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Gli italiani e il cibo
Milano, 8 maggio 2017
Come sono cambiati gli stili alimentari
negli ultimi 20 anni
Il cibo ha sempre avuto un ruolo cruciale nella vita degli italiani:
• siamo il Paese della grande tradizione nella cucina
• al pasto è sempre stata associata la tavola apparecchiata, la famiglia riunita
• il cibo è CONVIVIALITA’, al contrario di quanto accade nei paesi del nord Europa
Eppure nel corso degli ultimi 20 anni molte cose sono cambiate. La prima è che si mangia sempre di più fuoricasa. Oggi il 35%
della spesa delle famiglie per mangiare è indirizzato su bar, ristoranti, pizzerie, gelaterie, pasticcerie e via di seguito. Al
contempo scende il peso dei consumi domestici anche se in Europa continuiamo ad essere un Paese a forte “vocazione”
alimentare.
I cambiamenti non riguardano soltanto il valore e la quantità di cibo acquistato e consumato ma anche i comportamenti o
meglio gli stili alimentari. Tra questi citiamo la perdita di importanza del pranzo come pasto principale della giornata ed la
conseguente crescita della cena. Un fenomeno che purtroppo non interessa solo le fasce adulte della popolazione ma anche i
bambini che assumono i modelli alimentari dei genitori. In questi ultimi 20 anni registriamo anche qualche fenomeno positivo
come l’aumento della popolazione che inizia la giornata con una colazione ben più sostanziosa di quanto si facesse in passato.
Non si beve solo qualcosa (un caffè o un cappuccino) ma si mangia anche qualcosa.
La stessa tipologia di prodotti consumati è significativamente cambiata. In tale ambito si registrano comportamenti “strabici”
da un lato più attenti alla salute ed al benessere ma dall’altro esattamente opposti. La polarizzazione dei comportamenti è il
tratto distintivo di questa epoca con una parte minoritaria di popolazione che vive il rapporto con il cibo all’insegna del
salutismo ed un’altra parte maggioritaria che al contrario assume comportamenti sempre più lontani da quei modelli
tradizionali implicitamente attenti al concetto di cibo come fonte di salute e benessere.
Principali evidenze
Da una parte cala la quota di popolazione che consuma quotidianamente carboidrati e proteine ed aumenta quella di chi
consuma ortaggi e verdure e di coloro che prestano attenzione al consumo di sale.
Dall’altra cala la quota di popolazione che consuma abitualmente la frutta e quella di chi utilizza olio di oliva e grassi vegetali per
la cottura e soprattutto per il condimento a crudo.
Questo strabismo lo rintracciamo da una parte nella riduzione della spesa per pane e cereali (-7,5% a prezzi costanti nel periodo
2000-2015) e della spesa per la carne, principalmente rossa, (-8,1%) e dall’altra nell’aumento del tasso di popolazione in
sovrappeso o addirittura in condizioni di obesità. Si tratta, in questo secondo caso, di 5 milioni di persone che mostrano un trend
di crescita almeno nel lungo periodo.
L’importanza della ristorazione nei consumi alimentari delle persone sta facendo crescere una nuova sensibilità e responsabilità
da parte delle imprese del settore, quantomeno in quelle basate su modelli di offerta più tradizionali. Partendo da questa
consapevolezza si scopre che nella ristorazione i consumatori ricercano pietanze più leggere ma senza lo stress della lista delle
calorie. Il connubio salute&convivialità è bene interpretato dalla ristorazione e questo fa si che i consumatori non debbano
passare il tempo a leggere “etichette” che indicano le caratteristiche nutrizionali di ciò che consumano al ristorante ma proprio
nel modello di ristorazione che meglio risponde alle loro esigenze trovano la soluzione a quel connubio. E proprio la fiducia che
ripongono nel ristorante selezionato fa si che la stessa tracciabilità degli alimenti non sia un argomento a cui prestare grande
attenzione. Anche nei consumi al ristorante si trovano le conferme del cambiamento dei modelli alimentari. La carne rossa viene
segnalata in forte calo, così come l’uso del sale e dei grassi animali (burro). Cresce significativamente il consumo di verdura e
viene confermata la scarsa attenzione alla frutta. Nel primo caso si può dire che ortaggi e verdure resistono solo perché i prodotti
di IV e V gamma ne facilitano l’uso in casa o perché c’è qualcuno (al ristorante) che la prepara per te.
