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Parti del discorso invariabili
Morfologia e classificazione di
avverbi, preposizioni, congiunzioni e
interiezioni della lingua italiana
Categorie dell’avverbio
Il ruolo principale dell’avverbio è di precisare o modificare il significato di un
verbo. Gli avverbi, però, possono anche modificare il significato di intere frasi o
di parti del discorso diverse dal verbo (aggettivi, nomi, altri avverbi), sono perciò
detti modificanti.
In base alla modificazione che esprimono, gli avverbi si dividono in avverbi…
• di modo → indicano un modo o qualificano qualcosa
• di tempo → indicano una circostanza, un tempo, un momento
• di luogo → indicano un luogo
• di quantità → indicano una quantità non precisata
• valutativi → indicano un’affermazione, una negazione o un dubbio
• interrogativi e esclamativi → introducono una domanda diretta o
un’esclamazione
• presentativi (in italiano c’è solo ecco) → mostrano, indicano, annunciano un
fatto, un evento, qualcuno o qualcosa
Morfologia dell’avverbio
Rispetto alla loro derivazione morfologica gli avverbi si possono dividere in…
Avverbi
semplici
Hanno forma propria non derivata
da altre parole.
qui, là, quando, sempre, bene, male,
subito, presto, poi, mai, sì, no…
Avverbi
composti
Sono costituiti da più elementi
lessicali composti in un’unica
parola.
infatti, almeno, intanto, soprattutto,
inoltre, dappertutto…
Avverbi
derivati
Sono formati da una base
(aggettivo, nome o verbo) alla
quale è stato aggiunto un suffisso.
da aggettivi qualificativi femminili
singolari (+ suffisso -mente):
beatamente, stupidamente,
coraggiosamente, abilmente,
benevolmente, celermente…
da nomi o verbi (+ suffisso -oni):
bocconi, gattoni, ciondoloni, cavalcioni,
ruzzoloni, carponi, tentoni…
Locuzioni
avverbiali
Gruppi di parole che costituiscono
espressioni tipiche.
alla svelta, di sotto, per di qua, fra poco,
all’incirca, senza dubbio, neanche per
sogno…
Avverbi di modo
L’avverbio di modo (o qualificativo) indica il modo in cui si svolge l’azione
espressa dal verbo oppure aggiunge una precisazione qualificativa a un
aggettivo o a un altro avverbio.
Gli avverbi di modo possono essere…
• Avverbi semplici come bene, male, così, volentieri…
• La maggior parte degli avverbi derivati da aggettivi, nomi o verbi, con suffissi
in -mente e -oni come ansiosamente, onestamente, pubblicamente,
gentilmente, stancamente, terribilmente…
• Aggettivi qualificativi usati, in forma invariabile maschile singolare, per
modificare qualitativamente il verbo (L’ha detto chiaro. Parla forte. Cammina
piano).
• Locuzioni avverbiali di modo come pian piano, alla buona, alla svelta, di
corsa, in fretta e furia, alla meno peggio, di malavoglia, in particolare, in
generale, a quattr’occhi, a tu per tu, a gonfie vele , a casaccio…
Avverbi di tempo
L’avverbio di tempo indica la circostanza, il tempo, il momento, in cui si
svolge l’azione o si verifica un fatto.
Gli avverbi di tempo possono essere…
• Avverbi semplici come oggi, ieri, domani, sempre, mai, spesso, adesso,
poi subito, dopo, presto, tardi…
• Alcuni avverbi in -mente come precedentemente, successivamente,
recentemente, posteriormente, anteriormente…
• Locuzioni avverbiali di tempo come poco fa, di recente, una volta, un
tempo, per sempre, di ora in ora, d’ora innanzi, d’ora in poi, in futuro,
di quando in quando, in seguito, d’un tratto, alla fine, all’improvviso…
Avverbi di luogo
L’avverbio di luogo indica il luogo in cui si svolge un’azione o in cui si trova
qualcuno o qualcosa.
Gli avverbi di luogo possono essere…
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lontano, intorno, davanti, dietro, sotto, sopra, su, dentro, fuori, avanti,
dinnanzi, accanto, altrove…
• Locuzioni avverbiali di luogo come di qui, di qua, di là, di lì, di su, di giù,
all’insù, all’ingiù, al di qua, al di là, di dietro, di fuori, di sotto, da vicino, da
lontano, nei dintorni, a sinistra, a destra…
• Le particelle ci, vi, ne se hanno la funzione di complementi di stato in luogo,
moto a luogo e moto per luogo (Se andate a teatro, ci veniamo anche noi.)
• Gli avverbi dove, ove, donde, onde, dovunque, ovunque sono detti avverbi di
luogo relativi poiché mettono in relazione due proposizioni (Vado dove
voglio. Dovunque andrà lo troveremo).
Avverbi di quantità
L’avverbio di quantità indica una quantità non precisata, riferita a un
verbo, a un aggettivo o a un altro avverbio.
