Abstract tesi - Vivere in uno Slum, dalla marginalità alla progettualità
1. Federica Pantò
Tesi di Laurea Triennale 2007
Abstract
VIVERE IN UNO SLUM
Dalla marginalità alla progettualità
Una speranza nel quartiere di Mata Escura
Questo lavoro nasce dal desiderio di approfondire alcuni aspetti della vita all’interno di uno slum, a
seguito della mia esperienza di tirocinio, svoltasi in Brasile nell’ottobre del 2006 in una “favela” di
Salvador de Bahia.
Avendo vissuto in una “favela” per un mese ho avuto modo di venire direttamente a contatto con un
mondo percepito fino a quel momento solo attraverso il filtro di giornali e di documentari; una
realtà difficile e complessa, in cui giocano un ruolo fondamentale diversi fattori.
Per questo motivo il mio desiderio, una volta tornata in Italia, è stato quello di cercare di ricostruire
questa mia esperienza attraverso l’analisi di quegli elementi che più mi hanno colpita durante il
mese di permanenza, analizzando tutte quelle tematiche, a mio parere, fondamentali per
comprendere, seppure molto limitatamente, cos’è la vita in queste realtà, con cosa gli abitanti degli
slum devono “fare i conti” ogni singolo giorno.
In questa tesina ho preso in esame alcuni aspetti che accomunano e caratterizzano la vita all’interno
degli slum, con particolare riguardo però per l’America meridionale e, più nello specifico, per il
Brasile, avendo svolto il mio tirocinio a Salvador de Bahia.
La mia esperienza è stata sicuramente più che limitata, così come lo è, di conseguenza, questo
lavoro; non ho visto che una minima parte di quella che è la vera realtà della “favela”.
Questa tesina non ha la presunzione di essere un lavoro completo o tanto meno approfondito;
l’obiettivo che mi sono posta è stato semplicemente quello di tentare di porre in evidenza alcuni
degli aspetti più importanti che caratterizzano questo mondo in modo da rendere evidente l’urgenza
dell’attuazione di nuove politiche ed interventi atti a rivalutare questa realtà.
Questa tesi si sviluppa in due parti; nella prima parte viene trattata la tematica dello slum, attraverso
l’analisi dettagliata degli aspetti che maggiormente caratterizzano queste realtà; mentre la seconda
parte è interamente dedicata alla mia esperienza di tirocinio, resa possibile dalla Convenzione tra il
Corso di Laurea in Scienze per la Pace e la Unicoop Firenze.
Il tirocinio si è svolto presso l’ONLUS (organizzazione non lucrativa d’utilità sociale) Agata
Esmeralda, finanziata da Unicoop Firenze nell’ambito dell’iniziativa “Il cuore si scioglie.
Nel paragrafo iniziale di questo lavoro viene analizzato il concetto di slum a partire dall’etimologia
del termine e dalla prima definizione che ne viene data in un testo del 1812, in modo tale da fornire
una cornice generale alle tematiche che saranno poi sviluppate nel corso della tesina.
Successivamente viene trattata la questione della nascita degli slum sia da un punto di vista storico,
attraverso l’analisi delle cause principali dello sviluppo di queste realtà, dall’epoca industriale al
fenomeno della migrazione delle popolazioni rurali verso le città, sia da un punto di vista
urbanistico, attraverso lo studio dell’ecologia dello slum, con particolare riguardo ai fattori di
2. rischio, alla pericolosità e all’instabilità dei terreni su cui spesso sono costruiti gli insediamenti, e
alle diverse forme che, in questi luoghi, ha assunto lo sviluppo urbano.
Per quantificare meglio questo fenomeno caratterizzato da precarietà urbana e sociale mi sono
basata sul primo rapporto ufficiale riguardo a queste realtà, “The Challenge of Slums”, stilato nel
2003 da UN-HABITAT, l’agenzia dell’ONU che si occupa degli insediamenti umani.
Mi sono poi dedicata all’analisi delle condizioni di vita dei minori, rivolgendo un’attenzione
specifica alla tristemente famosa realtà dei meninos de rua, i bambini di strada, alle squadre di
sterminio e allo sfruttamento minorile, sia riguardo alla prostituzione, sia in ambito lavorativo.
Relativamente a questo ultimo argomento ho ritenuto importante analizzare gli aspetti economici
della realtà dello slum, con particolare riferimento ai circuiti del lavoro nero e dell’economia
informale.
Attraverso tali attività, infatti, come lo spaccio di sostante stupefacenti o il contrabbando, la
maggior parte degli abitanti di uno slum, compresi i bambini, si guadagna da vivere.
Un altro importante settore dell’economia informale è caratterizzato dal traffico di stupefacenti.
In Brasile il traffico di droga è, infatti, molto sviluppato e sono proprio i giovani che appartengono
alle fasce più povere ad essere le principali vittime di questo mercato illecito.
La causa di morte di questi giovani è però soprattutto legata alle armi da fuoco; nel mondo, il
Brasile è il paese con il più alto numero di morti ammazzati fra i ragazzi tra i 5 e i 25 anni.
Per questo motivo mi sono poi occupata di tutti quei programmi che, negli ultimi anni, sono stati
attuati per far fronte a questa tragica situazione, in favore del disarmo, fino ad arrivare all’indizione
di un referendum per la proibizione delle armi, che ha dato, però esito negativo.
La vita all’interno degli slum non è però caratterizzata soltanto da povertà e violenza; per questo
motivo, al fine di comprendere al meglio la realtà sud americana, ho ritenuto importante affrontare
l’argomento delle religioni, l’anima del Brasile.
La mia analisi si è soffermata sui culti attualmente più seguiti, e su quelli di più antica origine; nello
specifico mi sono occupata del candomblè, del vudù, del cristianesimo e della teologia della
liberazione.
L’ultima parte è dedicata poi all’importanza dei legami sociali che nascono all’interno degli slum,
dando rilievo al concetto di comunità e con particolare riguardo per i rapporti di sostegno e di
reciprocità, al concetto di vicinato ed alle relazioni di parentela.
La seconda parte della tesi è occupata dalla mia esperienza di tirocinio, svoltasi presso l’ONLUS
(organizzazione non lucrativa d’utilità sociale) Agata Esmeralda. Lo scopo di questa ONLUS è
quello di incoraggiare la nascita e la diffusione nella favela di una nuova “mentalità”, che rifiuti la
violenza e che si basi, invece, sui diritti civili, sul rispetto, sulla giustizia e sulla legalità.
Il particolare progetto dell’Associazione di cui io ho avuto diretta esperienza durante il mio tirocinio
riguarda il Circo Picolino, ossia un tendone situato sul lungomare di Bahia, in cui ragazzi
provenienti da tutti i quartieri di Salvador e da tutte le classi sociali vengono riuniti, per
intraprendere un percorso di educazione alla pace, imparando il senso di autocontrollo e di
responsabilità. Il Circo nasce come una valida alternativa alla vita di strada e fornisce, allo stesso
tempo ai ragazzi, gli strumenti più adatti per vincere la lotta contro la violenza e l’isolamento della
“favela”.