In controtendenza al ristorante il consumo di primi piatti, principalmente pasta, e dei dessert. In questi due aspetti si ritrova il
valore della tavola come convivialità e dunque piacere. La pasta resta un pilastro del modello alimentare italiano mentre il dolce si
conferma come il modo migliore per concludere un pasto con familiari ed amici.
Ma il cibo come salute e benessere non coincide solo con la leggerezza dei piatti. L’aumento delle intolleranze alimentari, delle
allergie e persino delle malattie metaboliche fa si che la ristorazione si attrezzi sempre di più per dare risposte ai consumatori con
queste problematiche. Oltre i due terzi dei ristoranti intervistati dichiara di avere menu per chi ha specifiche esigenze di salute e/o
intolleranze mentre sei ristoranti su dieci sono in grado di dare risposta a quei consumatori che hanno particolari esigenze
dietetiche.
Ma salute&convivialità viene assicurata soprattutto prestando attenzione alla qualità dei prodotti e rispettando il ciclo delle
stagioni.
L’uso di prodotti dop e Igp è una larga consuetudine della ristorazione, il 90% circa degli intervistati punta sulle filiere corte ed è in
forte espansione l’utilizzo di prodotti bio. L’84% dei ristoratori cambia il menu al massimo ogni 4 mesi.
Attenzione all’ambiente e riduzione degli sprechi è un altro driver della ristorazione. Questa attenzione si esplicita soprattutto nella
gestione dell’attività (contenere lo spreco di acqua, utilizzo di lampade al led, elettrodomestici a basso consumo, ricariche per
detergenti, ecc.) mentre nel rapporto con la clientela e con il mondo esterno c’è ancora molto da fare. Solo un ristorante su
quattro utilizza acqua microfiltrata ed il 14% appena degli intervistati non spreca il cibo donandolo quello non utilizzato ad
associazioni caritatevoli o di volontariato.
Gli stili alimentari
I consumi alimentari
Focus: gli stili alimentari al ristorante
La ristorazione e l’ambiente
I consumi alimentari
12,7
10,5
13,4 13,3
14,3
8,4
Eurozona Germania Spagna Francia Italia Regno Unito
In Italia resiste il modello mediterraneo
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Eurostat
Peso percentuale dei consumi alimentari sul totale consumi - anno 2015
2.106
1.965 1.853
2.321 2.379
2.019
Eurozona Germania Spagna Francia Italia Regno
Unito
Gli italiani spendono di più per mangiare in casa
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Eurostat
Spesa pro-capite per consumi alimentari in casa - valori correnti in euro - anno 2015
Ristorazione: Italia batte Francia, Germania e Regno Unito
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Eurostat
7,1
4,4
14,6
5,3
7,6 7,4
Eurozona Germania Spagna Francia Italia Regno Unito
Peso percentuale della ristorazione sul totale consumi - anno 2015
Francesi e tedeschi mangiano in casa più degli italiani
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Eurostat
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Eurozona Germania Spagna Francia Italia Regno Unito
alimentari in casa ristorazione
Distribuzione percentuale dei consumi alimentari in casa e fuoricasa - anno 2015
Totale
222
In casa
144
escluse bevande
alcoliche
Fuori casa
78
I consumi alimentari delle famiglie
mld. di euro correnti – anno 2016
Fonte: stima C.S. Fipe su dati Istat
35,1% del
totale
Alimentari: in casa vs. fuori casa
Spesa delle famiglie - valori concatenati - N.I. 2007=100
(stima)
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Istat
80
85
90
95
100
105
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
in casa fuori casa
Torna a crescere la spesa in bar e ristoranti
Spesa pro-capite per servizi di ristorazione - valori concatenati in euro