Gli avverbi di quantità possono essere…
• Avverbi semplici come poco, alquanto, parecchio, tanto, quanto,
altrettanto, molto, più, meno, troppo, abbastanza, assai, piuttosto,
almeno, appena, affatto, quasi…
• Alcuni avverbi in -mente come gradevolmente, minimamente…
• Locuzioni avverbiali di quantità come più o meno, all’incirca,
pressappoco, fin troppo, di più, di meno, un poco, del tutto, a bizzeffe…
Avverbi valutativi
L’avverbio valutativo esprime un’affermazione, una negazione o un dubbio.
Gli avverbi valutativi possono essere…
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davvero, esattamente, indubbiamente…
Locuzioni: di certo, senza dubbio, di sicuro, per l’appunto,
senz’altro, per davvero…
di negazione
Semplici: no, non, neanche, neppure, nemmeno, mica…
Locuzioni: neanche per idea, neanche per sogno, neanche per
sbaglio, per niente…
di dubbio
Semplici: forse, quasi, circa, magari, eventualmente,
probabilmente, possibilmente…
Locuzioni: quasi quasi, caso mai, con ogni probabilità, chissà mai…
Avverbi interrogativi ed esclamativi
Gli avverbi interrogativi servono a introdurre una domanda diretta.
Gli avverbi interrogativi possono essere…
• Avverbi semplici come quando? perché? dove? come? quando?
• Locuzioni avverbiali interrogative come come mai? da quando? per
quando?
Quando gli avverbi interrogativi introducono una domanda indiretta,
collegando quindi due proposizioni, hanno la funzione di congiunzioni
(Perché [avv.] parti? Dimmi perché [cong.] parti.).
Gli avverbi esclamativi servono a introdurre un’esclamazione.
Gli avverbi esclamativi sono avverbi semplici come come, quanto, dove
(Come sono felice! Quanto sei bella!)
Avverbio presentativo ecco
L’unico avverbio presentativo italiano ecco mostra, indica, annuncia un
fatto, un evento, qualcuno o qualcosa.
Ecco si può trovare…
• Prima di un nome o un verbo (Ecco i risultati del lavoro. Ecco arrivare il
treno.)
• Collegato ai pronomi atoni (Eccoci da te!)
• Con valore iterativo nelle forme rieccomi, rieccolo, rieccoti…
• Nelle locuzioni ecco fatto, ecco tutto (Ecco fatto: il lavoro è finito.)
Avverbi alterati
Alterazione Suffissi Esempi
DIMINUTIVI
diminuiscono la
modificazione della base
-ino benino, malino, pianino, adagino, lontanino,
tardino, prestino, pochino, pochettino, spessino
VEZZEGGIATIVI
rendono più piacevole
(anche ironicamente) il
significato della base
-etto
-uccio
maluccio, lontanuccio, lontanetto, tarduccio,
pochetto
ACCRESCITIVI
aumentano la
modificazione della base
-one benone
DISPREGIATIVI
rendono più sgradevole il
significato della base
-accio malaccio
Come i nomi e gli aggettivi anche alcuni avverbi possono essere alterati:
Gradi dell’avverbio
Alcuni avverbi possono anche avere gradi diversi da quello positivo.
Per la maggior parte degli avverbi…
• Il grado comparativo si forma anteponendo più (di maggioranza),
meno (di minoranza) o come/quanto (di uguaglianza) all’avverbio.
Parlerò più piano di voi. Parlerò meno piano di voi. Parlerò piano come voi.
• Il grado superlativo relativo si forma anteponendo il più (possibile)
all’avverbio.
Parlerò il più piano possibile.
• Il grado superlativo assoluto si forma aggiungendo all’avverbio i
suffissi -issimo o -issimamente o gli avverbi rafforzativi molto, assai.
Parlerò pianissimo. Parlerò molto piano.
Posizione dell’avverbio
Normalmente, se l’avverbio modifica il significato di un verbo, va posposto a
quest’ultimo (Dormo bene. Lavoro tanto.). Ma…
• Gli avverbi di negazione non e di luogo ci, vi, ne vanno sempre anteposti
al verbo (il cibo non è buono. Ci vado con Gianni. Vi sarà una gran folla).
• quando il tempo verbale è in forma composta molti avverbi possono
collocarsi anche tra l’ausiliare e il participio (La nave è certamente
salpata. Non ho ben capito.).
• se modifica il significato di aggettivi, nomi o altri avverbi, va anteposto
ad essi (Sandro è molto alto. Viene anche Lucia. Scrivi davvero bene.)
• se modifica il significato di un’intera frase può essere collocato in un
qualsiasi punto di essa purché isolato dalla virgola (Incredibilmente,
Marco perdonò tutti. Marco, incredibilmente, perdonò tutti. Marco
perdonò tutti, incredibilmente.).
La preposizione
La funzione della preposizione è di collegare tra loro sintagmi o intere
proposizioni stabilendo relazioni di dipendenza sintattica. Le preposizioni sono
perciò dette funzionali subordinanti.
L’amico
Sint. controllore
di
Funzionale
Sandro
Sint. controllato
Giovanni è
uscito
Prop. reggente
per
Funzionale
comprare il
pane.
Prop. dipendente
Morfologia della preposizione
Le preposizioni principali si distinguono in semplici e articolate. Quelle articolate
rappresentano la composizione di preposizioni semplici più articoli
determinativi e sono dunque variabili in genere e numero.
