhA)
 WildCat, un robot capace di muoversi su un qualsiasi terreno e di eseguire numerose
azioni tra cui il lancio di blocchi di cemento con una facilità disarmante.
(https://www.youtube.com/watch?feature&v=2jvLalY6ubc)
 Spot, un robot elettrico del peso di 75 Kg che si muove su quattro zampe ed è in grado di
correre anche su terreni accidentati e scoscesi. Nella parte più alta, assimilabile alla testa,
possiede un gruppo di sensori dedicati alla navigazione che li consentono di auto
stabilizzarsi indifferentemente dal tipo di superficie sulla quale si muove.
(https://www.youtube.com/watch?v=M8YjvHYbZ9w)
 Atlas, un robot umanoide efficientissimo che rivoluzionerà le operazioni di soccorso in
zone di emergenza. Per l'opinione pubblica è il primo modello di "Terminator": è alto 188
cm per 150 Kg ed è in grado di rimanere in equilibrio anche nelle situazioni più accidentate.
(https://www.youtube.com/watch?t=11&v=zkBnFPBV3f0)
Alcuni esperti del settore hanno interpretato questa svolta di Google come la precisa intenzione di
produrre androidi per l'esercito americano, da impiegare poi in campo militare. A mio avviso,
invece, la società di Mountain View ha intenzione di primeggiare in maniera assoluta nel campo
della robotica e di riempire gradualmente le città occidentali e le aziende con i propri cyborg:
l'acquisizione della prestigiosa Boston Dynamics ne è la controprova.
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4.3 I PROGRESSI NEL CAMPO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Nel gennaio del 2014, Google ha messo a segno un’altra importante acquisizione, rilevando la
società britannica Deep Mind per oltre 500 milioni di dollari. Questa azienda è stata fondata nel
2011 da Demis Hassabis (neuro scienziato), Jaan Tallin (sviluppatore per Skype e Kazaa) e Shane
Leggg (ricercatore) ed è specializzata in deep learning: una particolare branca dell’Intelligenza
Artificiale (IA) e dell’apprendimento automatico, che negli ultimi anni sta riscuotendo particolare
interesse da parte dei vari protagonisti del settore hi-tech. Con questo grande colpo Google si è
così assicurato un autentico fuoriclasse del settore, da sfruttare per perfezionare tra l’altro il suo
motore di ricerca.
Il deep learning (apprendimento approfondito) si concentra sullo studio di algoritmi che hanno lo
scopo di permettere al sistema informatico di comprendere il funzionamento del cervello umano e
come quest'ultimo analizza e interpreta il linguaggio umano o le immagini che gli arrivano dal
nervo ottico.
In questo scenario, l'obiettivo principale di Google è, a mio avviso, quello di costruire una sorta di
“assistente personale” in grado di offrire aiuto e consiglio all'utente in ogni contesto.
Nel 2011 fu la Apple ad aprire la strada verso questi scenari presentando al mondo Siri: un
software basato sul riconoscimento vocale e integrato su dispositivo iPhone.
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L’idea quindi è quella di realizzare un supercomputer intelligente con il quale l’utente possa
comunicare senza riserve come se avesse a che fare con un umano e che dia anche la sensazione
di possedere qualcosa di simile ad una personalità.
E’ molto probabile che in un futuro sempre più prossimo, l’Intelligenza Artificiale avrà le stesse
capacità e abilità di quella umana: questo ovviamente non darà vita a scontri fra uomini e
macchine come raccontato da numerosi film e romanzi di fantascienza. La tecnologia è di per sé
neutra e come ci insegna la storia sta alle persone impiegarla responsabilmente per fini nobili o
malvagi.
4.4 IL PROGETTO CALICO
Google investe in maniera decisa anche sulla ricerca in campo medico, con l'intento di centrare un
traguardo affascinante e nello stesso tempo molto ambizioso: quello di permettere alla gente di
raggiungere tranquillamente i 100 anni in buona salute. In realtà questo sarebbe l'obiettivo
minimo, dato che la quota a cui si vorrebbe puntare è quella folle dei 500 anni: siamo dinanzi ad
una vera e propria sfida per sconfiggere la morte.
L'impegno del gruppo di Mountain View nel campo della salute è iniziato nel settembre del 2013
con l'annuncio della nascita del progetto Calico (California Life Company) : una biotech impegnata
nella ricerca sulla longevità e lo studio delle patologie solitamente associate all'età più avanzata.
Negli ultimi due anni sono stati lanciati diversi filoni di ricerca davvero innovativi, tra cui un
programma da circa un miliardo e mezzo di dollari per lo sviluppo di nuovi farmaci antitumorali e
terapie per la longevità.
Il ruolo di CEO è stato affidato ad Arthur Levinson, artefice principale di questo grande progetto,
nome ben noto all'interno del panorama tecnologico dato che è parte integrante del board
direttivo di Apple. Attualmente ricopre anche l’incarico di presidente di Genentech, l'azienda
fondata nella metà degli anni ’70 specializzata in attività biotecnologiche e nello studio del DNA.
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La genetica non è affatto una materia completamente estranea dall'universo di Google. Il colosso
californiano, negli anni, ha finanziato in maniera consistente il progetto 23andMe: una realtà
impegnata sull'analisi del codice genetico fondata nel 2006 da Anne Wojcicki (moglie di Sergey
Brin) e Linda Avey.
Nel settembre 2014, Calico (www.calicolabs.com) aveva annunciato una collaborazione con la
multinazionale farmaceutica AbbVie per la creazione di un centro di ricerca dedicato proprio alle
malattie legate all’età, comprese quelle neurodegenerative e il cancro. La ricerca e la
sperimentazione in questo campo richiedono molto tempo: è un progetto a lungo termine e
quindi i risultati arrivano man mano nel corso di anni. Dall'azienda giungono comunque buone
notizie ma siamo ancora all'inizio: in modelli animali, alcuni composti hanno mostrato la capacità
di combattere la neuro-degenerazione.
A marzo di quest'anno, Calico ha annunciato una collaborazione con il Broad Institute, un centro
di ricerca genomica e biomedica fondato da Harvard University e MIT (Massachusetts Institute of
Technology) : lo scopo è quello di lavorare insieme alle ricerche sulle malattie legate
all’invecchiamento con l'intento di trovare nuove cure.
L'altro importante progetto su cui Google punta tantissimo è quello della chirurgia robotica: il
tutto nasce dalla collaborazione sancita lo scorso 26 marzo con il colosso farmaceutico della
Johnson & Johnson. Tale accordo prevede la partecipazione di Ethicon, sussidiaria di J&J che si
occupa della produzione di dispositivi medico-chirurgici. L'obiettivo che si vuol raggiungere è
quello di sviluppare una piattaforma robotica da affiancare ai chirurghi, integrando in questo
modo le migliori tecnologie mediche con i più avanzati sistemi robotici, i dispositivi di imaging e
quelli di data analytics.