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Istat
1.162
1.187
1.171
1.162
1.169
1.159
1.190
1.214
1.201
1.193
1.192
1.188
1.179
1.157
1.147
1.157
1.172
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
(stima)
Salutismo a tavola? Si…e No
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Istat
-28,1
-11,4
-11,0
-8,1
-7,5
-30,0 -20,0 -10,0 0,0
olii e grassi
frutta
vegetali
carne
pane e cereali
I consumi alimentari delle famiglie - var. % 2015/2000 - valori concatenati
Gli stili alimentari
1995 2015
colazione adeguata* 71,6% 81,2%
pranzo pasto principale 76,6% 67,2%
pranzo a casa 82,8% 73,4%
pranzo in mensa**
7,5% 7,9%
pranzo al ristorante 2,7% 2,7%
pranzo al bar 1,9% 2,3%
pranzo sul posto di lavoro**
5,8% 7,1 %
cena pasto principale 18,5% 23,2%
(*) Per adeguata, si intende una colazione in cui non si assumono soltanto tè o caffè, ma si beve latte e/o si mangia qualcosa
(**) anno 2000
Fonte: elaboraz. C.S. Fipe su dati Istat
Gli stili alimentari sono cambiati
per 100 Persone di 3 anni e più
La Colazione*
per 100 persone di 3 anni e più
(*) Si fa riferimento ad una colazione in cui non si assumono soltanto tè o caffè, ma si beve latte e/o si mangia qualcosa.
Fonte: elaboraz. C.S. Fipe su dati Istat
71,6
74,9
78,5
79,4
81,2
66
68
70
72
74
76
78
80
82
1995 2000 2005 2010 2015
Scende il peso del pranzo, aumenta quello della cena
76,6
67,2
18,5
23,3
0
5
10
15
20
25
62
64
66
68
70
72
74
76
78
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
pranzo cena
Il pasto principale della giornata - per 100 persone di 3 anni e più
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Istat
Il Pranzo (valori %)
83,4 80,7 79,6 78,3 78,5
16,6 19,3 20,4 21,7 21,5
1997 2000 2005 2010 2015
In casa fuori casa
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Istat
Si pranza sempre più fuori casa
71,6
69,2
72,7
70,7
64,1
1997 2000 2005 2010 2015
La carne rossa ha meno consumatori
Consuma carne rossa almeno qualche volta alla settimana - per 100 persone di 3 anni e più
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Istat
Verdura e ortaggi resistono, la frutta perde appeal
51,9
41,8
82,2
52,6
45,5
75,4
verdure ortaggi frutta
1995 2000 2005 2010 2015
Consumo frutta e verdura almeno una volta al giorno - per 100 persone di 3 anni e più
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Istat
Carboidrati sempre meno attraenti
91,5
87,3 87,1
84,9
80,9
1995 2000 2005 2010 2015
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Istat
Consuma pane e pasta almeno una volta al giorno - per 100 persone di 3 anni e più
L’olio extra vergine di oliva piace a tutti, il sale meno
97,9
n.d.
61
97,4
68,8
condimento a crudo con olio di oliva o
grassi vegetali
presta attenzione al consumo di sale
1995 2000 2005 2010 2015
L’uso dei condimenti - per 100 persone di 3 anni e più
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Istat
1995 2015
Almeno qualche
volta alla
settimana
Carni bianche 80,0% 81,9%
Carni rosse 71,6% 64,1%
Uova 55,6% 59,4%
Pesce 52,9% 59,6%
Almeno una volta
al giorno
Verdure 51,9% 52,6%
Ortaggi 41,8% 45,5%
Frutta 82,2% 75,4 %
Pane, pasta 91,5% 80,9%
Latte 63,6% 54,9%
Formaggio 34,3% 21,0%
Gli stili alimentari sono cambiati
per 100 Persone di 3 anni e più
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Istat
L’obesità è in aumento
8,5 10,3 9,8
33,9 35,6 35,3
2001 2010 2015
obesi sovrappeso
per 100 persone di 18 anni e più
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Istat
Focus: gli stili alimentari al ristorante
89,2%
10,8%
Si No
I piatti leggeri piacciono di più
Dom. - C'è una maggiore attenzione da parte dei clienti verso pietanze più leggere?