Preposizioni
semplici
Preposizioni articolate
+ il + lo + la + l’ + i + gli + le
di del dello della dell’ dei degli delle
a (ad) al allo alla all’ ai agli alle
da dal dallo dalla dall’ dai dagli dalle
in nel nello nella nell’ nei negli nelle
con col - - - coi - -
su sul sullo sulla sull’ sui sugli sulle
per - - - - - - -
tra (fra) - - - - - - -
Preposizioni improprie
Sono considerate preposizioni improprie tutte quelle parole polisillabiche che
appartengono originariamente a categorie grammaticali diverse da quella della
preposizione, ma che di quest’ultima svolgono le funzioni. Possono essere
preposizioni improprie…
• Aggettivi come vicino, lontano, lungo, salvo, secondo…
Ho passeggiato lungo la costa del fiume.
• Avverbi come davanti, dietro, dentro, sopra, sotto, prima, dopo, fuori, contro,
oltre, presso, accanto, intorno…
Stasera dormiamo fuori casa.
• Verbi participi presenti o passati come durante, mediante, nonostante,
stante, rasente, dato, eccetto, escluso…
Amo tutte le materie esclusa la matematica.
Locuzioni preposizionali
Anche alcuni gruppi tipici di parole svolgono le funzioni della
preposizione. Essi sono considerati locuzioni preposizionali e sono
in genere formati da…
• Avverbi + preposizioni proprie come davanti a, lontano da,
limitatamente a, vicino a…
Sono entrato dopo di te. Volano sopra di noi.
• Nomi o verbi + preposizione propria anteposta o posposta come
a causa di, a prescindere da…
Ti scrivo per mezzo di un tablet. In base a questo non dovresti fidarti.
• Locuzioni avverbiali + preposizioni proprie come al di là di, in
mezzo a, di fronte a…
Il compagno di fianco a te disturba. Nel mezzo della festa giunse suo padre.
La congiunzione
La funzione della congiunzione è di collegare tra loro parole, sintagmi o intere
proposizioni stabilendo relazioni di coordinazione (congiunzioni coordinanti) o
dipendenza sintattica (congiunzioni subordinanti).
papà
Nome
e
Congiunzione
mamma
Nome
Amo il calcio
Prop. coordinata
ma
Congiunzione
non seguo le
partite.
Prop. coordinata
Lui è entrato
in casa
Prop. reggente
perché
Congiunzione
aveva freddo.
Prop. dipendente
Morfologia della congiunzione
Le congiunzioni si possono classificare in base alla loro derivazione
morfologica in…
• Congiunzioni semplici → costituite da una sola parola come e, o,
ma, né, se, quindi, anche, però, come, quando…
• Congiunzioni composte → costituite da una parola composta
come oppure (o+pure), perché (per+che), sebbene (se+bene,
infatti (in+fatti), affinché (ad+finché), nondimeno
(non+di+meno)…
• Locuzioni congiuntive → costituite da più parole distinte come
anche se, dopo che, tranne che, dal momento che, ogni volta
che…
Congiunzioni coordinanti
Le congiunzioni coordinanti pongono due parole o due
proposizioni sullo stesso piano sintattico.
Copulative Accostano due parole o
proposizioni.
e, anche, pure, inoltre, altresì, né,
neanche, neppure, nemmeno…
Disgiuntive Pongono un’alternativa tra due
parole o proposizioni.
o, oppure, ovvero, altrimenti…
Avversative Contrappongono due parole o
proposizioni.
ma, invece, però, tuttavia, anzi,
bensì, eppure…
Dichiarative
(o esplicative)
Introducono una precisazione o
spiegazione.
cioè, infatti, difatti, ossia, vale a
dire…
Conclusive Esprimono una conseguenza o
conclusione logica.
dunque, quindi, perciò, pertanto,
allora…
Correlative Mettono in corrispondenza tra
loro due parole o proposizioni.
e…e, o…o, sia…sia, né…né,
tanto…quanto, non solo…ma
anche…
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Interiezioni
Nella lingua parlata le interiezioni sono le espressioni spontanee che si usano,
spesso accompagnate da gesti o espressioni del volto, per segnalare sensazioni
o stati d’animo come meraviglia, gioia, dolore, paura, ira, noia, impazienza,
sdegno, incoraggiamento, disdegno…
Nella lingua scritta l’interiezione, rispetto ad altre espressioni che si potrebbero
usare per descrivere sensazioni o stati d’animo, esprime in modo più immediato
la vivacità e la spontaneità di questi ultimi.
• L’interiezione non ha alcun tipo di legame con le altre parole della frase o del
discorso ed esprime da sola un messaggio compiuto (Uffa! = Mi sto
annoiando. Evvai! = Sono felice di questo!).
• Per riprodurre il valore espressivo dell’interazione essa è normalmente
seguita da uno o più punti esclamativi (ah! oh! ehi!!!) o dai punti esclamativi
e interrogativi (Eh?! Hai osato Tanto?!?).
• Dopo il punto esclamativo che segue le interiezioni non è necessaria la
lettera maiuscola (Ah! che bella giornata!)