Stando alle ultime informazioni trapelate, Ethicon sfrutterà i software per il riconoscimento visivo
e l’analisi di immagini realizzati dai ricercatori di Google con l’obiettivo dichiarato di: migliorare
l’interfaccia dei dispositivi chirurgici in via di sviluppo, raccogliere e analizzare i dati delle
operazioni per migliorarne l’efficacia e fornire ai medici le informazioni necessarie in tempo reale.
Il progetto prevederà certamente l’utilizzo di tecnologie sviluppate nella progettazione dei Google
Glass, dispositivi che per altro sono stati già sperimentati come supporto per l’attività in sala
operatoria. Rimanendo concentrati su questo tema, possiamo anche immaginare delle app
pensate per l’archiviazione e l’analisi di grandi database, con tutti i dati medici necessari per:
studiare le malattie, reclutare pazienti per i propri trial clinici e accedere alle varie informazioni in
tempo reale.
Ad oggi, rimane difficile poter stabilire quando arriveranno i primi risultati, però visti i notevoli
investimenti fatti da Google e le sue collaborazioni serie e prestigiose, sono alte le probabilità che
tutti questi progetti verranno realizzati concretamente.
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4.5 LA CASA INTELLIGENTE
Google aspira ad avere un ruolo di primo piano anche nel campo della domotica, puntando a
realizzare nel giro di pochi anni l'ambizioso progetto della “casa intelligente”. Questo giustifica il
recente acquisto per 3,2 miliardi di dollari della società Nest Labs, una dei leader mondiali del
settore. Tra i fondatori di Nest figurano due persone che in passato hanno ricoperto un ruolo
importante nel mondo Apple, vale a dire Tony Fadell e Matt Rogers, che ai tempi di Steve Jobs
hanno contribuito a progettare l'iPod e l'iPhone.
Dei progetti finora realizzati da questa società possiamo citare Nest: un termostato intelligente
che regola la temperatura degli ambienti in maniera automatica, dopo aver "studiato" le abitudini
dei suoi abitanti. Questo termostato fa in modo che gli edifici possano essere riscaldati e
raffreddati automaticamente: è infatti in grado di calcolare le temperature gradite da chi occupa la
casa e le eventuali variazioni climatiche possono essere anche gestite attraverso un'app dedicata.
Per la casa del futuro Google immagina di trasformare ogni parete in un maxi-schermo
interattivo: il progetto prevede la realizzazione di un sistema di proiezione in grado di emettere un
fascio di luce su un muro dipinto con una vernice foto-reattiva, che consentirebbe di visualizzare
sulle pareti diversi screensaver. Sulle mura domestiche potranno essere visualizzati diversi temi,
scelti da una lista predefinita oppure creati direttamente dell'utente, così come avviene oggi per
gli schermi dei PC e degli smartphone.
L'obiettivo finale di Google sarebbe quello di raffinare la tecnologia proposta puntando poi a
proiettare anche i video: in questo modo si potrebbe teoricamente trasformare un'intera casa in
un vero e proprio televisore.
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5. PREVISIONI PER IL FUTURO
Lo scenario futuro si prospetta caratterizzato da grandi innovazioni tecnologiche e da una
“robotizzazione” profonda del mondo che ci circonda, aprendo a scenari che solo qualche anno fa
erano frutto del nostro immaginario e dei film di fantascienza.
Si immagina una società sempre più lontana dall’egemonia del puro dispositivo, oggi assoluto
protagonista del mondo digitale, in cui le persone interagiscono con la tecnologia in modo più
profondo e diretto rispetto alla nostra epoca.
Realtà come quelle dell’Intelligenza Artificiale, del Cloud Computing, del Quantum Computing e
della Realtà Aumentata saranno perfettamente consolidate e integrate all’interno della nostra vita
quotidiana. Ma non è tutto ora quello che luccica: infatti questi scenari potrebbero alimentare
preoccupazioni riguardanti la sfera della sicurezza e della privacy, diritti di cui la tecnologia può
farsi tutore, ma anche potenziale mezzo di violazione.
In questi ultimi anni stiamo assistendo alla fine del lungo dominio dei PC e tutte le più grandi case
di produzione hanno ormai optato per un approccio “multi-dispositivo”: smartphone, tablet e tv
possiedono un sistema operativo che ci consente di svolgere tutte le più comuni operazioni che in
genere facciamo con i PC.
Il Cloud e il data storage online, stanno progressivamente rimpiazzando gli hard disk e i vari
dispositivi di memoria di massa: al giorno d’oggi gli utenti preferiscono utilizzare le applicazioni
ospitate all’interno di App Store Online e salvare i propri documenti, come pure i backup dei loro
dati, direttamente su dischi virtuali. Tutto questo, se da una parte permette di poter accedere e
condividere i propri file da qualsiasi dispositivo e in ogni istante, dall’altra ci rende più vulnerabili e
meno sicuri dato che questi spazi potrebbero essere violati da hacker (mettendo a repentaglio la
nostra privacy). Appare sempre più evidente che gli attacchi informatici per mezzo di virus Trojan,
malware e attacchi di phishing costituiranno un serio problema anche per gli anni a venire: le
violazioni saranno sempre più concentrate sul lato server anziché sui dispositivi endpoint. Nel
futuro, i virus informatici non comporteranno solo problemi finanziari per chi subisce gli attacchi
ma potrebbero avere anche un background di tipo politico, vista la continua militarizzazione del
cyberspazio destinata a produrre operazioni di sabotaggio all’interno di grandi complessi
industriali (teoria confermata dopo la diffusione del worm Stuxnet).
Stando così le cose, è molto probabile che nei prossimi anni, strumenti come gli smartphone o i
tablet perderanno il loro status di oggetti tecnologici più desiderati dagli utenti e prenderà sempre
più piede la novità hi-tech rappresentata dai rivoluzionali occhiali per la realtà aumentata
(augmented reality glasses). Questi sono dei dispositivi ottici ausiliari dotati di display, chip e
videocamera integrata e la loro peculiarità consiste nel fatto che riescono a fondere insieme la
realtà con le immagini generate dal microprocessore. Inoltre, gli impressionanti progressi registrati
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nel campo medico permetteranno tra non molto di poter collegare direttamente i microchip con i
nervi ottici, permettendo così alle persone non vedenti di poter accedere al mondo della realtà
aumentata.
I video, che generalmente vengono caricati su canali online come YouTube, potranno diventare
dei filmati girati in 3D direttamente dagli stessi utenti, con angoli di visione illimitati e profondità
di campo con messa a fuoco libera.
Le attuali console per videogames scompariranno dalla scena e saranno sostituite da veri e propri
universi virtuali. I videogiochi saranno immersivi e olografici e i comandi dati alla console saranno
affidati ai movimenti delle mani (eliminando in questo modo l’uso di gamepad e joystick) mentre
l’ambientazione sarà resa del tutto immersiva grazie all’utilizzo di un sistema di proiettori capaci di
ricreare il mondo virtuale attorno al giocatore.