Fonte: indagine Fipe, 2017
13,3%
59,0%
27,7%
Molto
Poco
Per nulla
Dom. - I clienti sono interessati al contenuto delle calorie nelle pietanze
…ma senza lo stress delle calorie
Fonte: indagine Fipe, 2017
42,2%
47,0%
10,8%
Molto
Poco
Per nulla
Dom. - I clienti sono interessati alla tracciabilità degli alimenti?
Al ristorante vince la fiducia
Fonte: indagine Fipe, 2017
%
Verdura +55,4
Pesce +34,9
Olio EVO +34,9
Pasta +13,3
Dolci +13,3
Frutta -2,4
Vino -10,8
Formaggi -12,0
Salumi -26,5
Carne -31,3
Sale -41,0
Burro -45,8
Pasta e dolci resistono solo fuori casa
(*) il saldo è dato dalla differenza tra coloro che rilevano una crescita e coloro che rilevano un calo
Fonte: indagine Fipe, 2017
Il consumo al ristorante di alcuni alimenti*
75,3
59,0
73,1
per chi ha specifiche
intolleranze
per chi ha esigenze
dietetiche
per chi ha specifiche
esigenze di salute
Il salutismo nuova frontiera della ristorazione
Dom. – Nel suo ristorante propone menu particolari?
Fonte: indagine Fipe, 2017
87,7
70,0
93,9
26,6
A filiera corta
Biologici
DOP IGP
Commercio
equo e solidale
La ristorazione punta sul bio
Dom. - Acquista prodotti:
Fonte: indagine Fipe, 2017
46,3%
37,8%
6,1%
9,8%
una volta al mese
ogni 4 mesi
ogni 6 mesi
più di 6 mesi
Menu all’insegna della stagionalità
Dom. - Ogni quanti mesi cambia le portate inserite nel menu?
Fonte: indagine Fipe, 2017
La ristorazione e l’ambiente
58,5%
35,4%
6,1%
Molto
Poco
Per nulla
L’attenzione all'ambiente migliora l'immagine
Dom. - Ritiene che una maggiore attenzione all'ambiente possa migliorare o abbia migliorato
l'immagine della sua attività verso l'esterno?
Fonte: indagine Fipe, 2017
90,2%
9,8%
Si
No
La riduzione degli sprechi è un’opportunità
Fonte: indagine C.S. Fipe, 2017
Dom. - Ritiene che la riduzione di consumi e sprechi sia una opportunità per il suo
ristorante?
12,7
14,3
25,9
58,8
71,6
81,5
82,5
82,7
86,6
87,7
97,6
Utilizza sistemi fotovoltaici per la produzione di acqua calda
Dona gli avanzi di alimenti intatti ad Associazioni
Utilizza caraffe per la somministrazione di acqua…
Acquista prodotti per la pulizia ecolabel
Acquista prodotti fatti con materiale riciclato
Utilizza ricariche per i detergenti
Utilizza elettrodomestici a risparmio energetico
Utilizza dove possibile imballaggi a rendere
Acquista prodotti biodegradabili
Utilizza lampade a LED
sensibilizza lo staff a non lasciare i rubinetti aperti
Come ridurre consumi e sprechi
Il totale è maggiore di 100 perché possibili più risposte
Fonte: indagine Fipe, 2017
Dom. - Quali azioni effettua per ridurre consumi e sprechi?
Nota Tecnica
La prima parte analizza i dati sulla spesa delle famiglie provenienti dalla contabilità nazionale dei
diversi Paesi. La struttura dei consumi per Paese è calcolata a prezzi correnti perché si tratta di un
confronto interno a ciascun Paese. Le serie storiche sono espresse invece a prezzi costanti per
eliminare gli effetti della dinamica inflazionistica.
La seconda parte riporta i dati sugli stili alimentari degli italiani rilevati dall’indagine multiscopo
«Aspetti della vita quotidiana» dell’Istat.