Interiezioni proprie
Le interiezioni proprie, quasi tutte monosillabiche, riproducono suoni o grida
espressi nel parlato quando si provano sensazioni o sentimenti improvvisi.
ah! oh! Meraviglia, gioia, desiderio, rimpianto, dolore, rimprovero
eh! Incredulità, rassegnazione, ammonimento, minaccia
ehm! Indecisione, minaccia, avvertimento
ih! Ribrezzo, rabbia, derisione
ahi! ohi! ahia! ahime! ohime! Dolore, contrarietà, preoccupazione
ehi! ohé! olà! ehilà! Richiesta d’attenzione, rimprovero
mah! boh! mmh! Incertezza, dubbio
ohibò! Sorpresa, rimprovero
auff! uff! uffa! Noia, impazienza
puh! puah! Disgusto
bah! Indifferenza, fastidio
toh! Meraviglia
wow! [wau] Gioia, entusiasmo, ammirazione
Interiezioni improprie
Sono considerate interiezioni improprie tutte quelle parole polisillabiche che
appartengono originariamente a categorie grammaticali diverse da quella
dell’interiezione, ma che di quest’ultima svolgono le funzioni. Anch’esse non
hanno alcun tipo di legame con le altre parole della frase ed esprimono da sole
un messaggio compiuto. Possono essere interiezioni improprie…
• Nomi come coraggio! forza! misericordia! aiuto! pietà! maledizione!
vergogna! peccato!…
• Verbi come dai! basta! muoviti!...
• Avverbi come su! bene! male! presto!…
• Aggettivi come bravo! magnifico! stupendo! fantastico! grande! sicuro!…
• I saluti come ciao! salve!...
• Locuzioni interiettive (o esclamative) come mamma mia! mio Dio! santo
cielo! povero me! va’ al diavolo! va’ a quel paese! al fuoco! al ladro! per
carità! che schifo! che vergogna!
Onomatopee
L’onomatopea è una categoria particolare perché accettata solo in poche
tipologie di testo (poesie futuriste, linguaggio pubblicitario, fumetti e graphic
novel).
Le onomatopee riproducono suoni, rumori o versi di animali attraverso il suono
e la grafia delle lettere di cui sono composte. A differenza delle interiezioni non
riproducono sensazioni o stati d’animo.
In italiano si possono trovare…
• Onomatopee fumettistiche derivate spesso da verbi inglesi (sigh! > to sigh =
sospirare; sob! > to sob = singhiozzare; crash! > to crash = fracassare; clap! >
to clap = applaudire; gulp! > to gulp = inghiottire; slurp! > to slurp =
mangiare/bere rumorosamente; splash! > to splash = spruzzare).
• Onomatopee con funzione sostantiva (Si sentiva il tic tac dell’orologio. Nei
campi c'è un breve gre gre di ranelle).
• Parole onomatopeiche, nomi e verbi derivanti da onomatopee, come
miagolio, ticchettio, fruscio, gracchiare, tintinnare…
Onomatopee
Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
clocchete,
chchch…
È giù,
nel cortile,
la povera
fontana
malata;
che spasimo!
sentirla
tossire.
Tossisce,
tossisce,
un poco
si tace...
di nuovo.
Tossisce.
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[da La fontana malata
di A. Palazzeschi]

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012 Morfologia e Classificazione delle Parti del Discorso Invariabili

  • 1. Parti del discorso invariabili Morfologia e classificazione di avverbi, preposizioni, congiunzioni e interiezioni della lingua italiana
  • 2. Categorie dell’avverbio Il ruolo principale dell’avverbio è di precisare o modificare il significato di un verbo. Gli avverbi, però, possono anche modificare il significato di intere frasi o di parti del discorso diverse dal verbo (aggettivi, nomi, altri avverbi), sono perciò detti modificanti. In base alla modificazione che esprimono, gli avverbi si dividono in avverbi… • di modo → indicano un modo o qualificano qualcosa • di tempo → indicano una circostanza, un tempo, un momento • di luogo → indicano un luogo • di quantità → indicano una quantità non precisata • valutativi → indicano un’affermazione, una negazione o un dubbio • interrogativi e esclamativi → introducono una domanda diretta o un’esclamazione • presentativi (in italiano c’è solo ecco) → mostrano, indicano, annunciano un fatto, un evento, qualcuno o qualcosa
  • 3. Morfologia dell’avverbio Rispetto alla loro derivazione morfologica gli avverbi si possono dividere in… Avverbi semplici Hanno forma propria non derivata da altre parole. qui, là, quando, sempre, bene, male, subito, presto, poi, mai, sì, no… Avverbi composti Sono costituiti da più elementi lessicali composti in un’unica parola. infatti, almeno, intanto, soprattutto, inoltre, dappertutto… Avverbi derivati Sono formati da una base (aggettivo, nome o verbo) alla quale è stato aggiunto un suffisso. da aggettivi qualificativi femminili singolari (+ suffisso -mente): beatamente, stupidamente, coraggiosamente, abilmente, benevolmente, celermente… da nomi o verbi (+ suffisso -oni): bocconi, gattoni, ciondoloni, cavalcioni, ruzzoloni, carponi, tentoni… Locuzioni avverbiali Gruppi di parole che costituiscono espressioni tipiche. alla svelta, di sotto, per di qua, fra poco, all’incirca, senza dubbio, neanche per sogno…