Entro il 2030 farà dei notevoli passi avanti la tecnologia legata alla realizzazione del computer
quantistico: un dispositivo che, per l’elaborazione delle informazioni, utilizza i fenomeni tipici della
meccanica quantistica, come la sovrapposizione degli effetti e l’entanglement. Per anni, l’aumento
della potenza dei microprocessori dei PC è andato di pari passo con la miniaturizzazione dei circuiti
elettronici, un fenomeno questo descritto della legge di Moore: "la densità dei transistor su un
microchip e la relativa velocità di calcolo raddoppiano ogni 18 mesi circa". Ovviamente la
miniaturizzazione dei componenti non poteva procedere all’infinito e si è fermata alle soglie del
mondo microscopico. Grazie ad una brillante intuizione dei teorici della computer science, la
meccanica quantistica è diventata un’arma da sfruttare per la realizzazione di una macchina
avente una potenza di calcolo enormemente superiore a quella dei computer tradizionali. Al posto
dei convenzionali bit (unità di informazione binaria) nei computer quantistici si utilizzano i qubit,
codificati dallo stato quantistico di una particella o di un atomo. Il primo modello di computer
quantistico è stato presentato il 28 Giugno del 2013 con il nome di D-Wave e realizzato con
nanotubi di carbonio e materiali superconduttori.
In un futuro non troppo lontano, la tecnologia consentirà agli uomini di interagire con i propri
computer in modo più profondo e diretto rispetto ad oggi. Non si può di certo ignorare il fatto che
questo continuo perfezionamento delle macchine potrebbe rappresentare un arma a doppio taglio
per uno dei più grandi problemi dell’uomo: la solitudine. Le persone tendono a socializzare sempre
meno nella vita reale: si dimostrano sempre più pigre e meno interessate a stringere legami con
nuove persone e si affidano sempre più ai social network e alla rete.
Stando alle informazioni trapelate dal quartier generale di Google e ai notevoli passi avanti fatti
nel campo dell’Intelligenza Artificiale, sentiremo presto parlare di un “assistente virtuale” in grado
di interagire l’uomo attraverso comandi vocali. Si tratterà di un software in grado di rispondere
correttamente a qualsiasi domanda: in questo modo il rapporto tra uomo e macchina non sarà più
unilaterale ma diventerà uno scambio alla pari. Al posto dei laptop avremo una specie di
auricolare con cui poter comunicare, in ogni istante e in ogni luogo, con il nostro programma di
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intelligenza artificiale: le tastiere (molto spesso fonte di distrazione) verranno così sostituite dai
comandi vocali.
Da semplice assistente virtuale, il sistema operativo potrebbe anche diventare un confidente
insostituibile o addirittura un amore verso cui provare sentimenti molto più profondi. Per le
persone è sempre più difficile relazionarsi tra loro, invece, comunicare con un’intelligenza
artificiale risulta molto più facile e spontaneo: quest’ultima conosce tutto dell’utente (dato che ha
accesso a tutti i suoi file e può ricavare dei dati dall’analisi delle precedenti conversazioni) e può
stabilire, mediante appositi algoritmi, cosa si vuol sentir dire e quali corde toccare.
Affidandosi completamente alla macchina l’uomo però potrebbe diventare troppo vulnerabile,
specie in caso di attacchi esterni da parte di virus. A tal proposito è recente la pubblicazione di uno
studio denominato iStegSiri (link), condotto da due ricercatori (Luca Caviglione del CNR e Wojciech
Mazurczy dell’University of Technology di Varsavia) su un possibile metodo per trafugare dati da
Siri (software basato sul riconoscimento vocale sviluppato da Apple) con comandi vocali.
In parole povere, il metodo d’attacco consiste nell’inserimento del codice malevolo all’interno
della forma d’onda delle istruzioni, al fine di rubare i dati personali all’utente.
Tornando al discorso di prima, esiste anche un’altra questione da affrontare: è eticamente lecito
che i bisogni umani, anche quelli più profondi, siano soddisfatti dalla tecnologia artificiale? Perché
sembra quasi un volersi approfittare dell'uomo nella sua fragilità e nella sua esigenza di relazione.
Se da un lato un sistema di intelligenza artificiale potrà conoscerci meglio di chiunque altro perché
ha accesso ad informazioni riservate (file, mail, siti web visti, etc.), dall'altro non potrà mai
riprodurre quelle che sono le sensazioni proprie dell'individuo, come le manie e le passioni, che
rendono unici i rapporti umani.
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6. CURIOSITA’: IL BUG Y2038
Il 19 gennaio 2038 è la data che tutti i programmatori del mondo stanno aspettando con grande
preoccupazione: è quella che segna la fine del mondo POSIX e di internet, ad opera del bug
dell’anno 2038 (in breve: Y2038 – sito web di riferimento: www.2038bug.com).
La famiglia degli standard POSIX comprende tutti i sistemi operativi derivati dal sistema UNIX
(GNU/Linux, BSD, Solaris, Mac OS X, etc.) e tutti i protocolli di rete UNIX style (http, ftp, etc).
Su questi sistemi il tempo è regolato per ragioni storiche dal numero di secondi intercorsi dal
primo gennaio 1970. L’unità di misura per questo numero è una variabile di tipo “intero segnato”
(int signed): valore che in informatica occupa in memoria 32 bit ed è in grado di memorizzare un
valore numerico contenuto nell’intervallo che ha come valore minimo -2147483648 e come valore
massimo 2147483647. Facendo due calcoli con la calcolatrice viene fuori che in 32 bit ci stanno
appena 136 anni.
A partire dal primo gennaio del 1970, contando i 2147483647 secondi, si arriva precisamente al 19
gennaio 2038 alle 3:14 della mattina, ultimo secondo del mondo UNIX, di internet (che funziona
grazie ai protocolli UNIX) e dei principali server del mondo(che usano sistemi operativi derivanti da
UNIX). Dopo quel secondo saremo tutti proiettati inevitabilmente nel passato sino al 13 dicembre
1901 alle ore 20:45. Sicuramente questo sarà un problema da gestire da qui ai prossimi anni e che
richiederà un cambio epocale nella gestione del tempo e di tutto il resto nei sistemi UNIX. Questo
bug potrebbe provocare ingenti danni, colpendo non solo il ramo informatico ma anche tanti altri
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settori, dato che oggi tutte le informazioni e i dati delle società e delle aziende sono memorizzati
su sistemi informatici (come ad esempio i database).
E' interessante come anche in questo caso Google ci abbia messo lo zampino, visto che la data di
scadenza dei suoi cookie è fissata per il 17 gennaio 2038, ossia due giorni prima del “ritorno al
passato”dei sistemi UNIX. I cookie sono dei semplici file di testo che i siti web visitati dall'utente
inviano al suo browser, dove vengono memorizzati, per essere poi ritrasmessi agli stessi siti alla
successiva visita. Solo dopo la data del 17 gennaio 2038 i browser potranno procedere
all’eliminazione dei dati contenuti nel cookie stesso.
