1. Prodotto da: Roberto Berardinelli, Vincenzo Berardinelli, Gabriele
Perna, Andrea Ascione
2. INTRODUZIONE
Il popolo ebraico ha una storia
millenaria e molto particolare, iniziata
in Palestina nel secondo millennio
a.C. La storia degli ebrei narrata nella
Bibbia racconta che Yahweh ordinò ad
Abramo di trasferirsi dalla
Mesopotamia nella terra di Canaan.
Racconta della secolare schiavitù in
Egitto e del ritorno del popolo ebraico
alla terra promessa, guidato da
Mosè. Le prime fonti storiche che
parlano del popolo d’Israele risalgono
circa al 1200 a.C. Oggi, la storia e
l’archeologia ci raccontano che la
cultura ebraica si è sviluppata nell’area
degli attuali Israele, Palestina, Libano e
Giordania, presso una società di pastori
seminomadi, che parlavano una lingua
semitica e vivevano suddivisi in clan e
tribù. Il regno di Giuda In seguito,
emerse più a sud, con capitale
Gerusalemme, dove sorgeva il più
importante tempio dedicato a Yahweh.
3. LA SCHIAVITU' IN
EGITTO
Gli ebrei vissero a lungo in Egitto lavorando come schiavi,
finché intrapresero l’esodo nella Terra promessa sotto la
guida di Mosè. Così racconta la Bibbia. Ma cosa ci dicono la
storia e l’archeologia? I primi cinque libri dell’Antico
testamento che narrano la storia del popolo eletto furono
scritti a partire dal VI secolo a.C., molto tempo dopo i
patriarchi Giuseppe e Mosè (vissuti tra il XIX e il XIII secolo
a.C.). Non possono quindi considerarsi una fonte storica
diretta degli eventi, infatti gli studiosi non hanno trovato
alcuna testimonianza archeologica su Mosè, l’esodo o i
quattro secoli di schiavitù degli ebrei in Egitto. Questo non
significa che si tratti di una storia del tutto immaginaria.
Quanto racconta la Bibbia sulla permanenza degli ebrei in
Egitto potrebbe essere il riflesso di una lontana realtà
storica.
4. LE TAVOLE DELLE
LEGGI
Il popolo di Israele ha lasciato l' Egitto tre mesi fa e si trova nel
deserto del Sinai. I Dieci comandamenti, detti anche decalogo,
sono delle leggi che secondo la Bibbia furono date
da Dio a Mosè sul monte Sina. Sono un punto fondamentale
dell'Antico Testamento per l'ebraismo e per il cristianesimo.
Secondo la Bibbia le leggi sarebbero state scritte su due tavole
di pietra «dal dito stesso di Dio» oppure, secondo un'altra
tradizione biblica, dallo stesso Mosè. La narrazione biblica della
rivelazione al Sinai ha inizio in Esodo 19 dopo l'arrivo dei figli
d'Israele al Monte Sinai. La mattina del terzo giorno del loro
accampamento, "vi furono tuoni e fulmini e la cima del monte
era ricoperta da nubi. e si udì il suono di trombe", e le persone si
radunarono alla base del monte. Il Signore si manifestò sul
monte Sinai e Mosé, che si era portato sulla sua cima per
verificare cosa stesse accadendo, ne tornò ai piedi con le tavole
della Legge che mostrò ai presenti. Questi comandamenti si
iscrivono nella teologia dell'alleanza che Dio fa con il
popolo d'Isiraele secondo la quale nelle due Tavole della legge
scritte da Dio e presentate a Mosè essi sono scritti cinque nella
prima, quella che concerna il rapporto che l'Ebreo ha con Dio, e
cinque nella seconda, dove sono iscritti quelli riguardanti il
rapporto tra l'uomo ed il suo prossimo.
