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nibilitàeconomicachespessolegenerazionipiùgiovaninonhanno
nemmeno la speranza di raggiungere se non ereditando proprio da
questi anziani, ultimo baluardo della società opulenta del secondo
‘900. Secondo i dati di Bankitalia rielaborati da Abi, gli over 65 in
Italia possiedono oltre il 70% della ricchezza nazionale, di cui oltre
il 61% in immobili.
Nonostantel’evidenza,lanarrazionedell’etàdellapensionericalca
ancoraivecchistilemidelsecoloscorso:fragilità,isolamentoeritiro
totale dal lavoro. Se ciò corrispondeva al vero per gli anziani degli
anni di 50 anni, che avevano davanti a sé, al momento del pensio-
namento,mediamenteancoraunadecinad’annidivita,nonècerto
sostenibileperi“longennial”dioggichepossonoaspettarsidivivere
altri 20/25 anni. Senza contare che parliamo dei famosi Baby boo-
mer, i quali – sulla spinta delle proprie ambizioni - hanno costruito
sulle macerie della guerra il benessere economico e la società dei
consumi. Per quale motivo dovrebbero smettere improvvisamente
di avere progetti e desideri al compimento del 65esimo anno di vi-
ta? Perché non dovrebbero inseguire la soddisfazione delle proprie
ambizioni come hanno sempre fatto?
Il cliché del sessantenne solitario, fragile e improduttivo, con più
bisognichedesiderièdecisamentesuperatodaifatti,salvochenon
lo abbiamo ancora metabolizzato. Così quello che il mercato pensa
e produce per un pubblico anziano continua ad essere declinato in
tinte beige e marron, quando gli over 65 di oggi amano i colori, i
viaggi, le relazioni, il buon cibo e il buon bere. Tengono di fatto in
piedi l’economia del Paese. Secondo un recente studio di Confin-
dustria, la domanda generata direttamente dagli over 65 in Italia
vale 200 miliardi di euro, quasi un quinto dell’intero ammontare
dei consumi delle famiglie. Si stima che tra dieci anni varrà circa
un quarto del totale, il 30% nel 2050. La ricchezza dei nostri over
65, oltre ad essere trasmessa agli eredi, deve essere valorizzata ai
finidellanavigazionedellalorolongevità.NegliStatiUnitiilsettore
finanziario sta lavorando da tempo per formare nuovi consulenti
in grado di aiutare i propri clienti a immaginare scenari futuri ben
ettant’annifa,pocodopolafinedellaSecon-
da guerra mondiale, quando la generazione
più numerosa della Storia, quella dei Baby
boomer,muovevaiprimipassi,inItaliac’era
menodiunanzianoperognibimbo.Oggiso-
no5glianzianiperognibambino.Semplice
daspiegare:iBabyboomerstannoarrivandoall’etàdellapensione,
ma nel frattempo, da decenni, nascono sempre meno bambini. Nel
1950 il rapporto era di 2,5 figli per ogni donna, in Italia. Oggi siamo
scesi a 1,2 figli a testa, ben al di sotto della soglia di 2,1 necessaria
per mantenere in equilibrio nascite e decessi. E saremmo messi
peggio senza il contributo positivo dei residenti stranieri. Risultato:
gli over65 rappresentare un quarto della popolazione italiana. In
prospettiva,nel2050,sarannounterzo.QuestofadinoiilPaesepiù
vecchio al mondo insieme con il Giappone. A questo si aggiunge il
fatto che la prevenzione, il miglioramento delle condizioni di vita
e di lavoro e il progresso scientifico hanno aumentato l’aspettativa
di vita, che oggi è di 81 anni per gli uomini e di 86 per le donne. Ma
le generazioni nate dal 2000 in poi sono destinate ad arrivare ai 100
anni. Facendo i conti, si scopre che oggi abbiamo i quasi 14 milioni
di over 65, a fronte di 24 milioni di persone occupate, cioè solo il
40%,ilcheciportaaunrapportodimenodiduelavoratoriperogni
pensionato.Perunsistemaancorafondamentalmentearipartizione,
doveicontributidegliattualilavoratoriservonoafinanziareleattuali
pensioni, si tratta di un problema non da poco: vuol dire un peso
maggioresullespallediognioccupato.Ilqualeinpiù,inseguitoalle
riformepensionistiche,devecominciarearisparmiareprivatamente
per la propria previdenza integrativa.