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CREDITS
Questo saggio è stato realizzato da Martino Bufano, 30 anni appena
compiuti, stagista in Sygest S.r.l. da Marzo 2015, dove ricopre il ruolo
di Web Developer, SEO Analyst e Social Media Strategist. Risiede a
Parma da ormai due anni ma è originario di Cisternino (BR). Laureato
nel 2012 in Ingegneria Informatica presso l’Università Alma Mater
Studiorum di Bologna, ha recentemente conseguito un Master in
Web Communication e Social Media presso l’Università degli Studi
di Parma. E’ un grande appassionato di: informatica, storia e materie
scientifiche. Ama molto viaggiare, ascoltare musica, andare ai
concerti e praticare sport: tra tutti il calcio di cui è un grande patito.
Per eventuali approfondimenti, dubbi, informazioni o semplici curiosità, potete contattarmi ai
seguenti indirizzi mail: martino.bufano@studenti.unipr.it e martino.bufano2@gmail.com .
In alternativa, mi trovate anche su LinkedIn (link).

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I progetti avveniristici di Google e uno sguardo sul futuro

  • 1. I PROGETTI AVVENIRISTICI DI GOOGLE E UNO SGUARDO SUL FUTURO A cura di Martino Bufano
  • 2. 1 SOMMARIO CAP.1 INTRODUZIONE…………………………………………………………………………….. pag.2 CAP.2 GOOGLE X……………………………………………………………………………………… pag.3 CAP.3 L’INGRESSO IN GOOGLE DI RAYMOND KURZWEIL………………………… pag.4 CAP.4 I PROGETTI TARGATI GOOGLE 4.1 DRONI E ROBOT………………………………………………………………………. pag.7 4.2 L’ACQUISIZIONE DELLA BOSTON DYNAMICS…………………………... pag.8 4.3 I PROGRESSI NEL CAMPO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE……. pag.9 4.4 IL PROGETTO CALICO………………………………………………………………. pag.10 4.5 LA CASA INTELLIGENTE……………………………………………………………. pag.12 CAP.5 PREVISIONI PER IL FUTURO…………………………………………………………… pag.13 CAP.6 CURIOSITA’: IL BUG Y2038…………………………………………………………….. pag.16 CREDITS……………………………………………………………………………………………………… pag.18
  • 3. 2 1. INTRODUZIONE Sono trascorsi quasi 18 anni da quel 15 settembre del 1998 quando Larry Page e Sergey Brin, due studenti dell’Università di Stanford, crearono il motore di ricerca che avrebbe rivoluzionato il World Wide Web. La teoria assolutamente innovativa alla base del suo funzionamento e ribattezzata con il nome di PageRank si concentrava sull’analisi matematica delle relazioni tra i siti web: questo produsse risultati migliori nelle ricerche rispetto alle tecniche empiriche usate fino a quel momento. Oggi la popolarità di Google è diventata talmente grande che nella lingua inglese è stato addirittura coniato il termine “to google” (che vuol dire “fare una ricerca sul web”) che tradotto in italiano diventa “googlare”. In questi anni, il colosso di Mountain View, oltre a diventare il filtro per eccellenza delle ricerche fatte sul web, è anche la piattaforma di riferimento per la condivisione di video con YouTube, lo scambio di messaggi e la condivisione dei documenti grazie alla web mail Gmail; ha sviluppato un browser molto performante come Chrome, è presente sui dispositivi mobili attraverso il sistema operativo Android e possiede anche il suo social network Google+. Tutto quello sopra descritto fa ormai riferimento al passato: per quanto concerne il futuro, il colosso californiano sta lavorando “nelle segrete” degli avanzatissimi laboratori di Google X a dei progetti davvero avveniristici, destinati a rivoluzionare non poco la nostra vita di ogni giorno. Ad oggi il potere che Google ha di influenzare inconsciamente sia le scelte che il comportamento delle persone è davvero molto forte e questo vuol dire avere pieno controllo delle menti umane, che possono essere così indirizzate verso vie prestabilite. Google si appresta quindi a diventare progressivamente l’assoluto padrone e burattinaio del mondo. In questa breve relazione verranno analizzati nel dettaglio i principali progetti che Google lancerà nei prossimi anni. Al termine seguiranno alcune riflessioni personali su quello che potrebbe essere un possibile scenario futuro.
  • 4. 3 2. GOOGLE X Google X è il termine coniato dal New York Times per identificare il “laboratorio segreto” di Google presente in California. E’ una specie di "Area 51" in cui vengono sperimentate le idee più azzardate con l’intento poi di dar vita ai dispositivi e ai servizi del futuro: in pratica è un’ enorme fucina high-tech dove viene plasmato il futuro del mondo tecnologico. A gestire le redini di tutto c'è Sergey Brin, ritenuto dagli esperti del settore il maggiore responsabile di tutti i progetti del colosso di Mountain View: dal motore di ricerca, passando per il client e-mail online (Gmail), fino alle automobili che si guidano da sole (Google Car). Google è sempre alla perenne ricerca di novità da sviluppare e che le permettano di anticipare le azioni dei propri competitor, in primis Apple che dopo la scomparsa di Steve Jobs, suo celebre fondatore, ha collezionato una serie di insuccessi. Le soluzioni avanzate nel campo dell'Intelligenza Artificiale (IA), dei robot e delle piattaforme innovative per l'intrattenimento potrebbero rappresentare le nuove scommesse per l’immediato futuro.
  • 5. 4 3. L’INGRESSO IN GOOGLE DI RAYMOND KURZWEIL Il punto di svolta per i progetti di casa Google si è registrato a fine 2012, quando il colosso californiano ha annunciato che il famoso futurista, inventore, imprenditore e scrittore Raymond Kurzweil sarebbe entrato a far parte del suo team per ricoprire il ruolo di Director of Engineering, occupandosi direttamente dei nuovi progetti relativi all’apprendimento delle macchine e all’elaborazione del linguaggio. Classe 1948, Raymond Kurzweil è stato uno dei pionieri dei sistemi OCR (Riconoscimento Ottico dei Caratteri), ma si è occupato anche di sintesi vocale e Intelligenza Artificiale. La sua è una figura davvero autorevole quando si parla di guardare al futuro: nei suoi libri, infatti, ha spesso fatto riferimento a tecnologie del futuro che oggi sono diventate una realtà. Grazie al suo contributo e alle sue geniali intuizione, ben presto potrebbero arrivare sul mercato i prodotti che sono attualmente in sviluppo nel famoso laboratorio Google X. Il suo approdo è stato sicuramente sponsorizzato da Sergey Brin e Larry Page che hanno sempre manifestato interesse per le tecnologie futuristiche, una delle quali è nota come singolarità tecnologica: un punto nel corso dell’evoluzione di una civiltà in cui gli esseri umani e le macchine saranno sincronizzati per spingere l’innovazione ad un ritmo senza precedenti. Questo argomento è stato trattato da Kurzweil nei saggi “The Law of Accelerating Returns (2001)” e “The Singularity Is Near (2005)” e secondo i suoi calcoli entro 20 anni l’Intelligenza Artificiale sarà del tutto simile a quella umana.