5. La bibbia
Quanto appena detto è scritto nella Bibbia, anche se quest’ultima
non è un testo storico. La Bibbia è una collezione di testi religiosi
considerati sacri da Cristianesimo, Ebraismo, Samaritanesimo, Islam,
Rastafarianesimo e da altre confessioni. È formata da libri differenti
per origine, genere, composizione, lingua, datazione e stile
letterario, scritti in un ampio lasso di tempo, preceduti da una
tradizione orale più o meno lunga e comunque difficile da
identificare, racchiusi in un canone stabilito a partire dai primi secoli
della nostra era. Diversamente dal Tanakh (Bibbia ebraica), il
cristianesimo ha riconosciuto nel suo canone ulteriori libri scritti in
seguito al "ministero" di Gesù. La Bibbia cristiana, quindi, risulta
suddivisa in: Antico Testamento (o Antica Alleanza), corrispondente
alla Bibbia ebraica, e Nuovo Testamento (o Nuova Alleanza), che
descrive l'avvento del Messia e le prime fasi della predicazione
cristiana. Il termine "Bibbia ebraica" è solitamente usato dai
cristiani per indicare i testi sacri della religione ebraica, ma
l'etimologia di Bibbia è greca e significa semplicemente, come si è
visto, "libri"; tutti i libri della Bibbia ebraica sono considerati sacri
anche dai cristiani, che però li dispongono in un ordine diverso. I
libri della Bibbia ebraica sono stati scritti in ebraico, anche se i libri
di Esdra, Neemia e Daniele contengono parti in aramaico.
Nell'ambito dell'ebraismo antico alcune correnti, in particolare i
sadducei, consideravano come sacra la sola Torah; oggi i samaritani
hanno mantenuto una posizione simile, considerando canonica solo
la Torah e autorevole il Libro di Giosuè. Le antiche comunità
ebraiche di lingua greca, invece, seguivano un canone più ampio
dell'attuale canone ebraico, il cosiddetto "Canone alessandrino".
Nel I secolo d.C. per l'ebraismo venne considerato come definitivo il
"Canone palestinese", più ristretto di quello alessandrino.
6. LE PERSECUZIONI
EBREE
La storia delle persecuzioni anti-ebraiche in Europa
è lunga e triste, i pregiudizi e i miti relativi agli
ebrei sono sempre stati numerosi, a volte
alimentati da scritti come i Protocolli dei Savi di
Sion. Gli ebrei sono stati accusati di
corporativismo, di elitarismo religioso, per il fatto
di non consentire la conversione, ma di ereditare il
diritto a partecipare al culto ebraico, di ribellione
alle altre culture e di essere attaccati al denaro.
L'ostilità contro gli ebrei si chiama
antisemitismo; quando noi europei parliamo di
antisemitismo, ci riferiamo al razzismo contro gli
ebrei. Un'altra fonte di persecuzione degli ebrei fu
quella che in tutti i governi e le istituzioni si
potevano trovare degli ebrei. Questo grazie,
anche, alla loro intelligenza. Quindi, gli ebrei
facevano paura per la loro ascesa al potere.
Insomma, questo popolo è stato, sempre,
discriminato per la loro forte comunità culturale,
economica e religiosa.
7. La notte dei cristalli
Tra il 9 e il 10 novembre 1938, ottant’anni fa, ebbe luogo il più
violento pogrom che fino ad allora si fosse verificato nel Terzo Reich:
la Kristallnacht, ovvero la 'Notte dei cristalli', che comportò l’attacco
sistematico alle proprietà e ai luoghi di culto della comunità giudaica,
dilagato dalla Germania, all’Austria e alla regione ex cecoslovacca
dei Sudeti da poco occupata dalle truppe di Hitler. Le prime notizie
riservate parlavano di 171 case d’abitazione incendiate, di 815
botteghe devastate e saccheggiate, di sinagoghe bruciate ovunque.
La vera entità dell’aggressione, che segnò la prima accentuazione
della pressione terroristica e intimidatoria contro gli israeliti tedeschi,
fu resa nota al processo di Norimberga del 1946. Dal protocollo
stenografico di una riunione dei ministri del Reich, avvenuta il 12
novembre, si poté apprendere che 7.500 negozi furono demoliti, 101
sinagoghe vennero date alla fiamme, mentre altre 76 furono distrutte.