  • 4. Avverbi di modo L’avverbio di modo (o qualificativo) indica il modo in cui si svolge l’azione espressa dal verbo oppure aggiunge una precisazione qualificativa a un aggettivo o a un altro avverbio. Gli avverbi di modo possono essere… • Avverbi semplici come bene, male, così, volentieri… • La maggior parte degli avverbi derivati da aggettivi, nomi o verbi, con suffissi in -mente e -oni come ansiosamente, onestamente, pubblicamente, gentilmente, stancamente, terribilmente… • Aggettivi qualificativi usati, in forma invariabile maschile singolare, per modificare qualitativamente il verbo (L’ha detto chiaro. Parla forte. Cammina piano). • Locuzioni avverbiali di modo come pian piano, alla buona, alla svelta, di corsa, in fretta e furia, alla meno peggio, di malavoglia, in particolare, in generale, a quattr’occhi, a tu per tu, a gonfie vele , a casaccio…
  • 5. Avverbi di tempo L’avverbio di tempo indica la circostanza, il tempo, il momento, in cui si svolge l’azione o si verifica un fatto. Gli avverbi di tempo possono essere… • Avverbi semplici come oggi, ieri, domani, sempre, mai, spesso, adesso, poi subito, dopo, presto, tardi… • Alcuni avverbi in -mente come precedentemente, successivamente, recentemente, posteriormente, anteriormente… • Locuzioni avverbiali di tempo come poco fa, di recente, una volta, un tempo, per sempre, di ora in ora, d’ora innanzi, d’ora in poi, in futuro, di quando in quando, in seguito, d’un tratto, alla fine, all’improvviso…
  • 6. Avverbi di luogo L’avverbio di luogo indica il luogo in cui si svolge un’azione o in cui si trova qualcuno o qualcosa. Gli avverbi di luogo possono essere… • Avverbi semplici come lì, là, qui, qua, quaggiù, quassù, laggiù, lassù, vicino, lontano, intorno, davanti, dietro, sotto, sopra, su, dentro, fuori, avanti, dinnanzi, accanto, altrove… • Locuzioni avverbiali di luogo come di qui, di qua, di là, di lì, di su, di giù, all’insù, all’ingiù, al di qua, al di là, di dietro, di fuori, di sotto, da vicino, da lontano, nei dintorni, a sinistra, a destra… • Le particelle ci, vi, ne se hanno la funzione di complementi di stato in luogo, moto a luogo e moto per luogo (Se andate a teatro, ci veniamo anche noi.) • Gli avverbi dove, ove, donde, onde, dovunque, ovunque sono detti avverbi di luogo relativi poiché mettono in relazione due proposizioni (Vado dove voglio. Dovunque andrà lo troveremo).
  • 7. Avverbi di quantità L’avverbio di quantità indica una quantità non precisata, riferita a un verbo, a un aggettivo o a un altro avverbio. Gli avverbi di quantità possono essere… • Avverbi semplici come poco, alquanto, parecchio, tanto, quanto, altrettanto, molto, più, meno, troppo, abbastanza, assai, piuttosto, almeno, appena, affatto, quasi… • Alcuni avverbi in -mente come gradevolmente, minimamente… • Locuzioni avverbiali di quantità come più o meno, all’incirca, pressappoco, fin troppo, di più, di meno, un poco, del tutto, a bizzeffe…
  • 8. Avverbi valutativi L’avverbio valutativo esprime un’affermazione, una negazione o un dubbio. Gli avverbi valutativi possono essere… di affermazione Semplici: sì, certo, proprio, sicuramente, certamente, appunto, davvero, esattamente, indubbiamente… Locuzioni: di certo, senza dubbio, di sicuro, per l’appunto, senz’altro, per davvero… di negazione Semplici: no, non, neanche, neppure, nemmeno, mica… Locuzioni: neanche per idea, neanche per sogno, neanche per sbaglio, per niente… di dubbio Semplici: forse, quasi, circa, magari, eventualmente, probabilmente, possibilmente… Locuzioni: quasi quasi, caso mai, con ogni probabilità, chissà mai…
  • 9. Avverbi interrogativi ed esclamativi Gli avverbi interrogativi servono a introdurre una domanda diretta. Gli avverbi interrogativi possono essere… • Avverbi semplici come quando? perché? dove? come? quando? • Locuzioni avverbiali interrogative come come mai? da quando? per quando? Quando gli avverbi interrogativi introducono una domanda indiretta, collegando quindi due proposizioni, hanno la funzione di congiunzioni (Perché [avv.] parti? Dimmi perché [cong.] parti.). Gli avverbi esclamativi servono a introdurre un’esclamazione. Gli avverbi esclamativi sono avverbi semplici come come, quanto, dove (Come sono felice! Quanto sei bella!)