La terza ed ultima parte è il risultato di un’indagine on line effettuata su un campione di ristoranti
nel mese di aprile.

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  • 2.
  • 3. Il cibo ha sempre avuto un ruolo cruciale nella vita degli italiani: • siamo il Paese della grande tradizione nella cucina • al pasto è sempre stata associata la tavola apparecchiata, la famiglia riunita • il cibo è CONVIVIALITA’, al contrario di quanto accade nei paesi del nord Europa Eppure nel corso degli ultimi 20 anni molte cose sono cambiate. La prima è che si mangia sempre di più fuoricasa. Oggi il 35% della spesa delle famiglie per mangiare è indirizzato su bar, ristoranti, pizzerie, gelaterie, pasticcerie e via di seguito. Al contempo scende il peso dei consumi domestici anche se in Europa continuiamo ad essere un Paese a forte “vocazione” alimentare. I cambiamenti non riguardano soltanto il valore e la quantità di cibo acquistato e consumato ma anche i comportamenti o meglio gli stili alimentari. Tra questi citiamo la perdita di importanza del pranzo come pasto principale della giornata ed la conseguente crescita della cena. Un fenomeno che purtroppo non interessa solo le fasce adulte della popolazione ma anche i bambini che assumono i modelli alimentari dei genitori. In questi ultimi 20 anni registriamo anche qualche fenomeno positivo come l’aumento della popolazione che inizia la giornata con una colazione ben più sostanziosa di quanto si facesse in passato. Non si beve solo qualcosa (un caffè o un cappuccino) ma si mangia anche qualcosa. La stessa tipologia di prodotti consumati è significativamente cambiata. In tale ambito si registrano comportamenti “strabici” da un lato più attenti alla salute ed al benessere ma dall’altro esattamente opposti. La polarizzazione dei comportamenti è il tratto distintivo di questa epoca con una parte minoritaria di popolazione che vive il rapporto con il cibo all’insegna del salutismo ed un’altra parte maggioritaria che al contrario assume comportamenti sempre più lontani da quei modelli tradizionali implicitamente attenti al concetto di cibo come fonte di salute e benessere. Principali evidenze
  • 4. Da una parte cala la quota di popolazione che consuma quotidianamente carboidrati e proteine ed aumenta quella di chi consuma ortaggi e verdure e di coloro che prestano attenzione al consumo di sale. Dall’altra cala la quota di popolazione che consuma abitualmente la frutta e quella di chi utilizza olio di oliva e grassi vegetali per la cottura e soprattutto per il condimento a crudo. Questo strabismo lo rintracciamo da una parte nella riduzione della spesa per pane e cereali (-7,5% a prezzi costanti nel periodo 2000-2015) e della spesa per la carne, principalmente rossa, (-8,1%) e dall’altra nell’aumento del tasso di popolazione in sovrappeso o addirittura in condizioni di obesità. Si tratta, in questo secondo caso, di 5 milioni di persone che mostrano un trend di crescita almeno nel lungo periodo. L’importanza della ristorazione nei consumi alimentari delle persone sta facendo crescere una nuova sensibilità e responsabilità da parte delle imprese del settore, quantomeno in quelle basate su modelli di offerta più tradizionali. Partendo da questa consapevolezza si scopre che nella ristorazione i consumatori ricercano pietanze più leggere ma senza lo stress della lista delle calorie. Il connubio salute&convivialità è bene interpretato dalla ristorazione e questo fa si che i consumatori non debbano passare il tempo a leggere “etichette” che indicano le caratteristiche nutrizionali di ciò che consumano al ristorante ma proprio nel modello di ristorazione che meglio risponde alle loro esigenze trovano la soluzione a quel connubio. E proprio la fiducia che ripongono nel ristorante selezionato fa si che la stessa tracciabilità degli alimenti non sia un argomento a cui prestare grande attenzione. Anche nei consumi al ristorante si trovano le conferme del cambiamento dei modelli alimentari. La carne rossa viene segnalata in forte calo, così come l’uso del sale e dei grassi animali (burro). Cresce significativamente il consumo di verdura e viene confermata la scarsa attenzione alla frutta. Nel primo caso si può dire che ortaggi e verdure resistono solo perché i prodotti di IV e V gamma ne facilitano l’uso in casa o perché c’è qualcuno (al ristorante) che la prepara per te.