Trentasei ebrei vennero ammazzati, altrettanti feriti in modo grave:
complessivamente, ne erano stati arrestati almeno ventimila. Si
verificarono anche casi di stupro. Le cifre, in ogni caso, restano
controverse. Alcune fonti, indicano in 267 il numero dei templi
assaltati, e fissano in circa 100 l’entità totale delle vittime, tenendo
anche conto dell’estensione del pogrom oltre i confini della
Germania. Il regime di Hitler disse che si era trattato di un’esplosione
spontanea di collera popolare, dopo che, a Parigi, un ebreo tedesco
diciassettenne, Herschel Grynszpan, attentò, con successo, alla vita
del terzo segretario dell’ambasciata del Reich in Francia, Ernst von
Rath.
8. L’INIZIO DEL NAZISMO, LE
LEGGI DI NORIMBERGA E
LE LEGGI RAZZIALI
Il nazismo fu un’ideologia razzista con l’obiettivo di
eliminare gli ebrei e altri gruppi indesiderabili dalla società
tedesca. Ciò non aveva riscontri reali né una logica. Hitler e i
Nazisti, mossi dall’antisemitismo e dall’odio, presero di mira
gli ebrei perseguitandoli e sterminandoli.
I nazisti resero centrali nella loro propaganda iniziale due
false affermazioni: in primo luogo, che gli ebrei tedeschi
avevano tradito la Germania durante la prima guerra
mondiale ed erano responsabili della sua sconfitta; in
secondo luogo, che gli ebrei erano responsabili della miseria
economica della Germania durante la depressione tra la
fine degli anni ‘20 e l’inizio degli anni ‘30. Questo si
collegava anche alla più grande menzogna dell’esistenza di
una cospirazione globale da parte ebraica. Due distinti
provvedimenti legislativi furono varati nella Germania
Nazista nel settembre del 1935, conosciuti come le Leggi di
Norimberga: la Legge per la cittadinanza del Reich e la Legge
per la protezione del sangue e dell'onore tedesco. Le due
leggi erano espressione delle teorie razziali su cui si basava
l'ideologia Nazista e servivano a creare il contesto giuridico
per la persecuzione sistematica degli Ebrei in Germania. Le
Leggi di Norimberga furono annunciate da Adolf Hitler il 15
settembre 1935. Successivamente, il parlamento tedesco (il
Reichstag), interamente composto da rappresentanti
Nazisti, approvò le leggi. L'antisemitismo aveva
un'importanza fondamentale nel Partito Nazista e, di
conseguenza, Hitler aveva convocato il parlamento per una
sessione speciale durante il raduno annuale del Partito
Nazista a Norimberga, in Germania. Ai nazisti si allearono i
fascisti, che, tra il 1938 e il 1939, emanarono le Leggi
Razziali.
9. L'olocausto
L’Olocausto è stata la persecuzione sistematica, organizzata dallo Stato, e l’assassinio di sei milioni di ebrei europei ad opera del regime
nazista tedesco, dei suoi alleati e dei suoi collaboratori. Un processo che si è evoluto nel corso del tempo e ha avuto luogo in tutta Europa tra il
1933 e il 1945. Il periodo storico dell’Olocausto iniziò nel gennaio 1933 quando Adolf Hitler e il partito nazista salirono al potere in Germania e
finì nel maggio del 1945, quando gli Alleati sconfissero la Germania nazista nella Seconda Guerra Mondiale. A volte, l’Olocausto è anche
indicato come “la Shoah”, la parola ebraica per “catastrofe”. Quando assunsero il potere in Germania, i nazisti non iniziarono immediatamente
a compiere azioni di sterminio di massa. Tuttavia, usarono il governo per prendere di mira gli ebrei ed escluderli dalla società tedesca. Tra le
misure antisemite, il regime tedesco nazista promulgò leggi discriminatorie e organizzò atti di violenza contro gli ebrei in Germania. La
persecuzione nazista degli ebrei divenne sempre più radicale tra il 1933 e il 1945. Questa radicalizzazione culminò in un piano che i leader
nazisti chiamarono “Soluzione finale alla questione ebraica”. La “Soluzione finale” indicava l’omicidio di massa organizzato e sistematico degli
ebrei europei. Il regime tedesco nazista perpetrò questo genocidio tra il 1941 e il 1945. I nazisti presero di mira gli ebrei perché erano
profondamente antisemiti. Questo significa che non solo avevano pregiudizi nei confronti degli ebrei ma in effetti li odiavano. L’antisemitismo
era un principio fondamentale della loro ideologia ed era alla base della loro visione del mondo. I nazisti accusavano ingiustamente gli ebrei di
essere la causa dei problemi sociali, economici, politici e culturali della Germania. In particolare, li incolpavano della sconfitta della Germania
nella Prima Guerra Mondiale (1914-1918). Alcuni tedeschi credevano a queste accuse naziste. La rabbia per la sconfitta subita in guerra e le
crisi economiche e politiche che la seguirono contribuirono a far crescere l’antisemitismo nella società tedesca. L’instabilità della Germania
sotto la Repubblica di Weimar (1918-1933), la paura del comunismo e gli shock economici dovuti alla Grande Depressione fecero sì che molti
tedeschi accogliessero le idee naziste, incluso l’antisemitismo.