  • 10. Avverbio presentativo ecco L’unico avverbio presentativo italiano ecco mostra, indica, annuncia un fatto, un evento, qualcuno o qualcosa. Ecco si può trovare… • Prima di un nome o un verbo (Ecco i risultati del lavoro. Ecco arrivare il treno.) • Collegato ai pronomi atoni (Eccoci da te!) • Con valore iterativo nelle forme rieccomi, rieccolo, rieccoti… • Nelle locuzioni ecco fatto, ecco tutto (Ecco fatto: il lavoro è finito.)
  • 11. Avverbi alterati Alterazione Suffissi Esempi DIMINUTIVI diminuiscono la modificazione della base -ino benino, malino, pianino, adagino, lontanino, tardino, prestino, pochino, pochettino, spessino VEZZEGGIATIVI rendono più piacevole (anche ironicamente) il significato della base -etto -uccio maluccio, lontanuccio, lontanetto, tarduccio, pochetto ACCRESCITIVI aumentano la modificazione della base -one benone DISPREGIATIVI rendono più sgradevole il significato della base -accio malaccio Come i nomi e gli aggettivi anche alcuni avverbi possono essere alterati:
  • 12. Gradi dell’avverbio Alcuni avverbi possono anche avere gradi diversi da quello positivo. Per la maggior parte degli avverbi… • Il grado comparativo si forma anteponendo più (di maggioranza), meno (di minoranza) o come/quanto (di uguaglianza) all’avverbio. Parlerò più piano di voi. Parlerò meno piano di voi. Parlerò piano come voi. • Il grado superlativo relativo si forma anteponendo il più (possibile) all’avverbio. Parlerò il più piano possibile. • Il grado superlativo assoluto si forma aggiungendo all’avverbio i suffissi -issimo o -issimamente o gli avverbi rafforzativi molto, assai. Parlerò pianissimo. Parlerò molto piano.
  • 13. Posizione dell’avverbio Normalmente, se l’avverbio modifica il significato di un verbo, va posposto a quest’ultimo (Dormo bene. Lavoro tanto.). Ma… • Gli avverbi di negazione non e di luogo ci, vi, ne vanno sempre anteposti al verbo (il cibo non è buono. Ci vado con Gianni. Vi sarà una gran folla). • quando il tempo verbale è in forma composta molti avverbi possono collocarsi anche tra l’ausiliare e il participio (La nave è certamente salpata. Non ho ben capito.). • se modifica il significato di aggettivi, nomi o altri avverbi, va anteposto ad essi (Sandro è molto alto. Viene anche Lucia. Scrivi davvero bene.) • se modifica il significato di un’intera frase può essere collocato in un qualsiasi punto di essa purché isolato dalla virgola (Incredibilmente, Marco perdonò tutti. Marco, incredibilmente, perdonò tutti. Marco perdonò tutti, incredibilmente.).
  • 14. La preposizione La funzione della preposizione è di collegare tra loro sintagmi o intere proposizioni stabilendo relazioni di dipendenza sintattica. Le preposizioni sono perciò dette funzionali subordinanti. L’amico Sint. controllore di Funzionale Sandro Sint. controllato Giovanni è uscito Prop. reggente per Funzionale comprare il pane. Prop. dipendente
  • 15. Morfologia della preposizione Le preposizioni principali si distinguono in semplici e articolate. Quelle articolate rappresentano la composizione di preposizioni semplici più articoli determinativi e sono dunque variabili in genere e numero. Preposizioni semplici Preposizioni articolate + il + lo + la + l’ + i + gli + le di del dello della dell’ dei degli delle a (ad) al allo alla all’ ai agli alle da dal dallo dalla dall’ dai dagli dalle in nel nello nella nell’ nei negli nelle con col - - - coi - - su sul sullo sulla sull’ sui sugli sulle per - - - - - - - tra (fra) - - - - - - -
  • 16. Preposizioni improprie Sono considerate preposizioni improprie tutte quelle parole polisillabiche che appartengono originariamente a categorie grammaticali diverse da quella della preposizione, ma che di quest’ultima svolgono le funzioni. Possono essere preposizioni improprie… • Aggettivi come vicino, lontano, lungo, salvo, secondo… Ho passeggiato lungo la costa del fiume. • Avverbi come davanti, dietro, dentro, sopra, sotto, prima, dopo, fuori, contro, oltre, presso, accanto, intorno… Stasera dormiamo fuori casa. • Verbi participi presenti o passati come durante, mediante, nonostante, stante, rasente, dato, eccetto, escluso… Amo tutte le materie esclusa la matematica.
  • 17. Locuzioni preposizionali Anche alcuni gruppi tipici di parole svolgono le funzioni della preposizione. Essi sono considerati locuzioni preposizionali e sono in genere formati da… • Avverbi + preposizioni proprie come davanti a, lontano da, limitatamente a, vicino a… Sono entrato dopo di te. Volano sopra di noi. • Nomi o verbi + preposizione propria anteposta o posposta come a causa di, a prescindere da… Ti scrivo per mezzo di un tablet. In base a questo non dovresti fidarti. • Locuzioni avverbiali + preposizioni proprie come al di là di, in mezzo a, di fronte a… Il compagno di fianco a te disturba. Nel mezzo della festa giunse suo padre.