  • 5. In controtendenza al ristorante il consumo di primi piatti, principalmente pasta, e dei dessert. In questi due aspetti si ritrova il valore della tavola come convivialità e dunque piacere. La pasta resta un pilastro del modello alimentare italiano mentre il dolce si conferma come il modo migliore per concludere un pasto con familiari ed amici. Ma il cibo come salute e benessere non coincide solo con la leggerezza dei piatti. L’aumento delle intolleranze alimentari, delle allergie e persino delle malattie metaboliche fa si che la ristorazione si attrezzi sempre di più per dare risposte ai consumatori con queste problematiche. Oltre i due terzi dei ristoranti intervistati dichiara di avere menu per chi ha specifiche esigenze di salute e/o intolleranze mentre sei ristoranti su dieci sono in grado di dare risposta a quei consumatori che hanno particolari esigenze dietetiche. Ma salute&convivialità viene assicurata soprattutto prestando attenzione alla qualità dei prodotti e rispettando il ciclo delle stagioni. L’uso di prodotti dop e Igp è una larga consuetudine della ristorazione, il 90% circa degli intervistati punta sulle filiere corte ed è in forte espansione l’utilizzo di prodotti bio. L’84% dei ristoratori cambia il menu al massimo ogni 4 mesi. Attenzione all’ambiente e riduzione degli sprechi è un altro driver della ristorazione. Questa attenzione si esplicita soprattutto nella gestione dell’attività (contenere lo spreco di acqua, utilizzo di lampade al led, elettrodomestici a basso consumo, ricariche per detergenti, ecc.) mentre nel rapporto con la clientela e con il mondo esterno c’è ancora molto da fare. Solo un ristorante su quattro utilizza acqua microfiltrata ed il 14% appena degli intervistati non spreca il cibo donandolo quello non utilizzato ad associazioni caritatevoli o di volontariato.
  • 6. Gli stili alimentari I consumi alimentari Focus: gli stili alimentari al ristorante La ristorazione e l’ambiente
  • 8. 12,7 10,5 13,4 13,3 14,3 8,4 Eurozona Germania Spagna Francia Italia Regno Unito In Italia resiste il modello mediterraneo Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Eurostat Peso percentuale dei consumi alimentari sul totale consumi - anno 2015
  • 9. 2.106 1.965 1.853 2.321 2.379 2.019 Eurozona Germania Spagna Francia Italia Regno Unito Gli italiani spendono di più per mangiare in casa Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Eurostat Spesa pro-capite per consumi alimentari in casa - valori correnti in euro - anno 2015
  • 10. Ristorazione: Italia batte Francia, Germania e Regno Unito Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Eurostat 7,1 4,4 14,6 5,3 7,6 7,4 Eurozona Germania Spagna Francia Italia Regno Unito Peso percentuale della ristorazione sul totale consumi - anno 2015
  • 11. Francesi e tedeschi mangiano in casa più degli italiani Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Eurostat 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Eurozona Germania Spagna Francia Italia Regno Unito alimentari in casa ristorazione Distribuzione percentuale dei consumi alimentari in casa e fuoricasa - anno 2015
  • 12. Totale 222 In casa 144 escluse bevande alcoliche Fuori casa 78 I consumi alimentari delle famiglie mld. di euro correnti – anno 2016 Fonte: stima C.S. Fipe su dati Istat 35,1% del totale
  • 13. Alimentari: in casa vs. fuori casa Spesa delle famiglie - valori concatenati - N.I. 2007=100 (stima) Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Istat 80 85 90 95 100 105 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 in casa fuori casa