10. Poesia
Olocausto
Non si può dimenticare
non si deve dimenticare
non limbo, una madre,
non padre, un nonno, una
nonna non potevano abbracciarsi
per l'ultima volta.
il male più oscuro, le tenebre
infernali avvolsero.
Non c'era umanità, nessuna
pietà, non vi erano più
lacrime da versare.
Ancora oggi, una piccolina
con le sue scarpette rosse
si aggira in quei luoghi
e il suo fantasma pare che
dica "Non dimenticarmi".
11. I Ghetti
Durante l’Olocausto, la creazione dei
ghetti rappresentarono una fase fondamentale nel
processo di controllo, disumanizzazione e uccisione
di massa attuato dai Nazisti a danno degli Ebrei. Il
termine “ghetto” ha origine dal nome del quartiere
ebraico di Venezia creato nel 1516, nel quale le
autorità veneziane obbligavano a risiedere gli
Ebrei. I Tedeschi istituirono almeno 1000 ghetti solo
in Unione Sovietica e in Polonia. Le autorità tedesche
istituirono il primo ghetto a Piotrków Trybunalski
(Polonia) nell'ottobre 1939, il ghetto più grande era
quello di Varsavia, dove oltre 400.000 Ebrei vivevano
ammassati in un'area di meno di due chilometri
quadrati. I ghetti erano costituiti da quartieri (spesso
recintati) nei quali i Tedeschi concentravano la
popolazione ebraica separandoli dalla popolazione
non ebraica, obbligandola a vivere in condizioni di
estrema miseria. Nell’ambito della Soluzione Finale -
il piano che prevedeva l’uccisione di tutti gli Ebrei
d’Europa e che ebbe inizio alla fine del 1941 - i
Tedeschi distrussero sistematicamente la maggior
parte dei ghetti. I residenti venivano generalmente
fucilati dai Tedeschi e dai loro collaboratori, e quindi
seppelliti in fosse comuni nei pressi dei ghetti stessi;
altrimenti, venivano deportati - di solito tramite
convogli ferroviari - ai centri di sterminio, per essere
uccisi.
12. I Campi di
concentramento
Tra il 1933 e il 1945, la Germania Nazista e i loro alleati crearono
più di 44.000 campi di concentramento e altre strutture destinate a
incarcerare o isolare gli Ebrei (inclusi i ghetti) e altri gruppi di
indesiderabili. Questi campi furono usati per diversi scopi, tra i
quali i lavori forzati e l'eliminazione in massa dei prigionieri.