  • 18. La congiunzione La funzione della congiunzione è di collegare tra loro parole, sintagmi o intere proposizioni stabilendo relazioni di coordinazione (congiunzioni coordinanti) o dipendenza sintattica (congiunzioni subordinanti). papà Nome e Congiunzione mamma Nome Amo il calcio Prop. coordinata ma Congiunzione non seguo le partite. Prop. coordinata Lui è entrato in casa Prop. reggente perché Congiunzione aveva freddo. Prop. dipendente
  • 19. Morfologia della congiunzione Le congiunzioni si possono classificare in base alla loro derivazione morfologica in… • Congiunzioni semplici → costituite da una sola parola come e, o, ma, né, se, quindi, anche, però, come, quando… • Congiunzioni composte → costituite da una parola composta come oppure (o+pure), perché (per+che), sebbene (se+bene, infatti (in+fatti), affinché (ad+finché), nondimeno (non+di+meno)… • Locuzioni congiuntive → costituite da più parole distinte come anche se, dopo che, tranne che, dal momento che, ogni volta che…
  • 20. Congiunzioni coordinanti Le congiunzioni coordinanti pongono due parole o due proposizioni sullo stesso piano sintattico. Copulative Accostano due parole o proposizioni. e, anche, pure, inoltre, altresì, né, neanche, neppure, nemmeno… Disgiuntive Pongono un’alternativa tra due parole o proposizioni. o, oppure, ovvero, altrimenti… Avversative Contrappongono due parole o proposizioni. ma, invece, però, tuttavia, anzi, bensì, eppure… Dichiarative (o esplicative) Introducono una precisazione o spiegazione. cioè, infatti, difatti, ossia, vale a dire… Conclusive Esprimono una conseguenza o conclusione logica. dunque, quindi, perciò, pertanto, allora… Correlative Mettono in corrispondenza tra loro due parole o proposizioni. e…e, o…o, sia…sia, né…né, tanto…quanto, non solo…ma anche…
  • 21. Congiunzioni subordinanti Le congiunzioni subordinanti creano un particolare rapporto di gerarchia sintattica tra due proposizioni. Dichiarative che, come Finali che, perché, affinché, in modo che, acciocché… Causali poiché, perché, dato che, giacché, siccome, visto che, dal momento che… Consecutive così…che, cosicché. sicché, tanto…che, a tal punto…che… Temporali quanto, mentre, finché, allorché, prima che, ogni volta che, dopo che… Concessive sebbene, benché, quantunque, anche se, nonostante… Condizionali se, purché, a condizione che, a patto che, qualora, quand’anche… Modali come, come se, quasi, nel modo che… Avversative mentre, quando, laddove, anziché… Comparative così…come, tanto…quanto, più…che, piuttosto…che, meglio…che… Interrogative se, come, perché, quando, quanto… Eccettuative fuorché, tranne che, salvo che, a meno che, eccetto che… Limitative che, per quanto, in quanto… Esclusive senza, senza che…
  • 22. Interiezioni Nella lingua parlata le interiezioni sono le espressioni spontanee che si usano, spesso accompagnate da gesti o espressioni del volto, per segnalare sensazioni o stati d’animo come meraviglia, gioia, dolore, paura, ira, noia, impazienza, sdegno, incoraggiamento, disdegno… Nella lingua scritta l’interiezione, rispetto ad altre espressioni che si potrebbero usare per descrivere sensazioni o stati d’animo, esprime in modo più immediato la vivacità e la spontaneità di questi ultimi. • L’interiezione non ha alcun tipo di legame con le altre parole della frase o del discorso ed esprime da sola un messaggio compiuto (Uffa! = Mi sto annoiando. Evvai! = Sono felice di questo!). • Per riprodurre il valore espressivo dell’interazione essa è normalmente seguita da uno o più punti esclamativi (ah! oh! ehi!!!) o dai punti esclamativi e interrogativi (Eh?! Hai osato Tanto?!?). • Dopo il punto esclamativo che segue le interiezioni non è necessaria la lettera maiuscola (Ah! che bella giornata!)
  • 23. Interiezioni proprie Le interiezioni proprie, quasi tutte monosillabiche, riproducono suoni o grida espressi nel parlato quando si provano sensazioni o sentimenti improvvisi. ah! oh! Meraviglia, gioia, desiderio, rimpianto, dolore, rimprovero eh! Incredulità, rassegnazione, ammonimento, minaccia ehm! Indecisione, minaccia, avvertimento ih! Ribrezzo, rabbia, derisione ahi! ohi! ahia! ahime! ohime! Dolore, contrarietà, preoccupazione ehi! ohé! olà! ehilà! Richiesta d’attenzione, rimprovero mah! boh! mmh! Incertezza, dubbio ohibò! Sorpresa, rimprovero auff! uff! uffa! Noia, impazienza puh! puah! Disgusto bah! Indifferenza, fastidio toh! Meraviglia wow! [wau] Gioia, entusiasmo, ammirazione
  • 24. Interiezioni improprie Sono considerate interiezioni improprie tutte quelle parole polisillabiche che appartengono originariamente a categorie grammaticali diverse da quella dell’interiezione, ma che di quest’ultima svolgono le funzioni. Anch’esse non hanno alcun tipo di legame con le altre parole della frase ed esprimono da sole un messaggio compiuto. Possono essere interiezioni improprie… • Nomi come coraggio! forza! misericordia! aiuto! pietà! maledizione! vergogna! peccato!… • Verbi come dai! basta! muoviti!... • Avverbi come su! bene! male! presto!… • Aggettivi come bravo! magnifico! stupendo! fantastico! grande! sicuro!… • I saluti come ciao! salve!... • Locuzioni interiettive (o esclamative) come mamma mia! mio Dio! santo cielo! povero me! va’ al diavolo! va’ a quel paese! al fuoco! al ladro! per carità! che schifo! che vergogna!