  • 6. 5 In passato, il futurista statunitense aveva predetto alcune delle tecnologie più sbalorditive sviluppate da Google, come gli smartphone in grado di rispondere alle domande degli utenti (sviluppati poi sia con tecnologia iOS che Android) e le automobili con guida automatica (le famose Google Car) che nei prossimi anni saranno sicuramente molto diffuse in: California, Nevada, Hawaii, Florida, Arizona e Oklahoma (dato che in questi stati sono già state introdotte le leggi che ne permettono la circolazione su strada). Kurzweil, fondatore tra l’altro della Singularity University insieme a Google e NASA, afferma che l'umanità utilizzerà la tecnologia per raggiungere l'immortalità entro i prossimi 20 anni e già pensa ad un possibile un cervello in “cloud”. Effettivamente 20 anni possono sembrare pochi per sperare di poter raggiungere dei risultati simili, però visti i notevoli passi avanti fatti in questi anni dai colossi dell’hi-tech e il loro crescente interessamento verso il settore medico, ci sono tutte le premesse possibili per fare in modo che uno scenario simile diventi realtà. I principali progetti a cui Kurzweil sta direttamente lavorando sono: 1. la miniaturizzazione delle componenti tecnologiche, in modo da poter immettere dei veri e propri nano-robot all’interno del corpo umano. Trasportati dal sangue all’interno dell’apparato circolatorio, questi saranno capaci di innalzare le difese immunitarie dell’organismo e migliorare la qualità della vita. Alcuni di essi potranno agire direttamente sul cervello, in particolare nella nano corteccia e facilitare il processo intellettivo grazie all’interazione con le piattaforme cloud. Rimanendo in quest’ottica si pensa anche ad una possibile cura per il morbo di Parkinson: i pazienti che ne soffrono potrebbero scaricare un software che agirebbe direttamente sul loro cervello. 2. lo sviluppo di sistemi hardware in grado di riprodurre le azioni e il pensiero degli esseri umani: una struttura quindi che non sia solo il risultato di calcoli e dell’assemblaggio di circuiti informatici ma che abbia anche una coscienza propria. Questi temi sono oggetti d’interesse della cosiddetta scienza olistica, sfociata poi nello studio delle reti neurali e dell’Intelligenza Artificiale e oggi definita “scienza olistica computerizzata”. Sempre su quest’ottica, si punta a sviluppare dei motori di ricerca che ragionino in modo più simili agli umani e quindi in grado di: rispondere a domande lunghe e complesse, capire il significato dei documenti che stanno cercando e proporre solo le informazioni utili agli utenti. In questo modo l’interazione diventerà più intima e completa e già si pensa a legami di amicizia virtuali con i sistemi di Intelligenza Artificiale. Kurzweil è un visionario che parla di progetti tanto innovativi da sembrare quasi fantascientifici in un’azienda che oggi mobilità gran parte delle informazioni circolanti sul Web attraverso il proprio motore di ricerca. Le ambizioni e le competenze di menti come la sua rappresentano alcuni dei pilastri sui quali Google costruirà i suoi prossimi progetti. Per capire se tutto questo è destinato a
  • 7. 6 concretizzarsi bisogna però attendere qualche decennio, ma di certo qualcosa si sta già muovendo in questa direzione. Non è possibile prevedere se i risultati del lavoro di Kurzweil saranno visibili nei prodotti consumer che arrivano sul mercato nei prossimi anni, ma certamente molte cose considerate ora fantascienza diventeranno realtà.
  • 8. 7 4. I PROGETTI TARGATI GOOGLE 4.1 DRONI E ROBOT A fine 2013, Amazon annunciò l’avveniristico progetto di Prime Air, che puntava a distribuire i pacchi delle ordinazione dei clienti attraverso droni ultra efficienti alimentati da otto motori (denominati “Octocoper”). Appresa la notizia, Google corse subito ai ripari affermando di voler produrre robot capaci di svolgere lavori manuali e affidò questo ambizioso progetto nelle mani di Andy Rubin, il padre del sistema operativo Android. Lo scenario che si prospetta per il futuro vede una sempre più crescente "robotizzazione del lavoro": i Google Robots si occuperanno di eliminare gradualmente la forza lavoro umana in alcuni ambienti produttivi (come ad esempio la logistica interna, la catena di montaggio e l’assembramento) mentre i droni, come quelli proposti da Amazon, consegneranno porta a porta gli acquisti (anche quelli più comuni come ad esempio gli alimenti) fatti dai clienti sull’e-commerce Google Shopping. Per poter realizzare tutto questo, Google è andata sul sicuro acquistando sette startup specializzate in robotica e Intelligenza Artificiale:  la giapponese Schaft;  la Meka e la Redwood Robotics che da tempo lavorano alla realizzazione di un robot umanoide;  la Industrial Perception che ha dei trascorsi nello sviluppo di bracci robotici per il carico e lo scarico dei veicoli di trasporto;  la Bot & Dolly che produce sistemi di videoripresa robotizzati;  Autofuss che è specializzata in advertising;  Holomni, società di design specializzata in ruote hi-tech.
  • 9. 8 4.2 L’ACQUISIZIONE DELLA BOSTON DYNAMICS Prima di mettere in piedi un’importante sezione dedicata allo sviluppo di robot umanoidi, dal quartier generale di Mountain View hanno pensato bene di piazzare il classico colpo da novanta per sbaragliare la concorrenza, rilevando la Boston Dynamics. Questa è un’importante società specializzata nella creazione di robot militari avanzatissimi ed è anche uno dei principali fornitori di tecnologia robotica del Pentagono. Nata nel 1992 su iniziativa di un professore del MIT di Boston, la Boston Dynamics si è da sempre distinta nel panorama hi- tech per la stretta collaborazione con la DARPA (agenzia governativa del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti incaricata dello sviluppo di nuove tecnologie per uso militare), a cui è tutt’ora legata da contratti che Google ha già dichiarato che rispetterà. Negli ultimi anni, la Boston Dynamics ha regalato dei veri e propri gioielli nel campo della robotica militare come:  Cheetah, un robot che corre su quattro zampe e raggiunge i 47 Km/h (per intenderci è più veloce del campione giamaicano Usain Bolt). Verrà utilizzato per aiutare le truppe in guerra. (https://www.youtube.com/watch?v=chPanW0QWhA)  WildCat, un robot capace di muoversi su un qualsiasi terreno e di eseguire numerose azioni tra cui il lancio di blocchi di cemento con una facilità disarmante. (https://www.youtube.com/watch?feature&v=2jvLalY6ubc)  Spot, un robot elettrico del peso di 75 Kg che si muove su quattro zampe ed è in grado di correre anche su terreni accidentati e scoscesi. Nella parte più alta, assimilabile alla testa, possiede un gruppo di sensori dedicati alla navigazione che li consentono di auto stabilizzarsi indifferentemente dal tipo di superficie sulla quale si muove. (https://www.youtube.com/watch?v=M8YjvHYbZ9w)  Atlas, un robot umanoide efficientissimo che rivoluzionerà le operazioni di soccorso in zone di emergenza. Per l'opinione pubblica è il primo modello di "Terminator": è alto 188 cm per 150 Kg ed è in grado di rimanere in equilibrio anche nelle situazioni più accidentate. (https://www.youtube.com/watch?t=11&v=zkBnFPBV3f0) Alcuni esperti del settore hanno interpretato questa svolta di Google come la precisa intenzione di produrre androidi per l'esercito americano, da impiegare poi in campo militare. A mio avviso, invece, la società di Mountain View ha intenzione di primeggiare in maniera assoluta nel campo della robotica e di riempire gradualmente le città occidentali e le aziende con i propri cyborg: l'acquisizione della prestigiosa Boston Dynamics ne è la controprova.