Queste strutture venivano chiamate “campi di concentramento” in
quanto servivano a “concentrare” fisicamente i prigionieri in un
unico luogo. Dopo l’annessione dell’Austria alla Germania, nel
marzo 1938, i Nazisti cominciarono ad arrestare gli Ebrei tedeschi
ed austriaci e a imprigionarli nei campi di concentramento di
Dachau, Buchenwald e Sachsenhausen, in Germania. Dopo i
violenti accaduti della Notte dei Cristalli, i Nazisti cominciarono ad
arrestare in massa gli Ebrei adulti di sesso maschile, incarcerandoli
per poi portarli nei campi per brevi periodi. Dopo l’invasione della
Polonia, nel settembre 1939, i Nazisti costruirono diversi campi
dove i prigionieri erano costretti ai lavori forzati e dove migliaia di
loro morirono a causa della fatica, della malnutrizione o
dell'esposizione alle intemperie. La direzione e la conduzione dei
campi di concentramento erano affidate a unità delle SS (squadre
di protezione o squadre di salvaguardia della brigata di Hitler,
membri dello Stosstrupp Adolf Hitler). Durante la Seconda Guerra
Mondiale, la rete dei campi nazisti si ampliò rapidamente. In alcuni
di essi, i medici nazisti usarono i prigionieri come cavie per i loro
esperimenti. I Nazisti costruirono le camere a gas (cioè ampi vani in
cui i prigionieri venivano uccisi con il gas velenoso) per attuare lo
sterminio in modo efficiente. Il campo di sterminio di Birkenau,
che faceva parte del complesso di Auschwitz, era dotato di quattro
camere a gas, nelle quali, durante il periodo in cui le deportazioni
raggiunsero la maggiore intensità, furono uccisi fino a 6.000 Ebrei
al giorno. Milioni di persone furono imprigionate, subirono
maltrattamenti e abusi nei campi di concentramento nazisti, solo
un piccolo numero di coloro che furono imprigionati in quei campi
riuscì a sopravvivere,; tra qui: Liliana Segre, Adriana e Tatiana Bucci
e pochi altri ancora. Per non dimenticare queste atrocità, il 27
gennao si celebra il giorno della memoria, dove vengono
commemorate le vittime del nazismo ma anche delle leggi razziali
italiane, e tutti coloro che si opposero ed aiutarono le vittime.
13. La fondazione
d' Israele
Il 14 maggio 1948, dopo la fine della seconda guerra
mondiale, nasce lo Stato d’Israele, fondato dall’ONU per
dare una “casa” a tutti gli ebrei perseguitati nel corso della
guerra . Il giorno dopo la dichiarazione d’indipendenza,
Egitto, Siria, Libano, Iraq e Transgiordania invadono la
neonata Israele: inizia la prima guerra arabo-israeliana. Nel
corso della guerra Israele occupa anche una parte di
Palestina che l’ONU aveva assegnato agli arabi. I Paesi arabi
fanno resistenza ma vengono tutti sconfitti: più di 700 mila
profughi palestinesi sono così costretti a lasciare le loro
terre. La creazione dello Stato di Israele, e la guerra che ne
segue, aprono una ferita non ancora rimarginata in Medio
Oriente. Né le guerre che si succederanno né l’impegno
diplomatico mondiale sono riusciti fino ad oggi a riportare la
pace in quei territori.
14. La guerra
Israele-Palestina
I vicini paesi arabi non approvarono la creazione dello Stato
d’Israele, che fu attaccato nel 1948 da Egitto, Libano, Siria,
Giordania e Iraq. Ulteriori conflitti si ebbero nei decenni
successivi, primo fra tutti il contrasto con l’Egitto per il
controllo del Canale di Suez (1956), tra il 1969 e il 1970
(sempre con l’Egitto) e con Siria ed Egitto nel 1973. Nel corso
di tali conflitti armati, Israele occupò o si annesse vari territori,
tra cui la striscia di Gaza, la West Bank, le alture di Golan e
parte del Libano meridionale, entrando in conflitto con i paesi
confinanti e con diversi gruppi militari non governativi (Hamas,
Fatah, PLO, Hezbollah, Jihad islamica palestinese, ecc.). Nel
corso degli anni, diversi sono stati i trattati di pace firmati tra le
parti in causa, sia all’interno del paese che a livello
internazionale (tra cui spiccano gli importanti accordi territoriali
raggiunti con la Giordania e l’Egitto). Un certo numero di
gruppi armati, tra cui lo stesso governo di Israele, sono stati
protagonisti di azioni militari rivolte ad obiettivi civili. Milizie
palestinesi e libanesi appartenenti a diverse fazioni hanno
attaccato nel corso degli anni civili israeliani, o accusati di
collaborare con gli israeliani, mentre il governo israeliano ha
bombardato il Libano e represso violentemente i palestinesi
nei territori occupati. Un ulteriore fronte di guerra interna è
stato quello del cosiddetto confltto Fatah-Hamas, chiamato
anche guerra civile palestinese, iniziato nel 2006 e terminato
nel 2007. Il conflitto era finalizzato al controllo dei Territori
Palestinesi nella Striscia di Gaza, conquistata da Hamas nel
giugno 2007.