  • 14. Torna a crescere la spesa in bar e ristoranti Spesa pro-capite per servizi di ristorazione - valori concatenati in euro Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Istat 1.162 1.187 1.171 1.162 1.169 1.159 1.190 1.214 1.201 1.193 1.192 1.188 1.179 1.157 1.147 1.157 1.172 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 (stima)
  • 15. Salutismo a tavola? Si…e No Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Istat -28,1 -11,4 -11,0 -8,1 -7,5 -30,0 -20,0 -10,0 0,0 olii e grassi frutta vegetali carne pane e cereali I consumi alimentari delle famiglie - var. % 2015/2000 - valori concatenati
  • 17. 1995 2015 colazione adeguata* 71,6% 81,2% pranzo pasto principale 76,6% 67,2% pranzo a casa 82,8% 73,4% pranzo in mensa** 7,5% 7,9% pranzo al ristorante 2,7% 2,7% pranzo al bar 1,9% 2,3% pranzo sul posto di lavoro** 5,8% 7,1 % cena pasto principale 18,5% 23,2% (*) Per adeguata, si intende una colazione in cui non si assumono soltanto tè o caffè, ma si beve latte e/o si mangia qualcosa (**) anno 2000 Fonte: elaboraz. C.S. Fipe su dati Istat Gli stili alimentari sono cambiati per 100 Persone di 3 anni e più
  • 18. La Colazione* per 100 persone di 3 anni e più (*) Si fa riferimento ad una colazione in cui non si assumono soltanto tè o caffè, ma si beve latte e/o si mangia qualcosa. Fonte: elaboraz. C.S. Fipe su dati Istat 71,6 74,9 78,5 79,4 81,2 66 68 70 72 74 76 78 80 82 1995 2000 2005 2010 2015
  • 19. Scende il peso del pranzo, aumenta quello della cena 76,6 67,2 18,5 23,3 0 5 10 15 20 25 62 64 66 68 70 72 74 76 78 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 pranzo cena Il pasto principale della giornata - per 100 persone di 3 anni e più Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Istat
  • 20. Il Pranzo (valori %) 83,4 80,7 79,6 78,3 78,5 16,6 19,3 20,4 21,7 21,5 1997 2000 2005 2010 2015 In casa fuori casa Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Istat Si pranza sempre più fuori casa
  • 21. 71,6 69,2 72,7 70,7 64,1 1997 2000 2005 2010 2015 La carne rossa ha meno consumatori Consuma carne rossa almeno qualche volta alla settimana - per 100 persone di 3 anni e più Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Istat
  • 22. Verdura e ortaggi resistono, la frutta perde appeal 51,9 41,8 82,2 52,6 45,5 75,4 verdure ortaggi frutta 1995 2000 2005 2010 2015 Consumo frutta e verdura almeno una volta al giorno - per 100 persone di 3 anni e più Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Istat
  • 23. Carboidrati sempre meno attraenti 91,5 87,3 87,1 84,9 80,9 1995 2000 2005 2010 2015 Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Istat Consuma pane e pasta almeno una volta al giorno - per 100 persone di 3 anni e più
  • 24. L’olio extra vergine di oliva piace a tutti, il sale meno 97,9 n.d. 61 97,4 68,8 condimento a crudo con olio di oliva o grassi vegetali presta attenzione al consumo di sale 1995 2000 2005 2010 2015 L’uso dei condimenti - per 100 persone di 3 anni e più Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Istat
  • 25. 1995 2015 Almeno qualche volta alla settimana Carni bianche 80,0% 81,9% Carni rosse 71,6% 64,1% Uova 55,6% 59,4% Pesce 52,9% 59,6% Almeno una volta al giorno Verdure 51,9% 52,6% Ortaggi 41,8% 45,5% Frutta 82,2% 75,4 % Pane, pasta 91,5% 80,9% Latte 63,6% 54,9% Formaggio 34,3% 21,0% Gli stili alimentari sono cambiati per 100 Persone di 3 anni e più Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Istat