  • 10. 9 4.3 I PROGRESSI NEL CAMPO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE Nel gennaio del 2014, Google ha messo a segno un’altra importante acquisizione, rilevando la società britannica Deep Mind per oltre 500 milioni di dollari. Questa azienda è stata fondata nel 2011 da Demis Hassabis (neuro scienziato), Jaan Tallin (sviluppatore per Skype e Kazaa) e Shane Leggg (ricercatore) ed è specializzata in deep learning: una particolare branca dell’Intelligenza Artificiale (IA) e dell’apprendimento automatico, che negli ultimi anni sta riscuotendo particolare interesse da parte dei vari protagonisti del settore hi-tech. Con questo grande colpo Google si è così assicurato un autentico fuoriclasse del settore, da sfruttare per perfezionare tra l’altro il suo motore di ricerca. Il deep learning (apprendimento approfondito) si concentra sullo studio di algoritmi che hanno lo scopo di permettere al sistema informatico di comprendere il funzionamento del cervello umano e come quest'ultimo analizza e interpreta il linguaggio umano o le immagini che gli arrivano dal nervo ottico. In questo scenario, l'obiettivo principale di Google è, a mio avviso, quello di costruire una sorta di “assistente personale” in grado di offrire aiuto e consiglio all'utente in ogni contesto. Nel 2011 fu la Apple ad aprire la strada verso questi scenari presentando al mondo Siri: un software basato sul riconoscimento vocale e integrato su dispositivo iPhone.
  • 11. 10 L’idea quindi è quella di realizzare un supercomputer intelligente con il quale l’utente possa comunicare senza riserve come se avesse a che fare con un umano e che dia anche la sensazione di possedere qualcosa di simile ad una personalità. E’ molto probabile che in un futuro sempre più prossimo, l’Intelligenza Artificiale avrà le stesse capacità e abilità di quella umana: questo ovviamente non darà vita a scontri fra uomini e macchine come raccontato da numerosi film e romanzi di fantascienza. La tecnologia è di per sé neutra e come ci insegna la storia sta alle persone impiegarla responsabilmente per fini nobili o malvagi. 4.4 IL PROGETTO CALICO Google investe in maniera decisa anche sulla ricerca in campo medico, con l'intento di centrare un traguardo affascinante e nello stesso tempo molto ambizioso: quello di permettere alla gente di raggiungere tranquillamente i 100 anni in buona salute. In realtà questo sarebbe l'obiettivo minimo, dato che la quota a cui si vorrebbe puntare è quella folle dei 500 anni: siamo dinanzi ad una vera e propria sfida per sconfiggere la morte. L'impegno del gruppo di Mountain View nel campo della salute è iniziato nel settembre del 2013 con l'annuncio della nascita del progetto Calico (California Life Company) : una biotech impegnata nella ricerca sulla longevità e lo studio delle patologie solitamente associate all'età più avanzata. Negli ultimi due anni sono stati lanciati diversi filoni di ricerca davvero innovativi, tra cui un programma da circa un miliardo e mezzo di dollari per lo sviluppo di nuovi farmaci antitumorali e terapie per la longevità. Il ruolo di CEO è stato affidato ad Arthur Levinson, artefice principale di questo grande progetto, nome ben noto all'interno del panorama tecnologico dato che è parte integrante del board direttivo di Apple. Attualmente ricopre anche l’incarico di presidente di Genentech, l'azienda fondata nella metà degli anni ’70 specializzata in attività biotecnologiche e nello studio del DNA.
  • 12. 11 La genetica non è affatto una materia completamente estranea dall'universo di Google. Il colosso californiano, negli anni, ha finanziato in maniera consistente il progetto 23andMe: una realtà impegnata sull'analisi del codice genetico fondata nel 2006 da Anne Wojcicki (moglie di Sergey Brin) e Linda Avey. Nel settembre 2014, Calico (www.calicolabs.com) aveva annunciato una collaborazione con la multinazionale farmaceutica AbbVie per la creazione di un centro di ricerca dedicato proprio alle malattie legate all’età, comprese quelle neurodegenerative e il cancro. La ricerca e la sperimentazione in questo campo richiedono molto tempo: è un progetto a lungo termine e quindi i risultati arrivano man mano nel corso di anni. Dall'azienda giungono comunque buone notizie ma siamo ancora all'inizio: in modelli animali, alcuni composti hanno mostrato la capacità di combattere la neuro-degenerazione. A marzo di quest'anno, Calico ha annunciato una collaborazione con il Broad Institute, un centro di ricerca genomica e biomedica fondato da Harvard University e MIT (Massachusetts Institute of Technology) : lo scopo è quello di lavorare insieme alle ricerche sulle malattie legate all’invecchiamento con l'intento di trovare nuove cure. L'altro importante progetto su cui Google punta tantissimo è quello della chirurgia robotica: il tutto nasce dalla collaborazione sancita lo scorso 26 marzo con il colosso farmaceutico della Johnson & Johnson. Tale accordo prevede la partecipazione di Ethicon, sussidiaria di J&J che si occupa della produzione di dispositivi medico-chirurgici. L'obiettivo che si vuol raggiungere è quello di sviluppare una piattaforma robotica da affiancare ai chirurghi, integrando in questo modo le migliori tecnologie mediche con i più avanzati sistemi robotici, i dispositivi di imaging e quelli di data analytics. Stando alle ultime informazioni trapelate, Ethicon sfrutterà i software per il riconoscimento visivo e l’analisi di immagini realizzati dai ricercatori di Google con l’obiettivo dichiarato di: migliorare l’interfaccia dei dispositivi chirurgici in via di sviluppo, raccogliere e analizzare i dati delle operazioni per migliorarne l’efficacia e fornire ai medici le informazioni necessarie in tempo reale. Il progetto prevederà certamente l’utilizzo di tecnologie sviluppate nella progettazione dei Google Glass, dispositivi che per altro sono stati già sperimentati come supporto per l’attività in sala operatoria. Rimanendo concentrati su questo tema, possiamo anche immaginare delle app pensate per l’archiviazione e l’analisi di grandi database, con tutti i dati medici necessari per: studiare le malattie, reclutare pazienti per i propri trial clinici e accedere alle varie informazioni in tempo reale. Ad oggi, rimane difficile poter stabilire quando arriveranno i primi risultati, però visti i notevoli investimenti fatti da Google e le sue collaborazioni serie e prestigiose, sono alte le probabilità che tutti questi progetti verranno realizzati concretamente.