  • 25. Onomatopee L’onomatopea è una categoria particolare perché accettata solo in poche tipologie di testo (poesie futuriste, linguaggio pubblicitario, fumetti e graphic novel). Le onomatopee riproducono suoni, rumori o versi di animali attraverso il suono e la grafia delle lettere di cui sono composte. A differenza delle interiezioni non riproducono sensazioni o stati d’animo. In italiano si possono trovare… • Onomatopee fumettistiche derivate spesso da verbi inglesi (sigh! > to sigh = sospirare; sob! > to sob = singhiozzare; crash! > to crash = fracassare; clap! > to clap = applaudire; gulp! > to gulp = inghiottire; slurp! > to slurp = mangiare/bere rumorosamente; splash! > to splash = spruzzare). • Onomatopee con funzione sostantiva (Si sentiva il tic tac dell’orologio. Nei campi c'è un breve gre gre di ranelle). • Parole onomatopeiche, nomi e verbi derivanti da onomatopee, come miagolio, ticchettio, fruscio, gracchiare, tintinnare…
  • 26. Onomatopee Clof, clop, cloch, cloffete, cloppete, clocchete, chchch… È giù, nel cortile, la povera fontana malata; che spasimo! sentirla tossire. Tossisce, tossisce, un poco si tace... di nuovo. Tossisce. Mia povera fontana, il male che hai il cuore mi preme. […] [da La fontana malata di A. Palazzeschi]

Notes de l'éditeur

  1. Gli avverbi composti hanno subito un processo di univerbazione: nella grafia due parole, in origine separate, si sono unite in un’unica parola (pomo d’oro > pomodoro; franco bollo > francobollo; nonostante > non + part. pass. di ostare) Possono essere considerati avverbi anche gli aggettivi indefiniti e qualificativi usati con funzione di modificatori verbali (Tu mangi molto. Io parlo forte.). Alcuni grammatici hanno considerato quella dell’avverbio come la categoria meno definita morfologicamente, una “categoria ripostiglio” in cui mettere tutte le parole a cui non si sa trovare una collocazione migliore
  2. L’avverbio mai può avere anche altri valori: negazione se da solo, col significato di “in nessun momento” nelle proposizioni negative (Non l’ho mai visto), con valore positivo nelle proposizioni interrogative (L’hai mai visto?), rafforzativo nelle esclamative (Cosa mi dici mai!).
  3. Sì e no sono considerati avverbi di affermazione e negazione anche servono per sostituire, nelle risposte positive e negative, un’intera frase (Hai sete? Sì = Ho sete. No = Non ho sete.).
  4. Gli avverbi bene, male, grandemente, poco, molto, come i rispettivi aggettivi (buono, cattivo, piccolo, grande, molto) hanno forme particolari di comparativi e superlativi: bene > meglio > ottimamente/benissimo; male > peggio > pessimamente/malissimo; grandemente > maggiormente > massimamente/sommamente; poco > meno > minimamente/pochissimo; molto > più > moltissimo. Pertanto è scorretto, per esempio, dire più meglio o più peggio.
  5. Per ragioni di eufonia (“buon suono”) la preposizione semplice a può diventare ad davanti a parole che cominciano per a (Andò ad Ascoli.). Sempre per ragioni di eufonia avviene la scelta tra le preposizioni tra e fra che hanno identico significato (per esempio davanti a [f] è meglio usare tra e davanti a [t] è meglio usare fra). Col e coi sono sempre più spesso sostituite da con il e con i nell’italiano attuale. Su non è solo preposizione, ma può essere usata anche come avverbio di luogo (Vieni su da me.) o interiezione (Su, sbrigati!).
  6. L’univerbazione è il processo che nella grafia unisce due parole, in origine separate, in un’unica parola (pomo d’oro > pomodoro; franco bollo > francobollo; nonostante > non + part. pass. di ostare)
  7. Le interiezioni proprie sono genericamente caratterizzate dal grafema h dopo la prima vocale che le distingue spesso da altre parti del discorso omografe.
  8. I saluti sono un caso a parte: possiamo classificarli con le interiezioni perché non rientrano nelle altre categorie grammaticali.
  9. Il “gre gre di ranelle” è di Pascoli (la mia sera).
  10. Il “gre gre di ranelle” è di Pascoli (la mia sera).