Come sappiamo bene, però, i numeri non dicono tutto. La realtà
quotidiana, che abbiamo assimilato senza rendercene conto, è una
diffusa presenza di anziani che arrivano all’età della cosiddetta
vecchiaia in buona forma fisica e mentale, spesso ancora attivi e
coinvolti nella vita sociale e professionale. Per non dire di quella
familiareanchedifiglienipoti,conunapatrimonialitàeunadispo-
SILVER ECONOMY
ALL’ITALIANA
di Emanuela Notari
diversi dalla vecchiaia dei loro padri, a pianificare investimenti e
gestione delle proprie risorse in funzione di una fase sempre più e-
stesadicosiddettaterzaetà.ComeinsegnanoJoeCoughlin,direttore
dell’AgeLabdelMitdiBoston(vediintervistaapag.38),eJohnDiehl
diHartfordFunds,dall’etàdellapensionealterminedelleaspettative
divitaattualicorronomediamente8.000giorni.Glistessichevanno
da0a22anni,dai22alla“crisidimezzaetà”edaquestaall’etàdella
pensione. A 65 anni ci aspetta quindi ancora un quarto di vita. Che
dobbiamoimparareariempiremantenendociattivie,possibilmente,
produttivi. Nessuno stato previdenziale può sostenere con redditi
dignitosi un quarto o, peggio, un terzo della popolazione per oltre
20/25 di pensionamento. Serve un wealth management che aiuti
a pianificare meglio, dal punto di vista finanziario, il futuro dopo
l’uscita dal lavoro. Perché se è vero che, con il regime contributi-
vo, nella migliore delle ipotesi, un lavoratore dipendente avrà una
pensione pari al 60/70% dell'ultimo stipendio - gli autonomi non
andranno oltre il 40/50% - occorre dotarsi di un flusso di reddito
aggiuntivo che permetta di mantenere uno stile di vita analogo a
quello precedente. Serve un mercato edilizio che studi soluzioni di
adattamento delle case esistenti in chiave di longevità estrema o la
costruzionedicondominiperanzianiindipendenti,comecenesono
tanti in Francia, dove ognuno vive nella privacy del proprio appar-
tamento studiato per essere più confortevole e sicuro possibile in
etàavanzata,maalcontempopuòutilizzareservizicondivisicome
palestra, ristorante, portierato h24, pulizie e manutenzione. Serve
una mobilità ripensata per città sempre più piene di anziani, dalle
aree pedonali all’interno di quartieri rivalutati, come a Barcellona,
alle auto senza pilota che prima o poi consentiranno anche agli
anzianidicontinuareaspostarsiinauto.Serveancheun’offertapiù
ricca sul fronte life style: viaggi, intrattenimento, enogastronomia,
ospitalità turistica pensati per gli over 65. Serve un’altra idea di
vecchiaia, dove non solo i bisogni ma anche i desideri degli anziani
sianoalcentrodeglisforzipubblicieprivati.Tantodapensare,tanto
da fare. Come in molti altri ambiti che sfidano l’uomo moderno.
Focus
L’aumento delle aspettative di vita chiama anche l’Italia a un
ripensamento dell’industria dei servizi dedicati agli over65.
Un dato
La Silver economy italiana vale secondo Confindustria 200
miliardi di euro, un quinto dell’intera spesa delle famiglie. Nel
2050 sarà un terzo del totale.
L'idea
Anche l’industria del wealth management deve trovare risposte
inedite per un target di neo-pensionati con aspettative di vita
di 20/30 anni, un patrimonio importante che intende trasferire
agli eredi, ma anche valorizzare per soddisfare i propri desideri
di comfort, benessere e nuove esperienze.
L’invecchiamento della
popolazione ha cambiato il nostro
Paese, decennio dopo decennio,
senza che ce ne accorgessimo.
Così "l’economia d’argento",
che oggi vale 200 miliardi
di euro, non viene valorizzata
come dovrebbe. Generando rischi
e opportunità da non sottovalutare
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