  • 13. 12 4.5 LA CASA INTELLIGENTE Google aspira ad avere un ruolo di primo piano anche nel campo della domotica, puntando a realizzare nel giro di pochi anni l'ambizioso progetto della “casa intelligente”. Questo giustifica il recente acquisto per 3,2 miliardi di dollari della società Nest Labs, una dei leader mondiali del settore. Tra i fondatori di Nest figurano due persone che in passato hanno ricoperto un ruolo importante nel mondo Apple, vale a dire Tony Fadell e Matt Rogers, che ai tempi di Steve Jobs hanno contribuito a progettare l'iPod e l'iPhone. Dei progetti finora realizzati da questa società possiamo citare Nest: un termostato intelligente che regola la temperatura degli ambienti in maniera automatica, dopo aver "studiato" le abitudini dei suoi abitanti. Questo termostato fa in modo che gli edifici possano essere riscaldati e raffreddati automaticamente: è infatti in grado di calcolare le temperature gradite da chi occupa la casa e le eventuali variazioni climatiche possono essere anche gestite attraverso un'app dedicata. Per la casa del futuro Google immagina di trasformare ogni parete in un maxi-schermo interattivo: il progetto prevede la realizzazione di un sistema di proiezione in grado di emettere un fascio di luce su un muro dipinto con una vernice foto-reattiva, che consentirebbe di visualizzare sulle pareti diversi screensaver. Sulle mura domestiche potranno essere visualizzati diversi temi, scelti da una lista predefinita oppure creati direttamente dell'utente, così come avviene oggi per gli schermi dei PC e degli smartphone. L'obiettivo finale di Google sarebbe quello di raffinare la tecnologia proposta puntando poi a proiettare anche i video: in questo modo si potrebbe teoricamente trasformare un'intera casa in un vero e proprio televisore.
  • 14. 13 5. PREVISIONI PER IL FUTURO Lo scenario futuro si prospetta caratterizzato da grandi innovazioni tecnologiche e da una “robotizzazione” profonda del mondo che ci circonda, aprendo a scenari che solo qualche anno fa erano frutto del nostro immaginario e dei film di fantascienza. Si immagina una società sempre più lontana dall’egemonia del puro dispositivo, oggi assoluto protagonista del mondo digitale, in cui le persone interagiscono con la tecnologia in modo più profondo e diretto rispetto alla nostra epoca. Realtà come quelle dell’Intelligenza Artificiale, del Cloud Computing, del Quantum Computing e della Realtà Aumentata saranno perfettamente consolidate e integrate all’interno della nostra vita quotidiana. Ma non è tutto ora quello che luccica: infatti questi scenari potrebbero alimentare preoccupazioni riguardanti la sfera della sicurezza e della privacy, diritti di cui la tecnologia può farsi tutore, ma anche potenziale mezzo di violazione. In questi ultimi anni stiamo assistendo alla fine del lungo dominio dei PC e tutte le più grandi case di produzione hanno ormai optato per un approccio “multi-dispositivo”: smartphone, tablet e tv possiedono un sistema operativo che ci consente di svolgere tutte le più comuni operazioni che in genere facciamo con i PC. Il Cloud e il data storage online, stanno progressivamente rimpiazzando gli hard disk e i vari dispositivi di memoria di massa: al giorno d’oggi gli utenti preferiscono utilizzare le applicazioni ospitate all’interno di App Store Online e salvare i propri documenti, come pure i backup dei loro dati, direttamente su dischi virtuali. Tutto questo, se da una parte permette di poter accedere e condividere i propri file da qualsiasi dispositivo e in ogni istante, dall’altra ci rende più vulnerabili e meno sicuri dato che questi spazi potrebbero essere violati da hacker (mettendo a repentaglio la nostra privacy). Appare sempre più evidente che gli attacchi informatici per mezzo di virus Trojan, malware e attacchi di phishing costituiranno un serio problema anche per gli anni a venire: le violazioni saranno sempre più concentrate sul lato server anziché sui dispositivi endpoint. Nel futuro, i virus informatici non comporteranno solo problemi finanziari per chi subisce gli attacchi ma potrebbero avere anche un background di tipo politico, vista la continua militarizzazione del cyberspazio destinata a produrre operazioni di sabotaggio all’interno di grandi complessi industriali (teoria confermata dopo la diffusione del worm Stuxnet). Stando così le cose, è molto probabile che nei prossimi anni, strumenti come gli smartphone o i tablet perderanno il loro status di oggetti tecnologici più desiderati dagli utenti e prenderà sempre più piede la novità hi-tech rappresentata dai rivoluzionali occhiali per la realtà aumentata (augmented reality glasses). Questi sono dei dispositivi ottici ausiliari dotati di display, chip e videocamera integrata e la loro peculiarità consiste nel fatto che riescono a fondere insieme la realtà con le immagini generate dal microprocessore. Inoltre, gli impressionanti progressi registrati
  • 15. 14 nel campo medico permetteranno tra non molto di poter collegare direttamente i microchip con i nervi ottici, permettendo così alle persone non vedenti di poter accedere al mondo della realtà aumentata. I video, che generalmente vengono caricati su canali online come YouTube, potranno diventare dei filmati girati in 3D direttamente dagli stessi utenti, con angoli di visione illimitati e profondità di campo con messa a fuoco libera. Le attuali console per videogames scompariranno dalla scena e saranno sostituite da veri e propri universi virtuali. I videogiochi saranno immersivi e olografici e i comandi dati alla console saranno affidati ai movimenti delle mani (eliminando in questo modo l’uso di gamepad e joystick) mentre l’ambientazione sarà resa del tutto immersiva grazie all’utilizzo di un sistema di proiettori capaci di ricreare il mondo virtuale attorno al giocatore. Entro il 2030 farà dei notevoli passi avanti la tecnologia legata alla realizzazione del computer quantistico: un dispositivo che, per l’elaborazione delle informazioni, utilizza i fenomeni tipici della meccanica quantistica, come la sovrapposizione degli effetti e l’entanglement. Per anni, l’aumento della potenza dei microprocessori dei PC è andato di pari passo con la miniaturizzazione dei circuiti elettronici, un fenomeno questo descritto della legge di Moore: "la densità dei transistor su un microchip e la relativa velocità di calcolo raddoppiano ogni 18 mesi circa". Ovviamente la miniaturizzazione dei componenti non poteva procedere all’infinito e si è fermata alle soglie del mondo microscopico. Grazie ad una brillante intuizione dei teorici della computer science, la meccanica quantistica è diventata un’arma da sfruttare per la realizzazione di una macchina avente una potenza di calcolo enormemente superiore a quella dei computer tradizionali. Al posto