  • 26. L’obesità è in aumento 8,5 10,3 9,8 33,9 35,6 35,3 2001 2010 2015 obesi sovrappeso per 100 persone di 18 anni e più Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Istat
  • 27. Focus: gli stili alimentari al ristorante
  • 28. 89,2% 10,8% Si No I piatti leggeri piacciono di più Dom. - C'è una maggiore attenzione da parte dei clienti verso pietanze più leggere? Fonte: indagine Fipe, 2017
  • 29. 13,3% 59,0% 27,7% Molto Poco Per nulla Dom. - I clienti sono interessati al contenuto delle calorie nelle pietanze …ma senza lo stress delle calorie Fonte: indagine Fipe, 2017
  • 30. 42,2% 47,0% 10,8% Molto Poco Per nulla Dom. - I clienti sono interessati alla tracciabilità degli alimenti? Al ristorante vince la fiducia Fonte: indagine Fipe, 2017
  • 31. % Verdura +55,4 Pesce +34,9 Olio EVO +34,9 Pasta +13,3 Dolci +13,3 Frutta -2,4 Vino -10,8 Formaggi -12,0 Salumi -26,5 Carne -31,3 Sale -41,0 Burro -45,8 Pasta e dolci resistono solo fuori casa (*) il saldo è dato dalla differenza tra coloro che rilevano una crescita e coloro che rilevano un calo Fonte: indagine Fipe, 2017 Il consumo al ristorante di alcuni alimenti*
  • 32. 75,3 59,0 73,1 per chi ha specifiche intolleranze per chi ha esigenze dietetiche per chi ha specifiche esigenze di salute Il salutismo nuova frontiera della ristorazione Dom. – Nel suo ristorante propone menu particolari? Fonte: indagine Fipe, 2017
  • 33. 87,7 70,0 93,9 26,6 A filiera corta Biologici DOP IGP Commercio equo e solidale La ristorazione punta sul bio Dom. - Acquista prodotti: Fonte: indagine Fipe, 2017
  • 34. 46,3% 37,8% 6,1% 9,8% una volta al mese ogni 4 mesi ogni 6 mesi più di 6 mesi Menu all’insegna della stagionalità Dom. - Ogni quanti mesi cambia le portate inserite nel menu? Fonte: indagine Fipe, 2017
  • 35. La ristorazione e l’ambiente
  • 36. 58,5% 35,4% 6,1% Molto Poco Per nulla L’attenzione all'ambiente migliora l'immagine Dom. - Ritiene che una maggiore attenzione all'ambiente possa migliorare o abbia migliorato l'immagine della sua attività verso l'esterno? Fonte: indagine Fipe, 2017
  • 37. 90,2% 9,8% Si No La riduzione degli sprechi è un’opportunità Fonte: indagine C.S. Fipe, 2017 Dom. - Ritiene che la riduzione di consumi e sprechi sia una opportunità per il suo ristorante?
  • 38. 12,7 14,3 25,9 58,8 71,6 81,5 82,5 82,7 86,6 87,7 97,6 Utilizza sistemi fotovoltaici per la produzione di acqua calda Dona gli avanzi di alimenti intatti ad Associazioni Utilizza caraffe per la somministrazione di acqua… Acquista prodotti per la pulizia ecolabel Acquista prodotti fatti con materiale riciclato Utilizza ricariche per i detergenti Utilizza elettrodomestici a risparmio energetico Utilizza dove possibile imballaggi a rendere Acquista prodotti biodegradabili Utilizza lampade a LED sensibilizza lo staff a non lasciare i rubinetti aperti Come ridurre consumi e sprechi Il totale è maggiore di 100 perché possibili più risposte Fonte: indagine Fipe, 2017 Dom. - Quali azioni effettua per ridurre consumi e sprechi?
  • 39. Nota Tecnica La prima parte analizza i dati sulla spesa delle famiglie provenienti dalla contabilità nazionale dei diversi Paesi. La struttura dei consumi per Paese è calcolata a prezzi correnti perché si tratta di un confronto interno a ciascun Paese. Le serie storiche sono espresse invece a prezzi costanti per eliminare gli effetti della dinamica inflazionistica. La seconda parte riporta i dati sugli stili alimentari degli italiani rilevati dall’indagine multiscopo «Aspetti della vita quotidiana» dell’Istat. La terza ed ultima parte è il risultato di un’indagine on line effettuata su un campione di ristoranti nel mese di aprile.