dei convenzionali bit (unità di informazione binaria) nei computer quantistici si utilizzano i qubit, codificati dallo stato quantistico di una particella o di un atomo. Il primo modello di computer quantistico è stato presentato il 28 Giugno del 2013 con il nome di D-Wave e realizzato con nanotubi di carbonio e materiali superconduttori. In un futuro non troppo lontano, la tecnologia consentirà agli uomini di interagire con i propri computer in modo più profondo e diretto rispetto ad oggi. Non si può di certo ignorare il fatto che questo continuo perfezionamento delle macchine potrebbe rappresentare un arma a doppio taglio per uno dei più grandi problemi dell’uomo: la solitudine. Le persone tendono a socializzare sempre meno nella vita reale: si dimostrano sempre più pigre e meno interessate a stringere legami con nuove persone e si affidano sempre più ai social network e alla rete. Stando alle informazioni trapelate dal quartier generale di Google e ai notevoli passi avanti fatti nel campo dell’Intelligenza Artificiale, sentiremo presto parlare di un “assistente virtuale” in grado di interagire l’uomo attraverso comandi vocali. Si tratterà di un software in grado di rispondere correttamente a qualsiasi domanda: in questo modo il rapporto tra uomo e macchina non sarà più unilaterale ma diventerà uno scambio alla pari. Al posto dei laptop avremo una specie di auricolare con cui poter comunicare, in ogni istante e in ogni luogo, con il nostro programma di
  • 16. 15 intelligenza artificiale: le tastiere (molto spesso fonte di distrazione) verranno così sostituite dai comandi vocali. Da semplice assistente virtuale, il sistema operativo potrebbe anche diventare un confidente insostituibile o addirittura un amore verso cui provare sentimenti molto più profondi. Per le persone è sempre più difficile relazionarsi tra loro, invece, comunicare con un’intelligenza artificiale risulta molto più facile e spontaneo: quest’ultima conosce tutto dell’utente (dato che ha accesso a tutti i suoi file e può ricavare dei dati dall’analisi delle precedenti conversazioni) e può stabilire, mediante appositi algoritmi, cosa si vuol sentir dire e quali corde toccare. Affidandosi completamente alla macchina l’uomo però potrebbe diventare troppo vulnerabile, specie in caso di attacchi esterni da parte di virus. A tal proposito è recente la pubblicazione di uno studio denominato iStegSiri (link), condotto da due ricercatori (Luca Caviglione del CNR e Wojciech Mazurczy dell’University of Technology di Varsavia) su un possibile metodo per trafugare dati da Siri (software basato sul riconoscimento vocale sviluppato da Apple) con comandi vocali. In parole povere, il metodo d’attacco consiste nell’inserimento del codice malevolo all’interno della forma d’onda delle istruzioni, al fine di rubare i dati personali all’utente. Tornando al discorso di prima, esiste anche un’altra questione da affrontare: è eticamente lecito che i bisogni umani, anche quelli più profondi, siano soddisfatti dalla tecnologia artificiale? Perché sembra quasi un volersi approfittare dell'uomo nella sua fragilità e nella sua esigenza di relazione. Se da un lato un sistema di intelligenza artificiale potrà conoscerci meglio di chiunque altro perché ha accesso ad informazioni riservate (file, mail, siti web visti, etc.), dall'altro non potrà mai riprodurre quelle che sono le sensazioni proprie dell'individuo, come le manie e le passioni, che rendono unici i rapporti umani.
  • 17. 16 6. CURIOSITA’: IL BUG Y2038 Il 19 gennaio 2038 è la data che tutti i programmatori del mondo stanno aspettando con grande preoccupazione: è quella che segna la fine del mondo POSIX e di internet, ad opera del bug dell’anno 2038 (in breve: Y2038 – sito web di riferimento: www.2038bug.com). La famiglia degli standard POSIX comprende tutti i sistemi operativi derivati dal sistema UNIX (GNU/Linux, BSD, Solaris, Mac OS X, etc.) e tutti i protocolli di rete UNIX style (http, ftp, etc). Su questi sistemi il tempo è regolato per ragioni storiche dal numero di secondi intercorsi dal primo gennaio 1970. L’unità di misura per questo numero è una variabile di tipo “intero segnato” (int signed): valore che in informatica occupa in memoria 32 bit ed è in grado di memorizzare un valore numerico contenuto nell’intervallo che ha come valore minimo -2147483648 e come valore massimo 2147483647. Facendo due calcoli con la calcolatrice viene fuori che in 32 bit ci stanno appena 136 anni. A partire dal primo gennaio del 1970, contando i 2147483647 secondi, si arriva precisamente al 19 gennaio 2038 alle 3:14 della mattina, ultimo secondo del mondo UNIX, di internet (che funziona grazie ai protocolli UNIX) e dei principali server del mondo(che usano sistemi operativi derivanti da UNIX). Dopo quel secondo saremo tutti proiettati inevitabilmente nel passato sino al 13 dicembre 1901 alle ore 20:45. Sicuramente questo sarà un problema da gestire da qui ai prossimi anni e che richiederà un cambio epocale nella gestione del tempo e di tutto il resto nei sistemi UNIX. Questo bug potrebbe provocare ingenti danni, colpendo non solo il ramo informatico ma anche tanti altri
  • 18. 17 settori, dato che oggi tutte le informazioni e i dati delle società e delle aziende sono memorizzati su sistemi informatici (come ad esempio i database). E' interessante come anche in questo caso Google ci abbia messo lo zampino, visto che la data di scadenza dei suoi cookie è fissata per il 17 gennaio 2038, ossia due giorni prima del “ritorno al passato”dei sistemi UNIX. I cookie sono dei semplici file di testo che i siti web visitati dall'utente inviano al suo browser, dove vengono memorizzati, per essere poi ritrasmessi agli stessi siti alla successiva visita. Solo dopo la data del 17 gennaio 2038 i browser potranno procedere all’eliminazione dei dati contenuti nel cookie stesso.
  • 19. 18 CREDITS Questo saggio è stato realizzato da Martino Bufano, 30 anni appena compiuti, stagista in Sygest S.r.l. da Marzo 2015, dove ricopre il ruolo di Web Developer, SEO Analyst e Social Media Strategist. Risiede a Parma da ormai due anni ma è originario di Cisternino (BR). Laureato nel 2012 in Ingegneria Informatica presso l’Università Alma Mater Studiorum di Bologna, ha recentemente conseguito un Master in Web Communication e Social Media presso l’Università degli Studi di Parma. E’ un grande appassionato di: informatica, storia e materie scientifiche. Ama molto viaggiare, ascoltare musica, andare ai concerti e praticare sport: tra tutti il calcio di cui è un grande patito. Per eventuali approfondimenti, dubbi, informazioni o semplici curiosità, potete contattarmi ai seguenti indirizzi mail: martino.bufano@studenti.unipr.it e martino.bufano2@gmail.com . In alternativa, mi trovate anche su LinkedIn (link).